Satsang

Amministrazione della salute (parte prima)

4 agosto 2002

Cari fratelli e sorelle!
L'argomento di questa mattina è l' 'amministrazione della salute'. La scorsa settimana abbiamo discusso l'argomento 'amministrazione del respiro'. 'Amministrazione' sembra essere una parola chiave di quest'era moderna. Dobbiamo amministrare la vita in generale e ci sono diversi componenti. È in questo contesto che desidero attirare la vostra attenzione sull' 'amministrazione
della salute'. Per rendere piena giustizia a questo argomento, potrò aver bisogno anche della prossima domenica. Ma per coloro ai quali non sarà possibile esser presenti anche la prossima settimana, darò una spiegazione sotto forma di tabella, che fornirà una visione generale dell'argomento.

Nell'amministrazione della salute gli aspetti da considerare sono tre.
Cercherò di dare una spiegazione schematica dell'argomento, perciò lo dividerò in tre parti.
Il primo è: 'Cibo ed abitudini alimentari';
il secondo è: 'Benessere fisico e vita disciplinata';
ed il terzo ed ultimo è: 'La sensazione di star bene'.

Questi tre aspetti fanno parte dell' amministrazione della salute.
Tutte queste informazioni, che vi vengono oggi trasmesse, sono assolutamente in accordo ed in tono con il messaggio di Sai e con i Suoi insegnamenti. Sono sicuro che vi saranno di immenso aiuto.


CIBO, TESTA e DIO

'Cibo ed abitudini alimentari': quali sono le cose che dobbiamo sapere?
Bhagavan ha detto: 'Come è il cibo, così è la testa. Come è la testa, così è Dio'.
Cibo, testa e Dio - tutt'e tre vanno in ordine sequenziale. Il cibo è la base. Il cibo è il primo passo per costituire la mente. La mente ci aiuta a pensare e a
comprendere - ed a sperimentare Dio.
Così Bhagavan ha detto: 'Cibo, testa e Dio' - questi tre passi.
Parliamo di alcuni punti che riguardano il titolo: 'Cibo ed abitudini alimentari'.
Il cibo per il corpo - in genere pensiamo che il cibo sia tutto ciò che mangiamo. Ma Bhagavan lo spiega in modo più ampio. Quello che mangiamo è cibo per il corpo. I nostri pensieri sono cibo per la mente perché la mente non è altro che un fascio di pensieri.

'Pensieri e contro-pensieri costituiscono la mente'

Ricapitolazione, memoria - quella è la mente. Cioè, il pensiero è il cibo della mente.
I sensi di percezione - abbiamo cinque sensi cognitivi. Il suono è il cibo dell'orecchio. Il tocco è il cibo della pelle. La forma è il cibo dell'occhio. L'odore è il cibo del naso. I cinque sensi traggono il nutrimento in vari modi dal mondo che ci circonda.

Non si tratta solo del cibo ingerito tramite la bocca. Il pensiero, il senso del tocco, dell'odore, del suono, della forma - sono tutti 'cibo'. Ecco perché
Bhagavan dice sempre: "Siate buoni, vedete il bene. Fate il bene". È tutto 'cibo'.

Tutto ciò che udite, se ascoltate delle cose buone - il vostro ascolto, il vostro udire sono cibo per le orecchie. Oltre al senso del gusto, il parlare bene, il parlare dolcemente e a bassa voce, il parlare gentilmente, sono cibo per la lingua. Tutto ciò che vediamo di buono - la natura possente e meravigliosa, la grandezza della natura, le galassie, le piante, i panorami - essi sono cibo per gli occhi. Buoni pensieri - i pensieri di Dio, i pensieri della Divinità - quello è ciò che costituisce cibo buono per la mente. Intendo cibo regolato, cibo appropriato.
Il buon ascolto, i buoni pensieri, la buona visione, le scene buone, le buone azioni - tutte queste cose sono alimenti, sono 'cibo'. Tutto dev'essere regolato. Tutte queste cose vanno sotto il titolo: 'Cibo ed abitudini alimentari'.

Noi limitiamo il 'buon cibo' al cibo che ingeriamo per bocca. La gente sta attenta alle calorie che assume. "Sono proteine? Quanti amidi?" Mangiano, e poi corrono alla bilancia! Vogliono sapere. Be', questo non basta. Noi mangiamo costantemente diversi tipi di cibi, e non solo quello che ingeriamo per bocca. Questa è una cosa che dobbiamo assolutamente capire.


DISCRIMINAZIONE INDIVIDUALE E FONDAMENTALE

L'intelletto ha bisogno di cibo. Di quale tipo di cibo necessita l'intelletto? Ha bisogno del senso della descriminazione fondamentale. La discriminazione
individuale è cibo cattivo, cibo sbagliato. Perché? Perché la discriminazione individuale vi rende egoisti. La discriminazione individuale vi aiuta a giustificare tutte le vostre azioni negative. La discriminazione individuale non vi farà mai capire quali sono le cose giuste da fare. Vi farà perdere il senso della discrezione e vi priverà di quello che chiamiamo giudizio. Pertanto, dobbiamo stare attenti e nutrire il nostro intelletto con la discriminazione fondamentale. La discriminazione individuale è cibo cattivo, è malnutrizione, La discriminazione fondamentale è cibo salutare, proteico.

