Satsang

Dall'io al Sé

25 gennaio 2004

Cari fratelli e sorelle,


per il discorso di questa mattina ho scelto l'argomento 'Dall' 'io' al 'Sé''. Amici miei, sono certo che siamo tutti consapevoli di trovarci alla presenza del Maestro Divino. Essere vicini al Divino Maestro non è cosa di tutti i giorni. Non è certamente un' acquisizione umana. La Sua vicinanza non può essere 'acquisita'. Non possiamo assicurarcela tramite una laurea, non si può misurare in termini di denaro, dollari o rupie... La vicinanza di Dio, la vicinanza del Maestro Divino, non è uno 'status symbol'. Non è una posizione elevata. È su questo sfondo che desidero trasmettervi un paio di pensieri sul ruolo del Maestro Divino nella nostra vita.




LA VICINANZA DEL MAESTRO DIVINO


Vi riferirò alcune cose dette ieri sera dalla preside della scuola elementare 'Sri Sathya Sai'. Alcuni insegnanti selezionati hanno seguito un corso di orientamento ad Anantapur. La sessione conclusiva si è tenuta ieri, e Bhagavan ha concesso loro un'intervista personale ed un Discorso Divino. Entrerò nei dettagli più tardi. Ciò che voglio dirvi ora è che la preside della scuola elementare, verso la fine di un colloquio con Swami, ha cominciato improvvisamente a parlare al pubblico. Swami stava parlando con lei, quando all'improvviso ella si è volta verso il pubblico ed ha cominciato a parlare, piangendo! Io ero estremamente felice di questo (risate). Le cose preparate in anticipo, programmate, pianificate... le cose prese dai libri, sono tutte informazioni di seconda mano. Ciò che è spontaneo, istantaneo, fresco, che sgorga come da una fontana, è pieno di profondità ed intensità. La preside ha fatto alcune affermazioni che mi hanno reso eccitato e che ancora mi ronzano nelle orecchie. Bhagavan l'ha guardata e ha detto: "Perché non torni dai tuoi genitori?" I suoi genitori al momento sono a Delhi. Se voi ed io ci trovassimo nella sua posizione, prenoteremmo i biglietti per Delhi all'istante, e ci godremmo una bella vacanza in compagnia dei nostri genitori. Ma questa signora non lo ha fatto. Invece ha immediatamente risposto a Swami a questo modo: "Sei Tu i miei genitori, Bhagavan. Sei mio padre e mia madre. Non ho nessun altro a questo mondo." Bhagavan ha chiesto, ridendo: "Perché dici questo?! Perché?" Lei ha risposto: "Swami, quanti avranno la possibilità di stare in compagnia dell'Avatar? Per centinaia di vite, la gente ha pianto per star vicina a Dio. Chi vorrebbe lasciare questa opportunità d'oro? Chi vorrebbe lasciare la compagnia del Maestro Divino?" Baba le ha chiesto: "Come fai a dire che questo è l'Avatar?" (Risate) Lei ha risposto subito: "Me l'hai fatto sapere Tu." E Bhagavan: "Bene! Te l'ho fatto sapere! Ma la gente può andare ovunque, Swami è dappertutto! E tu puoi fare il tuo dovere ovunque tu ti trovi. Perché vuoi rimanere qui?" Lei ha detto: "Swami, Tu sei ovunque come Dio, in qualità di 'Divino'. Ma 'fisicamente' sei qui, ed io devo stare vicina a te" (risate). Con le lacrime che le scorrevano sul viso (piangeva a dirotto) ha continuato: "Bhagavan, non parlare così. Non mi far cadere nell'illusione, non permettere che io venga sopraffatta dall'illusione. Io so benissimo che Tu sei Dio e non Ti lascerò. E dico anche a tutte le mie sorelle in questa sala di non lasciarTi, perché noi Ti vogliamo."


Con questa nota, comincio il discorso di questa mattina.




RICARICARE LE PROPRIE BATTERIE


Una volta che capiamo di essere in compagnia del Maestro Divino, e ne comprendiamo il valore, o quanto preziosa sia la sua vicinanza, decidiamo di non lasciarlo mai più. Non sto dicendo che non dovremmo più andarcene da questo posto! No! Ma mentre siamo qui, dobbiamo vivere nella piena consapevolezza del Suo valore. Ci troviamo qui non solo a fare una visita, o a rompere la nostra routine. Non si tratta di fare una scampagnata spirituale. È una ricompensa, è un premio. È una benedizione. È un'opportunità, questo trovarsi vicini a Lui, esserGli vicini fisicamente. Noi siamo con Lui per godere della Sua vicinanza fisica, affinchè possiamo continuare a pensare a Lui una volta che ce ne andiamo da questo posto. Per citare Bhagavan, noi veniamo qui a 'ricaricare le nostre batterie'. E quando le abbiamo ricaricate, abbiamo più energia per funzioanre, ovunque ci troviamo. Quindi: la Sua vicinanza fisica equivale a ricaricarsi le batterie!




