Cari fratelli e sorelle!
Cristo è molto importante per tutti noi; e ancora di più lo sono la Sua missione ed il Suo messaggio. Come devoti di Baba, noi crediamo nella comunione delle diverse fedi religiose e nell' unione nell' adorazione. Crediamo che l'essenza sia la stessa in tutte le religioni. Bhagavan vuole che realizziamo che, ad un livello di base, il codice e la condotta, la meta, l'obiettivo e lo scopo della nostra vita, come spiegato nelle varie religioni, continui ad essere comune a tutti. Noi continuiamo ad essere gli stessi; ciò che varia sono i fattori esterni (il nome, i rituali e le tradizioni), che differiscono a seconda della cultura e delle leggi del paese di provenienza. Comunque, fondamentalmente, tutte le religioni insegnano a dire la verità, a seguire il sentiero della rettitudine, a restare in pace con tutti e ad amare il nostro prossimo; non a far del male a chiunque a nostro piacimento.
Se consideriamo la vita di Gesù Cristo, e sperimentiamo la vita di Bhagavan Baba, che si muove fra noi in carne ed ossa, nome e forma, non possiamo che trovare paralleli e similarità. Il bambino di Betlemme, nato a mezzanotte in una stalla, "parla" di Bhagavan Baba, nato nel villaggio di Puttaparthi, lontano dalle folle impazzite. Una persona semplice nacque in una stalla: Gesù Cristo era circondato dai pastori, gente innocente. Bhagavan Baba visse fra le mucche ed i mandriani. Era anch'Egli un pastore: era un mandriano.
Troviamo che Gesù era circondato da molte persone in cerca di consolazione, conforto, gente che si era persa sul sentiero della vita. Troviamo sempre Bhagavan che si muove fra di noi. Abbiamo un modo errato di guardare la vita. Non abbiamo identità, non abbiamo conoscenza della nostra stessa realtà. Noi ci muoviamo con i capricci e le fantasie del mondo. Sì, notate che grande somiglianza c'è!
Troviamo che anche Gesù Cristo spiegava le cose, tutte cose basilari, attraverso storie e parabole, affinché tutti potessero capire facilmente. I discorsi di Bhagavan Baba sono pieni di parabole, pieni di storie. Non ho ancora incontrato una persona che mi abbia detto: "Non ho capito i discorsi di Swami". Dal più giovane al più vecchio, dall'analfabeta alla persona più colta - sia questa uno scienziato, un artista, un medico o un ingegnere - gente di ogni genere, con tutti i loro titoli accademici, chiunque capisce Baba con eguale interesse e gioia. Quella è la qualità Divina.
Non mi stanco di ripetere quanto Howard Murphet ha scritto nel suo secondo libro, "L'Avatar": "Due sono le caratteristiche importanti in un Avatar, o Incarnazione Divina. Una è la capacità di comunicare o professare le cose nel modo più semplice, più facile possibile. Le dottrine filosofiche più complicate, quelle che non potrebbero esser comprese dalla mente umana in modo normale, che non potrebbero venir espresse o descritte a parole, l'Avatar le esplora a fondo, le rende semplici, così facili da permetterci di capirle per poi poter tentare di seguirle. Questo contrassegna un Avatar".
"Spiritualizzare la vita umana"
Noi esseri umani facciamo le cose semplici complicate, mentre Dio rende semplici le cose difficili. Dio è semplice; noi siamo complicati. Dio è umile. Gesù Cristo si mosse fra i poveri ed i diseredati, pronto ad aiutarli in ogni momento. Dio è umile, mentre noi siamo così arroganti ed egoisti. Non fa differenze di casta, comunità, gruppo o stato sociale. Noi siamo pieni di queste differenziazioni. Forse questo Natale faremo un esame di noi stessi, un'autoanalisi, per capire quale sia la nostra distanza dal Maestro Divino - Gesù Cristo allora, e Sri Sathya Sai Baba oggi.
Bene, la maggior parte di voi rimarrà oltremodo stupita al sentire che Bhagavan è sceso di macchina mentre era in viaggio per Kodaikanal ed è corso da un mendicante per dargli dei soldi. Come è semplice e compassionevole il nostro Signore! Se qualcuno viene da noi, non abbiamo mai tempo. Non abbiamo né tempo, né denaro da condividere con gli altri. Forse la miglior forma di adorazione di Dio è quella di seguire il loro esempio e copiare il loro modo di vivere cercando di tradurre i loro insegnamenti nella routine giornaliera.
Intendo dire che il messaggio di qualsiasi profeta e di ogni leader spirituale è quello si spiritualizzare la vita umana, mentre noi sappiamo invece umanizzare persino la spiritualità. Dovremmo spiritualizzare la vita umana, invece umanizziamo Dio!
Perchè dico questo? Non sto condannando me stesso, assolutamente. Noi vediamo Bhagavan come un semplice essere umano. Diciamo: "Non mi considera". Oppure siamo orgogliosi se ci ha concesso l'interview. Siamo frustrati se ancora non ci ha chiamati. Tutte queste sono reazioni umane; questo significa che ancora non abbiamo compreso Bhagavan.
Questo è il motivo per cui, come ho detto la scorsa settimana, citando la Sacra Bibbia, il Signore disse: "Sono più grande di quanto voi pensiate. Sono più grande di quanto potete immaginare".
Dato che Dio è il Massimo, l'intelaiatura del pensiero umano e l' espressione verbale non possono portarLo in basso. Il pensiero umano e l'espressione verbale ci lasciano in uno stato di impotenza perché la compassione del Signore, il messaggio di Dio e la Sua missione sono come l' insondabile profondità dell'oceano. Non è facile immergersi profondamente in esso.
Perciò amici miei, Gesù Cristo è un Salvatore. Gesù Cristo è il Salvatore, il messaggero scelto da Dio. Salva tutti dai comportamenti errati, dalla pratica della violenza, dai dogmi, dalle ristrettezze mentali. Noi andiamo al Tempio la domenica, ma uccidiamo i piccioni e ce li mangiamo. Negli altri giorni non abbiamo riguardo per nessuno; anche allora la gente si comportava a questo modo. Gesù Cristo il Salvatore disse: "Che sia domenica oppure no, fate che sia sempre l'ora della preghiera e dell'adorazione, e amate il vostro vicino come voi stessi".
