Satsang

Domande e risposte

12 settembre 2004

Cari Fratelli e Sorelle,

Mentre venivo qui ho incontrato alcuni amici che desideravano avere delle risposte su alcune questioni, e avrebbero voluto che trovassi il tempo di rispondere durante la sessione di oggi. Ma dal momento che ero di corsa, non mi ricordo nessuna delle loro domande, per questo vi dico adesso : se avete delle domande sono pronto a rispondervi.

Quali sono le condizioni di salute di Baba al momento ?

Per quanto mi concerne, posso dire questo: a dispetto di quanto possiamo immaginare o sentiamo da vari discorsi, per quanto io so, Egli gode di ottima salute. Vivo e vegeto! Stamattina mentre mi dava istruzioni su alcuni annunci da fare, io ho sbagliato su un punto ed Egli mi ha dato una pacca forte sulla testa!

Questo vuol dire che è vivo e vegeto; se, al contrario, qualcosa non andasse bene, non sarebbe stato capace di colpirmi ! E’ perfettamente normale. Un’altra domanda per favore.

Come possiamo controllare la corruzione? Chi viene dopo Sai Baba?

Questa domanda mi mette in una condizione molto delicata. Spero che Baba mi aiuti! Cambierò l’ordine delle domande che mi avete fatto e risponderò alla seconda per prima. Dopotutto anche gli studenti hanno la facoltà di rispondere per primi alla domanda cui sanno rispondere meglio! (Risate)

Servite questo Sai adesso

Qualcuno chiese a Swami: " Chi verrà dopo di te?"

Baba diede questa risposta: "Non ti preoccupare di questo. Questo è lavoro Mio. Prendi invece, tutti i benefici che ti dona questa Incarnazione; sii pienamente gratificato da ciò che vedi. Vivi nel presente, non nel futuro. Il futuro penserà a se stesso, lascialo a me. Cerca di avanzare e di progredire spiritualmente."

In un’altra occasione un signore (Presidente di uno Stato) mentre stava facendo un discorso alla presenza di Swami, nel suo entusiasmo disse: "Bhagavan, io voglio servirTi, anche quando Tu ritornerai come Prema Sai!" (terza incarnazione dell’Avatar Sai). Io pensai : " Adesso gli dice qualcosa!" (Risate)

Successivamente, quando Swami riprese alcuni punti del suo discorso, disse: " Avete appena sentito questo signore dire che desidera servire la futura incarnazione Sai. Ma la Mia richiesta è che voi serviate questo Sai ora! A tutto il resto ci si penserà più tardi!." E questa è l’unica risposta che posso darvi.

La mente corrotta

La seconda domanda è relativa alla corruzione. La corruzione prevale in ogni parte del mondo, ma ancor di più in alcuni paesi sviluppati . Per varie ragioni, la corruzione è adesso ad un tasso elevato ed è prevalente in tutto il mondo. Baba afferma che la corruzione è di un certo tipo che conosciamo ma esiste anche una corruzione psicologica e spirituale: una mente corrotta. Corruzione non significa necessariamente l’antica pratica immorale di chi accetta tangenti, la qual cosa ci è familiare; mi riferisco a un altro aspetto, quello della mente corrotta. Una mente corrotta è una mente programmata, ristretta e prevenuta, una mente negativa e parziale che ha già preso la sua posizione senza concedere alcun spazio al dialogo o alla discussione. Perciò, cari amici, dobbiamo cercare di vedere la mente corrotta per poter sviluppare una mente libera. Dalla mente libera ci innalziamo verso la super-mente e dalla super-mente arriviamo ad uno stadio in cui la mente non esiste più. Ma ora abbiamo a che fare con una mente corrotta. Attraverso le buone qualità, cercando di essere critici nei confronti di noi stessi ed attraverso un’auto-indagine, possiamo elevare il nostro livello fino a raggiungere lo stadio più alto di ‘apertura mentale’. Con ulteriore sadhana ( pratica spirituale) possiamo raggiungere la ‘super-mente’ che è universale. Da qui, ci eleviamo ancora fino a raggiungere l’assenza di mente. Lo stadio senza la mente, o quello in cui la mente è stata eliminata, è quello più elevato. La mente annichilita o perduta, diventa il marchio della pratica spirituale

La corruzione deve essere controllata a livello individuale

La mente corrotta è lo stadio presente, ma dobbiamo comprendere fino a che punto è corrotta e perché è corrotta.

Dal punto di vista materiale, cosa dice Baba a proposito di questo?

Se si riforma l’individuo, si riforma la società

Se la società si trasforma, si trasforma la nazione intera

Se la nazione si trasforma, il mondo intero sarà un paradiso.