Ma allora, che cosa è la discriminazione fondamentale? La discriminazione fondamentale è quella che si può applicare a tutti in ogni momento; ciò che fa bene a me deve far bene anche a te; quel che è giusto per me dev'essere giusto anche per te. Ciò che è applicabile a tutte le persone del mondo, ciò che è di beneficio per tutti, è possibile perseguirlo ed acquisirlo esercitando la
discriminazione fondamentale e non la discriminazione individuale.

Ma che cosa è il cibo? Il cibo di cui abbiamo bisogno ogni quattro ore?
Che cos'è il cibo per l'intelletto? È indagine interiore. Che cos'è l'indagine interiore?
L'indagine del Sé: "Chi sono io?".

Perciò, amici miei, in questo primo argomento, 'Cibo ed abitudini alimentari', tratterò i seguenti punti: corpo, mente, sensi ed intelletto'. Questo significa che il corpo che richiede il cibo, la mente che necessita di pensare, i sensi del suono, del tocco, della forma, dell'odore e l'intelletto, 'compiono l'indagine'.

Se i sensi e la mente non sono appropriati, se l' intelletto non è pulito e perfetto, se il corpo non è sano, non è possibile procedere sul sentiero spirituale. Il sentiero spirituale, gli esercizi spirituali, saranno futili, inutili e completamente senza speranza se il cibo e le abitudini alimentari non saranno appropriati. Se non si prenderà estrema cura di ognuno di essi, tutta la
spiritualità sarà un controsenso. Questo concetto costituisce il primo aspetto dell''amministrazione della salute'.


L'ESERCIZIO FISICO E' ASSOLUTAMENTE NECESSARIO

Qual è il secondo aspetto? Il secondo aspetto dell' 'amministrazione della salute' è : 'L'esercizio fisico e la vita disciplinata'. L'esercizio fisico vi farà stare bene
fisicamente e vi manterrà sani, il che signiifica che avrete anche una mente sana ('mente sana in un corpo sano'). Se non sono sano, non sono nella posizione di seguire alcuna disciplina spirituale (Sadhana) e nessuna pratica spirituale. Se non sono sano, non potrò fare un bel niente. In particolare quando Bhagavan vuole che facciamo servizio (Seva), dobbiamo essere fisicamente in forma.

Lo dico in tono scherzoso, ma in certi casi è una realtà: troviamo gente di settanta, o persino di ottant'anni, impegnata a fare servizio (Seva). Hanno bisogno loro di essere serviti, perché non ce la fanno più a servire. "Sto abbastanza bene da poter fare quella cosa o no? Ho settant'anni, ho ottant'anni, posso candidarmi per fare Seva?" - questo è ciò che dovrei chiedere a me stesso. Posso svolgere dei lavori manuali, fisici? No. Quindi, essere fisicamente in forma è assolutamente necessario per fare Seva, per fare attività di servizio. Perché? Perché devo servire gli altri?

'Sareeramadhyam Khalu Dharma Sadhakam.
Paropakarardhamai Edam Sareeram'
(Versi sanscriti vedici)

Queste sono due popolari affermazioni vediche. Che cosa dicono? "Oh, Dio, questo corpo è un bellissimo strumento che Tu mi hai dato; è il tuo dono per me, non me lo sono fatto da solo in laboratorio, non l'ho creato io, non è stato fabbricato da nessuna industria. È il Tuo dono, Dio!
Questo corpo, essendo un Tuo dono, dev'essere dedicato a Te, dev'essere
usato in una vita di servizio e nella costante contemplazione di Te, nel pensiero incessante di Te. Oh, Dio, questo è lo scopo che si deve perseguire e realizzare.

Questo corpo è solo uno strumento. Perché si deve essere fisicamente in forma? Perché si deve avere una vita disciplinata? Perché la nascita umana è la più rara di tutte.
In questo mondo organico, si calcola che esistano 84 lakh (1) di specie; di tutte queste, la vita umana è la più rara da ottenere. Ecco perché Adi Sankara, nel "Viveka Chudamani", dice:

'Janthunaam Nara Janma Durlabham'

che significa che di tutte le specie di questa creazione, la vita umana è la più preziosa, la più nobile è la più rara. Se non raggiungiamo lo scopo per cui siamo nati, se non utilizziamo questa preziosa vita umana in modo appropriato, la nostra disgrazia è al di là di ogni calcolo e di ogni stima.


FATENE USO

"Ho comprato l'ultimo modello di auto ma non la uso, la tengo in garage". Che cosa succede? Si guasta. Tutto l'investimento, tutti quei soldi spesi, tutto inutile. È stato solo uno spreco. Allo stesso modo, dobbiamo usare tutto ciò che abbiamo - la radio, la TV o lo scaldabagno, o il macinino o l'automobile. Tutto ciò che abbiamo, dobbiamo usarlo. Li abbiamo acquistati, perciò usiamoli!

Essendo nati come esseri umani, avendo ricevuto questo dono meraviglioso - un corpo sano - non dobbiamo usarlo per andare a giro senza meta, per bighellonare, per chiaccherare inutilmente, per giocare a carte o per fare scommesse. Quello è uno spreco della vita.
La vita dev'essere utilizzata in modo appropriato, e questo ci viene facile se capiamo che la vita umana è più rara fra tutte.