IL MAESTRO DIVINO È UN ALCHIMISTA


Amici miei, il Maestro Divino non è una persona e non deve essere visto nella cornice di una personalità fisica. Il Maestro Divino non è solo un corpo: egli è al di là di esso, lo trascende. Il Maestro Divino è un alchimista. Ci sono due branche della conoscenza: una è chimica, e l'altra è alchemica. La chimica implica cambiamenti graduali. I cambiamenti chimici hanno luogo in modo sequenziale, mentre l'alchimia è un cambiamento magico degli eventi per mezzo di un solo tocco! Il Maestro Divino è un alchimista. Il mero tocco di un Maestro Divino, il solo sguardo di un Maestro divino, un Suo solo pensiero, apportano una trasformazione totale. Ma allora, che cosa è il Maestro Divino? Il Maestro Divino è un alchimista. Egli apporta un cambiamento con il solo tocco, con il solo pensiero, con il solo sguardo. È sufficiente. Non ci deve bruciare dappertutto, non c'è bisogno di un'esposizione prolungata. Dobbiamo essere pronti. Tutte le nostre pratiche spirituali (sadhana) tutti i nostri canti, i nostri Bhajan (canti devozionali di gruppo; N.d.T.), tutte le nostre meditazioni, servono a renderci ricettivi e sensibili, affinché ci sia possibile ricevere la radiosità, la brillantezza e le onde elettriche emanate dal Maestro Divino.




IL MAESTRO DIVINO È UN SALVATORE


Il Meatro Divino è un Salvatore. Che cosa significa? Da che cosa dobbiamo essere salvati? Amici miei, noi siamo affogati nei piaceri materiali. Siamo affondati nel profondo dei possedimenti mondani, pensiamo che il denaro sia tutto. Pensiamo che una buona condizione sociale sia il fine ultimo. Ci sembra che non esista altro, al di fuori della posizione, delle proprietà e della politica. A questo modo, noi perdiamo il treno. Perdiamo il vero scopo della vita. Tutti noi veniamo distratti dai capricci e dai divertimenti della vita, al punto da dimenticarci perché ci troviamo qui. Perché siamo nati? Qual è lo scopo della vita? Siamo felici? Siamo infelici? E perché siamo infelici? Come fare a diventare felici? Perché la felicità in noi non dura a lungo? Se siamo felici al mattino, siamo infelici al pomeriggio. Oppure siamo infelici al mattino e felici alla sera. Che cosa c'è di sbagliato in noi? Perché mai non riusciamo ad essere felici in modo stabile? Tutti vogliono essere eternamente felici. Tutti vorrebbero essere sempre pieni di gioia. Perché non ci riusciamo? Perché? Queste cose non ci vogliono entrare in testa, perché siamo sempre troppo coinvolti nelle cose del mondo. Lottiamo continuamente per trovare la felicità, ma ne siamo tagliati fuori. Più voglio essere felice, più sono infelice. Perché? Non ci pensiamo perché siamo troppo occupati, occupati a viaggiare da casa all'ufficio; occupati con la politica, occupati a manovrare, a manipolare, a trovare una banca che ci offra migliori interessi, occupati a cercare di evitare un superiore, a cercare di ottenere una posizione più alta nell'organizzazione. Per questo motivo non abbiamo tempo di pensare a quale sia il vero scopo della vita. Come risultato, anche se riusciamo ad avere tutto ciò che ci sembra di volere, continuiamo ad essere infelici. Lotto arduamente per ottenere una buona posizione sociale, ma quando la ottengo mi sento più miserabile di prima. Sacrifico tutto per guadagnare denaro. Ma quando ne ho abbastanza, non riesco ad essere minimamente felice. Anzi, sono la vera e propria impersonificazione della tristezza. Anche se ottnego tutto ciò che voglio, sono infelice. Anche se riesco ad avere il denaro che desidero, sono infelice. Anche se riesco ad avere molti amici e a stare in loro compagnia, sono infelice. Sono infelice nonostante le amicizie e le relazioni. Sono triste. Ho tutte le comodità ed i lussi, ma continuo ad essere insoddisfatto. Perché? Il motivo è che non abbiamo capito il segreto della felicità. Il Maestro Divino ci mostra il sentiero per la felicità. Studiare ingegneria o medicina, o letteratura, ci potrà far imparare solo come essere felici in questo mondo. Ma la felicità mondana è temporanea. Il Maestro Divino mi concederà la felicità eterna, mi insegnerà a conquistarla e mi mostrerà il sentiero da percorrere per raggiungerla. Perché? Lo impareremo nel corso di questo nostro incontro.