Dunque, la corruzione deve essere controllata a livello individuale dal proprio Sé e forse in seguito può essere completamente sradicata. L’Educazione ai Valori Umani’ di Baba o l’Educare, renderà certamente le persone consapevoli del loro Sé Interiore. I valori latenti, così illuminati e risvegliati, fioriranno facendo in modo che l’uomo eviti la corruzione.

Voi dite quindi che la mente corrotta è causata dall’ego?

Certamente La mente corrotta non è altro che ego. La mente corrotta non è altro che una mente egoista. Altre domande?

Mi è stato detto di non fare domande durante i vostri discorsi. E’ Giusto?

Sì, perché se ci fossero improvvise interruzioni per le domande, non sarei in grado di terminare l’argomento. Non è che io non voglia rispondere, sono felice di avere domande perché mi aiutano ad entrare sempre più in profondità nel soggetto, ma se non riesco a terminare l’argomento a causa delle interruzioni non andiamo da nessuna parte.

Cosa ci può dire del tirocinio degli insegnanti sul sistema educativo ‘Educare’?*

E’ più o meno una faccenda di organizzazione. Forse non sono competente per rispondere a proposito di questo particolare sistema organizzativo, ma abbiamo un’ampia letteratura sull’ ‘Educare’ . Per maggiori informazioni contattate Dharmakshetra Andheri a Mumbai. Per quel che ne so, loro hanno molte informazioni che saranno felici di comunicarvi. Comunque per incominciare posso dirvi alcuni pensieri.

Educazione è informazione; ’educare’ è trasformazione

Siamo abituati all’educazione, ma ora l’Organizzazione Sathya Sai, secondo indicazioni Divine, ha intrapreso in modo gigantesco la via dell’Educare’. Educare ed educazione sono due diversi sentieri o termini. Se non contraddittori per lo meno complementari. L’educazione, così come la conosciamo oggi è ‘informazione’; mentre Educare significa ‘trasformazione’, e questo è il risultato che ci si aspetta da questo programma. Si può dire anche che l’educazione è una collezione di conoscenze fisiche e biologiche, statistiche, dati, ecc. Tutto questo appartiene alla conoscenza esteriore, mentre l’Educare ha a che fare con la saggezza, la discrezione e la discriminazione.

‘Educare’ è intuitivo

Il centro dell’educazione è la testa dell’uomo ossia la sua memoria ed è sufficiente per noi che la testa sia in grado di ricapitolare, memorizzare e correre ai ripari in tempo di necessità; un po’ come un computer, premendo il cui tasto giusto, avrai le informazioni richieste. Allo stesso modo, l’educazione ‘usa’ la testa e la conoscenza per dare le informazioni relative al mondo esteriore di cui abbiamo bisogno. ‘Educare’ è qualcosa con cui siamo nati, è qualcosa di intuitivo, innato, saggio; non ha nulla a che fare con la testa ma solo con il cuore e con l’intuizione. Le informazioni materiali e la conoscenza esteriore, acquisita e sensuale, fanno parte dell’educazione.

L’educazione cambia di epoca in epoca

L’educazione cambia di epoca in epoca perché l’avanzamento nei campi della tecnologia, della scienza e dell’agricoltura è continuo. Teorie ed ideologie progrediscono ed avanzano rapidamente; prima che un libro su qualche argomento sia pubblicato, esiste già una nuova teoria! E la cosa è ancor più rapida con Internet! E’ molto facile raggiungere un PHD (dottorato di ricerca) oggi! Ai miei tempi ci voleva un anno solo per decidere l’argomento di tesi, poi un altro anno per raccogliere le informazioni, un altro anno ancora per le ricerche e le osservazioni ed infine ancora un anno per preparare la tesi! Quattro anni minimo! Ma oggi, con Internet, si ha accesso immediato ai servizi di tutto il mondo con le più recenti informazioni. La gente può espandere le sue ricerche, invenzioni, conoscenze ed investigazioni scientifiche. L’educazione è un continuo mutamento.

