Satsang

Cristo, la Sua Vita e la Sua Missione

12 dicembre 2004

OM…OM…OM

Sai Ram

Con salutazioni ai Piedi di Loto di Bhagavan

Swami accetta tutte le religioni

Cari Fratelli e Sorelle,

benvenuti alla sessione di Satsang di questa mattina. Bhagavan proclama l'unità di tutte le fedi. Qualunque devoto che osteggi le religioni diverse dalla sua non può definirsi un vero devoto di Bhagavan Sri Sathya sai Baba. Swami accetta tutte le religioni. Questa è la ragione per cui qui vengono celebrate tutte le importanti occasioni spirituali. L'avvento di Gesù Cristo è molto importante per ogni individuo cristiano o no. Questa settimana, ed a Dio piacendo anche la prossima, vorrei dividere con voi alcuni pensieri sul Cristo, la Sua vita e missione.

Quintessenza del messaggio di Sai

La maggior parte di voi conoscete i discorsi di Bhagavan e tutti noi abbiamo studiato a lungo la letteratura Sai. Sarete quindi d'accordo con me se dico che la quintessenza del messaggio di Sai è questa: "Voi non siete il corpo, voi non siete la mente, voi siete spirito (l'Atma), voi siete consapevolezza". Questo è il principio che Egli ci instilla giorno dopo giorno al fine di farci sviluppare la consapevolezza. Egli comincia con questa nota e termina il Suo discorso con la stessa nota. Alcuni possono chiedersi perché Swami abbia bisogno di ripeterlo così spesso; è necessario che Egli lo ripeta fino a quando noi non lo sperimenteremo. Alcuni domandano " Perché Swami parla di Amore in ogni discorso?" e la mia risposta è semplice " Perché non l'abbiamo coltivato". Perché Egli parla di devozione ogni volta? La ragione è semplice: noi non siamo ancora divenuti devoti. Dobbiamo ancora andare avanti un pezzo nel coltivare questi due principi di Amore e Devozione; questa è la ragione per cui Bhagavan non si è stancato di ripeterceli per gli ultimi 60 anni e più.

Le religioni possono essere differenti ma la spiritualità è la stessa

Amici miei, anche la Cristianità insegna lo stesso principio " Tu non sei il corpo, tu sei lo spirito". Dopo tutto, le religioni possono essere differenti ma la filosofia è la stessa, le religioni possono essere differenti ma la spiritualità è la stessa. Le religioni propongono cammini differenti mentre la spiritualità pone l'esperienza in primo piano; la spiritualità è l'esperienza mentre la religione è il percorso, la spiritualità è la meta mentre la religione è la via. La religione è ritualistica mentre la spiritualità è il suo contenuto, è profondità ed intensità. Quindi se esaminiamo le religioni comprenderemo che tutte comunicano la stessa Verità Eterna.

Comprendere l'Unità nella diversità

Bhagavan lo dice molto spesso: " Le mucche possono essere di colori diversi ma il latte è lo stesso". Una mucca nera non da latte nero né una marrone da latte marrone. I fiori offerti in adorazione possono essere differenti ma il processo di adorazione è lo stesso; non c'è una adorazione alla rosa o un'adorazione al gelsomino, no. La adorazione è la stessa.

"Le strade sono molte ma la meta è una.

I gioielli sono molti ma l'oro è uno.

Le forme ed i nomi sono molti ma Dio è Uno."

Questa è la filosofia di base di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Noi, come Suoi devoti, abbiamo bisogno di imparare i principi fondamentali di tutte le religioni e cercare di comprendere l'Unità nella diversità. Come ho puntualizzato all'inizio, la Cristianità dice che non siamo il corpo o la mente ma lo spirito. Per essere ancora più precisi, è san Paolo che chiarì questo punto particolare nella Bibbia dicendo:


"In Lui noi viviamo, agiamo ed abbiamo il nostro essere".


Bhagavan dice: " Voi siete Dio".

Nel canto dei Veda dovete avere udito "Dio è sopra, Dio è sotto, Dio è intorno, Dio è dentro di voi" e Bhagavan lo ripete spesso nei Suoi discorsi:

"Dio è con voi, in voi, sopra di voi, sotto di voi, intorno a voi" e "Voi siete Dio".

Quindi la sacra Bibbia dice che non siamo semplicemente umani, fatti di carne ed ossa; essa dice che siamo al di là di questo, che siamo scintille del Divino. Lasciate ora che io porti alla vostra attenzione il Vangelo di Giovanni al capitolo 10, verso 34 in cui egli riferisce che Gesù diceva a tutti: "Io dico che voi siete degli dei". Anche Bhagavan dice spesso che noi siamo Dio ma io non sono capace di sperimentarlo perché sono imprigionato nella ragnatela di maya (l'illusione che ci fa scambiare il non reale per il Reale). Io sono in maya, io vengo ingannato e, come risultato, non posso ancora sperimentare la Divinità interiore. Saremo capaci di sperimentare la Divinità solo se andremo al di là del corpo, solo se andremo al di là della mente, non prima. Una volta ho detto: "Bhagavan, Tu dici che io sono Dio ma io non riesco a crederci". Sapete che cosa ha detto Baba? "Se tu non accetti il fatto di essere Dio, da oggi credi allora di essere un bufalo maschio!" (Risate) Si, come pensiamo così diveniamo.

Il cuore puro è il tempio di Dio.

