Satsang

Pensieri e forza di volontà

10 ottobre 2004

OM... OM... OM...

Sai Ram

Con salutazioni ai Piedi di Loto di Bhagavan.

Cari fratelli e sorelle, per prima cosa permettete che io mi scusi senza alcuna riserva per la mia assenza di domenica scorsa senza avervene dato notizia. C'è stato un problema di comunicazione ed io non ho potuto entrare in contatto con voi. L'altra domenica sono cominciati gli esami al college per cui ho dovuto lavorare là e non ho avuto tempo per stare qui con voi. Sono spiacente per qualsiasi disturbo o disappunto io abbia causato. Comunque penso che per voi sia stato un sollievo (Risate). La grande festa di Dasara comincia la prossima settimana, il 17, e va avanti per una settimana; quest'anno speriamo di avere anche un yagna. Non sappiamo mai in anticipo che cosa deve accadere e fino ad allora, fino a che non ci sarà un annuncio avremo di certo delle piacevoli sorprese. Ci siamo abituati. Io spero proprio che quest'anno ci sia uno yagna a partire dal 17. Forse gli studenti faranno attività Grama-seva il 15; si tratta di una attività annuale in cui essi vanno nei villaggi a distribuire indumenti, prasadam ed altri materiali necessari ai bambini nelle scuole.

Che cos'è il pensiero?

Stamane voglio sottoporvi tre riflessioni importanti a proposito del pensiero, tre aspetti e livelli di pensiero. Per primo domandiamoci che cos'è il pensiero e se può essere potente o privo di potere. Pensiero: è scritto nei testi sacri che il pensiero è responsabile della nostra nascita e rinascita, del piacere e del dolore, del guadagno e della perdita. Partiamo dal fatto che è il pensiero iniziale che è il responsabile di tutta la vita che segue. Dove non c'è pensiero non c'è assolutamente vita. La vita è piena di pensieri, è una matassa di pensieri, e quando questi pensieri diventano forti, quando diventano risoluti, quando diventano stabili e profondamente radicati, creano una volontà. Il pensiero che non è fermamente installato non lo fa. La mente umana è una matassa di pensieri, un pensiero dopo l'altro che si inseguono, folle di pensieri, gruppi di pensieri. Un pensiero ne porta un altro, catene di pensieri. Il pensiero che si installa fermamente, che radica profondamente si trasforma in volontà e questa volontà ha un potere che manca al semplice pensiero. Il pensiero è privo di potere; è per questo che un pensiero viene sostituito continuamente da un altro. Alcuni pensieri sono pieni di significato ed altri ne sono privi. Io ho un pensiero sul mio lavoro immediatamente sostituito da un altro che riguarda il pranzo; dov'è la connessione tra loro? È follia. Se io ho un pensiero che concerne il mio lavoro in laboratorio e poi un altro pensiero, un pensiero critico sulla persona con cui sto parlando, non c'è consequenzialità, non c'è connessione tra i due flussi di pensiero ma, se un pensiero è stabile, tenuto in mente e reso forte, è detto volontà e questa è potente. Questo è ciò che noi chiamiamo forza di volontà. In sanscrito è chiamata "Icha Sakti ". Essa non ha niente a che fare con il potere del pensiero. Icha Sakti è il pensiero profondo, il pensiero forte, particolare; è un pensiero ben radicato, nato dalla convinzione. È perciò necessario mantenere i nostri pensieri più puliti e puri possibile. Come è il pensiero così e l'azione, come è l'azione così è la reazione, come l'azione così è il risultato. Tutta la vita è basata sul pensiero. Quali fattori determinano la natura dei nostri pensieri?

I pensieri nascono in base alle Samskara o Vasana.
Le scritture dicono che i nostri pensieri vengono a volte dalle nostre vite precedenti, sono residui delle nostre vite precedenti. Questi sono ciò che chiamiamo samskara (semi mentali)o vasana (impressioni mentali); vengono da una vita precedente ed interessano il nostro processo di pensiero in questa vita. Come si spiega? Ci sono persone che sono spirituali fin dall'inizio, senza nessun preciso addestramento o istruzione. Esse sono religiose dall'infanzia. Ci sono anche persone che sono dei farabutti di primo ordine sin da bambini nonostante tutti coloro che hanno intorno siano buoni. A volte vediamo un alto dirigente diventare improvvisamente corrotto e disonesto; perché accade questo? Può accadere perché è influenzato dalle sue samskara o vasana che sono sempre presenti al livello inconscio. Egli sta manifestando un pensiero dal suo cumulo di pensieri, da vite precedenti, esprimendo pensieri rimasti da vite passate i quali vengono alla luce ora, durante questa vita. Quindi non possiamo accantonare i pensieri con facilità; essi sono anche il prodotto della propria cultura. È il pensiero della persona che decide del suo destino, che decide i suoi scopi per cui non è così semplice mettere da parte i pensieri. No. I pensieri possono essere molto potenti; è per questo che Bhagavan dice sempre di essere coscienti ed attenti ai propri pensieri. Se, quando Egli parla, i miei pensieri sono incentrati sul mio viaggio di ritorno, sono molto sfortunato. Se, essendo in un tempio, io covo il pensiero di rubare uno o due articoli dal negozio o di raccontare bugie o di fare qualcosa di inadatto ad un tempio, questo è massimamente sfortunato e sconveniente. Perché si manifestano pensieri di questo tipo? Accade a causa delle azioni di vite precedenti, vasana o samskara. Quindi amici miei, il processo del pensiero che noi sperimentiamo ora è spesso la conseguenza di pensieri ed azioni di vite precedenti che sono in attesa nel nostro subconscio.

