Satsang

E' così?

25 agosto 2002

Cari fratelli e sorelle!
Vi dò il benvenuto alla sessione di stamattina. L'argomento di oggi è:
'È così?' Alla fine dobbiamo arrivare alla risposta: "Sì, è così!"
Cominciamo dalla domanda: "È così?" e finiamo nella risposta: "Sì, è così."
Noi pensiamo spesso alla religione ed alla Verità. Sentiamo anche che la Verità e la religione sono sinonimi, cioè che sono la stessa cosa. Ma non è così! La religione e la verità sono due cose differenti. È così? Sì, è così! La Verità e la religione sono due cose diverse. Come? E perché?
Faremo un' indagine, e cercheremo di trovare la risposta.

La mente è uno strumento importante, ed è patrimonio di ogni essere umano. La mente, che è così importante ed attiva, è anche un ostacolo, un impedimento. Per vivere ed avere successo a questo mondo, la mente è assolutamente essenziale. Voglio attirare la vostra attenzione su un fatto
importante: ci sono due scuole di pensiero. Una, è quella del pensiero
orientale, e l'altra è quella del pensiero occidentale. Il pensiero occidentale afferma che la mente è sana o malata, e nient'altro. Secondo il pensiero occidentale è così. Il pensiero orientale dice che la mente è non-esistente. Questo significa che, secondo la filosofia orientale, la mente non esiste affatto.

Vi darò un' idea concreta con la quale cominciare. La mente è esterna.
La mente è rivolta al 'fuori'. La mente è mondana, corre dietro agli oggetti materiali, a ciò che noi chiamiamo 'pravritthi' o sentiero esteriore, il sentiero esterno. In altre parole, tutta la conoscenza secolare, materiale, tutta la conoscenza mondana, l'umanistica, la scienza e le belle arti - l'intera esistenza dell'uomo sulla terra - è centrata intorno alla mente: tale è l' importanza
della mente. Ma, da un punto di vista spirituale, essa è pericolosa.
Quindi, la mente è un'amica ma, allo stesso tempo, è anche una nemica.

Menzionerò qualche punto sulla mente, citando Bhagavan Baba. La mente è
impotente. Non è capace di funzionare. Questo significa che non sa funzionare in modo indipendente. Non è potente. È impotente. Inoltre, la mente è negativa. Bhagavan ha detto molte volte:
"Il corpo, i sensi, la mente e l'intelletto sono tutti negativi. È solo il Sé, o Atma, lo Spirito o Anima o Coscienza, ad essere positivo."
I sensi e la mente - sono tutti negativi. La mente è un sogno. La mente sogna. È un sogno essa stessa e la sua natura è sognare. La mente è solo un'illusione perché può essere ritirata, annullata, sottomessa, totalmente ridotta a zero. Quindi è un'illusione! La mente continua a sognare. L'immaginazione e le allucinazioni sono tutte prodotte della mente. Provengono tutte solo dalla mente.

Così la mise John Milton: "È la mente che fa dell'inferno un paradiso ed del paradiso un inferno."
È la mente a decidere se si è in paradiso oppure all'inferno, a seconda dei casi. La mente è dualistica - bene e male, alto e basso, successo e fallimento,
vittoria e sconfitta, profitto e perdita. A questo mondo c'è ogni sorta di dualità. La mente è dualistica. La mente non è mai dalla parte dell'unità. La mente non parla mai di Unità. La mente è paradossale. La mente è piena delle
polarità degli opposti. Quella è la sua vera natura. la mente è logica e razionale, ed essendo logica, vuole concludere qualcosa; vuole ricavare qualcosa; vuole scoprire, sperimentare, investigare. La mente è sempre logica e razionale.
Ci sono alcuni punti collegati alla natura della mente, quelli che chiamiamo 'la mente nel corpo umano'. Come ho detto all'inizio, per il pensiero occidentale la mente o è sana, o è malata, tutto qui. Ma il pensiero orientale dice che la mente è non-esistente. Cioè, non esiste affatto. È così? Sì, è così!


LA RELIGIONE E' IL RIFLESSO DELLA MENTE

La religione non è altro che il riflesso della mente. Ecco perché abbiamo così tante Scritture, interpretazioni, così tanti sentieri, modi e metodi. I metodi, le mete e le Scritture sono tutti dovuti al riflesso della mente. Quindi, la religione non è altro che il riflesso della mente. Ma la Verità è al di là della mente. La Verità trascende la mente. Anzi, la Verità è uno stato di non-mente, al di là della mente. La Verità è trascendentale!
Bhagavan dice ripetutamente: "La Verità è Una!" Non c'è una Verità americana, o russa, o indiana, o pakistana, giapponese o tedesca - niente del genere. La Verità è solo Una! Quella verità è non-dualistica e trascendentale. Quella Verità è Luce e quella Verità è Dio. Dio è Verità. La Verità è Dio. Vivete nella Verità! La verità è trascendentale, al di là della mente, è uno stato di non-mente. Quella è la Verità.

La mente non ci permette di rimanere nello stato di Verità. No! Essere dualistica è la natura della mente. Così, la religione è il riflesso, mentre la Verità è la trascendenza. La Verità trascende la mente, mentre la religione è il riflesso della mente. Ecco perché abbiamo bisogno di tante Scritture per seguire una religione. Quali Scritture seguite? La Bhagavad Gita? Il Damma Pada? Il Corano? La Sacra Bibbia? Quale religione seguite? Abbiamo bisogno delle Scritture per
seguire una religione, scrupolosamente, mentre la Verità non necessita di Scritture perché la Verità è innata!


LA VERITA' E' NON-SCRITTURALE

La Verità è originale. La Verità è naturale. La Verità non è insegnata, è non-scritturale. Sì, la Verità è non-scritturale. Non ha niente a che fare con le Scritture, perché la Verità esiste da prima delle Scritture. Le Scritture sono venute dopo. I Veda sono venuti dopo. La Verità esiste dall'inizio!
Come Bhagavan dice in una poesia Telugu: "Tutta la Creazione ha avuto
origine dalla Verità. Tutta la Creazione torna ad unirsi alla Verità. Esiste un solo posto in cui la Verità non esista? Esiste solo la pura ed immacolata Verità. La Verità è l'inizio e la fine".

