Cari fratelli e sorelle
LA CREAZIONE E' UNO ZERO ED IL CREATORE E' L'EROE
Vi dò il benvenuto al satsang di questa mattina, che è il primo del 2004. Sono sicuro che abbiate colto l'importanza dell'avvenimento di ieri ma, per coloro che non lo sanno, dirò poche parole sull'argomento. Ieri è stata celebrata una festa speciale per questo Paese, il cui nome è "Vaikuntha Ekadasi". Che cosa significa? Voglio condividere con voi alcune mie riflessioni su di essa. " Vaikuntha" è ciò che non è diviso, o, più propriamente, ciò che è intero. Noi traduciamo questo termine con "Paradiso", o "Cielo" ma questa non è una traduzione esauriente, è una semplice traduzione verbale. In realtà "Vaikuntha" è ciò che non è diviso, non duale, ciò che non si trova in una situazione di 'esperienza'. Esso non rappresenta, necessariamente, il Paradiso delle nostre epiche o il "cielo" che noi conosciamo. Vaikunta non è né il Cielo né il Paradiso, bensì uno stato di esperienza non duale e piena di gioia; Vaikunta è la prima parte. La seconda parte è "Ekadasi". In sanscrito, "dasa" significa "dieci" ed "eka" significa "uno"; nel numero dieci, uno è eka. Spero di essere stato chiaro. Quindi, in dasa, il numero uno è Dio. Questo significa che Dio è l'eroe ed il resto è zero e non conta nulla! Dasa, Ekadasa. In questo numero dasa, il numero uno, o eka, è il Creatore e lo zero è la creazione. La creazione è zero mentre il creatore è l'Eroe.
(Qui A.K. gioca con i due termini inglesi "zero" - che significa zero, come in italiano - e "hero", eroe, che hanno una dizione molto simile fra loro). Bhagavan ha detto più volte:"Uno zero non ha valore, due zeri sono una sciocchezza, tre zeri una follia. Qualsiasi numero composto di zeri non ha alcun significato. Quando mettete un uno prima dello zero avete dieci, uno con due zeri dà cento, uno con tre zeri dà mille... è con l'uno davanti che tutti questi zeri trovano il loro significato. Similmente, nel numero dieci, l'uno dà valore allo zero. Dio è l'Uno che dà valore a questa creazione, che è zero." Quindi, la celebrazione di ieri, Vaikuntha Ekadasi, simboleggia la comprensione dell'importanza dell'Eroe, Dio. Noi abbiamo bisogno di comprendere che noi siamo degli zeri e che acquisiamo valore solo grazie all'Eroe. Questo è il significato della celebrazione di ieri, di 'Vaikuntha Ekadasi'.
LA STORIA DIETRO VAIKUNTHA EKADASI
La storia, simile alle epiche, dice che l'oceano fu sbattuto. L'oceano di latte fu sbattuto, e da esso uscì il nettare chiamato amrita. Questa amrita fu distribuita agli angeli. Così dice la storia... Lo sbattimento dell'oceano di latte fu la causa della distribuzione dell'amrita a tutti gli angeli. Il giorno di Vaikuntha Ekadasi ricorda questo episodio. Bhagavan Baba, il nostro attuale Dio, ci conduce nella profondità della celebrazione; Egli ci trasmette il significato interiore.
LA TRADUZIONE È UN TENTATIVO ARTIFICIOSO
In Italiano, amrita si traduce con nettare, ma questa parola non trasmette la sua profondità. I termini sanscriti sono talmente profondi che non possono essere tradotti in altre lingue. Per darvi un esempio, è come indicare la luna con l'indice: noi portiamo in braccio nostro nipote fuori a vedere la luna e puntiamo il dito tra i rami di un albero, dicendogli: "Guarda la luna, guarda la luna in cielo!" In verità essa non è lì. Bene. In modo del tutto simile, noi indichiamo solo il significato superficiale di certe parole nel tradurle dal Sanscrito. Io non posso comunicarne il significato profondo, dato che non conosco il Sanscrito, né altri ne sarebbero capace, perché ogni lingua ha una sua peculiarità ed unicità. Ogni lingua tradotta in un'altra perde il cinquanta per cento del suo fascino. Dopo tutto, la chirurgia plastica è chirurgia plastica, e la bellezza naturale è bellezza naturale (Risate). I denti originali sono diversi dalle dentiere (Risate) e ascoltare direttamente con le orecchie è diverso dal farlo con le cuffie. In egual modo, la traduzione è solo un tentativo artificioso. Io conosco i miei limiti; è per questo che spesso incespico, brancolo e vengo corretto, con vostro grande divertimento. (Risate) Quando succede mi diverto anch'io. Si! Quando si è seri, nel momento in cui la traduzione viene corretta tutti ridono, e questo costituisce una salutare sospensione (Risate.) Bene, perché no!?
SIGNIFICATO DI VAIKUNTHA EKADASI
Amrita è il nettare, ma Bhagavan ce ne dà il significato in un altro senso: anruta significa falsità, dire bugie, mentre Amrita significa assoluta verità. Ora, Bhagavan da questa interpretazione: Amrita fu distribuita agli angeli perché essi erano caduti dal sentiero della assoluta verità e seguivano la via della falsità, o anruta.
Quindi, se qualcuno sta procedendo lungo la via della falsità, dell'irrealtà, dell' illusione o dell'inganno, Dio fornisce la via della realtà, la via della luce, della conoscenza e della saggezza. In altre parole:
Portaci dall'illusione alla Verità
Dall'oscurità alla Luce
Dalla morte all'Immortalità
Asatoma Sat Gamaya
Tamasoma Jyotir Gamaya
Mrithyorma Amritam Gamaya
Portaci dalla morte all'immortalità. La morte è anruta, l'Immortalità è Amrita. La distribuzione dell'Amrita avvenne in quel giorno, chiamato Vaikuntha Ekadasi. Questo è, in breve, il significato della celebrazione di ieri in tutto il paese.
OGNI MOMENTO È VAIKUNTHA EKADASI A PRASANTHI NILAYAM
Ora potreste pensare: " Perché qui non viene celebrata?" Per educazione potete star zitti, ma sono sicuro che la maggior parte di voi pensa: " Ma perché questa festa a Prasanthi Nilayam non viene celebrata?" Vi chiedo di ascoltarmi attentamente. Perché, dato che Vaikuntha Ekadasi è celebrato in tutto il paese, non qui? Qui, questa festa non è una semplice celebrazione in un giorno particolare;
la distribuzione dell' Amrita, nel significato di Verità, nel significato di Realtà, viene fatta giornalmente e non necessariamente e specialmente solo nel giorno di Vaikuntha Ekadasi (Applausi). Di conseguenza, ogni giorno è Ekadasi; ogni giorno, ogni occasione, ogni momento, ogni minuto, ogni secondo è Vaikuntha Ekadasi. La distribuzione dell'Amrita, la via della realtà e della saggezza, si realizza nelle parole e nei gesti di Bhagavan. Swami dice "Vak-amrita" significa l'Amrita del discorso, l'Amrita della conversazione Divina, il nettare del dialogo Divino. E visto che questo accade continuamente, che significato avrebbe celebrarlo in un giorno particolare? Io la capisco così.
