Satsang

Questo, quello ed entrambi

24 febbraio 2002

Bentornati a questa sessione della domenica mattina.
M'inchino ai Piedi di Loto di Bhagavan.

Cari fratelli e sorelle!

Lo studio di "Quello"

La scorsa settimana abbiamo cominciato lo studio del corpo e dell'Abitante (ovvero del corpo e dello Spirito), sotto il titolo "Questo, Quello ed entrambi". Questa è la seconda parte di quel discorso; una parte l'ho coperta la settimana scorsa, ed oggi andrò avanti.

Di volta in volta approfitterò dell'occasione per condividere con voi ciò che Bhagavan ha detto agli studenti negli ultimi tre giorni. So che molti sono stati ad
osservare, e sono molto ansiosi e curiosi di sapere che cosa ha detto Bhagavan. Lo farò anche perchè traggo la più grande gioia nel dirvi che cosa è stato detto in tali occasioni.

La scorsa settimana abbiamo approfondito sufficientemente l'argomento
"Questo". Oggi ci inoltreremo nello studio di "Quello". Per vostra informazione, tutto questo discorso si basa sul tredicesimo capitolo della Bhagavad Gita, come esso viene spiegato da Bhagavan Baba stesso durante i Suoi Discorsi.

"Quello": che cosa significa? "Questo" è il corpo - ed è ciò che abbiamo trattato la scorsa settimana. "Quello" è l' "interiorità".
Per farvi un esempio: "Questo" è una cassaforte. "Quello" è il gioiello prezioso, di valore, che vi viene custodito all'interno. "Questo" è la buccia di un'arancia,
"Quello" è il succo che si trova dentro. "Questo" e "Quello" compongono il frutto intero. La buccia è "Questo", il dolce succo che si trova dentro è "Quello". Insieme formano il frutto nella sua interezza, giusto?

Allo stesso modo, "Questo" è il corpo e Dio, dentro di esso, è "Quello". Insieme formano una personalità, giusto? La scorsa volta abbiamo studiato "Questo" - tutte le dinamiche del corpo, i suoi componenti e costituenti - e questa volta ci rivolgeremo a "Quello", la Divinità interiore.

Questi concetti vengono ben spiegati nel cap. 13 della Bhagavad Gita, nei versi (sloka) da 15 a 18.
Lasciate che vi dica, signori, che i discorsi di Bhagavan si basano sui Sacri Testi, quali le Upanishad, la Bhagavad Gita ed i poemi epici. Bhagavan può non citarli,
ma ogni frase ed ogni pensiero hanno una sanzione scritturale. Il lavoro di un Avatar è quello di confermare, di riaffermare le antiche dottrine spirituali. Quindi non c'è nulla di nuovo. Le stesse vecchie Verità filosofiche sono state spiegate e rispiegate più volte dalle Incarnazioni, in conformità coi tempi e le diverse situazioni.
Basandosi su questi testi scritturali, Bhagavan ha detto delle cose, di cui intendo parlarvi.


Dio pervade l'intero Universo

Bene, qual è il primo punto da affrontare su "Quello", o Dio? Quali sono le fattezze di Dio? Quali sono le caratteristiche dell'Abitante? Quali sono i punti che dobbiamo conoscere sullo Spirito che si trova al di là della materia?

Questo è descritto molto chiaramente. Come ho detto la scorsa volta, le mani ed i Piedi del Signore, gli occhi e le orecchie di Dio sono presenti dappertutto. Le
Sue teste sono ovunque. In altre parole, tutto è Dio. Questo è ciò che dice Bhagavan: il corpo è il tempio movibile del Signore. Tutti sono Divini.

E poi:

"Dio pervade l'intero Universo".

Ecco che cosa ha detto Bhagavan ieri sera, parlando ai ragazzi. Ha preso un illustrazione del Bhagavatham (libro sacro composto dal saggio Vyasa, che parla di Vishnu e delle Sue incarnazioni, specialmente di Sri Krishna; N.d.T) - un bambino piccolo di nome Prahlada, la cui vita esprime in profondità devozione e saggezza. Prahlada è la combinazione di devozione (bhakthi) e saggezza
(jnana). Un bambino piccolo e gracile - ma c'è una grande storia connessa a lui.

Be', non voglio dirvi tutte queste cose. Ma vi dirò ciò che ci riguarda, cioè ciò di cui Bhagavan ha parlato l'altro giorno.
Questo bambino piccolo era un amante di Dio - Hari Priya; mentre suo padre era un Hari Dveshi - cioè una persona che odiava altamente Dio. Stavano bene insieme, no?!
Il padre, odio; il figlio, l'amante di Dio. In una famiglia a volte queste cose succedono. A volte la moglie dice: "Sì" ed il marito dice: "No". I figli dicono "Sì" ed i genitori dicono "No"; si combinano così, forse è la legge della vita. Insomma, il padre ce l'aveva con Dio, ed il figlio ripeteva costantemente il Suo
Nome.

Il padre chiese al figlioletto: "Dov'è Dio?
Il bambino rispose: "Dio è dappertutto, non c'è dubbio". Il padre replicò: "Dio è dappertutto?
Dov'è? Mostramelo!" Ed il figlio disse: "Ovunque tu Lo cerchi, là Egli si trova. E Bhagavan ieri ha spiegato che Dio è il più piccolo del piccolo ed il più grande del
grande.

Anoraneeyaan Mahatormahiyaan.

Questo è il verso delle Upanishad che Bhagavan ripete spessissimo durante i Suoi discorsi: più piccolo del piccolo e più grande del grande. "Swami, non capisco! Com'è possibile che Dio sia più grande del più grande e più piccolo del piccolo - allo stesso momento?
Come può essere?"

Bhagavan glielo ha spiegato a questo modo: "Se dico: Dio è in voi, sopra di voi, sotto di voi e intorno a voi, e voi siete Dio, che cosa vuol dire?... Dio è ovunque."
Non dovete dubitare di questo, come Bhagavan ha detto ieri a proposito di Prahlada.


Una prova, non una punizione

Poi ho fatto un'altra domanda - perché Dio nella Sua infinita misericordia mi ha dato la possibilità di fare delle domande. Se il mio destino ed il mio fato me
lo consentono, e se il tempo è propizio, posso continuare a fare domande. Ma se uno qualsiasi di questi fattori va per il verso sbagliato mi troverò seduta stante fuori dell'auditorium! Il rischio Divino, che è meglio non accollarsi...
Insomma ,posso fare delle domande, a seconda dell'umore. .