Le Scritture dicono anche: "Mio caro giovane uomo, sappi che hai cominciato la tua vita come minerale. Poi ti sei evoluto in una pianta. Gradualmente, e lentamente, sei nato animale. Infine hai raggiunto l'apice della corsa verso l'evoluzione, ed oggi sei un essere umano. Immagina quanti milioni di anni hai trascorso, quante vite hai vissuto, per arrivare a nascere come essere umano".

La vita umana è la più rara ed è uno 'kshetra'. 'Kshetra' significa 'campo', o meglio, dovremmo dire che è un laboratorio nel quale possiamo ottenere risultati soddisfacenti. La vita è un laboratorio, nel quale sperimentiamo i quattro obiettivi della vita stessa - dharma, artha, kama e moksha - e cioè, rispettivamente, la rettitudine, l'aspirazione, la ricchezza e la liberazione.

Nella vita umana sperimentiamo con successo tutte queste cose. Nessun
animale è in grado di pensare alla liberazione. Nessuna pianta avrà ambizione. Solo l'uomo ha ambizioni. Solo l'uomo può avere sete di liberazione. Quindi, lo 'kshetra' è il campo, o laboratorio, in cui cercare ed acquisire con successo dei risultati.


UNA VITA DISCIPLINATA

Che cosa si intende? Perché 'una vita disciplinata'? Bhagavan ci dice che, sebbene noi siamo indisciplinati, nella natura troviamo la disciplina. La disciplina è l'ordine. Io posso anche tendere a vivere in modo indisciplinato, la mia vita può essere disordinata, ma se esamino il mio corpo, capirò che Dio voleva l'ordine e la disciplina. Dio ha programmato l'ordine per questo corpo. Come?

Bhagavan ci dice che la temperatura normale del nostro corpo è di circa 36,6 gradi centigradi. Se sale anche di poco, abbiamo la febbre. Se scende di pochi gradi, dobbiamo preoccuparci. La pressione del sangue dev'essere 120/80. Più alta o più bassa, è motivo di ansietà e preoccupazione.
Quindi: la pressione del sangue, il battito del cuore, la circolazione del sangue e la temperatura corporea sono tutti compresi entro certi valori ben determinati. Una vita disciplinata significa:
la natura è disciplinata. Il corpo è programmato per essere disciplinato e ci si aspetta che anche noi lo siamo.

Se siamo disciplinati, siamo capaci di compiere il nostro dovere al meglio delle nostre capacità, e di guadagnarci l'apprezzamento del nostro prossimo. Possiamo aspettarci una promozione, oltre alla stima ed al rispetto. Se non c'è disciplina nel compiere il proprio dovere, ci aspettano delle sospensioni, sì, sono lì pronte sul tavolo, magari anche dei licenziamenti. Quindi, compiamo il nostro dovere al meglio se siamo disciplinati.

Per quanto riguarda la devozione, la disciplina è doverosa. Come mai?
Ci sono orari stretti per il nagarsankirtan e per i bhajan. Tutto è programmato. Tutto è regolato: il tempo per l'avvento delle stagioni, il tempo per il giorno e per la notte, il tempo per la preghiera, il tempo per la meditazione. Tutto è specificato, e tutto viene indicato.

Sadhu Vaswani ci dà una bellissima spiegazione: supponete di dover incontrare il vostro capo alle 10 in punto di domattina. Potete evitarlo? Potete arrivare
all'appuntamento alle 12? Troverete la porta chiusa. E se gli dite: "Incontriamoci domani", il vostro capo vi risponderà: "No, grazie!"
Allo stesso modo, la meditazione è il nostro appuntamento con Dio. Non
dobbiamo mai mancare.

Il nostro Baba va anche oltre, e dice: "Se portate il cibo al vostro cane ogni giorno alle 12, il cane vi aspetterà puntualmente sulla soglia alle 12 esatte. C'è un posto qui nel Tamil Nadu che si chiama 'Pakshi Teertham'. Quando il cibo viene servito alle 12 in punto arrivano due uccelli.
Questo succede da moltissimi anni.
"Se un cane è puntuale ed arriva in tempo all'appuntamento, perchè non
dovrebbe esserlo anche Dio?", ha detto Bhagavan!


PERCHE' DEVO ESSERE DISCIPLINATO?

Allora, amici miei, per il dovere e la devozione, essere disciplinati con se stessi è doveroso. Per compiere il nostro dovere ed essere devoti, dobbiamo star bene
fisicamente. Dobbiamo essere disciplinati. Ma perché? Perché devo essere devoto? Perché devo compiere il mio dovere? Perché devo essere disciplinato? Che cosa hanno a che fare queste cose con la religione? In che modo sono in
relazione con la spiritualità? Questa è la nostra prossima domanda.

La risposta è semplice: le quattro 'D' - dovere, devozione, dedicazione e disciplina. Le prime tre 'D' ci portano alla quarta, la dedicazione. La disciplina, il dovere e la devozione ci faranno atterrare all' eliporto della dedicazione, pronti a decollare. Per poter atterrare in quell'eliporto, abbiamo bisogno di tre cose: la disciplina, il dovere e la devozione, che sono necessarie per decollare alla volta della dedicazione.


CHE COS'E' LA DEDICAZIONE?

Che cosa è la dedicazione? "Mio padre ha dedicato (nel senso di 'destinato") le sue proprietà a.... Ho dedicato la mia vita a... Ho dedicato (destinato) tutti i miei averi a... Sentiamo spesso frasi di questo genere. E le leggiamo sui giornali.

