Satsang

La luce della gioia

12 gennaio 2003

IL FESTIVAL DI SANKRANTHI

Quest'anno il Festival di Sankranthi cade il 14 Gennaio. Felice Sankranthi a tutti voi! Questa festa ha un grande significato ed un immenso valore specialmente per coloro che stanno percorrendo il sentiero spirituale.
Per tradizione si pensa che questo periodo dell'anno sia il più sacro e favorevole; per questo le persone iniziano, per loro stessa scelta e convinzione, un cammino spirituale (sadhana).

Quindi, non appena ci avviciniamo al festival di Sankranthi, prego Bhagavan affinché riversi su ciascuno di voi le più grandi benedizioni, di modo che procedendo lungo un nuovo sentiero spirituale, possa Egli benedirci con una nuova visione e un nuovo orientamento.
Questa mattina ho scelto il titolo: "La luce della gioia" perché desidero che focalizzate la vostra attenzione su alcuni punti. Come ho detto prima, Sankranthi, è una festività che si riferisce in particolar modo ai ricercatori spirituali e che pone particolare enfasi proprio sulla spiritualità.


L'UOMO NON E' UNA MACCHINA

Come punto primo e principale, desidero attirare la vostra attenzione sul fatto che l'uomo non è una macchina. Vi starete chiedendo perché dico questo.
Nessuno è d'accordo quando affermo che l'uomo di oggi è diventato una
macchina, ma sfortunatamente, è la verità.
Dall'alba al tramonto, basta vedere il modo in cui corriamo da tutte le parti, come triboliamo e ci sforziamo, senza alcun momento per fermarci . Non c'è tempo per godere della natura, della vita in generale, per stabilire un contatto con l'intero mondo organico.
Sfortunatamente, l'uomo di oggi è diventato proprio una macchina! Ed è questa la ragione per cui ha perduto completamente la gioia.

Possa Bhagavan riaccendere la luce della gioia in noi durante questa festa di Sankranthi; questa è la mia preghiera ed è anche l'argomento del giorno.
Perciò, se l'uomo non è una macchina, cos'è? L'uomo è anima. Qual è la differenza tra una macchina e l'anima? E' arrivato il momento di insegnare qualcosa a riguardo, specialmente in quest'epoca di telecomandi, computer e robot.
Adesso abbiamo robot che possono compiere qualsiasi attività umana e
computer che sorpassano di gran lunga la memoria dell'uomo, ed è in questo contesto che dobbiamo distinguere tra una macchina e un'anima.

Una macchina non ha consapevolezza. Una macchina, non ha anima. Una
macchina non ha cuore con il quale provare sentimenti. Ma l'uomo possiede l'anima ed è dotato di consapevolezza. Egli possiede la fiamma della consapevolezza e la capacità del risveglio. Quindi, cerchiamo di vivere una vita
da uomini, una vita per la quale eravamo destinati da Dio stesso.

Se diciamo: "Be', io non desidero essere un uomo, voglio essere una macchina." Allora nessuno potrà salvarci dalla sventura. La vita è diventata una routine. La vita è diventata gravosa, dolorosa, e qualche volta è una tortura! Ma non è così, no!
La vita è creatività. La vita è melodia. La vita è piena di sorrisi. La vita è una musica che vuol essere celebrata ogni giorno, ma noi non riusciamo a percepirne la bellezza. Perché? Perché ci siamo ridotti al livello di una macchina; una vita tutta programmata!
E' tempo di dire addio a questo tipo di vita, a questa di tabella di marcia senza respiro. Noi non abbiamo dato le giuste priorità ai nostri programmi. Rivediamo queste priorità: da qui in avanti, dobbiamo pensare a quale direzione vogliamo prendere.


UN AIUTO PER RIVOLGERSI ALL'INTERNO

Voglio attirare la vostra attenzione sul prossimo punto: al giorno d'oggi, sembra che noi conosciamo tutto. Ogni tanto Bhagavan fa qualche commento in proposito e dice che l'uomo oggi ha imparato a volare come un uccello e a nuotare come un pesce. L'uomo può entrare nelle profondità della Madre Terra per estrarre metalli e impiegare sottomarini per raggiungere qualsiasi
profondità dell'oceano. L'uomo può raggiungere perfino la luna.
Ma, molto sfortunatamente, egli non riesce a raggiungere il suo intimo.

Mentre l'uomo può raggiungere i posti più lontani da questo pianeta, non è assurdo che non riesca a entrare neanche un centimetro all'interno di se stesso?
La vita è diventata così estroversa ed esteriore, così mondana e materiale.
Il prezzo che abbiamo pagato per questo è che abbiamo dimenticato il modo di ricavare gioia dalla vita.
Sankranthi ci aiuta a rientrare dentro di noi, a viaggiare almeno pochi centimetri all'interno di noi stessi, perché siamo veramente stanchi e ne abbiamo abbastanza della vita che abbiamo condotto fin'ora. Vediamo cosa accade se viaggiamo dentro di noi.


L'ENERGIA NELLA MATERIA

Noi conosciamo la materia che compone gli oggetti fisici, ma non conosciamo l'energia che si trova nascosta in essa. Bhagavan, in una delle Sue conversazioni con i ragazzi, ha detto: "Non esiste nessuna materia, c'è solo energia.
L'energia prende la forma della materia; in seguito, la materia invertirà questo processo ritornando allo stato di energia."
L'uomo ha identificato entrambe separatamente, ma ciò che veramente esiste è solo l'energia; e, come asserisce la teoria scientifica, l'energia non si crea né si
distrugge. L'Energia Cosmica è convertibile, non viene creata né generata; essa può soltanto essere trasformata in una forma di energia o in un'altra.
Ma l'uomo ha dimenticato tutto riguardo l'Energia Cosmica. Per questo soffre di allergie.. non ha energie! Egli si focalizza in tutto ciò che è esteriore e quindi è
suscettibile di allergie. Questa è la vita al giorno d'oggi.


LA BELLEZZA INTORNO A NOI

Noi non siamo in grado di godere della bellezza che ci circonda. Come dice la Sacra Bibbia: Dio ha fatto la Creazione in sei lunghi giorni e desiderava che l'uomo ne godesse. Ma l'uomo di oggi non ha tempo per godere di questo.
Dovremmo veramente vergognarci per il modo in cui conduciamo questa vita, tenendoci occupati ogni minuto! Quanti di noi ascoltano con gioia lo scorrere del ruscello nella valle? A quanti di noi importa di ascoltare il colibrì nelle ore del mattino? Quanti sono interessati ad osservare il riaprirsi dei boccioli all'alba ?
Quanti di noi si sono mai preoccupati di notare la bellezza e la grandezza che si trovano nei colori dell'alba e del tramonto? Quanti di noi ascoltano la musica?
Non c'è tempo! La vita è diventata una faccenda di denaro: rupie, ecco tutto!