IL MAESTRO DIVINO È UN FACILITATORE


Il Maestro Divino ci mostra quindi il modo di diventare felici in eterno. Il Maestro Divino è un alchimista ed un salvatore. Fornisce una situazione, un'atmosfera, che incoraggia lo sviluppo personale. Alcuni si lamentano: "Signore, perché quella persona si comporta a tal modo? Perché non è educata? Perché urla? Perché...?" Non lo so... (risate), non lo so... aaahhh (risate)... Perché la gente urla? Perché la gente si arrabbia mentre è in compagnia del Divino maestro? C'è gente che è qui da molti anni, ma dopo che avete parlato un po' con loro, volete solo evitarli. Baba dice sempre: "Non potete sempre fare favori; ma potete parlare gentilmente." La gente invece non solo non fa favori, ma non parla neppure gentilmente. Perché? La sola ragione, amici miei, è che Dio non può apportare alcun cambiamento in voi se voi non lo volete e non collaborate. Dovete partecipare, essere positivi e pronti a cambiare. In altre parole, il Maestro Divino è un catalizzatore, un facilitatore. Egli vi 'facilita' le cose, vi fornisce l'opportunità di crescere, ma poi siete voi stessi a doverlo fare. La compagnia del Maestro Divino è un'opportunità per effettuare una 'propria' crescita. La compagnia del Maestro Divino ci fornisce una situazione in cui noi stessi siamo messi nella condizione di poter aiutare noi stessi. Se non cresco e non agisco per aiutare me stesso, se sono negativo, anche se mi siedo sulle ginocchia del Maestro Divino come risultato avrò un grande zero! C'è tanta gente qui che si comporta in un modo che non ci piace. A volte c'è gente che ci disgusta. Il motivo per cui veniamo delusi da queste persone è che esse non hanno tratto alcun beneficio dalla vicinanza, dall'atmosfera o dalla situazione che il Divino Maestro ha offerto loro.




IL MAESTRO DIVINO SCEGLIE


Il prossimo punto è che il Maestro Divino sceglie. Non dovete pensare di essere voi a scegliere il Maestro Divino. No - vi prego. Se qualcuno mi dice: "Io ho scelto Baba", io replico: "Mi dispiace, tu non puoi mai scegliere." Io non ho scelto di fare ciò che sto facendo! (Risate) Se non ho neppure scelto di fare questo, come posso pensare di scegliere Dio?! (Risate) Allo stesso modo, amici miei, dire che ho scelto Bhagavan Baba come Maestro Divino è un segno di ego. Non potete essere voi a scegliere Lui, è Lui a scegliere voi! È Lui a scegliervi. Per favore, convincetevi di questo. Il Maestro Divino sceglie la Sua gente. Noi tutti veniamo scelti da Lui. Non credo che siamo abbastanza grandi, intelligenti o furbi da poter scegliere il Maestro Divino! Noi scegliamo sempre coloro il cui nome è meglio non nominare... ; la nostra scelta è sempre sbagliata. Noi non siamo orgogliosi delle nostre scelte.




IL MAESTRO DIVINO PROVOCA


Sì, il Maestro Divino provoca. Provoca! Come? Quando il Maestro Divino parla ripetutamente con voi, io mi sento non desiderato, divento geloso, molto invidioso. Egli provoca la mia invidia e la mia gelosia, ed esse vengono in superficie. Tutto ciò che si trova dentro di noi (ardente gelosia, superbia, ego) devono esser fatte uscire. Egli fa sì che ciò succeda. Un semplice esempio: io sono un uomo pieno d'ego, perciò sono il migliore dei giocattoli nelle mani di Dio. Che cosa fa? Mi parla al mattino ed alla sera, sempre... affinché io diventi ancora più egoico. Capite? Proprio come un pallone, che viene gonfiato sempre di più. Se sono egoico, Gli permetto di giocare con me come con un pallone. Mi parla, mi fa sentire molto importante. Ed io mi gonfio! Ego!!! Poi... Lui mi fa una piccola puntura da qualche parte (risate)! E che cosa succede?! Io... mi sgonfio. A questo modo Egli permette all'ego di uscire fuori completamente. Se l'ego è là sotto, nascosto, è più pericoloso. "Bene", dice, "hai un'uscita, vai fuori e urla a tutti. Rendi tutti infelici. Bene. Continua. Continua." Per quanto tempo? Sai Ram! Fino a quando l'ego finisce. Lì finisce la cosa. Dio vi provoca affinché tutti i vostri sentimenti innati, che sono dentro di voi, escano fuori, affinché voi veniate finalmente ripuliti. Conoscete la sensazione provocata dalla lavanda gastrica: dovete vomitare. È meglio che permettere ai veleni di diffondersi nel vostro sistema. Allo stesso modo, Dio vi provoca affinché facciate uscire tutte le vostre negatività. Supponete di avere delle gelosie. Che cosa farà? Parlerà alle persone vicine a voi. Non perché quelle persone godano di particolari benedizioni da parte Sua, ma per farvi diventare ancora più gelosi. L'altra persona pensa che sia un premio per le penitenze che fa da una vita. Invece no! È una cura per il suo vicino di posto che è geloso! (Risate) Così, Egli continua a parlare con una persona, come se non avesse nulla da dire al vicino geloso. "Che cos' hai mangiato oggi a colazione?" (Risate) "Da quanto sei qui?" "Quanti figli hai?" Nel frattempo vi guarda, perché la cura è per voi. Mi seguite? È così che vi fa crescere. Vi tira fuori tutta la gelosia e tutta l'invidia, affinché ci rinunciate e ve ne liberiate. Quando siete malati e avete la febbre, è pericoloso farla scendere immediatamente. È bene che la febbre scenda da sola. Allo stesso modo, Dio 'provoca'. Questo accade molte volte. Un giorno, la preside di Anantapur, la Signora Jayamma Gopinath, era qui. Swami mi guardò e disse: "Anil Kumar, com'è la traduzione di Jayamma?" Anche lei traduce i Discorsi di Bhagavan in inglese, e vive con Swami da 50 anni. "Io risposi: "Eccellente, Swami." "Oho. E com'è la tua traduzione?" (Risate) "Come posso giudicarlo, Swami?" E Swami: "Qual è la tua opinione?" (Risate) "Chi dici che sia meglio fra di voi?" (Risate) "Tu o lei...?" Credendo di aver capito dove voleva arrivare, pensai bene di trovare una via d'uscita non facendo paragoni. (Risate) Così dissi: "Swami, non c'è paragone. Lei è laureata in letteratura inglese ed ha avuto una medaglia dal college 'Queen Mary' di Madras. È professoressa d'inglese ed è specializzata in letteratura inglese - con tanto di dottorato). Inoltre, insegna inglese da cinquant'anni! Io sono solo un insegnante di scienze! (Risate) È già abbastanza se riesco ad esprimermi e a farmi capire. Mi basta, Swami." E Swami ha esclamato: "Oh!" Poi io ho aggiunto: "Swami, ci sono letterati, uomini di cultura... come traduttori, ti farebbero un miglior servizio del mio." Baba ha risposto: "Sono contento di te. Non voglio altri."(Risate) (Applausi) Ho chiesto: "Ma perché, Swami?" E Swami ha risposto: "Perché se ci fosse un uomo di gran cultura a tradurre per Me, i devoti dovrebbero ascoltare due discorsi, prima il Mio e poi quello separato del traduttore. Questo confonderebbe le idee... tu sei sufficiente." (Risate) Vi dico queste cose per farvi capire come Dio provoca, così che voi diventiate capaci di mantenere un equilibrio. Tutto ciò che si trova dentro di voi troverà espressione, fino a quando tutto sarà uscito, e non ci sarà più invidia, o gelosia. Ecco la situazione. Supponete di avere un nemico che vi abbia danneggaito la carriera. Swami vi chiede di incontrarlo per dargli un messaggio. Lo avete evitato per anni perché ha rovinato la vostra vita. Da tempo non aspettate altro che un'opportunità per vendicarvi. E Swami vi dice: "Vai da lui e digli di venire qui. Dovete venire qui tutt'e due. " Le persone non possono andarsene in giro silenziosamente come dei soldati. Devono dirsi 'Sai Ram' l'un l'altro. Ecco come funziona. Dio è un catalizzatore. Dio è un alchimista. Dio provoca.