Volendo attrarre la vostra attenzione su alcuni di questi importanti argomenti, ho scelto di cominciare il mio discorso con questi commenti ed osservazioni. Noi preghiamo affinché veniamo beneficiati da questa Vak-amrita, il Divino nettare, il dialogo Divino, il discorso soave in grado di condurci tutti dall'illusione alla Verità. Che tutti noi possiamo uscire dal buio dell'ignoranza ed entrare nella luce della saggezza! Che tutti noi possiamo uscire da questa morte ed accedere all'Immortalità!
NON C'É NASCITA, NON C'É MORTE
Amici miei, prima di andare oltre, voglio dire che la morte non esiste, perché neppure la nascita esiste. Posso apparire insensato, alcuni possono anche sospettare che io sia uscito da un manicomio! Non è così (Risate). Almeno non ora! (Risate) Non c'è nascita, e non c'è morte! Come devo dirlo? I cinque elementi, i cinque elementi di base, prendono una forma concreta, prendono un nome ed una forma definiti, cristallizzati, e diventano un corpo. Il corpo non è altro che i cinque elementi circostanti agglomerati; essi sono precipitati, cristallizzati e localizzati in modo finito, in una forma limitata. Questo è il corpo, questo è ciò che chiamiamo nascita. Alla nascita segue la crescita, a questa il declino, ed al declino segue la morte. Quindi, che cosa intendiamo per 'morte'? Mentre i cinque elementi in 'vita' sono agglomerati, alla morte essi torneranno alla loro fonte: l'aria si confonderà con l'aria circostante, il calore si mischierà all'elemento calore, l'acqua tornerà all'acqua e così via. Tutto qui. Quindi, l'apparire del corpo è la nascita e lo scomparire del corpo è la morte, ma voi ed io non moriamo! Noi non moriamo! Questo è tutto: alla 'nascita' noi appariamo nel mondo fisico e, quando non appariamo più nella forma fisica, chiamiamo questo stato 'morte'. Ma l'IO rimane; l'IO è eterno. Se identifichiamo l'io con il corpo, esso è temporaneo; se lo identifichiamo con la mente, è 'ego'.
L'IMMORTALITÀ È L'ELIMINAZIONE DEL PROPRIO EGO
Ora, amici miei, vorrei che poneste l'attenzione su questo punto importante: fino a che noi pensiamo: "io sono la mente", il ciclo di nascita e morte si ripete. La mente è l'ego; 'io sono la mente' significa: 'io sono l'ego'. Quando mi identifico con la mia mente, 'il ciclo nascita-morte continua': 'Punarapi Jananam Punarapi Maranam'. Una volta che sono convinto ed ho sperimentato che io non sono la mente... ooh! Allora, che cosa sono? Io sono l'anima, sono lo spirito, sono la coscienza, sono la consapevolezza, sono eterno, immortale. Ecco che il ciclo nascita- morte è spezzato, il legame è sciolto: questo è Amrita, o Immortalità. In una frase, posso dire che l'Immortalità non è altro che l'eliminazione del proprio ego. Spero di essere chiaro: l'eliminazione dell'ego corrisponde all'Immortalità. Chi ucciderà il mio ego?
Io posso chiedere a qualcuno di uccidermi, ma egli non lo farà, perché lo metterebbero dietro le sbarre. Posso chiedergli di uccidere la mia mente, ma non lo farà perché gli tornerebbe indietro. Uccidere la mia mente significa insultarmi, lodarmi o fare di me una scimmia. Chi segue il vagare della mente, si esalta e si deprime frustrato dagli alti e bassi della vita, è solo una scimmia in forma umana. Quindi, per piacere, se dite che potete giocare con la mia mente, significa soltanto che potete dare una magnifica dimostrazione di come sapete saltare, al pari di una scimmia! Io non sono disponibile. No! Questa forma mi basta! Perché dovrei volere un'altra forma [da scimmia]? (Risate) Quindi, non mi lascerò strumentalizzare. Io non sono la mente né il corpo. Se penso di essere il corpo voi potete torturarlo, sfregiarlo, batterlo, frustarlo e cambiargli i connotati; se io penso di essere la mente, la potete manovrare. Ma io in realtà sono lo spirito, l'anima, o Atma, che voi non potete toccare o manovrare. Questo vero IO è indipendente ma, fintanto che penso di essere il corpo, chiunque può manovrarmi.
"Oh, Anil Kumar! Sei molto attraente."
"Veramente? (Risate) Te ne sei accorto stamattina? Che cosa ti era successo in tutti questi anni?" (Risate)
Qualcun altro potrebbe dire: " Anil Kumar! Ci dispiace molto; eri migliore l'anno scorso."
"Oh, vedo. Sono così brutto quest'anno? Allora questo pomeriggio non voglio incontrarvi, va bene? (Risate) Cercherò qualcuno che almeno mi gratifichi!"(Risate) Se qualcuno dice: "Sei rimasto lo stesso!" "Davvero? Sono contento!" (Risate) Come può verificarsi il non cambiamento? Che il cambiamento avvenga è inevitabile. Se qualcuno dice che non c'è stato cambiamento, è aria fritta (Risate). Il cambiamento ci dev' essere; potete non rendervene conto, potete non vederlo con i vostri occhi. Il cambiamento non è così appariscente, né così terribile da guardare in faccia. Spero di esser chiaro. Quindi, io non sono il corpo, su cui potete fare i vostri commenti, né la mente, che potete divertirvi a prendere in giro. Io sono lo spirito o l'anima che non è in mano vostra, con cui non potete giocare. Perché? Lo spirito in me, l'Atma in me, è precisamente lo stesso che c'è in voi. Non potete trastullarvi con il vostro Sé. Io devo ancora incontrare che dica: " Sono orribile"... nessuno lo dirà. Io devo ancora incontrare una persona che dica: "Sono una persona inutile". Anche se, in realtà, è inutile, non lo ammetterà mai! (Risate) Nessuno vuole umiliarsi, nessuno condannerebbe Se stesso. Il Sé in voi è esattamente lo stesso Sé che è in me. L'Essere che è in voi è lo stesso Essere che è in me. La coscienza esiste in voi come esiste in me. In tutti noi la coscienza è uguale alla consapevolezza, e questa consapevolezza è la stessa in tutti. Nessuno condannerebbe il suo stesso Sé. Una volta che so di essere la consapevolezza, l'effettivo nucleo della vita, il vero e proprio Essere, non c'è né nascita né morte. Solo il corpo va incontro alla morte: è il corpo che nasce ed è il corpo che muore. Fintanto che penso di essere la mente, sì, nascita e rinascita continuano. La mente è come un registratore, con ogni genere di canzoni e di suoni, è come un computer, con tutto ciò che ci è stato messo di buono e cattivo. È questa mente ad essere responsabile del ritorno del corpo. Una volta che sono convinto di non essere né il corpo né la mente, ma il profondo Spirito o Essere in me, sono nello stato di immortalità. Non è indispensabile morire per ottenerlo. Il varco è l'eliminazione dell'ego. Ma come si può fare ad annullare l'ego? Un po' di meditazione Sai è il modo di liberarsi dell'ego. " Vede, signore, io non so come meditare. Ci sono molte persone che insegnano vari metodi per meditare; alcune si fanno pagare, altre no" (Risate). Alcune propongono dei corsi, altre dicono che non siamo adatti alla meditazione (Risate). Oh Dio, che cosa farò?" Poi c'è la via dell'Amore; la via dell'Amore e quella della meditazione sono uguali. La rupia è la moneta indiana ed il dollaro è la moneta americana, ma tutte e due sono denaro, ecco tutto. La via dell'amore e la via della meditazione sono la stessa cosa.