Per questo, anche durante la conversazione, parliamo solo in termini monetari: quanto guadagnamo o quanto guadagnano gli altri, e questo modo segna il nostro destino. Man mano che l'uomo dà sempre maggior valore al denaro, egli perde il valore di se stesso; si suppone che il denaro sia un mezzo per servire l'uomo, invece è l'uomo che sta servendo il denaro!
Tutto questo dovrebbe portarci a capire che il denaro è la causa di ogni conflitto e della perdita di felicità nella vita quotidiana.
Possa Sankranthi aprire i nostri occhi ed aiutarci a realizzare che l'uomo non vive di solo pane!
Sì, ciò che conta non è 'mammona' ma Dio soltanto.


LA VITA NON HA COME SCOPO L'INFELICITA'

Lasciatemi dire due parole a questo proposito: la vita non è miserabile! La vita non è stata progettata per essere miserabile! Dico questo perché quando noi
guardiamo in faccia alcune persone, non vi troviamo nessun charme!
Dio ci ha fatto così belli, ma siamo pieni di tensioni e di preoccupazioni che trasformiamo il nostro viso e lo rendiamo il più brutto possibile.
Nessun animale trasforma se stesso in una forma differente da quella che gli era stata destinata all'origine. Un cane ha la sua forma originale e un cane domestico continua ad avere la stessa forma, sempre la stessa e sempre bella come prima. Il gatto continua ad essere un gatto durante tutto il corso della sua esistenza.

Nessun animale, poi, uccide quelli della propria specie. Nessun cane ucciderà un altro cane e nessun gatto ucciderà un altro gatto. Un albero continuerà a vivere come albero. Ma l'uomo può permettersi di essere una bestia, l'uomo e' pronto ad uccidere un altro uomo! Per questo Dio ha deciso di discendere nella forma di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba (applausi) Egli è venuto per ricordarci che siamo esseri umani, perché la nostra vita è diventata brutale e disumana e non possiamo più sentirci orgogliosi di appartenere all'umanità.


LA MENTE UMANA FA CONTINUAMENTE PARAGONI

Per poter indirizzare l'umanità lungo il retto sentiero, Bhagavan ci fa molti discorsi. Egli attira la gente da tutto il mondo con questo Suo unico ed inimitabile Stile Divino. Forse sono dei problemi di famiglia a portare qualcuno da Lui, o problemi di lavoro, oppure la ricerca della Verità . Ci sono molti canali diversi nel Suo operato, che non hanno niente in comune; ciascuno viene attirato ai Suoi Piedi in un modo particolare e per le più disparate ragioni . Nessuno può essere paragonato ad un altro.

Ma, sfortunatamente, la mente umana continua a fare paragoni. Ci chiediamo perché Swami dedica particolare attenzione a quella persona, se investigassimo magari scopriremmo che ha problemi di cuore, che gli è stata consigliata un'operazione ed è qui per avere la benedizione di Baba, per questo riceve speciali attenzioni. Vorreste anche voi questo tipo di attenzioni? (risate) .

Se crediamo totalmente nella Divinità di Baba, non ci sentiremo mai orgogliosi; non saremo mai egoisti, né saremmo preoccupati per la pubblicità, anche se siamo al centro di speciali attenzioni, perché la ragione di tutto ciò che avviene è conosciuta solo a Lui.
Dobbiamo imparare ad accettare qualsiasi cosa ci viene data, sia essa attenzione, detenzione, ritenzione.. o anche nessun interesse nei nostri confronti!


DOBBIAMO ESSERE ATTENTI

Dobbiamo essere attenti, perché stare attenti è più importante che ricevere attenzione, dato che l'attenzione non può essere data a tutti.
Ma si può essere attenti fino all'ultimo istante della nostra vita, e Shankranthi dovrebbe aiutarci ad essere più attenti piuttosto che farci smaniare per l'attenzione Divina!

La vita, di fatto, è molto semplice. Ha bisogno solo di un po' di chiarezza. Invece, il nostro 'successo', normalmente parlando, dipende da quanto ce la rendiamo complicata. Riusciamo a rendere la vita complicata anche se è molto semplice, bellissima e breve. L'uomo la rende complicata ma questo non è mai stato nei piani di Dio.


CONSIDERATE LA VOSTRA VITA UN ESPERIMENTO

La domanda da porsi sarà questa: 'Quale visione ho della vita in generale? Come sto vivendo in questo mondo? In questo mondo di urti e salti, di alti e bassi, di lampi e guizzi, come sto vivendo?'
La risposta molto semplice data da Bhagavan è: "Considera la tua vita come un esperimento." La vita è un esperimento, un terreno di prova, una scuola. Sì, dal momento che comprendo questo, la mia visione della vita sarà totalmente differente.
Ma l'esperimento è diverso dalla persona che lo compie. Io sperimento, ma io sono diverso dall'esperimento stesso. Quello che accade è che noi, purtroppo, ci identifichiamo con l'esperimento.
Facendo questo ci surriscaldiamo e ci trasformiamo in vapore, come ciò che viene bruciato nelle provette di laboratorio.

Se comprendiamo che siamo diversi dall'esperimento, se osservando l'esperimento facciamo alcune considerazioni dalle quali possiamo trarre delle conclusioni o imparare una teoria o un principio, allora saremo diventati degli allievi. Si ha una grande gioia ad essere degli studenti, molto più che ad essere degli eruditi. Imparare è molto meglio che essere istruiti.
Se qualcuno dice: "Io sono un uomo colto" oppure: "Il tal dei tali è veramente istruito!" Per favore credetemi è già morto e stecchito, certo, perché ciò che lui ha studiato è passato e il passato è morto!
La sapienza del passato è derivata mentre l'apprendimento è un processo che appartiene al presente.
L'apprendimento avviene nel presente ed è possibile solo se si è umili.
Cerchiamo di imparare questo anziché acquisire conoscenza per chiamare noi stessi "dotti".
Questo è possibile solo quando si comprende che la vita è un esperimento, una scuola di allenamento.

Amici miei, questi sono pensieri raccolti dai discorsi di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Ripeto questo ogni domenica, ad ogni mio discorso, solo per imprimervi che io non so nient'altro che questo.
Permettetemi di essere molto chiaro su questo fatto in modo da non lasciare alcuno spazio alla speculazione, all'immaginazione, alla vanità o all'esibizione nei miei insegnamenti.


