Satsang

L'aspirante spirituale

23 gennaio 2005

OM….OM….OM

Sai Ram

Con Salutazioni ai Piedi di Loto di Bhagavan

Le tre categorie di aspiranti.

Cari fratelli e sorelle, benvenuti ancora a questa sessione mattutina. Desidero dividere con voi alcuni importanti concetti che ci riguardano come aspiranti. In tutto il mondo, noi aspiranti, noi ricercatori, noi devoti possiamo essere raggruppati in tre categorie; tutti apparteniamo ad una di queste tre categorie da qualunque paese veniamo, in qualunque era viviamo. Lasciate che oggi io divida e discuta con voi queste categorie.

Prima categoria: coloro che amano porre domande.

Questa prima categoria comprende la gente che fa domande su domande, una dopo l'altra continuando senza neppure attendere una risposta: come cominciate a rispondere alla loro prima domanda, stanno già pensando alla prossima. Questa è la prima categoria, gente il cui interesse è fare domande senza curarsi di conoscere o udire le risposte; sono simili ad un bambino che chiede " Papà, perché ci sono le stelle in cielo? " ma, mentre il padre si gratta la testa e comincia a rispondere, è già pronto con la prossima domanda " Perché c'è il nettare nei fiori? " Invece di ascoltare la risposta il bambino pone immediatamente un'altra domanda " Perché le mucche fanno il latte? " Tutte le sue domande vengono poste solo per il piacere di chiedere. Alcuni devoti continuano a fare domande solo perché pensano che questo sia ciò che un buon devoto dovrebbe fare. Questo primo livello, in cui si domanda continuamente senza un reale interesse nella risposta, è chiamato ashakti cioè interesse, solo interesse. Un devoto, un ricercatore spirituale inizia il suo viaggio a questo livello del semplice interesse; è il requisito iniziale, fondamentale. Se non abbiamo interesse come può esserci il desiderio di conoscere una cosa qualunque? Quindi si comincia, si evolve da questo stadio assolutamente necessario dell'interesse ma non dovremmo fermarci lì; questo stadio di ashakti dovrebbe essere un gradino verso un livello più alto, verso lo stadio successivo.

Seconda categoria: coloro che cercano di sapere.

Lo stadio seguente si manifesta quando noi cerchiamo di comprendere non soltanto ponendo domande ma aspettando anche di conoscere le risposte. Si comincia indagando davvero, chiedendo e cercando di analizzare le risposte ottenute; non facciamo più una serie di domande ma diveniamo abbastanza pazienti da ascoltare le risposte. Questo è il secondo livello dello sviluppo di un ricercatore spirituale, o jignasu, che è colui che ha interesse nell'udire e comprendere le risposte alle sue domande. Egli è ora preparato a fare un'analisi in profondità, ad ascoltare e ricevere la profondità di un pensiero spirituale, ad accogliere i più profondi segreti della filosofia Vedanta. Quali sono i benefici di questo secondo stadio? Questo interesse nel conoscere, o jignasa, mi aiuta a divenire qualcosa? A questo punto posso diventare uno studioso, un filosofo; forse posso diventare un buon predicatore e dire dei buoni sermoni, posso essere un ottimo prete nel tempio, posso interessare un uditorio a lungo. Questo è ciò che si ottiene arrivando a questo stadio del jignasa, lo stadio dell'apprendimento interessato. Il primo stadio, quello dell'interesse, è solo l'inizio e, se ci fermiamo lì, non approdiamo a niente; ashakti deve portarci allo stadio successivo del jignasa in cui cerchiamo di conoscere. Questo stadio ci farà pieni di risorse, affidabili, informati, analitici e logici. Tutto questo accadrà entrando in questo stadio; avremo una base di conoscenza ed informazione con cui operare ma non dobbiamo fermarci lì:

il viaggio spirituale non finisce con l'ottenere la conoscenza

Se mi fermo al secondo stadio volendo solamente "conoscere" divento una macchina, mi trasformo in un computer, il mio cervello agisce come un circuito elettronico o un CD, secondo i dati registrati. Il semplice apprendimento, il solo leggere ed acquisire informazioni vi darà senza dubbio molte risorse, sarete uno studioso, ma non può fare di voi un vero ricercatore spirituale. Per questo non bisogna fermarsi al secondo livello ed essere uomini di conoscenza; noi rispettiamo i dotti ma non li adoriamo. Essi hanno un posto speciale nella società ma non sono dei modelli in quanto possono ripetere semplicemente ciò che è contenuto nei testi. Alcuni sono molto acuti ed intelligenti e possono citare qualunque verso Sanscrito da qualunque libro, possono narrare tutti gli episodi di tutte le epiche. Si, noi li apprezziamo ma non li prendiamo a modello. Queste persone possono essere ottimi studenti di filosofia, ottimi studenti e conferenzieri del Vedanta ma mancano di esperienza. Non si giunge alla fine del viaggio spirituale semplicemente ottenendo la conoscenza. Alcuni chiedono: "Dov'è Dio? Qual è la natura dell'individuo? Qual è la natura del cosmo? La ragione della creazione?" Ottime domande; noi possiamo avere le risposte se otteniamo quel jignasa, quell'interesse a conoscere, ma tutta l'informazione che lo ho accumulato nella mia testa può fare di me e uno studioso ma non mi trasforma, non fa di me un realizzato, uno che ha sperimentato il Sé. Tutta quella conoscenza ha fatto di me soltanto un esperto dell'argomento. Quindi, amici miei, il viaggio spirituale non deve fermarsi a questo secondo stadio. Il primo stadio è costituito dall'avere un interesse o ashakti; al secondo stadio si è interessati nel conoscere, jignasa, e si diventa esperti. Noi non dobbiamo fermarci a questo livello ma progredire verso il terzo stadio.