‘Educare’ non cambia mai

Educare è ciò che è costante e non muta mai, è permanente, immortale ed eterno, perché i valori non cambiano mai. Quindi la teoria dell’Educare porta dei valori che sono eterni in una società mutevole, mentre l’educazione è soltanto il sistema di migliorarne le comodità e lo stile di vita. L’educazione richiede un insegnante esterno, un programma di studio, un istituto universitario, un curriculum ecc. L’Educare, non ha nulla a che fare con tutti questi agenti esterni, perché non è altro che il risveglio dei nostri concetti interiori, dell’essere interiore, della scintilla interiore di cui siamo il prodotto e che è sempre presente, immanente e latente. L’educazione fa di me un uomo civilizzato, mentre l’Educare fa di me un uomo di cultura. Un uomo civilizzato è diverso da un uomo di cultura. Ma è meglio che non discutiamo su questa differenza che, se guardiamo al conflitto che esiste tra la civilizzazione e la cultura dell’umanità, è soltanto apparente. L’educazione è puramente individuale: io sono un laureato, io ho un dottorato post-laurea. E’ assolutamente un traguardo individuale ed un’acquisizione di conoscenza individuale.

L’Educare invece è uniforme, nessuno può dire: "Io sono superiore a te"o " Io sono inferiore a te" perché il centro della nostra vita, il nostro vero essere, il Sé, la quintessenza, è lo stesso in tutti. Per farvi un esempio concreto posso dire:

qui c’è un punto ed intorno a questo punto traccio un cerchio. Poi ne traccio un altro ancora più grande e poi un altro e un altro. Io posso continuare all’infinito a tracciare cerchio dopo cerchio, sempre più grandi, ma tutti questi cerchi avranno sempre un solo punto centrale. Ugualmente, noi possiamo essere di diverse dimensioni, fisicamente, mentalmente, didatticamente, intellettualmente, culturalmente e possiamo suddividerci in diversi livelli, ma nel punto centrale del nostro vero essere, siamo tutti uno anche se le nostre periferie sono diverse! Perciò Educare è lo studio del nostro essere centrale mentre l’educazione è lo studio della conoscenza di tutto ciò che è periferico.

L’educazione dovrebbe condurci all’Educare

L’educazione richiede l’osservazione del mondo esterno. Tutte le nostre scienze, fondamentali e sociali, sono basate sulla conoscenza esteriore. Si basano sui 5 elementi, così come vengono osservati dai sensi di percezione. Usando i sensi di percezione, noi abbiamo una visione esteriore dalla quale traiamo certe conclusioni e questa viene chiamata conoscenza. Questo è tutto ciò a cui si riferisce l’educazione. L’Educare invece, richiede un’inversione verso ciò che c’è all’interno di noi stessi. Lo studio esteriore perciò si chiama educazione, mentre lo studio delle profondità interiori è Educare. Il punto adesso è questo: se noi consideriamo queste due come contraddittorie non arriviamo da nessuna parte. Bhagavan Baba punta sempre alla sintesi, all’equilibrio tra le due:

L’Educazione è per il nostro modo di vivere, Educare è per la nostra vita. L’Educazione è per la nostra condizione sociale, Educare è per nostro Sé.

L’Educazione riguarda un disegno sociale, norme sociali, un modo di vivere nazionale. L’Educare invece è la conoscenza del Sé, la consapevolezza del Sé, il risveglio del Sé, l’esperienza del Sé. L’educazione dovrebbe condurci all’Educare: una meravigliosa sintesi tra l’esterno e l’interno. Si può paragonare alle due facce della stessa moneta: entrambe formano la moneta stessa. Allo stesso modo, l’educazione si occupa del mondo esteriore e l’Educare del mondo interiore mentre entrambe formano la vita umana. Questo modellare la personalità umana è veramente bello: l’educazione ci aiuta a sviluppare la personalità mentre l’Educare ci aiuta a sviluppare l’individualità. Noi abbiamo bisogno di entrambe: se avessimo solo la personalità, saremmo umani solamente nella forma ma non nella natura; se avessimo solamente l’individualità, avremmo bisogno di essere funzionali ed operativi sia nella comunità che nella nostra professione. I talenti professionali e le obbligazioni sociali sono tutti basati sull’educazione; come membri della comunità, non possiamo ignorare l’educazione. No! Saremo incompleti e mal equilibrati se ignorassimo l’educazione, essa è assolutamente necessaria per questo nostro soggiorno sulla terra. L’Educare ci risveglia; è realizzazione, non raggiungimento. Con l’educazione noi raggiungiamo quello che desideriamo qui sulla terra, l’educazione è il raggiungimento e l’ottenimento, mentre l’Educare è realizzare ciò che è già in esistenza. Penso di aver risposto alla domanda che mi è stata fatta mentre arrivavo qui. Prima di rispondere alla prossima domanda, permettetemi di ricordarvi che ogni risposta viene dalla letteratura Sai, non proviene dalla mia immaginazione e non è una mia elaborazione. Se non conosco la risposta sono abbastanza coraggioso di dirvelo e di aspettare l’opportunità per chiederla a Swami. Mi segno alcuni appunti che possono essere controllati da Swami. Prego per avere questa opportunità. Niente è garantito. Quando non avete niente da chiedere, Lui si ferma davanti a voi e vi chiede: "Novità?" e voi non avete nessuna novità! Dobbiamo abituarci a questo, non c’è alternativa! (Risate).

