Cari fratelli e sorelle,
sono veramente felice di essere di nuovo con voi questa mattina. L’argomento di oggi è: ‘ Tu, da Te, a Te’. Ripeto: ‘ Tu, da Te, a Te.’
Qui abbiamo tre aspetti, il primo è: ‘tu’, il secondo è ‘da te’ ed il terzo è ‘a te’.
Quindi sebbene all’apparenza tu sembri solo uno, in realtà, sei tre.
Bhagavan dice sempre: “Voi non siete uno ma tre: quello che credete di essere, quello che gli altri credono che voi siate, e quello che siete veramente.”
Quindi ciascuno di noi non è uno, ma trino.
Porterò adesso la vostra attenzione su alcuni punti lungo questa linea di pensiero. Molte persone nel mondo, non sono consapevoli di questo aspetto trino: - i tre che sei tu, i tre che sono io - a meno che non siano sul sentiero spirituale. Ma come diveniamo consapevoli del fatto che ‘Tu provieni da Te Stesso e che ritornerai a Te Stesso’?
SEMPRE PIU’ VICINO A DIO
Il primo punto ed il più importante, sul quale voglio attirare la vostra attenzione è che non appena vi avvicinate sempre di più a Dio, divenite consapevoli di questo fatto. Ma se sarete vicini al mondo non ne sarete mai consapevoli. Io sarò in grado di conoscere il mio vero Sé e di sperimentare la mia vera identità, non appena mi avvicinerò a Dio.
Molti possono dire: “Io sono molto vicino a Dio. Perchè ne dubiti?”
La risposta è semplice. Nessuno di noi oserebbe dire: “Io sono molto vicino a Dio.” Perché? Perché non appena ci si avvicina da Dio, si evapora. Evaporate, sparite, divenite evanescenti e non esistete più. Quindi se io affermo che sono vicino a Dio, provo solo il fatto che l’io’ è ancora presente ma si tratta di un vanto e non di una realtà.
Quindi, amici miei, il primo punto è che voi sparite, evaporate, divenite evanescenti man mano che vi avvicinate a Dio. Vi dileguate come la canfora. Sicuramente avrete visto bruciare la canfora al momento dell’Arathi, nel tempo che viene cantato il verso: ‘mangala aarathi anduko’, la canfora comincia a svanire ed alla fine dell’arathi è completamente scomparsa. Questo è il simbolo dell’essere non-esistente, è l’espressione di ciò che scompare. Questo è l’auto-annullamento, l’auto- eclissi, che è il segno di distinzione della consapevolezza spirituale.
SII UN AMANTE DI DIO
Il secondo punto, sul quale voglio attirare la vostra attenzione è che tutti noi dobbiamo amare Dio e non temerLo. Diciamo sempre: “Lui è un timorato di Dio”. Mi dispiace ma il timore deve venire dopo l’amore, dobbiamo essere amanti di Dio e non timorati di Dio. Se temiamo Dio, se abbiamo nel nostro temperamento l’attitudine che ci porta ad aver paura di Lui, ci sentiremo sempre a distanza. Come se volessimo tenerLo lontano.
Dio non deve essere temuto. Nessuno dovrebbe aver paura di Dio. Bisogna, invece, sviluppare amore per Dio e paura del peccato. Temete il peccato, ma amate Dio. Se sviluppo questo amore per Dio, comprenderò la realtà.
DOVE C’E’ AMORE NON C’E’ PAURA
Il terzo punto è che dovremmo essere molto chiari sul fatto che dove c’è Amore non esiste la paura. Dove c’è paura non c’è posto per l’Amore. Se affermo che amo Dio, non posso avere paura, perché Paura e Amore non possono stare insieme.
Vi dico ciò che Bhagavan ha affermato: “Perché avete paura? Qual è la causa del complesso della paura? Il motivo è questo: dove c’è errore c’è paura. Quindi se io penso agli errori, comincio ad aver paura, a temere. Ma di fatto, Dio perdona, Dio è il Perdono! Quindi, non c’è alcun bisogno di aver paura di Lui. Si tratta solo della vostra coscienza colpevole che vi fa fuggire da Lui. Se smetterete di sentirvi colpevoli, non avrete più alcun bisogno di temerLo. Potrete avvicinarvi a Lui sempre di più.