Il sapore del budino si sperimenta mangiandolo.

Il terzo stadio e chiamato mumukshu ed è quello che dobbiamo raggiungere o comunque perseguire sul sentiero spirituale. Che cosa rappresenta questo stadio? Esso è per l'uomo che cerca la realizzazione; dopo la liberazione, o moksha, una persona è mumukshu e questo è il terzo stadio, quello finale. Che cos'è questo stadio? Amici miei, io non so quante volte ho raccontato questa storia ma vale la pena ripeterla. Una persona andò in un giardino di mango e chiese all'uomo che li coltivava:

"Quanti alberi di mango ci sono qui?"

"Signore, ce ne sono 500"

"Bene. Quanti frutti producono?"

"Molte migliaia"

"Quanto denaro ne ricavi?"

"Molto"

"Quanto tempo impieghi a coglierli?"

"Molto tempo"

"Quanti giorni impiega il seme a germinare?"

"X giorni"

"Quanti anni passano prima che la pianta faccia frutto?"

"Y anni"

L'uomo dei mango era stanco di tutte queste domande, esausto per questo interrogatorio! "Signore" disse, "stia tranquillo per favore. Le darò un frutto: la prego di sedersi e mangiarlo senza chiedere altro. (Risate) Io le darò un frutto; mangi e sia felice. Perché le interessa sapere del campo, della concimazione, del tempo che richiede, delle foglie e dei rami? Non è faticoso? Non è una perdita di tempo? Lei pensa la che tutti questi dati la aiutino? Pensa che questa informazione particolareggiata, questi inutili dettagli le diano un'esperienza pari a quella che dà il gustare effettivamente il frutto?" Gustare il frutto risolve tutte le domande; potete conoscere i dettagli ma questa è una virgola e non il punto finale. Potete imparare le risposte agli interrogativi "Se tu guadagni questa cifra, quanto guadagna il tuo vicino? Se tu hai un certo numero di alberi, quanti ne ha l'altro?" ma le risposte sono solamente dati e statistiche e non ti daranno la stessa soddisfazione che mangiare un frutto delizioso. Il sapore del budino si prova mangiandolo.

La terza categoria: coloro che hanno l'esperienza di ciò che conoscono.

Quindi, amici miei, il terzo stadio di un ricercatore spirituale è sperimentare tutto ciò che conosce. Tutto ciò che è conosciuto va sperimentato; perché? Perché Dio è una realtà vivente, non un'idea o una mera teoria. Dio non è un semplice concetto e tanto meno un dogma o un sistema di credenze fanatiche; non è una meta, non una persona, non un oggetto. Noi siamo illusi e divisi a causa di questi concetti errati, perché pensiamo che Dio sia un oggetto, perché Lo vogliamo possedere. Uno spirito maligno può possedervi, si incontra spesso gente simile, ma non possiamo possedere Dio come fosse una penna, un oggetto o un articolo da regalo. Non possiamo neanche dire che Egli sia una persona; in quel caso vorremmo stare sempre vicini a Lui e poi vorremmo essere i soli vicini a Lui. Quando si confonde Dio con una persona ci sono tutte queste limitazioni, tutte queste cose non vere ci vengono in mente. Dio non è una persona a cui stare vicini, Dio non è una persona che abita lontano. Questo va compreso. Quindi, il terzo stadio, Mumukshu, consiste nella comprensione della verità di base che Dio è in noi e noi siamo Dio. Questa è la meta, questo è l'obiettivo, questa è la destinazione di un devoto o di un ricercatore.

La vita dovrebbe essere tutta un'esperienza.

Avendo cominciato con lo stadio dell'interesse l'uomo progredisce verso lo stadio della conoscenza e quindi evolve fino allo stadio dell'esperienza. La maggior parte di noi è nel secondo stadio. Noi riteniamo che colui che è esperto nel parlare del Vedanta sia una persona spirituale; amici miei, questo non è corretto. Possiamo dire che è un esperto, uno pieno di risorse, un pundit, uno studioso, ma non che sia un uomo spirituale perché, per essere così definito, egli dovrebbe essere capace di vivere ciò in cui crede e dimostrare ciò di cui parla. Egli dovrebbe essere un esempio e la sua vita dovrebbe spargere tutto ciò che crede e promuove. Chi è d'esempio non può fare il Presidente dell'Associazione Contro l'Alcolismo ed essere un ubriacone (Risate), non può essere un illetterato e fare il Ministro dell'Istruzione né fare il Ministro della Sanità ed essere malato fradicio. Se noi siamo privi di esperienza, il nostro sapere è una cosa simile e la nostra conoscenza è solo un travestimento per cui, amici miei, dobbiamo vivere facendo esperienza. L'esperienza si fa mettendo in pratica. Dovremmo essere pronti a sperimentare a condizione di aver ottenuto le risposte e le spiegazioni; senza di queste non possiamo procedere in quanto tendiamo ad immaginare. Così è la mente.

