Satsang

Japam, la ripetizione del Nome di Dio

5 settembre 2004

Il Japam rende la mente libera dai pensieri legati al mondo.

Cari Fratelli e sorelle,

parlavo con voi la scorsa settimana di certe definizioni e di ciò che queste implicano. Per riassumere, vorrei attirare la vostra attenzione sulle due più importanti. La prima riguarda il Japam, che significa ripetizione del Nome di Dio quante più volte sia possibile. Qual è il vantaggio principale del Japam? E’ quello di rendere la mente libera da qualsiasi altro pensiero materiale. Per mezzo della ripetizione del Nome di Dio la mente si svuota. La tensione viene provocata dal costante flusso dei pensieri. I pensieri che sono legati al passato ed al futuro sono la fonte principale dell’ansietà e della preoccupazione. Per questo la mente, di tanto in tanto, deve essere svuotata come nell processo di pulizia del computer in cui l’intero campo di informazione deve essere svuotato e ripulito altrimenti sarà soggetto all’attacco dei virus. Anche la casa, qualche volta, deve essere totalmente pulita e lavata, rimuovendo tutti i mobili, per evitare che si formi la muffa. Allo stesso modo la mente, ogni tanto, deve essere svuotata se volete essere rinfrescati. Di solito noi non siamo affatto freschi perché la mente è un cumulo di informazioni, è piena di pensieri che riguardano il passato e che si riferiscono al futuro, è affollata e ingorgata dai pensieri! Come risultato, noi non siamo liberi, non siamo felici, non siamo capaci di ridere di cuore e siamo pieni di tensione. Per questo abbiamo bisogno di svuotare la testa e questo processo di pulizia si chiama Japam, ossia ripetere il Nome di Dio quante più volte sia possibile.

Il Japam aiuta il controllo dei sensi

Per il Japam non ci sono momenti speciali, non vi è un posto separato o una procedura particolare; la vostra volontà ed il vostro amore nella ripetizione sono sufficienti. Dal momento che il processo del pensiero è portato sotto controllo dalla ripetizione del Nome di Dio, i sensi non saranno più attirati dall’esterno: gli occhi non guarderanno più tutto quello che vogliono, le orecchie non potranno ascoltare tutto quello che desiderano perché state ripetendo il Nome di Dio con gli occhi chiusi. In altre parole, con il Japam, avrete il controllo dei sensi. Ecco perché il Japam è una pratica presente in ogni religione ed in ogni fede. Alcuni si impongono delle regole: "Ripeterò il Nome 1000 volte" , "Lo farò 1008 volte". Un vantaggio del Japam è quindi il controllo dei sensi ed un altro vantaggio è che la mente viene automaticamente controllata proprio perché viene resa libera. Nel ripetere il Nome di Dio il processo del pensiero viene controllato e quando questo avviene, la mente è totalmente annullata. Essa diventa vuota, inattiva, inerte, passiva, priva di azione, rimane assolutamente statica. Questo è il modo di svuotarla totalmente da tutti i pensieri. Quando la mente è svuotata è vibrante di gioia, è carica di beatitudine. Chi sono le persone felici? Sono quelle che svuotano la mente di tanto in tanto. Non importa se sono giovani o vecchi. Ci sono persone anziane molto felici e giovani e ragazzini che sono infelici. Perché? Tutto è causato dalla mente. Perciò amici, per concludere questo punto particolare, il controllo della mente ed il controllo dei sensi sono due grandi vantaggi della ripetizione del Nome di Dio.

Meditazione significa connessione interiore

Il secondo aspetto è Dhyanam ossia meditazione. Quali sono i vantaggi della meditazione? Cos’è la meditazione? Perché meditare? La meditazione è un processo attraverso il quale vi connettete con il vostro sé interiore. Per fare un esempio potete pensare alla connessione Internet: per prima cosa dovete connettervi con la linea telefonica e solo dopo potrete avere la connessione con Internet. Giusto? E’ una settimana che sto imparando l’uso del computer ed ora ne faccio bella mostra! (Risate). Perciò ci si deve connettere innanzitutto con la linea telefonica, con il Japam; e solo dopo ci si può connettere con Internet ossia Dhyanam. Dunque, Dhyanam (meditazione) è la connessione verso l’interno: direttamente a Yahoo.com! Connettetevi interiormente ed avrete tutti i messaggi. La "parola chiave" è il dolce Nome della vostra Divinità, che può essere differente da persona a persona. Capite? Quindi nel momento in cui ci rivolgiamo all’interno di noi stessi è attivato il processo chiamato meditazione.