Per provarvi la mia affermazione, posso raccontarvi questo fatto:
Una persona venne qui e, come molti fanno, disse: “Bhagavan perdonami Ti prego, ho commesso molti errori, così tanti sbagli! Ora sono qui davanti a Te a chiedere perdono!” Sapete cos’ha risposto Baba?: “Il Passato è passato. Dimentica il Passato. Da oggi conduci una nuova vita.”
Questo è il concetto della resurrezione. La Resurrezione è un meraviglioso concetto della Cristianità, la Sacra Bibbia dice: ‘A meno che tu non nasca di nuovo non potrai entrare nel regno dei Cieli’. Devi morire per poi rinascere.
‘Beh, io non sono pronto a morire perché non sono poi tanto sicuro che rinascerò!’
Amici miei, qui non si parla di morte fisica. Il senso è: ‘Lasciate che sia il ‘Me’ a morire, la morte di tutto ciò che è passato, con tutti i suoi ideali, nozioni, concetti. Solo così io potrò rinascere di nuovo. Attraverso questa resurrezione, io rinasco.’
Questa ‘seconda vita’ significa che tutti i vostri errori sono stati dimenticati, che tutti i vostri peccati sono stati cancellati. Dio può far questo.
Ma noi non vogliamo che quelle cose vengano cancellate perché, in fondo, ci sentiamo bene dentro quel sentimento di colpevolezza. Ecco perché nei nostri Centri di adorazione troviamo sempre gente con facce lunghe che non sorridono mai! (risate).
La gente ride quando va al cinema, quando alloggia all’Holiday Inn, o quando si mangia un hamburger con la bibita. Ma non sorride nei luoghi di adorazione!
Io vado in chiesa, vado al tempio o nella moschea ma vedo solo luuunghe, luuunghe, luuunghissime facce! (risate) Perché? Dio sta aspettando forse di vedere queste facce da olio di ricino? (risate) Non starà aspettando invece qualche faccia sorridente? Non sarà felice e sorriderà anch’Egli quando voi ridete? Ma voi pensate: ‘ No! Dio, tu meriti la mia faccia, la mia faccia lunga!’ Vi siete mai chiesti perché facciamo queste facce serie quando entriamo nei luoghi di adorazione? Guardate quelli che entrano in chiesa, fino all’ultimo gradino sorridono poi diventano seri. Perché? Si tratta solo di riflesso, reazione e risonanza di questa idea: ‘Ho commesso peccato. Questo non mi permette di sorridere dentro la chiesa.’
Amici miei, nel momento in cui i raggi del sole appaiono all’orizzonte, il buio scompare. Per prima cosa arriva la luce del sole. ‘Ma ieri era buio!’ Per favore cercate di avere una visione corretta! All’alba non si pone il problema del buio! Analogamente, con l’intenso pensiero di Dio, con la vera visione di Dio, con la pronuncia del Nome di Dio, tutto sparisce. Tutti gli errori sono cancellati.
‘Davvero è possibile?’ ‘Perché no?’ Dio è oltre il bene ed oltre il male.
Quando siamo alle file del Dharsan tante volte ci viene un dubbio: ‘Oh Bhagavan, sono così costante, sono così regolare nelle sessioni bhajan, perché non mi chiami in interview? Perché? Vedo che chiami gente che non è mai venuta ai Centri né ha mai fatto parte delle loro attività. Ho visto perfino gente con un pessimo carattere chiamata in interview. Gente che non ha fiducia nella società. Perché non chiami uno come me che è così regolare, sollecito?’
Amici miei,il buono ed il cattivo sono norme o parametri dei vostri pensieri, delle vostre valutazioni. Dio è oltre. Dio è oltre il giusto e l’errato che è concepito nei nostri calcoli. Dio è oltre il piacere e la sofferenza delle nostre esperienze.
Dio è oltre la vittoria e la sconfitta della nostra conoscenza o consapevolezza. Dio non è negazione né indulgenza. Dio è trascendente. Lasciate che vi ripeta questa frase: Dio è trascendente. Questa è la ragione per cui egli chiama chiunque.
Non potete dire: ‘Dio, ho messo in prima fila quelli che fanno attività di servizio, nella seconda quelli che partecipano regolarmente ai canti devozionali poi i gruppi 1, 2 e 3 delle altre attività. Scegli tra loro quelli che vuoi chiamare in interview.’
Chi siete voi per dire questo? Chi sono io per dichiarare che questo o quello sono buoni? ‘Chi giudica sarà giudicato’. Il giudizio è il più grave peccato possibile. Non giudichiamo mai nessuno.