"Bhagavan , se Dio è ovunque, avrei una domanda semplice semplice..."
Swami ha chiesto: "Quale?"

Quel padre, che odiava Dio, ha messo il figlio alla tortura. Il figlioletto era un ardente devoto del Signore, ripeteva il Suo Nome, sebbene il padre fosse assolutamente contrario a tutto ciò. Il padre lo torturava. Swami, la mia domanda è questa: se Dio è ovunque, anche Dio, presente nel figlio, è stato sottoposto alla tortura. Anche Lui! Che cosa mi dici di questo?"

Bhagavan ha risposto: " È una tortura dal tuo punto di vista. (Risate)
È motivo di delizia dal Suo punto di vista. Lui era in uno stato di Beatitudine, mentre TU pensi che fosse una tortura. Non è così!" Oh, capisco.

Amici miei, anche i devoti passano attraverso queste difficoltà. Anche i devoti hanno di questi problemi. A cominciare da Gesù Cristo, nessuno è indenne alle tragedie e ai problemi della vita. Ma un vero devoto accoglie questi problemi e queste tragedie come una benedizione di Dio. È un test, una prova (pariksha), non è una punizione (siksha). "Siksha" è "punizione, "Pariksha" è la "prova".
"Raksha" è "protezione". Swami ha usato queste tre parole. Voi pensate che il figlio sia stato messo alla prova, "Pariksha". No, no, no! Al contrario, la stessa cosa si trasformerà in "Raksha", protezione. Questo è l'esempio fatto da Bhagavan.


Tutti e cinque gli elementi sono Divini

"Swami, dimmi qualcosa di più a proposito, fammi capire." Sì! Swami ha detto che il padre ordinò al suo esercito, ai suoi soldati, di gettare il bambino in mare dalla cima di una montagna. I soldati sono sempre particolarmente obbedienti in questi casi, sia allora che oggi! Perciò si arrampicarono sulla cima della montagna e spinsero giù il piccolo bambino, in mare.
Il bambino era in uno stato di beatitudine. Come mai?

Bhagavan ha detto che nell'oceano c'è Dio. Dio è l'oceano, perciò è Suo dovere salvaguardare il bambino. Quando Prahlada fu gettato nel fuoco, non gli successe nulla, perché il fuoco è Dio, e quando fu gettato in mare non affondò. Non annegò perchè l'oceano è Dio. Quando venne gettato sotto i piedi di un elefante non gli successe niente perché c'era una connessione cuore a cuore, amore ad amore, fra Dio nell'elefante e Dio in Prahlada, si dissero l'un l'altro: "ciao!". (Risate) Non può mai succedere niente, perché tutto è Dio.

Pervade tutto; esiste.
L'esistenza è Divina.
L'una è il riflesso dell'altra.

E poi, il testo spiega ulteriormente che cosa sia la Divinità:

Sarvendriya Guna Bhasam, Sarvindriya Vivarjitham

Che cosa significa? Tutti i sensi (indriyas) agiscono a causa della Divinità. Un uomo morto, un corpo morto, non può agire perchè manca l'energia. Non c'è lo Spirito ad agire dietro di lui.
Niente può esser fatto con quel corpo: esso non funziona. Ma, quando la
Divinità è dentro, le mani possono lavorare, i piedi camminare, le orecchie udire, e gli occhi possono vedere. La percezione, le varie azioni e la comprensione sono possibili perchè lo Spirito è dentro.
E poi, sebbene Dio sia presente in tutte le parti del mio corpo, queste parti non sono presenti in Dio.
"Swami, non capisco. Com'è possibile che Dio sia presente qui e là, e non là? Non capisco. Come posso capire?"

Semplice esempio: la corrente è nel ventilatore, ma il ventilatore non è nella corrente. La corrente è nella lampadina, ma la lampadina non è nella corrente. La corrente è qui - l'elettricità è in questo microfono a mano, ma il microfono a mano non è nella corrente. Allo stesso modo l'elettricità è presente in tutte queste cose, ma esse non sono nell'elettricità. Sono abbastanza chiaro? Questo è ciò che Bhagavan ha spiegato ieri, usando l'esempio di Prahlada.
Prahlada veniva sempre salvato perché aveva realizzato che era Divino -
che tutti e cinque gli elementi sono Divini. Perciò, niente poteva succedergli.


Il distacco è una vostra naturale qualità

E adesso arriviamo al punto:
Asartam Sarva Broshchaiva.
Asartam significa "senza attaccamento". Il Divino non è attaccato - È
distaccato, senza attaccamenti.

Swami l'altro giorno ci ha detto: "Sì, Dio è totalmente senza attaccamenti".
"Swami, che cosa significa distacco? Io conosco solo "attaccamento".
Come posso fare per capire il distacco? Non ho mai incontrato nessuno che fosse totalmente distaccato. Più parlano di distacco, più sono attaccati! Molti, molti - il 99% - sono distaccati vocalmente, verbalmente, con le parole - ma in spirito, 100% attaccati. Allora che cosa è questo attaccamento e che cosa è il
distacco? Non capisco!"

Bhagavan ha così risposto: "Il distacco non va coltivato, non può essere acquisito. Non può essere "posseduto". Il distacco è la vostra qualità naturale, il vostro stato naturale, che viene chiamato sahaja sthiti. Sahaja significa "naturale". Sthiti vuol dire "stato".
Quindi, essere distaccati è uno stato completamente naturale.
"Oh, sono distaccato per natura, ma allora perchè sono diventato attaccato? Perchè? Se sono distaccato per natura, com'è che poi mi sono attaccato? Perchè?!"

Bhagavan ha detto: "Siete attaccati a causa della reazione - della associazione dei sensi con il mondo oggettivo. I sensi ed il mondo oggettivo interagiscono, causando attaccamento. Quindi, voi siete attaccati al mondo oggettivo. Perché? A causa dei sensi del mondo esteriore. Se li eliminate siete totalmente distaccati.
"Swami, come faccio a crederci? C'è qualcuno totalmente distaccato?"
Bhagavan ha detto: "Eccomi. Predete Me come esempio. Io sono totalmente
distaccato. Io sono nello stato naturale, in sahaja sthithi. Nessuno può disturbarmi."

"Oh, Swami, è proprio così?" Quando ho detto: "è proprio così?" Swami ha potuto capire l'astuzia della mia mente, (Risate) che mi ha fatto porre la domanda con qualche dubbio. Bhagavan ha detto:
"Perchè chiedi: "è proprio così?" È così, È così!!!"
"Bene, Swami" ( a questo punto ho capito che per me era giunto il momento di stare zitto).