La Verità è non-scritturale - intendendo con questo che non ha niente a che fare con le Scritture.
La religione è piena di parole - è vocale, verbale e soggetta ad espressione. Trovate delle persone religiose che parlano molto bene della loro religione. Avete pastori, preti e monaci che parlano in modo molto forbito di religione, sulla base di ratifiche scritturali, citando profusamente i libri sacri, perché la religione è verbale, vocale e soggetta ad espressione.

Ma la Verità è silenziosa. La Verità è silenzio! È senza parole, senza parlare. È un vuoto. La Verità si sperimenta in uno stato di silenzio. La Verità è Sathya!
Sathya Sai Baba è la Verità!
Sathya Sai Baba non è una religione. Sathya Sai Baba è la Verità.
Sathya Sai Baba non può essere capito attraverso le Scritture. Sathya Sai Baba può venir sperimentato nel silenzio. Non si può parlare di Sathya Sai Baba. Sathya Sai Baba dev'essere sperimentato.
Sathya Sai Baba non può essere analizzato. Sathya Sai Baba dev'essere realizzato. Non si possono fare esperimenti su Sathya Sai Baba. Sathya Sai Baba dev'essere sperimentato. Quindi, c'è una grande differenza fra religione e
Verità.


SATHYA SAI E' VERITA'

Amici miei, coloro che parteciparono alla prima conferenza internazionale dell'Organizzazione 'Sathya Sai Seva' tenuta a Bombay, poterono ascoltare la dichiarazione di Bhagavan: "Sathya Sai non è una religione! Sathya Sai non è una setta! Sathya Sai non è un'ideologia! Sathya Sai è Verità!"
La Verità è eterna, immortale e non-religiosa. Non sto dicendo 'irreligiosa', che ha una connotazione negativa. Non-religiosa significa 'al di là' della religione, al di sopra dell'intelaiatura del dogma, del fanatismo e delle imitazioni. La
religione è ciò che può essere vocale, verbale, che può essere oggetto di esperienza. La Verità dev'essere realizzata nel silenzio, senza parole e senza linguaggio.

Inoltre, tutte le religioni promettono qualcosa. Se seguite la Sacra Bibbia, c'è il Cielo - il Paradiso è garantito. Se seguite le Scritture Indù, esse parlano di
Vaikunta, Kailasa, ed altri mondi meravigliosi. Se non seguite le Scritture, l'inferno vi attende!
Tutte le religioni parlano di qualcosa che deve arrivare, qualcosa che deve succedere. Stimolano la speranza. Fanno molte promesse. La religione è piena di speranza e promette qualcosa nel futuro.


DIVENTARE ED ESSERE

Il concetto del 'divenire' - State per diventare uomini di merito o di peccato? Siete 'peccatori' o 'santi'? Questa è la sfida posta dalle religioni. Ma la verità non dice questo. Non dovete diventare peccatori o santi. Potete diventare un santo più tardi. O un peccatore, come risultato delle vostre azioni.
Non preoccupiamoci del 'diventare'. La Verità è il nostro vero Essere.
Bhagavan ha detto più volte:
"Dio è al di là del peccato e del merito. Dio è al di là del bene e del male. Dio è non-duale."
La Verità è qualcosa 'al di là'. La Verità non è una promessa, no! È il nostro vero Essere, che è immutabile. L' 'Essere' è immutabile, mentre il 'diventare' è uno stato che cambia con il passare del tempo.

Un ragazzo, un adulto, un padre ed un nonno sono diversi stati del 'diventare'. Un bambino, uno studente, un capofamiglia, un recluso e un rinunciante sono stati del 'divenire.' Ma l' 'io' rimane lo stesso in tutte queste fasi. Da bambino, da adulto, da nonno: l''io' resta lo stesso. Se sono disoccupato o se lavoro, se sono un celibe, o un capofamiglia, o un rinunciante, l' 'io' o 'Essere' resta lo stesso.

La Verità è immutabile. È l'Essenza vera e propria del nostro Essere, mentre la religione è un 'diventare'.
'Diventate un uomo virtuoso, un uomo nobile, un santo, un uomo religioso. Venite! Seguite questo sentiero!' Questa è la religione. La Verità non dice dice questo. Voi siete GIÀ l'Essere. Siete immutabili! Questa è la Verità!


LA VERITA' E' UNA RICERCA

Religione: tutte le scritture religiose hanno molte, molte domande, a cui vengono date belle risposte. Potete leggere qualsiasi Scrittura: vi dicono tutte che dovete essere una persona dai sentimenti nobili, vi dicono come fare ad essere religiosi, come raggiungere il paradiso, come evitare l'inferno e come essere virtuosi.
Vi raccontano i Dieci Comandamenti o il sermone della montagna. La
Bhagavad Gita avrà qualcosa da dirvi. Le Scritture indù vi parleranno delle discipline individuali (yama) e sociali (niyama). Oh! Tante cose, tanti libri di cose da fare o da evitare; 'fate così, ma così no' - tante risposte, ah!
Fate qualsiasi domanda, ci sarà la risposta! A tutte le domande verrà risposto per bene. Questa è religione! Potete fare qualsiasi domanda e le Scritture avranno una risposta pronta per voi!
Ma la Verità non è una domanda. La Verità è una ricerca, mentre la religione è una domanda. Ogni domanda ha una risposta. Ogni domanda ha una risposta, ma la Verità è una ricerca, un'indagine. È una domanda senza risposta, perché la domanda è la risposta. Com'è possibile? Lo verremo a sapere fra poco, fra pochi istanti.