IL MAESTRO DIVINO RAPPRESENTA LA TRASCENDENZA


Il Maestro Divino, Dio, rappresenta la trascendenza. Una parola su questo. Alcuni dicono: "Swami ha una macchina molto costosa." "Swami indossa vestiti di seta." "Swami ha gusti di lusso." Vi prego di stare molto attenti a questo. Dio trascende. Dio non è né povero né ricco. Può permettersi di girare sulla macchina più costosa, ma non Gli importa nulla se deve camminare a piedi nudi. Può permettersi di avere ottimo cibo, ma mangia le cose più semplici. Questo è perché Dio non è né ricco né povero. Egli è entrambe le cose ed è al di là di esse. Il Maestro Divino rappresenta la trascendenza.




IL MAESTRO DIVINO È PRIVO DI EGO


Voglio attirare la vostra attenzione su un ulteriore punto, prima di passare a quello successivo. Vi prego di essere molto cauti, amici miei, perché queste sono cose serie, da applicare su noi stessi. Noi non ci incontriamo qui solo per divertirci. Ogni discorso deve illuminarci ed incoraggiarci a riflettere - dobbiamo trarre da esso una lezione. È con questa prospettiva che vi parlo di questi aspetti in questa bella mattina. Questo è il punto più importante. Voi siete collegati al Maestro Divino, ma il Maestro Divino non è collegato a voi. Questo è il problema. Io sono collegato al Maestro, ma il Maestro non è collegato a me. Perché? La risposta è semplice. Questo mio 'io' è l'ego. 'Io' esisto qui come ego. Che cos' è l'ego? Molti dicono: "Io non ho ego". Dire: "Io non ho ego" indica abbondanza di ego. (Risate) Alcuni dicono: "Io sono un uomo molto umile". Questo è l'ego dell'umiltà. Perciò, dire: "Io sono questo..." indica che c'è ego. Il massimo livello di espressione dell'ego è la superbia. Che cos'è l'ego? Questo ego, questo 'io', esiste come ego, cioè come una persona con un nome ed una forma. E se io esisto come persona con un nome ed una forma, naturalmente ho una relazione. Sono stato chiaro? Io, come ego, ho una relazione con il Maestro Divino. Di conseguenza penso che anche il Maestro Divino abbia una relazione con me. Il punto è che io penso che Baba mi ami, dimenticando però che Baba ama tutti. Lo sapete? Penso che mi ami perché c'é un ego. Giusto? Come ego, penso che mi ami. No. Perché pensate che Swami ami in particolare voi? 'Penso di essere vicino a Swami'. No. Tutti sono vicini a Swami. Per favore, capitemi. C'è tanta gente che dice: "Sono vicino a Swami." Se Gli siete vicini, Egli non può essere Dio! Perciò è il vostro ego che proclama di essere vicino a Swami. È il vostro ego, che vi fa dire che Baba vi ama. Quindi, amici miei., tutti noi (ed io non sono un' eccezione) siete in relazione con Baba attraverso il vostro ego. (Non dovete pensare che io mi trovi su un piedistallo. Noi tutti pensiamo insieme, esploriamo insieme e ci aiutamo vicendevolmente a crescere. Tutto qui.) Quindi, la nostra relazione con il Maestro Divino parte dal nostro ego. Ma il Maestro Divino non ha alcuna relazione con noi, perché il Maestro Divino non ha ego, il Maestro Divino è privo di ego. Se non ha ego, come può avere una relazione con me? Una relazione è possibile solo se c'è ego. Niente ego, niente relazione. Dato che io esisto come ego, ho una relazione con Lui. Sono chiaro? Lui non ha una relazione con me. Sono chiaro, amici miei? Dobbiamo cercare di uscire da questo ego. Dobbiamo innanzitutto capire questa posizione: io rappresento l'ego. Inoltre, io impongo questo ego al mio Maestro Divino. Perché ci sono persone che dicono: "Swami ha guardato direttamente verso di me, lo sai?" Ci sono migliaia di persone sedute là. Lui guarda quelle migliaia di persone, non solo voi. Ma voi pensate che stia guardando solo voi. Egli, invece, guarda tutti. Recentemente è venuto qui un mio parente stretto. Si è messo a discutere con me: "No, Anil Kumar, non dire