Nella Sacra Bibbia, San Paolo e San Giovanni dichiarano che siamo la vera e propria consapevolezza, che siamo l'autentico spirito. La Sacra Bibbia nel libro dei Corinzi 1, capitolo 3, verso 16, proclama quanto Baba dice nei Suoi discorsi. Perché Swami dice "Il cuore puro è il tempio di Dio"? Dio è presente sull'altare del nostro cuore. Swami va ancora più in là e dice che fino a che pensiamo che Dio sia all'esterno non abbiamo ancora iniziato il viaggio spirituale; fino a che pensiamo che Dio sia in un altro posto non abbiamo cominciato il viaggio perché Dio è in noi. Perché "Il cuore puro è il tempio di Dio"? La stessa cosa viene detta nei Corinzi 1, capitolo 3, verso 16: "Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo spirito di Dio abita in voi?"

Che parallelo è questo!

Il cuore fisico ed il cuore spirituale.

Questa è la ragione per cui dobbiamo vivere al livello del cuore ma noi non lo facciamo; noi pensiamo al cuore fisico quando comincia a darci dei problemi nella forma di disfunzioni cardiache e non ne siamo neanche coscienti fino a che il dottore non ci dice che c'è un cambiamento del nostro battito e che da ora in poi è meglio stare attenti. Come possiamo aspettarci che uno conosca il cuore spirituale quando non è neanche cosciente del suo cuore fisico? Il cuore spirituale, come dice Ramana Maharishi, è sul lato destro del corpo mentre il cuore fisico è sul lato sinistro; il cuore spirituale invia energia al sahasarara (il punto più alto) da cui l'energia va al resto del corpo. Noi non guardiamo dentro al nostro cuore spirituale. Perché? Perché siamo pieni delle idee della testa, siamo "forti di testa" [nel senso di "testardi"]. Nessuno dice di essere "forte di cuore". Il cuore è sempre forte ed è solo a causa delle nostre abitudini che diventa debole. "Forti di testa" significa "egoisti". Noi siamo molto contenti di ripetere ciò che sappiamo, siamo contenti di imparare a memoria, di fare citazioni. Abbiamo trasformato le nostre teste in biblioteche ma, a dispetto di tutta la conoscenza che abbiamo acquisito, ancora non siamo felici perché la testa non può darci gioia; la testa non porta mai beatitudine nel cuore, non dà mai esperienze estatiche perché la testa pretende mentre il cuore sperimenta. La testa cerca l'esternazione mentre il cuore persegue la realizzazione; la realizzazione avviene nel cuore non nella testa. Inoltre la testa tende all'esterno mentre il cuore guarda all'interno e Dio dobbiamo trovarLo dentro.

Il cuore dovrebbe essere libero da tutti i ceppi.

Amici miei, ecco la storia di un devoto che andò da Bhagavan e disse:

"Swami, vorrei una stanza a Prashanti Nilayam, preferibilmente nel blocco nord". (Risate)

Baba domandò: " Perché?"

Il devoto rispose innocentemente: "Swami, io voglio stare con Te".

Baba disse: " Io sono già con te".

Quell'uomo chiese ancora: " Se Tu sei con me: dove sei? Io non Ti trovo nella mia tasca; dove sei?" (Risate)

Immediatamente Swami indicò dov'è: pose delicatamente la Sua Mano sul cuore del devoto e disse "Io sono qui".

Quella è la stanza in cui Baba risiede, Egli non si trova nel blocco nord o nel blocco rotondo. Sì, se il cuore è pieno di blocchi noi non possiamo sperimentare la Sua presenza; il cuore dovrebbe essere libero dai blocchi. Le arterie e le vene hanno bisogno di un bypass, la sadhana (pratica spirituale), per rimuovere i blocchi dell'odio, della gelosia e della competizione in modo che possiamo trovarLo nei nostri cuori.

La vera esperienza nasce nel proprio cuore

Bhagavan sottolinea l'esperienza, non la semplice esternazione. Quando qualcuno dice "Bhagavan io sono un grande studioso" Swami domanda "Hai raggiunto la realizzazione?"

Sri Ramakrishna Paramahamsa (un santo bengalese del XIX secolo) raccontò una storia interessante: Un signore, uno studioso, andò da lui e citò le scritture. Ramakrishna, che era un grande santo illetterato avendo smesso di andare a scuola alla settima classe, rispose:

"Mio caro uomo, tu sei uno studioso, tu hai studiato tutti i libri. Molto bene. Io non ho studiato nessun libro ma ascolta. Un uomo andò in un giardino pieno di alberi di mango e chiese al giardiniere: 'Quando hai piantato gli alberi? Quanto impiega un albero a crescere? Quanti anni ha? Quante foglie pensi che abbia? Quando ha cominciato a fruttificare? Quanti frutti porta?' Il giardiniere umilmente disse 'Vieni e mangia i frutti senza fare domande" (Risate)

Similmente, amici, calcolare i rami e le foglie ed il tempo di maturazione è solo informazione, è accademico, è un esercizio verbale. La vera esperienza nasce nel cuore. Come la mette Bhagavan: "Non si tratta di sapere, non di erudizione".