CONOSCERE SE STESSI

Bene, continuiamo.
Un esperimento ha sempre uno scopo, una scuola di formazione ha sempre un obiettivo. Se considero la mia vita come una scuola di addestramento o un esperimento, quale sarà lo scopo da raggiungere?
Lo scopo è conoscere se stessi.
Noi non conosciamo questo 'essere', conosciamo solo il 'divenire', il 'fare' ma non l'essere. Noi andiamo avanti facendo e facendo continuamente , vogliamo questo stato del 'divenire', mentre non conosciamo il nostro vero essere.

La vita significa imparare, è un esperimento e dobbiamo comprenderne lo scopo che è quello di realizzare il nostro vero Sé, ossia l''essere'. La vita è una scuola
nella quale noi sperimentiamo la nostra vera identità, il nostro 'essere'.
La vita è un esperimento attraverso il quale noi possiamo godere della nostra vera natura, che è questo stato di 'essere'. Questo è quanto vorrei imprimere in voi.
Possa Sankranthi aiutarci a compiere il viaggio all'interno di noi stessi e a sperimentare questo reale stato dell''essere'.

Forse, per coloro i quali non hanno mai intrapreso questo tipo di ragionamenti, la mia presentazione può apparire ridicola: "Come puoi dire che non conosco il
mio essere? Di cosa stai parlando?" Potrebbero chiedersi chiesto oppure tacere per modestia o misericordia!

Eppure, nessuno di noi conosce la sua vera natura, il suo 'essere'. Se esperimento il mio 'essere' , non mi sentirò mai miserevole, perché la natura dell'essere è beatitudine. Se dico che è buio, ma di fatto fuori c'è il sole, i casi sono due: o fuori è veramente buio, oppure sono cieco. Ma se c'è il sole, c'è anche la luce e non può esservi buio. Quindi, se io sono veramente l'essere, e sto sperimentando e realizzando questo stato, non potrò sentirmi misero,
dal momento che l'Ananda (beatitudine) è una caratteristica dell'essere.
Ma, purtroppo, noi non siamo in questo stato dell'essere, dal momento che pensiamo a qualsiasi cosa fuorché al nostro vero Sé.
Quando avremo conosciuto il nostro vero 'essere', riusciremo certamente a capire la ragione che va oltre la nostra visione .


L'ENERGIA DIVINA

Non sono gli occhi che vedono, è il nostro 'essere'. Se fossero gli occhi a vedere, come mai un uomo cieco, che però possiede gli occhi, non riesce a vedere? E per la stessa ragione, è il nostro 'essere' che ode e non le nostre orecchie. Le persone sorde, possono anche avere delle orecchie migliori delle vostre, ma non possono sentire perché l''essere' non è arrivato fino a quella parte del corpo.

Perciò l''essere' è l'Energia Cosmica, è Energia Divina. E' la Forza Divina che si diffonde nelle diverse parti del corpo e che è responsabile del loro effettivo
funzionamento durante tutto il periodo della nostra vita.
Possa, quindi, Sankranthi aiutarci a conoscere il nostro 'essere' ed a riflettere su di esso.
Questo è lo scopo per il quale siamo nati. Non siamo nati per ammassare denaro. Non siamo nati per vivere di vanità, di carità o di pubblicità. Siamo nati per conoscere il nostro essere.


SE CONOSCIAMO IL NOSTRO VERO ESSERE NON AVREMO PAURA DELLA MORTE

Se veramente conosciamo il nostro 'essere', non avremo più paura della morte.
Se osservate un uomo ricco, potrete notare che più è ricco e più è grande la sua paura.
Ha ammassato tutta quella ricchezza per sentirsi immortale, pensando che il denaro possa preservarlo dalla morte e possa renderlo eterno. Invece il denaro che ha accumulato, non fa altro che portarlo sempre più vicino alla morte. Perché? Spesso, al giorno d'oggi, il più vicino ed il più caro, diventa il tuo nemico n. 1 e potrebbe prendere posto perfino tra i membri della tua famiglia.

Perciò, amici miei, non ci sarà la paura della morte se conosceremo il nostro vero 'essere'. La morte, per tutti noi, sembra essere un incubo. Perfino per uomini che hanno raggiunto una certa posizione, uomini di grande influenza, perfino per loro, la paura della morte è un incubo. Ma il nostro 'essere' non ha nascita né morte.
Così come io mi muovo da una stanza all'altra della casa, l''essere' si muove da un corpo all'altro. Tutto qui.
Il nostro essere è immortale, incontaminato, senza macchia e pieno di essenza deliziosa.


L'ENERGIA COSMICA

Quindi, se conosco il mio 'essere' non avrò paura della morte dal momento che il mio 'essere' è l'eterna Verità , Sathyam, che non ha né nascita né morte.
Se comprendo che l'Energia Cosmica è responsabile del funzionamento di questo corpo, non posso essere orgoglioso dei miei muscoli, poichè dietro alla forza muscolare c'è il mio 'essere' senza il quale sarei paralizzato.
Non posso nemmeno essere orgoglioso della mia eccellenza psicologica o del mio coefficiente di intelligenza, perché vi è l''essere' dietro a tutto questo.
Anche se abbiamo una lampadina da 500 watt, un faro o un riflettore, ma non c' è l'alimentazione, non ci sarà luce e allora sentiremo tutta la notte l'allegro ronzio delle zanzare nelle orecchie!

Pertanto se siamo consapevoli che tutto è dovuto al nostro 'essere' non abbiamo nessun motivo per sentirci orgogliosi della nostra forza muscolare o delle nostre facoltà intellettuali. No. In questo senso l''essere' è Chith, Sath è l'esistenza, mentre Chith è consapevolezza. Se conosco il mio 'essere' non potrò essere mai più infelice o triste; poiché 'essere' è un altro nome di
quell'appagante stato mentale che si chiama Ananda.

Noi abbiamo molti timori e molte incomprensioni dovuti al fatto che non conosciamo la nostra reale natura , il nostro vero 'essere' -Sath, Chith, Ananda- Verità, Bontà e Bellezza, Consapevolezza e Beatitudine.
Preghiamo per avere una simile esperienza.


CONOSCI TE STESSO

Bhagavan molto spesso, anzi, quasi in ogni discorso dice: "Conosci te stesso, conosci il tuo Sé!." Io posso dire di conoscermi e di definirmi in un certo qual modo: so il mio nome, mi identifico con un dato paese di origine, con la mia nazionalità, mi riconosco in una professione, mi identifico in una razza, religione ecc. Ma io non sono niente di tutto questo. Per questa ragione Baba
continuamente ci dice: "Conosci il tuo Sé, sappi chi sei. Koham, Koham, Koham?"
Fatevi questa domanda: "Koham?" "Chi sono?"

Amici miei, io vi prego di osservare che Sankranthi è il periodo più propizio dal punto di vista spirituale. Dio riverserà le Sue benedizioni su coloro i quali
incominceranno un sentiero spirituale in questo momento particolare della loro vita.
Questa è la ragione per cui ogni festival cerca di attirare la vostra attenzione e di coinvolgervi.