La Meditazione porta stabilità della mente

Perché dobbiamo rivolgerci interiormente? Per stabilire una connessione con il nostro Sé. Solo dopo la connessione telefonica si riesce ad avere il collegamento ad "Internet Explorer"; allo stesso modo, solo dopo aver fatto silenzio nella mente, ci si può connettere con il cuore. Questo processo è chiamato meditazione. Fintanto che siamo connessi con la mente noi proviamo paura, abbiamo paura ad affrontare la vita e le sue sfide, desideriamo fuggire dai problemi che la vita ci crea in nome della religione, temiamo la competizione ed abbiamo paura di ogni individuo. Questo tipo di bhaya (paura) è dovuto all’indulgenza verso la mente ed i suoi coinvolgimenti ma quando essa diviene inattiva attraverso Japam e vi connettete con il cuore, allora diventate molto forti poiché il cuore è il centro dell’assoluta mancanza di paura. Il cuore è il centro dell’Amore, il cuore è il centro del sacrificio. Connettetevi con il gioiello che si trova nel cuore e non con il mercato del pesce che si trova nella mente! (Risate) La mente è davvero il mercato del pesce, un ingorgo di pensieri che non vi porta in alcun luogo o ,al massimo, dallo psichiatra! Quando siete connessi con il cuore, potete invece godere dell’equanimità, potrete godere della stabilità della mente nonché della calma e del benessere che ne conseguono. Questo processo è chiamato meditazione. Quindi la meditazione ha due passaggi: il primo è la ripetizione del Nome di Dio che viene chiamata Japam ed il secondo è la connessione con il proprio Sé nel cuore, attraverso il processo meditativo, che vi garantisce beatitudine, stabilità, calma, equilibrio, equanimità ed assenza di paura. In meditazione non dovrebbe accadere "nulla". Cosa dovrebbe accadere durante il processo di meditazione? (Naturalmente mi devo scusare se ripeto alcuni punti, ma sono stato insegnante per quarant’anni e le vecchie abitudini sono dure a morire!). Dunque, cosa accade in meditazione? Assolutamente "niente" . Tutto qui. Non accade nulla perché questo è uno stadio del cuore. La mente chiede: "Cosa ottengo? Cosa raggiungo? Cosa compio? Cosa sono? Chi sei tu? Chi sono gli altri?£" La mente ha sempre delle aspettative, aspira sempre a qualcosa. La mente desidera sempre che le sue ambizioni siano soddisfatte e che i suoi desideri si adempiano mentre il cuore non ha desideri. Quando ci si rivolge all’interno, quindi, non c’è niente da raggiungere. Se qualcuno vi chiedesse "Cos’hai ottenuto dalla meditazione?" dovreste rispondere che non vi è nulla da ottenere perché tutto ciò che viene ottenuto si perde, tutto ciò che si acquisisce va sicuramente perduto. La Divinità non viene né va via; Dio è, non arriva e non se ne va, non ha inizio né fine. Qualcuno può dire : "Io vedo Dio!" Quindi, più tardi, tu non lo vedrai più! Vedi Dio in meditazione! Ma da dove salta fuori? Dalle nuvole? No, amici, in meditazione non accade nulla! Il Signore Buddha si riferisce a questo stadio di vacuità chiamandolo "sarvam shoonya" che significa "tutto è vuoto". Questo vuoto, questo abisso, è l’esperienza Divina. Tutto ciò che viene visto è soggetto ad una valutazione. Un ragazzo è alto: "Sì, lui è alto ma l’altro è più alto." Quindi la teoria della relatività opera nel mondo esterno: " Lui è onesto ma l’altro è più onesto."Questo tipo di relatività, di paragone, ha luogo solamente in relazione al mondo esteriore ma, quando chiudo gli occhi, come posso distinguere l’alto dal basso, l’onesto dal disonesto? Non vi è niente di tutto questo! Tutto è uniforme e non accade niente. Perché non accade nulla? La risposta è: ovunque l'ego è coinvolto accade qualcosa.
L’individualità conduce al riflesso, alla reazione ed alla risonanza. Se io vengo a parlare con te e tu mi rispondi gentilmente, io sono felice ma se tu non mi parli, io sono infelice. Se mi offri una tazza di caffè, tocco il cielo con un dito! Quindi, dove questo ego, dove l’individualità è coinvolta, c’è una reazione, c’è un risuono ed un riflesso. Supponiamo che chiediate: " Sai Ram, signore. Come state?" "Oh, bene!" Ma se lui si gira dall’altra parte, ignorandovi, vi chiederete:" Cosa gli succede? Ce l’ha con me? Ho sbagliato qualcosa?" Ci sarà un risuono, un riflesso ed una risonanza dovuta a questa identificazione con l'ego, a questa individualità della mente ma se chiudete gli occhi non vi è alcuna necessità di agire e nessuna conseguente reazione.

Quando guardo qualcuno posso pensare: "Lui è mio amico" oppure "Lui non è mio amico", "Lui è un estraneo" o al contrario "Lui è di famiglia", "E’ un conoscente", "E’ un uomo intelligente", "Sembra uno sciocco".Questi pensieri sopravvengono quando l’individualità è presente, quando la mente è coinvolta. In altre parole, la mente giudica, valuta, misura. "Io so più cose di te" "Capisco! Però tu non sai quello che so io!" Ci sono alcune persone che sono così: se voi dite "Swami è arrivato alle otto" l’altro dirà "Oh, lo sapevo prima di te!" Che tu lo abbia saputo prima o no, il fatto è che Egli comunque è arrivato alle otto e questa è la realtà! Questo è il coinvolgimento individuale della mente:"Lo sapevo prima di te!" Questo è il senso dell’ego.