QUALITÀ DELL'ESSERE UMANO CHE AMA
"Io non so come amare". Capisco. Gli alberi possono amare, gli animali possono amare. Se tu non puoi amare, hai qualcosa che non va. Sin dalla prima infanzia il bambino comincia ad amare sua madre, comincia ad amare i suoi fratelli e sorelle e, crescendo, comincia ad amare i suoi amici. Poi si sposa con la sua migliore metà ed ama il coniuge e tutti i parenti, fa amicizia con i colleghi di lavoro, ama la sua patria. Quindi, noi nasciamo con il requisito dell'amore. Nessuno può chiedere: "Come si fa ad amare?" Nessuno può dire: "Dov'è l'amore?" No. L'amore è il vero e proprio centro della nostra vita. Quando amiamo incondizionatamente, sì... questo uccide il nostro ego. Come si uccide l'ego? Solo amando! Non si può eliminare l'ego odiando. Nell'odiare qualcuno, l'ego cresce sempre più e così voi lo curate ed alimentate. Inimicizia, apatia, odio e gelosia alimentano tutti l'ego. Chi è geloso? L'egoista è geloso. Chi è invidioso? L'egoista è invidioso. Chi è orgoglioso? L'egoista è orgoglioso. Chi è umile? Chi ama è umile. Chi è amichevole? Chi ama è amichevole. Chi coopera? Chi ama. Quindi, tutte le qualità nobili sono contenute in queste cinque lettere: 'AMORE'. Quando si è sulla via dell'amore, l'ego scompare spontaneamente. Se io vi amo, significa che vedo in voi una qualità che voglio, che voi avete una qualità che manca a me; oppure significa che le nostre caratteristiche sono compatibili, per cui io vi amo. Spero di essere chiaro. Quando si comincia ad amare, si perde la propria tendenza alla separazione, si perde l'identità e l'ego. Questa mancanza di ego è amore; questa via dell'amore è l'Immortalità. Nonostante noi diciamo di amare, in realtà, non amiamo. No! Perché? Noi amiamo l'idea di essere innamorati, noi siamo contenti nel pensare che amiamo, eppure non amiamo. Di nuovo potete pensare che qualcosa non vada in Anil Kumar: (Risate) 'Un momento fa, ha detto che non c'è né nascita né morte, ed ora dice che non amiamo nessuno.' Che cosa è questa storia? Amici miei, facciamo un'analisi. Noi non amiamo nessuno, noi pensiamo di amare qualcun altro. Ci piace l'idea di essere innamorati, come nella 'Dodicesima notte' di W. Shakespeare. Egli scrisse quella splendida commedia in cui un farabutto, di nome Duca Orsino, che si sente molto felice al pensiero di essere innamorato. Noi siamo molto simili a lui. Perché? Noi non siamo disposti ad amare perché l'amore è pericoloso. 'Davvero?' Sì. Noi non siamo pronti ad amare veramente, perché questa sarebbe la morte per il nostro ego. Perché? L'amore è una tale tortura? Sí, lo è! Quando io comincio ad amare, devo necessariamente perdere il mio ego, ed io non sono disposto a perderlo. Io dico 'ciao', ma quel ciao viene da una montagna di ego! 'Mi sei simpatico' ma quella simpatia esce dal mio ego. In realtà, questo non è vero amore.
SIATE COME IL FLAUTO DEL SIGNORE KRISHNA
L'amore viene dal vuoto; quando siete vuoti potete amare. E' come essere una canna di bambù. I pastori amarono Cristo perché avevano vuotato se stessi; un devoto ama Dio perché ha vuotato se stesso. Le ragazze analfabete di Brindavan, che noi chiamiamo gopi , amarono Krishna perché erano vuote. I pastori amarono Cristo perché erano vuoti. Io Lo amo ma non sono vuoto. Capite? Quindi, Amore significa vuotarsi, essere totalmente vuoti. Ieri sera, parlando con un fratello di lingua Telugu, gli ho fatto un esempio: il flauto adornava le Divine Labbra del Signore Krishna. Attraverso quel meraviglioso strumento, Krishna soffia e fa sì che esso suoni la melodia Divina. Essa viene udita per mezzo di questo strumento, il flauto. Molte pastorelle, o gopi, erano curiose di conoscere il segreto di ciò e, quando trovarono Krishna addormentato con il flauto caduto lì a terra, si avvicinarono ad esso e dissero: "Come sei fortunato! Come sei fortunato ad essere sulle labbra di Krishna! Noi Lo vediamo soltanto, nient'altro. Aha! Ma Egli soffia attraverso di te! AbbaŠCome sei fortunato! Che cose meritevoli hai fatto in passato? Quali meriti ti sei guadagnato nelle vite passate? Caro flauto, dicci il tuo segreto! Quanto hai amato Krishna? Tu devi aver avuto un amore incessante, forte, incommensurabile e profondo per Krishna, un amore che ha fatto sì che Egli ti tenesse sulle Sue labbra." Il flauto si mise a ridere: " Oh pazze! Io non ho fatto niente! Voi siete dei flauti proprio come me; io ho nove fori ed anche voi li avete (Risate) . Io sono una canna di bambù con questi nove fori e sono vuoto, cavo all'interno, mentre voi siete piene di arroganza, avversione, avarizia e tutto il resto. Vuotatevi, ed anche voi suonerete."
L'EGO È MOLTO ASTUTO
Amici miei, noi non siamo disposti a questo. Noi ci avviciniamo agli altri senza alcun amore. Nel momento in cui ci presentiamo diciamo: " Io sono il XXXX, lo sai?"
"Perché dovrei sapere che tu sei il XXXX ? (Risate)
"Sai che vengo da qui quindici anni?".
"Io non lavoro alla 'reception', come potrei saperlo?"
Noi approfittiamo di ogni occasione per parlare di noi stessi. Questo senso di egoità, questa impronta di "mio", è un ego scaltro e sottile. Oppure uno può avere una falsa umiltà ed esprimere il suo ego in un modo o in un altro: "Hai sentito di quel Centro Sai che ha fatto moltissime attività? Io ne faccio parte." "E allora?" (Risate) E' l'ego, ecco tutto; più cerchiamo di eliminarlo, più si fa strada silenziosamente, segretamente ed inavvertitamente.
Supponete che io abbia un gatto. Gli voglio bene e gli dò del latte. Di ritorno, il gatto è affezionato a me in egual modo. Un giorno, totalmente stanco di lui, lo faccio salire in macchina e vado a sperderlo lontano. Più tardi, all'improvviso, lo vedo saltare in casa dalla finestra o entrare dalla porta del giardino. Anche se voglio mandarlo via, lui trova la via per rientrare.
In egual modo, più siete intenti a rimuovere l'ego, più quello sarà tenace nel tornare. Noi lo abbiamo accumulato nelle centinaia di vite precedenti con interessi ed interessi composti! (Risate) Come il mare e l'Himalaya non possono venir annientati, l'ego non si può rimuovere in un istante.