Il paradiso e l'inferno sono dentro di noi

Le scritture e di tutte le religioni dicono che c'è un paradiso e un inferno; tutti coloro che sono meritevoli saranno accolti in paradiso e tutti i peccatori saranno cacciati all'inferno. Bhagavan pone un punto fermo e dice: "Non c'è paradiso o inferno da nessuna parte". Armstrong, che ha messo i piedi sulla luna, non ha raccontato che il paradiso sia lì né alcun astronauta si è mai preoccupato di cercare l'inferno. John Milton (un poeta nato all'inizio del XVII secolo) diceva che è solo la nostra mente che fa un paradiso dell'inferno ed un inferno del paradiso. Anche la sacra Bibbia dice è la stessa cosa in Luca, capitolo XVII, verso 21º: "Sappiate che il regno di Dio è dentro di voi". Il regno di Dio, il paradiso, è dentro di voi, non è lontano chissà dove. Andare all'interno, viaggiare, scaldarmi e godere del paradiso interiore dipende da me. Baba dice:

"Paradiso ed inferno sono qui ed ora:

la vostra felicità è il vero e proprio paradiso,

il vostro tormento è un altro nome dell'inferno.

Essi sono le conseguenze delle vostre azioni;

non sono importate ne esportate,

non sono generate né possono essere rinviate".


Non dobbiamo aspettare per un assaggio del paradiso o dell'inferno, no. Ora, nell'Era di Kali, si sono anticipati (Risate) e noi sperimentiamo il paradiso e l'inferno proprio qui senza bisogno di aspettare fino alla fine. No. Le cose si stanno muovendo proprio ora e velocemente sulla terra come esperienze di paradiso e di inferno. Per ogni azione c'è una reazione eguale e contraria; come seminiamo così raccogliamo. Bhagavan puntualizza sempre:


Come sono le nubi così è la pioggia.

Come è il seme così il frutto.

Com'è la farina così il pane.

Com'è il fumo tale il fuoco.

Come l'azione così è la reazione.


Quindi felicità o infelicità, gioia o tormento sono il risultato delle nostre stesse azioni. Parole come "paradiso" ed "inferno" sono soltanto simboliche. Questo è ciò che Bhagavan ci dice.

Lo scopo della vita è sperimentare il Sé

Bhagavan ci pone questo di fronte come una sfida:

" A cosa serve l'istruzione se non sperimentate il vostro Sé?

Che scopo hanno le vostre proprietà se non sapete chi siete?

A che le posizioni, i possedimenti, le conoscenze, se non conoscete il vostro Sé?"

Il mondo, nella sua totalità, è niente in confronto all'esperienza del Sé. Il melo viene coltivato per le mele, la palma da cocco si coltiva per le noci di cocco e non per la fibra o il guscio; la nostra vita è come spazzatura, è gettata via, se il Sé non viene scoperto e riconosciuto. Questo è ciò che Baba dice. Quindi, amici miei, lo scopo della vita è conoscere e sperimentare il proprio Sé. Se non si raggiunge questo la vita è incompiuta, l'intera vita è sprecata. Come dice San Marco nel capitolo VIII al verso 36: "Qual è il profitto dell'uomo che conquista il mondo intero e perde la sua anima?"

Siate il re del sé

A questo punto voglio portare alla vostra attenzione un fatto ben noto. C'erano due grandi: Alessandro il Grande e Adi Sankara; ambedue morirono in giovane età ma qual è la differenza fra di loro? Alessandro il Grande fu re dell'intero mondo conosciuto mentre Adi Sankara (un saggio che propagò la filosofia dell'Unità attraverso l'antica India) fu re del mondo del suo Sé. Uno è il re del Sé, l'altro è il re di tutta la terra; uno è ricordato per sempre dalle generazioni future, l'altro è ricordato per le sue conquiste terrene. Si devono conquistare i nemici interiori, bisogna essere re del regno interiore. Questo è ciò che Baba dice. Può essere molto semplice conquistare una terra straniera ma hai conquistato te stesso? È molto facile conoscere tutti ma conosci te stesso? Quindi, il risultato a cui puntare è essere il re del Sé, del regno interiore. Bhagavan dice che questo dovrebbe essere lo scopo e l'obiettivo della vita.

Bhagavan dice: "Io non vi lascerò".

Sono sicuro che sarete tutti felici e contenti nel sapere che Baba dice sempre:


"Io non vi lascerò anche se voi lascerete Me;

io non vi abbandonerò anche se voi abbandonerete Me".


Ramana Maharishi dice che il guru vi seguirà per tutta la vita ed anche per le vite a venire, il guru non vi lascerà finché non avrà vinto, finché non avrà ottenuto ciò che vuole ottenere in voi. Egli non vi lascerà finché non avrà realizzato i suoi obiettivi, finché il suo desiderio e compito non sarà soddisfatto. Da qui, il più grande raggiungimento nella vita è essere sotto la guida di un guru, il più grande risultato nella vita essere in compagnia di un guru, il più grande successo nella vita è trovare un guru finché siamo in vita perché sotto il suo ombrello siamo al sicuro. Egli si prenderà cura di noi, non ci lascerà. Questo è ciò che è scritto nel Vangelo di Matteo nel capitolo 24º al verso 34: "In verità vi dico che non passerà questa generazione prima che tutto sia compiuto". Bhagavan dice:


Voi non siete semplicemente qui,

non siete voi che avete deciso di essere qui.

Sappiate che voi siete qui perché Io voglio che voi siate qui.

Sappiate chi siete stati scelti per essere qui.

Sappiate che voi siete i Miei cari

ed Io non vi lascerò finché non avrò adempiuto il compito;

finché non vedrò che siete realizzati Io non vi lascerò.