"Meglio che impariate la lezione dell'Amore", dice Gesù Cristo, invece di dire: "È tempo di meditare, di pregare e di adorare", dimenticando i vostri fratelli, in cui Dio stesso risiede. Questo è il motivo per cui Bhagavan dice: "Un cuore puro è il tempio di Dio". E poi: Il corpo umano è prezioso. È così nobile e sacro, perché il corpo umano è un tempio mobile".
Che splendida espressione, mai sentita fino ad oggi, amici miei! Abbiamo fatto studi comparati delle religioni, abbiamo ascoltato molti, abbiamo letto ogni genere di libri. Ma questa dichiarazione, per cui si deve intendere il corpo umano il tempio di Dio, è la più alta considerazione, la più alta delle esperienze che si deve cercare di acquisire, e tenere cara.
Il buon samaritano
Bhagavan fa bellissimi esempi. Un giorno la gente si stava affrettando verso la cattedrale, verso il monastero e verso le chiese; tutti erano molto occupati. Sulla strada una persona giaceva per terra e si trovava in una situazione in cui aveva estremo bisogno di aiuto. Era stata ferita seriamente da un bandito: nessuno si fermava ad aiutarla. Aveva sete e sanguinava copiosamente. Ma nessuno si interessava a lei, perché tutti erano occupati ad andare a pregare. "Domenica è un giorno sacro; che quell'uomo vada all'inferno, non ce ne importa nulla: la preghiera è più importante. Stare in prima fila è ancora più importante perché siamo dei VIP! (iniziali di "Very Insignificant Person", cioè persone molto insignificanti; n.d.t.). (Risate)
Questa fretta, questo correre, dimenticando i doveri del momento, il compito veramente importante a portata di mano, è irreligioso, irresponsabile, rivela un'attitudine ed un comportamento non-spirituali. Mentre tutti passavano accanto al ferito senza fermarsi, arrivò uno studioso. Guardò l'uomo e disse: "Mi dispiace, ho la Bibbia in mano. Non posso fermarmi". Altri devoti dissero: "È l'ora della preghiera in onore del Signore", e passarono oltre. Alla fine un uomo, un buon samaritano, come dice la Bibbia, passò per di là. Guardò l'uomo buttato per terra a lato della strada, ferito gravemente, che sanguinava copiosamente. Gli si avvicinò, gli lavò tutte le ferite, gli pulì il corpo e lo fasciò. Gesù Cristo narra questa storia del buon samaritano a tutti affinché anche noi possiamo essere come lui.
L'organizzazione di Bhagavan Sri Sathya Sai, i devoti di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, riconoscono che il servizio è l' unica strada verso Dio. Cantare i mantra, cantare la Sua gloria o leggere le scritture non conduce a Dio. Il migliore sentiero, il più necessario, è il sentiero del servizio. Perché? Bhagavan ha sempre detto: "Le mani che servono sono più sante delle labbra che pregano". Amici, che similitudine! Il Divino è sempre particolare. Il Divino ha concentrato la Sua attenzione sul bisogno del momento. La chiamata di Gesù Cristo di servire il fratello e di amarlo come noi stessi è tradotta in realtà e prescritta ad ogni devoto Sai dallo stesso Bhagavan. "Il servizio all'Umanità è il servizio a Dio", dice Bhagavan.
Gesù Cristo è il Salvatore. Gesù Cristo è il Salvatore. Gesù Cristo è il Protettore. Gesù Cristo è il Protettore, sì. Io posso trovarmi ovunque. Posso essere nei guai. Posso avere problemi e preoccupazioni; posso venir lasciato solo da tutti. Arriva il momento in cui Bhagavan viene da te e ti dice: "Tu mi appartieni". Tutti possono dirti 'no', in quanto la società giudica in base alla posizione sociale, alla ricchezza, alla casta, agli schemi. Ma a Bhagavan tutto questo non importa assolutamente. "Tu Mi appartieni. Puoi scappare da Me. Puoi non far parte del gregge. Puoi fuggire. Puoi perdere la strada. Ma Mi appartieni!".
Il ritorno del figliuol prodigo, la parabola raccontata in modo mirabile da Gesù Cristo allora, ce la ridice il nostro amatissimo Bhagavan oggi, così: "Coloro che possono lasciarMi, è bene che sappiano che Io non li lascerò. Voi potete abbandonarmi; Io non abbandonerò voi. Io sono con voi, in voi, intorno a voi, sopra di voi. sotto di voi. Io sono voi". Ecco, è così : "Io sono te". Considerate questa affermazione! "Puoi trovarti ovunque. Puoi abbandonarmi, dimenticarmi. Ma tu ed Io, figlio Mio, siamo Uno. Tu ed Io siamo Uno". Questo è il culmine, è lo Zenith dell'Amore, la vera benedizione impartita all'umanità.
Rinascere
Come Gesù è il Salvatore, anche Bhagavan Sri Sathya Sai Baba è il Salvatore. Come Gesù è il Protettore, ora è Bhagavan Sri Sathya Sai Baba il Protettore. Come Gesù è l'Eterno Insegnante, Bhagavan Sri Sathya Sai Baba è l'Insegnante degli Insegnanti!
Porterò alla vostra attenzione che la vita di Gesù Cristo ha portato un nuovo cammino, una nuova direzione. La Sacra Bibbia dice: "A meno che non rinasciate un'altra volta, non entrerete nel Regno dei Cieli". Sì, 'a meno che non rinasciate un'altra volta'. È possibile, rinascere? Dobbiamo abbandonare questo corpo? Dobbiamo cercare un veleno e mettere fine a questa vita in questo corpo? Che cosa vuoi dire, o Signore? Sono vecchio - ho novant'anni! Come posso rinascere se non muoio? Il Signore risponde a questo modo: "Non è una questione di morte del corpo fisico. A meno che tu non rinasca 'spiritualmente', non entrerai nel regno dei Cieli".