L'EGO SI ELIMINA CON LA CONSAPEVOLEZZA DISINTERESSATA
Con l'ego non potete amare; questo è un principio fondamentale, di base. Se c'è ego non può esserci amore. È solo brama, è solo attaccamento, etichetta, formalità. L'ego sono le 'buone maniere', l'essere rispettosi e dignitosi in società. L'amore vero, che è amore spirituale, esiste solo dove l'ego non c'è. Eliminare l'ego è molto penoso, cocente. Per liberarmi dell'ego devo soffrire un dolore atroce. Io voglio riconoscimento, voglio prestigio, complimenti, voglio essere reso felice; io voglio uno 'status'. Come perdere tutto questo? Quando dico "Ti amo" non dico la verità, perché in me c'è l'ego. Ma come eliminarlo? L'unico modo è quello di essere consci della propria consapevolezza. Uccidere l'ego significa sviluppare lo spirito di abbandono o, potrei dire, sviluppare la consapevolezza disinteressata. 'Consapevolezza disinteressata' è un bellissimo termine, che vorrei che ricordaste. La consapevolezza disinteressata è la via per liberarsi dell'ego, è la via per sviluppare lo spirito dell' Amore. Che cos'è l'equanimità? "Io amo Baba se parla con me (Risate) e tutti nella Kulwant Hall se ne accorgono. Quando Swami parla con qualcuno io allungo il collo come una giraffa per rubare la sua occasione, per afferrare la sua fortuna e rispondere ioal suo posto." Questo è ego. Oppure: "Swami, io Ti amo molto a patto che ottenga la promozione, un genero adeguato e la licenza governativa per la nuova attività che sto avviando ."(Risate) Questo non è essere disinteressati, è essere pieni di interesse, ma l'Amore è disinteressato. Il vero Amore è disinteressato! "Oh Signore, io Ti amo, succeda quel che succeda! Ciò che sta accadendo ora nella mia vita non ha niente a che fare con la storia d'amore che c'è tra Te e me. C'è una Divina Storia d'Amore tra Te e me, oh, Signore... non ha niente a che fare con i risultati". Io amo mio figlio sia che egli venga promosso agli esami o meno (Risate). La sua promozione, o la sua bocciatura, non hanno niente a che fare con l'amore. Io lo amo perché è mio figlio, non è così?
Io amo i miei genitori indipendentemente da tutto. Essi possono soddisfare le mie richieste o possono dire di no ad alcune di esse: io li amo ugualmente. Non è così? Quindi, è amore fine a se stesso. L'equanimità è amore, è preghiera, è religione. Questa consapevolezza disinteressata è il modo per eliminare l'ego. Fino a che l'ego non è distrutto, non possiamo amare la gente nel vero senso della parola. Mettiamo che voi diciate che mi amate e che dobbiamo vederci domattina alle dieci: " Signor Kumar, vogliamo incontrarci domattina alle dieci?" Poniamo che domattina alle dieci io non venga; domani sera sentirò una musica...! (Risate) Perché? Perché il vostro amore è condizionato. Visto che io non sono venuto, che non ho mantenuto la mia promessa e non sono stato puntuale, il vostro amore si è dissolto come vapore (Risate) Come possiamo chiamarlo Amore? Quindi, amici miei, il cosiddetto 'amore', che noi esprimiamo, non è affatto amore. Noi non amiamo gli altri. Amiamo l'idea di amarli, ecco tutto! Il marito pensa che la moglie lo ami, la moglie pensa che il marito la ami ma basta un "no!" e li troveremo in tribunale pronti per il divorzio! (Risate) Che cosa è stato di quell'amore? Si può parlare di amore? No! Lei è egoista, e lui è l'incarnazione dell'ego (Risate)
UCCIDERE L'EGO È UNA TORTURA
Eliminare il proprio ego equivale ad una tortura. Uccidere il proprio ego è doloroso. Io sono abituato a sedermi ogni giorno in prima fila. Se un addetto al servizio mi chiede di sedermi in terza fila, mi sento perduto. La terza fila non è adatta a me! Io siedo in prima fila... come se quel posto fosse registrato a mio nome, come se fossi nato solo per sedermi lì! In realtà, migliaia hanno occupato quel posto. Ora non ci sono più e, presto, anch'io andrò ad allungare la lista (Risate) Abbiamo lasciato le nostre proprietà, abbiamo lasciato le nostre famiglie, ma non siamo disposti a lasciare i nostri posti a sedere! (Risate) Prima fila, ecco tutto! (Risate) Eppure la Bibbia dice:" I primi sulla terra saranno gli ultimi in cielo" (Risate). Chiaramente la Bibbia dice che il primo tra i primi sulla terra sarà l'ultimo tra gli ultimi in cielo, se non ancor meno. E' un parlare figurato, è una affermazione letteraria che significa che non dovremmo lottare per essere i primi, perché l'amore è naturale, l'amore non è una lotta. Senza l'ego, l'amore diventa una gioia. L'amore è un sogno meraviglioso, l'amore è un nettare. Se uccido il mio ego, l'amore è eterno. Ma uccidere l'ego è doloroso. Ecco perché, amici miei, l'amore è morte. L'amore è una morte spirituale perché uccidere il proprio ego è doloroso come la morte, terribilmente doloroso come la morte stessa. Stamane, amici miei, la mia raccomandazione per tutti, compreso questo 'me stesso', è di cancellare questo ego il più presto possibile. L'ostacolo maggiore, tra Dio e me, è questo ego, ecco tutto. I seva dal
(si riferisce a coloro che fanno servizio nel Mandir durante il Darshan) non sono degli ostacoli(Risate). La decima fila, la quindicesima fila, o le poche file davanti a me, non sono delle barriera. La barriera più grande, ed il peggiore degli ostacoli, è la mia mente, il mio stesso ego. Più presto lo toglierò di mezzo, prima scoprirò il riflesso di me stesso in Dio. Dio vede Se Stesso in me. Questo è il culmine della Divina Storia d'Amore. Una volta che la Divina Storia d'Amore si è realizzata, voi siete con il vostro Amato. È qui che la danza cosmica ha inizio. La danza cosmica è Nataraja. Oppure udite Krishna nella danza cosmica con le pastorelle a Brindavan. Rasalila è la danza cosmica di Krishna in compagnia delle pastorelle; è una danza che possiamo immaginare a livello terrestre? No! E' una danza cosmica, una danza celestiale, è l'individuo che è Uno con il Divino. La danza cosmica, rasalila, è l'unità dell'anima individuale, jiva, con Dio, Deva, dell'individuo con il Tutto. Quando l'individuo è Uno con il Tutto, questo è rasalila.
NON CONDANNATE VOI STESSI PER IL VOSTRO PASSATO
Tutta la mia sofferenza, tuttil mio dolore, derivano dal fatto che penso di essere un' entità separata. Se non penso di essere separato, sono con il Tutto! E quando siamo con il Tutto siamo pieni, cioè privi di ego. La non egoità non è altro che l'esperienza di essere uno con il Tutto, è assenza di separatività, di identità. È allora che sono pronto per la danza cosmica, è allora che sono Uno con Dio e la con Divina Storia d'Amore. Se mai sarà che io divenga romantico, che io lo sia con Dio Stesso. Se mai accadrà che io abbia un amato, che abbia Dio quale Amato, in eterno. Perché? Perché Lui ed io siamo Uno. Tutti amano il proprio 'se stesso'. Io non conosco nessuno che odi se stesso. "Vede, signor Anil Kumar, io odio me stesso."