Nella Verità, la domanda è la risposta - la domanda non vi dà alcuna risposta; nella religione, invece, ci sono domande e risposte. La Verità dev'essere sperimentata con l' indagine, con l'autoindagine. Dovete indagare per arrivare a conoscere la Verità, per sperimentare la Verità, mentre nella religione potete chiedere qualsiasi cosa ed ottenere una risposta...


"CHI E' DIO?" e "CHI SONO IO"

La religione chiede: 'Chi è Dio?'. Sì! Potete chiedere a qualsiasi religione: "Chi è Dio?" Vi verrà risposto: "Si sieda. Quanto tempo può dedicarmi? Glielo spiegherò."
Tutte le religioni vi descriveranno Dio dettagliatamente, in modi diversi. Ogni libro ha la sua interpretazione, la sua spiegazione, narrazione, descrizione e comprensione della Divinità. Le Scritture sono state scritte, sono state composte, e sono tutte basate su chi le ha scritte e sulla sua devozione.
La Verità non parla di Dio. No! Mentre la religione 'dice' chi è Dio, la Verità esige che chiediate a voi stessi : "Chi sono?" Dimenticatevi Dio! Chi sono io? Questa è la Verità. E questa è la domanda.


SOLO E SOLITARIO

Nella religione c'è un senso di appartenenza. Gli indù sono una folla, così come lo sono i cristiani ed i buddisti. I gruppi religiosi e gli argomenti religiosi sono relativi alle folle.
Non può esistere una religione con una singola persona. Né può esserci alcun partito politico con una sola persona: è impossibile!
La religione sottintende una folla, un gruppo. Ma la Verità è un viaggio che facciamo da soli.
Siamo dei 'solitari' sul sentiero della Verità. Non siamo mai una folla sul sentiero della Verità.
Siamo solitari. Dobbiamo fare un'autoindagine sul Sé da soli, non con la folla. Siamo una folla nella religione, ma siamo soli sul sentiero della verità.

Sebbene sembri uno scherzo, dietro ciò che segue c'è una profonda verità. Recentemente, Bhagavan ha chiamato un ragazzo e gli ha detto: "Ti sei candidato per un lavoro.
Non lo avrai."
Il ragazzo ha risposto: "Capisco! Ma perché?"
Bhagavan ha risposto: "Non hai compilato tu il questionario di richiesta del lavoro. L'ha fatto tua madre. Dato che è stata lei a compilarlo, tu non avrai il lavoro."
Il ragazzo si è appena laureato in ingegneria e studia per l'MBA.
Nonostante ciò, Swami gli ha detto che non avrà il lavoro.

Inoltre, Bhagavan ha aggiunto: "Tua madre non può mangiare al posto tuo. Non può prendere le medicine al tuo posto. Se hai fame, devi essere tu a mangiare. Se hai sete, bevi un bicchiere pieno d'acqua. Non puoi chiedere a nessuno di fare le cose per te."
Non importa chi è di turno. Ognuno nelle sue cose deve cavarsela da solo. Allo stesso modo, ciascuno dei nostri sentieri in direzione di Dio è un sentiero di
solitudine.

Desidero attirare la vostra attenzione su un punto importante; quando ho detto che siamo dei 'solitari' sul sentiero della Verità, che siamo 'soli', ho inteso dirlo in senso positivo. C'è una altro aspetto della parola, che è 'sentirsi soli'.
"Come stai?"
"Mi sento solo."
Questo non è spirituale. Sentirsi soli è negativo. Essere soli per scelta è positivo. Sentirsi soli sembra una punizione, una penitenza, un' imposizione. Essere dei 'solitari', soli di propria volontà, è una preferenza, è una scelta!
Essere 'soli' è una scelta, mentre 'sentirsi soli' è la conseguenza di qualcosa che vi viene imposto. Quando non sapete come comunicare con gli altri, quando non sapete che cosa fare se vi trovate in compagnia di altri, e nessuno accetta la vostra compagnia, vi sentite soli. Sebbene vogliate compagnia, vi trovate, vostro malgrado, soli. Ma essere solitari non è una penitenza. I Rishi, gli antichi Saggi ed i Santi hanno vissuto una vita intera nella foresta. Perché? Perché
'volevano' condurre una vita solitaria. Non si 'sentivano' soli.

Eccovi un semplice esempio: una signora completamente angosciata, che
aveva perso tutto e tutta la famiglia, venne da Bhagavan e disse: "Swami, mi sento sola. Non ho più voglia di vivere. Non so come potrò vivere il resto della mia vita." Bhagavan le rispose: "Come puoi dire una cosa del genere? Io sono in te. Non devi mai sentirti sola, Io sono in te! Se vivrai la tua vita nella solitudine Mi conoscerai!"
Quindi, non dobbiamo sentirci soli: per conoscere Lui, la solitudine la dobbiamo cercare. È qualcosa da cercare, da preferire, da scegliere. Poi potremo
riflettere, ponderare, e volgerci all'interno di noi stessi per compiere un'autoindagine.

La religione è una folla, mentre la Verità è stare soli. Nella folla ci sentiamo al sicuro. "Ci sono tanti devoti Sai che vengono a casa mia." Oh-ho! Se vi troverete in una situazione di bisogno non verrà nessuno. (Risate) Sì! Quindi, anche se ci sentiamo bene nella folla, dobbiamo ricordarci che nessuno verrà in nostro aiuto se ci troveremo davvero in una situazione di bisogno.


I NOSTRI CUORI NON SONO VUOTI

Questa è una Verità fondamentale. Ecco che cosa succede: se sono solo, non mi succederà nulla perché sono vuoto. Se sono veramente solo e mi volgo all'interno ad occhi chiusi, che cosa troverò in me stesso? Non c'è una seconda persona, non c'è un'autorità, né una posizione, nessuno studioso e nessun amico. Quando sono solo sono soltanto 'vuoto'. In quello di stato di vuoto sperimento Dio.
Quando tutta la cosa è vuota, la tazza del cuore umano è piena di Divinità. La Divinità riempie il cuore che è vuoto!