così. Lui è venuto solo per vedere me. Non mi dire di no. Si è seduto là solo per guardare me. Era estremamente felice di vedermi!" Io risposi: "Grazie, lasciami in pace. " (Risate) Infatti è inutile parlare con certa gente. È perché avete l'ego che imponete il vostro ego anche al Maestro Divino. Dire che vi guarda, che vi ama, che voi siete vicini a Lui, è solo ego. Voi siete un ego ed imponete questo ego anche al Maestro Divino. Che grande, grande disgrazia! Una volta una persona ha detto: "Signor Anil Kumar, Swami si è perso la sua presenza, perché lei non era a Prasanthi Nilayam." (Risate) Gli risposi: "Come sarei stato fortunato a non incontrarla, stamattina!"(Risate) Perché? Dio non perde la presenza di nessuno! Siamo noi a perdere la Sua, Lui non può perdere niente e nessuno, perché è in tutti. Quindi, amici miei, questo 'io', nella sua qualitá di 'ego,' sta cercando di capire il Maestro Divino, che non ha ego. È possibile? No! È impossibile! Di conseguenza, dato che non sono in grado di capire il Maestro senza ego, dato che non arrivo a capirLo, impongo il mio ego su di Lui. "Mi ama. Non ha nessun altro fuorché me!" Ooh! (Risate) Questo è il livello da romanzo dell'ego, che non ha significato, che esprime ignoranza. Quindi, amici miei, il Guru non ha una relazione con il discepolo. È solo il discepolo ad avere una relazione con il Maestro. Il discepolo ha un ego, il Maestro Divino no. Quel che vorrei che tutti voi ripeteste a voi stessi è questo: "Devo perdere l'ego per essere con il Maestro Divino che non ha ego, per essere con Lui in modo totale. Solo se perdo l'ego io e Lui possiamo essere uno. Sì. Io sono separato dal Maestro Divino a causa del mio ego. Quando l'ego non c'è più, io sono uno con Lui. Il Maestro ed io siamo uno, perché in verità, il Maestro non c'è." Una signora ieri ha chiesto a Swami: "Swami, come stai?" (Risate) Swami l'ha guardata in modo strano. "Io sto sempre bene.", ha risposto. "Sto sempre bene." Swami non può mai stare male, perché non ha ego. In Lui non c'è ego.




DIO, IL MAESTRO DIVINO, COME PERSONA NON ESISTE


Il Maestro Divino esiste solo per l'uomo. La Sua forma fisica è solo uno spettacolo, un'apparenza. Egli non esiste. Perché? Perché il Maestro Divino è puro spirito. Il Maestro Divino è un fenomeno che pervade tutto. Sathya Sai Baba, la forma fisica che vediamo davanti a noi, è un fenomeno, un'onda spirituale elettromagnetica, l'Energia Cosmica Divina presente ovunque. Allora, a che cosa serve la forma fisica? La forma fisica è solo per la nostra soddisfazione. Egli non esiste. Dov'è l'elettricità? Se dicessi che l'elettricità è solo qui, la gente mi manderebbe in un manicomio (Risate). L'elettricità è dappertutto. Allo stesso modo, Baba è ovunque. La forma fisica è solo per scopi pratici. Il ventilatore è qui allo scopo di muovere un po' l'aria. Il microfono è qui per farvi sentire meglio la mia voce. Ma l'elettricità è ovunque. Allo stesso modo, la Divinità di Baba è ovunque. Egli è nella forma fisica per darci il beneficio della vicinanza fisica. Ma Egli è onnipresente. Dio, il Maestro Divino, come persona, non esiste! Non esiste con un nome ed una forma, perché non ha ego. Come si fa a capire questo stato? Come raggiungere questo stato? Siamo così felici quando possiamo raccontare i miracoli: "Swami mi ha salvato da un incidente." Oppure: "Swami ha salvato..." Ehi! Swami non è qui solo per salvare le vostre vite! (Risate) Siamo interessati a queste esperienze, a queste storie. Ma dietro queste cose, c'è una filosofia più ampia, un messaggio più profondo, che prima o poi dovrete assimilare. Prima o poi dobbiamo assaggiare e toccare il messaggio del Maestro Divino. Ma il Maestro Divino può essere compreso solo da chi non ha ego. L'esperienza attuale è solo a livello egoico.