Le esperienze devono essere sostenute dalle Scritture

Adi Shankara ha detto chiaramente e con forza: "Voi non dovreste procedere seguendo le stravaganze, i capricci e le fantasie della mente, seguendo l'immaginazione; non dovreste soltanto speculare. Tutti i vostri pensieri, tutte le vostre procedure ed esperienze devono essere confermate dalle Scritture". Noi abbiamo un tesoro di conoscenza spirituale nei Veda, nelle Upanishad, nella Gita, nei Brahma Sutra e Yogavasishta; abbiamo in noi una grande miniera di ricchezza spirituale ma, a meno che le nostre esperienze ed i nostri metodi trovino l'approvazione delle Scritture, non possiamo pensare che siano definitivi. Che cosa accadrà se ignoriamo le Scritture? Ognuno di noi diventerà un profeta! Arriva uno e dice: "Swami mi è apparso in sogno ed ha detto che io sono Dio". "Bene, capisco. Se tu sei Dio, perché Swami dovrebbe apparirti separatamente?" Noi dobbiamo almeno usare il senso comune.

Una signora venne da me e disse "Io sono sposata con Bhagavan".

Io risposi "Non mi risulta" (Risate)

Ella proseguì "Tu non lo sai"

Io dissi: "Non ho bisogno di sapere ciò che non voglio sapere". (Risate)

Se voi dite che sposare Bhagavan è simbolico io lo accetto ma, se dite questo in senso letterale, avete bisogno di una visita psichiatrica. (Risate) Se si tratta dell'unione dell'individuo con il cosmo, dell'identificazione di una goccia con l'oceano, di una scintilla con un incendio allora si che è un matrimonio, è un'unione spirituale in ogni senso, ma se voi dite che il matrimonio è fisico ed effettivo sarà bene che io mi tenga a distanza di sicurezza! (Risate)Adi Shankara è chiarissimo nell'affermare che, in mancanza di conferma da parte delle Scritture, non dobbiamo interpretare le cose come vere e reali perché ognuno di noi è matto a suo modo e facciamo a gara l'uno con l'altro diventando così sempre più matti fino alla vera personificazione della pazzia!

Immaginazione, speranza o promessa non sono religione.

Una persona è venuta da me ed ha detto: "Signore, Swami mi ha guardato". Io ho risposto: "Davvero? Come sai che Egli ha guardato te? Mille persone pensano la stessa cosa quando Swami guarda da quella parte; come puoi dire che Egli abbia guardato soltanto te? Tutti pensano in quel modo; come puoi quindi dire che Egli stesse guardandolo solamente te, che la tua fosse un'esperienza esclusiva?" No, è una esperienza inclusiva e solo quella persona ha immaginato che fosse esclusiva per cui, amici miei, stiamo attenti nell'immaginare le cose. Immaginazione, speculazione, predizione, speranza, promessa: nessuna di queste è materia di religione e, se noi sappiamo che non lo è, sappiamo anche che cos'è. "Religione " è qui ed ora, è questo momento, è il presente, è l'esistenza, la totalità dell'esistenza. La religione è la realtà della vita. Un uomo che cerca la liberazione ha il costante interesse a divenire Dio per cui, amici miei, noi dobbiamo mirare al terzo stadio, quello del mumukshu, lo stadio finale dell'essere, il diventare Uno.

Manu Satva Mumukshusatvam Maha Purushaya Samsayaha

Lo stato di Mumukshu è lo stadio finale che si ottiene per Grazia di Dio.