Che cosa è la dedicazione? La dedicazione, dice Bhagavan, è sacrificare il proprio ego. Sacrificare l'ego è dedicazione. Nessuno aveva mai dato questa Meravigliosa definizione. La gente dice: "Dedicate ('destinate') le vostre proprietà alla Sathya Sai Trust."
Bhagavan non è interessato alle vostre proprietà. "Gli ho dedicato il mio corpo". Inutile. C'è tanta gente pronta a farlo. (Risate)
"Gli ho dedicato la mia vita". Nessuno la vuole. Nessuno è interessato ad essa.

E allora, che cosa Gli si deve dedicare? L'ego. L'ego dev'essere sacrificato. L'ego dev'essere ucciso. L'ego dev'essere totalmente annullato. Questo è ciò che significa 'dedicazione'. Non è facile uccidere l'ego, perché esso è molto esperto nel giocare 'a nascondino'. Se lo buttate fuori dalla porta principale, comincerà a rientrare dalla porta di servizio.
È molto difficile rimuoverlo. È molto difficile restarne liberi , perché l'ego è
favorito, in quanto ha avuto molte vite per crescere, molte centinaia di migliaia di vite! Un simile ego è fortissimo, non se ne andrà facilmente; è qualcosa come la pressione sanguigna , che ci segue per tutta la vita. Possiamo solo controllarla, tutto qui. Non possiamo liberarcene totalmente. Allo stesso modo, amici miei, nella dedicazione l'ego può essere ucciso solo con la disciplina, se facciamo il nostro dovere, e se siamo devoti.


PERCHE' DEVO UCCIDERE L'EGO?

"Perché devo uccidere l'ego? Io sto bene col mio ego (Risate). Tutti mi dicono: 'Sai Ram' (Risate).
Tutti mi riconoscono. Tutti sono pronti a cedermi il posto, per via del mio ego 'Anil Kumar'. È l'ego che mi dà un'identità. È l'ego che stabilisce la mia personalità.
È il mio ego che si guadagna la fama ed il nome. È l'ego che mi dà una reputazione. Perchè dovrei sacrificare il mio ego? Lo posso annaffiare invece, concimare e far crescere! Se mi porta profitto, se ne posso godere, se serve ad impressionare gli altri, perché no, che l'ego cresca! (Risate)

Ma la realtà è diversa. Per esempio, immaginate che ci sia qualcosa dietro questo muro. Se volete vederla, che cosa dovete fare? Dovete buttar giù il muro. Aprite la porta e guardate che cosa c'è al di là. Allo stesso modo, Dio è subito dietro la 'cortina di ferro' dell' ego e dice: "Mio caro, sono qui, pronto. Ma sei tu che non sei pronto a vederMi. Io Ti sto aspettando. Sei tu che non hai
tempo per vedere me". Perché? A causa della cortina di ferro dell'ego.

Non abbiamo bisogno di fare alcuna sadhana (pratica spirituale), alcuno yagna o yaga (riti religiosi sacri), né meditazione, penitenze, bhajan... non abbiamo
bisogno di fare proprio nulla.
Se riusciamo ad uccidere il nostro ego... bene! Già, perché tutte queste attività servono solo ad uccidere l'ego. Se non riuscite ad ucciderlo con tutte queste attività, il risultato è un grande zero!

Il significato è: ho preso la vitamina A, la vitamina B, la vitamina C - dieci pillole al giorno!
Ma continuo ad essere debole. Non riesco ancora a star bene. Che cosa fa una persona intelligente a questo punto? Attende la morte. Tutto qui. Se prendete da dieci a quindici pillole al giorno e non progredite, allora resta solo da annunciare la data della vostra dipartita!

Allo stesso modo, canto i bhajan, faccio il nagarsankirtan, leggo molto, parlo molto; ma la gente vede in me un ego con due gambe. A che cosa mi servono tutte queste attività, allora, tutto questo leggere, tutti questi bhajan? Quindi, amici miei, nella spiritualità tutti i rituali, tutte le attività sacre sono prescritte solo per uccidere l'ego. Se non si riesce a far questo, bene, sono tutte uno spreco di tempo, uno spreco di energia ed uno spreco di denaro. Se non volete uccidere l'ego, allora seguirete il destino di milioni di persone, che sono ricche o totalmente malate, una delle due cose. Quindi, l'ego è il maggiore ostacolo. È la barriera più difficile da superare. Se non riusciamo a visualizzare o comprendere la Divinità è per via dell'ego.

La forma fisica ed una vita disciplinata ci aiuteranno ad essere determinati. Noi siamo determinati. Quale sorta di determinazione avete preso? "Ho deciso di
dare una spinta ad un tizio che è sempre davanti a me quando si fanno le file per il darshan".
Questa non è determinazione. (Risate).
"Sono determinato a saltare le due file davanti a me per avere un posto più avanti al darshan".
Questa non è una determinazione appropriata.
"Ho deciso di assistere al fallimento della tua vita". Questa è un'orribile
determinazione.(Risate).


BUONA DETERMINAZIONE

Qual è una buona determinazione? Qual è una vera determinazione? La vera determinazione, una determinazione ideale, è non rinunciare a sforzarsi fino a quando si è raggiunta la meta, fino a quando lo scopo dei nostri sforzi non si è realizzato. "Sono pronto a confrontarmi con le sfide della vita. Sono pronto ad affrontare il demone della vita. Sono pronto a combattere fino alla fine". Questa è una determinazione appropriata.