2- I pensieri sono caratterizzati dal cibo che consumiamo.

Il secondo punto collegato ai pensieri è relativo al cibo che consumiamo:

Com'è il cibo così è la testa; com'é la testa così è il Dio.

Questo è ciò che dice Bhagavan. Quindi il processo del pensiero è influenzato e condizionato dal cibo ed a questo dobbiamo quindi fare attenzione. Se mangiamo del cibo tamasico svilupperemo pensieri tamasici: indolenza, inerzia, bestialità, animalità, violenza, lentezza ed ingordigia. Se consumiamo cibo rajasico, questo farà sorgere pensieri rajasici: saremo pieni di fervore, di entusiasmo, di emozioni, di attività, di aspettative. Al contrario se ci nutriamo con cibo satvico, genereremo naturalmente devozione, calma, pensieri pacifici. Il pensiero è quindi basato sul cibo che viene assunto.

3- I pensieri sono influenzati dalle compagnie che frequentiamo.

I pensieri sono controllati o influenzati anche dalle nostre compagnie: se ci circondiamo di cattive compagnie, è logico che fioriscano cattivi pensieri mentre, se siamo in buona compagnia, i buoni pensieri sono impazienti di manifestarsi. È quindi necessario essere in buona compagnia; ma come definire ciò che costituisce una compagnia buona o cattiva? Ci sono compagnie apparentemente buone che possono in realtà essere cattive; dobbiamo stare molto attenti. Che cosa voglio dire con questo? Anche nel Mandir troviamo gente che parla dei prezzi dei sari, degli ultimi prezzi dei vestiti, dei più recenti articoli che troviamo nei negozi, se oggi ci va una pizza o meno (risate). Tutto questo è segno di una non buona compagnia. Cattiva compagnia non significa necessariamente gente violenta, no, no; la cattiva compagnia è quella che non si adatta all'obiettivo della nostra vita, che non favorisce il nostro cammino nella direzione che vogliamo, che non coopera ne mi incoraggia a procedere nella direzione che ho scelto. La compagnia che costituisce ostacolo sul percorso della mia Sadana è una cattiva compagnia. Non c'è bisogno che si tratti di ladri e rapinatori, no, no: chiunque interferisca con gli obiettivi della vostra vita, che non vi incoraggi a procedere lungo il percorso della Sadana, che vi spinga sempre nell'incredulità, che sia frustrante, deludente, scoraggiante, è una cattiva compagnia. Il pensiero è quindi influenzato da questi tre fattori: le vite precedenti, il cibo che mangiamo e la compagnia che frequentiamo.

I pensieri forti e stabili generano forza di volontà.