Divanugraha hetukam è la prova della grazia di Dio e si diventa Mumukshu per mezzo della Sua speciale Grazia. Chiunque può avere ashakti, interesse, e molti lo hanno, quasi tutti: Tom, Dick o Harry. Si può essere un jignasu semplicemente se si è uno studente in filosofia, se si è laureati in filosofia ma, per essere mumukshu, abbiamo bisogno della Sua Grazia speciale. Molti di noi sono sopra tutto interessati a sapere dov'è Dio e quali siano i Suoi attributi mentre il mumukshu non è interessato alla conoscenza su Dio in quanto egli vuole diventare Dio, egli vuole essere consapevole di essere Dio, vuol vivere nella consapevolezza integrata costante di Dio, della Sua realtà. Egli non è interessato ai dettagli su Dio; colui che si interessa ai dettagli su Dio è solo un jignasu, un uomo interessato, ma quello è uno che cerca la conoscenza reale, la realizzazione, è un mumukshu, uno che si interessa alla liberazione. Un uomo tale è costantemente interessato a divenire Dio e non semplicemente a conoscere su di Lui. Bhagavan Stesso ha detto in uno dei Suoi poemi: "Consultando una carta avete la stessa soddisfazione che otterreste andando sul posto?" Amici miei, ecco una carta: qui c'è Puttaparti. Grazie! (Risate) Che cosa voleva dire Swami? Egli voleva dire che il consultare una mappa non vi darà mai l'emozione e la gioia di visitare il posto; una carta non può darvi quella soddisfazione. Immaginiamo che voi siate molto affamati e io vi offra un menu e vi congedi dicendo: "Grazie per essere venuto; ci vediamo". Un menu non calmerà la vostra fame, non mitigherà la vostra sete. Immaginate un uomo molto malato che mi ascolti descrivere la biochimica della sua medicina, la sua farmacologia, il luogo di produzione e di importazione: nel tempo che passa ad ascoltare tutte le cose che dico sì accascerà (Risate). I semplici dettagli di farmacologia e biochimica, la solo conoscenza degli ingredienti dello sciroppo, delle pillole o compresse ed il semplice conoscere la fisiologia non cureranno il paziente. Bhagavan ha dato anche un altro esempio: "Se io parlo di conti bancari, economia, stanziamenti, crediti, debiti e bilanci patrimoniali ad un mendicante che non ha neanche un pasto completo al giorno, egli chiederà che cosa sia tutto questo e dirà che lui ora ha bisogno di denaro e non di conoscenza sull'economia e sui conti in banca". Sri Ramakrishna Paramahamsa ha sempre detto: "Io non voglio nessuna conoscenza o informazione, io voglio l'esperienza, io voglio la manifestazione della Madre Divina proprio qui di fronte a me ora." Egli era un mumukshu. Disse anche: "Quando la promessa sposa è stata lontano dal suo amato per cinque o sei anni, egli ne attende il ritorno ardentemente!" Come il vitello desidera succhiare il latte dalla mammella della mucca, tale è il sentimento di un mumukshu verso Dio. Egli vuole raggiungere la liberazione e non conoscerne i dettagli; egli vuole essere Dio e non apprendere circa la devozione o i dettagli di Dio. È veramente è rivelatore e istruttivo sapere come agisce, che cosa vuole e fa un mumukshu.

Voi dite di essere Dio?

Tutti noi sappiamo o vogliamo sapere che cosa sia il corpo. Che cosa sono i sensi? Che cosa è la mente? Che cosa l'intelletto? Noi siamo tutti interessati alle dinamiche della vita. Per dirlo in breve e citare Swami:

Voi non siete il corpo: il corpo è come una bolla di sapone, non seguitelo.

Voi non siete la mente: la mente è una scimmia pazza, non seguitela.

Voi siete l'anima, voi siete l'Atma, voi siete il Sé.

Seguite il Sé, seguite la Consapevolezza.

Questo è ciò che Baba ci dice. È gradevole sapere che noi siamo nel secondo stadio, quello della conoscenza, jignasa. Chiedete a qualunque ragazzo che studia nei nostri istituti "Chi sei tu?" ed egli risponderà "Io sono l'Atma". Aha! Bene! Un ragazzo dette la stessa risposta a Swami che gli chiese:

"Chi sei tu?"

Il ragazzo disse: "Swami, io sono Dio". (Risate)

Allora Baba disse: "Si, tu sei Dio. Vai a dare il darshan al posto Mio". (Risate)

Quel ragazzo non accettò. Se diciamo di essere Dio dovremmo essere capaci di dare il darshan dimostrandolo, non sono solo parole; in tal modo le cose non vengono solamente dette, espresse o immaginate ma sono sperimentate nella realtà, sono vissute. Invece di parlare della consapevolezza, invece di conoscere i dettagli della consapevolezza, o della super consapevolezza, un mumukshu vuole essere "Quello".

La Realizzazione si ottiene quando il nome e la forma sono trascesi.

È stato pubblicato un libro basato su "Quello" con il titolo di "Io sono Quello". Tat tvam asi: tu Quello sei. Il mumukshu è sempre pronto a sperimentare lo stato di "Io sono Quello" e continuando a pensare "Io sono Quello, Io sono Quello" non è più "questo"; si diventa ciò che si pensa e quindi, con questo pensiero continuò egli diventa "Quello" e "io" non c'è più. Poniamo, per esempio, una goccia d'acqua sul palmo della mano; riferendosi all'oceano essa dice di continuo "Guarda, io sono Quello, io sono Quello"; ora getto questa goccia d'acqua nell'oceano e poi domando "Oh, goccia, dove sei?" ma non ottengo risposta perché "questa" goccia è diventata "Quello" oceano, il suo "questo" non c'è più. Quello è lo stadio finale. Quindi, amici miei, realizzazione o liberazione significa che il nome e la forma sono completamente dimenticati, totalmente perduti ed annientati.