Bhagavan ha continuato a spiegare: "Guardate qui, guardate qui. Durante il Darshan, se qualcuno dice: "Swami, mia nonna è morta", Io rispondo: "Santosham" (molto bene). E quando vado oltre, se qualcuno dice: "Swami, mi sono appena rotto una gamba", Io rispondo:
"Santosham". O se qualcuno dice: "La mia casa è finita, pronta per essere riscaldata", Io dico:
"Santosham". "Swami, la mia casa è crollata" - Chala Santosham, molto bene! (Risate) Sia che si tratti di una costruzione o di un crollo, di nascita o di morte, Io dico sempre: "Santosham, santosham, bene, bene!"

Questo significa che Lui è totalmente distaccato. Non è attaccato a una parte o ad un altra. È totalmente distaccato. Questo è ciò che significa asata. Lui è un
aiutante, ma distaccato. Lui è un aiutante distaccato, come un ponte che aiuta tutti ad attraversare il fiume, ma il ponte non è un passeggero. Il ponte non è una persona che cammina su se stesso: esso resta indipendente. Aiuta, ma
non si identifica.


Lo sperimentatore è Divino

Ora:
Nirgunam Guna Bhoktrucha.

'Nirgunam' significa "senza attributi". Un semplice esempio: Qual è la proprietà del fuoco? Il calore? In una piastra scaldante, la qualità dell'elettricità è il
calore. Il freddo? Sì, in un frigorifero la qualità dell'elettricità è il freddo. Il vento? Sì, in un ventilatore la qualità dell'elettricità è il vento. Ma qual è la sua qualità intrinseca?
Nessuna di esse e tutte.
L'elettricità ha tutte sia queste caratteristiche che nessuna di queste
caratteristiche. Non potete specificare se questo o quello sono un suo attributo - questa è la caratteristica dell'elettricità.
No, no! Essa non ha attributi.
"Guna Bhoktruch" significa che tutte queste qualità vengono sperimentate a causa del Divino. Sì!

Semplice esempio: chi sperimenta? Colui che vive. Chi è vivo può sperimentare, non chi è morto.
Allo stesso modo, lo sperimentatore è Divino, ma non lo è l'esperienza; sono chiaro? Lo sperimentatore è diverso dall'esperienza.
Un semplice esempio: mi metto una sostanza dolce sulla lingua. Ah, delizioso! Poi, ci metto una sostanza bollente. Ahi! Non me la godo più! Quindi, a sperimentare è il gusto dietro la lingua.
Sono chiaro? la lingua non è il gusto!

Lo sperimentatore è diverso dall'esperienza. Le esperienze sono duali, mentre lo sperimentatore non lo è. Colui che vede è non-duale - la visione non lo è. La visione:
vedo una scena tragica - vedo una scena comica. Vedo le scene che portano gioia e quelle che provocano dolore, in varie situazioni. Lo scenario, le scene, sono diverse. Le scene sono duali, ma colui che vede non lo è.
Sono chiaro? Quindi, chi vede, chi ode, chi sperimenta è non duale ed
essenzialmente Divino. Questo è ciò che viene detto nella Bhagavad Gita.


Dio è presente sia dentro che fuori

Consideriamo la frase:
Bahirantascha Bhoothanam.
Significa: Dio è presente sia dentro che fuori.

Un semplice esempio: nel mio corpo - "nel mio" si riferisce ad un corpo di qualsiasi persona - c'è dello spazio dentro. A causa di questo spazio, le ossa, i nervi ed i muscoli possono trovarvi ubicazione. C'è anche uno spazio esterno. A causa di questo spazio, i cinque elementi, la galassia, il sole e la luna possono avere un'ubicazione. Quindi: c'è uno spazio interiore, hridayakasha. C'è spazio dentro una ciotola di terracotta, ghatakasha. C'è spazio dentro uno stagno, tatakasha. C'è un serbatoio, che può essere pieno d'acqua. Lo spazio nel serbatoio si chiama tatakasha. Lo spazio nel cuore si chiama hridayakasha. "Tata" significa serbatoio. "Ghata" significa "ciotola".
"Hridaya" è il cuore. Perciò, lo spazio è ovunque. C'è lo spazio interiore e lo spazio al di sopra, lo spazio interno e lo spazio circostante.

Dio è presente all'interno e Dio è presente all'esterno. C'è il fuoco interno e c'è il fuoco esterno. C'è fuoco dentro di me. Perché e come? Il fuoco in me è
responsabile della temperatura del mio corpo, 36,8 gradi centigradi. Se si verificano dei cambiamenti su questa temperatura, significa che ci sono dei problemi. Se diminuisce sempre di più, addio! Allora il punto è: la temperatura, il
fuoco, il calore del corpo, tutto dimostra che c'è calore sia dentro il nostro corpo che al di fuori di esso. Il corpo è composto o fatto di terra (prithvi). E dentro c'è acqua. Il 90% del corpo è composto di acqua. Perciò, i cinque elementi sono presenti sia all'esterno che all'interno.

Tutti gli esempi possibili ci vengono forniti dai Discorsi di Bhagavan.
Per favore, siatene consapevoli! Non mi stanco mai di ripetere le Sue affermazioni, perché sono conscio di una cosa: io non so niente al di fuori di ciò che Lui dice. Sono arrivato ad un punto in cui credo che non valga la pena di sapere niente, fuorché ciò che dice Lui, in quanto tutto il resto apporta solo
confusione. La vita scorre ad una velocitá terrificante. Non abbiamo il tempo di sprofondare nella confusione, senza osservazione, senza conclusione e senza esperienza, solo un' insopportabile confusione. Be', cerchiamo di evitare di vivere in quello stato.
Avendo letto la letteratura Sai, essendo abituato ai Suoi Discorsi, sono arrivato alla conclusione che non vale la pena di apprendere nient'altro, in quanto la
letteratura Sai contiene tutto - ogni cosa. Comprende tutta la gamma della conoscenza e dell' esperienza.


Dio è così vicino, eppure così distante

Il punto è detto chiaramente qui appresso:
Sookshmathwat Avigneyan,
Doorastham Chanti Kechathath.

Voglio darvi l'esempio datoci da Baba. Prendiamo un lampada stradale.
Molto vicina ad essa c'è una casa. La luce di questa lampada illumina lo spazio ad essa circostante, e quindi anche la casa ne usufruisce. Anche gli abitanti delle altre case vicine ne riceveranno la luce. Anche Dio è presente allo stesso modo: Egli è all'interno della casa che è il nostro corpo ma anche intorno, all'esterno di esso.