Che bellissima cosa è questa! Noi possiamo rilassarci a volte ma Dio non può; noi possiamo decidere di andare in vacanza a volte ma Dio non lo fa mai; a volte noi possiamo staccare ma Dio non lo fa perché Egli è instancabile e continua a lavorare con noi ed in noi finché non sappiamo che siamo Uno. Fino a che io non faccio l'esperienza di essere il Suo stesso riflesso, Egli non mi lascerà. Che cosa si aspetta Dio da me in cambio della Sua promessa?

"Siate dunque perfetti"

Amici, sicuramente avete osservato una importantissima caratteristica di Bhagavan: qualunque cosa faccia, la fa alla perfezione. "Perfezione" è un altro nome di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Non verrà commesso neanche il più piccolo errore, non ci sarà neanche il più piccolo vuoto di attenzione durante una celebrazione inaugurale o di commiato, sia Dasaratha o Shivarathri o una conferenza. Bhagavan lo fa perfettamente perché la perfezione è Divinità. Egli comunica questo concetto molto chiaramente, in termini lampanti

"Proprio come Io sono perfetto voglio che voi siate perfetti".

Bhagavan non tollera nessun errore; il più piccolo errore, che normalmente può essere ignorato, è gigantesco ai Suoi occhi. La mia carriera è finita per quel giorno se Swami mi trova a parlare animatamente con i miei vicini (Risate); se io contravvengo alla cosa più semplice che Egli dice devo pagare pesantemente. Perché? Dio è perfetto e pretende lo stato di perfezione in tutto dai Suoi devoti. Nel nostro lavoro non possiamo dire che solo questo ha bisogno di un po' di attenzione o che ha avuto abbastanza attenzione, non possiamo dire che è sciocco impegnarsi per questo mentre l'altro lavoro è importante: ogni cosa intrapresa da Bhagavan è seguita fino a che non raggiunge lo stato di perfezione ed Egli vuole che noi siamo perfetti. Qual è lo stato di perfezione? Lo stato di perfezione non è il decoro esteriore o le maniere educate; lo stato di perfezione è la realizzazione del Sé perché "Sé" è un altro nome della perfezione. Fisicamente io posso essere perfetto o imperfetto, mentalmente io posso essere perfetto ma il più delle volte imperfetto, intellettualmente posso essere perfetto o imperfetto ma nello spirito, nella consapevolezza, non esiste niente come l'imperfezione perché la perfezione è consapevolezza, la perfezione è l'anima, il Sé. Quindi la realizzazione del Sé è lo stato di perfezione. Questo è ciò che dice Matteo al capitolo V, verso 48: "Siate dunque perfetti come è perfetto vostro Padre nei Cieli".

Servite i bisognosi

Stamani vorrei attrarre la vostra attenzione su un'altra questione: molta gente andava da Gesù Cristo a chiedere " Oh Signore, che cosa accadrà nel futuro? Che cosa accadrà alla fine della creazione?" La risposta data dal Signore Gesù è semplicissima: "Alla fine della creazione voi Mi troverete presso mio Padre ed io dirò 'Voi siete persone meritevoli, venite da questa parte; voi siete i peccatori, andate da quella parte. Voi, i meritevoli, dimorerete in Me in Paradiso; voi, i peccatori, sarete abbandonati e condannati all'inferno". Le domande sono queste: Vogliamo aspettare fino alla fine della creazione? La condanna è eterna? Il giudizio è definitivo? Che cosa si intende per inferno e Paradiso? Che cosa si intende con questa classificazione? La gente non è sciocca e lo ha chiesto persino a Gesù Cristo: "Oh Signore, come puoi Tu dire che queste sono persone meritevoli? Perché dici che essi andranno in Paradiso? Perché condanni gli altri come peccatori? Perché dici che noi andremo all'inferno? Quali sono i parametri? Quali sono i criteri della tua decisione?" Il Signore Gesù ha detto in termini inequivocabili (il che è importante per ogni devoto Sai):

Quando avevo sete questa gente mi ha dato da bere.

Quando avevo fame questa gente mi ha nutrito.

Quando ero nudo questa gente mi ha vestito.

Quando ero infermo questa gente mi ha fatto visita.

Quando ero in prigione questa gente mi ha consolato.

Per questo essi sono meritevoli.


Altri fecero un'altra domanda. Non pensiamo di essere i soli intelligenti; no, no, no. La gente interrogava chiunque allora e lo continua a fare ora; essi chiesero a Gesù: "Oh Signore, quando sei Venuto da noi ed avevi bisogno? Quando mai Ti negheremmo del cibo se Tu fossi affamato? Abbiamo detto "No" a Te quando avevi sete? Come potremmo chiederTi di lasciarTi se Tu avessi bisogno di noi?"

Ecco come Gesù rispose a questa questione:

Chiunque vi avvicini essendo affamato,

chiunque vi avvicini quando è assetato,

sappiate che quello sono Io.

Chiunque voi nutriate, a chiunque offriate da bere,

a chiunque doniate degli abiti,

sappiate che tutto ciò raggiunge Me.


Che stupenda affermazione è questa! "Chiunque serviate sappiate che servite Me, comprendete che chiunque ripudiate state ripudiando Me". Questo è ciò che Baba dice nel Suo discorso:

Sarva Deva Namaskaram Keshavam Pratigacchati.

Chiunque voi salutiate, chiunque rispettiate,

sappiate perfettamente che state rispettando Dio.

Sarva Deva Tiraskaram Keshavam Pratigacchati.

Chiunque voi ripudiate, chiunque voi abbandoniate,

comprendete che è totale abbandono verso il vostro Dio.