"O Bhagavan, non smetterò di sforzarmi fino a quando Tu non sarai felice di Me. Non abbandonerò la disciplina spirituale (sadhana) fino a quando Tu non sarai fiero di Me!
Non lascerò questo posto finché Tu non Mi guarderai." Quella è determinazione. Non lo è l'aspettare che il vicino di casa si faccia male o che quell'uomo scompaia del tutto dalla visuale - quella è una cosa orribile, negativa. Bhagavan ha parlato di queste cose molte volte. Il dovere, la
devozione, la dedicazione e la determinazione - tutte queste sono possibili se siamo fisicamente in forma e conduciamo una vita disciplinata.

Soprattutto abbiamo bisogno di valutare noi stessi. Una vita disciplinata richiede la capacità di valutare noi stessi. Secondo l'opinione degli altri posso essere un uomo buono e giusto, ma dentro so benissimo di essere orribile. La gente afferma che io sono un grande devoto, ma io so quanta strada devo ancora fare prima di diventarlo. La gente mi può definire 'virtuoso', ma sono altamente consapevole dei miei errori e delle mie debolezze. Non sono le lodi
altrui che contano, o i loro applausi. Queste sono cose che capitano normalmente. Se una star del cinema arriva sul palcoscenico, la gente applaude. Quindi, il criterio di giudizio non sono né gli applausi né le lodi. Il numero e la quantità non sono mai criteri o parametri di giudizio.

Ciò che è più importante è: "Sono leale verso il mio Sovrano interiore?
Sono fedele alla mia coscienza? Posso dire con tutto il cuore di essere buono? Posso dire di essere un ideale nel vero spirito?" Questo è possibile se facciamo una costante valutazione di noi stessi. Una costante, continua valutazione di se stessi è ciò che noi chiamiamo autoindagine.
Devo indagare dentro me stesso. Devo valutarmi, per vedere quanto sono vicino alla meta. Questo è ciò che Bhagavan ripete continuamente nei Suoi Discorsi Divini.


TU, PER COMINCIARE

Venite qui da molto tempo. Siete venuti in visita in questo posto ripetutamente. Ma che cosa avete ottenuto? Che cosa avete imparato? Fino a che punto siete stati trasformati? Quali cambiamenti sono avvenuti in voi? Queste sono le domande che Bhagavan ci ha posto in quasi tutti i Suoi Discorsi
Divini. Penso che siate d'accordo. Peccato che noi pensiamo sempre che le domande siano rivolte a qualcun altro e non a noi (Risate).

Bhagavan dice: "Perché dovete venire qui così tante volte, senza cambiare mai?"
Ma io penso subito che questa domanda sia rivolta ad un uomo che non mi piace (Risate)
Baba aggiunge: "State sprecando il vostro tempo".
Io penso agli altri, e non a me stesso. Questa è la peggiore tragedia che potrebbe mai accadere.

Quando Bhagavan dice: "Voi non siete migliorati", non si riferisce 'agli altri'. Innanzitutto si riferisce a 'VOI'. Si riferisce a ME, non a qualcun altro. Non c'è
nessun altro, fuorché me stesso. Quando Bhagavan dice: "Alcuni dei funzionari non compiono il loro dovere coscienziosamente", i funzionari credono che Egli si riferisca ad altri funzionari, diversi da quelli che sono lì fra il pubblico (Risate). Pensano che Lui stia parlando di quelli che non sono potuti venire qui. Capisco. Questa filosofia è molto conveniente. La filosofia non è per la convenienza. La filosofia è per la convinzione, non per la convenienza.


SIATE FELICI!

Il terzo aspetto dell'"Amministrazione della salute" è "la sensazione di star bene". Questa é una cosa che manca in molte persone. Anche se sono ricche, anche se occupano una posizione importante, hanno sempre delle facce da funerale. "Come stai?" "Tiro avanti" (Risate); "Come stai?" "Vado avanti"; "Come stai?" "Così e così".

Che cosa dobbiamo fare con questa gente? Se io non sono felice qui, chi altri dev'esserlo? Se io non sono soddisfatto qui, in quale altro posto posso esserlo? Se non sperimento la beatitudine qui, dove altro posso sperimentarla? Che cos'è la beatitudine, per parlar chiaro? Non è forse questo il posto nel quale noi possiamo sperimentare la soddisfazione, dove possiamo essere felici e beati? Se
non ci riusciamo qui, in quale altro posto ci sarà possibile? Se non sentite il calore che esce da un termoforo, a che cosa serve quel termoforo? Buttatelo via!
Se tutto il cibo che conservate in frigorifero è marcio, gettatelo in strada o nella spazzatura. Se il termometro non segna la febbre, a che cosa serve? Buttatelo nella fognatura.

Quindi, se non siamo felici, se non siamo soddisfatti, se non siamo beati qui, stiamo dando lavoro alla Air India, alla British Airways etc. inutilmente. (Risate) Il motivo del nostro viaggio qui, però, non è quello di dar lavoro a questa gente, no! Non è affar nostro provvedere ai loro affari.
Affar nostro, invece, è essere beati, essere felici e sorridere.

Ecco perché in tutte le interview Bhagavan dice a tutti, ai ragazzi, agli anziani, alle donne, agli uomini, a tutti, senza differenza: "Siate felici, siate felici, siate
felici!" Questo significa:
siate felici con voi stessi, con la vostra famiglia, con la società.
Felici, felici, felici!