LA VITA INCLUDE SIA IL BENE CHE IL MALE


Potete chiedervi: "Ma allora, che cosa devo fare adesso?" La cosa più importante è che riconosciamo la vita come un tutto. La vita è un tutto, nel senso che comprende sia il bene che il male. La gente pensa che la Divinità sia solo bontà. Mi spiace deludervi: anche la 'cattiveria' è inclusa. Non c'è niente che sia assolutamente cattivo e niente che sia assolutamente buono. Ciò che oggi è buono, domani può diventare cattivo. Della verdura buona e fresca oggi, domani può essere già marcia. Solo il tempo crea la differenza. Quel che alla mattina a tavola era buono, alla sera viene gettato nella spazzatura. È solo questione di tempo. Ma che cos'è la totalità? La totalità sono il male ed il bene, insieme. Il modo per capire il Guru senza ego, o il Maestro Divino, consiste nel conoscere il punto di vista totale, olistico, della vita, il male ed il bene insieme. Se pensate che qualcuno sia buono, è solo perché non conoscete il suo altro lato. Se qualcuno vi dice che una persona è cattiva, aspettate fino a quando ne vedrete la parte buona. Il bene ed il male sono sempre presenti nella stessa persona. Non esiste alcun Paese in cui esistano o solo il giorno, o solo la notte. Il giorno e la notte fanno parte di uno stesso ciclo. Allo stesso modo, la vita è composta dal bene e dal male, insieme.




IMPARIAMO A CONOSCERE LA VITA IN MODO OLISTICO


Per conoscere il Maestro Divino, per goderLo totalmente, per essere uno con Lui che non ha ego, dobbiamo imparare a conoscere la vita in modo olistico - il bene ed il male, il successo ed il fallimento. Come sviluppare una visione olistica? Molto semplice! Devo imparare ad amare me stesso, perché chi non sa amare se stesso non sa amare gli altri. Devo rispettare me stesso. Chi non rispetta se stesso non sa rispettare gli altri. Devo perdonarmi, per poter perdonare. Sono impaziente con me stesso, e sarò impaziente anche con le debolezze altrui. Perdoniamo noi stessi! Amiamo e rispettiamo noi stessi. Sviluppiamo uno stato mentale equilibrato, così da poter trascendere il bene e d il male. Solo allora saremo in grado di sperimentare una visione olistica della vita. Alcuni vengono da me e mi dicono: "Signor Anil Kumar, lei non conosce il mio passato." Rispondo: "E perché mai dovrei essere interessato al suo passato?" (Risate) Io mi vergogno del mio passato, perché dovrebbe interessarmi il tuo? Il passato è passato. (Risate) Perché preoccuparsene? Una persona si vergogna del proprio passato, ed allora dice: "Lei non conosce il mio passato." Lo dice perché non riesce a perdonare se stesso. Non sa perdonare il proprio passato. Per sperimentare la totalità della vita, per coglierne l'aspetto olistico, si deve cambiare la propria visione, trascendere, scusare e perdonare se stessi, riconoscendo il fatto che tutti abbiamo in noi il bene ed il male. Quando, come un lampo, il bene viene fuori, il male vi farà sentire psicologicamente deboli. Quando la debolezza vi domina, la bontà vi farà sentire inferiori. Quando il bene domina, il male crea una sorta di paura in voi, la paura di ridiventare cattivi in futuro. Noi non siamo né totalmente buoni né totalmente cattivi. Ciò che dobbiamo fare proprio ora è accettare la nostra debolezza. Non saremo in uno stato di debolezza per sempre. Ma dobbiamo accettare noi stessi. "Forse posso accettare me stesso solo se sono come te, che ho preso come modello per come canti i Bhajan, o per come mediti, o per come lavori alla canteen (la mensa dell'ashram; N.d.T.). Se non riesco ad essere come te, sono triste." Ma siate voi stessi! Siate quel che siete! Non siate come gli altri! Se un altro medita di più o di meno, perché dovreste fare come lui?! Quella persona può cantare i Bhajan in modo eccellente, ma perché mai dovreste essere come lui? Impariamo a vivere 'noi stessi'. Accettiamo i nostri lati positivi e negativi. Qusto atteggiamento ci porterà a trascendere la nostra situazione attuale ed a trarre beneficio dalla totalità dell'esistenza del Maestro Divino.