Un uomo che medita è sempre felice

Quando il senso dell'ego se n'è andato, quando la mente se n'è a andata e si è ritirata nell'abisso, nella valle del silenzio, non esiste più alcun paragone, nessuno è superiore a qualcun altro, nessuno è inferiore ad un altro. Non accade più niente perché la mente è assente. Per questo, dopo la meditazione, le persone sono estremamente felici. Un uomo che medita è sempre felice. "Io però ho un amico che medita sempre ma non è mai felice." Che incapace! Quello che lui fa non è certamente una meditazione! Fa qualcos'altro di certo. L’uomo che medita è sempre felice, gentile, sorridente e contento. Se non è così, allora la meditazione che dice di fare è una farsa, ipocrita e senza senso. Dato che nella vera meditazione si gode della stabilità della mente, dov’è dunque il motivo di essere infelici? Quando apro gli occhi e osservo quanto tu sei attivo, ho una ragione per essere infelice, perché io non sono attivo come te ma quando non esiste nulla, chi è che si sente superiore e chi si sente inferiore? Quindi la meditazione è la quiete che si raggiunge nel silenzio e quel profondo silenzio (shoonyam) non è altro che beatitudine. La felicità può essere espressa e la gioia può essere condivisa ma la beatitudine è assolutamente personale. Posso condividere la mia gioia, tu puoi rendermi felice, ma non si può produrre la beatitudine, non la si può essere trasportare né vendere. No, essa è possibile attraverso il processo della meditazione ed è totalmente personale.

La Meditazione allontana la mente dall'ego

Prima di passare al prossimo punto e di concludere con questo, permettetemi di richiamare la vostra attenzione su di un aspetto importante. Come studente di scienze voglio dirvi questo: quanto più la mente distanzia se stessa dall’ego-sé, tanto più state meditando. Ripeto: voi siete in meditazione quanto più la mente riesce ad allontanare se stessa dall’ego-sé. In altre parole la meditazione allontana la mente dall'ego. Qual è il problema in tutto questo? Il problema è che la mente pensa di essere il vero Sé. Invece la mente è l’ego-sé, quindi è arrogante ed è egoista. La mente è questo ego-sé e di conseguenza è depressa e frustrata. L’euforia, il giubilo, la frustrazione, la depressione, ogni cosa si trova qui. La mente è convinta di essere il vero Sé ma quando essa viene meno ( per esempio durante la meditazione, quando l’ego-sé è in silenzio), allora il vero Sé prende il sopravvento e la mente diviene, come dopotutto dev'essere, solo uno strumento nelle mani del vero Sé. Sono stato chiaro?

Permettete al Sé di essere il Maestro

La meditazione dunque crea un grande salto, un’ampia distanza di modo che la mente sia in grado di sapere cos’è realmente: è una dominatrice, ha dominato tutta la mia vita e l’ha resa peggiore di quella di una scimmia! La mente è una scimmia pazza, sta giocando con me con una quantità di brutte abitudini ed io non riesco ad essere felice come vorrei perché essa mi rende così. Devo dunque far capire questo alla mente: "No, tu non puoi giocare. Mettiti calma." Poi c’è il vero Sé, che è il Maestro della mente. Quando gli impiegati di second'ordine della finanza controllano l’ufficio, gli affari vanno a rilento ma quando è l’esattore ad occuparsi delle cose, allora esse si muovono alla svelta. Allo stesso modo, con la mente siamo nelle mani degli impiegati, siamo nelle mani di chi fa il lavoro più umile, degli impiegati della più bassa categoria. Ecco perché vi è corruzione, manipolazione e cattiva amministrazione. "Andate dal Capo!" Quando ero giovane, in ogni banca si usava esporre questo cartello "In caso di ritardo parlate con il Direttore" avvertiva di passare dal direttore con i propri incartamenti per poter velocizzare il lavoro che doveva essere fatto. Nel nostro caso il direttore è il Sé. Gli "impiegati" sono la mente ed i sensi. Se vogliamo aver a che fare con i sensi e la mente, con gli impiegati e i custodi, dovremo subire dei ritardi ed i nostri documenti saranno probabilmente scritti e riscritti. Perciò amici, fate di questo Sé il Maestro,siate sempre in collegamento con Lui, Siate il Sé; perché VOI SIETE IL SE'.