Quindi, amici miei, qui troviamo un parallelo. "Oggi, proprio adesso, quanti anni hai? chiede Bhagavan. "Ho ottant'anni, Swami", risponde il devoto. È un uomo anziano, con dei nipoti! Ma Bhagavan dice: "Tu hai otto anni". Qualcuno si può chiedere. "Come? Otto anni? Ma è un vecchio!" Qual è il significato? "Swami, otto anni fa sono venuto qui e Ti ho visto per la prima volta. Quello è il mio vero compleanno. Otto anni fa sono venuto e Ti ho visto per la prima volta. Otto anni fa mi hai benedetto per la prima volta, perciò quello è il primo giorno della mia vita. Questa è la vera vita.Tutti gli anni precedenti sono stati giorni mal spesi di una vita malata, la vita di vanità; ma questi otto anni sono stati pieni di significato, pieni di scopo, fruttuosi".
"A meno che non rinasciate nuovamente" significa uscire dalla vita del mondo, dalla vita materiale, dalla politica mondana. Se stiamo lontani da tutto questo, il giorno in cui camminiamo con Dio, quando sentiamo Dio dentro di noi, questa è la seconda nascita. La chiamano 'Dwija' in sanscrito. 'Dwija': Dwi significa due volte; 'Ja' significa "nato". "Nato per la seconda volta" vuol dire "consapevole spiritualmente" o "risveglio spirituale". Questa è la vera vita, come la intendiamo ora.
Gesù Cristo era sempre fra la povera gente, e la consolava. "O Dio, perché sei qui?" Dio risponde: "Sono fra i poveri. Perché? Perché di loro è il Regno dei Cieli. È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel Regno dei Cieli"
Amici miei, non intendo dire che i ricchi qui non trovano posto. Non dico che dobbiamo essere poveri o lavorare per restare poveri. Non sono così stupido! (Risate). Qui per "ricchezza" o povertà si intende la "ricchezza di spirito" o la "povertà di spirito". Dovete essere ricchi di spirito: non dobbiamo mai essere poveri nello spirito. Qui Gesù accende l'Amore, vuole elevare l'umanità ad altezze più elevate.
Non voglio essere servito
Tutta la missione di Bhagavan, tutte le attività di servizio, sono intese ad alleviare le sofferenze del malato e sollevare il povero. Gesù disse: "Sono venuto a servire e non ad essere servito".
Alcuni devoti avevano avuto la grazia di un' interview. Chiesero a Bhagavan: "Bhagavan, dicci come possiamo servirti". Sono tutti membri dell'Organizzazione Sai: solo quelli hanno sempre dubbi. (Risate) È perché sono abituati ad agire schematicamente: "Come dobbiamo servire? Diccelo, così prepariamo delle circolari e le distribuiamo, con su scritto: 'Fate questo, fate quello'.
Bhagavan disse: "Non ho bisogno del vostro servizio. Guardate! Giorno dopo giorno, mattina e sera, io cammino fra di voi. Esco dal Poornachandra e cammino fra voi molte volte. Vengo tra di voi per servirvi. Perché allora voi offrite di servire Me? È irrilevante! Se servite i vostri fratelli, i vostri vicini, se servite l'uomo, servite Me!", disse Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. "Sono venuto per servire e non per essere servito".
Se siete abbastanza fortunati da avere un'interview, trovate il nostro buon Signore che accende il ventilatore ed accende la luce, perché noi non sappiamo come si fa! Lui stesso, quando ci materializza la Vibhuti, porta fuori un piccolo pezzo di carta, ci fa un pacchettino come quello delle pillole omeopatiche e ve lo mette in tasca. Ah! Quella è una visione divina, lasciatemelo dire! "Sono venuto per servire e non per essere servito".
Sappiamo anche che Cristo resuscitò dopo tre giorni, sebbene tutti credessero che fosse morto. Che cosa significa?
"Dalla menzogna alla Verità": Asato Maa Sad Gamaya;
"Dall'oscurità alla luce": Tamaso maa Jyotir Gamaya;
"Dalla morte all'immortalità": Mrtyormaa Amrtam Gamaya.
La risurrezione di Gesù Cristo non è un fenomeno fisico, non è un semplice miracolo biologico: essa è l'esperienza spirituale di un'esperienza. La risurrezione significa sentire che sono eterno e che il corpo è mondano. Il corpo, dopo tutto, è come una bolla d'acqua. Mentre la mente è una scimmia pazza. Come una bolla d'acqua, il corpo può sparire in ogni istante. Ma l'abitante interiore, lo Spirito, rimarrà per sempre. Questa è la resurrezione: essa significa consapevolezza del Sè, che è al di là della nascita e della morte, che è eterna ed immortale.
Conoscerete la Verità
Gesù dice, ed è anche ripetuto nella sacra Bibbia: "Conoscerete la Verità e la Verità vi libererà". Ehi! Le affermazioni che si trovano nella Bibbia sono perle, sono gemme preziose! Come siamo sfortunati se qualcuno non le capisce! Esse vi entrano diritte nel cuore! "Conoscerete la Verità e la Verità vi libererà".
Il nostro Signore Sathya Sai Baba dice: "Sathya è verità". "Conoscerete la Verità". Conoscete Sathya Sai Baba ed Egli vi libererà. "Conoscerete Sathya Sai Baba, Sathya, e conoscerete la Verità e la Verità vi libererà".Quando Lo conoscerete sarete liberi.
Che cosa è Sathya? Bhagavan spiega: "Sathya è eterna. Sathya è immutabile. Quel che è soggetto a cambiamenti, tutto ciò che dipende dalla pressione e dalla temperatura e dalla pressione esterna è un fatto scientifico. Non è la Verità. Ciò che cambia è un fatto; ciò che non cambia mai è la Verità".
"Conoscerete la Verità e la Verità vi libererà".
Qual è questa Verità che dovete conoscere?
La Verità che voi siete Dio.