Nella ricerca spirituale della vita, qual' è l'aspetto più importante?
E' conoscere il nostro stesso Sé. Bene, come faccio a conoscere il mio Sé? Qualcuno dovrebbe dirmi chi sono. Ma che cosa succede se tu vieni da me e mi dici chi sono?
Io ti dirò: " Non devi dirmi chi sono, lo so benissimo!"
Infatti noi non siamo disposti a sapere, anche se viene qualcun altro a dircelo, ed ecco perché continuiamo ad essere sempre gli stessi. Sebbene Bhagavan , che ora ha 77 anni, ci abbia fatto migliaia e migliaia di discorsi, non siamo andati avanti neanche di qualche centimetro! Come mai?
Perché non vogliamo che nessuno ci dica chi siamo, e ripetiamo: " Lo so, lo so!".

Ma resta il fatto che non so quello che non so e non sono disposto a saperlo nemmeno se qualcun altro è disposto a dirmelo! Questa è la ragione per cui siamo tanto lontani dall'obiettivo della nostra esistenza.

Ebbene, come facciamo a conoscere il nostro vero Sé? Il nostro IO, l'essenza del nostro essere si conosce in uno stato di silenzio; e questo è il motivo per cui molte anime nobili si sono sottoposte alla regola del silenzio.
Nello stato di quiete, nello stato di silenzio, nello stato di inesistenza, nello stato di annullamento, noi conosceremo la nostra vera identità.
Ma noi non vogliamo sederci in silenzio perché questo ci crea insicurezza, nel silenzio non siamo nessuno, mentre quando c'è rumore siamo qualcuno. Quando parliamo alla gente, siamo qualcuno, mentre se stiamo zitti non siamo nessuno; ecco perché continuiamo a parlare. Eppure dovremmo capire che il vero Sé può essere sperimentato solo nel silenzio, non c'è nessun altro modo.

Il silenzio ci crea insicurezza. Nel silenzio, io chiudo gli occhi e siedo ben diritto. A questo punto non sono più un professore, un uomo ricco, un uomo influente e non appartengo a nessuna religione. Nel silenzio io non sono nessuno, non sono niente.
E proprio nessuno vuole sentirsi così. Tutti sono desiderosi di identificarsi in qualcosa, per questo non c'è silenzio.

Dunque, io temo il silenzio perché con esso perdo il senso di separazione. Perdo i miei successi, le mie credenziali, il mio grado e la mia posizione. Mentre parlo, la gente mi può elogiare e io posso fare lo stesso con loro. Possiamo vivere nella mutua adulazione, ma tutto questo non ci porta da nessuna parte, proprio in nessun posto.


LA MEDITAZIONE E' UN DOVERE PER OGNI RICERCATORE SPIRITUALE

Ecco perché la meditazione è un dovere per ogni ricercatore spirituale.
Noi pensiamo alla meditazione come a qualcosa di noioso, eppure la meditazione e la noia sono due cose che non stanno insieme, è impossibile! Ci sono le meditazioni di massa, io proprio non le capisco. La meditazione è qualcosa di assolutamente individuale. Non esiste un matrimonio di massa!
Dovete ritirarvi dentro voi stessi . Dovete raggiungere uno stato di quiete della mente, uno stato di silenzio, e come potete fare questo in massa? Durante un raduno di gente?
Quindi conoscere se stessi significa stare con il proprio Sé.

Davvero devo essere me stesso in questa vita? Ma non ho tempo per me stesso!
La mente continua a fare paragoni: "Quell'uomo è più vicino a Swami, oppure, quell'uomo ha dieci appartamenti, ha dieci appezzamenti di terreno." Hey! Non ho tempo di pensare al mio Sé, la mente è sempre occupata a pensare alle cose degli altri, alle loro proprietà e ai loro successi. Ma e voi?
Quando l'olio è finito, lo stoppino non brucia più e la naturale conseguenza sarà il buio, la morte.

Il tempo sta correndo velocemente e tracciando intorno a noi la sua tela, non sarà quindi necessario pensare a noi stessi? Perché dovremmo preoccuparci degli altri? Perché dobbiamo continuare a pensare agli altri? Se la mia casa sta bruciando che senso ha che io vada in soccorso di qualche altra? Se lo faccio, quando sarò di ritorno non troverò altro che cenere. La carità incomincia a casa propria.
Perciò lasciatemi pensare a me stesso, alla mia vera natura, senza nessun altro obiettivo futuro.


NON ESISTE L'AVANZAMENTO SPIRITUALE

Cerchiamo di capire che l'auto-ricerca non ha alcun obiettivo. Vi parlo di questo perché un signore, un amico, qualche tempo fa mi ha detto: " Sig. Anil Kumar, io sono un uomo spiritualmente evoluto." (Risate)
Capisco! Dopo tre giorni, lo stesso personaggio, mi disse:
"Ho progredito nel mio sentiero spirituale."
Bene, lui è un mio amico ed è anche piuttosto conosciuto, quindi rifiuto di dirvi altro o di fare commenti, ad ogni modo pregavo dentro di me: "Oh Dio, aiutalo ad aiutare se stesso!"(Risate)

Non esiste l''avanzamento spirituale'. Non è qualcosa come l'avanzamento nel campo del lavoro.
Nella spiritualità non c'è alcun progresso!
Un semplice esempio. Supponete che io vi chieda: "Quanto tempo mi ci vuole per arrivare qui?"
Voi penserete che sono completamente pazzo e mi direte: "Sei già qui, non hai bisogno di viaggiare, perché sei già qui!"

La spiritualità non è un raggiungimento, non è qualcosa che si compie, non è una progressione. La spiritualità è realizzazione. Spiritualità è realizzare ciò che sei già.

Quindi, Sankranthi , dovrebbe aiutarci a realizzare che non esiste nessun obiettivo futuro, che Dio non è una meta. Dio non è un oggetto, una comodità: Dio è la Realtà.
Perciò: gioite di Lui qui ed ora! Questa dovrebbe essere la nostra attitudine mentale e dovrebbe anche essere la nostra visione per tutto questo 2003, non tanto il possedere o l'avere qualche cosa di materiale.

Quando viene Swami e io gli presento una lettera che chiede una promozione immediata, questa non è un'attitudine spirituale ma un approccio promozionale.
Non c'è niente di sbagliato in questo, perché siamo tutti padri di famiglia e abbiamo i nostri problemi, però non possiamo pensare che questo sia un approccio spirituale, si tratta solo di affari. La spiritualità non è un affare. Una vera vita spirituale non ha obiettivi futuri e non desidera cose materiali. Solo allora la mente sarà quieta.