Ma i nostri cuori non sono vuoti, i nostri cuori sono pieni di gelosia, invidia, orgoglio, confronti, competizioni, mete sconosciute; sono pieni di agonia e di
angoscia. Perché? Non lo sappiamo. Siamo anche molto seri. Il cuore pieno di cose indesiderate non potrà mai sperimentare la Divinità - non potrà mai conoscere la Verità. Può essere religioso, ma non può seguire il sentiero della Verità. La Verità richiede il vuoto, il vuoto totale, così che Dio possa trovarvi un posto in cui installarsi. Allora Dio converserà con noi.


"FIGLIO MIO, VOLEVO PARLARE CON TE"

Tempo fa, lessi in un libro: "Figlio mio, volevo parlare con te. In quel momento ti stavi appena alzando da letto. Volevo parlarti, ma tu, figlio mio, ti sei alzato
senza pregarMi. Ti sei alzato ed hai cominciato ad urlare contro tua moglie perché non ti aveva portato il caffé caldo a letto.
Si! Ti sei alzato pieno di ansia e disgusto. Non hai mai pensato a Me.
Figlio mio, ho perso l'opportunità di parlarTi."

"Poi, ti ho osservato, figliolo. Che cosa hai fatto? Ti sei lavato i
denti ed hai fatto il bagno.
Ero sicuro che avresti pensato a Me. Aspettavo! Ma no, non l'hai fatto.
Invece, hai letto il giornale, hai guardato la televisione e poi sei andato a fare
colazione. Ho aspettato, ma tu, figlio mio, non hai mai pensato a Me."

"Allora ho pensato che mentre ti preparavi per andare in ufficio mi avresti dato la possibilitá di parlarti, figlio mio. No! Eri così occupato a pulirti le scarpe e a
scegliere un bell'abito da indossare in ufficio... Con la tua valigetta sei corso in macchina ed hai cominciato a gridare.
Mentre guidavi, credevo che avresti pensato a Me! E invece no! In macchina hai ascoltato canzonette e hai guidato velocissimo per non far tardi. Non hai mai pensato a Me.
Io ti seguivo, figlio mio."

"Sei arrivato in ufficio, sì, tu sei il direttore. Eri là nella tua poltrona girevole, nella stanza con l'aria condizionata e stavi per cominciare a lavorare. Credevo che avresti pensato a Me, figlio mio. No! Hai cominciato ad impartire ordini a destra e a manca, chiedendo alle segretarie ed agli impiegati di portare i documenti del giorno prima. Volevi programmare il da farsi. Eri così occupato con i tuoi itinerari, i tuoi orari, le tue priorità etc., che non Mi hai dato la
possibilità di parlarti. Allora ho pensato di non disturbarti."

"Poi è arrivata l'ora del pranzo ed ho pensato che tu avresti detto qualche preghiera:
'Brahmarpanam'. No! Cercavi la compagnia di un altro uomo d'affari, volevi un pranzo d'affari.
Pensavi solo agli affari. Io ti aspettavo pazientemente, figlio mio!"

"Alla sera, sei tornato a casa. Ho pensato che tu fossi stanco, così non ti ho disturbato. Quando sei arrivato a casa hai preso un caffé ed hai fatto uno spuntino. Ho pensato che ora stavi bene, ed avrei potuto parlarti. Ma tu hai trascorso tutto il tempo con tua moglie, i tuoi bambini e gli amici. Hai fatto molti scherzi, pensando a come era andata bene in ufficio, a come riesci bene a
dirigere gli altri, a dominarli, e al tuo successo negli affari. Sì!
Sei andato avanti lodandoti a questo modo. Ho pensato che in questo sei come un bambino piccolo."

"Poi è venuta l'ora di cena. Ho pensato che tu fossi libero finalmente, ma ti sei messo a guardare la TV, poi hai cenato, e non Mi hai dedicato un istante del tuo tempo.
Quando è venuta la notte e ti sei ritirato, ti sei sdraiato sul letto, preparandoti a dormire. Ho pensato che avresti detto qualche preghiera. No! Eri molto stanco, ti sei addormentato subito ed hai cominciato a russare.
Sono stato con te tutta la giornata, dal momento in cui ti sei svegliato fino a quando ti sei addormentato alla sera, ti ho aspettato tutto il tempo. Ti volevo dare un' 'interview', ma tu non Mi avevi nella tua visione interna. Io ti ho comunque aspettato, tutto il tempo!"

Questa è una cosa molto importante da sapere: è solo nella solitudine
(nell'essere soli) e nel vuoto (la mente senza pensieri) che possiamo sperimentare Dio. Con tutti i nostri hobby, professioni, provocazioni, priorità e la nostra agenda piena d'impegni, che ci occupano la testa ed il cuore, non abbiamo tempo di pensare a Dio. Non abbiamo tempo per mantenere un appuntamento con Dio, neppure per un istante, Ecco perché è assolutamente necessario svuotarsi!

Una volta Bhagavan ha fatto questo esempio: "Quando il bicchiere è pieno d'acqua, come potete riempirlo di latte? Non è possibile! Se non lo svuotate dell'acqua, se non lo svuotate, non riuscirete a riempirlo di latte!" Quindi, a meno che non svuotiamo noi stessi, non è possibile riempire la tazza del cuore umano con la Divinità. [Lo svuotamento] è una cosa assolutamente necessaria.

Una volta dissi: "Bhagavan, c'è un VIP che Ti sta aspettando." Ecco che cosa dissi.
Swami rispose: "Lascialo aspettare finché non si dimentica di essere un VIP." Se così posso dire, la sua testa era piena di 'VIP-paggine'. È uno stupido VIP, essendo egli stesso uno stupido in partenza. Dobbiamo svuotarci completamente, perché Dio è sempre pronto ad occupare il trono del nostro cuore.