Conoscete la Verità che dovete sperimentarLo un giorno o l'altro
Bhagavan stava parlando ad un gruppetto e mi capitò di sentire qualche frase, anche se io non sono autorizzato a sentire in pubblico (Risate). Sì. Che ci posso fare? A volte si è dei terroristi spirituali. (Risate) Che cosa disse? "Sentite di essere Dio. Dite che siete Dio". Un ragazzo chiese: "Swami, come posso sentirlo, come posso dirlo, se non lo sono?" "Se senti di essere un bufalo, sarai un bufalo!" (Risate).
Se credete di essere un bufalo, continuerete ad essere un bufalo anche nella prossima vita!
Diventate quel che pensate. Perciò, sentite così: "Io sono una scintilla Divina". Sì, siete una scintilla Divina, siete un membro del Divino; una scintilla, una fiamma della Divinità. Siete una goccia dell'oceano. Una goccia non è separata dall'oceano. Una goccia e l'oceano sono una e la stessa cosa. La fiamma ed il fuoco sono una e la stessa cosa.
"Conoscerete la Verità, e la Verità vi libererà". Questa Verità di identità, di esperienza, questa Verità, in cui io mi rendo conto di essere il riflesso, la reazione e la risonanza di Dio stesso - questa Verità vi rende liberi. Questo è ciò che dice Bhagavan.
Cercate il Regno dei Cieli
Nella Sacra Bibbia sta scritto: "Cercate il Regno dei Cieli, ed il resto vi sarà dato in aggiunta". Che cosa dice Swami?
Una volta Bhagavan chiese: "Anil Kumar, sei disposto a comprare la Mia macchina?" (Risate). Come posso? Io ho solo una bicicletta. Come posso comprare una macchina? E poi, una Mercedes! Dissi: "Mi dispiace, Swami, non posso".
Lui rispose: "Sei uno stupido! Puoi dare una semplice risposta: 'Bhagavan, se sei con Me, a che cosa mi serve una macchina? Posso avere il mondo intero! Che cos'è in fondo una macchina? Non potevi rispondere così?"
Allora: "Cercate il Regno dei Cieli, ed il resto vi sarà dato in aggiunta". Se Dio è con voi, se è dalla vostra parte, qualsiasi cosa Gli chiediate Egli ve la darà.
La precedente incarnazione di Bhagavan, il Signore Shirdi Bhagavan, disse: "Figli Miei, vi darò tutto ciò che volete, finchè vorrete Me". Mi ricordo un aneddoto: c'era una volta un re che collezionava tutte le cose più belle e più preziose di questo mondo, per poi poter dire: "Ecco le cose più preziose del mondo. Le darò ai miei sudditi, gratis. Chiunque può venire e prendere tutto ciò che vuole". tutti si misero in fila. E presero tutto ciò che desideravano.
Poi venne una ragazza che guardò tutto ma se ne andò a mani vuote. Il re, che osservava la scena dall'alto, si sentì insultato. Si vergognava di se stesso. "Che cosa succede? Perché questa ragazza se ne va dal museo senza aver preso nulla? Vuol forse dire che secondo lei ho raccolto cose senza valore?"
Scese, e chiese alla ragazza perché non era interessata alle cose che si trovavano lá. "Non sei interessata a queste cose?" "No, Vostra Maestà". "Non c'è niente che tu trovi interessante?" "Sì, una cosa la trovo interessante!". "Oh, bene. Dimmi che cosa è, e ti prometto che l'avrai."
La ragazza ripose: "Maestà, io voglio voi!"(Risate)
Nel momento in cui il re vi appartiene, l'intero regno è vostro.
"Cercate il Regno dei Cieli, ed il resto vi sarà dato in aggiunta".
Il perdono di Gesù Cristo
Questa è la storia di una donna di facili costumi. La volevano lapidare a morte. Molti le tiravano i sassi, ma Gesù, passando per di là, si fermò, e chiese che cosa stesse succedendo.
Gli fu risposto che, secondo la legge, le donne che si comportavano in modo immorale dovevano essere lapidate.
Gesù disse: "Fermatevi. Chi è senza peccato lanci la prima pietra. Certo, potete lapidarla, ma lasciate che a farlo sia quello che fra voi non ha mai peccato".
Tutti se ne andarono. Gesù si avvicinò alla donna e le disse: "Figlia mia, Io non ho commesso alcun peccato. Io ti perdono: vai, e non peccare più".
Questa è la grandezza del perdono.
Questo è ciò che dice Bhagavan. Il perdono è "Kshama". Il perdono è Verità. Il perdono è rettitudine. Il perdono conferisce pace e felicità. Il perdono sono le Sacre Scritture, i Veda.
Il perdono, l'insegnamento fondamentale di Gesù Cristo, è fenomenale. Gesù non voleva che nessuno criticasse gli altri. "Non giudicate, se non volete essere giudicati. Non condannate, se non volete essere condannati".
Che cosa ci dice Bhagavan Sri Sathya Sai Baba?
"Cercate le vostre colpe, i vostri errori, ed i meriti altrui". E poi: "Voi dite: 'Lui (o lei) sbaglia, è cattivo'. Che cosa è questo?! Come potete localizzare, identificare qualcosa di cattivo al di fuori di voi, a meno che questo non si trovi dentro di voi? Se non è in voi, non potete identificarlo, giudicarlo, non potete bollare nessuno con "buono" o "cattivo", a questo modo". E Bhagavan ha fatto l'affermazione illuminante: "Tutto è il riflesso, lo specchio dell'essere interiore". Qualcosa è cattiva perché siete cattivi voi. Sì, il vostro riflesso vi appare davanti.
"Non giudicate, se non volete essere giudicati. Non condannate, se non volete essere condannati. Siano benedetti i mansueti, perché di loro è il regno dei cieli. Coloro che lavorano per Me, quelli che piangono per Me, coloro che vengono perseguitati per Me, essi verranno a Me". Questo significa: "Abbandonate ogni attività. Arrendetevi a Me", come dichiara Krishna nella Bhagavad Gita. "Abbandonate tutto. Se venite a Me, sì, mi prenderò cura di voi". Il Sermone sulla montagna parla proprio di questo. Che meravigliosa promessa!
Quindi, amici miei, non possiamo considerarci separati dai cristiani. Ed i cristiani non si considereranno mai separati dagli induisti, se sono veramente spirituali. Se siete veramente spirituali non vi stigmatizzerete mai perché conoscete l'Unità che è alla base di tutto.