Dio è così vicino ed allo stesso tempo così lontano. Se voi pensate che Lui sia vicino, sì, è vicino. Se lo pensate lontano, sì, allora Lui sarà lontano. Per
spiegare questo fatto Swami ha fatto un esempio: l'occhio e l'orecchio sono molto vicini, ma l'uno non riesce a vedere l'altro (Risate). Così parla la Divinità.
Ha fatto anche un altro esempio: ognuno ha una schiena, che è molto vicina, ma nessuno la può vedere. Se c'è qualcuno che riesce a guardarsi la schiena, bisogna fare delle analisi mediche alla sua testa - o questa dev'essere portata al museo! Non è possibile guardarsi la schiena.
Quindi, cose che sono molto vicine possono apparire molto distanti. Non sono loro ad essere lontane. Siete voi che potete sentirle tali.

Un semplice esempio: ai tempi di Bhagavan di Shirdi, successe che Egli disse ad un devoto: "Esci di qui". Shirdi Baba aveva un modo di parlare piuttosto brusco, ma aveva un cuore molto tenero. A volte maltrattava la gente. L' attuale Incarnazione è così buona - è assolutamente convinto che se oggi maltrattasse la gente, tutte le stanze sarebbero vuote! (Risate)
Nessuno avrebbe fretta di arrivare in questo posto!

Bhagavan di Shirdi disse ad un devoto: "Esci di qui e non tornare per un anno!" L'uomo pregò:
"Signore, perché mi chiedi di andarmene? Perché mi dici di non tornare per un anno?Swami, Ti prego, Ti prego, Ti prego!"
"Innanzitutto vattene! Se non te vai immediatamente, dovrò pensarci Io!"
"Swami, grazie!"

Per 360 giorni il devoto pianse, pianse, pianse... aspettando il Signore. Non aspettava altro che di poter tornare, il momento in cui sarebbe potuto andare nuovamente a Shirdi, non appena fosse trascorso il periodo convenuto. Pensava a Lui.
Un giorno se ne stava seduto in un giardino a piangere: "Oh, Dio! Che
punizione è la mia! La vita è un tale peso, la vita è pesante, priva di significato senza di Te, Swami! Perché mi hai mandato via? È passato quasi un anno! Si avvicina il momento in cui potrò tornare da Te!" D'un tratto sentì una mano Divina sulla sua spalla, il tocco di una Mano gentile. Si girò a guardare e vide Shirdi Baba dietro di lui: quel personaggio alto, pesante, ben costruito, vestito di bianco. Lo guardava teneramente, gentile e compassionevole, più morbido del burro, più leggero del cotone, con uno sguardo diritto.
"Guardami, figlio mio", gli disse. "Pensi di non piacermi? Pensi che io sia arrabbiato con te? No, no, no! Sai perché ti ho chiesto di andartene? Tu credi che io mi trovi solo a Shirdi! No, no!
Volevo che tu Mi sperimentassi ovunque tu andassi. Volevo che tu sapessi che Io sono ovunque, non solo a Shirdi. Per questo volevo che tu te ne andassi!"

Lui è vicino, ma anche in posti lontanissimi. Questo viene anche detto nella Bhagavad Gita.

Bhagavan ha ripetutamente detto: "Così sottile, ma così grande".
Bhagavan ha detto che un semplice protone è magnifico. La più piccola particella è così gigantesca e possente. Perché? Un protone, è il più piccolo del piccolo - i protoni, gli elettroni, le particelle caricate elettricamente - così piccole che non le potete vedere ad occhio nudo; ma il loro effetto è potentissimo, possente.
Perché, e quanto? A causa della Divinitá. Capite questa sottigliezza:
nella loro forma massimamente minuta, eppure massimamente potenti.


La meta di tutta la conoscenza è la Divinità.
Poi:
Bhutha Bhartrta Jneyam.

Questo significa che Dio è l' aiutante di tutti gli esseri. Che cosa si deve sapere a questo mondo? Che cosa val la pena di sapere a questo mondo? Vi darò un facile esempio, qualcosa di non piacevole e che non posso condividere con orgoglio. Ma, visto che noi qui siamo tutti una piccola famiglia, scelgo di rendervi partecipi di questa esperienza. Bhagavan ha detto: "Che notizie ci
sono?" Bene, ho cominciato a raccontargli tutto ciò che avevo sentito alla televisione o letto sui giornali (Risate). Una dopo l'altra, una dopo l'altra, tac-tac-tac!

Bhagavan ha ascoltato pazientemente e poi ha detto: "Come fai a ricordarti tutti questi nomi?" Ho risposto: "Il mio cervello è zeppo di questi nomi". E Bhagavan: "Non è che tu a questo modo lo riempia, no! Non sono notizie, sono seccature! (Swami fa un gioco di parole in inglese fra la parola "news" - notizie - e "nuisance" - seccatura, in quanto la seconda contiene foneticamente la prima; N.d.T.) La testa dev'essere riempita di conoscenza Divina, non di conoscenza del mondo, non delle notizie riguardanti chi è o non è al potere! Quella non è Informazione Divina. Invece di ricordare tutti quei nomi, meglio ricordarsi gli argomenti spirituali e le verità filosofiche".
Ecco che cosa mi ha detto, dopo esser stato ad ascoltare pazientemente
tutte le notizie del mondo.
Allora: si deve conoscere "Quello" e non "questo". Che cosa dev'essere
saputo? "Quello, non "questo". "Quello" è Dio. Allora:

Jnanam Jneyam, Jnana Gamyam.

La Divinità è la meta di tutta la conoscenza: jnana, conoscenza; gamya, la meta. La meta della conoscenza è la Divinità. Jneya: la Divinitá va conosciuta. Questo é ciò che ha detto Bhagavan. Ed in una delle poesie che ieri ha recitato ai bambini, ci ha fatto uno splendido esempio. Studiarequesti testi e metterli in relazione con ciò che Bhagavan dice è molto bello.


"Quello" ha tutti i componenti

Swami ieri ci ha raccontato di una ragazza che si era sposata e poi si era trasferita a casa del marito. Era sposata da sei mesi quando suo fratello maggiore volle rendersi conto di come stava sua sorella a casa del marito, dato che la situazione a casa dei suoceri era piuttosto diversa da quella della sua casa paterna. Il fratello voleva sapere quale fosse la relazione della sorella coi suoceri.