Se non siete felici voi stessi, la vostra è una famiglia disgraziata.
Quando sarete in viaggio, la vostra assenza farà esultare la vostra famiglia. Perché? Perché apportate sofferenza. Immaginatevi un figlio che dice: "Mio padre è in viaggio", con un bel sorriso soddisfatto. Vuol dire che il padre, quando è a casa, lo tortura. Perciò, se il padre non c'è, per i figli è vacanza, sono giorni di festa - un motivo di festeggiamento. (Risate) Un uomo che non è
felice di se stesso non può rendere felice la propria famiglia.

"Bene, signore, come sta? "Non sono felice!" Calcoliamo un pò: per il trapianto di reni, ogni rene costa due lakh;(1) dato che Dio me ne ha dati due, fanno quattro lakh.
(Risate) Un trapianto di cuore costa dieci lakh. Ho il cuore buono, il che significa che vale dieci lakh. Se calcoliamo il nostro corpo in termini di trapianti, siamo tutti multimilionari!
(Risate) Non possiamo davvero lamentarci. Siete milionari? SÌ, perché no? (Risate)
Prendete nota: un trapianto di reni, quattro lakh, un cuore, dieci lakh. Sì, posso farvi una lista!
(Risate) Sì! Se volete, possiamo battere la lista dentro il computer - sì, il costo del corpo umano, con questi criteri.

Non c'è quindi alcun motivo di essere infelici, perché il corpo è molto prezioso. Se volete calcolare il costo del corpo, andate a farvi un check-up all'ospedale.
La fattura sarà di cinquemila rupie. In occidente, ammalarsi è un lusso. Non tutti possono permettersi di ammalarsi.
Sì, essere sani costa molto poco, ma cadere ammalati può costare molto caro. Credo che tutti gli occidentali saranno d' accordo con me.


NESSUNO E' PIU' FELICE DI VOI

Ma allora, se abbiamo una salute di ferro, perché non sappiamo sorridere? Perché non riusciamo ad essere felici? Dio vi ha dato abbastanza soldi per mangiare, Dio vi ha dato un corpo perfetto e dei bravi figli. Sì, perché non essere felici? Non siamo felici perché pensiamo che gli altri siano più felici. (Risate) Per favore credetemi - nessuno è più felice di voi perché pensa che VOI siate più felice di lui! (Risate ed applausi) Sì!

Un uomo che va in macchina è geloso dei pedoni. Perchè? Perchè la benzina costa troppo! Un uomo che va a piedi è felice perché ha il numero 11 - cioè due gambe! È confortevole - non ha bisogno di benzina. (Risate) Niente riparazioni, non si dev'essere trainati da nessuna parte, e non dovete gettare via i rottami sulla strada! Se ci sono problemi, posso sempre camminare - auto numero 11 -
è abbastanza comoda. Un pedone però pensa che un automobilista stia più
comodo. Ma stanno scomodi entrambi.

L'uomo ricco pensa sempre che un uomo povero possa mangiare tutto ciò che desidera. Un povero può bere anche bevande bollenti e mangiare dolci. L'uomo molto ricco, invece, a cuasa del suo diabete, i dolci non lì può toccare. A causa della sua pressione arteriosa, non può toccare liquidi bollenti. Deve mangiare solo pane, tutto qui. L'uomo non vive di solo pane, ma i ricchi vivono di solo pane (Risate) Così, il ricco pensa: "Ecco, ora me ne vado in un albergo a cinque stelle." A far che? A mangiare pane (Risate) Un uomo povero invece pensa di essere molto ricco perché può mangiare tutto ciò che desidera sotto il sole: è una super-stella - non una stella del cinema o un cinque-stelle.


AMICI MIEI: NON C'E' MOTIVO DI ESSERE INFELICI

Un uomo dall'educazione formale, che ha solo una laurea, pensa di non essere saggio. Non è della levatura di una persona dotta ed erudita, la quale, con i suoi dottorati e specializzazioni varie, pensa: "Come sono sfortunato, quanti dubbi ho!" (Risate) Più eccelsa è l'erudizione, maggiori sono i dubbi! Minore è l'istruzione, più trasparente è la chiarezza, e maggiore la profondità della
devozione e della fede.

Gli eruditi con molte lauree hanno fede il lunedì e sono atei il martedì. (Risate) Hanno fede il mercoledì, ma la perdono di nuovo il giovedì. Perciò ogni giorno è un problema per gli eruditi, perchè la cultura si aggiunge alla confusione. "Non sono tipo da credere a qualsiasi cosa." Oh-ho! Si finisce in uno stato in cui si deve ricominciare dalla fede in se stessi. La fede nel proprio Sé è completamente sparita - quello è l'apice della cultura.

Quindi amici miei, non pensate mai che gli altri siano più felici di voi. Non pensate mai che gli altri siano più fortunati di voi. "Oh! Swami gli ha concesso
un'interview! Com'è fortunato, lui!"
Ma nella stanza delle interview, Swami gli dice: "Non ti preocupare!
Avrai bisogno di un intervento chirurgico difficilissimo, al cuore. Non ti preoccupare, mi prenderò cura di te!" Se siete preparati a questo, avrete l''interview' subito, stasera! (Risate)

Perché pensiamo in questi termini? "Siamo abbastanza felici. Bhagavan, sono qui. Sono piuttosto felice". È molto più importante pensare secondo queste linee - essere soddisfatti, sorridere e sorridere, tutto il tempo, essere beati, sempre beati. Lo stato di compiacenza, lo spirito di soddisfazione, sono assolutamente necessari - nessun paragone e nessuna competizione.