Spesso scherzo con i miei studenti ed anche con i miei colleghi e dico loro che sei felice quando Swami ti parla, ma molto di più quando ti senti guardato mentre stai parlando con Lui!!(Risate) .
Se Swami parla a te soltanto non sei così felice come quando mille persone ti stanno osservando mentre Lui ti parla, allora ti senti come se avessi vinto il Premio Nobel!

Che grande stupidità è questa. Chi ci potrà aiutare?
Perciò, il nostro desiderio di essere importanti, il desiderio di sapere che gli altri ci ritengono spiritualmente elevati, è l'Himmalaya della stupidità.
Nessuno ci può aiutare.
La spiritualità non ha alcun obiettivo futuro e nessun desiderio di cose mondane perché essa è la realizzazione e l'esperienza di ciò che siamo già. E tutto ciò sarà possibile solamente in una condizione di solitudine, nell'intimità di noi stessi.

Vi dirò questo per riassumere: se sono veramente spirituale, allora sono consapevole di essere parte della Divinità e che non sono separato da Essa.
Sono una parte, non separato (gioco di parole : I am a part and never apart - NdT).
Se mi considero separato, mi sentirò distante e sentirò l'intervallo del tempo.
Ma se sono 'una parte', non c'è né l'intervallo né il tempo, perché io sono Quello
'Tat Twam Asi' . Quindi, questo tipo di consapevolezza, è assolutamente
necessario.
Preghiamo Bhagavan di darci questa prospettiva e questa direzione durante la nostra vita.


UNA SFIDA PER CONOSCERCI

Sono certo che tutti voi sarete d'accordo con me nel dire che fino ad ora nessuno ci ha sfidato ad esplorare noi stessi.
Un politico lancerà la sua sfida: "Vieni e lavora per una società migliore".
Il vostro capo vi dirà: "Vieni e lavora per ottenere un maggiore profitto."

Ognuno vi proporrà una sfida per ottenere cose più grandi ma nessuno vi sfiderà ad esplorare voi stessi. Solo Bhagavan ci propone questa sfida! (Applausi) e non si tratta di una spedizione, ma di un'esplorazione!
Esplorazione e spedizione sono due cose diverse. Nella spedizione parliamo di altitudini, mentre nell'esplorazione parliamo di interiorità.
Affrontiamo allora la sfida di Bhagavan ed esploriamo noi stessi!

Ci si pone subito una domanda: "Ma cosa dovrò fare?"
Bhagavan Ramana Maharshi disse: "Non fare- rilassati"

Sembra una cosa semplicissima, ma credetemi è veramente oltre le nostre
possibilità! Noi non sappiamo come fare per rilassarci! Per esempio, se sono seduto qui, penso alla persona che mi sta seduta accanto, e non sono rilassato.
Sono seduto qui, ma sono preoccupato se Bhagavan mi guarderà oppure no,
e non sono rilassato.
Se tengo una lettera in mano, penso continuamente a quello che vi ho scritto: le suppliche, le richieste, e non al darshan. Non mi sto godendo il darshan perché la lettera, in realtà, rappresenta un fattore di disturbo!( Risate)

E perché ho questa lettera? Solo per dimostrare agli altri che Bhagavan
prenderà una lettera dalle mie mani! (Risate) Di modo che possano vedere quanto sono grande, e che gran devoto che sono!(applausi) Pazzia pura! Chi ci potrà aiutare?
Vi dirò che nemmeno Dio ci può aiutare quando siamo in questo stato disgustoso di pubblicità e di malinterpretazione. In questo modo, noi non godiamo del Suo darshan, non godiamo della Sua presenza.

Qualcuno dice: "Swami mi ha guardato." Bene, ma io potrei pensare:
"Come fai a sapere che non ha guardato me?"
Oppure: "Swami mi ha parlato." Io potrei risponderti: "Quello che ha detto a te si riferisce molto di più al mio caso che non al tuo." Come puoi tu negarlo?

Non puoi , perché le azioni di Swami sono misteriose, sconosciute, inesplicabili e meravigliose.
Sono oltre la nostra visuale, oltre la nostra immaginazione e la nostra
espressione. Pertanto, come si possono interpretare?
Quando rinuncerete a questo bisogno di interpretare, allora sarete finalmente felici della Realtà.
Non interpretiamo poiché l'interpretazione è un fattore psicologico, un espediente della nostra mente, un suo gioco. Indaghiamo ma non interpretiamo.

Immaginate che sia una calda estate ed io abbia una bevanda fresca.
Potrei cominciare a interpretare: "Questa bevanda è stata fatta nella tal fabbrica che è stata costruita nel tal anno, ha un'etichetta fatta così , ecc." qualcuno potrebbe dirvi: "Ok basta, Bevi!" ( Risate)

Quindi cerchiamo prima di sperimentare, di renderci conto e dopo analizziamo.
Immergiamoci nella Verità Divina. Perdiamoci nell'esperienza di Lui.
Ma noi non vogliamo questo veramente. Quando godiamo davvero di Bhagavan, il nostro io scompare e non esistiamo più di fronte a Lui.

Ma se continueremo a dire: "Questo è quello che mi ha detto Bhagavan e quest'altro è ciò che ho detto a Lui." In questo caso il 'noi ' esiste ancora e con questa attitudine potremmo impiegarci ancora altri cent' anni per essere vicini alla Realtà; poiché la vicinanza alla Realtà, la vera auto- esplorazione, accade solo quando dimentichiamo il nostro io individuale, la separazione.
L''io' se ne andrà quando il fiume si fonderà nell'oceano, e a questo punto il fiume non chiamerà più l'oceano perché venga da lui perché ora esso è tutt'uno con l'oceano.


IL PROCESSO DELL'ESSERE

'Conoscere se stessi' significa dimenticare l'ego, fondersi nel Divino.
'Conoscere se stessi' significa che nessuno può dichiarare: 'Qua ci sono io' perché tu sei l'Uno, la goccia nell'oceano, e la goccia non sarà mai più separata dall'oceano.

Dunque, cosa devo fare per compiere un'indagine sul Sè? L'indagine sul Sè non è un processo che si compie ma uno stato d'essere. Fare ed essere sono due cose differenti, nel 'fare', infatti, esiste un lavoro.
Ad esempio: sto parlando e, parlare, è un atto che si compie. Colui che parla, l'atto del parlare e la parola, sono tre, ma l''essere' è solamente uno, non tre, non due, solamente uno.
Nel fare c'è dualità: colui che fa l'azione e l'azione stessa. Quindi non si tratta di una questione di 'fare' ma di 'essere'.

'Facendo' noi restiamo separati, non saremo mai un tutt'uno; quindi spiritualità non è fare ma essere. Perché il fare è azione, è illusorietà, è usare male la vita.