Così si recò a casa di sua sorella. Fu salutato alla porta e poi invitato ad entrare ed accompagnato in salotto. La suocera gli chiese di sedersi perché era il primo della famiglia della nuora a venire in visita in quella casa. Lo mise a suo agio, dopodichè il ragazzo le chiese: "Come sta mia sorella? Va d'accordo con tutti? Potrebbe dirmi qual è la situazione?"

La suocera rispose: "Tua sorella è una ragazza inutile".
"Davvero? È perché?"
"È una gran ladra".
"Perchè?"
"Quando caglio il latte, lei viene e ingoia il caglio. Quando sbatto la cagliata, lei viene e si mangia il burro. Quando riscaldo il burro, si prende il ghi. Mangia
tutto. Che cosa posso fare? Ha imparato a rubare a questo modo a casa vostra? Che cos'è questa odiosa abitudine?"

Il fratello rispose: "Non si preoccupi, madre, Darò a mia sorella un paio di consigli. Non si preoccupi. Mi ci faccia parlare dal solo". La suocera se ne andò. Nel frattempo, la ragazza venne e si sedette con suo fratello.
Il fratello le disse: "Sorella, senti un po'! Perchè ti mangi il caglio, il burro ed il ghi? Così passi per una ladra. Beviti un barile di latte intero, è meglio che rubare questi tre componenti!(Risate) Sì, è meglio bere il latte, così che non devi mangiare il caglio in segreto, o il burro, o il ghi, quale che sia il caso!"

Allo stesso modo, una volta che capiamo che tutto è Brahma - una volta
che conosciamo Dio -conosciamo tutto. Una volta che abbiamo bevuto il latte, esso include anche il caglio, il burro ed il ghi - tutto. Prendete tutto in uno.


Gli eroi e gli Zeri

Bhagavan ha fatto un altro esempio: Bhagavan è un diamante. Il diamante ha molte facce. Quelli che pensano: "Ho già sentito questa cosa" sono bell'e morti e andati. Non esiste niente del genere:
"L'ho già sentito". No, no, no! Siate pronti, la prossima volta la storia prenderá un'altra dimensione!

Un semplice esempio. Bhagavan ha detto: "Guardate, uno e zero fanno dieci. Uno e due zeri fanno cento. Uno e tre zeri, mille. Perciò questi tre zeri vengono
riconosciuti solo se si c'é questo "uno". Ma che cos'è questo "uno"? Sei tu! Una volta che conosci te stesso, conosci anche il resto!
Senza conoscere te stesso - l' "uno" - come farai a conoscere gli "zeri"?

Precedentemente, aveva fatto un altro esempio. "Uno" è Dio, l'eroe, e gli altri sono tutti zeri. Se conoscete Dio, l'"Uno", gli zeri, cioè le persone, avranno valore. Lo stesso esempio oggi ha una diversa interpretazione. Coloro che aspirano ad essere studenti - siamo tutti studenti - in spirito di ricerca ed indagine, troverà delle variazioni nei Discorsi di Bhagavan. Altrimenti, ci sarà un
sentimento subconscio di "lo so, l'ho ga sentito", oppure "lo so già!"; no, no! Dobbiamo sempre continuare ad investigare perché é un processo continuo, in cui si impara e si disimpara, si acquisisce, si sviluppa attaccamento e si conquista il distacco. È un flusso continuo di consapevolezza, dello stare "all'erta". Ecco perché Swami ha detto: "
Se si conosce l' "Uno" si conosceranno bene anche gli zeri che seguono".
Swami ha detto che tutti dicono: "Chi sei, chi sei?" Vogliamo conoscere tutti. Ma prima di tutto dovremmo chiederci: "Chi sono io?". Se capiamo chi siamo noi, sapremo tutto il resto. Se sappiamo rispondere a quella domanda, sapremo il resto. Per questo viene detto "Jneyam", a significare "bisogni da ottenere", in riferimento alla meta della conoscenza.


Dio è la Luce delle luci

Ed ora:
Jyothishamapita Jyothih, Stamasaoparamuchyate.
Jnanam Jneyam Jnana Gamyam, Sarvasya Dhishtitam.

Dio è la Luce delle luci. Senza Dio, il sole non può splendere. Senza Dio, la luna non può splendere. Senza Dio, il fuoco non brucia. Bhagavan ieri ce lo ha ben
spiegato. Che cosa ci ha detto? Nello spiegare che la Divinità fondamentale, Dio, è ovunque, ha detto: "L'uomo è fondamentalmente Divino. La Divinità è la più nobile delle qualità, perciò l'uomo deve avere qualità nobili (uttama). "Uttama" significa "nobile". L'uomo deve avere qualità nobili (uttama) ma oggi non si comporta come dovrebbe. Non si comporta secondo la sua natura, bensì come una persona con "utta guna". "Utta" significa "vuoto" e guna" qualità.
Uttama=nobile e utta=vuoto; e "chetta" significa marcio. Swami ha detto: Visto che siete Divini, dovete avere qualità nolbili (uttama guna). Ma noi siamo vuoti, utta guna, e più spesso chetta guna, marci.

Fondamentalmente si devono avere queste qualità, le qualità umane della Divinità. Quando queste qualità sono presenti, il resto si sa automaticamente. Quella è la Luce delle luci. Sappiate che Lui è il responsabile di tutte le luci. "Senza Quello, dice Bhagavan, il fuoco non brucia: e se non brucia, che cosa è? Non è fuoco, è solo legna da ardere. Se il ghiaccio non è freddo, è tutto,
fuorchè ghiaccio". Quindi, ogni cosa ha il suo karma, le sue qualità.

Chi è Dio? Dio è Dharma. Dharma significa 'Dharayatiti Dharamh.
'Dharayatiti' vuol dire: ciò che è naturale, ciò che è la sua propria qualità, che è Divinità. Questa Divinità è 'Jyotishamapitha Jyothih', la Luce delle Luci. Essa è la di là dell'oscurità ('Thamasah Param' ).

Un semplice esempio: se siamo vicini a Bhagavan, se pensiamo a Lui quando legge i Suoi Discorsi, quando ascoltiamo i Suoi gloriosi Bhajan, non siamo più nell'oscurità.
Siamo al di là dell'oscurità. Come è possibile?
C'è un black out di corrente in questo momento. È completamente buio.
Un uomo saggio viene qui con una torcia e l'accende. Dov'è il buio? "No, signore, c'è la luce". Ehi, ma prima era buio!" "Che cosa è successo? Si è dissipato, non c'è più". Il buio se n'è andato.
"Oh-ho, dov'è andato? Vado a prenderlo!".