Come si raggiunge la liberazione? Io amo la natura. Se ottengo la liberazione devo rinunciare al mio amore per la natura?

Permettete che io risponda a questa domanda. La parola ’liberazione’ ha significato quando ne esiste una opposta come ‘schiavitù’. Io voglio essere liberato dalla schiavitù, ma se la schiavitù non esiste, la parola ‘liberazione’ non ha alcun senso. Quindi, quando noi chiediamo di essere liberati, significa che siamo vincolati, indirettamente accettiamo il fatto che siamo vincolati; alcune persone lo sanno, fortunatamente, ma molte persone non lo sanno. Quando io so di essere vincolato, mi sento soffocato, a disagio; quando invece non so di essere vincolato, anche il vincolo diventa confortevole ed a questo punto ‘ignoranza è felicità’. Non mi riferisco a questa fortunata categoria di persone ma a coloro che sentono di essere in schiavitù e che pregano per diventare liberi; questa è la vera questione.

A questo proposito Baba afferma che la liberazione non dovrebbe essere desiderata. La liberazione non è una promessa, non è uno stato che deve essere raggiunto, che si deve ottenere, per il quale combattere o al quale aspirare; non si deve combattere o tribolare per essere liberati, non ho bisogno di desiderare di essere liberato. Perché? Perché io sono nato libero, sono libero per nascita. Ogni bambino è un essere libero ma, dal momento in cui avanziamo in età, ci rinchiudiamo in una gabbia e ci mettiamo le catene. Noi cadiamo in questa trappola di schiavitù da soli, nessuno ci chiude in gabbia e non abbiamo nessuno da biasimare.

L’ego è la schiavitù

Una delle ragioni, per cui tutto questo accade, è il problema dell’ego. L’ego è la vera schiavitù, l’ego solamente è la gabbia, è l’ego che è dualistico e doloroso, è l’ego che reagisce, che risponde, che è ricettivo, pieno di sofferenza e disperato. Perciò è soltanto l’ego la nostra schiavitù. Questo problema dell’ego si presenta a noi per un periodo di tempo. Un bambino non ha questa sensazione di ego, egli gioca tranquillo: se lo sgrido, piange ma dopo cinque minuti torna a sorridere. Se invece ora tu mi fai piangere, me lo ricorderò per tutta la vita, anzi, vedrò di farti piangere per il resto della tua! (Risate) Quindi noi reagiamo a causa del nostro ego. La schiavitù è ego. Liberazione è l’assenza di ego. Uscire da questa gabbia di ego significa essere liberi. Baba mi ha dato un esempio molto semplice ( naturalmente può essere trovato anche nei libri): quando si cerca di prendere una scimmia, si usa un vaso di terracotta con l’apertura stretta con all’interno alcune noccioline. La povera scimmia infila la mano del vaso, prende le noccioline e le tiene strette nel pugno per cui, quando vuole sfilare la mano, non ci riesce perché l’apertura è troppo stretta. La scimmia crede che qualcuno le trattenga la mano e corre dappertutto per liberarsi, ma nessuno tiene la sua mano! E’ soltanto il suo pugno stretto che è troppo grande per passare dal collo del vaso! Cosa deve fare la scimmia per liberarsi? Non lottare contro un fantomatico uomo, qualcuno che le trattiene la mano, ma semplicemente lasciare le noccioline. Quando avrà liberato la presa, la mano uscirà dal vaso magicamente, semplicemente e senza alcuno sforzo. Quindi cari amici, la schiavitù è come la scimmia che trattiene stretto nella presa il pugno di noccioline. Le noccioline sono i desideri, tenerli stretti nella presa significa essere in schiavitù. Il vaso è la nostra vita, l’Io’ è la scimmia. Pensare che qualcuno mi trattenga e che io sono in schiavitù è solo immaginazione. L’unica cosa che devo fare è lasciar andare le noccioline. Questo è tutto.

Abbandoniamo i desideri ed automaticamente usciremo dall’ignoranza.