" Sarà meglio che lei consulti uno psichiatra. "(Risate)
Amici miei, colui che non può amare se stesso non può amare nessuno, colui che non può rispettare se stesso non può rispettare nessuno, colui che non può perdonare se stesso non può perdonare nessuno. C'è anche chi che prova grande gioia nel condannare se stesso: "Se tu sapessi, Anil Kumar, come ero cattivo prima di venire da Bhagavan!" "Dici che ti sei trasformato, che prima non eri così buono, e che ti vergogni del tuo passato. Perché, allora, ne vuoi parlare?" Questo rivangare le azioni passate non è necessario, eppure c'è chi lo fa, perché prova piacere nel condannarsi.
"Tu non sai come ero collerico allora!"
"Capisco; posso immaginare che tu sia stato un bufalo." (Risate)
"Tu non sai quanto prestigio avessi!"
"Ora non lo hai più; sei finito nella storia."
Perché pensare sempre al passato? Amici miei, questo tornare al passato è un segno di ego.
"Ora io mi siedo nel tempio ma, nel mio ufficio, io sono il direttore esecutivo!"
E con questo? (Risate) Questo è ego; mostrare è ego, farsi pubblicità è ego, essere orgogliosi di se stessi è ego. L'esultanza, l'esaltazione e la frustrazione sono ego, mentre la serenità mentale, l'equanimità o il trascendere l'egoità sono segni di Amore vero.
L'AMORE È UNO STATO CHE TRASCENDE IL DUALISMO
Quindi, che cosa è l'Amore? L'Amore è una condizione che va al di là della felicità e dell'infelicità, è uno stato che va oltre la positività e la negatività, è uno stato che trascende il vivere negativo ed affermativo. Possediamo veramente questo Amore? Io non credo. Dato che l'Amore è pieno di gioia, lo si vede sul volto. Io non posso dire "ti amo" irosamente, siete d¹accordo? (Risate)
L'Amore non è essere musoni. Avete mai visto Bhagavan con la faccia seria? Egli fa finta di essere serio. Invece noi fingiamo di sorridere. Questa è la differenza: noi fingiamodi sorridere mentre Lui finge di essere serio! Noi ci sentiamo a nostro agio con il muso lungo perché così nessuno ci chiederà un favore (Risate). Se siamo sempre seri abbiamo prestigio, dignità e "status". Noi staremo bene con il muso lungo fino a che non saremo completamente malati e finiremo all'ospedale. Sì, perché questa serietà ci porterà all'ospedale (Risate), mentre la gioia ci renderà eterni. Il sorriso apporta salute, mentre lo star seri ci fa ammalare. Dio è pieno di Beatitudine. Dio è Beatitudine e la Beatitudine è Dio. Che cosa è questa Beatitudine? Possono esserci cinquantamila persone per il Compleanno, possono esserci venticinquemila persone per Natale, ci possono essere solo cinquemila persone negli altri giorni, possiamo avere solamente venti persone a Kodaikanal o solo mezza dozzina nel Purnachandra quando Egli è qui: Baba rimane sempre e comunque pieno di Beatitudine. Mezza dozzina, venti, ventimila o cinquantamila, Egli è sempre pieno di Beatitudine! A noi questo non accade: quando ci sono grandi folle ad ascoltare il mio discorso, abba, la gioia è al culmine! Quando la sala è quasi vuota, mi suiciderei (Risate). I numeri 'all'esterno' hanno effetto su di me; io sono influenzato dalla risposta dall'esterno ma Dio non lo è. No! Egli è attratto dalla qualità, non dalla quantità. Egli non è influenzato dalla vostra risposta. Amici miei, io non so quanti di voi già conoscano l'affermazione di Bhagavan "Io non sono interessato a ciò che vi racconto, Io non sono interessato a ciò che vi dico". "Oh, capisco. Non sei interessato? (Risate) Se Tu non sei interessato, come potrei esserlo io? Perché?"(Risate)
La risposta di Swami è molto semplice! Fate risuonare nelle vostre orecchie quella risposta per tutto il 2004. Che cosa ha detto? " Io non sono interessato a ciò che vi racconto; Io non sono interessato a ciò che vi dico. Io sono interessato a ciò che accade in voi." "Io sono interessato a ciò che accade in voi"... ma questo significa che dovrebbe avvenire una trasformazione, dovrebbe esserci un ravvedimento. Dovreste rammaricarvi e pentirvi di non essere stati vicini a Lui. Non siete ancora arrivati alla fine della indagine sul Se, né quel forte desiderio interiore è entrato nella vostra vita. Baba è interessato a ciò che accade dentro di noi e non a ciò che udiamo 'fuori'. Qualcuno ha detto: "Swami ha detto questo sulla carità. Swami ha detto che dovremmo essere caritatevoli. Swami ha detto che dovremmo sacrificarci". Sottovoce io gli ho risposto con calma: "Fratello, ho udito anch'io il Suo discorso."
Le parole di Swami, i discorsi di Swami non devono essere lodati. Chi sei tu per lodare i Suoi discorsi? (Risate) Bisogna mettere in pratica: i discorsi di Swami non vanno lodati, vanno attuati. Se non percorriamo il sentiero di Gesù, non raggiungeremo il Cielo. Se non seguiamo la via dei Discorsi Divini di Sathya Sai, non varcheremo i cancelli del Paradiso. Sperimentare quel Paradiso è impossibile, sperimentare quello stato di Cielo è impossibile. E' impossibile concepire l'Amrita, l'Immortalità.
DIO PARLA AFFINCHÉ NOI POSSIAMO TACERE
Quindi l'Amrita, l'Immortalità, è l'attuazione dei Suoi insegnamenti, è l'esperienza delle Sue parole nella vita giornaliera. Inoltre, amici miei, perché Dio parla? Egli parla affinché noi possiamo tacere (Risate).
Potete chiedervi: "Ma perché, non sto zitto forse?" No! Voi apparite silenti perché tenete le labbra ferme, non parlate, ma avete pensieri continui perché il cervello è diventato un mercato all'aperto (Risate). E' un mercato simile al Connaught Place a Delhi o il China Bazaar, o il Pondy Bazaar. Il cervello è una riunione di lavoro. Sta pensando: "Devo incontrare quella persona; come faccio? Se dice questo, io che cosa dico? Se Swami viene da questa parte, come mi presento? Tanto non verrà per niente!" (Risate) Tutti i nostri progetti, il nostro gestire, le nostre manovre, i nostri intrighi... non si fermano mai. Il nastro viene girato ancora ed ancora, svolto e riavvolto. Posso dire di essere zitto? No! Se foste davvero zitti, se foste davvero in silenzio, avreste un' espressione felice. Guardate coloro che stanno zitti, guardate quelle facce piene di tensione ed ipertensione: la loro pressione sanguigna li fa apparire come se se stessero per avere un collasso (Risate). Questo non è un segno di silenzio. Guardate le immagini di Cristo: nessuno Lo ha fotografato sulla croce, la sua figura è tutta nella fantasia del pittore, che forse avrà avuto una rivelazione da dentro. Quando pregate Dio, voi divenite dei pittori. Se siete un pittore, Dio entra nel pennello, e voi cominciate a dipingere Gesù. Si! Gesù è proprio lì. Se siete uno scrittore o pregate, Dio entra nelle vostre parole. Dio entra nella penna ed ecco la poesia: essa scaturisce quando Dio assume il controllo del vostro scrivere. Quando Dio non lo fa sono solo dei versi, è banale. Una volta che Dio assume il controllo, ciò che è banale diventa poesia. Quando Dio vi pervade, una pennellata diventa un quadro. Quando Dio vi benedice, un danzatore diventa un super danzatore, un danzatore cosmico, Divino. Quindi, amici miei, Dio è la nostra poesia, Dio è la nostra melodia, Dio è il nostro paradiso, il nostro Cielo, la nostra danza. Questo è Amore! Questo può accadere a patto che l'egoità sia sparita, a patto che l'ego sia del tutto dimenticato. Questo 2004 dovrebbe essere un continuo tentativo, un tentativo ripetuto di eliminare il nostro ego, cancellarlo, demolirlo, in modo da poter avere la visione del Divino, in modo da poter gettare lo sguardo sulla nostra immagine e vedere noi stessi in Bhagavan. Io posso vedere la mia immagine in Lui e Lui può vedere la Sua immagine in me. Bhagavan vede la Sua Stessa Immagine in tutti noi, e quindi ama tutti. Siccome io non vedo la mia immagine in Lui, mi sento separato da Lui, mi sento diviso da Lui. Quando Lo vedo separato, io sono qui.