La mente è abituata ad essere infelice

Sfortunatamente mi sono abbassato al livello di identificazione con la mente e questa infelicità l'ho invitata io stesso. Ho dato il benvenuto a questa infelicità. Alcune persone sono davvero felici della loro infelicità, non sto scherzando. Alcuni sono felici nella loro infelicità. Non fraintendetemi, sono perfettamente lucido! ( Risate). Perché dico questo? Molti serial televisivi, tra le 18 e le 20:30 vi fanno piangere amaramente ma alla gente piace piangere! Essi pagano per piangere! E più piangono più amano questo serial. Perciò, potete dire di essere felici della vostra felicità? No, siete felici dell’infelicità! Questa è la cosa più triste. La mente si è abituata a questo. Ciascuno vuole essere compatito: "Oh poveretto, hai lavorato così duramente ma nessuno ha riconosciuto il tuo lavoro. Nessuno ti capisce, e non hai avuto alcuna promozione. Poverino, mi dispiace tanto per te!" "Uh, uhhh!" e lui è felice. Se qualcuno va da una casalinga e le dice " Cara, tuo marito ti trascura così occupato com’è con i suoi affari, anche se tu fai così tanto!" ella risponderà: "Oh per favore, prendete pure un tazza di caffè prima di andar via!" (Risate) La mente cerca sempre compassione e simpatia. Noi troviamo conforto e felicità in questo ed è veramente uno stato di cose molto triste! Ma non possiamo essere veramente felici della nostra felicità? Certo! Ma dobbiamo coltivarla. In qualche modo, per parecchie vite, abbiamo proceduto lungo il sentiero sbagliato e poi questo sentiero si è logorato fino a diventare una rotaia, una vecchia abitudine, ci siamo abituati a questa rotaia. Ora dobbiamo sviluppare il metodo per essere felici. Hey! Ma voi siete già felici! Voi desiderate essere infelici e quindi diventate infelici; ciò significa che l’infelicità la costruiamo. La felicità è qualcosa con cui io sono nato. Sono nato con la felicità ma divengo infelice a causa delle cattive abitudini della mente. La meditazione ci aiuta a riconnetterci con la nostra gioia innata.

Lo scopo della vita è acquisire la conoscenza del Sé

Il terzo punto che desidero sottoporre alla vostra attenzione è: la vera educazione o conoscenza del Sé è ciò che deve essere ottenuto mentre viviamo. La conoscenza del Sé deve essere ottenuta durante il soggiorno della vita, mentre siamo ancora forti, mentalmente acuti ed attenti intellettualmente. Sfortunatamente pensiamo che la conoscenza del Sé sia una cosa da pensionati. Ma quando qualcuno è già stanco, come può avere questa conoscenza? E per che cosa?La vita è data per questo: per l’acquisizione della conoscenza del Sé.

La conoscenza materiale cambia

Potreste chiedervi: "Ma perché? Ho la conoscenza della medicina, ho la conoscenza dell’ingegneria. Perché devo avere la conoscenza del Sé?" Tutto ciò che avete imparato, tutte le lauree che avete ottenuto ad Oxford, Cambridge, ad Harvard oppure al Columbia o all’Università della California, qualunque sia lo standard della vostra Università, la vita è ugualmente vuota, senza alcuna utilità. Perché? La conoscenza materiale cambia continuamente: all’epoca in cui ottenete il dottorato, ciò che avete imparato è già obsoleto, ciò che avete scritto è un’informazione vecchia che a volte lo diviene ancor prima che riceviate la vostra laurea. Supponete che io voglia diventare dottore in ricerca: nel momento in cui sottopongo la mia tesi all’università, c'è già un’altra tesi dove si sostiene che ciò che io ho scritto è del tutto sbagliato! Quel tipo ottiene il dottorato ed io ottengo il dottorato: Io per aver detto "sì" e lui per aver detto "no"! (Risate) Chi ha ragione? Il futuro lo deciderà. Perciò cari amici, la conoscenza materiale, scolastica, cambia sempre.

Il Sé non cambia mai.

Ciò che cambia non è Divino, ciò che cambia non è reale, ciò che cambia è illusorio, è un’allucinazione, è immaginazione, ciò che cambia è creazione e natura. ( Uso molte parole, non perché sia un esperto della lingua Inglese, ma per rendere più chiara la mia idea. Forse almeno una delle parole che uso può essere convincente per voi; il mio intento è solo questo). Quindi, amici, ciò che cambia è prakrithi ossia la natura, il mondo; ciò che al contrario non cambia mai è il Sé, ossia la sorgente. Pertanto la conoscenza del Sé è necessaria perché è immutabile, immortale, eterna, è nettare, senza macchia e senza difetto, non ha inizio né fine. Essa è infinita, onnipervadente, cosmica ed universale mentre noi restringiamo la conoscenza allo studio delle forcine per capelli! C’è chi scherza raccontando che è diventato così semplice ottenere una laurea ed un dottorato di ricerca che basta contare il numero di peli che ci sono in un pollice quadrato di pelle di topo! Non sto sottovalutando questo tipo di laurea, non sto assolutamente disprezzando la gente laureata. Certamente no! Sto solo facendo un paragone tra la conoscenza profana e la conoscenza del Sé. La conoscenza profana cambia continuamente perché è temporanea, effimera, materiale e terrena; la conoscenza del Sé è spirituale, Divina, eterna, immortale ed immutabile. Con la conoscenza profana, si è sempre competitivi: "Se tu hai preso una laurea e un dottorato di ricerca (PhD) io prenderò una laurea in Consulenza Certificata (CSC)" "Ma quando tu avrai la CSC io cercherò di avere qualcosa di più!" Quindi il paragone e la competizione sono leggi della conoscenza mondana; al contrario, la non competizione e l’assenza di paragone sono qualità fondamentali del Sé. Concludiamo affermando che, essendo nati sulla terra ed avendo avuto il dono della vita, il nostro obiettivo dovrebbe essere l’acquisizione della conoscenza del Sé.