La schiavitù è più che immaginazione

La schiavitù è più che immaginazione: è allucinazione. La schiavitù è qualcosa che ci costruiamo da soli a causa del nostro ego, avviene a causa dell’identificazione con la mente e con il corpo. Per farvi un esempio vi racconto questo:

un uomo disgraziatamente sputò sul viso di Ramana Maharishi. Che gesto odioso! Ma Ramana Maharishi non si scompose e rimase calmo. L’uomo se ne andò a casa piangendo per il folle gesto compiuto; non sapeva perché lo avesse fatto ed era profondamente pentito. Dopo due giorni ritornò e cadde ai piedi di Ramana Maharishi supplicandolo: " Perdonami , Maestro! Ho sputato sulla tua faccia, ho fatto un atto scellerato! Perdonami!"

Ramana Maharishi rispose: " Hai fatto questo? Non lo sapevo! Puoi sputare su di me? No! Io e te siamo uno. L’Io in me è lo stesso "Io" in te. Quando avresti fatto questo dunque? Non l’hai fatto! Io ho sputato sul mio stesso corpo perché noi non siamo diversi al livello dell’Io."

Quest’uomo si sentì di essere stato un pazzo; in seguito, divenne il più grande seguace di Ramana Maharishi. Perciò il legame inizia dal momento in cui consideriamo che ci sia un secondo individuo. Nel momento in cui io sento di essere la mente, un’entità individuale, sorge la schiavitù.

La natura non è altro che il riflesso di Dio

La seconda parte della domanda riguarda la natura: " Io amo la natura. Se divengo libero, devo rinunciare a questo amore per la natura?" La risposta è questa amici: La Natura non è altro che il riflesso di Dio.

Sarvam Vishnu Mayank Jagath

Jagat= mondo Sarvam= Il mondo intero Vishnu Mayank= è pienamente divino






Vishwam Darpan Drishya Marana Nagari

Vishvam= L’universo intero

Tarpana Drishhya Marana Nagari = Così come vedo me stesso di fronte allo specchio.

Per questo si dice che, Dio vede Se stesso nello specchio della Natura e quindi la Natura non è altro che il riflesso di Dio. La Natura che non mostra se stessa è Dio e Dio manifesto è la Natura. Quindi quando amiamo la Natura noi amiamo Dio; non possiamo negare la Natura, non possiamo abusare della Natura perché essa è Divina. Ecco perché Baba dice:

La Natura è il migliore degli insegnanti

La vita è il migliore degli insegnanti.


Perché?


La natura insegna

La Natura dimostra precisione. Il sistema solare e lunare, le galassie, le stagioni, i cinque elementi: quale ordine, quale accuratezza, come sono perfetti ed armoniosi! La Natura insegna pertanto la lezione dell’unità, dell’amicizia, della cooperazione e dell’armonia. Insegna l’unità e l’unidirezionalità. La Natura insegna la lezione del sacrificio: nessun fiume beve la sua stessa acqua, nessuna mucca beve il suo stesso latte, nessun albero mangia i suoi stessi frutti. La natura insegna la lezione dell’assenza di egoismo. Il sole è responsabile del sostentamento dell’intero mondo organico: piante, animali ed esseri umani vivono grazie alla luce del sole; ma il sole non si aspetta neanche una parola di ringraziamento da noi, Egli compie tutto questo automaticamente. " L’amore senza dovere è Divino", afferma Baba. Il sole non è vincolato dal dovere, fa tutto per Amore. La Natura insegna dunque questa lezione: L’Amore senza dovere è Divino. La natura insegna anche la lezione della tolleranza. Le montagne restano immobili a dispetto delle tormente, del vento, del caldo afoso e del freddo insopportabile, esse non ne risentono. La loro pazienza e sopportazione è una lezione della Natura per tutta l’umanità. Gli alberi sono disponibili a fare ombra a chiunque, a qualsiasi classe sociale, nazione o casta appartenga. Un albero non si preoccupa di quale sia il tuo ceto; è pronto ad offrire la sua ombra a chiunque venga a ripararsi sotto di lui. Ecco che l’albero ci insegna la lezione dell’equità e dell’equanimità. Gli animali, le scimmie, gli uccelli e gli elefanti si muovono tutti insieme; solo l’uomo vuole stare da solo. La Natura ci insegna la lezione del vivere nella società. Le formiche ci insegnano la determinazione: se voi fermate una formica sul suo percorso, essa troverà un modo per aggirare l’ostacolo e continuerà la sua via. Noi invece, se troviamo una porta chiusa, torniamo indietro subito. La formica non ha paura delle porte chiuse, riuscirebbe anche a ‘saltare’ l’ostacolo se potesse, perché ha una grande determinazione. Infatti la determinazione è la lezione che le formiche insegnano all’umanità. Osservate un leone, può anche essere debole e sofferente, può essere anche a digiuno da molto tempo, ma non si abbasserebbe mai a mangiare solo erba sporca, in nessuna circostanza. Questo è la dignità ed il prestigio.