Andando dritti al punto, cari amici: Dio parla affinché noi possiamo star zitti!
L'AMORE È ASSENZA DI EGO
Silenzio significa assenza di pensieri. Silenzio significa assenza di ego, assenza del chiacchiericcio interiore. Noi continuiamo a parlare dentro di noi. Ce ne accorgiamo? Se in futuro si scoprirà un congegno elettronico e tale congegno verrà collegato alla nostra mente che continua a discutere e discutere, nessuno ci starà vicino (Risate). All'esterno sembriamo una persona sola ma, all'interno, siamo tutto un paese! (Risate) Quindi, amici miei, una volta che sono totalmente sincero, non ci sono pensieri di alcun tipo. Allora sono veramente in silenzio e, quando sono davvero in silenzio, non c'è bisogno che Dio parli. Dio non ha bisogno di parlare perché non è separato, perché ho scoperto che Lui ed io siamo Uno, che il Suo Essere è il mio Essere. Dio, come Essere, è totale, è visto come totalità. Dio, come persona, vi parla. Miei cari, cerchiamo di capire, prima di tutto, che il vero Amore è silenzio. Uno continua a dire: "io ti amo, io ti amo", ma non è un mantra, che va ripetuto (Risate). Più dite 'io ti amo' più vedo l'inimicizia nascosta in voi, il pregiudizio celato, vedo che volete ottenere dei risultati da me mentre dite: "ti amo". Non c'è bisogno di dire 'ti amo': il vostro agire parlerà della profondità dell'Amore. L'Amore non si racconta; l'Amore è silenzio, è Verità, è assenza di ego, è tremendo, è doloroso e rischioso. E' rischioso perché potremmo renderci conto del fatto che l'altro è migliore di noi, cosa che non siamo disposti a fare.
Quindi, Bhagavan parla ancora ed ancora di Amore. Egli è ben conscio di parlare sempre del solito argomento. La gente mi chiede: "Perché Swami parla sempre di Amore, da settant'anni? Non è stufo di questo Amore?"(Risate) Egli non è stanco dell' Amore perché Egli Stesso è Amore. Come potrebbe essere stanco di Se Stesso? (Risate) Impossibile! Lo zucchero non può decidere di essere amaro o aspro. Lo zucchero continua ad essere dolce. Dato che Egli è Amore, non è stanco di Se Stesso. Egli parla di Se Stesso, che è Amore. Tutto qui. Quando parla di Amore, Egli parla di Se Stesso. 'Va bene, lasciamo che parli a Se stesso; perché dovrebbe parlare a me?' Egli parla a me perché io non so che cosa sia l'Amore, perché io confondo l'Amore con qualcos'altro, perché io amo 'l'idea' di essere innamorato. Io non so che il vero Amore è l'assenza di ego, che il vero Amore non è semplicemente umiltà. L'Amore non è un baratto, non è un compromesso, né una transazione di affari. L'Amore è supremo, l'Amore è Divino. Fino a quando non comprenderemo, Egli continuerà a proporcelo, cercherà di inculcare in noi il significato dell' 'Amore'. Questa roccia è così dura che rifiuta di venir scolpita, lucidata e trasformata in un bellissimo idolo. Essa rimane un masso, una pietra indifferente. Per questo Egli continua a cesellarmi. Egli continua a lavorarmi con il martello fino a darmi la forma di un idolo senza ego, del totale ed incondizionato abbandono che è un segno dell'Amore. Amici miei, non so come, ma Swami ha voluto che stamani io dicessi queste parole. Anch'io sono parte di questo giuoco, non mi considero separato da nessuno. Che Bhagavan aiuti ognuno di noi a riflettere intimamente. Come corpo, Bhagavan respira attraverso di me. Come mente, Bhagavan pensa attraverso me. Come intelletto, Bhagavan mi aiuta a meditare su di Lui. Come Essere, Lui ed io siamo Uno. Questo dovrebbe essere il prossimo gradino sulla scala della vita spirituale, o religione, in questa ottica. A livelli differenti, sviluppiamo lo spirito della Consapevolezza, quella disinteressata Consapevolezza, vigilanza, attenzione piena e comprensione di ciò che Egli ha detto. Rimaniamo silenziosi per poterLo amare di più. Rimaniamo in silenzio per poter realizzare la Verità, per poter sperimentare la Pace. La Verità e la Pace sono appunto manifestazioni del Divino. Che nei giorni a venire Bhagavan ci benedica tutti. Molte grazie. (Applausi)
DOMANDE E RISPOSTE
Ho qui alcune domande che ho ricevuto via e-mail. Cercherò di soddisfarle in breve, dato che non necessitano di risposte lunghe. Sono stati così gentili da farmi domande semplici. Bene!
Domanda: " Perché Swami guarda i Suoi devoti durante il darshan in auto? Mi è accaduto due volte."