LA SENSAZIONE DI STAR BENE

Una 'sensazione' di star bene - non è sufficiente, se state bene!
Dovete 'sentirvi bene'. Sì!
"Come stai?"
"Bene"
Il corpo è perfetto, ma la faccia è senza espressione. (Risate) Dovete star bene e dovete sentirvi bene. Fate sì che anche gli altri stiano bene. Rendete tutti felici.
Siate felici con voi stessi.
Fate che la vostra famiglia sia felice con voi. Facciamo sì che tutti siano felici con noi. Questa è la 'sensazione di star bene!'

Questo è possibile se seguiamo il famoso detto di Bhagavan: "Aiutate sempre, non fate mai del male".
Quando penso a questo detto, mi viene in mente della gente che conosco,
che 'non aiuta mai e fa sempre del male'.(Risate)

"Signore, per favore, mi aiuta a fare questa cosa?
(Rudemente) "Non ho tempo! Levati dai piedi, sparisci!"
"Signore, posso passare di qua?"
"No!"

La loro vita segue esattamente il principio opposto di quello che insegna Bhagavan, cioè : "Fate sempre del male, non aiutate mai". Ma se non possiamo essere d'aiuto, almeno non facciamo del male:
"Non potete sempre fare dei favori, ma potete sempre parlare con dolcezza", dice Bhagavan.

La sensazione di star bene vi aiuterà a non far del male a nessuno. Se vi sentite bene, perché non dovreste essere d'aiuto? Se non siete felici, non potete aiutare nessuno. Solo se non fate del male a nessuno, vi sentirete di aiutare gli altri.
Questo è necessario.

La sensazione di sentirsi bene sarà presente se conosciamo le tre 'R'
di Bhagavan - reazione, risonanza ('eco') e riflesso. Queste sono le tre famose 'R' di Bhagavan. Io so che alcuni funzionari responsabili dei Centri Sai si trovano qui in quest'assemblea. Vorrei che ponessero queste domande ai bambini Bal Vikas: 'Quali sono le tre 'R' di Bhagavan? Quali sono le tre 'S' di Bhagavan? Quali sono le cinque 'D' di Bhagavan? Queste domande dovrebbero esser fatte ai bambini, perché sono molto importanti, e li aiuteranno, a lungo termine.

Che cosa intende Bhagavan con 'reazione, risonanza ('eco') e riflesso?
Se rispettate gli altri, sarete a vostra volta rispettati. Se sarete amichevoli, anche gli altri lo saranno con voi. Se amate qualcuno, verrete contraccambiati con amore. Tutto ciò che vi arriva non è altro che una reazione, un riflesso, una risonanza (un'eco). Bhagavan fa spesso questo esempio: "Mettetevi davanti ad uno specchio e salutate. Anche il vostro riflesso vi saluterà. O alzate il vostro dito indice: "Stai attento!". Anche il vostro riflesso dirà: "Stai attento!". Quindi, tutto non è altro che una reazione, un riflesso, un'eco di ciò che fate.

Nella vita, se siete infelici, significa solo che non avete reso felice nessuno. Come vi aspettate che gli altri vi rendano felici se non avete mai reso felice nessuno?
Come vi aspettate che gli altri vi aiutino se non sapete che cosa significhi il verbo 'aiutare'?
Se non avete mai cercato di rendere felice qualcuno, come potete aspettarvi che gli altri cerchino di rendervi felice? Se non siete cortesi, come potete aspettarvi che gli altri siano cortesi con voi?

Quindi amici miei, per avere le cose migliori a questo mondo, dobbiamo cominciare essendo noi i migliori. Ecco perché Swami dice: "Innanzitutto si comincia con 'questo' essere: con voi". Se sorrido, va bene: tutti mi cominceranno ad amare. Se sono felice, tutti saranno felici con me.
Questo è il segreto per star bene, questo è il segreto: avere la sensazione di stare bene.


SILENZIO

La sensazione di stare bene arriverà se osserverete un periodo di silenzio. Un periodo di silenzio viene enfatizzato e consigliato da quasi tutti i capi religiosi. Per 'periodo di silenzio' non intendo un silenzio ordinario. In questo momento parlo, ma penso a qualcos'altro. Questo non è silenzio. Smetto di parlare, ma penso a qualcosa. Questo non è silenzio. Per silenzio, pertanto, si intendono diversi stati.
'Silenzio' significa: 'ritiro dei pensieri', 'ritiro della mente',
'stato senza pensieri', 'stato di quiete, stato di vuoto, stato di svuotamento, niente pensieri - 'sii calmo' -

Qualcuno chiese al saggio Ramana Maharshi: "Swami, che cosa devo fare
per ottenere la liberazione?"
Ramana Maharshi: rispose: "Pensa soltanto che tutto ciò che devi fare è: non fare". (Risate) Non fare. Perché? Perché, qualsiasi cosa facciate, la fate a livello della mente. Qualsiasi cosa venga fatta, viene fatta con la mente. "Ho deciso di fare così". Questa è un affermazione della mente.
"Ho fatto questo", è un'affermazione della mente. Qualsiasi cosa venga fatta è stata decisa dalla mente - è la volontà della mente, che è solo mondana, del mondo.