Questa mattina voglio sottoporre alla vostra attenzione alcune affermazioni, che sostengono ciò che andiamo dicendo, anche se so che nessuno ha dei dubbi su ciò che dico (Risate). Sì. Grazie a Dio, nessuno ha mai dubitato delle mie parole fino ad oggi.
Paolo, Galati 3:28
Fu San Paolo nel terzo capitolo, verso 28 di Galati che disse: "Non ci sono più ebrei o greci; non ci sono più schiavi o uomini liberi; non ci sono più uomini o donne: tutti siamo Uno in Gesù Cristo".
Che cosa ha da dire Bhagavan di questo? Una volta, parlando, dissi a Bhagavan: "Swami, nel nostro paese..." Pensavo di non aver detto niente di male! Ma Lui rispose: "Perché includi Me? (Risate) Io non sono un indiano!" "E che cosa sei? Un italiano, un greco, o che cosa?" "Io appartengo a tutti. Sono americano, italiano, tedesco, giapponese, e appartengo a tutti. Perché dici: 'Il nostro Paese?' Perché mi bolli a quel modo? Correggiti!" (Risate).
Quindi non ci sono ebrei o greci, no! Qui siamo tutti fratelli e sorelle, non membri o cittadini dei nostri rispettivi paesi. La geografia non ci può dividere, no! Il colore, la casta, il credo e la nazionalità non potranno mai dividerci. Credetemi, l'Amore di Sai scorre, una connessione divina ed un vincolo d'amore continuo. Quel vincolo d'amore è come un filo che passa tra i fiori di una bella ghirlanda, o quello che passa fra le gemme preziose, trasformandole in una splendida collana. Il filo che ci connette è il vincolo di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba.
Sia che voi siate americani o dello Zimbabwe, o di qualsiasi altro posto: tutti facciamo parte dello stesso Uno. Non ci sono più schiavi o persone libere. Non posso dire che sono l'uno o l'altro, perché agli occhi di Dio "tutti sono Uno, figlio mio. Sii come tutti". Questo è il messaggio di Gesù Cristo. E questo è ciò che Bhagavan vuole che adottiamo e mettiamo in pratica.
Siete tutte donne
Non ci sono più uomini o donne. Bhagavan ha detto: "Puoi considerarti un uomo per il fatto di avere dei baffi o una zazzera di capelli? I baffi sono una qualifica per potersi chiamare "uomo"? Anche lo scarafaggio ha i baffi! (Grandi risate) Anche i ratti hanno i baffi! Allora, se ti ritieni uomo per questo, circondati di scarafaggi!
Non sono i baffi ad identificarvi, né i pantaloni, né le camicie. Nelle grandi città molte ragazze indossano pantaloni e camicie. Quindi, neppure i vestiti sono il criterio di classificazione. Dopo tutto, quello che differenzia un uomo da una donna è solo il corpo. Ma l'abitante, l'Atma, è Uno. La Coscienza è Una. La Divinità è Una. È solo l'abito che cambia. Non esiste niente come "maschio" o "femmina".
Bhagavan ha fatto un esempio. In un collegio femminile, il giorno dell'anniversario del collegio, una ragazza impersonò il ruolo del re, un'altra di un soldato, ed un'altra quello della regina. Bhagavan ha detto: "Voi siete tutte donne!" Includo anche me stesso, così non vi arrabbiate con me! (Risate) "Fondamentalmente siete tutte donne!" La parola "femmina" non designa la considerazione fisica della forma. Si riferisce a "Prakrithi", la creazione materiale del corpo in generale. "Purusha" (maschio) si riferisce al "filo" dentro "Prakrithi", la corrente. Quindi, in "Prakrithi" tutto è femmina, siete tutti femmine, essendo il maschio ("Purusha") la corrente che passa attraverso il filo. E quello è solo il Divino. La Divinità è la corrente che vi pervade dalla punta dei piedi alla cima dei capelli. È al di là del genere (maschile o femminile). Bhagavan una volta ha detto: "Sono un uomo fra gli uomini. Sono una donna fra le donne. Sono un bambino fra i bambini. Ma lasciato a Me Stesso sono Dio". Ecco il parallelo: "Voi tutti siete Uno in Gesù Cristo", secondo San Paolo.
Matteo, 22:34
Matteo 22, verso 34: "Dovete amare il Signore, vostro Dio, con tutto il vostro cuore, con tutta la vostra anima e con tutta la vostra mente. Con tutto il vostro cuore, con tutta la vostra anima e con tutta la vostra mente dovete amare Dio".
Quando qualcuno va da Bhagavan e Gli dice: "Bhagavan, Ti servo", che cosa risponde Lui? "La tua è una devozione "part-time". Sei un devoto part-time, ecco tutto". "Swami, sono un devoto part-time?"
"Sí! Fai attività di servizio solo la domenica, come puoi definirti un devoto a tempo pieno?" Come un poliziotto indossa la divisa e fa il suo dovere, o un avvocato si mette la toga e fa l'arringa a favore del suo cliente, o un medico si mette il camice da chirurgo all'ospedale, tu reciti la parte del devoto part-time.
No: Matteo 22, verso 34: "Dovete amare il Signore, vostro Dio, con tutto il vostro cuore, con tutta la vostra anima e con tutta la vostra mente".
Nel capitolo 12 della Bhagavad Gita troviamo: Se mi adori in totale identificazione, avendo perso te stesso, allora sì, sei Mio devoto". Il Bhakthi Yoga, il dodicesimo capitolo della Bhagavad Gita, riguarda questo punto.
Allora: "Swami, come è possibile servirTi? Ho il mio lavoro, una famiglia da mantenere; i miei affari; devo anche pensare alla mia carriera politica: come posso servirTi?
Già, come posso amarTi con tutto il mio cuore e con tutta la mia mente? È possibile?"
Bhagavan ce lo spiega in questo modo: "Qualsiasi cosa facciate, offritela a Me". "O Dio, che questa cosa Ti sia gradita. Te l'offro". Tramite lo spirito di dedizione e con la comprensione dell'arresa di tutti i frutti dell'azione a Lui, qualsiasi cosa facciate, allora il vostro lavoro si trasforma in adorazione.