Realizzare "Quello" è comunque più facile a dirsi che a farsi. Io non pretendo di essere Uno con il tutto o con il cosmo, non sono ancora così pazzo; noi siamo tutti fratelli pellegrini, fratelli devoti, e questi Satsang sono organizzati ogni giorno in modo che possiamo pensare e procedere insieme, esaminare insieme ed incoraggiarci l'un l'altro lungo il sentiero interiore fino ai Suoi Piedi. Il giorno in cui la nostra identificazione con il nome e la forma è cancellata, quel giorno, nel momento in cui il nome e la forma non ci sono più, noi non esistiamo e rimane solo "Lui".

Tre qualità condivise da Lui ed io.

Con il nome e la forma rimangono "io" e "Lui"; "io" e "Lui" condividiamo tre qualità. Io ho persino altre due qualità, due più di Dio! Quali sono queste tre qualità?

Prima Qualità: Esistenza o Sat.

Dio è esistenza o Sat. "Io" esiste; ognuno vuole esistere, nessuno vuole non essere, nessuno vuole morire ed ognuno pensa di vivere per sempre. Se voi dite a qualcuno che il tale è morto, quegli dirà: "Poveretto, è morto. Io non morirò!" Se qualcuno dice che un suo amico è deceduto voi pensate: "Poveretto, non lo hanno curato appropriatamente". Inconsciamente, involontariamente tutti noi proviamo un senso di permanenza, proviamo un senso di vita eterna: "Egli è morto ma io non morirò; ho abbastanza denaro da permettermi le cure costose necessarie a guarire". Bene, così la vostra morte verrà a costare un pozzo di soldi! (Risate) Amici, questo sentimento di eternità o immortalità, questo sentimento di continuità è presente in ognuno; questo è ciò che definiamo "esistenza" e questa "esistenza". E' Divinità quando parliamo di Dio ed è "io" quando parliamo di me. Esistenza è la prima qualità che Dio ed io dividiamo. "Io sono Quello"; "Quello" ed "io" dividiamo la prima qualità dell'esistenza, Sat, perché Dio è esistenza.

Seconda Qualità: Consapevolezza o Cit.

La seconda qualità che Dio ed io condividiamo è quella della Consapevolezza o Cit. Noi vogliamo conoscere tutto. Ogni sera io vado a letto ed ogni mattina mi sveglio; chi mi sveglia? Molti muoiono mentre dormono; quelli non si svegliano. "Riposi in pace". (Risate) Il pacco è tornato a Colui che lo aveva inviato. Allora, chi è che ci sveglia? Nel momento in cui ci svegliamo, noi cominciamo ad identificarci con tutto, ci riconnettiamo con tutti, con tutte le cose, con uomini ed oggetti; è qualcosa di simile ad Internet. Quando siete connessi comunicate con tutto il mondo; chi è che vi connette con l'Internet del cosmo? Chi è che vi connette con l'Internet della Divinità interiore e della realtà? Qual è il Suo indirizzo email? (Risate) Se possibile, volete darmi anche la Sua password? (Risate) Amici miei, è molto semplice: chi vi connette con l'Internet dell'Eternità, della Divinità, è Dio Stesso dentro di voi e la sua password è OM. Ecco tutto. "Aperto al pubblico". Questa è la consapevolezza tramite la quale io so "chi è chi" ed "io sono chi sono"; questo è Cit. Questa è la seconda qualità che noi dividiamo con Lui; Egli è Sat ed io sono Sat, Egli è Cit ed io sono Cit.

Terza Qualità: Beatitudine o Ananda.

La terza qualità che Dio ed io dividiamo è la Beatitudine o Ananda. Dio è Beatitudine, la Beatitudine è Dio. Noi non abbiamo bisogno di essere pieni di Beatitudine ma (comprendete questo!) noi siamo Beatitudine. Perché? A volte possiamo non essere felici: al mattino lo siamo, al pomeriggio così e così ed alla sera ci sentiamo ad un palmo la terra (Risate). Come dice Baba, noi cominciamo la giornata con yoga o disciplina, passiamo la giornata con bhoga o piacere e terminiamo la giornata in roga o malattia. Questa è la tragedia della vita. A volte, comunque, siamo felici ma Dio non è felice perché Egli è la felicità stessa. Che cosa voglio significare? Come essere umano io posso dire "Io sono amorevole, io amo la gente, io sono uno che ama" ma Dio non è uno che ama; Dio non ama: Dio è l'Amore stesso, Dio è Amore personificato, Amore incarnato. Dio è Amore ed è venuto qui in forma umana con il nome di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Visto che Lui ed io siamo Beatitudine, la terza qualità che abbiamo in comune è la Beatitudine o Ananda.

La natura della Beatitudine.