Voi state ripudiando il vostro stesso Dio. Questo è anche ciò che Gesù disse. Bhagavan Baba ci dice:

"Le mani che servono sono più sante delle labbra che pregano".

Che affermazione coerente è questa! Che stupenda similarità! Che splendida rassomiglianza ed identificazione scopriamo tra i due!

Dio è Amore

Gesù predica l'Amore, esorta al sacrificio. Sul Calvario Gesù in Croce mostra il sacrificio della vita per l'umanità. Baba è Amore, Amore è Bhagavan; non diciamo "Swami ama" ma "l'Amore è Swami". Dire che "Swami ama" può essere grammaticamente corretto ma è scorretto spiritualmente; Swami non ama perché l'Amore è Swami. Gesù è Amore, Amore è Gesù. Baba e Gesù non amano semplicemente, Essi non fanno l'azione di amare; nelle vesti di uno che ama siete limitati, avete dei confini, avete un certo tipo di amore e delle relazioni ma se voi siete l'Amore, si, amate tutti e tutto, animati ed inanimati. È quindi essenziale conoscere il messaggio di Gesù Cristo: Amore ed Amore. Questo Amore è incondizionato, questo Amore non è geografico, è al di là del tempo e dello spazio. L'Amore non fa considerazioni, è indipendente dal guadagno, dalla perdita e dalla condizione.

Essi meritano una "interview"

Ricordo molto bene che Bhagavan concesse un colloquio ad un gruppo di paesani illetterati; a guardarli potevate pensare che avessero fatto l'ultimo bagno una settimana prima, una settimana come minimo. Mentre stavano andando verso la stanza dei colloqui io guardavo Swami pensando dentro di me:

"Cosa c'è che non va Bhagavan? Io sono vestito decentemente e tu non mi guardi nemmeno!"

Swami disse: "Perché Mi guardi in quel modo?" (Risate)

Io avevo cercato quella domanda e quindi dissi: "Questa brigata per un colloquio?"

Baba rispose: "Perché no? Anche loro sono devoti come te; sono più devoti di te. Per Me la condizione, il vestito, l'istruzione non hanno importanza perché 'Io e voi siamo Uno'. Io non faccio alcuni tipo di considerazione circa l'abito o la cultura: essi meritano un colloquio ed Io li ho chiamati".

Ho visto l'intero gruppo entrare nella stanza dei colloqui ed, alla fine dell'interview, ognuno di loro aveva una borsa: erano entrati a mani vuote e tornavano con delle borse. Io li guardavo con invidia. Bhagavan venne diritto verso di me e chiese: "Perché sei geloso quando faccio dei doni? (Risate) Perché li invidi? È la Mia proprietà; tu non doni la tua proprietà" (Risate).

Io dissi: "Swami, io li vedo vestiti di stracci, di abiti strappati; che cosa hai dato loro?" Amici, sentite che cosa disse Baba:

"Tu doni ciò che non ti interessai, tu regali ciò che hai in più ma

Io dono ciò di cui hanno bisogno". (Applauso)

Dio dona ciò che veramente ci necessita

Amici, Dio ci dà ciò che veramente vogliamo, ciò di cui abbiamo davvero bisogno in quel momento. Shirdi Bhagavan diceva: "Figlio mio caro, Io ti do qualunque cosa tu voglia, qualunque cosa tu chieda. Se non chiedi Io ti do ciò di cui hai veramente bisogno. Se voi chiedete Io vi do ciò che volete rispettando la richiesta, la vostra supplica o preghiera". Questo messaggio ci dice che è meglio che stiamo zitti (Risate). Non diciamo a Dio "Dammi questo o quello" perché ciò che viene concesso può rivelarsi più tardi una sventura; chi lo sa? Io posso pensare che questo sia bene per me ora ma nel tempo potrebbe rivelarsi un'esperienza negativa. Chi può dirlo?

La preghiera è una festa

Allora che cos'è una preghiera? Una preghiera non è una richiesta, un promemoria o una sottomissione; una preghiera è fede incondizionata in Dio, un illimitato libero ed eterno Amore per Dio. L'espressione di gratitudine è preghiera, un atto di ringraziamento è preghiera. La preghiera è una festa. C'è gente che prega con la faccia lunga come se soffrissero le pene dell'agonia o della crocifissione; no, no, no! La preghiera non è penosa, non è pesante né opprimente. Vedere quelle facce lunghe mi fa star male; perché pregano così? È sbagliato. Quando incontrate il vostro amato o vostro figlio o i vostri genitori dopo dieci anni fate la faccia lunga? Siete molto contenti. Quando incontrate i vostri cari siete gioiosi e felici; perché siete tristi nell'incontrare Dio? In qualche modo è entrato nella nostra testa che l'essere seri sia spiritualità. Non è così: essere seri è essere malati (Risate). I sorrisi, la contentezza, la festa, la musica e la danza sono spiritualità; la danza della spiritualità è il raga lila (gioco attraente) di Sri Krishna nel Bhagavatham. La spiritualità non è altro che la danza celestiale del nostro Signore. La musica è spiritualità: se io odo dovunque Krishna che canta, quella musica è Krishna, la danza è Krishna. La festa è Divinità.

Per assicurarci la vita eterna: "Onora il padre e la madre".