Il 'fare' è la fioritura dell'essere', la sua controparte esteriore.
Per esempio: nel microfono c'è elettricità. Il suono che voi udite è la natura esteriore dell''essere', mentre il vero 'essere' è l'elettricità nascosta. Un altro esempio: c'è una luce accesa e, questa luce, è la parte esteriore dell'elettricità che non si vede.
La spiritualità è una richiesta del nostro 'essere' e non la natura esteriore dell'azione.

Una volta Bhagavan ci ha detto: "Voi chiedete a tutti - Chi sei? Da dove vieni? - queste sono domande che dovreste invece porre a voi stessi!" Allora, Egli disse, voi conoscerete tutti, tutta l'esistenza sarà conosciuta, l'intero Cosmo, perché:

Sperimentare il Cosmo è possibile solo se prima conosci te stesso.
Se il Sé è conosciuto, tutto è conosciuto.
Ma se il Sé non è conosciuto, anche se conosci tutto il resto, non significa nulla, ci sarà solo inquietudine

Per questo Bhagavan enfatizza sempre sulla ricerca del Sé, poiché è la strada che conduce alla Realtà Ultima.


IL PROCESSO DELL'AZIONE

Noi facciamo piccole cose con dei risultati che non sono grandiosi, né hanno qualche valore intrinseco. Qualcuno dice: "Sai, ho fatto 108 volte il giro intorno a Ganesh e ho avuto immediatamente un posto di lavoro!" Ah! Bene. Ma questo non è lo scopo finale della tua esistenza, tutt'al più è l'inizio di molti problemi che verranno! (Risate) Ci sarebbe da girare intorno a Ganesh due volte al giorno,108 al mattino e 108 volte al pomeriggio, perché ad ogni minuto c'è un problema! Ad ogni secondo c'è un problema nella vita, quindi, questo
tipo di cose non sono la Verità.

La nostra azione, il processo dell'azione, che si chiama sadhana, potrebbe darci alcuni risultati, ma questi risultati non hanno un valore intrinseco. Cosa intendo per 'valore intrinseco'?

'Oh Dio, soffro di un terribile mal di testa, e allora Ti prego': Vado dalla Madre Gayatri la mattina alle 7:30 e guardo l'Arathi, quindi mi libero dal mal di testa.
Benissimo! Ma oggi pomeriggio ho mal di pancia, dovrò andare da Subrahmanyam! (Risate) Perché la Madre Gayatri non ha risolto tutti i miei problemi, mi ha liberato solo dal mal di testa, Subrahmanyam invece va bene
per lo stomaco, dato che presiede le parti addominali del corpo.
Noi andiamo avanti con questi ragionamenti, ma non c'è valore intrinseco in questo modo di agire ed è questo che non abbiamo ancora capito.

D'altro canto se siamo consapevoli del nostro 'essere', del nostro vero 'essere', le porte dei tesori infiniti sono aperte perché l'essere' è tutto.
Perché è da questo stesso 'essere' che tutto proviene.

Questa è la ragione per cui alcuni grandi personaggi affermano: " Tu sei il mondo."
Che dichiarazione è mai questa? Come posso crederci? Eppure che ci crediate o no, questa è la Verità: "Voi siete il mondo".
Provate a chiudere gli occhi : dov'è il mondo? Non c'è.
Aprite gli occhi: ecco il mondo! Perciò voi siete il mondo; cioè il vero Sé, la natura intrinseca (dell'essere ndt).

Dunque, più facciamo questo e quello e più ci allontaniamo dal nostro 'essere'.
'Essere' e 'fare' sono inversamente proporzionali, come posso spiegarlo?

Ci sono alcune persone che tengono in mano un japamala, un talismano con 108 grani ."Signore, io vengo al darshan dopo la ripetizione del japa pomeridiano."
"Capisco. Posso vedere il suo japa?"
"Certo, eccolo."
Veramente non c'è bisogno di chiederlo, tanto ve lo mostra ugualmente!
(Risate)
E poi aggiunge: "Swami lo ha benedetto!"
"Oh, interessante."
"Per questo io completo i 108 grani"
"Oh, Bene"

Ma se vado a vederlo mentre recita il suo japa alle 6:30 del mattino, Sai Ram! (Anil Kumar imita un uomo che scorre velocemente i grani in modo frenetico.) ( Risate)
Cosa sta facendo? E' molto occupato a muovere le sue labbra e la sua lingua: "Sai Ram, Sai Ram, Sai Ram." 108 volte e tutto è finito!
Quello che voglio dire è che facendo questo voi vi allontanate sempre di più dal vostro vero essere.

Supponete che io voglia organizzare una seduta bhajan a casa mia, e che io vada in giro a chiedere:
"Quanta gente sta arrivando? Sono arrivati i capi dell'Organizzazione?
e quelli ricchi?
Quanto prasadam dovrò distribuire?"

Una volta mi è capitato di andare in un Centro della mia città. Vi era un insolito numero di persone che cantava i bhajan e ne fui sorpreso, allora ne chiesi il
motivo. Scoprii che davano un sacchetto pieno di prasad: una noce di cocco, delle foglie di betel, noce di betel, un dolcetto, un piatto caldo e, siccome era estate, anche un mango! Per questo era pieno al 100%.
Ma questo modo di agire non è 'essere' è soltanto 'fare'.

Un altro esempio: se mi organizzo per compiere alcuni rituali come Yaina o Yaga a casa mia, sarò molto occupato a far apparire tutto perfetto. Forse farei anche qualche fotografia, chiamerei la gente e fermerei perfino il traffico. Magari non permetterei a nessuno di entrare finché non hanno visto le foto e apprezzato come è stato sistemato tutto meravigliosamente!.
Qui si tratta solo di 'fare' e questo 'fare' porta molto, molto lontano dal vostro vero 'essere'.


LA PIU' GRANDE SCOPERTA

Amici miei, durante questo periodo di Sankranthi, ricordiamo una sola cosa che è a nostro credito:
la più grande scoperta. Qual' è questa scoperta? Questa scoperta non ha nulla a che fare con il mondo, ma è l'aver trovato il nostro Maestro nella forma di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba! Questo è ciò che abbiamo fatto. (applausi) Questa è la più grande scoperta della nostra vita.

E questa scoperta è stata da noi compiuta dopo innumerevoli vite. Dal momento che Lo abbiamo 'scoperto', dobbiamo far tesoro di Lui come della cosa più preziosa, perché questa è una conquista che abbiamo raggiunto dopo molte vite. Non è una cosa che è avvenuta improvvisamente come una manna del cielo!
Cosa devo fare dunque?
Avendo fatto questa incredibile scoperta, avendo riconosciuto il mio Maestro, farò in modo di vivere in conformità alla luce che ha riversato su di me. Cercherò di vivere secondo la vita che Lui stesso mi ha dato e cercherò di camminare lungo il sentiero che mi ha indicato. Questo dovrebbe essere il nostro impegno per l'anno 2003.