Quindi cari amici, a meno che io non mi trovi davanti a Dio senza maschera, senza alcuna copertura o mantello di artificialità, non riuscirò a conoscere il mio vero Sé.
Devo togliere la maschera del mio vissuto professionale, culturale, ‘le vesti’ del mio stato sociale. Se sono interamente bardato di artificialità, vestito delle fibre sintetiche della posizione, casta o credo, Dio non ci guarderà mai.
E’ chiaro che, a meno che non ci liberiamo di tutte queste maschere, Dio non ci guarderà mai. Lasciamo perdere tutti questi inganni, tutte queste falsità che ognuno di noi ben conosce.
“Bhagavan, qui c’è un signore molto attivo. E’ il presidente di un Centro Sai. Per favore parlagli.”
“Questa è la ragione per cui non gli parlo.” Lui risponde.
Vedete, la ragione che io credo meritevole, è la stessa per non essere meritevole affatto! Perché? Perché quest’uomo agisce con un senso di orgoglio, con uno spirito egoico, che è come non fare assolutamente nulla. E’ molto meglio non fare niente che fare qualcosa con un senso di orgoglio. Fintanto che esistono l’ego e l’orgoglio, non c’è alcuna opportunità di avvicinarsi di più a Dio. Ed a meno che non ci avviciniamo di più a Dio non abbiamo alcuna possibilità di conoscere il nostro vero Sé.
DIO NON E’ UN’IDEA
Secondo molti di noi, Dio è un’idea. Perché dico questo? Perché essi interpretano questo pensiero: ‘Dio è amore assoluto. Dio è compassione infinita. Dio è il perdono totale.’ Ma perché parliamo di Dio come se fosse un’idea? Dio non è affatto un’idea.
Per esempio, adesso ho bisogno della Sua tenerezza perché sto attraversando alcune difficoltà, quindi penso: ‘Dio, tu che sei l’assoluta gentilezza. Sii gentile con me ora.’ Se la mia posizione è diventata di isolamento e solitudine e, a causa di alcune mie azioni o dei miei sentimenti, tutti mi hanno abbandonato, pregherò così: ‘Oh Dio tu che sei compassionevole!..’ Ma se ho commesso tanti errori dirò: ‘Oh Dio, Tu, la cui natura è perdono... Le cui nobili qualità sono dare e perdonare..’
Tutti i nostri pensieri e tutte le nostre lodi sono in relazione al nostro stato mentale ed al nostro modo di vivere in quel preciso momento.
Amici, permettetemi di essere molto chiaro: Dio non è un’idea. Dio è una realtà vivente. Voi vivete in Lui e Lui vive in voi come realtà, non come concetto.
Perché allora Lo chiamiamo ‘Dio’? ‘Dio’ è il nome che simbolizza la totalità dell’esistenza, sia quella organica che inorganica. Quindi, dovremmo pensare a Lui come un’intera totalità.
DIO E’ IL COSMO
Quello che noi chiamiamo ‘Dio’ è la forma Cosmica. Dio è il cosmo. Sì, Dio è il nome che rappresenta l’intero cosmo. E’ come una mappa geografica. Essa non è l’essenza, non parla di geografia, né di clima, di ambiente o di qualsiasi altra struttura territoriale. Tutto questo è oltre, la mappa è solo un simbolo.
Similmente, ‘Dio’ è solo il nome dato. Ma egli è la totalità dell’esistenza, il mondo vegetale, animale, minerale ed umano. L’intero cosmo è Dio. Voi non potete semplicemente limitarlo. Dio non è un oggetto da possedere, né una persona da temere. Egli è l’Uno che deve essere sperimentato. Egli è l’Uno che deve essere percepito. L’Uno che deve essere visualizzato. Egli è l’Uno che dobbiamo contattare intimamente.
UN DARSHAN CORTO NON UN ‘SHAD DARSHAN’
Questo è un punto estremamente importante. Fin dallo scorso anno, Bhagavan ha smesso di venire dalla parte degli uomini. Poiché questa è diventata una routine, le donne erano benedette. Se fossimo stati da quella parte, Lui sarebbe venuto da questa. Gli uomini sono stati evitati fin dalla sessione pomeridiana dello scorso anno .