Risposta: "Swami che ti guarda qui è diventato un problema! (Risate) In altri luoghi il problema è Swami che non ti guarda! (Risate) "Perché Swami mi guarda?" è il mio problema, "Perché Swami non mi guarda?" è il problema di un altro! Quindi, che cosa dovrebbe fare Swami? Guardarti o non guardarti? (Risate) Swami che ti guarda è un atto di misericordia, Swami che ti fissa è un atto di Grazia, Swami che ti osserva è un atto di compassione, Swami che posa i Suoi occhi su di te è 'riconoscerti': "Ciao! Come stai?" Egli lo fa per non farti sentire ignorato. Swami che ti guarda può anche voler dire: "Io so cosa stai facendo; so anche ciò che fai altrove!"(Risate) Oppure: "Come sei pio, come sei semplice dentro! Lo vedo bene!" A secondo dell'individuo, questo guardare può avere varie interpretazioni. Supponiamo che qualcuno si senta ignorato in quanto Swami non lo ha guardato; costui sta malissimoŠŠOh, la la! (Risate) "Signore, per che cosa ho fatto tutta questa strada? Io piango, sono disperato!" Quindi, quando vi guarda, è qualcosa come un rovescio di pioggia in un' estate rovente: noi gradiamo la pioggia e troviamo la bellezza nelle gocce che cadono al suolo. Quando Swami ti guarda provi un sentimento che è al di là delle parole, al di là di ogni descrizione, oltre qualsiasi valutazione, e trascende tutti i parametri e le misure conosciute. Mettiamo che Swami vi guardi mentre voi state pensando: "Oh Bhagavan, ho dei grossi problemi! Sono nei guai e non so che cosa fare o non fare. Bhagavan, in questo momento non ho pace mentale." Nel guardarvi, Egli vi invia la sorgente della pace, la fonte della gioia. Supponete ora che io sia pieno di lamentele: "Swami, io merito un trattamento migliore di quello che mi dai! (Risate) Dovresti darmi una posizione più elevata; non lo vedi? La posizione che mi hai dato è così bassa!" Il cuore è pieno di proteste, ma io sorrido all'esterno perché la società lo pretende: "Non devo permettere che gli altri pensino che non sono un buon devoto" (Risate). Io voglio che gli altri pensino che anch'io sono un devoto e, per questo, sorrido, mentre dentro ho ogni tipo di rimostranza. In tal caso, Swami osserva la lamentela interiore e si stupisce del sorriso esteriore! Dio guarda dentro e non fuori: questo è il significato del Suo guardarci. Quindi, che Dio vi guardi o meno dipende dalla vostra situazione in quel momento. La scienza può venir generalizzata, la matematica può venir generalizzata... la spiritualità invece è completamente e totalmente individualistica ed io non posso dare un interpretazione al posto di qualcun altro, non posso spiegare qualcosa in vece sua. Io non posso dire quanta fame avete, quanto siete assetati. Io non conosco il significato del particolare sguardo che avete ricevuto, non so che cosa c'è in voi. Comunque, Swami che ti guarda è come il chiaro di luna, è una brezza soave, è bellissimo, è come il sorgere del sole. Lo sguardo di Swami su di noi è come una nuvola che se ne va, è incantevole. È come un oceano possente, pieno di onde, di onde burrascose. Swami che ci guarda è come una tavola imbandita, proprio lì davanti a noi, quando siamo molto molto affamati. È come un buon sonno dopo molte notti di veglia, è la gioia delle gioie. Questo è ciò che posso dire.
Domanda: "Ci sono centoventi membri in un Centro e vogliono dividersi in due gruppi. In uno dei gruppi, i devoti hanno gli strumenti e sanno cantare, mentre nell'altro non sono così capaci. Che cosa dovremmo fare?" (Risate)
Risposta: "Amici miei, noi non andiamo al Centro solo per la musica, vero? Se ci andassimo solo per la musica, potremmo trovare confusione anche da qualche altra parte (Risate), perché di ristoranti, o gruppi "pop" che cercano popolarità, ce ne sono anche altrove... come la musica di Michael Jackson. Perché no?! Giusto?" (Risate) Ma al Centro cerchiamo la pace. Voi pensate: 'Io non vado in quel Centro perché ci sono troppi cantanti.' Non è il cantare che è importante, ma il significato del canto. Se pensate al cantante siete dei peccatori (Risate). Quando parlate del canto siete Divini. Dovreste diventare il canto, non i cantanti. Qual è la differenza tra un cantante ed un canto? Il cantante è cosciente della gente che lo ascolta, è cosciente del cantante precedente e di quello seguente. Egli aspira ad essere il N° 1 della sessione Bhajan (Risate), pur essendo un cantante normale. Uno del coro, che canta con gioia, senza sentirsi affatto un cantante, pensa al canto e diventa il canto stesso, e questo è Divino. Siate un canto e non un cantante. Quindi, amici miei, la nostra preferenza non deve andare ai cantanti ed agli strumenti. La nostra preferenza deve andare alla vibrazione. Quando sono in compagnia di un uomo notevole mi sento energico e dinamico, mi sento attivo. Supponiamo che io sia in compagnia di un tonto (Risate), di una persona ordinaria, di un egoista: dopo un po' mi sento esausto, egli non mi coinvolge, tra noi non c'è risonanza. Io mi sento molto debole. Perché?... Vibrazioni! Quindi, le vibrazioni sono la cosa più importante. Che tipo di vibrazioni ricevete? Che tipo di sensazioni provate? Il tipo di coinvolgimento che voi sperimentate è più importante dei numeri e del talento.
Domanda: "Se la morte è l'abito della vita, il che significa che non dovremmo temerla, come dovremmo regolarci nei confronti del mantra Mrutyunjaya? Dovremmo recitarlo o no?"
Risposta: "Questo mantra si canta per evitare la morte. Lo scopo è corretto, ma questo non significa che coloro che lo recitano non moriranno mai (Risate). All'inizio ho detto che noi non moriamo mai perché non nasciamo mai. E se non sono mai nato, chi deve morire? Nessuno! Se non c'è nascita, non c'è morte. Quindi, amici miei, il mantra Mrutyunjaya vi aiuterà a sapere che la vostra consapevolezza dello spirito è immortale. Non è che recitando questo mantra vi venga assicurato che il il vostro corpo diventa eterno! (Risate) Anche se lo fosse, sarebbe inutile; sarebbe una maledizione, perché non potremmo camminare, non potremmo mangiare, o sederci. Dovremmo rimanere inerti, come dei vegetali. Vi piacerebbe un' eternità di questo tipo? (Risate) No, a questo modo non la voglio! Finché sono vivo, voglio essere attivo, voglio essere brillante. Vorrei andare all'altro mondo così e non come un malatto costretto a letto. Questo mantra vi aiuta a conoscere la Divinità interiore. Vi aiuta anche ad evitare una morte intempestiva. Se l'arrivo del nostro volo è previsto per le ore 12.00 ed invece arriva alle dieci, due ore prima, non ci fa piacere, perché avevamo programmato di essere lì a mezzogiorno. Ci possono anche essere alcuni che vengono "promossi" prima. Dio ha concesso ad alcuni di vivere cento anni, mentre altri muoiono più giovani. Bene, questi hanno già raggiunto la loro destinazione. Il mantra Mrutyunjaya si canta per non morire fuori tempo. Si canta per conoscere l'eternità, non per evitare la morte del corpo. Un corpo di seconda mano sarebbe inutile. Non ne vale la pena (Risate).
Domanda: "Perché Swami recentemente ha iniziato il canto dei Veda? C'è una ragione specifica per farlo in questo momento particolare? La musica può avere una grande influenza pacificatrice sulla gente."
Risposta: "Molti possono essersi posti questa stessa domanda. Tempo addietro, Swami organizzava solo programmi di musica. I bambini dell'istituto di musica solevano cantare tutti i giorni. Perché allora nessuno domandava: "Perché c'è musica ogni giorno?" Solo oggi si domanda: " Perché i Veda ora?" (Risate) Amici miei, la prima cosa da fare è dimenticare la domanda "perché". Cerchiamo di dimenticarla. "Perché Egli dovrebbe chiamare te? Perché non me? Perché tu dovresti ottenere un colloquio? Perché io no? Perché dovrebbe darti un anello? Perché a me no?" La parola "perché" dovrebbe venir dimenticata! "Perché" è del mondo ed anche "perché no" è del mondo. L'accettazione è abbandono e la spiritualità richiede un abbandono totale. Per quanto possiamo pensare, il canto dei Veda potrebbe essere necessario ora più che mai. Se scorrete i giornali e guardate la TV, capite perché c'è un gran bisogno di quel canto. Individualmente non siamo in pace, nella famiglia non siamo in pace, nella comunità non c'è pace ed a livello mondiale non c'è pace. C'è quindi bisogno di un processo di correzione, di revisione di noi stessi, al fine di controllare il corpo e la mente. Il canto dei Veda è un processo di revisione."