L'assenza di Luce è l'oscurità. Quindi, quando c'è luce, il buio non c'é. Entrambe le qualità sono presenti, ma solo quando una manca l'altra può esprimersi. Se una è presente, l'altra è assente.
"Al di là dell'oscurità" ('Thamasah Paramuchyate') esprime chiaramente questo concetto. Quando si accende la torcia, o la candela, l'oscurità viene dissipata.Con questa conoscenza ('jneya') non siete più al buio.

Che cos'è il buio? Il buio dell'ignoranza, ajnana, l'oscurità di maya, l'illusione, l'inganno, l'immaginazione, l'allucinazione - il buio viene dissipato, con la Luce
delle luci - il Nome di Bhagavan, cantando la Sua Gloria ed i Bhajans.


La Verità è Una e non due

Adesso:
Jnanam Jneyam, Jnana Gamyam.

Questa conoscenza... bene, che cos'è? Sono i dati? Le statistiche? I fatti scientifici? La conoscenza secolare? La scienza? Le materie umanistiche? Le belle arti?
Che cos'è la conoscenza? La conoscenza è: "questo" e "Quello". "Questo" è la materia e "Quello" è l'Energia. Tutto ciò che riguarda la materia e l'Energia è "conoscenza". La teoria di Einstein prova anche che esse sono convertibili l'una nell'altra. Fondamentalmente l'energia può diventare materia e la materia può
venir trasformata in energia. Quindi, esse sono uno. L'energia diventa materia e la materia diventa energia. Sono quindi una cosa sola, non sono dualistiche: l'Uno senza secondo.

Swami dice sempre: "La Verità è Una, non due". Swami lo dice sempre.
Molti devoti che hanno ascoltato i Suoi discorsi si ricorderranno di questa frase: "La Verità è Una, non due". Non si ferma a dire soltanto: "La Verità è Una"; aggiunge anche: "Non due".
Significa che la Divinità è Una, ma si manifesta in due modi: un modo è "Questo" ed un modo è "Quello". Quindi, "questo" è la materia e "Quello" è l'Energia. Ma fondamentalmente entrambi sono Uno.
Questo è il titolo di questo discorso, il 13.mo capitolo [della Bhagavad Gita], che ho scelto intenzionalmente allo scopo di approfondire adeguatamente il soggetto.


Dio risiede nel nostro cuore

Si dice:
"Hridi Sarvasya Vishita."

'Hridi' è il cuore. Dio risiede nel nostro cuore.

"Oh, vedo, Swami. Allora, in caso di un trapianto cardiaco, Dio viene trasportato da una parte all'altra (Risate). Se si verifica un attacco di cuore, Dio deve averlo sostenuto, visto che Lui è là, nel cuore.
"No,no,no! Questo "cuore" non è il cuore fisico, che si trova sul lato sinistro.
Bhagavan dice che il cuore spirituale è sparso ovunque. Il cuore spirituale è diverso dal cuore fisico. Dio dimora nel vostro cuore. Tutte le religioni lo dicono.

Bhagavan ha detto: "Un cuore puro è il tempio di Dio", e Krishna lo dice nella Bhagavad Gita:

"Eswara Hrdese, Arjuna Tishtati."

Eswara, Dio, hrdese, nel cuore, tishtati: Dio è situato là. Il "cuore" sono le emozioni, i sentimenti, le reazioni, i pensieri - sono esse a costituire il cuore -
il cuore puro. Qualcuno ha chiesto: "Swami, perché nel cuore? Perché non puoi essere da qualche altra parte? Nelle mani, o nelle gambe? Tu sei ovunque. Perché allora dici che sei solo nel cuore?"
Solo in quanto siamo persone intelligentissime, dell'era dei computer e della tecnologia, possiamo porre queste domande così sottili, che esprimono tutto il nostro nonsenso, la nostra stupidità!
(Risate)

Bhagavan ci ha risposto con uno splendido esempio. Ha detto: "Un uomo
possedeva un appezzamento di terreno di circa quaranta ettari. Visto che la terra era sua, se voleva sedersi da qualche parte sceglieva un posto pulito, piacevole e asciutto e vi si sedeva. Si sedeva in quel posto, sebbene anche tutto il terreno circostante fosse suo. Non era giusto...?" Ecco la risposta: Swami è Swami, dopotutto, e nessuno può rispondere meglio di Lui, oh no, non è possilbile!
Avrete certamente sentito quella canzone:

Samayaniki Tagu Mata Laadene.

Swami dà delle risposte così belle che noi smettiamo immediamente di fare domende! (Risate) Sì! Mentre parlava, stando sempre in piedi, Swami all'improvviso ha detto:
"Dovete essere molto stanchi, vi ho messi sotto stress, siete stati ad ascoltarmi molto a lungo". Io ho risposto:
"Swami, sei Tu ad essere messo sotto stress, non noi!"

Lui ha chiesto: "Perché?"
"Perchè noi siamo seduti e stiamo comodi, Tu invece sei in piedi da ore. Sei Tu ed essere messo sotto stress, non noi!"
"Mmh... no, non è così".

Quando facciamo i furbi, Baba è il miglior chirurgo. Una persona anziana gli ha detto: "Swami, nel Gurukula (il romitaggio in cui il guru abita con i discepoli; n.d.t.) gli insegnanti insegnano seduti". Oh-ho! Questa è una furbizia per far sedere Swami! (Risate)

Baba ha risposto: "Questo non è il Gurukula, no, no!
"E che cos'è questo, Swami?"
"Questo è il Samakula (dimora degli eguali; N.d.T.), dove sia Io che voi siamo entrambi Divini.
Non c'è niente del genere del Gurukula qui". (Applausi) Oh, vedo... i diamanti tagliano i diamanti.

Un altro signore anziano ha chiesto: "Swami, se siamo sama, cioè uguali, e siamo seduti, perché non ti siedi pure Tu? Siamo uguali!" (Risate)
Baba ha risposto: " Mentre insegno devo stare in piedi. Quando insegnate state in piedi o seduti?"
E poi: "Conoscete il significato di Upanishad? Upa vuol dire "vicino", ni significa "giù", "siediti". Perciò Upanishad vuol dire "siediti vicino". Dovete sedervi vicino a Me , mentre io sto in piedi".
Finito!

Mi ricordo anche di un altro episodio, che ci ha raccontato Kasturi.
"Swami, per favore, vieni a trovarci a casa nostra, a Bangalore".
"Hm-mm... verrò. È casa vostra?"
Poteva mai rispondere mia?... No!

"Swami, non è casa mia, è casa Tua!"
"Capisco. Se è casa Mia, però, perché Mi inviti? (Risate) I diamanti tagliano i diamanti. Questa è la sua ultima parola.