La conoscenza del Sé ci toglie ogni paura

L’uomo che possiede la conoscenza del Sé è senza paura; egli non avrà paura della finanza né degli ufficiali di polizia, non avrà nemmeno paura dei seva dal! (Risate) Egli sa che il Sé dentro di lui è lo stesso Sé che si trova negli altri e nell’intero mondo organico: il mondo vegetale, animale e minerale. Non esiste elettricità separata tra la North Indian Canteen ( Cucina del Nord India) e la Western Canteen (Cucina Occidentale). Le città possono essere diverse ma l’elettricità è la stessa; può avvenire un cambiamento nella città ma non nell’elettricità. Dunque questa elettricità immutabile è il Sé, mentre la "città che cambia" è la conoscenza mondana. Dal momento in cui entro in contatto con il Sé, non sarò mai più confuso, non c’è più nulla da temere. La paura asseconda l’idea di qualcos'altro a cui rapportarsi. Quando io e te siamo insieme, io posso aver paura di te o tu di me ma, se sono solo, non ho nulla da temere. Se dico "Sono solo qui ma ho paura di qualcuno" è meglio che mi faccia visitare da uno psichiatra! La conoscenza del Sé afferma che esiste solo Uno e che tu sei Quello! E se esiste solo Uno, non c’è niente da temere, niente di cui preoccuparsi. Nessuno è superiore ad altri perché non ci sono "altri". Tu sei beatitudine, tu sei l’eterno Sé. Non puoi mai morire perché non sei mai nato. E’ il corpo che appare e che scompare, ma TU rimani! Tu, in quanto Sé, rimani per sempre.

La dinamica della reazione

Questa mattina voglio dividere con voi alcuni pensieri sulla "dinamica della reazione" a proposito di quanto è stato detto. Poiché molte persone qui sono persone "avanzate" , devo fare in modo che i miei argomenti siano significativi nell'epoca tecnologica ed elettronica per cui vi parlo della dinamica della reazione. Bhagavan spesso afferma: "Tutta la vita ruota intorno alla reazione,al riflesso e alla risonanza." Queste sono le tre "R" di Bhagavan Baba ed oggi mi concentro sulla prima: la reazione e la sua dinamica.

Karma,Vikarma e Akarma

La parola "reazione" ha un senso soltanto se esiste un’azione. Se non c’è alcuna azione non può esservi una reazione. Cos’è l’azione? In Sanscrito l’azione viene chiamata karma. Le azioni sono di tipi diversi; ce ne sono di proibite, vietate: alcune sono anti-sociali, altre vi getteranno nella disgrazia e nel discredito. Queste azioni vietate sono chiamate vikarma, cioè "l’azione che non si deve compiere". L'altro tipo di azione, o piuttosto di non-azione, si chiama akarma. Ora abbiamo la definizione di tutte e tre: karma, ossia l’azione, vikarma l’azione proibita e akarma la mancanza di azione. Sono stato chiaro? Qualcuno può affermare: "Io non faccio nulla, non compio alcuna azione e quindi non produco nessuna reazione. Siccome non c’è reazione, sono liberato." Pensare questo è un errore: potete anche non agire ma ci sono azioni silenziose in voi che procedono senza essere notate, senza che ne abbiate la consapevolezza e senza che possano essere notate. Per esempio, il battito del cuore va avanti, no? Nessuno può dire: "Il mio cuore non batte". Se dici questo sei un po’ matto! L’azione del battito cardiaco, la circolazione del sangue, l’azione che si compie con la respirazione, l’azione del sistema nervoso: l’azione va avanti dentro di noi, perciò come si può affermare "Io non faccio niente"? Forse non fate nulla esteriormente ma ci sono movimenti che si compiono interiormente e c’è così tanta attività all’interno di voi stessi!

Quindi,la non-azione o inazione , akarma, non ha alcun significato. Vikarma, o l’azione proibita vi porterà discredito, cattivo nome, impopolarità, cosicché sarete abbandonati dalla società. Karma è invece l’azione in sé.

Buono e cattivo sono termini relativi

Adesso attirerò la vostra attenzione su di un punto importante. Le azioni sono di due tipi: buone e cattive. Ovunque, in ogni parte del mondo, in qualsiasi momento della storia , ci sono azioni buone e cattive, giusto? Le buone azioni producono buoni risultati ossia ciò che voi chiamate meriti o punya. I meriti sono il risultato delle buone azioni, mentre le azioni cattive vi portano al peccato o papa. Papa è il peccato risultante dalle azioni negative. Ogni bambino lo sa. Ora il punto è questo: come potete sapere se si tratta di buone azioni o di cattive azioni? Chi è che lo decide? Le buone azioni di oggi un domani possono trasformarsi in azioni cattive. Un tempo, nella tua infanzia, bere del caffè era sicuramente una cattiva abitudine. Oggi se non bevi del caffè sei rozzo e fuori moda! Chi siamo noi per decidere ciò che è buono e ciò che non lo è? Un medico opulento oggi è pieno di denaro. Bene! Ma questo potrebbe portarlo ad essere pieno di vizi e di cattive abitudini domani. Ciò che è buono oggi potrebbe trasformarsi in negativo domani. Un uomo che è ammalato, potrebbe rivolgere tutta la sua attenzione a Baba, ripetendo il Suo Nome, ascoltando le cassette, leggendo i Suoi libri, e questo è bene! Quindi il cattivo può portarti al buono, o il buono può diventare cattivo, a seconda dei tuoi pensieri, che non sopportano il test del tempo! Il buono ed il cattivo sono relativi e si basano sulle norme dettate dalla società. Bere è una brutta abitudine, giusto, ma se tu vai al bar, noterai che la gente non beve acqua ma whiskey; eppure non puoi dire niente perché questa gente non è pronta a bere solo acqua. Quindi il buono ed il cattivo sono concetti relativi. Il buono ed il cattivo dipendono dalle condizioni sociali, politiche ed economiche. Ciò che andava bene all’epoca di tuo nonno è sbagliato all’epoca di tuo padre, e così via..