Di tutta la matassa dei nostri pensieri, quello che diventa forte e stabile è definito volontà e la volontà è potente; è per questo che diciamo forza di volontà,icha sakti. La forza di volontà si trova in tutti noi: io ho la volontà di essere il primo della classe, ho una forte volontà di essere il numero uno nel mio lavoro, voglio fortemente ottenere ciò a cui miro. Questa è una grande forza di volontà, icha. Noi preghiamo Dio perché si realizzi la nostra volontà, noi preghiamo Dio perché si realizzi la nostra icha, sankalpa o volontà: "Swami, voglio essere un potente strumento nelle tue mani ". Non è sufficiente che io abbia una volontà o un pensiero se questo non è sostenuto dalla Grazia di Dio. Ogni volontà, anche una volontà forte, raggiungerà la sua realizzazione solo se è benedetta da Dio, solo se è appoggiata dalla Grazia di Dio, solo se è sancita da Dio e non altrimenti. Per questo noi preghiamo per la realizzazione della nostra volontà o pensiero. Questo è ciò che chiamiamo "Durga". Noi adoriamo Durga durante i giorni di Navaratri che comincia il 15 di questo mese e finisce il 23, Vijayadasami. Il 21 è il giorno dell'adorazione di Durga. Chi è Durga? Durga rappresenta la forza di volontà, Icha sakti. Noi adoriamo Durga in modo che i nostri pensieri siano puri, siano privi di ego, centrati solo su Dio, che i nostri pensieri siano puri, privi di ego ed incontaminati. Noi preghiamo Dio per questo: "Oh Dio! Concedimi dei buoni pensieri! Fammi la grazia di avere pensieri puri! Benedicimi con una forte volontà, con la determinazione, con ciò che chiamiamo forza di volontà. Oh Dio! Fa che il mio pensiero sia sempre centrato su di Te, che sia focalizzato su di Te, che sia devozione a Te". È per questo che noi preghiamo Dio. I pensieri sono vostri e per purificarli dovete pregare Dio. Voi comprate il latte ma per fare un cappuccino lo dovete bollire, comprate il riso ma lo dovete cuocere. È giusto? Noi compriamo le verdure ma le dobbiamo cuocere, bollire. Dico bene? Similmente, i pensieri possono essere miei ma devono essere puri. I miei pensieri devono essere controllati, raffinati, rifiniti ed istruiti; questo è nelle mani di Dio.

Le avversità generano dubbi.

I pensieri sono miei quando io assumo cibo buono, quando io sono molto sicuro che la mia vita passata è stata amorevole perché un signore, un astrologo o un lettore della mano, mi ha detto che io riceverò un mucchio di soldi ( Risate), quando so che nella mia vita passata ero un imperatore "Signor Anil Kumar, non sa che…...." Ho capito, va bene. "Io mangio solo verdure, non le cuocio, mangio solo verdure crude ". Oh, capisco. Grande! " Io non frequento alcuna compagnia, tralascio sia le cattive che le buone, così i pensieri sono miei. Perché dovrei pregare Dio? " Semplice: a volte, quando il mio pensiero è molto forte, ho il 100% di fede in Baba; giusto? Incontriamo persone che ci parlano mentre fiumi di lacrime scendono dai loro occhi e dicono: " Sai è grande! Sai è grande! ". Perché dicono così? " Swami mi ha salvato da questo problema, lo ha risolto. Swami è grande! " Poi, dopo appena un mese, lo incontriamo di nuovo: egli ha ora la faccia lunga e dice " Signore, Swami non mi guarda " (Risate) Perché? Se il pensiero fosse veramente tuo dovrebbe essere costante; perché cambia? Quando tutte le domande hanno trovato risposta, quando tutto è favorevole, quando le cose sono positive, noi abbiamo il 100% della devozione. Se qualcuno domanda " Baba è Dio?" io gli modo un ceffone! Ora sono spiritualmente violento ( Risate), spiritualmente aggressivo ( Risate ), un reazionario spirituale, un ribelle, ma quando le cose volgono al peggio, quando i nostri affari sono in perdita, quando i nostri figli hanno successo nel fallire un esame ( Risate ), allora sono io che domando sottovoce " Baba è Dio? ". Questo è il dubbio che mi assale. Come vedete, i nostri pensieri non sono costanti, continuano a cambiare. Perché? Perché al mattino abbiamo una forte devozione, nel pomeriggio scendiamo al 50 % e la sera sprofondiamo al 20% o a zero? È come la temperatura, come un bollettino meteorologico americano ( Risate ): in California rovesci di pioggia, in Texas soleggiato, una giornata di sole pieno! ( Risate ). I nostri pensieri sono imprevedibili come il tempo meteorologico; a volte ci sentiamo di andare a Puttaparthi immediatamente: " Swami mi vuol vedere; io voglio vederLo ". Altre volte progettiamo di fargli visita: "Penso proprio di andare a trovare Swami nel 2006 " ( Risate ) Come fai a sapere che vivrai sino ad allora? ( Risate ) Come fai a sapere che vivrai sino 2006? Il tuo conto potrebbe venir chiuso nel frattempo ( Risate ). Quindi, amici miei, alcuni pensieri pretendono un'azione immediata, altri un'azione futura. Il pensiero non è mai costante. Alcuni sono egoistici ed altri altruistici.

La preghiera purifica il pensiero.