Quindi, obbedire alla Natura, avere un’attitudine gentile nei confronti della Natura è la nostra vera essenza; che non è altro che il riflesso del Divino.

Come possiamo liberarci dalle tendenze malvagie ?

Il primo punto da chiarire è che le tendenze e le caratteristiche non sono di oggi: noi ci stiamo portando addosso questo bagaglio dalle ultime sette vite, non le possiamo cancellare all’improvviso. Quale dovrebbe essere dunque la nostra attitudine nei confronti di queste tendenze malvagie, secondo Swami? Per prima cosa dobbiamo fare un auto-esame ed essere consapevoli dei nostri difetti. Prima di dire che tu sei arrabbiato, cercherò di vedere che io stesso non sia arrabbiato; prima di dire che tu sei geloso, cercherò di essere consapevole della gelosia che c’è in me. Imparerò a ripulire prima me stesso, poiché queste caratteristiche negative sono dentro di me. Amici miei, cerchiamo di sentire simpatia l’un l’altro. E’ solo una questione di dosi. I tratti cattivi in una persona possono essere della misura di una pallina di ribes o di un seme di senape, mentre in altri possono essere grossi come una zucca. E’ solo una questione di misura, grado o intensità ma essi sono presenti in ciascuno di noi. Quindi la prima cosa che possiamo fare è divenire consapevoli delle nostre debolezze; cerchiamo di osservarle , di vedere dove cominciano e quindi di liberarcene definitivamente.

Liberiamoci delle tendenze malvagie lentamente

Dal momento che queste cattive tendenze non sono di oggi, ci vuole del tempo per liberarcene, pian piano. Ecco un esempio: imporrò a me stesso di smettere di fumare dal 15 Settembre, smetterò quel giorno. E’ un’ottima decisione! Ma dopo quel giorno riprendo a fumare ancor più tenacemente (Risate). Perché per ogni azione, ce n’è un’altra uguale ma opposta; quindi queste cose che noi fermiamo con la forza, reagiscono e ritornano indietro rafforzate. Baba ci da un esempio. Quando spengete il ventilatore, le tre pale non si arrestano subito: esse continuano a girare piano, sempre più piano, fino a fermarsi del tutto. Così è anche con le cattive tendenze: si trasformano pian piano. Tutto incomincia con il divenire consapevoli, quindi si cerca di eliminarle lentamente. Non c’è bisogno che io ripeta ogni volta che queste sono le risposte che ha dato Baba, ma lo faccio ancora perché non vorrei che qualcuno pensasse che tutto questo provienga dalla mia immaginazione o che io vi dia queste risposte perché sono un uomo intelligente. Non sono così intelligente! (Risate)

Se fossimo coscienti quanto dannose e negative sono queste tendenze , noi non le nutriremmo, non vorremmo innaffiarle, svilupparle, farle crescere. Quindi facciamo in modo di conoscere le nostre cattive qualità e di comprendere bene il male ed il danno che possono fare. Qual è il pericolo che si corre? Per prima cosa posso perdere il nome ed il prestigio a causa delle mie cattive qualità; in secondo luogo porto discredito anche al nome della mia famiglia; terzo, conduco una vita disonorevole, di disprezzo, di umiliazione, di vergogna, destinata infine alla totale rovina. Per cui, una volta riconosciuto il pericolo di queste cose negative, farò immediatamente un tentativo per liberarmene. Baba diede questo esempio: " Se credo di aver preso in mano una corda, posso anche giocare con questa ma dal momento che so che si tratta di un serpente, lo lascerò immediatamente perché non voglio morire colpito dal suo morso velenoso!" Lo stesso può dirsi delle tendenze negative: se saremo consapevoli di quanto esse siano pericolose le lasceremo immediatamente andare. Quindi, la consapevolezza della loro pericolosità ci aiuterà a liberarcene anche se lo faremo lentamente e ci vorrà un po’ di tempo.