La Beatitudine è permanente, eterna e non duale ma noi non la sperimentiamo nella nostra vita di tutti i giorni; noi sperimentiamo solo la contentezza. Felicità ed infelicità. Noi sperimentiamo anche la gioia, sappiamo come essere gioiosi e sperimentiamo anche la tristezza. Felicità ed infelicità, gioia e tristezza sono tutte esperienze duali mentre la Beatitudine è non duale. La gioia è ad un livello molto inferiore rispetto alla Beatitudine: quando bevo una buona tazza di caffè caldo io provo gioia, quando mangio un gelato sono gioioso, un dolce, un formaggio, una ciambella calda o un pollo fritto! (Risate) Tutto questo ci dà una gioia momentanea ma forse voi avete comprato una casa o ottenuto un impiego: quando questo accade non dite "Io sono pieno di gioia" Ciò che dura per un periodo lungo è felicità e ciò che accade in un momento è gioia. Sono ambedue duali. Supponiamo che voi proviate gioia per una tazza di caffè caldo ma non per un tè freddo: quando vi offro un tè freddo la vostra gioia diventa disappunto e voi mostrate i vostri veri colori apostrofandomi. Vedete? Gioia e felicità sono esperienze duali mentre la Beatitudine è spirituale e non duale ed è la nostra vera natura. Quindi Sat, Cit ed Ananda (Esistenza, Consapevolezza e Beatitudine) sono le mie e le Sue qualità, sono le qualità che Lui ed io condividiamo; io sono Quello.

Le due qualità in più: Nome e Forma.

Naturalmente la separazione tra "io" e "Quello" è ancora lì; perché? Perché io ho due qualità più. Dio ha solo tre qualità ma io ne ho cinque! Quali sono queste due mie qualità? Alcune auto o motorini hanno delle caratteristiche in più mentre altri escono dalla casa in versione standard; quali sono i nostri due aspetti o qualità in più? Essi sono rupa o forma e nama o nome che sono stati aggiunti dal disegnatore della fabbrica, Sathya Sai Baba! Si, il fabbricante è Lui! Quindi, in aggiunta alle Sue tre caratteristiche, noi abbiamo questi "extra" chiamati nome e forma; è per questo che noi diciamo "io sono Quello". Che cosa accade quando le due caratteristiche extra vengono rimosse? Noi diremo che qui non c'è nessuno che possa dire "io sono Quello". Il "Quello" rimane ma "io" non c'è più. "Io sono Brahman", "Io sono Io". Questo è ciò che Baba dice, ecco tutto. "Io sono Dio" e "io sono Quello" sono scomparsi; tutto ciò che siamo allora è "Quello" cioè Dio.

Questo è il puro, incontaminato, cristallino stadio della primordiale Realtà fondamentale che raggiungiamo quando abbiamo abbandonato il nome e la forma; questa è la fine del viaggio, qui è dove la strada finisce, ciò che è chiamato sayujya o fusione. Quando la goccia è fusa con l'oceano, quando la scintilla è parte del fuoco, è raggiunto lo scopo finale, lo scopo che vale ricordare.

Bhagavan è al di là del tempo.

Però, amici miei, siamo pronti per ricevere tutto questo? Siamo pronti a conoscere tutto questo? A sperimentarlo? No, non lo siamo perché il richiamo del mondo è per noi più forte di quello del Divino. Tutti i nostri doveri, attaccamenti, obblighi e responsabilità dominano i nostri pensieri e spingono in seconda linea i nostri proponimenti per la vita. È per questo che arrivando a Prashanti Nilayam la gente chiede subito "A che ora esce Swami?" (Risate) Egli non è un aeroplano atteso ad un terminal dell'aeroporto per cui venite avvisati quando il volo raggiunge il parcheggio; Egli non è neanche un treno che arriva al binario tre. Non vi si può dire l'orario del Suo arrivo o partenza. "A che ora esce?" Che cosa posso rispondere? Posso dare un orario? Questo non accadrà mai, state sicuri! Io rispondo: "Posso darvi un tempo per l'Uno che è senza tempo? Quale tempo posso darvi per Colui che è al di là del tempo?" Bhagavan Baba è Kalathitaya, oltre il tempo; Egli è il Tempo, Kalaya namah. Come possiamo sapere quando il Padrone del Tempo arriverà? Non si può.

Perché hai bisogno di una "interview"?

Alcuni mi chiedono: "È possibile avere una interview?" Altri amici domandano: "Può aiutarmi ad avere una interview?" (Risate) Io posso dire soltanto "Amico mio, non devi chiedere una interview" e loro cominciarono a fare domande: "Cosa! Io sono venuto per una interview! Perché stai dicendo che non la devo chiedere?" Ecco la mia risposta: "Se Baba non fosse già nella tua inner view (visione interiore) non saresti qui a Prashanti Nilayam!" Amici miei, noi non siamo qui perché cerchiamo una interview ma perché siamo già nella view (visione) di Baba. È Lui che ci ha portati qui; non pensate che siamo così buoni da essere venuti di nostra volontà. Noi ci conosciamo e, se fossimo obiettivi, imparziali, liberi e franchi, la maggior parte direbbe che, se fosse per noi, non saremmo qui. Perché dico questo? C'è tanta, tanta gente che vorrebbe essere qui e non può; ci sono tante persone che avevano preparato il bagaglio pronte a partire ma non hanno potuto farlo e tanti altri, che non avevano mai pensato di venire qui, che non lo avevano mai desiderato o pianificato, si ritrovano invece qui! (Risate) Riluttanti, sono spinti, tirati e trascinati qui mentre quello che vuol venire deve aspettare un'altra occasione; non è questa una prova evidente del fatto che siete qui perché Egli vuole così? Quando Baba vi ha portati qui, quando via spinti a venire, voleva che voi godeste di pace e Beatitudine, che aveste un assaggio della Beatitudine nella vostra vita. Perché dunque avete bisogno di una interview? La cosiddetta interview che voi volete è esteriore; potete averne una stamane ma non potete averla di nuovo questa sera, potete averla oggi ma non domani. La vita non può essere piena di interview; è impossibile e non necessario. Quando Lo sentite dentro di voi o quando sviluppate un reale contatto con Lui, non avete bisogno di un colloquio esteriore.