L’azione è prodotta dalla mente ma noi puniamo il corpo.

Quindi come si può decidere che ‘questo è buono’ oppure no? Chi lo decide? Chi prende questa decisione? E’ la mente. E’ la mente che decide ed incita all’azione. La mente incita ed i sensi producono l’azione. I pensieri della mente procedono verso i sensi, i quali attuano l’azione. Mettiamo che io diventi un ladro e che per questa cattiva azione venga messo dietro le sbarre da tre a sei mesi. Ma come! Certo è questo corpo che ha fatto l’azione ma sono stati i pensieri a promuoverla; perciò chi si dovrebbe arrestare, il corpo o la mente? Baba ha dato un esempio: Un tipo è un ladro ed ha commesso un furto ma, al suo posto, è stata arrestata un’altra persona. Questa è un’ingiustizia. La stessa cosa avviene con la mente: essa è la colpevole ma noi puniamo il corpo. Questa è la tragedia! Noi dovremmo imparare come punire la nostra mente! Da questo deduciamo che il buono ed il cattivo sono il risultato o il prodotto della mente e così pure il merito e la colpa, punya e papa. Il risultato di punya è la felicità;quello di papa è dolore, oppure se volete, ciò che chiamate paradiso ed inferno.

Il paradiso e l’inferno sono concetti umani

Amici miei, inferno e paradiso non sono che un programma psicologico! L’altra sera un erudito parlava alla TV e sembrava una persona molto intelligente; egli ha detto che chiunque commette azioni sbagliate va all’inferno, dove verghe di ferro incandescente trafiggeranno il suo corpo. Ohh! Ma se il corpo è già stato gettato nel fuoco (durante la cremazione), non so quale corpo potranno trafiggere queste verghe incandescenti! Non è che io sia un rivoluzionario o un riformatore, non condanno tutto questo ma queste sono storie scritte per il popolino, affinché non commetta peccati. Immaginate che io non voglia che mio figlio vada in quella direzione; gli dirò: "Non andare di là perché è pericoloso!" Il bambino ha paura del pericolo e quindi non andrà per quella via. Allo stesso modo, la gente innocente, illetterata e comune, viene minacciata dalla parola "inferno" ed è incoraggiata a fare il bene per poter raggiungere il paradiso.

Oltre a questo, mi dispiace dirlo, tutte le descrizioni del paradiso non sono altro che un insieme di sogni e di desideri insoddisfatti su questa terra. Per esempio, sulla terra, bere è considerata una debolezza. Ma nel Vaikuntha , in paradiso, c’è un continuo fluire di ‘whiskey’ che viene chiamato amrita (non si tratta dell’acqua di amrita che potete avere qui!) Che tipo di bevanda sarà questa? E’ ciò che viene gustato dagli dei e dai deva. Se un uomo beve sulla terra, diciamo che è un brutto tipo ma se gli dei bevono in paradiso, noi li adoriamo! (Risate) Dal momento che non posso ottenere questo qui sulla terra, pena la messa al bando della società, sopprimo il mio desiderio ma in paradiso so che ci sarà un continuo fluire di whiskey. Cos’è dunque il paradiso? Sulla terra il tempo passa e si invecchia e quando cominci a sentirti vecchio le tue giunture ti informano "Hey, l’età avanza, fai attenzione!"; la pressione ti dice " Stai attento!" Il fatto è che nessuno vuole diventare vecchio. Se andate da un vecchietto e gli dite "Tu sei vecchio" vi risponderà "Vecchio? Chi è vecchio? Chiamami "giovane adulto", chiamami "anziano cittadino" ( Risate) ed anche se il corpo si incurva mi ostino ad indossare i pantaloncini corti perché non voglio accettare i cambiamenti del tempo. Poiché dunque non posso rimanere giovane su questa terra,lo sarò per sempre nel vaikuntha, in paradiso. Un eterno eroe! Cos’è questo? Nient’altro che immaginazione. Siccome non puoi essere per sempre giovane qui, lo puoi essere là. Siccome non puoi bere qui, lo potrai fare là! Ma cari amici, il paradiso e l’inferno non sono altro che delle rappresentazioni poetiche tratte dai nostri pensieri umani. Ciò che non è stato realizzato, ciò che non è stato sperimentato, ciò che è rimasto un sogno sarà concesso in quel luogo. Questo non è altro che un gioco della mente.