Così ci siamo abituati al ‘dharsan corto’. Corto perché quando Egli arrivava nel mezzo della Hall tagliava di netto andando sulla veranda. Questo per il fatto che abbiamo smesso di leggere il ‘Shad darshan’.
Ci sono sei scuole di filosofia. ‘Shad’ significa ‘ sei’; ‘ ‘dharsan’ sta per ‘filosofia’. Quindi dal momento che abbiamo smesso di sperimentare il ‘Shad dharsan’, Dio ha scelto di ‘tagliare il dharsan’ (gioco di pronuncia tra cut= tagliare e shad).
E dall’inizio di quest’anno (da quando ha fatto ritorno a Prashanti Nilayam in Luglio) Egli sta evitando anche il dharsan del mattino. Cosa dobbiamo fare dunque? Piangere tutti in coro? No, non questa volta. Forse i tempi sono maturi per incominciare a sentirLo interiormente. Per sperimentarlo dentro di noi.
Quando ha interrotto il padanamaskar c’è stato un grido d’allarme ovunque: ‘Niente padanamaskar ? Come mai, cos’è che non va? Cosa succede?’
Swami l’ha spiegato ampiamente. Il padanamarskar è diventato un segno di vanto, di pubblicità, di propaganda. Alcuni vanni in giro investigando: “Hai avuto il padanamaskar? No? Io l’ho avuto sai!” La persona si informa solo per farti sapere che lei l’ha avuto. Quindi il padanamaskar diventa una propaganda, un segno di orgoglio, una reclame pubblicitaria. Così Lui lo ha tolto.
Questa è la spiegazione spirituale che ha dato: “Tu ed Io siamo Uno. Se tu ed Io siamo uno che senso ha prostrarsi (fare namasrkar) a Me? E’ meglio che fate namaskar al vostro stesso Sé, poiché voi ed Io siamo Uno.”
C’è però ancora tanta strada da fare. Io non sono ancora arrivato a questo stadio dove riesco a sperimentare il Tu ed Io come Uno! Ma questa è l’unica strada. In questo momento o nel prossimo, in questa vita o nella prossima, questa è l’unica cosa che dobbiamo sperimentare dentro di noi. Rivolgetevi all’interno.
Invece che tirare il catenaccio all’interno della casa durante la notte, lo tiriamo fuori dalla porta, permettendo a tutti di entrare!
Noi dobbiamo cercare Dio dentro. “Cerca il Regno di Dio dentro di te” dichiara la Bibbia. Il Regno di Dio è dentro di voi. Dio è dentro di voi. Questo tipo di esperienza ci renderà capaci di sentirLo e di sperimentarLo.
I SUSSURRI DI SWAMI
Qualcuno mi ha chiesto: “Come ti parla Dio?” Adesso voglio rispondere a questo.
In questo momento ci sono due conferenze nell’Istituto Superiore Sathya Sai, io mi sono scusato della mia assenza (non volevo contrariarvi, dal momento che il mio nome era già scritto sulla lavagna ieri sera. Quindi sono venuto qui.) Una conferenza è dedicata ad un seminario per insegnanti in servizio che provengono dagli stati del sud, più qualcuno che viene dal Nord. L’altro è un seminario nazionale, sponsorizzato dal Dipartimento di Bioscienza ed è frequentato da scienziati di fama nazionale ed internazionale. Molti sono qui per la prima volta.
Mi hanno chiesto: “Baba ti dice qualcosa ogni giorno? Ti dà qualche messaggio ogni giorno? Ti parla ogni giorno?”.
Cosa dovrei dire? Ho risposto solo: “Aspetto che lo faccia ogni giorno!” (risate)
“Aspetto giorno dopo giorno.”
Quindi ho detto: “Amici, le parole di Baba sono senza parole. Le parole di Baba non hanno suono. Le parole di Baba sono silenzio. Il silenzio è la più grande eloquenza. Swami ti parla non pronunciando alcuna parola. Baba comunica con te senza dirti niente, perché Baba parla nel silenzio.”
Non sto giocando con le parole. Io sono uno studente di letteratura.
Swami, infatti, vi parla, ma non necessariamente usando le parole. I Sui gesti comunicano. Gli sguardi di Swami sono un veicolo meraviglioso di comunicazione. I Suoi movimenti, i Suoi sguardi, comunicano molto più di qualsiasi discorso formale, molto più di quanto qualsiasi parola possa fare. Le parole sono limitate, amici. Coloro che desiderano esprimersi attraverso le parole, probabilmente non ne conoscono la futilità. Le parole non riescono a comunicare in profondità. Le parole comunicano solo sentimenti superficiali. Le parole tradiscono. Quindi, come potete aspettarvi che Dio vi parli con le parole? Perciò, Bhagavan non farà mai uso delle parole per comunicare con qualcuno, Egli userà lo sguardo.