Dovreste anche sapere che il Divino Maestro Sri Sathya Sai Baba, sa molte più cose di voi che non sappiate voi stessi. Baba vi conosce meglio di voi stessi.
Voi potreste anche dimenticarvi qualche dettaglio della vostra vita, ma Lui ha tutto fotografato, ha i raggi X negli occhi, non possiamo proprio nascondergli nulla. Non possiamo dire nulla perché tutto è lì nelle Sue mani.

Lui ci dice: "Io ti conosco da molte vite. Forse tu mi incontri adesso per la prima volta, ma Io ti conosco da lungo tempo." Lui infatti, ci conosce molto meglio di noi stessi.
Quindi, quale dovrebbe essere la nostra preghiera? La preghiera dovrebbe essere questa: "Oh Signore Bhagavan, in questo Sankranthi aiutami ad elevare la mia consapevolezza. Aiutami a crescere spiritualmente. Accendi la luce della gioia nel mio cuore e risveglia la mia consapevolezza di modo che io possa essere spinto verso il sacro processo della ricerca interiore, verso la conoscenza del mio 'essere', del mio Sé, che è la cosa più importante."


NON PERDEREMO L'AMORE

Qualcuno potrebbe pensare: 'Ma se cerco di scoprire il mio 'essere', cosa accadrà alle altre persone ed alle cose intorno a me? I miei figli, mia moglie, le mie proprietà?"
Non accadrà proprio niente a loro, perché la stessa 'essenza' è anche in loro.
Difatti, amici miei, la più sorprendente Verità è questa: "Non perderete mai l'Amore, no!"

E' piuttosto buffo quando qualcuno dice: "Bambino mio, ti voglio bene!"
Quando sento questo mi meraviglio, perché se non lo ami tu il tuo bambino chi dovrebbe farlo?
Oppure la moglie dice al marito: " Ti amo, caro."
Forse il marito non ne era sicuro? (Risate) Non so, veramente. Se la moglie non ama suo marito, ama il marito di chi? ( Risate)

C'è una specie di barzelletta in cui un uomo dice all'amico:
"Non devi avere attaccamento al corpo."
L'altro risponde: "Ma non ho nessun attaccamento al mio corpo!"
Il primo, ammiccando, gli dice: "Mi fa piacere che tu non abbia nessun
attaccamento al tuo corpo ma cerca di non averlo nemmeno a quello degli altri!" ( Risate) e questo, sapete, è anche più importante!

Quindi, amici miei, noi non perdiamo l'Amore perché l'amore è eterno.
L'amore è puro nettare.
L'Amore è continuità, è eternità. L'Amore è come una fontana, una sorgente, come il sacro Gange che fluisce incessantemente. L'Amore è continuità, come la forza vitale ed è sempre fresco.

Quindi ciò che noi perdiamo è l'attaccamento: "Figlio mio, mi manchi!"
Ciò che vi manca è il vostro attaccamento verso il figlio, non l'amore.

Questa è dunque la cosa più grande che dobbiamo imparare: a noi manca
l'attaccamento, non l'Amore.
L'amore non può mancare mai perché è eterno. E' la nostra vera natura.
E' oltre il tempo e la mente. E' infinito.

Ho pensato di dovervi dire questo speciale messaggio sulla "Luce della gioia", perciò ho raccolto alcuni estratti dai discorsi Divini che pensavo avessero qualche rilevanza e potessero essere di aiuto a noi tutti durante questo festival di Sankranthi.


DOMANDE

Prima domanda: Cosa dice Bhagavan a proposito della TELEPATIA?

Veramente non so cosa dice Baba a proposito della telepatia, ma provo molta compassione verso questa gente. (Risate) Perché? Perché questo tipo di conseguimenti come quello di prevedere, di pronosticare, di controllare la mente di qualcun altro o di leggere i suoi pensieri, non sono obiettivi finali.

Per esempio, se voi prendete un volo per New York, può darsi che voi abbiate da fare un paio di scali prima di arrivare a destinazione, come Mumbai o Francoforte. Ma quando arrivate a Francoforte, voi non dite: "Bene, adesso mi fermo qui." No, voi continuate il vostro viaggio fino alla destinazione finale che è New York, non è vero?
Allo stesso modo, ci sono stadi intermediari nella spiritualità. Sul sentiero spirituale, sicuramente abbiamo dei conseguimenti, alcune cose piccole, che però sono i nostri più grandi ostacoli.

Parlando di cose future, oroscopi e cose del genere, ci sono persone molto interessate a leggere le 'Nadi Grandha books'; supponiamo che mi si venga a dire che il prossimo anno sarò un re.( Risate)
Così, io aspetto tutto l'anno ma potrebbe anche non accadere niente, l'unica certezza sarebbe l'attesa.(Risate) Oppure mi viene detto che il prossimo anno diventerò un mendicante. Così io comincio fin da ora a sentirmi un disperato.(Risate)

Non ha nessun senso leggere il futuro. Non è assolutamente necessario!
Non è necessario! Perciò amici miei non preoccupatevi della telepatia.


E' GIUSTIFICABILE LASCIARE LA FAMIGLIA?

Seconda domanda: Bhagavan Buddha lasciò la sua famiglia. Ma non era suo
dovere occuparsi della Sua famiglia? Come si giustifica il fatto che ha lasciato la moglie ed il figlio soli?

E' una questione di priorità. Ci sono alcuni che per ragioni politiche sacrificano tutto. Ci sono terroristi che lasciano le loro famiglie per uccidere quelle di qualche altro. E' una questione di priorità. (Risate) E' necessario lasciare la tua famiglia per andare ad uccidere qualcuno? Sì, è una priorità. Cosa ha fatto Bin Laden? Ha lasciato tutto per uccidere altri. E' stata una scelta prioritaria nella sua vita.

Ma per Buddha, Dio era la cosa più importante, tutto il resto non erano altro che ostacoli lungo la Sua via. Buddha era un'anima realizzata. Buddha era un' Incarnazione.

Per vostra informazione, vi racconterò ciò che Baba disse un giorno:
"Dio e tuo padre: è una questione di scelta, ma voi dovete scegliere Dio non il padre. Un esempio di questo è Prahlada. E' una scelta tra il marito e Dio, scegliete Dio non vostro marito, un esempio di questo è Meera. E' una scelta tra Dio e tuo fratello, scegli Dio non il fratello, un esempio è Vibhishana."