L'adorazione non è classificazione, non consiste nel dedicare un giorno della settimana al servizio. "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". Questo è ciò che dice Bhagavan.
San Paolo, Lettera agli Efesini, 6:12
San Paolo parla nuovamente in Efesini, capitolo 6, verso 12. Che cosa dice? "La nostra battaglia non è contro nemici in carne ed ossa. No, la nostra è una battaglia contro l'oscurità. È contro le forze spirituali del male in paradiso. La nostra lotta e la nostra battaglia sono contro le forze del male".
Tre giorni fa, Bhagavan camminava davanti a noi. Disse: "Dov'è il terrorismo? Dove sono i terroristi?" I terroristi sono presenti in tutto il mondo. "Terrorismo": leggiamo continuamente questa parola sui giornali. Che altro si può rispondere? "Swami, terrorismo? È ovunque".
Bhagavan disse: "No, no, sbagli".
Io lo so che sbaglio sempre. (Risate) Ma se non dico qualcosa, Lui non tira fuori la risposta giusta. (Risate) Così talvolta contribuisco a far uscire la soluzione dalla labbra Divine, sbagliando tutte le volte! (Risate ed applausi).
Sì! Se i miei errori Lo provocano e Lo fanno parlare, allora prego di sbagliare sempre! Perché no? Per causa mia, Lui diventa un libro di rivelazioni per gli anni a venire. (Applausi)
Bhagavan disse: "Tutti sono terroristi". Ehi! Io sono qui. "Sono un terrorista?" "Sì, lo sei! Tutti lo sono".
"Perché dici questo, Bhagavan?"
"La rabbia e la gelosia sono il terrorista in ogni uomo, in ogni persona. Dovete uccidere le qualità del terrorista in voi. Dovete uccidere la mentalità terrorista in voi, l'ego e la gelosia. Invece uccidete la gente. Li bollate come terroristi, mentre i terroristi siete voi. Il terrorista è in voi, ma etichettate gli altri come terroristi".
Ecco. Esaminate quest'affermazione! La nostra lotta non è contro nemici in carne ed ossa, l'altra gente. No, no, no ! Non combattiamo contro di loro. Noi dobbiamo lottare contro l'oscurità e l'ignoranza. L' idea che io sia il corpo, che io sia la mente, che io sia l'intelletto, tutto questo è oscurità. Devo lottare per uscirne. Devo combattere per levarmeli di torno. La mia è una battaglia contro l'oscurità dell'ignoranza. Questa battaglia, questa lotta, è contro le sottili forze del male della rabbia e dell'ego. Questi sono i veri terroristi.
Amici miei, sono sicuro che sarete d'accordo con me. Troviamo paralleli fra le affermazioni fatte in tempi diversi e lontani fra di loro, che chiaramente dimostrano l' Unità comune di base, la chiamata con lo squillo di tromba di Dio, che è ansioso di riversare su di noi le stesse verità senza tempo di era in era, in accordo con i tempi in cui viviamo.
Rivelazione, 19:11-16
Al cap. 19, versi da 11 a 16, troviamo: "Sulle Sue vesti e sulla Sua coscia è scritto un nome: 'Signore dei Signori, Re dei Re' ". Sulla Sua pelle e sulla Sua veste è scritto chiaramente: 'Signore dei Signori, Re dei Re'. Perchè parlo di questo?
Qualche anno fa, a Kodaikanal, Bhagavan aprì i bottoni della Sua veste. Per vostra informazione, Lui non indossa una maglietta sotto, solo la veste, e basta. L'aprì. Vi prego di credermi, amici miei. Sono conscio della Divina Presenza. Sebbene non abbia chiesto il permesso di dirlo, sono pronto a rischiare la vita. (Risate). Non ci sono segreti nella mia vita fino ad oggi. Questo dev'essere detto, avvenga quel che avvenga!
Quando ha aperto i bottoni, che cosa abbiamo trovato? Abbiamo visto il marchio di una conchiglia, uno shanka. Dall'altra parte c'era una ruota, un chakra. C'erano due grandi marchi sul suo petto. "Fammi guardare, Bhagavan!" "Dai, hai già visto", rispose Lui. (Risate) All'improvviso un ragazzo entrò con una telecamera, voleva riprenderlo, ah! Swami si intimidì. E richiuse la veste. (Applausi e risate).
Dobbiamo imparare da Lui come sentirsi maestosi, ma anche come sentirsi timidi. (Risate). Dobbiamo imparare da Lui come camminare in modo regale, con stile maestoso. Dobbiamo anche imparare da Lui come danzare, come camminare, a ritmo e a tempo. Durante l'Arathi, particolarmente, Lui ha un bellissimo swing... ah... questo è Bhagavan!
Allora amici miei, questi sono i due marchi, la conchiglia e la ruota... Essi sono sul Suo petto, come dicono le Scritture: essi sono i segni che si trovano sul petto del corpo fisico di un'Incarnazione Divina. Questo è ciò che è stato detto: "Sulla Sua veste e sulla Sua coscia, è scritto il Suo nome:"Re dei Re, Signore dei Signori". Bhagavan, con la conchiglia e la ruota, è il Re dei Re ed il Signore dei Signori.
Anil Kumar comincia a cantare:
Ramachandra, il Re dei Re,
Sai, adorato dal mondo,
vittoria al figlio della dinastia Raghu!
Vittoria all'Uno, che è la vita di Sita!
Il Re dei Re, sì! Perché porta con Sè lo stampo dell'autenticità, lo stampo dell'autorità, Egli è il Divino, nella totalità.
Giovanni, 14:2
In Giovanni cap. 14 verso 2 è scritto: "Nella casa del Padre Mio ci sono molte dimore". Questo è molto importante per i devoti Sai. Non sono l'unico induista a questo mondo. Voi non siete gli unici cristiani. L'Islam non è l'unica religione. No,no,no!!! Ci sono tutte le religioni.