I nostri pensieri possono essere purificarti pregando Dio. Il pensiero che promuove l'incredulità non ci sarà, un pensiero frustrante non ci sarà, un pensiero deprimente neppure; un pensiero che scoraggia non può venire quando noi preghiamo Dio. Se qualcuno dice " Io sono libero dai pensieri "io non posso accettarlo; ci sono molti psicologi da consultare. Chiunque dica di essere libero dal pensiero è inaccettabile. Ramana Maharishi può dirlo, il Saggio Ramana Maharishi può dire che non ha pensieri ma né io né voi possiamo dirlo. Più lo diciamo e più pensieri abbiamo. Dato quindi che abbiamo pensieri, la meta di questi è di rimanere puri, di continuare ad essere sacri, di essere forti e potenti in modo da essere trasformati in forza di volontà e per questo abbiamo bisogno della Grazia di Dio. Mahadurga è il simbolo della forza di volontà; la Dea ci aiuta a mantenere i pensieri stabili e forti, puri e sacri, e questo è chiamato "icha shakti " o Durga. Maha significa potente e Durga significa forza di volontà; noi pensiamo che Durga sia una signora con un sari di seta, una corona e dei gioielli ma questi sono simboli che formano un oggetto di adorazione. Dietro a quell'oggetto di adorazione c'è comunque della profondità spirituale; c'è profondità spirituale nel concetto di Mahadurga che significa forza di volontà. Quindi, amici miei, mentre ci prepariamo a celebrare Dasara, la prossima settimana, preghiamo Dio che i nostri pensieri siano e rimangano puri, altruistici, sacri e centrati sul Sé. Non egoistici, no; centrati sul Sé, centrati su Dio così da essere Divini. Questo è lo scopo per cui si prega Mahadurga il 21 di questo mese.

Quando il pensiero è benedetto, attraverso la forza di volontà, è tradotto in azione darmica.

Icha shakti: bene. Nel momento in cui il pensiero diventa possente non vi lascerà dormire, non vi darà riposo. Questa è l'esperienza di tutti. In una famiglia, quando una moglie decide di venire a Puttaparti, il marito non può far altro che dare luce verde e, quando un marito fa la stessa cosa, neanche una bisbetica brontolona può fermarlo perché quel pensiero è Divino, quel pensiero è ispirato da Swami! Quel pensiero è benedetto da Bhagavan e nessuno può fermarlo. Quel pensiero che è ispirato, che è benedetto, che è pieno di Grazia, incoraggiato da Bhagavan, sarà sicuramente tradotto in azione. Non tutti i pensieri vi conducono all'azione; posso tranquillamente dire che se tutti i nostri pensieri fossero tradotti in azione, non potremmo continuare ad essere dei gentiluomini, non potremmo rimanere in questo tempio perché non tutti i nostri pensieri sono puri! Noi abbiamo moltissimi pensieri dei quali ci vergognamo, pensieri che non possiamo dividere con altri che provengono dal samskara (retaggi di vite passate). Moltissimi pensieri; buoni, cattivi, orribili, terribili, di ogni tipo. I nostri pensieri sono più inquinati dell'aria e dell'acqua; l'inquinamento del pensiero è una cosa molto potente che si verifica per cui, amici miei, se il pensiero è potente, diverrà forza di volontà quando verrà unito alla preghiera e non basta perché quel pensiero pieno di grazia vi spingerà all'azione. È esperienza comune. Supponiamo che vogliate partecipare ad una attività di servizio del vostro Centro: nessuno può fermarvi. Se volete meditare nessuno può fermarvi e neppure se volete cantare i bajan o se volete leggere la letteratura Sai. Perché? Perché la mia decisione, la mia forza di volontà, è molto potente. Che cosa accade invece se quel pensiero è debole? " Se possibile andrò a Puttaparti " Quel " se possibile " significa solo il 50% di potenza; " vedremo " è solo il 25%. Il pensiero affievolito non è potente, non possiamo aspettarci che venga soddisfatto, non possiamo aspettarci nessuna realizzazione di quel pensiero, nessuna traduzione in azione, non è possibile. Quindi i pensieri che sono forti, puri e benedetti da Dio verranno tradotti in azione. L'azione è detta kriya; kriya significa azione. L'azione dovrebbe essere potente come il pensiero.

Le nostre azioni dovrebbero seguire i nostri pensieri.