Tutto è una reazione dei nostri sentimenti interiori

Il prossimo punto è questo: cari amici, il nostro interagire con coloro che possiedono queste tendenze cattive ci agita particolarmente se avviene nel nostro ufficio o nella nostra organizzazione. Quando dobbiamo lavorare con molta gente, queste cose contano. E’ facile dire " Sii consapevole delle tendenze negative" ma è molto difficile metterlo in pratica; è più facile dire che fare. Ma c’è una cosa, molto difficile da accettare, che Baba ci dice: " Tutte le cattive tendenze che tu trovi nelle altre persone sono le tue stesse cattive tendenze. Tutto è un riflesso dei tuoi sentimenti interiori." Quindi amici, tutte le tendenze negative che noi troviamo nei colleghi, nei compagni, in coloro con cui lavoriamo ed interagiamo, possono mostrarci le potenziali inclinazioni negative come riflesso del nostro essere interiore. La prossima cosa da dire su questo argomento è che il miglior modo di comportarsi in tali situazioni è non reagire. Ma come si può fare? Il Signore Buddha andava di porta in porta con la ciotola dell’elemosina. Il cibo che raccoglieva era il suo pranzo o la sua cena. Un giorno si fermò davanti ad una casa e disse: " Bhagavati, dhaan do. Oh Madre, dammi del cibo!" Il padrone di casa uscì e lo aggredì dicendo: " Mendicante vattene! Perché non vai a fare qualche lavoro duro, non ti vergogni di questa vita? " E continuò ad inveire dicendo qualsiasi cosa gli passasse per la testa. Il Signore Buddha se ne stava in piedi sorridente; Egli sorrideva solamente. L’uomo si meravigliò: " Come puoi sorridere se ti dico che sei un fannullone, se ti dico che dovresti vergognarti della vita che fai e ti insulto in tutti i modi!" Il Signore Buddha rispose : " Immagina che tu voglia spedirmi una lettera: se io rifiuto di riceverla la lettera ritornerà a te! Supponi che tu voglia darmi un regalo: se io lo rifiuto cosa accade? Esso ritornerà a te e tu te lo devi riprendere. Così è per tutti questi commenti che tu hai fatto, nessuno di loro mi ha raggiunto, per questo sorrido." Questo significa ritornare al punto centrale del cerchio, questa è l’attitudine che dovremmo avere secondo gli insegnamenti del Bhagavan. Il Bhagavan ci dà anche un altro metodo per affrontare le sfide: chiedi a te stesso " Perché quest’uomo è geloso di me? Ha un complesso di inferiorità? Può essere che non riesca ad essere all’altezza della situazione come vorrebbe. Forse desidera migliorare se stesso ma non ci riesce. " Per questi motivi egli sviluppa uno struggimento interiore che si esteriorizza nella rabbia, nell’invidia e nella gelosia. ‘ Io vedo che tu riesci ad ottenere quello che vuoi, mentre io non ci riesco, non riesco a fare neanche un passo verso il successo mentre tu invece sei già arrivato!’ Questa persona prova un grande turbamento interiore, per cui se tu dici " Lui è geloso di me!" io ti dico "No, lui è un uomo turbato." Tu puoi dire " E’ arrabbiato con me "; io invece ti dico " No, si sente inferiore ed è scosso interiormente, è una persona agitata. Lasciamogli un po’ di tempo per calmarsi e ritornare più tranquillo."

Sadhana (pratica spirituale) vuol dire vita equilibrata

La vera sadhana, infatti, è la convivenza con persone di ogni genere. Se tutti sono d’accordo con me, mi applaudono e sono gentili, se mi lodano fino alle stelle…questa non è sadhana. Fare pratica spirituale vuol dire avere una vita equilibrata anche in mezzo a circostanze avverse. E’ un po’ come la lingua che vive circondata da denti aguzzi. Potete fare qualche sperimento se volete oggi pomeriggio! (Risate) La lingua è sempre attenta ed ha sempre successo, non cade fuori ne viene morsicata dai denti aguzzi neanche se stanno masticando della canna da zucchero! La lingua è anche umile e gentile: si sporge solamente quando è necessario. Dalla lingua impariamo e cerchiamo di interagire con gli altri il meno possibile; in questo modo non ne resteremo disturbati.



Che cos’è il patriottimo?

Patriottismo e spiritualità sono sincronizzati ed integrati. E’ bello che un giovane pensi in questo modo, è una cosa molto buona e prego Baba che ti benedica. Il patriottismo è amore per il proprio paese, è devozione, dedizione e lealtà verso la propria patria, è un impegno verso un’unica propria ideologia, ma ci mettiamo nei pasticci quando diventiamo fanatici. Quando passo dall'amore al fanatismo, divengo lunatico ed un problema per la società. Patriottismo non significa soltanto una lotta esteriore, non è soltanto uno spirito di gruppo, non è il monopolio di un gruppo di individui. Il patriottismo è un diritto di nascita, un valore culturale, qualcosa di essenziale. Il problema sorge quando alcuni individui sostengono di essere gli unici patrioti; sarebbe la stessa cosa se voi ora proclamaste di essere le sole persone nobili. E’ assurdo, è solamente una visione parziale della verità e non la verità intera. Il patriottismo è comunque una qualità che ognuno dovrebbe avere. Perché?