La madre non ha bisogno di parlare al bambino. Il bambino riuscirà a sentire comunque le sue vibrazioni d’amore. L’amato, l’innamorato, colui che amate, conoscerà i vostri sentimenti senza dover parlarne. Nell’istante in cui il vostro amato vi guarderà, saranno detti interi volumi di parole. Nel momento in cui pensate a colui che amate, si esprime una quantità incredibile di sentimenti.
Quindi, cari amici, ciò che non è espresso verbalmente si esprime con intensità molto maggiore. Quindi alla domanda: “Ti parla Baba?” la mia risposta è: “Mi parla, ma non necessariamente con le parole, poiché le parole sono futili.”
Le parole sono espressioni di sempliciotti, incluso questo sé qui, perché l’Amore non può essere espresso da alcuna parola. Se c’è qualcuno che può esprimere verbalmente l’amore, vocalmente, se qualcuno tenta di far questo, beh, la sua comprensione è veramente limitata. Se esprimo l’Amore con espressioni verbali, attraverso il linguaggio, dimostro solamente la mia limitata comprensione.
Può essere espressa in parole la Verità? No. Le cose più sacre non possono essere espresse in parole. Quindi il linguaggio di Dio è il silenzio. Questa è la ragione per cui Egli insiste sul fatto che dobbiamo essere silenziosi, in questo modo possiamo percepire i suoi sussurri. Egli sussurra nelle tue orecchie.
Bhagavan, un giorno, disse: “Ragazzi, voglio che siate silenziosi. Sapete che Dio cammina dietro di voi, potreste non sentire i Suoi passi…” Quindi, solo nel silenzio può essere percepita la voce di Dio. Inoltre ‘silence’ (silenzio) è ‘Sai-lence’, dove c’è una grande proiezione di Sai sullo schermo del nostro cuore, amplificato e magnifico, molto più grande di qualsiasi possibile comunicazione verbale.
Beati coloro ai quali Baba non ha ancora parlato fino ad ora, lo intendo veramente, poiché essi lo percepiscono interiormente. Essi Lo sentono. Ci sono migliaia e migliaia di devoti che non sono mai stati qui. Essi lo sentono interiormente.
A Milwaukee, nello stato del Wisconsin (Usa), ho incontrato una devota. Era un’infermiera presso un ospedale. Venne da me e mi disse: “Baba mi dice di fare queste cose.” Restai affascinato e risposi: “Quanto lo conosci Baba?”
Lei rispose: “Tanto quanto Lo conosci tu.”
“Oh, quanto lo conosco io!” (risate) - “Sì, certo”
Allora le dissi: “ Sorella, per favore correggi il tuo Inglese. Tu lo conosci di più di quanto non lo conosca io e non allo stesso modo! Quelli come me che sono molto vicini a Lui, hanno solo una vicinanza fisica. Quelli che lo vedono un giorno sì e un giorno no, prendono le cose per scontate. Siamo illusi dalla Sua presenza fisica, mentre tu, che non Lo hai mai incontrato fisicamente, ricevi messaggi ogni giorno. Così puoi tranquillamente dichiarare: ‘Caro Sig. Anil Kumar, io conosco Baba più di te.’ Perché è così. Io so qualcosa solo se Swami mi parla attraverso le parole, solo se ascolto i Suoi Discorsi, o se parla con qualcun altro!”
SII COME UN BAMBINO, MA NON INFANTILE
Quando Swami parla con qualcuno, vediamo la gente sbirciare. No so, deve trattarsi di un virus! Se Swami sta parlando a te, se stai tentando di chiedergli qualcosa di personale, io interferisco e mi avvicino tanto che non riesci neanche a vedere il Suo viso! Lui vuole parlarti, vuole comunicarti qualcosa, ma io continuo a saltellare come una rana!