Il punto allora è il seguente: Lui dimora nel cuore di tutti gli esseri. Dio si trova nel cuore che è puro, immacolato, chiaro, non inquinato: lì c'è Dio. Tutto qui.


Prakrithi e Purusha

Ora parlerò della parte "entrambi" dell'argomento odierno. La scorsa settimana ho parlato di "questo". Ho appena finito di parlare un po' di "Quello". Resta ancora da discutere "entrambi", argomento che coprirò da ora fino alla scadenza del tempo a nostra disposizione.

Bene, la parola esprime chiaramente che si tratta di due aspetti. Uno è la Natura, Prakrithi, e l'altro è Dio, Purusha. 'Purusha', nel senso ordinario, significa "uomo". Ma al giorno d'oggi, in piena era della liberazione della donna, qualcuno potrebbe chiedermi:
"Perché 'uomo'? Perché non 'donna', invece?" Per vostra informazione, siamo tutti donne! Dio è l'unico uomo!

Potreste pensare: "Ma questo è un insulto! Non siamo venuti fin qui per
lasciarci insultare o svergognare in pubblico!" Mi dispiace, ma qui la parola "donna" rappresenta la Natura, Prakrithi, mentre la parte maschile è rappresentata da "Purusha", cioè lo Spirito dietro la Natura. Tutto qui.
Non ha niente a che fare col genere, ma col positivo e col negativo. Il corpo è negativo.

Vi dirò anche che cosa ha detto Bhagavan a proposito. C'era una grande
devota di nome Meera. Era una devota dell'India del nord, una devota del Signore Krishna. Un giorno Meera voleva entrare nel palazzo, e vi si recò.

Arrivata al cancello del palazzo di Krishna, immediatamente un Seva Dal, con il fazzoletto ed il distintivo, disse: "No!" e ancora: "No!". I Seva Dal dicono sempre:
"No!", ieri, oggi e domani!
(Risate) Il Seva Dal disse: "No, non può entrare" (come sempre!). Tutto qui: no! Perché "no"? Ma questo è un argomento che al momento non c'entra.
Il Seva Dal disse "No, non può entrare!"

La signora chiese: "Perché?" E quel Seva Dal rispose: "Le donne non possono entrare. L'entrata è solo per gli uomini". Ve l'immaginate se all'entrata del Mandir vi dicessero: "Solo gli uomini, le donne no. Via, andatevene!"

E questa signora rispose: "Dove sono gli uomini? Io vedo solo donne!"
"Ehi, non mi vede qui, col fazzoletto, il fazzoletto blu? Non mi vede?
Come può dire che vede solo donne?! No, no!"

E Meera rispose: " Io conosco solo un Uomo (Purusha) ed è solo il Signore Krishna stesso". Quindi, il Signore Krishna è Purusha, il Principio della Divinità, mentre tutto il resto rappresenta la Natura o Prakrithi, della quale vi parlerò adesso.

Prakrithi - la Natura - ha tre qualità (gunas). Una è sattwa, la qualità pia; la seconda è rajas, quella emozionale; e poi c'è tamas, che è l'inerzia, l'ottusità,
l'ingordigia, il dormire troppo.
Possiamo parlare a lungo della qualità tamasiche perché possediamo molti di questi ingredienti! Ci sono i tre attributi, i guna, - e questa è la natura di Prakrithi, la causa e l'effetto.


Tutto è Divino

Questo è successo ieri. Ho detto: "Swami, quando dici che tutto è Divino, Mi sento molto piccolo, umile ed umiliato perché io mi considero il più grande di tutti".
Lui ha risposto: "Perchè?"
"Swami, sono seduto per terra. Mi vedi, sono seduto qui sugli scalini.
Tu dici che lo scalino è Divino e che io sono Divino. Che insulto! Io, un uomo laureato, con quarant'anni di esperienza come insegnante, sono Divino come uno scalino? Come può essere Divino il pavimento - uno scalino?"

Sapete che cosa ha risposto Baba? "Siete entrambi Divini",
"Swami, allora perché dici che una nascita umana è la più rara di tutte?"

La vita umana è la più rara.

"Allora, come puoi paragonarmi, buono o cattivo che io sia, con il pavimento qui sotto?" Baba ha risposto: "Dal regno più alto, a livello della Coscienza e della
Consapevolezza, al livello della Divinità, tu e il pavimento siete la stessa cosa"

"Oh... capisco. Ma allora, perché io sono fatto così, e il pavimento così?"

"Swami ha risposto: " La differenza è solo in relazione all'attaccamento al corpo. È a causa dell'attaccamento al corpo che trovate la mente e l'intelletto, l'ego.
Tutte queste cose funzionano a questo modo a causa dell'attaccamento al corpo. Ma a livello di Coscienza - della Coscienza profonda, lo Spirito - voi e le cose inanimate siete Uno e lo stesso.

"Oh, Swami, capisco!"
"Allora, se tutti siamo lo stesso, perchè dici che questo ragazzino è uguale a me? Lui è in seconda media, io sono molto più anziano di lui. Come possiamo, io e lui, essere uguali?"

Sapete che cosa ha risposto Bhagavan?
"Dici di essere superiore a Lui perchè tu hai una laurea. Una laurea non ha nessun valore in campo spirituale" Capisco. Allora è stato un errore, o un investimento sbagliato del mio passato.
"Perché, Swami?"
Bhagavan oggi ci ha dato questo esempio. Ha detto: "Quando un lavandaio
viene da te, tu fai una lista dei vestiti che gli dai: tanti pantaloni, tante camicie, fodere, lenzuola etc., tutte annotate in dettaglio. Poi arriva il lavandaio (dhobi) e va in cento case. Tutte queste cento persone prendono nota delle cose che gli danno, magari con un calcolatore, se possibile).
Il lavandaio, senza alcuna cultura, senza istruzione, senza laurea, ti riporta esattamente lo stesso numero di vestiti che gli hai dato. Non fa errori, sebbene tu, persino con una lista scritta, sia sempre confuso. Tu prendi la lista e controlli se il lavandaio ti ha riportato indietro tutta la biancheria, e la confondi comunque con quella degli altri!"

"Allora, sei più intelligente? In Telugu si dice: 'Chaduvukunna Vaadu Kante Chakali Vaadu Melu', che vuol dire che un dhobi è molto più in gamba di un uomo istruito.
(Risate)

Questo è ciò che ha detto Bhagavan. Ieri è stato chiaramente provato che i dhobi sono migliori dei laureati! (Risate)

Bhagavan ha detto anche che, sia che voi siate in seconda media o siate
laureati, non fa differenza. A livello Atmico, a livello dello Spirito, al livello della
Coscienza, siete tutti uguali. Questo è ciò che ha detto Bhagavan.