LA RELIGIONE E' PIENA DI RIVOLUZIONARI

La religione è piena di rivoluzionari. Un gruppo lotta contro un altro gruppo. Possono essere della stessa religione, sì! Nella filosofia indù abbiamo due gruppi - i Vaishnavaiti, che adorano il Signore Vishnu, e gli Shaiviti, che adorano il Signore Shiva. La differenza fra di loro è che l'uno crede 'nel farsi delle linee verticali', sulla testa, e l'altro 'nel farsi sulla testa delle linee orizzontali.' (Risate, perché Anil Kumar si traccia delle linee immaginarie sulla testa) E persino
nelle linee verticali, i Vaishnavaiti si sono divisi in diversi gruppi, a seconda che le vogliano avere ad U o a V. (Risate)
Quindi, ogni religione ha le sue denominazioni, i suoi gruppi o sottogruppi. In genere un gruppo cerca di dominarne un altro; un gruppo cerca sempre di far sparire un altro gruppo. Ciascun gruppo è pieno di rivoluzioni e di rivoluzionari.

La Verità non vi permetterà mai di essere dei rivoluzionari. Invece, vi renderà dei ribelli. Un uomo di verità è un ribelle! Un uomo di religione è un rivoluzionario.
Che cosa si intende con 'rivoluzionario', e cosa, invece, con 'ribelle'? Sebbene molti pensino che le due parole abbiano lo stesso significato, c'è una differenza. Un uomo ribelle si ribella contro se stesso. Non combatte contro nessuno. Si ribella. Perché lo fa? Lo fa per la sua propria trasformazione! Un uomo ribelle persegue la sua propria trasformazione, mentre un uomo rivoluzionario cerca di apportare dei cambiamenti nell'ordine sociale. Come uno zelota. I rivoluzionari vogliono che la Società cambi.
Prendono la responsabilità su di sé, mentre un uomo ribelle vuole cambiare se stesso.
Cristo era un ribelle. Maometto pure. Buddha era un ribelle, che combatté contro l'ordine esistente a quei tempi. Perciò, un uomo di Verità è un ribelle che persegue la sua trasformazione personale ed individuale, mentre un uomo di religione è un rivoluzionario che vuole sempre coinvolgervi in una rivoluzione.


LA RELIGIONE E' PIENA DI ORGANIZZAZIONE ED ISTITUZIONALISMO

Poi: la religione è piena di organizzazione ed istituzionalismo. La religione crede
nell'organizzazione. La religione corre dietro all'istituzionalizzazione. Ogni organizzazione ha la sua propria disciplina. Ogni istituzione ha il suo proprio codice.
Non vi permette di essere liberi - dovete solo seguire i principi organizzativi. L'organizzazione diventa fine a se stessa.
Un'organizzazione o un'istituzione dovrebbero essere dei mezzi per raggiungere un fine, ma non sono il fine stesso. Ma l'organizzazione vi rende così occupati ed assorbiti in essa che dimenticate il vero scopo dell'organizzazione.
Perché vi siete iscritti all'organizzazione? Con quale scopo? Facendone parte, potete persino perdere la pace. Facendone parte, potete persino fomentare ostilità, odio. Cerchiamo di capire che le organizzazioni religiose sono solo un mezzo per raggiungere qualcosa, non lo scopo esse stesse.

Eccovi un semplice esempio: supponete che io mi trovi una spina nella mano. Che cosa devo fare per rimuovere quella spina? Devo prendere una seconda spina per estrarre la prima. E dopo che ho rimosso entrambe, che cosa me ne faccio? Le getto via. Non me le metto in tasca, giusto? No!
Quindi: una spina elimina l'altra, poi entrambe vengono gettate via.
Giusto?
Allo stesso modo, 'una spina nella nostra vita' può essere un problema che noi abbiamo. Un'altra spina è un'organizzazione. Dopo qualche tempo, entrambe devono essere gettate via. Una volta che vi identificate con l'organizzazione, voi pensate all'organico, alle cariche, ai dirigenti, al presidente etc. Un'altra gerarchia! I nomi sono diversi, ma la mentalità è la stessa. Ma che cosa succede quando un frutto di tamarindo matura? La copertura esteriore cade automaticamente, viene via naturalmente, al maturare del frutto.

Allo stesso modo, nel momento in cui noi realizziamo gli obiettivi dell'organizzazione, lo scopo dell'istituzione, l'organizzazione stessa cade e c'è liberazione e rinuncia all'azione. La rinuncia all'azione è un processo automatico. Non è un processo che può essere forzato. No! Succede automaticamente. Quando seguiamo il sentiero dell'azione, il karma yoga, quando entriamo nello stato di beatitudine, esso 'cade' naturalmente. È come un serpente che lascia cedere la pelle periodicamente. Questo è ciò che si chiama 'rinuncia all'azione'. È possibile che succeda.

Quindi il processo di organizzazione ci illude, ci conduce a degli scopi falsi, a dei falsi ideali di un'altra gerarchia, ad un processo di costruzione di un organico
fondato sulle cariche. La Verità è qualcosa che ha a che fare con il nostro Sé. Non abbiamo bisogno del permesso di un presidente per seguire il sentiero della Veritá. In un'organizzazione, abbiamo bisogno dell'approvazione del presidente. Per il sentiero della Verità non c'è bisogno di niente del genere. Le organizzazioni religiose richiedono che noi ci associamo ad esse. Alcune richiedono anche dei contributi economici.


UN REQUISITO: LA CAPACITA' DI RICEVERE LA LUCE

Sul sentiero della Verità c'è un unico requisito: la capacità di ricevere la Luce. Per essere in grado di riceverla, si deve stare all'erta, dobbiamo essere svegli,
consapevoli e vigili. Dobbiamo essere capaci di ricevere l'Amore. Dobbiamo riuscire a contenere quel voltaggio, quella intensità.
L'amplificatore non si deve bruciare per l'incapacità di contenerlo.
Dobbiamo evolverci sempre di più per riuscire a ricevere quella potente intensità luminosa.

Eccovi un semplice esempio: un devoto ha chiesto a Bhagavan Baba:
"Swami, sei Shirdi Baba?"
Bhagavan ha risposto: "Sì!"
"Ti voglio vedere come Shirdi Baba!"
"Oh, capisco, non ti basta vedere Me?"
"No, voglio vedere Shirdi!", insistette.
Bhagavan rispose: "Non avere fretta. Non essere così esigente."