Dobbiamo essere come bambini, ma non dovremmo mai essere infantili! Se Swami desidera comunicare qualcosa a qualcuno personalmente, che divertimento c’è a saltargli intorno come una rana, mettendosi tra Baba e questa persona, tirando il collo come una giraffa? In quel momento, se potessimo vedere le nostre facce e colli, non avremmo più bisogno di andare allo zoo! (risate) Il divertimento è gratuito! Quindi, se Dio ha un messaggio da dare a te, nel cercare di sentire quello che ha da dirti divento incauto. Divento incauto e sbaglio, perché non ha nulla a che fare con me. Perché bisogna comportarsi così? Perché spostarsi da un posto all’altro? Non è altro che ignoranza, non è altro che illusione, non è altro che un approccio fisico ad uno Swami spirituale.
Voglio sfrecciare con il treno attraverso le nuvole, voglio usare l’aeroplano sulle strade, che pazzia! Per avvicinare Swami, non ho bisogno di manovre fisiche, di manipolazioni materiali. Che cosa disgustosa! Quando cercheremo di evolvere a più alti livelli di consapevolezza?
Perciò, noi saremo in grado di comprendere la realtà se cerchiamo di vederLo all’interno. Forse i tempi sono maturi ora. Swami ha i suoi propri metodi di insegnamento. Parlando a te, parlando a me, Egli voleva correggerci, finchè siamo arrivati al Suo 78° Compleanno. Ora possiamo dire: ‘Bhagavan, Tu potrai avere anche 150-200 anni, ma noi vogliamo continuare al livello di esperienza dell’asilo. Voglio continuare a studiare l’alfabeto. Non vogliamo crescere.”
“Bene, allora vi farò crescere forzatamente evitandovi.”
“Questo Dio non vi bastona e non frusta. Egli ha un alto livello di punizione: vi evita totalmente. Il giorno in cui guadagnate la prima fila, non viene neanche da quella parte. Perché? Perché Egli sa che questo evitarti è il miglior trattamento.
Ma amici, questa non è un’occasione per sentirsi dispiaciuti o per sentirsi infelici.
“Oh Dio, hai scelto un altro canale, il Canale 2. Se il primo canale non mi è chiaro, Tu mi porti al secondo, dove mi eviti affinché io possa evolvere, affinché io possa guardarmi dentro!” Questo è quello che dobbiamo capire.
SWAMI MI HA SCELTO
Dobbiamo anche cercare di imparare un altro importante punto. Ho parlato ad alcuni amici, provenienti da diverse parti di questo paese, alcuni eminenti scienziati, ed ho detto loro: “Non diciamo mai che abbiamo scelto Baba come nostro Dio. Diciamo invece: ‘Swami ha scelto me.’ Non posso dire che io ho scelto Lui.” Quando voi dite: “Ho scelto Swami come mio Dio” non è altro che ego. Come sapete che Lui è Dio? Quali sono i vostri requisiti per giudicare? Le vostre capacità? La vostra abilità? Qual’è il vostro grado di comprensione? Quando dite: ‘Io ho scelto’ dite una cosa che non ha senso. “Tu hai scelto me, o Dio. Swami ti sono molto grato!”
Adesso qual è la mia responsabilità? Se dico: ‘Io Ti ho scelto.’ La responsabilità è mia. Se Tu scegli me, la responsabilità è Tua! (risate) E’ una filosofia molto conveniente, no? No! ‘Swami, Tu mi hai scelto affinché io possa essere affamato di Te. Affinché io possa aver sete per Te! Poiché mi hai scelto, sono disposto a morire per Te!’ Oh Dio, come sei compassionevole! Come sei amorevole! Quanta misericordia hai avuto nell’avermi scelto! Adesso la mia responsabilità è vivere conforme le Tue aspettative, elevarmi al livello delle Tue aspettative.
Se sono io a scegliere, è una mia opzione restare con Te o allontanarmi. Ma se a scegliere sei Tu, non posso più sfuggire! Fine! Ci sono molte persone che vorrebbero scappare da questo posto, ma non possono. C’è una prigionia psicologia, una prigionia spirituale invisibile! Non puoi andartene, perché sei stato scelto da Lui.
Un esempio semplice: un signore aveva dimenticato Swami per 2 anni, perché non era felice con Lui. Si aspettata di guadagnare molto più denaro e così via. Ma dopo 20 anni, la sua vita prese una direzione negativa, cominciò a perdere tutto quello che aveva e fu costretto a vendere anche la sua casa. Non aveva più un posto dove andare, nessun riparo.