La mente è la causa della schiavitù o della liberazione

Per riassumere, è la mente che incita al bene o al male, è la mente che vi porta in paradiso se avrete una benedizione, è la mente che vi rende felici o infelici, è la mente che vi porta in paradiso o all’inferno. Questa è la ragione per cui John Milton dice: "E’ la mente che trasforma l’inferno in paradiso e che fa di ogni momento un paradiso." Quindi l’inferno ed il paradiso sono proprio qui e in nessun altro posto. Swami dice anche che la mente è la causa della schiavitù o della liberazione. Quindi, tutto il buono, il cattivo, il peccato, la felicità, l’infelicità, il paradiso o l’inferno……..tutto in realtà non è niente, tutto è basato sulla mente. La mente dà impulso ai pensieri ed i pensieri dirigono i sensi verso l’azione.





La mente è la causa del nostro ruolo di "colui che fa".

Vediamo ora un altro punto. Dal momento che la mente dice: "Tu stai facendo, tu fai, tu fai questo. Tu diventi quello che fa. Per esempio la mia mente dice "Vai al college" ed io sono colui che agisce. La mia mente dice "Fai questo" ed io sono colui che fa l’azione. Dal momento che compio l’azione devo affrontarne in seguito le conseguenze, diventando anche colui che sperimenta. In Sanscrito colui che fa l’azione è chiamato kartutva. Kartutva si riferisce all’atto del fare, al ruolo di chi agisce ma, da quando accetto questo ruolo, devo anche prenderne le conseguenze; quindi divento colui che sperimenta, sperimentando sia il bene che il male, qualunque cosa possa essere. Il ruolo di colui che sperimenta in Sanscrito viene chiamato bhoktutva. Quindi amici miei, l’individualità, l’ego o la mente sono la causa della sensazione di agire ossia di kartutva bhava. Se la mente assume questo ruolo di kartuva, ossia di colui che agisce, deve anche godere dell’esperienza prodotta, ciò che è chiamato bhoktutva bhava. Ora andiamo più a fondo: ad un livello molto più profondo, la mente non funziona più, non ha più nulla da fare. Oltre la mente esiste qualcosa che è chiamato "il testimone". Questo è il passo finale. In Sanscrito, il testimone è chiamato "sakshi".

La lode si riferisce a ciò che non è.

Faccio un esempio semplice: in un’occasione a Bangalore ci sono stati diversi conferenzieri che erano in competizione tra loro nel profondere lodi a Swami. Uno diceva " Tu sei il Sole!"; un altro diceva "Tu sei la Luna!"; un altro ancora diceva "Tu sei tutto ciò che esiste!" Andarono avanti in questo modo lodando ed adulando Dio. Sì, certo, questo è ciò che si suppone di dover fare in questi momenti, ma volete sapere cosa disse Baba alla fine? "Le vostre lodi mi disgustano, sono seccato dai vostri elogi". Io mi trovavo seduto là e non potevo non essere d’accordo nella lode a Dio; tutti i nostri inni, tutte le nostre preghiere sono offerte come lode a Dio. "Lodate il Signore, glorificate il Signore!" " Swami perché sei seccato con noi? Perché non ti fanno felice le nostre lodi?" Vi prego di notare ciò che Baba ha espresso su questo punto. Se ci sono lodi, state affermando che la cosa per cui si viene lodati non esiste. Se voi dite "Anil Kumar, voi siete molto intelligente" vuol dire che non lo sono e che la vostra affermazione è solo adulazione. Quindi la lode viene espressa quando la ragione per cui si loda non esiste affatto. Se voi dite "Siete un uomo di disciplina!" io non lo sono. Voi affermate qualcosa quando questa cosa non c’è. Quindi, che senso ha la lode? Dovete parlare di ciò che esiste realmente:

Dayasagara Karunakara

Bhuvaneswara Akhileshwara

Gunagambhira Saishwara

Dayasagara Karunakara


" Dayasagara" vuol dire "Oh Dio, tu sei l’Oceano della Compassione"; questa non è una adulazione, è la realtà. "Tu sei tutta la dolcezza" non è adulazione è realtà. Tutte queste qualità sono dentro di Me ma io non sono contento di tutte queste adulazioni." Allora gli chiesi: "Swami, se non vuoi che ti lodiamo, cosa dobbiamo fare? "

Coltivate le qualità che offrite come lode

Egli rispose: "Le qualità che Mi offrite nella lode e nel canto davanti a Me devono essere coltivate dentro di voi!" Quando dite "Oh Signore, Tu sei l’oceano della compassione!" siate voi compassionevoli! " Oh Signore, Tu sei l’incarnazione della gentilezza!" Voi siate gentili verso gli altri! Capite?

Krishna Murari Bhava Bhaya Hari

Hey Giridhari Gopal,

Parthi Vihari Hyrudaya Vihari,

Bhakta Sakha Bhagavan, Bhakta Sakha Bhagavan,

Hey Bhakta Sakha Bhagavan.

Quindi, Bhakta Sakha Bhagavan, che significa "Oh Dio, Tu sei il mio migliore amico", vuol dire che voi dovete essere buoni amici per gli altri. Solo questo è il senso, in quanto Baba afferma : "Io non sono toccato dalle vostre lodi".