Domanda: " In questo periodo, qual è la musica migliore per curare le menti occidentali stressate ed agitate? Recitare o cantare un mantra può essere più efficace?"
Risposta: "Una mente in disordine è una mente in disordine, sia essa occidentale o orientale (Risate). Lo stesso dicasi per una mente agitata. Una mente piena di pace è tale indipendentemente dal fatto di essere occidentali od orientali. 'Occidentale' od 'orientale' sono termini di localizzazione geografica. Non è che gli orientali siano umani e gli occidentali super umani. E' già abbastanza se non siamo dei demoni! (Risate) I così detti 'est' ed 'ovest' sono solo punti geografici. La gente dell'est può sistemarsi all'ovest e viceversa. Voi dite che sono occidentali o orientali? (Risate) Est ed ovest sono solo delle direzioni. Non ce ne dobbiamo preoccupare, proprio no!"
Domanda: "Perché non possiamo cantare i canti in sanscrito? Perché cantarne altri? Il Consiglio Mondiale ha inviato una circolare in cui dice che dovremmo cantare nella nostra lingua."
Risposta: "Sono contento che, in assoluto, vogliate cantare dei Bhajan, sia che essi vengano cantati in Sanscrito o nella vostra lingua. Bene! E' un' attitudine positiva. Amici miei, non è la lingua che conta, perché vi è solo una lingua: la lingua del cuore! E' importante che cantiate con il cuore, non che cantiate in Telugu o in Sanscrito. No, no, no! Dio conosce tutte le lingue. Non credo di andare fuori dal contesto se vi racconto un aneddoto tratto dalla mia vita personale. Io stavo parlando con mio padre. Gli dissi: "Babbo, mi dispiace di non conoscere il Sanscrito." Egli mi ripose: "Dio conosce il tuo Telugu ed il tuo Inglese e questo basta"(Risate). Dio conosce la tua lingua. Nell'imparare il Sanscrito, facciamo attenzione a non dimenticare la nostra lingua madre. Amici miei, la cosa migliore è essere spontanei. Se, volendo far piacere a Dio, comincio ad imparare i Veda e li rendo brutti, spiacevoli, Dio dovrà turarsi le orecchie (Risate) . Un gruppo di paesani fu ricevuto da Baba che disse: "In questi giorni, sto turandomi le orecchie con del cotone perché voi siete stonatissimi. Abba! Non posso ascoltare! I vostri canti sono orribili, non sono armonici, sono fuori tempo e non andate a ritmo". Essi volevano cantare la gloria di Dio con uno schema particolare. Dio non è uno schema, Dio non è un elenco, Dio non è un programma. Egli non può essere messo nel disco di un computer o in un floppy. Impossibile! Mi dispiace, ma devo dire che siamo divenuti tutti meccanici. In famiglia siamo meccanici ed anche con Dio vogliamo essere meccanici. Per questo le nostre vite sono piatte e noiose. Noi abbiamo delle facce di bronzo (Risate), senza sorriso. I nostri sorrisi meccanici. Ci rifiutiamo persino di sorridere, perché la nostra vita è diventata meccanica. Quindi, amici miei, il miglior modo di pregare Dio, dipende dal vostro stato d'animo del momento: dai vostri sentimenti, dalle vostre emozioni, dalla vostra condizione, dal vostro stato mentale. Siate solo spontanei! Essere coscienti del momento è preghiera. Una preghiera programmata, una preghiera progettata, una preghiera che ha uno schema, non è affatto una preghiera. Una preghiera che scaturisce dal cuore, una preghiera che è l' effusione del proprio cuore, è una preghiera. Per favore, ricordate che una preghiera è ciò che scaturisce da un cuore umano spontaneamente, sul momento, e non la ripetizione di qualcosa detta in precedenza."
Domanda: " L'Organizzazione Sai è considerata una setta a causa dell'influenza indù. Swami commenta questo?"
Risposta: "Baba non è un indù, non è un cristiano, non è un musulmano. La religione è dogmatica, è lunatica, è fanatismo mentre la spiritualità è Divina. Volendo parlare di Baba, devo dire che Egli è la sintesi di tutte le religioni. Baba è l'essenza di tutte le religioni. Se dite che Egli è un induista è meglio che la finiate qui e facciate come vi pare. Swami vuole che un cristiano sia un miglior cristiano ed un induista sia un miglior induista. Non si tratta di conversione. Sathya Sai non è conversione. Sathya Sai è trasformazione. Questo è ciò che dobbiamo ricordare."
Domanda: "Chi è il prossimo Avatar?" (Risate)
Risposta: "Senti, senti! (Risate) Avete completato la vostra citazione sul presente Avatar? (Risate) "Io non so" significa: " Io ora sono deluso; spero di incontrarLo nel prossimo Avatar." Il prossimo Avatar verrà dopo la fine della mia vita attuale, perciò ponetemi questa domanda nella prossima vita, non ora. (Risate) Amici miei, questo tipo di domande futuristiche basate sull'astrologia, sul tempo, sono prive di significato, dal punto di vista spirituale. La religione non è il futuro. La religione non è il passato. La religione è qui ed ora! Dio è qui ed ora! Dio non è nel passato, non è nel futuro! Non poniamoci domande di questo tipo.
Domanda: "Quanti figli ha avuto Shiva?" (Risate)
Risposta: "Di sicuro non quanti ne ho io! (Risate) Stando alla storia mitologica, Egli ebbe due splendidi figli, e cioè Ganesha e Subrahmanyam, ma essi non sono i figli che noi immaginiamo. Shiva non era umano e questo è indispensabile per aver figli, lo capite (Risate) Abbiamo sufficienti problemi con la nostra famiglia ed i nostri figli (Risate). Abbiamo dei figli sperperatori. Non facciamo sì che anche Shiva abbia a pentirsi per aver avuto dei figli simili (Risate). Per cominciare, Shiva non era umano. Shiva è Divino, è un Essere straordinario, è cosmico, è l'infinito, è vastità. Egli è una filosofia, un' ideologia, un' energia. Egli non è umano. Ed i due figli? Uno rappresenta l'energia e l'altro l'appagamento. Subrahmanyam, il secondo figlio, è lo sforzo. Ganesha, il primo, è il risultato. Quindi lo sforzo non è sufficiente. Il risultato dello sforzo è necessario. Lo sforzo è Subrahmanyam, l'appagamento dello sforzo è Ganesha. L'azione umana è Subrahmanyam, l'assenza di ostacoli è Ganesha. Sono angolazioni diverse nel percepire, modi diversi di conoscere e sperimentare. Essi non sono "figli" nel senso comune.
Questo è tutto per questa settimana; vi ringrazio molto per aver resistito più a lungo del solito. Apprezzo veramente la vostra pazienza.
Bhagavan vi benedica!
Om Sai Ram