In quel momento ricevette una lettera di Baba: “Mio caro figlio, non piangere. Io sono con te. Tu stai attraversando questa crisi, ma perché? Voglio insegnarti una lezione, di modo che tu possa ricordare a te stesso l’esistenza di Dio. Tu non puoi allontanarti da Me. Da oggi le cose miglioreranno.” Dopo questa lettera, il giorno successivo, incominciò a ricevere a pioggia assegni di parenti ed amici .
Così amici miei, Dio ha i Suoi metodi di venirvi più vicino, perché vi ha scelto. Lui ha scelto voi. E adesso sta a voi sviluppare fame e sete di Lui. E non è una selezione facile. La selezione non è una vostra scelta, mentre avete la facoltà di lavorare di conseguenza.
VOI POTETE LASCIARMI MA IO NON VI LASCERO’ MAI
Il Bhagavan è andato anche oltre ed ha affermato: “Voi potete lasciarMi, ma Io non vi lascerò mai”. Perché ha detto questo? Per l’affinità spirituale: l’unità Spirituale è inseparabile. Il mio vestito ed io siamo separabili: se io mi tolgo la maglietta, io sono separato da essa. Ma non posso separarmi da me stesso perché Io sono Io. Come posso farlo, è impossibile! Quindi, se Swami è in voi (e voi siete in Lui) come potete essere al di fuori di Lui? Come potete essere lontano da Lui? Non potete liberarvi di voi stessi. Non potete allontanarvi da voi stessi.
IL CONTRATTO SPIRITUALE E’ PERMANENTE
Quindi, Baba siete VOI e non potrete mai essere separati da Lui. Questo contratto spirituale è permanente. Non è stagionale o accidentale, è permanente, dal grembo alla tomba per l’eternità. Potremo avere un’infinità di vite ancora da vivere ma questo legame continuerà.
Probabilmente avete letto le note biografiche del libro di Walter Cowan, dove egli parla delle sue vite precedenti e delle sue esperienze di morte. Queste note sono pubblicate sottoforma di libretto, sicuramente molti di voi l’avranno letto. Walter Cowan parla delle sue esperienze della morte in modo che possiamo renderci conto delle nostre esperienze di vita, e prosegue raccontando chi era nelle sue vite precedenti e come era stato da sempre in compagnia di Dio.
Quindi amici, non è un caso se noi ora siamo qui. Si tratta di Volontà Divina.
E il ‘Piano Divino’. Se Swami vi parla oggi fa parte del Suo ‘Grande Piano’. Molta gente non avrebbe mai immaginato di poter stabilirsi qui. Persone che avevano casa, auto, fama ecc. e che hanno rinunciato a tutto per vivere qui. Come è potuto accadere? Permettetemi che vi dica chiaramente: è successo malgrado loro.
CONDUCETE UNA VITA SENZA SCELTE
Perché non ci rassegniamo? Perché non conduciamo una vita priva di scelte? Si tratterebbe di una vita esemplare! Cosa vuol dire non fare scelte?
“Swami, parto alle 17. Devo essere al treno o all’aeroporto almeno un’ora prima, quindi devo partire alle 15:30. Perché non termini il Tuo darshan in tempo? Perchè non mi concedi l’Interview, visto che è l’ultimo giorno ?”
Questo dimostra che io ho delle preferenze, che faccio delle scelte. Fintanto che farò delle scelte, sarò soggetto a rimanere deluso prima o poi. Questo accade quando conduciamo una vita piena di scelte.
Ma se invece ti proponi di vivere senza fare alcuna scelta, tu dirai: “Oh Dio sia fatta la tua volontà. Parto ma continuerò a pensare a Te!” Questo è sufficiente. Questo vi farà sentire felici, immensamente felici.
Un giorno ho incontrato un signore, era tutto allegro e sorridente. Mi disse: “Sono qui da una settimana, è stato molto bello, adesso sto partendo, Anil Kumar. Arrivederci, spero di rivederti presto.”
Innocentemente, come se (la risposta negativa) fosse una sfortuna, posi una domanda sconveniente:
”Swami ti ha visto? Ti ha visto, Swami?”
Sapete qual è stata la sua risposta? “Non sono venuto con questo scopo. Sono io che sono venuto qui per vedere Swami. Non so cosa risponderti se mi chiedi se Swami mi ha visto!”.
“ Puoi spiegarti per favore?”