Ma quell'uomo insistette per avere l'esperienza di vedere Shirdi Baba in Sathya Sai Baba. Questo signore era Bapatla Hanumanta Rao, un uomo famoso per aver scritto dodici volumi su Shirdi Sai.
Questo successe a Bangalore, Whitefield, una volta in cui Bhagavan si trovava là. Bapatla insistette di vedere Shirdi Sai in Baba.
Disse: "Bhagavan, non ci crederò fino a quando non me lo farai sperimentare." Che fare? Dopo dieci minuti, che cosa successe a Bapatla? Si trovò con la testa appoggiata al grembo di Baba. Era svenuto alla vista dello splendore radiante e della magnificenza dell'elevatissima intensità luminosa derivante dalla visione di Shirdi Baba, che Baba gli aveva concesso. Bhagavan lo fece rinvenire e gli offrì una tazza di caffé.
Quando vogliamo vedere il Divino, e pensiamo: "Swami, forse sei solo un uomo dopo tutto: fammi sperimentare la Tua Divinità", dobbiamo innanzitutto chiedere a noi stessi: "Ma sono qualificato?
Posso vedere quella Luce? Posso sopportarNe la vista?"


DIECI MILIONI DI SOLI

Eccovi un semplice esempio: si tratta di un episodio accaduto nella vita di Ramana Maharshi, il saggio di Tiruvannamalai. La maggior parte di voi ne avrà certamente sentito parlare. Sì! Gli fu chiesto: "Bhagavan! Si dice che Dio abbia lo splendore e la luminosità di una crora (dieci milioni; N.d.T.) di soli. Voglio vedere questa cosa!" (Risate) Ma sentite! Che follia! È come un bambino che dica: "Voglio essere un pilota!" Che cosa poteva fare?
Swami restò in silenzio.
Quest'uomo continuò: "Voglio vedere Dio nella Sua luminosità di una crora di soli!"

Ramana Maharshi, che era l'impersonificazione della saggezza e della compassione, portò quest'uomo ad un lago vicino. Era mezzogiorno. Tiruvannamalai è un posto caldissimo, molto, molto, molto caldo a mezzogiorno.
Ramana lo portò con Sé e gli chiese di guardare dritto verso il lago. A causa del riflesso del sole, che splendeva in tutta la sua potenza, l'uomo non riuscì a
guardare il lago, da quanto il riflesso era abbagliante. Allora Ramana Maharshi sorrise e disse: "Se non riesci a guardare un riflesso del sole nell'acqua, potresti guardare Lui direttamente?
Dimenticati una crora di soli, dimenticateli. Come potresti guardarli?"

Quest'uomo chiese: "Swami, se l'occhio fisico non può vedere così tanta luce, come si è arrivati a poter dire che lo splendore di Dio equivale a quello? Se non posso vedere neanche un sole, come puoi dire che Lui ha l'intensità di una crora di soli?"
Ramana Maharshi rispose: "Vedi, una volta che sperimenti il tuo Sé, una volta che sperimenti l'Atma, la Coscienza dentro di te, perché solo una crora? Puoi
certamente vedere anche cento crore di soli! Lo stesso Sé ha la più alta intensità luminosa, l'Energia Cosmica. Ma vedrai quella Luce non mediante l'occhio fisico nudo, ma con l'occhio interiore. Una volta che l'occhio della
Saggezza, il Terzo Occhio, sperimenta il Sé, lo Spirito della Coscienza, bene, Esso ammonta all'intensità luminosa di migliaia di crore di soli - è l' 'Atma
Jyothi'. La Luce del Sé, la Luce dello Spirito, è un faro. è la Luce delle Luci!"

Ecco perché in tutte le religioni, in tutte le festività ed in ogni attività iniziamo accendendo una lampada. La lampada esteriore è il simbolo della lampada interiore, della Luce interiore. È la Luce interiore che fa sì che gli occhi vedano. Senza la Luce interiore, la luce esterna è inutile.
"C'è una Luce in me, per questo posso vedere la Luce esterna. La Luce in me è la Luce interiore."
Quella è la Luce dello Spirito, la Luce del Sé. Si deve avere la capacità di ricevere quella Luce.
In una organizzazione, potete star bene anche senza luce . Ma alla fine le cose diventeranno pesanti. La vera beatitudine però proviene dal godimento della Luce del Sé.


LA VERITA' E' PIENA DI LUCE

Nella religione, cito e recito delle poesie; cito versi dalle Scritture per affermarmi come oratore, per convincere il mio pubblico. I discorsi richiedono citazioni, versi e poesie: questa è religione. Ma tutto ciò che viene citato, recitato, imparato a memoria, è tutta conoscenza presa a prestito. Recito una poesia, scritta da qualcun altro, non da me. Cito un libro, ancora informazione presa a prestito - non una mia esperienza. Quindi la religione non è altro che un'informazione presa a prestito, un'informazione di seconda mano, conoscenza morta. Tutta quella vecchia conoscenza è il passato. È morto e sepolto. Ma la Verità è viva. La Verità è viva! La Verità è la Vita! Ecco perché la sacra Bibbia dice: "Conoscerai la verità e la Verità ti libererà."
'Asato Maa Sad Gamaya!' La Verità è eterna! La Verità è piena di vita!
La Verità non appartiene al passato, La Verità non ha niente a che vedere col futuro! La Verità è qui ed ora! La Verità è qui ed ora, tutto qui. Non è il passato; non può essere il futuro. La Verità è eterna. È viva ed è diretta. Non vuole mai che voi tiriate conclusioni o che arriviate a qualcosa. Non è un'equazione, non è una derivazione - è diretta!