La nazione è il corpo

Baba afferma: " Desa, la nazione è deha, il corpo. Desa e deha non sono diversi. Così come tu ti prendi cura di deha, il corpo, devi anche prenderti cura di desa, la nazione. Se tu trascuri il tuo corpo e ti riempi di vizi, naturalmente ti ammalerai."

Allo stesso modo, se noi non seguiamo il patrimonio culturale, la tradizione, la gloria, la storia e la legge del nostro paese, siamo dei traditori. Quindi essere negligenti nei confronti del corpo è come esprimersi con totale indifferenza verso il proprio paese. Cosa dice Baba? Egli definisce il patriottismo in questo modo: " Aderisci alla tua stessa cultura, a quella del luogo in cui sei nato." Non si dovrebbe mai dire: " Questa è l’unica cultura." Gli Americani hanno la loro propria cultura, gli Inglesi hanno la loro propria cultura. Seguire la cultura del proprio paese vuol dire essere patrioti ma considerarla l’unica è fanatismo.

Seguire i valori è più importante che reclamarli ed acclamarli. Per esempio, io posso dire " L’India è veramente grande. L’India è la terra dei Veda" ma non conosco neanche un singolo sloka (verso) dei Veda! ( Risate) Posso dire che è un grande paese pieno di ricchissime tradizioni e di un valore spirituale veramente profondo….. e non aver mai letto la Bhagavan Gita! Posso dirmi un patriota? Quindi, il patriottismo è seguire la tradizione e la cultura della propria terra, è essere pronti alla difesa del proprio paese quando la libertà viene minacciata. Questo è patriottismo.

Definizione di hindu

Che meravigliosa definizione ha dato Baba della parola Hindu! Questa parola è stata grandemente mal interpretata e fraintesa conducendo così a fazioni, tensioni, saccheggi, divisioni ed altre cose. Ma cosa dice Baba a proposito dell’Induismo? Egli dice che Hin significa ‘ violenza’ , mentre du significa ‘star lontano da’. Quindi Hindu vuol dire ‘ stare lontano dalla violenza’. Ora ditemi, chi è che non è un Hindu? Può un uomo dirsi ricco e vivere dentro la stazione? Che ricchezza sarà mai la sua? Per cui un vero Hindu deve essere assolutamente separato da himsa, ossia dalla violenza, secondo la definizione data da Swami.



Un’altra definizione di Hindu.

H- History (Storia). Si dovrebbe conoscere la storia del proprio paese.

I - Individuality ( Individualità). Dovremmo conoscere la sua unicità, la sua propria natura e preziosità

N – Nobility (Nobiltà). La nobiltà è la capacità di tolleranza e di pazienza nei confronti di tutti; " Sei Cristiano? Benvenuto! Sei Buddista? Benvenuto!" senza alcun bisogno di lotte interne.

D – Divinity ( Divinità). Vedere la Divinità ovunque. Baba dice che gli alberi, gli uccelli, le montagne, i formicai sono tutti Divini. In alcuni posti ci sono persone che adorano gli alberi; l’erba e le foglie intorno agli alberi vengono offerte a Ganesha. C’è questa adorazione degli alberi, perché gli alberi sono Divini. Gli uccelli sono adorati perché essi sono il veicolo di Sri Mahavishnu. Le montagne, sono la dimora del Signore Venkateswara che vi dimorò per sette anni. La gente offre il latte ai formicai, un rituale che viene seguito ogni anno durante la festa di Deepavali. Tutti questi sono esempi di adorazione Divina nel nostro paese, questo significa che il Divino è presente in tutto l’universo.

U – Unity (Unità).L’unità non è solamente un fatto fisico; l’unità è psicologica, intellettuale e spirituale e questa unità che si stabilisce su livelli totalmente differenti è rappresentata dalla lettera U.

Vi ringrazio per il vostro tempo. Questo pomeriggio non abbiamo un programma esteso perché più tardi c’è un programma musicale e dobbiamo essere pronti.

Buon pranzo a tutti. Grazie per avermi invitato.

OM…Om…Om..

* Note: ‘Educare’ (pronuncia: "educhèa") è il nome dato ad uno speciale programma che viene seguito da tutte le unità dell’Organizzazione Sathya Sai nel mondo.Si può tradurre dando al termine questo significato: ‘Prendersi cura di trasmettere un insegnamento’. Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento si rimanda il lettore al discorso di A. Kumar sull'argomento.