E lui rispose: “Swami mi vede in qualsiasi posto, ovunque io sia ed in ogni momento. Ma io non sono in grado di vedere Lui a meno che non venga qui! Quindi è molto più importante che io veda Lui! E non mi interessa assolutamente se Lui mi vede oppure no, perché Egli è in me, sopra di me, sotto di me ed intorno a me sempre!”
Che risposta! Ecco perché io dico, beati quelli che hanno questi elevati ideali!
Beati quelli che hanno questo alto livello di comprensione e di consapevolezza: ‘L’ho visto e questo è sufficiente. Lui mi vede sempre.’
Mi è capitato di incontrare un contadino, un illetterato. Bene, lui era estremamente felice di fare i suoi bagagli e partire. Siccome lo conoscevo, gli chiesi: ‘Salve, come va?’ - ‘ Molto bene, signore.’
‘Avete mai avuto la possibilità di sedervi nelle prime file in questi quindici giorni?’
Questi contadini che vengono dai villaggi, tagliati fuori dalla folla delle città, sono assolutamente privi di ogni sofisticazione. Possiamo anche chiamarli ‘incivili’, ma Bhagavan ripete continuamente che, se mai esiste una cultura, questa si trova nei villaggi, non certo nelle città.
Nella città, ogni cosa è sintetica, artificiale. Anche i sorrisi sono artificiali. La gente dice: “Sono contento di vederti.” Mentre pensa ‘Ma proprio te dovevo incontrare stamattina!’ (risate) oppure dice: “Ci vediamo!” pensando ‘Non in questa vita, spero!’ (risate) Questi sono i veri sentimenti nascosti.
Quindi la vita urbana, di città, la così detta ’civilizzazione’, ha trasformato la nostra vita in qualcosa di totalmente artificiale. Non intendiamo veramente dire quello che diciamo. La vera cultura - se c’è un’armonia tra pensiero, parola ed azione - la troviamo nei villaggi.
Quindi, tornando al nostro contadino, a quest’uomo ignorante ed innocente, rozzo e mezzo nudo, sapete cosa mi rispose?;
“Signore, ho sentito Swami dire che tutto il mondo, anzi che tutto l’Universo è in Lui. Allora, se tutto l’Universo è in Lui, come faccio io a restarne fuori ?”
Per favore, amici miei, cercate di comprendere la profondità di questa affermazione: ‘Se tutto l’Universo ed il Cosmo sono contenuti in Lui, come posso io essere al di fuori di Lui?’ Ed io sono molto felice di essere in Lui. Quindi non sono assolutamente preoccupato di avere la prima o la tredicesima fila.”
“Ah! Permettimi di toccare prima i tuoi piedi e poi toccherò i Piedi di Baba!”
Io ricordo molto bene ciò che disse Baba una volta: “Se Io tengo in mano questa carta significa che sono più grande. Per questo sono in grado di contenerla, giusto? Quindi se dite: ‘Dio è in me’, voi siete più grandi di Dio. Se invece dite: ‘Io sono in Dio’, Dio è più grande di voi!”
Il contadino mi ha portato questo messaggio Divino indirettamente. Se voi siete consapevoli di essere nella Divinità e di appartenere alla Divinità, non ci sarà più nessuna questione sul fatto di essere vicini o lontani, perché sarete essenzialmente Divini.
BABA VI SCIEGLIE PER SCOPRIRLO
Un altro punto, sul quale attirare la vostra attenzione è questo: quando Bhagavan vi sceglie, desidera che voi Lo troviate. Per favore seguitemi. Il nostro buon Signore è un esperto del gioco al nascondino. Quando arriva nella Sua macchinina a batteria Egli cattura tutte le attenzioni; ma quando ti trovi vicino a Lui , Egli guarda nella direzione opposta!
Ma Lui ti ha scelto, e desidera che tu Lo trovi: perciò dovrai andare avanti ad attenderLo, a guardarti dentro, a desiderarLo intensamente, a struggerti per Lui. Dio ti sceglie perché tu possa trovarLo. Dio ti sceglie perché tu possa amarLo. Perché tu possa avere fame e sete di Lui.
Amici miei, siccome c’è una conferenza nazionale nella quale si suppone che io debba parlare subito dopo questo incontro, io vi prego di perdonarmi e vi chiedo il permesso di concludere con qualche minuto di anticipo sui tempi previsti.
Cantate con me.
Anil Kumar conclude cantando il bhajan “ Bhajamana Narayana Narayana Narayana
OM SAI RAM