La religione porta il suo messaggio in modo indiretto. La religione non è autentica, perché ciascuno interpreta secondo i propri capricci, le proprie fantasie ed inclinazioni e con i propri livelli di comprensione. Nel fare questo, la religione diventa non-autentica. Mentre la Verità a cui siete giunti 'voi', la Verità che avete sperimentato, la Verità che siete arrivati a conoscere personalmente, è autentica. La Verità è autentica! La religione è un'invenzione: l'ha inventata la gente, l'ha inventata l'uomo. Invece la Verità è una scoperta!
Scoperta: che cosa è una scoperta? La scoperta riguarda ciò che già esiste, che è già presente.
Così è per la Verità: voi siete 'già' l'incarnazione della Verità. La vostra esperienza di Essa è l' 'Arte della scoperta del Sé'. È una questione di rivelazione del Sé.
La scoperta del Sé è la Verità. L'invenzione è la religione. La religione, che è
un'invenzione, con il trascorrere del tempo diventa convenzionale. Diventa oggetto di routine man mano che i giorni passano.


COME FARE PER SVUOTARE ME STESSO?

Allora, qual è il modo? Se ho capito bene, [devo svuotare me stesso] è così? Sì, è così! In quale senso la Verità è diversa dalla religione? In quale modo? Ecco come: la Verità esige che noi sappiamo che Dio non è un essere. Tutti vogliono essere vicini a Swami.
Molti dicono: "Io sono molto vicino a Swami". Questa non è altro che stupidità - ignoranza massiccia e totale. Dio non è una persona! Dio è un fenomeno! Sì! Non è un essere. E potete sperimentare questo fenomeno svuotando voi stessi.

Come posso svuotare me stesso? Devo dimenticare la mia autorità. Devo
dimenticare la mia posizione, i miei titoli di studio, devo dimenticare tutto ciò che cerco di essere. Devo dimenticare che cosa sto cercando di sembrare agli occhi degli altri e tutto ciò che ho sviluppato negli anni - le qualifiche, le posizioni e l'influenza. Tutto questo dev'essere svuotato. Questo significa 'morte'!

Amici miei, Cristo è stato crocifisso. Il terzo giorno, Cristo si alzò e tornò alla vita. Questo è ciò che si chiama 'resurrezione'. Nella cristianità questi due aspetti sono importanti - la crocifissione e la resurrezione. Cristo fu crocifisso sulla croce ed il terzo giorno resuscitò! La maggior parte dei cristiani lo sanno. Ma che cosa significa 'crocifissione'? Da un punto di vista spirituale, 'crocifissione' significa svuotare se stessi: "Io non sono niente. Dopo tutto io non sono nulla. Potete pensare di me come di 'qualcuno', potete attribuirmi
qualcosa, ma io non sono nulla. Questa è cancellazione, rinuncia. Questo vuoto è morte.

Supponete che un presidente di un centro Sai vada in qualche posto ed un Seva Dal lo fermi. Che cosa succederà?
"Come? Sei nuovo qui? Non sai che io sono il Presidente?"
"Mi scusi, ma Lei non è il Presidente dell'India, che è conosciuto da tutti!"
Qui non siamo niente. Siamo tutti uguali agli occhi di Dio. Se dite che un'altra persona non vi conosce, è come dire che non siete nessuno. Se siete qualcuno la gente vi conoscerà. Se cercate di presentarvi, vuol solo dire che siete una nullità. Si! Sentire che non siete nessuno, che non avete a che fare con nessuno, be', è quasi morte. È quasi una crocifissione.
La gente mi rispetta per molte ragioni, mi rispetta e mi riconosce per molte ragioni. Se dico di non essere nessuno, è la morte. È molto difficile da sopportare. Questa è crocifissione...
Cristo sulla Croce. La crocifissione è la cancellazione di se stessi. È il vuoto...
Risurrezione... resuscitò da morte.
Questo significa la realizzazione della Verità. Realizzare la Verità è la resurrezione di Cristo.
Perché? Il Suo cuore era pieno di Verità! Il Suo cuore era pieno del Divino. Ecco, questa è la verità, la resurrezione.


NATO DI NUOVO

C'è una parola in sanscrito, 'dvija', che significa 'nato due volte'.
Come posso rinascere se non muoio? Eppure le scritture dicono che si può rinascere in questa vita.
Com'è possibile? Se muoio al passato, nasco nel presente - questa è una seconda vita. Ecco perché la Sacra Bibbia dice: "A meno che l'uomo non rinasca, non può entrare nel Regno dei Cieli." Come possiamo rinascere? Significa che dobbiamo svuotarci. La morte (dell'ego), la cancellazione di se
stessi, l'essere niente - è da questo che si risorge. Rinasciamo nella Divinità, sperimentando l'estasi e la beatitudine spirituale... così vien detto!

William Blake definì Dio a questo modo: "Chi è Dio? Tutto è Dio." Ed ancora: "Dio è solo un nome per tutto." Questa è la Forma Cosmica: 'Viswa Virat Swarupa': tutto è la Divinità!
Dio non è una meta. Qualcuno ha detto: "La meta della mia vita è raggiungere Dio." Ehi! Dio non è in una terra straniera. Non 'andate verso' Dio. No, no! Dio non è un desiderio! Dio è la Realtà!
Voi 'siete' Dio! Non è una meta lontana. Non è un' ambizione! Non è un desiderio. Voi siete una scintilla della Divinità. La Sacra Bibbia dice: "Il regno dei cieli è dentro di voi!" Voi siete Divini! 'Mrtyormaa Amritam Gamaya' significa: 'dalla morte all'immortalità'. Che frase meravigliosa! La ripetiamo come dei pappagalli. Ma se andiamo a fondo, godremo dello spirito e del significato di essa. Dalla morte all'immortalità, dalla crocifissione all'incoronazione, alla
resurrezione - ecco il significato di 'dvija', nato due volte.