SIAMO NATI CON LA FEDE


- Questo è possibile se sviluppiamo la fede... - Sto aspettando che qualcuno corregga ciò che ho appena detto! Infatti, ho detto 'se sviluppiamo la fede', ma... la fede non si può 'sviluppare'! 'Sviluppiamo la fede' è un'espressione sbagliata, perché la fede non può essere di più o di meno. Alcuni dicono: "Ho una forte fede." Ohh! Questo significa che prima non ce l'avevano? Esiste qualche apparecchiatura per misurare la fede? Come si può misurare la fede? Non ha senso dire che si ha una forte fede. Se qualcuno dice di avere 'una forte fede', questo significa che dentro di lui è nascosto un dubbio. Alcuni dicono: "Ti amo tanto." Questo significa che dentro hanno un odio nascosto. (Risate) Non dovete mai credere a chi vi dice di amarvi tanto, perché questo significa che dentro ha una profonda ostilità, una gelosia nascosta, un sentimento occulto che gli fa desiderare di non vedervi, ma dice: "Ti amo tanto..." Amici miei, eccovi il modo di avere un'ideologia corretta, di dare una direzione giusta ai vostri pensieri: la fede è fede. Essa non è né forte né debole, non si ottiene in regalo, non si acquisisce dai libri. Siamo nati con la fede, ma dopo un certo periodo di tempo, la perdiamo. Che tragedia! Diventiamo dei 'senza fede'. Da bambini avevamo tanta fiducia. Poi siamo diventati senza fede. Invece di dire 'Sviluppare la fede', la metterò in un altro modo. "Perché sei diventato senza fede? Perché hai perso la fede?" La fede, amici miei, è la 'restaurazione di un diritto di nascita'. Avere fede significa riprendersi il nostro diritto di nascita. Tutto qui. Questa è la fede. Non dev'essere acquisita in qualche modo speciale. È come quando rimuovete la sabbia, il fango ed i sassi e scavate profondamente. Che cosa trovate? La falda acquifera, che si trova più sotto. Dobbiamo solo rimuovere le barriere, gli ostacoli. La fede è sotto il fango del dubbio, sotto i sassi dell'ambiguità, sotto la sabbia dell'illusione, che ricoprono l'acqua sottostante, che è la fede. Amici miei, rimuoviamo queste barriere, affinché la fede, che è già là, e con la quale siamo nati, possa emergere.




DALL'ŒIO¹ AL SÈ


Dall'ego, posso arrivare alla stato senza ego. Non devo andare da nessuna parte. Non ho bisogno di nessuno. Devo viaggiare dentro me stesso. Devo raggiungere la mia interiorità. Tutto qui. Dall' 'io' al 'Sé'. Il mio 'io' è la mia parte egoica, il mio 'Sé' e senza ego. Una volta che il Sé prende piede, voi non esistete più. Quando l'ego se n'è andato, voi non ci siete più. Per favore, capitemi. Io sono così e così, sono alto così, peso così, le mie qualifiche... è tutto ego. Ma quando l'ego non c'è più, voi non esistete. Il Maestro Divino è non esistenza. Perché? Perché non ha ego. Quando perdete l'ego, vi unite al Maestro Divino, che non ha ego. Due spazi vuoti, uniti. Ecco quindi ciò che dovete fare: diventare cavi, vuoti. Quando siete vuoti, potete ricevere la Divina Melodia, come un flauto. Dovete muovervi dal vostro 'io' egoico al vostro 'Sè' che non ha ego. Il Sè è Divino, è il Maestro Divino Stesso. L' 'io' egoico è la cornice fisica.




NELLA SPIRITUALITÁ NON C'É POSTO PER IL RAGIONAMENTO


Vorrei convergere la vostra attenzione su altri due punti importanti. Alcune persone dicono: "Signore, tutto ciò che Egli dice si basa sul ragionamento." Mi dispiace. La ragione non trova spazio nella religione. 'Nessun ragione per amare, nessuna stagione per amare'. Se un discorso si basa sulla ragione, è un discorso di logica e non di religione. Sono chiaro? Se si ragiona di meno, la spiritualità si comprende meglio. Con il ragionamento si capisce il mondo, ma per capire Dio si deve andare al di là dei limiti della ragione. Un semplice esempio: è sorprendente che Swami parli regolarmente ad alcune persone. Io penso: 'Quello lo conosco bene, non è assolutamente migliore di me. Anzi, sotto molti aspetti è decisamente molto peggiore di me. Perché parla a lui e non a me?!' La parola 'perché' non ha niente a che vedere con la spiritualità. Nessun perché! La religione non ha risposte per le domande razionali. Qualcuno ha chiesto a Swami: "Perché parli con loro così spesso? Perché? È giusto?" Baba ha risposto: "Non c'è giustizia nella legge Divina." Allora, il Divino è ingiusto? No! È una questione di meriti (prapti). Le cose vengono 'conferite' e non 'acquisite'. Chiaro? Non possiamo far altro che andare 'al di là' della ragione. Non dobbiamo fare domande a Dio. Mentre ero a Hyderabad qualcuno mi chiese: "Ma quand'è che Baba camminerà di nuovo normalmente?" Proprio una bella domanda! (Risate) Io risposi a questo modo: "Non mi ha detto in anticipo neppure che non avrebbe camminato bene!" (Risate) Non mi ha detto: "Anil Kumar, dal prossimo mese non camminerò bene." Se lo avesse fatto, forse conoscerei anche la data in cui camminerà di nuovo senza problemi. (Risate) Non so. Chi sono io per giudicare? Io posso solo accettare. Devo stare solo attento che in me non sorga alcun 'perché'. 'Perché Swami parla con quello? Perché non dà l'interview a me che sono molto migliore di quello? Perché non cammina? Perché?' Basta con i 'perché'! Se smettiamo di fare domande saremo felici. Siamo infelici a causa delle nostre domande. Nella spiritualità i 'perché' sono assolutamente senza rilievo e fuori posto.