Nel mio pensiero io vorrei essere medaglia d'oro ma, in pratica, io leggo una sola ora alla settimana. Se leggo una sola volta alla settimana otterrò quella medaglia d'oro? No, perché il mio pensiero è buono ma la mia azione è insufficiente. Io voglio fare dei buoni affari ed ottenere un buon profitto ma non vado in ufficio regolarmente; come potete essere un buon uomo d'affari comportandovi in quel modo? Che cosa significa questo? Io voglio essere un buon devoto ma alla sera voglio andare a divertirmi in una casa da gioco: non è tempo di bhajan, è tempo di whisky! Così l'azione non è in linea con il pensiero, sono due parallele. Questa è la ragione per cui la vita e piena di contraddizioni. Noi non siamo capaci di vivere al livello dei nostri buoni pensieri, non siamo capaci di agire semplicemente seguendo i nostri buoni pensieri ed è per questo che siamo frustrati. A volte dico che non sono capace di fare meditazione come te, non mi riesce sedere in silenzio come fai tu né concentrarmi come te. Perché? Io mi sento frustrato perché non riesco ad avere il 100% della concentrazione; lo penso ma in realtà non sono all'altezza del mio pensiero. Nel pensiero vorrei meditare ma non riesco a farlo. Una delle ragioni della nostra depressione spirituale, una delle ragioni della nostra frustrazione religiosa, è quindi il fatto che il nostro pensiero e la nostra azione sono diversi l'uno dall'altro, non si incontrano, non sono uniformi, non sono in armonia. Quando vestite un'uniforme gli indumenti devono andare d'accordo; si, così è una uniforme ma se non vanno d'accordo si tratta di un'altra foggia. Quindi, amici, la depressione o frustrazione è dovuta al fatto che i nostri pensieri e le nostre azioni sono molto differenti o divergenti mentre dovrebbero convergere, mai divergere. Anche l'azione dovrebbe essere potente come il pensiero; quell'azione è kriya, ciò che noi chiamiamo vera azione, che deve essere potente. Kriya shakti: il potere dell'azione. Shakti: come possiamo essere energici nell'azione? Come? Dobbiamo di nuovo pregare Dio: " Oh Signore! Aiutami a far sì che anche la mia azione sia potente. Tu mi hai aiutato ad avere un pensiero stabile e forte, puro e sacro. Ti sono grato! Ora ti prego di rendere anche la mia azione ferma, forte, fruttuosa, significativa, obiettiva, orientata allo scopo al livello del mio pensiero ". La Dea che benedice la nostra azione è chiamata Mahalakshmi, aspetto della Divinità che potenzia la forza dell'azione. Durga potenzia la forza del pensiero e Lakshmi potenzia la forza della nostra azione. Questo è ciò che noi cerchiamo nella nostra adorazione il 22 di questo mese. Il 21 Durgashtami, il 22 Maharnavami; in quest'ultimo giorno noi preghiamo la Dea Lakshmi,o Mahalakshmi, e le chiediamo di dare forza alla nostra azione, di renderla potente, di far sì che la nostra azione sia pari al nostro potente pensiero. Se il mio pensiero è puro ma la mia azione e inpura, la mia vita è un fallimento totale; se il mio pensiero è forte e la mia azione è debole io sono ugualmente un fallimento. Il pensiero e l'azione dovrebbero essere in diretta proporzione, l'uno dovrebbe essere forte come l'altro. Il pensiero precede l'azione, è seguito dall'azione; essi devono essere ugualmente potenti. Amici, questi non sono i miei pensieri, queste non sono le mie parole. Vi prego di non confondermi con un filosofo; io non lo sono, io sto con i piedi in terra. Essendo un insegnante io scorro la letteratura Sai e divido questi pensieri con voi. Se dovete darmi credito dovete farlo in una cosa: nel fatto che io non inquini il messaggio di Bhagavan, che io non lo indebolisca, che io lo presenti così com'è e cioè non inquinato, non indebolito, concentrato come doveva essere all'origine. Bene, abbiamo voluto un colloquio sufficiente sul pensiero; ora vediamo l'azione: Come rendere potente la nostra azione? Come fare azioni potenti? O meglio, come possiamo essere potenti nell'azione? Non inazione: in azione ( Risate ). Inazione: non ho bisogno di dirvi di come farlo perché molti di noi sono esperti in questo ( Risate ). Bhagavan scherza sempre ed io non so perché Swami scherzi sempre con me sul cibo e la nutrizione; Egli viene da me e dice: " Quanti idlis hai mangiato? " Io non so per quale ragione Egli scelga di parlare del cibo e..... va bene! Sono felice che scelga di parlarmi; mi basta questo, non importa che sia degli idli o dosa o payi o puri. Qualunque scusa per parlare con Lui è buona! A volte però mi chiedo se Egli prenda in considerazione un altro qualsiasi pensiero; non c'è un modo migliore per comunicare con me? Ecco che cosa penso. Forse parla così per un salutare diversivo. Bene! Ho anche notato che Swami non mi chiama mai con un nome maschile. No. Sempre "Draupadi " o "Vyjayanti Mala " ( Risate ) o "Yamini Krishnamurthy ". Sempre! Sempre! Tutti questi sono nomi familiari; bene, io ne sono contento perché, essendo Dio, Egli è al di là del genere. Baba fa così ma la gente ride a mie spese quando Egli mi chiama "Draupadi " e "Vyjayanti Mala "( Risate ). Chissà? Posso essere stato una donna nella vita precedente o avere un temperamento femminile ora, chi può saperlo? Potrei nascere donna nella prossima vita ( Risate ). Una volta è accaduto che Swami stesse distribuendo dei sari a tutte le oratrici del campus di Anantapur; Egli dette un sari anche a me ( Risate ), là sulla veranda. Se me lo avesse mandato di nascosto niente di strano, ma così sulla veranda tutti cominciarono a guardarmi! ( Risate ) Allora io dissi:

" Swami, un sari? "

E Bhagavan: " Non ti piace? È un sari " ( Risate ) Non si fermò qui e disse: " Indossalo! " ( Risate )

" Swami, no di certo in questa vita, no di certo ".