Quindi, qualsiasi siano le nostre relazioni e parentele dobbiamo sempre scegliere Dio e nessun altro.
Ma non credo che noi sceglieremmo prima Dio, no. Per scegliere prima Dio, bisognerebbe che Lui facesse parte della nostra famiglia!(Risate): "Oh Dio, aiuta la mia famiglia! Aiuta la mia comunità!" Dio, in questa preghiera , non ha la priorità.
Se uno prega così, lo fa solamente per il benessere della sua famiglia.

Buddha mise Dio al più alto gradino delle Sue priorità. Non so quanti di voi lo sappiano, ma il Buddha dopo aver raggiunto ed ottenuto l'illuminazione è ritornato al Suo palazzo. Suddhodana, suo padre, gli chiese: "Oh figlio mio, dove sei stato tutto questo tempo?
Cosa ti è successo? Vieni qui!"
Ma Buddha rispose: "Padre, tuo figlio è morto molto tempo fa."
"Ma tu sei qui, tu sei mio figlio! Perché dici che mio figlio è morto tanto tempo fa?"
"No, tuo figlio Siddhartha, è morto molto tempo fa. Di fronte a te non c'è tuo figlio ma il Buddha: il Realizzato."

Poi incontrò la moglie, Yashodara. Egli veramente sperava di evitare questo incontro, perché anni prima l'aveva lasciata senza una parola nel cuore della notte, ma le donne sono molto furbe.
(Risate) Non ti lasciano scampo, è la loro natura! Perciò non riuscì ad evitarla.
Lei venne subito e gli disse: "Signore, per favore, ascoltami attentamente: Cosa c'era nella foresta che non potevi trovare qui? Cosa c'era in questo palazzo che poteva essere un ostacolo per te? Credi che non ti avrei permesso di fare tapas, tutte le penitenze che volevi qui a palazzo?"
Buddha non aveva alcuna risposta da dare, così come non l'ebbe Rama quando Sita gli poneva questo tipo di domande. Per questo Baba dice sempre: "La donna è conosciuta per la sua intelligenza, mentre l'uomo è conosciuto per il suo intelletto."

Intelligenza ed intelletto sono due cose diverse. Intelligenza è emozione, intelligenza è reazione, intelligenza è spontaneità. L'intelligenza è istantanea mentre l'intelletto è logica. L'intelletto è razionalità. All'intelletto piace ragionare.

Quindi, la donna simbolizza l'intelligenza e davanti all'intelligenza l'intelletto non riesce a stare. Per questo Rama e Buddha rimasero senza parole, sconfitti. Non hanno potuto dare alcuna risposta.
Ma quando dico che Buddha lasciò la sua famiglia, non era per nessun'altra ragione che per la Sua scelta: Dio; tutto il resto era di secondaria importanza per Lui.


COSA DOVRO' FARE?

Terza domanda: Dio è divino, la totalità dei Valori, mentre per contrasto, l'uomo non ne ha . L'uomo è brutale, orribile, pazzo. Cosa devo fare ?

L'uomo è divenuto brutale e folle a causa delle sue stesse azioni. Ho un fazzoletto ed è diventato sporco, chi è il responsabile di questo? Sono io! L'ho usato ed è diventato sporco.
L'uomo, è puro, incontaminato. L'uomo è Amore, l'uomo è beatitudine, ma lui agisce in modo completamente contrario. Questa è tutta opera sua.

Se trovo un uomo ricco che mendica vicino alla banca, cosa gli dico?
"Hey, povero pazzo! Non sei un mendicante. Va in banca, controlla il tuo saldo e ti accorgerai che sei ricco, che non hai bisogno di mendicare."
Allo stesso modo, possiamo dire, che è il nostro modo di agire che produce questo tipo di debolezze: non è un disegno di Dio. Perché facciamo questo? Per egoismo.
Perché? Per i piaceri sensuali. Perché? Per attaccamento. Perché? Per convenienza e per avere comfort. Quando tutte queste cose se ne saranno andate: l'egoismo, l'arroganza, l'avarizia, la lussuria ed il desiderio, quando tutto questo non ci sarà più, sarete puri freschi ed innocenti come neonati, come un fazzoletto nuovo appena comprato, così lindo e pulito. Sono io che lo rendo sporco con il passare del tempo.


COSA INTENDI PER TRASFORMAZIONE?

Quarta domanda: Cosa intendi per trasformazione? Controllare i sensi o eliminare l'ego? Se c'è la Realtà interiore, cosa intendi per trasformazione?

E' veramente una buona domanda. Non intendo la trasformazione del Sé, no.
Ma la trasformazione delle vostre attitudini, della vostra condotta, del vostro comportamento, la trasformazione delle informazioni che ricevete da tutto ciò che vi circonda. Come dice Baba: "Le notizie sono delle seccature."
Quindi, intendo trasformazione delle informazioni, trasformazione del cuore umano, che è diventato tanto duro e insensibile e non risponde alla miseria, alle suppliche ed alle lacrime dei suoi compagni.
Allora rimuovo il soprabito, la camicia, la maglietta e scoprirò il mio petto. Questa è la trasformazione di cui ho bisogno per scoprire la mia Realtà. La
trasformazione non è differente da ciò che tu sei.
La trasformazione dell'uomo materiale in uomo spirituale, la trasformazione della personalità fisica in qualcuno che conosce il suo vero Sé; la parola 'trasformazione' è usata in questo senso, non si intende qualcosa di completamente diverso.


COME PUOI PREGARE QUANDO DEVI SACRIFICARTI?

Ultima domanda: Come puoi pregare con fede assoluta quando ti devi sacrificare?
Abramo doveva sacrificare il figlio. Doveva ucciderlo per eseguire gli ordini di Dio. Quando si deve fare un sacrificio che costa tanto, come si può pregare Dio?

Abramo era pronto ad uccidere il figlio in risposta ad un comandamento di Dio. Questo è un fatto simbolico. Significa che devi essere preparato a sacrificare amici e parenti. Significa che devi essere preparato a sacrificare coloro che ti sono più cari e più vicini e preferire Dio. Significa questo.
Non significa che bisogna portare qui il proprio figlio per ucciderlo!
(Risate) E' un simbolismo!
C'è un significato profondo nascosto. Dovete essere pronti ad 'uccidere' le vostre relazioni, ad 'uccidere' i vostri attaccamenti, ad 'uccidere' i vostri legami. Dovete comprenderlo in questo senso.

Adesso vi devo lasciare perché dovete andare a pranzo ed al Darshan, ho già preso del tempo extra per non dispiacere alle persone che hanno inviato le domande. Dopotutto non è per divertimento che stiamo raccogliendo queste domande ma per dare ad esse una risposta!

Prima di lasciarvi voglio augurare felice Sankranthi a tutti voi!

Dio vi benedica.

OM SAI RAM