(Anil Kumar comincia a cantare "Sarva Dharma Priya Deva". Significa: tutti i sentieri sono cari al Signore)
Egli è l'essenza di tutte le religioni. Da nessuna parte sta scritto: "Questa è la sola religione, questa è l'unica strada". Tutte le strade portano a Roma. Tutti i fiumi finiscono in mare.
Come dice Bhagavan: "C'è un grande edificio. Una stanza è quella da pranzo, poi ci sono l'ingresso, la veranda, la cucina, la camera da letto. Una stanza è l'America, una è l'Argentina, un'altra è Israele. I diversi Paesi sono diverse stanze. Tutto qui. Ma l'edificio è uno".
Dobbiamo pertanto capire che tutte le religioni sono Una. I sentieri sono molti, ma lo scopo è comune. I nomi e le forme sono tanti ma Dio è Uno. I fiori sono molti, ma l'adorazione è una. I gioielli sono molti, ma l'oro è uno. Le stelle sono tante, ma il cielo è uno. I Paesi sono tanti, ma il cuore è uno. Gli esseri sono tanti, ma il respiro è uno.
Ecco perché Bhagavan parla a questo modo: "Nella casa del Padre Mio ci sono molte dimore". Le molte religioni sono le molte dimore". Molte religioni hanno molti modi diversi di arrivare all'elevazione ed alla liberazione dell'umanità.
Giovanni, cap.2: 16
In Giovanni, cap.2, versi da 10 a 16, leggiamo: Ho delle altre pecore che non appartengono a questo gregge. Devo portare anche loro, affinché possano ascoltare la Mia voce. Così ci sarà un solo gregge ed un solo Pastore". Quelli che hanno potuto ascoltare i messaggi di Bhagavan alle conferenze internazionali, ed anche in altre occasioni, si sono resi conto che Egli ci ripete continuamente: "Tutto il mondo verrà qui. Tutti sperimenteranno. Sì, tutta l'umanità Gli appartiene. Il Creatore ha un diritto sulla Sua creazione. Lui dice: "Il mondo intero verrà da Me. Aspettate, osservate e vedrete".
Giovanni, cap. 14:34-35
In Giovanni, cap. 14:34-35, è scritto: " Vi do un nuovo comandamento: amatevi l'un l'altro come Io vi ho amato. Se avete amore l'uno per l'altro, tutti capiranno che siete Miei discepoli". Se avete amore l'uno per l'altro potete definirvi devoti di Sai. Senza amore, ma con gelosia, differenze, fazioni, chauvinismo linguistico, non ci si può chiamare devoti di Sai. Possiamo darci questa etichetta, ma non saremo devoti Sai.
Quindi amici miei, l'Amore è la quintessenza della Sua filosofia. Bhagavan dice: "Potete non fare adorazione, non osservare i rituali, non seguire le tradizioni dei vostri Paesi. Basta che abbiate Amore, perché l'Amore è Dio. Dio è Amore. L'Amore è la cosa più importante". Per questo Gesù Cristo ripete sempre: se avete delle differenze di opinione, risolvetele e offrite la vostra preghiera".
A volte Bhagavan Baba chiama uno di due persone che non si possono vedere e gli chiede: "Come sta tua suocera?" (Risate) "Ah, uh, sì, bene". "Che cosa dice tua suocera?" Non vuole che noi abbiamo relazioni del tipo: "Suocera-nuora", almeno per come queste sono nel Sud dell'india, specialmente in Andra Pradesh. Più particolarmente fra i Bramini. No! Risolvete le vostre dispute!
Una volta Lui chiamò il presidente ed il segretario di un Centro Sai. Li chiamò ed essi entrarono nella stanza delle interviste. Immediatamente Bhagavan uscì dalla stanza delle interviste. (Risate) Fece un giro fra i devoti e poi tornò da loro, e disse: "Voglio che litighiate anche qui, perché avete litigato anche altrove. (Risate forti ed applausi). Non dovete litigare! Amatevi l'un l'altro, è la cosa più importante.
San Marco
San Marco: "Non siete lontani dal regno di Dio". Che cosa dice Baba a questo proposito? "Se pensate di essere separati da Dio, non otterrete mai la Divinità. Non siete separati da Dio". "Il Paradiso è dentro di voi", dice la Sacra Bibbia. Se io dico: "Il Paradiso è là sopra, lo raggiungerò quando muoio", bene, vi aspetterò. No! È dentro di voi. Il Paradiso, Moksha o liberazione, o Nirvana, non è lontano da voi.
Che cosa devo fare allora? Sapere che è vicino, sapere che siete liberati. "Swami, come posso ottenere la liberazione, moksha?", chiedo, come se sapessi che cosa è la liberazione. Alcuni chiedono: "Come si fa ad avere Moksha?" La mia risposta è: "Amici miei, non ho ancora incontrato nessuno che mi potesse raccontare qual è il gusto di Moksha. Come posso dirvelo? Nessuno è venuto da me a dirmi: 'Ho ottenuto moksha'. Perciò che cosa posso dirvi io?" Ma che senso ha chiedere la liberazione, il nirvana o moksha, se non si sa bene che cosa sia?
Moksha secondo Bhagavan è la libertà dagli attaccamenti: moha-akshaya. 'Moha' significa attaccamento. 'Kshaya' vuol dire distacco. Bhagavan ha detto: "Una volta che vi siete liberati degli attaccamenti, quella è moksha. E non è lontana da voi. È a portata di mano". Prende in mano una penna e dice: "La lascio cadere. Tenerla a lungo è difficile. Lasciarla cadere è così facile. L'attaccamento è difficile, il distacco è semplice e facile. In accordo con San Marco, il Paradiso non è lontano da voi.