È detto chiaramente: "Servendo gli altri dovremmo comprendere che stiamo servendo Dio". Fu posta una domanda a Gesù Cristo: "Quale buona azione devo fare per assicurarmi la vita eterna?" Questa è una domanda sincera, una domanda buona e diretta. Chiariamo bene le cose una volta per tutte! (Risate) Gesù, il Signore misericordioso, dette questa risposta:

"Onora il padre e la madre".

Alcuni studenti vanno a casa per le vacanze ed altri scelgono di rimanere qui, non vogliono andare, ma Swami chiede loro di andare e passare del tempo con i loro genitori per farli contenti. Bhagavan dice sempre ai Suoi studenti: "Voi conoscete vostro padre, conoscete vostra madre, sapete come i vostri genitori si sono presi cura di voi e vi hanno nutrito. Essi vi hanno allevato facendo sì che foste dove ora siete. Voi sapete ciò che li rende felici eppure li ignorate e vorreste farMi credere che siete dei devoti? Voi non sapete cosa Mi rende felice, non sapete cosa dovreste fare per farMi contento. Ragazzi, sappiate che seguire le Mie istruzioni è farmi felice; fate ciò che vi dico".

Quindi la via verso Dio è onorare i propri genitori ma questo non significa osservare la Festa del Papà e la Festa della Mamma; no, no, no. Se voi parlate del "Giorno del Padre" nel contesto indiano, state parlando dell'anniversario della sua morte! (Risate) Nel contesto indiano questo è privo di significato. Onorare i genitori non significa amarli nel giorno dedicato a loro, no, no, no. Seguire le loro istruzioni, tenere alto il nome, il prestigio e la dignità della famiglia, vivere sempre come essi si aspettano è il giusto modo di onorarli.

Per assicurarci la vita eterna: "Ama il prossimo tuo o come te stesso".

Gesù Cristo continua con questa seconda affermazione:

"Ama il prossimo tuo o come te stesso".

Questo comandamento è semplice ma molto difficile da seguire; se riuscite ad amare i vostri vicini amerete tutto il mondo. Non ci sono problemi; il solo problema è con i vicini (Risate). Perché? Dividiamo lo stesso pianerottolo del palazzo e potremmo dividere lo stesso rubinetto o lo stesso contatore della luce per cui c'è ogni probabilità che sorgano delle incomprensioni; come faccio ad amarli? "Ama il prossimo tuo come te stesso" significa che devi amare i tuoi vicini proprio come ami te stesso.

Per assicurarci la vita eterna: "Rinuncia alle tue ricchezze e donale ai bisognosi".

Gesù prosegue facendo una terza affermazione che è molto importante e molto difficile da seguire:

"Va' e vendi ciò che hai. Liberati delle tue proprietà,

fanne dono ai bisognosi ed avrai tesori in cielo".

Va bene, lo faremo nella prossima vita (Risate). Non è così facile vendere tutte le nostre proprietà, donarle a chi ha bisogno e "Seguitemi". No, no, no. "Swami, io sono ricco ma sono venuto perché Tu mi faccia diventare più ricco! Io non sono venuto da Te in modo che il mio denaro possa essere distribuito ai bisognosi: io voglio ancora denaro, ecco per cosa sono venuto" (Risate). "Io ho già un impiego e sono venuto da Te per avere una promozione". Ecco per cosa noi veniamo da Dio! Un uomo ricco viene da Bhagavan per diventare più ricco, uno che ha a una posizione viene da Lui per essere promosso più in alto ed ancora più in alto nella sua carriera ma questo non è spiritualità: la vera spiritualità è la rinuncia, la spiritualità è rinuncia e distacco indipendentemente dalla posizione o dall'imposizione. Che occupiamo una posizione o meno, la rinuncia e il distacco devono continuare. Qualcuno chiese a Ramana Maharisci: "Swami, come dovrei sentirmi quando raggiungo una posizione? Che cosa dovrei provare quando la perdo?" Supponete che io sia responsabile dell'assegnazione dei posti a sedere sotto la veranda per il personale e mi giunga l'istruzione "Tu non sei più il responsabile". Naturalmente ne sarei frustrato perché se sono responsabile dell'assegnazione dei posti mi sento un re. La più grande illusione del secolo! (Risate) Tu sei in carica ora ma, dopo tutto, migliaia hanno fatto quel lavoro prima di te; tu sei solo uno in più. Quindi, quando qualcuno chiese a Ramana Maharisci "Swami, come dovrei sentirmi con o senza una posizione?" Egli rispose " Chi è che prova il sentimento? Chi è che fa l'esperienza di gioia o dolore, in una posizione o in pensione o qualunque cosa possa essere? È il vero Sé; questo dovete comprendere".

Che atteggiamento devo tenere rispetto ai sogni?

La maggior parte di noi prova gioia nei sogni; alcuni vivono nel paese dei sogni. Noi abbiamo un collega al college che ne parla sempre: "Stanotte Swami mi ha fatto salire sulla sua macchina in sogno. Oh, ho pranzato con Swami in sogno!" Temendo che possa aprire il suo libro dei sogni, gli ho detto: "Per piacere lasciami in pace (Risate); vivi nel tuo paese dei sogni ma non costringermi ad ascoltarne un altro, ne ho già abbastanza di questi. Perché degli altri sogni? Io sono stufo di questo stato di veglia: perché tediarsi anche con lo stato di sogno?" Qualcuno chiese a Ramana Maharisci "Swami come dovrei interpretare i miei sogni? Come devo considerarli?" ed Egli rispose "Non perdere tempo con i sogni, scopri il sognatore. Chi è colui che sogna? Pensa al Sé Supremo: è Lui." In un discorso recente, Bhagavan ha detto senza mezzi termini che i sogni sono falsi, i sogni sono illusioni, solo proiezioni mentali. Bene, dopo che Bhagavan a fatto questo discorso, ho dovuto affrontare una quantità di devoti: "Anil Kumar, perché Baba ha detto così?" Se lo ha detto Lui, chi sono io per commentare!? (Risate)

Io ho risposto: "Perché sei così squilibrato per quello che ha detto Bhagavan?"