Non ci sono intermediari tra Swami e noi.

L'altra domanda che pongono è: "Puoi aiutarci ad avere una interview?" Io rispondo: "Se ci fosse qualcuno che potesse aiutarvi ad avere una interview Baba non sarebbe Dio". Egli non ha bisogno di intermediari. Se volete una udienza con un capo di Stato avete bisogno di qualcuno che vi fissi di un appuntamento; segretari o intermediari servono a che il VIP conosca il vostro desiderio di incontrarlo ma, stando alla mia esperienza, amici miei, posso dirvi sinceramente che, se noi ci affidiamo ad un intermediario qui, l'interview è ulteriormente ritardata ed il nostro contatto vivente con Swami si interrompe. Dipende da voi: potete ottenere un colloquio oggi o domani ma, rivolgendovi ad un intermediario, non lo otterrete prima della prossima vita! (Risate) Infatti Baba dice: "Io non ho mediatori perché Io sono lì, dentro di voi. Se io sono in voi, dov'è il bisogno di un intermediario?" Quindi, non cerchiamo un mediatore che ci conduca da Baba.

La Divinità di Baba va sperimentata.

La Divinità di Baba può essere benissimo compresa o sperimentata stando un pochino svegli ed attenti; se noi siamo attenti alla Sua Realtà, comprenderemo la Sua Divinità. Stasera alle 20.30, sul canale Samskar, c'è una trasmissione: "Il progetto Sri Sathya Sai dell'acqua potabile esteso ai cittadini di Chennai". Durante questo lungo programma vengono dati tutti i dettagli del progetto; se lo guardate, vedrete che progetto fosse e come la gente abbia lavorato per realizzarlo, che tremendo, magnifico, stupendo ed impareggiabile lavoro abbia intrapreso Bhagavan Baba per lenire la sete di quattro milioni di persone a Chennai e dintorni a tempo da record. Fino ad ora, essi hanno bevuto acqua inquinata a costo elevato ammalandosi per di più. Nessun governo ha potuto aiutarli fino ad ora. Noi sappiamo che tutti i progetti governativi vanno troppo per le lunghe, e sprecano denaro e risorse umane, ma qui, per la prima volta, Bhagavan Sri Sathya Sai Baba ha fornito acqua senza condizioni ed a tempo di record ad un'area come Chennai, una grande città che non disponeva di acqua potabile (Applauso). Swami non si aspetta parole di ringraziamento da noi, non si aspetta gratitudine o che Lo accettiate come Dio, non chiede che andiate a farGli visita. Egli non pretende niente perché è l'Incarnazione dell'Amore, dell'Amore incondizionato; Egli è Amore eterno, immortale, è l'Amore Stesso e l'Amore non ha aspettative, non mercanteggia, non è politico né speculativo o come un contratto di affari, non è provvisorio o stagionale né casuale. L'Amore è vita incomparabile: senza Amore siamo morti. La vita senza Amore è morte. Si, Bhagavan lascia fluire il Suo Amore come le cascate del Niagara; l'Amore di Bhagavan scorre incessantemente.

Un acquedotto a chi ne ha bisogno.

Immaginate un posto dimenticato da Dio: il distretto di Anantapur. Non tutti vorrebbero vivere in questo distretto che è noto per la siccità e la carestia, che è conosciuto per la scarsità dell'acqua. Quest'area è conosciuta come tagliata fuori dalla civiltà, dalla cultura e dalla modernità. Dalla biografia di Adi Shankara apprendiamo una stupenda lezione. Adi Shankara è stato il più straordinario, il più prezioso dono di Dio all'umanità, ineguagliato, insuperato in ogni tempo. Egli è stato il più grande. Durante la sua vita accade quanto segue:

Un giorno egli tornò a casa ad aspettare l'arrivo di sua madre che era avanti negli anni ma, nonostante una lunga attesa, non la vide arrivare per cui andò a cercarla. Andò a lungo in giro sotto il sole estivo senza trovarla finché la vide sdraiata in terra con una brocca d'acqua a fianco. L'anziana donna era andata al fiume a prendere dell'acqua ma non aveva retto al calore della giornata ed era svenuta cadendo così a terra. Adi Shankara la aiutò a tornare a casa ed, una volta arrivati, pregò la Divina Madre Saradha: "Oh Madre, dov'è la Tua compassione? Oh Madre, dov'è la tua pietà? Io sono in agonia, Madre; non potrei sopportare di vedere di nuovo mia madre cadere svenuta per strada. Non si può evitare che ella debba andare così lontano a prendere l'acqua?" Egli pregò la Dea Saradha tutta la notte e il mattino dopo il fiume Purna scorreva molto vicino a casa sua! Adi Shankara poté cambiare la direzione del fiume affinché scorresse vicino alla sua casa! Esso scorre lì ancor oggi, nel villaggio di Kaladi. Bhagavan Sri Sathya Sai Baba non aveva ragione di portare l'acqua qui ma ha fatto fluire l'acqua in circa milleduecento villaggi nel distretto di Ananthapur. L'acqua è ora disponibile non in un villaggio ma in tutto il distretto. Potete immaginare?! Questo è Bhagavan. Se siete davvero interessati a sapere circa la Divinità, ci sono molti, molti fatti come questo.

Sathya Sai Baba dona ai devoti.

È ancora Adi Shankara che chiese l'elemosina ad una donna anziana; in quei tempi i monaci ed i guru vivevano mendicando il cibo. Essi si presentavano davanti alle case con una tazza ed il capo famiglia li nutriva. Quando Adi si fermò davanti alla casa di una donna anziana, ella cominciò a piangere e disse: "Mio Signore, io non ho niente da darti, figlio mio; io sono povera, che cosa posso darti?" Adi Shankara chiuse gli occhi e pregò la Madre. Subito ci fu una pioggia d'oro nella capanna della donna. Io posso raccontarvi migliaia di simili avvenimenti nelle vite dei devoti di Sathya Sai, gente che non è nessuno e che tirava la vita con i denti. Oggi essi non hanno difficoltà, vivono confortabilmente ed hanno abbastanza per loro e per offrire agli altri; posso darvi qualsiasi numero di esempi. Ognuno di essi prenderebbe troppo tempo, tempo che ora io non voglio usare qui. Io conosco molta di questa gente. Comprendete amici miei che Sathya Sai Baba vi dà ora ciò che volete in modo che possiate diventare ciò che Egli vuole che siate. Baba vi darà tutto quello per cui pregate fino a che comincerete a desiderare solamente Lui. Questo è ciò che io penso.

La presentazione Divina.

Una volta Adi Shankara andò dal suo guru e quegli gli chiese: "Chi sei tu?" Adi non disse "Io sono Adi Shankara nato così e così, mia madre è la tale, ecc. ecc." ma "Io sono uno con l'Eternità, non nato, senza fine. Io sono oltre tutti i voleri ed i desideri, sono l'eterna scintilla del Divino". Così Adi Shankara si presentò al suo guru! Sapete come si presentò Bhagavan Baba quando si avvicinò ad un gruppo di Santi durante il Suo viaggio sull'Himalaya? Egli disse: "Io sono Dio. Nessuna preoccupazione o contrarietà Mi disturba mai. Io sono immortale, eterno. Niente può impedire il compimento della Mia Divina Visione. Oh mente, comprendi che c'è un limite al conoscerMi, al valutarMi". Così Egli si presentò! Che parallelo con le parole di Adi Shankara!

Unità delle religioni e delle nazioni.

Adi Shankara fondò centri spirituali in cinque luoghi sparsi per il paese ed oggi la Sathya Sai Organization è diffusa in tutto il mondo. Non c'è alcun paese in cui essa sia assente. Adi Shankara riunì tutte le differenti sette unificando la religione Indù e condannò tutti i violenti e gli antisociali; egli stesso è Divino per il suo intelletto, la sua consapevolezza e saggezza. Oggi noi abbiamo bisogno di una personalità che non solo unifichi le sette Indù ma che possa riunire tutte le religioni, tutte le nazioni e tutti i popoli. Bhagavan Sri Sathya Sai Baba è questa personalità. È Lui che ha instaurato l'Amore come un filo per unire le genti! (Applauso) Adi Shankara parla del Sé eterno o Atma ed anche Bhagavan Sri Sathya Sai Baba parla del Sé o Atma nei suoi discorsi.

Tre cose che dovremmo avere.

Bene, amici non starò qui a raccontarvi l'intera biografia di Adi Shankara ma, prima di chiudere, vi ricordo che Baba ha detto che noi dovremmo avere tre cose:

Abbiate la testa di Shankara. La testa di Shankara è unica

perché insegue sempre vicharana, la ricerca.


Adi Shankara aveva una mente inquisitiva e ricercatrice.


Abbiate il cuore di Buddha che si scioglie, che si commuove,

che reagisce ad ogni dolore, tragedia o sofferenza.

Abbiate le mani di Janaka, il re che serviva tutti.


Cerchiamo di acquisire quella testa, quel cuore e quelle mani. Nei Discorsi Divini di Baba in dono all'umanità, queste persone ci sono state additate come esempi da seguire

Che Dio vi benedica. Vi ringrazio tutti.