A riguardo di Prakriti e Purusha, di "questo" e "Quello", a che cosa può servirmi il conoscerli?
La conoscenza dei due può aiutarmi ad ottenere la liberazione.


Questo è importante

Lo stesso principio è espresso chiaramente qui sotto:
Dehesmin Purusha Param.

Dehesmin: 'quello è presente nel corpo'. 'Purusha Parah': Lo Spirito è parah -
lo Spirito Supremo è presente nel corpo.

E poi continua, spiegando:

Jyotishamapitha Jyotih.

Questo sloka, 'la Luce delle luci', è il più importante. Swami lo ripete continuamente nei Suoi Discorsi. (Per favore perdonatemi se dico "importante", ma noi insegnanti siamo abituati all'uso di questa parola, a causa degli esami, che dobbiamo sempre tenere in vista. Le vecchie abitudini sono dure a morire! Dopo 40 anni di insegnamento, non mi è possibile dimenticare; ma dovete apprezzare che io non abbia detto: "Questo è importante per il vostro esame".

Quando dico "importante" mi riferisco ai Discorsi di Baghavan, ed in particolare alle frasi che Egli cita spesso, che Lui ripete continuamente. È dal quel punto di
vista che io dico "importante".
Si tratta di ciò che Bhagavan ripete nei Suoi discorsi, ripete, ripete sempre di nuovo...

Upadrashta Nantascha Bhartha Bhoktha Maheshwara.

'Upadrashta' significa "il testimone". Io sono il testimone - Dio è il testimone - qualsiasi cosa accada.

Qui c'è uno schermo. Potete scrivere qualcosa o disegnare una rana o il
diagramma di una volpe o di un cane, o qualsiasi cosa desideriate! Ma la lavagna non dirà: "Per favore, non disegnate questa figura su di me. Per favore, disegnate solo questa sulla lavagna". Non lo dirà. La lavagna è solo
un testimone di qualsiasi cosa disegniate.

Bhagavan una volta ha detto: "Oh, Uomo! Ti ho dato questa Creazione, il
mondo degli animali, la vita selvaggia, la flora e la fauna, l'intera galassia. Tutta questa Creazione è per te, Uomo.
Gioiscine! Vieni, goditela! Ma ad una condizione. Quale? Devi confrontarti con i risultati o le conseguenze delle tue azioni. Qualsiasi cosa tu faccia, devi essere
pronto ad affrontare le conseguenze". Questo è ciò che ha detto Bhagavan. Allo stesso modo, Dio è solo il Testimone.


Reazione, riflesso e risonanza

Alcuni anni fa - alcuni di voi ne devono aver sentito parlare - prima dei Discorsi alcune persone raccontarono le loro esperienze: come erano stati salvati da Swami, come stavano bene, e cose del genere. Quando ebbero finito le loro storie, Bhagavan si alzò, dicendo:
"Avete sentito discorsi in cui sono stato lodato, esaltato, discorsi in cui queste persone raccontavano di come Io ho salvato le loro vite. Io non salverò mai, non punirò mai; io non salvo e non punisco. Perché? Saranno solo le vostre azioni a salvarvi. Le vostre azioni vi puniranno, perché il mondo va avanti sulla base di tre parole - reazione, riflesso e risonanza.

Bhagavan ha fatto questo esempio, ed è con questo che stamattina concludo. Ieri Lui ci ha fatto questo esempio della reazione, del riflesso e della risonanza. Tutto vi tornerà indietro. Dio è là solo per vedere che voi non fuggiate dalle responsabilità delle vostre azioni. Non è un funzionario delle tasse, che a volte può permettervi di evadere il pagamento di una tassa. Non si tratta di evasione fiscale, niente di quel genere! Dovete pagare la tassa per ciò che fate. Ecco
perché Dio viene chiamato Karma Phala Pradata ,che significa che Dio vi fará affrontare i risultati delle vostre azioni, buone o cattive che siano, qualsiasi
esse siano. Non potete fuggire; non potete scappare dalle vostre responsabilità. Dio non elargisce, non salva, non punisce, no!
Farà sì che siate salvati se le vostre azioni sono buone, e che siate puniti se le vostre azioni sono cattive. Questo è ciò che si intende con upadrashta.

Bhagavan ha menzionato chiaramente la reazione, il riflesso e la risonanza. Ieri ci ha raccontato una storia: sembra che un innocente ragazzo di paese - un ragazzo analfabeta, non istruito, un contadino totalmente rustico - stesse facendo pascolare le vacche in una foresta vicina. Portò tutte le mucche con sè a brucare l'erba. Nel pomeriggio, a causa dell'afa, andò vicinissimo alla
montagna, dove trovò un po' d'ombra. Si sedette sotto un albero e, dopo
aver mangiato, si mise a cantare. Mentre cantava, sentì che un' altra persona aveva cominciato a cantare come lui. Si arrabbiò. "Chi sta cantando? Chi è l' altro uomo che sta cantando laggiù?" Ottenne la risposta:
"Chi è l' altro uomo che sta cantando laggiù?"
"Oh, capisco! Ehi, ti picchierò!"
E l'altra voce, di nuovo: "...ti picchierò!"

Era fuori di sé. "Vieni, dai!"
La risposta: ""...dai!" (Risate)

Arrabbiatissimo, corse via e si lamentò da sua madre: "Mamma, ero l'unico a custodire le vacche fino ad oggi. Ma sfortunatamente ora c'è un altro tipo; se gli dico "Ti picchio" anche lui dice lo stesso. E se canto, canta anche lui! Questo è il problema!"

Sua madre rispose: "Figlio mio! Andiamo là, io vengo con te, non preoccuparti". Seguì il figlio e gli disse: "Forza, dì qualcosa".
Lui disse: "Oh!", e "Oh" tornò indietro.
Lui disse: "Ah", e successe la stessa cosa: "Ah" tornò indietro. Lo stesso con "Uh!".

Sua madre lo rassicurò: "Qui non c'è nessun altro. È solo la tua risonanza. Siamo in una vallata, circondati dai monti, tutto torna indietro come risonanza, come eco".

La vita è centrata su queste tre cose: reazione, riflesso e risonanza.

Questo è tutto, per questa mattina. Ci incontreremo di nuovo lo stesso giorno alla stessa ora la prossima settimana.

Sai Ram!