E lui: "Signore, io faccio moltissimi sogni".

Allora ho detto: "Dunque sei squilibrato". (Risate)

Noi tutti facciamo delle affermazioni basate sui sogni ma, amici miei, colui che sogna è più importante del sogno, colui che fa l'esperienza è più importante dell'esperienza perché il sognatore, lo sperimentatore, non è duale mentre le esperienze sono duali. Il sognatore è non-duale mentre i sogni sono duali; il non-duale, eterno, immortale, senza macchia è il vero e proprio Sé e noi dobbiamo sperimentarlo. Questo è ciò che ha detto Gesù.

Per assicurarci la vita eterna: "Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te".


"Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te" ha detto Gesù


"Trattate di altri proprio come voi vorreste essere trattati" dice Swami.


Vedete, Bhagavan dice:


"Come potete pretendere che gli altri vi amino se voi non li amate?

Se voi non siete premurosi, come vi aspettate che gli altri siano premurosi con voi?"

I miracoli di Gesù Cristo e Bhagavan

Amici, voglio ora raccontarvi un paio di fatti. Gesù Cristo andò a cena a Cana; alla fine della cena era stato organizzato un banchetto nuziale ma non c'era abbastanza cibo per tutti gli intervenuti. A volte molta gente assiste ai nostri Bhajan e noi abbiamo soltanto poca roba da distribuire; questo è il nostro problema. Gesù ebbe lo stesso problema quando si recò dove doveva avvenire lo sposalizio. Egli andò in cucina e vide i pentoloni che erano pieni solo per metà: il cibo non era sufficiente per tutta quella gente. Che cosa fece Gesù? Egli stese la Sua mano sulle pentole e la Sacra Bibbia dichiara che esse si riempirono e ci fu abbastanza vino da essere servito a tutti i commensali. Una cosa simile accadde con Bhagavan: negli anni '60, Egli era stato invitato a Madras per una cerimonia Indù per giovanetti. Quando Bhagavan va a casa di qualcuno lo seguono in molti ed anche in quel caso molti andarono, anche per mangiare. Il padrone di casa aveva preparato cibo per cinquanta persone: che cosa poteva fare? Swami andò in cucina e toccò le pentole; Howard Murphet ha testimoniato questo miracolo nel suo libro "L'Uomo dei miracoli". Credetemi o no, Baba toccò quelle pentole e milleduecento persone ebbero da mangiare! Il cibo cucinato era sufficiente per cinquanta e fu servito a milleduecento persone. Perché? Per il tocco di Bhagavan che può moltiplicare qualsiasi cosa. Questo che io ricordo è accaduto in Kodaikanal il 6 maggio: Swami alloggiava, in cima ad una collina lontano dalla città, al Narayana Seva (nutrire i poveri). Noi avevamo abbastanza cibo per tre o quattrocento persone; non ci aspettavamo che tanta gente arrivasse per mangiare. Chi camminerebbe per i sei miglia solo per mangiare? Noi quindi non pensavamo che arrivasse troppa gente ma potete chiedere ai nostri amici: arrivarono un migliaio di poveri e Swami disse: "Avanti servite, servite!" Io andai in cucina e tutte le pentole erano vuote per cui tornai da Swami ed Egli mi chiese: "Che cosa c'è?" Potevo dirgli che le pentole erano vuote? Se l'avessi detto avrebbe potuto non esserci più posto per me lì (Risate). Se Egli dice "Sono piene, portatele" come le riempio? Tranquillamente io corsi semplicemente il rischio, il rischio spirituale di essere cacciato o biasimato! "Swami, il cibo è finito" ed Egli "Non dire così! Abbiamo riserve sufficienti per tutti; vai dentro". Tornato in cucina, vidi tutti i contenitori pieni di cibo! (Applauso) Era abbastanza per tutti i convenuti. Il Narayana Seva è la mia esperienza diretta di quella mattina. Amici, questo è testimoniato.

Gesù Cristo passò vicino ad un uomo che era totalmente cieco e quello si lamentò e Lo pregò: "Oh Mio Signore, sono cieco". Il Signore Gesù, il Compassionevole, la personificazione della benevolenza, posò la Sua mano gentile sui suoi occhi e disse: "Tu vedrai e non soffrirai più". Da quel momento l'uomo Lo vide. Questo è testimoniato nella Sacra Bibbia.

Io ricordo molto bene un villaggio vicino al luogo in cui sono nato; c'era lì un vecchio ottantenne il quale, per problemi di diabete, era completamente cieco da due anni. Egli venne da Baba con i suoi figli ed ottenne un colloquio. Swami lo fece sedere su di una sedia e cominciò a parlare con la famiglia dicendo al figlio di lui: "Tu sei una persona inutile (Risate); Io ti ho dato il nome e ti ho sposato. Tu non stai facendo il tuo dovere, sei più largo di questa porta, ingrassi continuamente senza alcun controllo della dieta. Sei un essere inutile. Ora Io voglio che tu assuma la responsabilità della famiglia e ti occupi di tuo padre". Egli si rivolse poi al vecchio: "Come stai?" L'uomo si lamentò: "Swami, sono totalmente cieco per il diabete". Swami disse "Stai tranquillo; Mi sei stato devoto per sessant'anni; Io sono con te, stai tranquillo" dopodiché toccò i suoi occhi e lì, nella stanza dei colloqui stessa, "Sai Ram! Sai Ram! Swami, ora posso vederTi, posso vederTi ora! Posso vedere tutto il mondo!"