QUANDO SI HA A CHE FARE CON LA DIVINITÀ, LA PRATICITÀ E LA RAZIONALITÀ FALLISCONO


Noi vogliamo essere pratici. Alcuni dicono: "Quello è un uomo pratico!" Questo non funziona nella spiritualità, perché nella spiritualità non esiste qualcosa come l' 'essere pratici'. Quando pensate di essere pratici, volete 'manovrare'. Per esempio:' Come posso intrufolarmi nella prima fila? Come posso accaparrarmi un postoproprio davanti? Come posso arrivare a sedermi nella veranda? Quale meccanismo, quale tecnica potrei escogitare, quale tecnologia e quale mezzo potrei utilizzare, quale programma potrei mettere in atto per piazzarmi lì, proprio accanto a Lui?' No, questo non funziona. Una volta che cominciate a fare programmi, Baba farà in modo che tutti i vostri piani vadano a monte. Il pomeriggio in cui resco finalmente a sedermi in primissima fila, il darshan viene cancellato! (Risate) Quando sono pronto con il mio quadernetto ed alcuni fogli bianchi per la traduzione, non ci sarà alcun discorso! (Risate) Se sono lì senza penna e fogli, Lui comincia a parlare, guardandomi in modo buffo! (Risate) Non si possono fare programmi. La praticità, la capacità pratica, non hanno posto nella spiritualità. La vita in compagnia del Maestro Divino non è 'prosa', ma 'poesia'. Non è logica, è Amore, romanzo, musica, estasi. Il nostro dovere consiste nell'eseguire quella musica, e questo é possibile solo attraverso la resa totale. L'abbandono allo stato presente. Non fatemi pensare a Swami come farebbe un intellettuale. Alcuni dicono: 'Circoli di studio per intellettuali'. Gli intellettuali possono avere un circolo, non uno studio. (Risate) Sì, l'intelletto è un circolo nel senso di cerchio, uno zero - ecco che cos'è. Nel momento in cui l'intelletto si ferma, o fallisce, solo da quel momento in poi potete cominciare a capire Dio, e non prima. Sono chiaro? Non voglio essere un intellettuale. Non voglio valutare Dio con la mia mente. È proprio quando la mente si ferma che l'esperienza comincia. Non voglio applicare la logica, perché le cose sono irrazionali ed illogiche. All'improvviso farà freddo, o pioverà. Ma chi sono io per dirlo? All'improvviso si alzerà un venticello leggero. Io non so spiegarlo. Tutta la creazione è illogica ed irrazionale. La razionalità nella logica appartiene a voi, alla vostra mente, ma non alla mente cosmica, alla mente Divina.




L'ABBANDONO


Amici miei, mi accomiato da voi con una nota: viaggiamo tutti insieme. Andiamo tutti sugli aerei 'Sai', godiamoci il volo sulla 'Sathya Sai Intercontinental', che ci porterà ai limiti del conosciuto. I sottomarini 'Sai' ci condurranno a profondità incommensurabili. I Suoi aerei ci porteranno all'orizzonte, al firmamento, al di là di tutte le misure e le esperienze conosciute. La vita con Sathya Sai è beatitudine, è estasi, è un fenomeno organico. Ma il solo modo di avere questo fenomeno organico è l'abbandono! Una volta che mi abbandono, 'io' non ci sono più, smetto di esistere. Quando lo zucchero è totalmente dissolto, lo zucchero non esiste più. L'acqua e lo zucchero diventano una cosa sola. Se dico: 'Mi sono abbandonato', il mio è un abbandono politico. (Risate) È tutta politica. Perché chi si è veramente arreso, abbandonato... non esiste. A meno che non vi siate persi, vuol dire che non si tratta di abbandono. L' 'io' dev'essere sparito, andato. "Che cosa ha abbandonato, signore?" "Non lo so". Perché? Perché non ci sono. Amici miei, abbandoniamoci. Abbandoniamo questo 'io', l'ego, affinché resti solo il Sé Cosmico, il vero Sé.


Questo è stato l'argomento di oggi: 'Dall' 'io' al ' Sé'.


Tante grazie (Applausi)


OM SAI RAM