Egli disse: " Cosa? "

" Swami, come posso indossare un sari? Forse nella prossima vita ".

Allora chiese: " Per indossare un sari dovresti avere un'altra vita? Un'altra nascita? "

Per alleggerire, visto che Swami stava giocando, io dissi: " Ora che Tu hai detto che devo indossare il sari, io me lo metto ma sono sicuro che sarò molto più bello di tutte le donne presenti! " ( Risate )

Swami rise di gusto ed apprezzò lo scherzo! Il pensiero di indossare il sari mi fece pensare di essere più bello di tutte le donne presenti ( Risate ). Azione!

Cominciate le vostre azioni con una preghiera.

Quindi l'azione dovrebbe essere potente come il pensiero. Come rendere potenti i nostri pensieri? Noi abbiamo bisogno di fare delle azioni significative, determinate, orientate allo scopo e spirituali. Baba ha detto che, qualsiasi azione intraprendiamo, dobbiamo recitare una preghiera e poi cominciare. Negli affari o nelle costruzioni, nella pratica medica, all'ufficio postale, come professore, come leader di una nazione o cuoco in una cucina, un lavoro dovete pur fare ma, una volta che pregate ed iniziate il vostro lavoro, questo diventa adorazione. Il lavoro si trasforma così in adorazione. Questo è ciò che Baba dice; perciò la prima condizione per essere molto potenti nella nostra attività, per garantire che le nostre azioni siano determinate, è iniziare il nostro lavoro recitando una preghiera. La gente lo fa? Si. Osservate gli autisti dei camion, guardateli: come siedono e mettono le mani sul volante, prima di partire recitano il namaskaram e poi vanno. Osservateli! I ballerini sul palco: si inchinano al suolo e poi cominciano a ballare. Tutti i musicisti, prima di cominciare a suonare, pregano e poi cominciano l'azione. Perché? In tal modo l'azione otterrà successo, così l'azione sarà benedetta, non sarà mai lasciata a metà. Supponiamo che io stia suonando il tabla e quello vada in pezzi. Una volta è accaduto: un ragazzo stava suonando il kanijhar quando "tadaa! " quello finì a pezzi. Swami era lì seduto e si divertì un mucchio nel vedere la faccia di quel ragazzo che non poté far niente; non poteva certo suonare con quel tamburo sfondato. Quindi, per garantire di non fermarci a metà, per essere sicuri di andar avanti con successo sino al compimento, per cercare di ottenere lo scopo e per far sì che le nostre azioni siano pari ai nostri pensieri, abbiamo bisogno della benedizione di Dio e per questo ci inchiniamo alle nostre azioni: "Tasmai Namah Karmani" "Io mi inchino alla mia azione, io mi inchino al mio dovere, considero sacro questo dovere, come un rito. Io considero questo dovere come un'offerta a Te Signore!" Questo è il significato di "Tasmai Namah Karmani". Quindi offriamo tutte le azioni a Dio in modo che abbiano successo, e in modo che siano dedicate con spirito di abbandono, pure e prive di ego. Abbiamo bisogno della benedizione di Dio. L'aspetto della Divinità che benedice le nostre azioni è Mahalakshmi per cui il 21 preghiamo Mahadurga, la Dea che benedice i nostri pensieri, e il 22 preghiamo Mahalakshmi, la Dea che benedice le nostre azioni. Penso di essere stato chiaro. So che siete molto indulgenti e so anche che siete comprensivi e mi scusate se a volte mi ripeto; mi capita di ripetere certe affermazioni più volte per il modo con cui queste verità mi hanno sorpreso, per come certi dicta sono andati in profondità nel mio cuore ed anche a causa dei miei quarant'anni di servizio come insegnante. Quest'ultima ragione giuoca più delle precedenti ( Risate ).

I pensieri Divini e le azioni sacre generano conoscenza.