Il tocco di Dio

Il tocco di Dio farà camminare lo storpio, il tocco di Dio farà vedere il cieco, il tocco di Dio farà tornare il morto alla vita. Noi abbiamo visto nella Sacra Bibbia come Lazzaro sia stato resuscitato; con il tocco del Signore Lazzaro risuscitò da morte. Questo è registrato nella Bibbia. Molti di voi sono al corrente della resurrezione del signor Walter Cowan della California da parte di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Io posso raccontarvi anche il caso di un signore, il colonnello Boa, accaduto qui: nel giorno di Dasara egli stramazzò al suolo e la gente pensò che fosse morto. Swami scese dal palco, lo toccò ed egli fu resuscitato. Più tardi Baba disse: "Essendo questo il giorno importante della santa celebrazione di Dasara, non ho voluto che egli lasciasse il pianeta terra in quel modo e l'ho riportato alla vita". Questo è ciò che disse Baba. Potete controllare subito presso i suoi familiari.

Io sono la Via, Io sono la Verità, Io sono la Vita.

Vivete la vita perché la vita è Dio. La Bibbia dice:

"Io sono la Via, Io sono la Verità, Io sono la Vita".

Swami dice:


"L'Amore è la Mia Forma.

La Verità è il Mio Respiro.

La Beatitudine è il Mio Cibo."


Inoltre Bhagavan dice:


"È nella Verità che l'intera creazione è nata;

l'intera creazione è sostenuta dalla Verità e si fonde nella Verità".


La Sacra Bibbia dice:

"Voi conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi".


Se voi conoscerete la Verità, l'Eterna Verità vi farà liberi. La comprensione della Verità è la vera e propria liberazione perché ci pone in condizione di Immortalità:

Asato Maa Sad Gamaya……

Amici, la settimana prossima vorrei dividere con voi alcuni altri fatti a proposito di Gesù Cristo e queste esperienze e miracoli di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Vorrei portare alla vostra attenzione le similitudini tra le due Incarnazioni, Gesù e Baba.

La seconda venuta di Gesù Cristo

Ci sono molti Cristiani che hanno fede che Bhagavan Sri Sathya Sai Baba sia il Cristo Cosmico, che Egli sia la Seconda Venuta del Cristo. Prima di lasciarvi voglio ripetere ciò che ho detto tempo fa perché è necessario puntualizzalo ripetutamente. Una volta c'è stata una conferenza internazionale di chirurgia cardio-toracica a Prashanti Nilayam a cui sono intervenuti medici famosi di tutto il mondo; un medico Cattolico, terapeuta personale del Papa in Vaticano, era qui per la prima volta. L'ultimo giorno della conferenza egli fu invitato a parlare della sua esperienza alla presenza di Bhagavan e disse: "Buongiorno medici e delegati. A rischio della mia reputazione io dichiaro oggi che Bhagavan Baba è il Cristo Cosmico e la Seconda Venuta di Gesù Cristo" (Applauso). Egli fece poi questa seconda affermazione davanti a Bhagavan: "Swami, l'altro giorno io stavo dicendo le mie preghiere nel Round Block attorno alle 6.30 del pomeriggio; avevo chiuso la porta dall'interno e all'improvviso ho sentito il tocco della Tua Mano sulla mia spalla. Mi sono voltato ed ho visto Te nella mia stanza! Sì, Tu sei la Seconda Venuta di Gesù Cristo (Applauso). Io stavo pregando Gesù ma ho avuto l'esperienza della Tua Augusta Presenza!"

L'aura del Tuo Amore è grande come un oceano

Voglio concludere con un altro fatto: un eminente fisico di nome Baranowski venne a trovare Bhagavan molto tempo fa; egli era un esperto di foto di Kirlian, le foto dell'aura. L'aura rivela il temperamento, l'atteggiamento e la psicologia della persona. Baranowski parlò alla presenza di Bhagavan e fece queste affermazioni che furono pubblicate sul Sanatana Sarathi, la rivista spirituale della Sathya Sai Organization: "Bhagavan, ho tenuto migliaia di incontri e centinaia di saggi sulle mie ricerche sono stati pubblicati sui giornali nazionali ed internazionali; ho parlato alla presenza del Presidente Ford e della Regina Elisabetta ma, per la prima volta, le mie mani e le mie gambe tremano; non sono capace di aprire la bocca di fronte a Te perché so di essere faccia a faccia con Dio. Swami, la mia macchina è troppo piccola e non può contenere l'aura del Tuo Amore. L'aura del Tuo Amore è onnicomprensiva, vasta come un oceano. Tu sei Dio".

Quindi, amici miei, durante questo Natale, conosciamo l'Amore di Dio, la Sua Compassione e Sollecitudine, i Suoi Insegnamenti e Comandamenti per tutti noi. In questo modo Gli saremo vicini, saremo in Lui e troveremo Lui in noi.

Buon Natale. Dio sia con voi in eterno.

OM….OM….OM