San Luca
San Luca disse: "Devi amare il Signore tuo Dio con tutta la tua anima, la tua forza, la tua mente; ed amare il tuo vicino come te stesso". Non so se l'ho già detto un'altra volta: è così semplice amare tutto il mondo, ma il nostro vicino no! (Risate) È molto difficile amare il vicino perché dividiamo lo stesso rubinetto, perché camminiamo sulla stessa strada e abbiamo un passaggio in comune. Posso amare un americano, un italiano, ma il mio vicino no, no! (Risate)
Quindi, sebbene venga detto: "Ama il tuo vicino come te stesso", sebbene sembri così semplice, facile non è. Se riuscite ad amare il vostro vicino amerete il mondo intero. Sì! Quell'amore segue automaticamente. Questo è ciò che intendeva Gesù Cristo. Bhagavan ha detto: "Se guardate negli occhi l'uomo che si trova davanti a voi, troverete il vostro riflesso". Non è un altro uomo: è solo VOI. Voi e lui siete uno. Questo è il genere di visione che dovete avere.
Giovanni, cap. 16, versi 25-28
In Giovanni, cap.16, versi da 25 a 28: "Ho parlato per parabole. Ma sta arrivando il momento di rinunciare alla parabole e parlare apertamente del Padre". Questo è molto importante, amici miei. Non che altri punti non siano importanti. Alcuni studenti mi chiedono: "Signore, mi potrebbe dire per favore quali sono le domande importanti a cui bisogna saper rispondere per l'esame?" Io rispondo: "Pensate che vi insegni anche cose poco importanti?" (Risate) Tutto ciò che insegno ha la sua importanza. Alcune cose però sono un po' più importanti, ed altre ancora sono importantissime. Tutto qui. Non c'è niente che non sia importante.
In Giovanni, cap.16, che cosa è scritto? Se scorrete tutti i discorsi di Bhagavan dal 1950 al 1980, troverete che sono pieni di scherzi, di parabole. In tempi più recenti, ha parlato di laser, magnetismo, elettricità, calore etc. Non ci sono più storielline, perché: "È tempo di smettere con le parabole, e di comunicarvi quello che vi devo comunicare". Stiamo per ricevere un messaggio importantissimo. Abbiamo ricevuto un messaggio importantissimo durante tutti gli ultimi quindici anni. Ci sono meno storie. Se fate un'analisi comparativa vi renderete subito conto di questo.
"Swami, perché fai così? Noi amiamo le storie. Amiamo l'umorismo. Ti prego, torna ai vecchi tempi". La risposta di Bhagavan è questa: "Per quanto tempo volete restare all'asilo, ad imparare l'alfabeto? Tutta la vita? Quando prenderete un diploma e la specializzazione? Quando diverrete padroni della vostra mente, dei "grandi cervelli"? È assolutamente essenziale elevarsi da uno stato a quello successivo. Ecco perché non ci sono più parabole".
"Ho parlato a voi in parabole, ma è arrivato il tempo di rinunciare alle parabole e parlarvi apertamente del Padre".
La maggior parte dei discorsi parlano della Divinità, la manifestazione, i valori umani, la pratica spirituale (sadhana) da adottare.
L'uomo più fortunato e quello più sfortunato
Quanto siamo fortunati! Amici miei!
Una volta ci fu una conversazione... Pochissimi lo sanno. Scusatemi se la rendo pubblica.
Nel corso di un mio discorso a Brindavan, dissi: "Chi è l'uomo più fortunato del mondo?? Bhagavan era là, seduto sull'altalena, e mi ascoltava: "Che dice questo?" (Risate)
"Il devoto Sai è l'uomo più fortunato del mondo", dissi.
Perché? Perchè nonostante tutti i nostri peccati, i nostri errori etc., possiamo avere il Tuo Darshan. Non mi sfuggi. Sono il più fortunato. Ho molte debolezze, ma posso vederTi. Posso cantare la Tua gloria. Posso gioire della Tua bellissima forma e del Tuo sguardo ammaliante. Ecco perché il devoto Sai è il più fortunato di tutti.
"Chi è il più sfortunato?" "Bhagavan, Tu sei il più sfortunato". "Perché?" Subito Swami si mise a sedere più diritto, e si vedeva che ascoltava attentamente ciò che dicevo.
"Sei sfortunato perché ci hai detto sempre le stesse cose, non solo oggi, ma anche come Rama, come Krishna, come le Dieci Incarnazioni, e come Gesù Cristo; sempre le stesse teorie. Anche oggi le ripeti e noi non le recepiamo. (Risate) Devi guardare le nostre facce, che sono senza espressione, senza reazione. Ecco perché tu sei il più sfortunato ed io il più fortunato".
Swami rispose:""Bhaaga Chepaavu, corretto, corretto!" (Applauso scrosciante e risate)
Amici miei, Dio si è preso molte possibilità di parlarci, ed ancora ne prenderà. Non è mai stanco di ripeterci le stesse cose. Alcuni di noi si chiedono: "Ma ci ha già detto queste cose, perché ce le ripete?" Non è per registrarcele nel cervello. Il cervello NON è un registratore. È per la vostra informazione. Il cervello non è un computer, per cui vale:" lo so, l'ho già sentito".
Qualcuno ha chiesto: Bhagavan, quanto a lungo vuoi parlare? Ripetere le solite cose? Per quanto tempo vuoi continuare a ripetere le stesse cose?" Risposta: "Fino a quando le metterete in pratica"(Risate) "Fino a quando le mettete in pratica e le sperimentate"
Buon Natale!
La festività, la gaiezza e la gioia del Natale si sono già diffuse nel Campus. Le decorazioni ci salutano, qui nella Sai Kulwant Hall. Il Natale è un momento di gioia, di sacrificio e di amore. Il messaggio di Gesù comprende tre punti importanti: Amore, Gioia e Sacrificio. Se amate siete pronti al sacrificio. Dal sacrificio trarrete gioia. Senza Amore, siete possessivi, attaccati. Senza sacrificio, non c'è gioia. Solo il sacrificio conferisce l'immortalità, dicono le Sacre Scritture.
Il figlio di Dio, l'Unigenito Figlio di Dio, Gesù Cristo, sacrificò la sua stessa vita sulla croce per l'intera umanità. Che sacrificio maggiore di questo potrebbe mai esserci? Si sacrificò per l'umanità, affinché potessimo avvicinarci a Lui sempre più, sempre a Lui più cari, fino a quando verrà il giorno in cui diverremo Uno con Lui.
Buon Natale, buon Natale!
(Anil Kumar conclude il suo discorso cantando il bhajan "Ksherabdhi Sayana")