La vera Realtà trascende la mente. È al di là dello stato della mente.
Quindi, il punto è che il silenzio è il 'ritiro' dell' 'io', il ritiro dell' 'ego'. L' 'io' se
n'è andato. È uno stato di mancanza di ego, di assenza di pensieri, di ritiro della mente. È lo stato in cui avete la sensazione di star bene.


NELLA PREGHIERA NON C'E' EGO

Se trascorrete del tempo a pregare o cantate i Bhajan, avete la sensazione di stare bene, perché nella preghiera e nei bhajan non c'è ego. Quando pregate, non potete avere ego. Ricordo i miei tempi di scuola, quando ero nell' undicesima classe (corrispondente alla nostra terza liceo; N.d.T.). In occasione di una ricorrenza scolastica il mio insegnante volle che io pregassi. Mi dette una preghiera di Rabindranath Tagore. Io adoro l'inglese, per cui scelse me affinché la recitassi in quell'occasione. La imparai a memoria: 'Dove la mente è lontana dalla paura e la testa viene tenuta eretta, dove la conoscenza è libera...' Ero pronto, ero pronto!

Poche ore prima della cerimonia, il mio insegnante mi chiamò: "Anil Kumar, ripeti la preghiera di Tagore."
Io dissi (con voce arrogante): " Dove la mente ... e la testa viene tenuta eretta, dove la conoscenza è libera..."

Lui disse: "Stai prendendo in giro Dio! (Risate) Tutte le parole sono piene d'ego e di arroganza.
(Risate) Questo non è il modo di pregare. (Parlando a voce alta) 'Dove la mente ... No, no, no!
Dev'essere recitata con umiltà."

Anil Kumar dice (con voce dolce e umile): "Dove la conoscenza è libera..." Sì. "Dove la mente non ha paura..."
Mi fece provare più e più volte. Nello stato della preghiera non ci deve essere ego, come avevo avuto io, (con voce egoistica,) "Dove la mente..." (Risate)

Come ha detto Swami, il modo in cui la gente dice (con voce molto sostenuta): "SAI RAM!" (Risate)
(Con voce aspra, velocemente): "SAI RAM!" (Risate)
Quando si urla: "Sai Ram", con rabbia: "Sai Ram" - be', non so... 'Sai Ram' ha così tanti significati. Per alcuni dire, dopo che il lavoro è finito (con dolcezza): "Sai Ram", significa dire: "Arrivederci!" (Risate)

Veramente 'Sai Ram' sarebbe il nome di Dio, ma noi lo usiamo a questo modo. Ecco perché la Bibbia dice: "Non pronunciate il nome di Dio invano". La Sacra Bibbia lo dice chiaramente: "Non pronunciate il nome di Dio invano", così (con voce affrettata): "Sai Ram, Sai Ram, Sai Ram!" (o con voce rabbiosa), "Sai Ram!". È il peggior peccato possibile.

Quindi, il punto è: nella preghiera non c'è ego, nel silenzio non c'è ego, c'è solo la Realtà. C'è solo il vuoto: il Sé, nello stato dell'eterno Testimone. Non c'è alcun ego - è questo che vi dà la sensazione di 'stare bene'.


UN TETTO AI DESIDERI

Anche mettere un tetto ai desideri ci aiuta ad avere la sensazione di stare bene. Tutti gli oggetti del mondo, grosse quantità di denaro, posizioni sociali altolocate, grande nome o grande fama non potranno mai conferire lo stato supremo della vera soddisfazione. Impossibile!

Qualche settimana fa ho detto a questa assemblea che fu Einstein a dire: "Se dovessi rinascere, vorrei essere un carpentiere". Lo Zen è una scuola di filosofia. Per vostra informazione, tutti i 'master' Zen vivono in incognito. Non vogliono essere riconosciuti. Non desiderano che il loro nome venga reso noto. Non potete riconoscere un master Zen - estrema semplicità, totale austerità,
una vita anonima. Non vogliono essere riconosciuti. Questa è una
caratteristica di un 'master' Zen.

Troverete dei master Zen che fanno i carpentieri, i ciabattini, i fabbri. Non cambiano lo stato della loro vita quando trovano la vera Divinità e lo stato di mancanza di ego. Io sono niente, sono una non-entità. Sono ordinario. E là che troviamo la felicità dello 'stare bene'.

Dovremmo fare un indagine sui nostri desideri, dicendo: "Sono arrivato qui - non voglio andare oltre. Sono felice con quello che ho. Dio mi ha dato tutto ciò che desideravo. Non voglio più niente, mi basta." Perché volere un peso? Un bagaglio addizionale?
"Meno bagagli, più comodità:
rendono il viaggio piacevole".

"Sì, sono proprio contento di ciò che ho già". Questo vi dà la sensazione di stare bene".
Qui vi ho scritto una lista: 'Cibo ed abitudini alimentari'. Ci sono molte cose da imparare. La prossima settimana sarò in grado di parlarvene. Questa mattina ho voluto preparare questa tabella, dato che forse la prossima settimana non tutti i fratelli e le sorelle potranno unirsi a noi. Essi hanno qui una sintesi panoramica dei tre argomenti sotto il titolo 'Amministrazione della salute'.
Grazie!

(Anil Kumar ha concluso il suo satsang cantando il bhajan: "Govinda Gopala He Nanda Lala...")


Note:
(1) Lakh: centomila