È una rivelazione... Dio è una rivelazione! Voi siete Divini e finora non lo sapevate. È una rivelazione... Dio è una rivelazione! Voi siete Divini e fino ad ora non lo sapevate. Ora Lui vi rivelerà che Lui e voi siete Uno e lo stesso - Aham Brahmasmi, Thath Thwam As - 'Tu sei Quello'! È una rivelazione! Io penso: 'Tu sei polvere.' No, no! 'Tu sei Quello', non 'Tu sei polvere'. È una
rivelazione sapere che sono Divino. È gioia ed estasi!
Come dice Bhagavan: 'Voi siete la Luce - la Luce è in voi. Voi siete nella Luce e voi siete la Luce.". Questo è non-dualismo. Voi siete l'intero, non una parte. Siete l'intero, non più una goccia nell'oceano. Una volta che sapete di essere l'intero, siete santi. Siete l'intero e siete santi!
Possa Bhagavan garantirvi questo tipo di sentiero, così che non avremo più bisogno di chiederci 'È così?'- Perché 'è così', è così! Dobbiamo essere ricercatori della Verità, non gente di religione.
Questo dev'essere l'approccio che dobbiamo avere - per capire -.


LA DIVINA MELODIA

Siamo vicini a Krishnashtami. Capisco che Krishnashtami cade il 31, questo sabato. Il Signore Krishna, che suonava il flauto, faceva finta di dormire, ma Dio non dorme mai. Faceva solo finta.
Dio è un attore eccellente. Faceva finta di dormire, col flauto al suo fianco. Molti vennero e dissero: "Oh, flauto, beato te! Sei sempre sulle Sue labbra Divine. Dio soffia l'aria in te e noi ascoltiamo la melodia, la musica Divina. Come sei fortunato!"
Il flauto rispose: "Guardate qui, guardate qui! Non siate gelosi di me!
Non siate invidiosi di me!
Non mi lodate. Per favore, guardatemi - ho nove buchi, proprio quanti voi ne avete nel vostro corpo. Dentro, io sono cavo, vuoto; mentre voi siete pieni di orgoglio, avarizia, ego e chi più ne ha più ne metta. Svuotatevi, e sarete come un flauto, solo allora il Divino Krishna potrà soffiare il Suo respiro nel corpo umano dai nove buchi, e potrete ascoltare la Canzone Celestiale, le melodia e la musica di Dio stesso."

Questa è la quintessenza di Krishnashtami. Krishna sta per il desiderio individuale per il Divino.
Krishna è Dio. 'Trishna' significa 'desiderio'. La Verità è desiderio.
Ma se avete 'trishna', o desiderio, a che cosa vi serve? Per Krishna - Dio... sì, questa è la Realtà Ultima! Sentiamo di così tante donne analfabete, le 'gopi', che cercavano Krishna. Questo significa soltanto che a Dio non interessano i nostri titoli accademici. Dio vuole un cuore morbido, tenero, delicato, recettivo, sensibile e attento. Dio vuole il cuore di una gopi, come quello di una pastorella, la donna innocente che cantava costantemente la Gloria di Krishna. Esse simboleggiano il cuore umano, tenero ed amorevole.

Krishna cercava sempre il burro. L'uomo moderno potrebbe avere dei dubbi su questo, e pensare:
"Krishna avrebbe dovuto gestire una fattoria dove si producessero latticini!" Non è così! Il burro sta per il cuore umano. Oggi il cuore dell'uomo è così duro. Il nostro cuore può non rispondere, può non sciogliersi davanti all'agonia, alla miseria ed alle sofferenze dei nostri fratelli. No!
Quando il cuore si scioglie, quando il cuore risponde, è buono come il burro che Dio cerca.


IN COMPAGNIA DELLE DONNE

Krishna era in compagnia di 16.000 pastorelle (Gopi). Alcuni possono fraintendere. 'Donna' non ha meramente il significato di 'femminile'. 'Donna' qui significa delicatezza e tenerezza. Se raccontate qualcosa di difficile ad una donna, comincerà a piangere.
Nessun uomo risponderebbe con tale prontezza: gli uomini sono duri. Per via della loro durezza, non rispondono immediatamente, mentre il cuore di una donna è come il tenero fiore della rosa. I petali sono molto delicati. Dio, Krishna, si è mosso fra le 'donne' - cioè fra la gente dal cuore tenero e morbido come i petali di una rosa.

La gente dice che Krishna era in compagnia di 16.000 donne. Chi erano?
Bhagavan ha detto: "Ecco qui un fiore di loto (Anil Kumar indica la cima della propria testa), il sahasrara. Esso ha 1.000 petali. Ogni petalo ha sedici sfumature: 16 per 1000 uguale 16.000."
Anche io e voi siamo in mezzo a 16.000 donne, non solo Krishna! Ci sono sette chakra nel corpo umano.
Il chakra alla radice è il muladhara ed il chakra in cima alla testa è il sahasrara - ci sono 16.000 sfumature per il loto dai mille petali, che si trova in cima alla testa. Sfortunatamente la gente non capisce questo genere di cose.

Krishna aveva otto mogli. Oh, capisco! Chi erano? Bhagavan ha menzionato a questo riguardo il loto dagli otto petali. Hrudaya kamala - il cuore umano è un loto con otto petali. Anche voi ed io abbiamo otto mogli - otto petali.

La vita di Krishna era una vita di bellezza, una vita di beatitudine.
Troviamo Krishna che canta sul campo di battaglia. Si può cantare sul campo di battaglia? Se devo andare in ospedale per un controllo della salute, posso ridere? Impossibile! Che cosa dirà il dottore? C'è tensione. Un semplice controllo della salute mi fa diventare serio. Perché Dio cantò sul campo di battaglia - la
Bhagavad Gita, la 'canzone celestiale'?
Dio trascende il campo di battaglia, rudra bhoomi, così come le rive del fiume Yamuna, bhaktra bhoomi. In compagnia di così tanta gente, Lui cantava. Sia che si tratti del campo di battaglia o delle rive di un fiume, Dio è al di là. A modo nostro dobbiamo essere tutti come Krishna.
Trascendendo la dualità, cantiamo la canzone celestiale, che è la quintessenza di Krishna.

Che Bhagavan vi benedica!

Tante grazie! Sai Ram!