Dove c’è il testimone non c’è niente: nessuna reazione.

Questa è la ragione per cui se, quando Swami passa per il darshan, qualcuno gli dice "Swami, mia nonna è morta", Lui risponde "Manchadi bangaroo! (Molto bene)" (Risate), "Swami, mi sono fratturato una gamba" "Manchi! (Bene!)" Tutto è manchi per Lui. Il nostro dolore è zero! Egli non è colpito da fratture, morte o nascita. " Swami,domani comincio la scuola" "Manchadi (benissimo) Incominciala!" " Swami, ho finito la scuola" "Chala manchadi. Molto bene!" Comprendete il perché? Verso tutto ciò che accade Egli è solamente il testimone e non è coinvolto. Se tu sei coinvolto hai una reazione ma, se sei solo il testimone, non reagisci. Capite? Supponete che io mi identifichi con voi: entrambi abbiamo lavorato in cucina per tre ore. Se qualcuno viene ad elogiarvi per il lavoro svolto, il 50% degli elogi dovrebbero essere per me! ( Risate) Giusto? Per contro, se qualcuno viene a dirvi che avete rovinato la loro cena, il 50% del reclamo dovrebbe essere per me! Se lavoriamo insieme, che vi piaccia o no, c’è condivisione sia dei complimenti che dei reclami. Quindi siate testimoni. Quando le azioni non procedono dalla mente, quando tutte le cose accadono e noi ne siamo i testimoni non coinvolti, non esiste nulla di buono e nulla di cattivo, non c’è nulla di meritevole né di peccaminoso. Quando si è testimoni, non c’è nulla, nessuna reazione mentre dove c’è la mente c’è tutto, qualsiasi reazione. Se c’è la mente io risentirò degli effetti e non li sentirò affatto se sarò solo il testimone. "Voglio andare in paradiso": siete la mente. "Non voglio andare all’inferno": voi siete la mente. Né paradiso né inferno, io sono ciò che sono; questo è il testimone. Per cui Karma,Vikarma e Akarma, questi tre stadi si riferiscono a colui che fa l’azione, il kartutva, e al livello di colui che sperimenta, il bhoktutva, ma quando si rinuncia a questi due, ad essere colui che agisce e colui che sperimenta, si è il testimone di ciò che accade. Siate il testimone e non sarete condizionati da niente.

L’azione raccoglie il frutto in momenti diversi

Le azioni sono di tipi diversi. Alcuni reclamano dicendo : "C’è un tipo al mio paese che è molto corrotto eppure si gode la vita, mentre io che sono un uomo onesto non ho neanche abbastanza da mangiare." Baba afferma : "Alcuni frutti delle azioni si raccolgono immediatamente, alcune azioni maturano con molta lentezza i loro frutti, altre azioni producono frutto veramente dopo moltissimo tempo." Facciamo degli esempi: se ti tagli un dito, il sangue uscirà immediatamente; questa è un’azione con una reazione immediata. Giusto? Se io pranzo alle 12:00 non avrò fame fino alle 16:00; questa è un’azione che produce una reazione dopo 4 ore. Se voi seminate un seme, una pianticella, adesso, avrete frutti dopo un anno. Perciò alcune azioni producono risultati immediati, altre hanno risultati che avvengono dopo qualche tempo ed altre ancora hanno bisogno di un lungo periodo di tempo ma non si può sfuggire alla reazione all’azione.

Nemmeno Dio è esente dalle Sue stesse leggi

Neanche Dio viene risparmiato da questa legge. Molto tempo fa nell’occasione della festa dell’Onam, (penso nel 1988 o 1989) Baba ebbe una frattura e, nel Discorso che fece, disse : "Sono scivolato sul sapone, sono caduto, per cui adesso c’è una frattura. La legge di gravitazione si applica a chiunque, anche a Dio: se cado, rischio la frattura. Riguardo alle Leggi della Natura voi ed Io siamo uguali." Dio ha ordinato la Legge della Natura e Lui Stesso deve seguire la Legge che ha creato. Baba ha fatto anche un esempio: supponete che ci sia un’indicazione stradale con su scritto " Mantenete la sinistra." Tutti devono attenervisi e le auto devono procedere a sinistra. Immaginate che il Capo della Polizia dica: "Io sono un poliziotto, perciò vado a destra". Noi potremmo ben reclamare rispondendogli: "No mio caro, tu devi seguire le indicazioni e tenere anche tu la sinistra!" Quindi, la persona che deve dare forza alla legge si deve comportare in conformità alla legge stessa. Similmente, la legge che Dio ha predisposto deve essere seguita da Lui Stesso. Questo è ciò che Baba ha detto. Questa è l’azione e la reazione. Prima di chiudere voglio ribadire che azione e reazione, buono e cattivo, liberazione e schiavitù, merito e peccato, sono tutte funzioni della mente di chi agisce e di chi sperimenta ma dal momento che noi oltrepassiamo lo stato della mente e siamo solo il testimone, vi sarà il non-dualismo, l’esperienza dolcissima del Sé. La conoscenza di questo viene chiamata "Conoscenza del Sé" ed è per ottenere questa che siamo nati.

Che Bhagavan vi benedica.Grazie.



OM OM OM