Ora pensiero ed azione insieme, un puro pensiero Divino con un'azione sacra che cosa vi danno? Conoscenza sperimentale, conoscenza esistenziale. Perché uso queste parole? È perché sono affascinato da queste tre parole? No. Noi leggiamo per il piacere di leggere. Tutta la conoscenza non è sperimentata perché noi non la mettiamo in pratica, tutta la conoscenza non è esistenziale perché noi la vogliamo sperimentare nel futuro. Io voglio meditare! Dall'anno 2010. Molto bene! Il mio piano quinquennale, il mio piano decennale ( Risate ). Per questo la nostra conoscenza non è esistenziale; la nostra conoscenza è un piano quinquennale, un piano decennale, la nostra conoscenza non è sperimentale perché noi non l'abbiamo messa in azione immediatamente. La nostra conoscenza non è sperimentale, non è esistenziale, non è sperimentale perché noi non la abbiamo sperimentata. Così la conoscenza rimane come informazione, come in un computer. Se volete acquisire un po' di conoscenza epica dalla Gita basta un clik su "Documenti ". I Brahma Sutra? Certo! Clik su "Immagini " si! Il cervello è diventato un computer con molte cartelle e schede; è pronto a ripetere, pronto a citare, pronto a dare lezione ma tutto questo non lo abbiamo mai sperimentato, mai vissuto, non è mai diventato una normale esperienza. Amici, il pensiero e l'azione insieme costituiscono un esperimento, sono vita vissuta, è la vita che mi dà un'esperienza.

Jnana, conoscenza-saggezza, si acquisisce sperimentalmente.

La conoscenza esistenziale, quella conoscenza sperimentale è chiamata jnana o saggezza. Jnana è conoscenza sperimentale e non informazione libresca, non ripetizione, non esercizio di memoria, non erudizione, non si trova in libreria. Non si tratta di consultare: Jnana è conoscenza sperimentale, esistenziale, profondissima, niente affatto superficiale; essa rimarrà con noi per molte vite future, è consapevolezza, è nel cuore e non nella testa. Tutta l'informazione, le statistiche, i dati, le registrazioni sono nella testa mentre l'esperienza nel cuore. Quindi, amici miei, la vera conoscenza- saggezza, la conoscenza esistenziale è saggezza che rimane con noi per sempre. Un esempio: io sto ascoltando i Bhajan; chiudo gli occhi e comincio a sperimentare Swami nel cuore, me lo godo, guardo la danza celestiale, sono estatico, dimentico me stesso e mi perdo. Dopo l'arati torno scortese e scostante come prima ( Risate ). Tutti noi abbiamo queste saltuarie esperienze come dei lampi di luce, stati di beatitudine. Tutti noi abbiamo sperimentato lo stato di beatitudine come un lampo, come il flash di una macchina fotografica: basta spingere il bottone e "tadaa! " ecco il flash. Dopo, buio assoluto. Tutti noi abbiamo sperimentato quello stato di beatitudine come un flash.

Il risveglio della kundalini.

Il risveglio della kundalini è di per sé una scienza. Una volta che la kundalini è svegliata, l'esperienza è lo stato di beatitudine. Tutti noi lo abbiamo, una volta o l'altra, come un lampo, come un flash. Pensare a Swami nel centro della fronte, sedere in meditazione, perdermi nel Bhajan, dimenticare me stesso leggendo la Sua letteratura o esser trasportato nell'altro mondo nel parlare di Lui con numerosi devoti, mi da quel lampo di beatitudine, il risveglio della kundalini. Alcuni chiedono: "Signor Anil Kumar, c'è nessuno che possa insegnarmi la tecnica per risvegliare la kundalini?" Io rispondo " Io non conosco nessuno e non so neanche cosa sia la kundalini ma posso dirvi una cosa: non avvicinate nessuno che ve lo possa insegnare ". " Perché? " Se una persona vi insegnasse questo processo in modo tecnico, scientifico, razionale, pratico, sistematico invece che in termini di beatitudine, vi trovereste presto in una clinica psichiatrica. Garantito! ( Risate ). Vi posso mostrare molta gente a cui questo è accaduto..... anche qui. Non esiste niente del genere; tenetevi distanti da loro perché lì c'è qualcosa di sbagliato. La conoscenza della beatitudine va ottenuta sperimentalmente.

Il secondo processo circa il quale dobbiamo stare attenti riguarda gli esercizi di respirazione o pranayama; questo va imparato sotto lo stretto controllo di un esperto ed è Bhagavan che lo dice in Jnana Vahini. In tale libro Egli pone decisamente l'accento sul fatto che praticare il pranayama è molto pericoloso se fatto in mancanza del controllo di un esperto: invece della beatitudine otterremo dei problemi alla respirazione. Gli esercizi di respirazione portano a problemi di respirazione, portano all'esaurimento nervoso. Tutte queste pratiche possono essere pericolose; è la nostra pazzia che ci fa correre dietro a queste cose. Una volta qualcuno chiese a Ramana Maharishi: "Oh Bhagavan! Cosa devo fare per godere dello stato di beatitudine? " Egli rispose: " Non fare ". La domanda era " Che cosa devo fare? "e la risposta fu " Non fare". Che cosa? Non fare? Qualcuno chiese: " Che cosa Swami? Che cosa hai detto? " Egli spiegò: " 'IO' vuole fare, l'ego. 'Io voglio fare questo' significa mente; 'Io ho fatto questo' è ego e mente come 'io voglio continuare a fare questo' ma la realtà è al di là dell'ego e della mente". Quando la realtà è al di là della mente e dell'ego, che cos'è che "TU " vuoi fare? Tutto ciò che è fatto con la mente è rovinato, è reso inutile per cui Ramana Maharishi disse:

" Che cosa? Vuoi fare? Non fare! "

Saggezza o Jnana

Quindi, amici miei, arriviamo alla terza fase: la prima è "icha shakti" che è il potere del pensiero, il potere della volontà, nel giorno di Mahadurga, il 21; la seconda è "kriya shakti", il potere dell'azione o Mahalakshmi; le due insieme danno come risultato la terza fase e cioè Jnana o saggezza. I due fili, positivo e negativo, permettono insieme il passaggio dalla corrente, è vero? Il positivo è il pensiero ed il negativo è l'azione: la corrente è la saggezza. Quindi ambedue sono necessari per l'illuminazione, perché ci sia corrente; questa è Jnana o saggezza, "Jnana shakti" o Mahasarasvati, il 23di questo mese. Noi adoriamo la Dea Sarasvati, jnana Sarasvati, la Dea della saggezza, la Dea della conoscenza sperimentale, della conoscenza esistenziale o consapevolezza. " Signore, se io ho Jnana, perché dovrei adorarla? " Dire questo significa solo che tu Jnana non l'hai affatto, che stai sprofondando in ajnana o ignoranza. La saggezza che è latente, che è immanente, che è il vero centro del mio essere, dovrebbe continuare a manifestarsi per tutta la vita ma questo non accade: un giorno sono completamente distaccato ed il giorno dopo sono terribilmente attaccato; un giorno sono perfettamente libero dai desideri ed il giorno dopo ne sono imbevuto, sto affogando nei desideri; un giorno sono equilibrato mentre il giorno dopo sono pieno di rabbia. Sono diventato imprevedibile. La conoscenza, quella saggezza, è presente a lampi, non è costante per cui, affinché quei lampi di beatitudine, quella corrente di estasi, quella illuminazione di gioia, quell'eccitazione ed entusiasmo rimangano con me, io ho bisogno della Grazia di Dio. Per questo noi adoriamo Mahasarasvati il 23, giorno di Vijaya Dasami, per chiedere che l'esperienza della beatitudine rimanga con noi per tutta la vita.

I tre aspetti della Divinità nelle nostre vite.

Quindi, amici miei, Mahadurga, Mahalakshmi e Mahasarasvati rappresentano tre aspetti della Divinità, tre aspetti dello stesso Dio, come un triangolo; questo è Mahadurga, questo è Mahalakshmi e questo è Mahasarasvati, come un film in 3D, come un prisma di vetro. Questi tre aspetti della Divinità, che esse rappresentano, sono molto importanti nelle nostre vite. E' per questo che la nostra celebrazione di Dasara è così sacra e santa in tutte le parti dell'India; è il momento in cui uno decide di iniziare un'attività spirituale, in cui uno stabilisce di studiare le scritture.

Navaratri: il numero nove è Divino.

C'è bisogno di moltissime attrezzature in questi giorni perché si attuano molte pratiche ritualistiche. Ora io non ho proprio il tempo per rivedere i dettagli del rito sacro, per esaminare i dettagli di tutto ciò che vedrete a partire dal giorno 17. Il rito sacro è lì ed io sono contento di dividere con voi l'obiettivo e l'intenzione della celebrazione di Navaratri. "Nava" significa "nove" ed il numero nove è Divino. Perché?

9x2=18 1+8=9

9x3=27 2+7=9

Andate pure avanti e troverete sempre questo risultato. Il 9 è Divino. Per questo i nostri studenti, appena ottenuto il numero di protocollo del loro esame, addizionano le cifre per vedere se il totale è 9 o no. Alcuni sono così fanatici che pretendono di avere il numero di targa dell'automobile ed il numero di telefono il cui totale sia 9. Il 9 è Divino; Navaratri, numero Divino. I giorni che stanno per arrivare si passano in attività rituali, sacre, nell'effettuare dei yajna e yaga. Nel rileggere attentamente le scritture al fine di purificare e santificare i pensieri e le azioni, jnana o saggezza viene per rimanere con me una volta per tutte.

Govindaya Namaha! Che Bhagavan vi benedica. Grazie. (Applauso)