Cari fratelli e sorelle!
I quattro valori umani fondamentali sono necessari
La società in cui viviamo oggi vuole mettere sotto esame il tipo di vita che conduciamo.
Abbiamo ogni sorta di comodità, ogni lusso. Non c'è penuria di risorse, abbiamo una posizione e la disponibilità di molto denaro. Ma ci viene negata la felicità basilare. Possiamo ottenere tutto, possiamo possedere tutto. Ma non riusciamo ad avere la pace mentale, non sappiamo che cosa sia la beatitudine.
Una volta Bhagavan ha composto alcuni versi. So che molti di voi non conoscono il Telugu, perciò vi darò la versione inglese:
"Senza la Verità, la Rettitudine, la Pace e l'Amore, tutta la vostra istruzione non vi servirà a nulla. Senza Verità, Rettitudine, Pace ed Amore, qualsiasi posizione occupiate, quale che sia il livello sociale in cui vi troviate e qualsiasi potere siate in grado di esercitare, è tutto senza valore. Senza Verità, Rettitudine, Pace ed Amore, tutti gli atti di carità, tutte le donazioni ed ogni sostegno alle fondazioni di beneficenza sono inutili".
Swami con questi versi chiarisce che i quattro valori fondamentali sono più necessari ed importanti della posizione sociale, della ricchezza, della carità e delle opere di beneficenza.
Questi valori sono: la Verità, la Rettitudine, la Pace e l'Amore. Oggi questi valori sono in pericolo. Non siamo in grado di mantenere una sorta di equilibrio fra le attività mondane e Dio.
Il sistema di Sai è la moderazione
La maggior parte della gente segue i sistemi del mondo. Il più estremo è il materialismo. "Vogliamo soldi, una posizione sociale, la ricchezza, vogliamo vivere a lungo. Vogliamo vivere cento anni!" Bene, benissimo! Non ho niente in contrario al fatto che vogliate vivere cent'anni! Questa gente la pensa così: "Questo mondo è la verità. L'esperienza del mondo è eterna". Questo è il punto di vista materialistico, che è estremista.
C'è un altro punto di vista estremista, quello spirituale! L'attitudine di questa gente è: "Non voglio questo mondo. Il corpo è inutile. I piaceri del mondo non hanno nessun valore. Non voglio vivere a lungo. Solo Dio è importante". Questo è l'altro estremo.
E noi, dove siamo? Siamo da qualche parte in mezzo a questi due estremi: entrambi devono essere lasciati cadere, immediatamente! Gli estremi sono sempre pericolosi - sia il mondo che ha come radice il materialismo, sia la spiritualità, che ne rivendica i frutti. Ma i frutti non esistono se non c'è la radice, perciò la radice ed i frutti devono coesistere. Il messaggio di Bhagavan è questo: vivi nel mondo, ma resta distaccato da esso.
Sulla superficie dell'acqua troviamo sia la barchetta che attraversa il fiume, sia la nave che viaggia per gli oceani. L'acqua non entra né dentro l'una, né dentro l'altra. Così dovremmo essere noi: dovremmo galleggiare sull'acqua, senza permettere che essa penetri dentro la barca. Un altro esempio di Bhagavan è quello del fiore di loto, che fiorisce sulla superficie dell'acqua. Sebbene esso viva in acqua, l'acqua non entra nel fiore. Proprio come succede per la barca e la nave, che galleggiano sulla superficie dell'acqua. È uno stato di equilibrio. Non c'è totale rinuncia, né totale attaccamento.
Amici miei, il sistema di Sai è moderato. È equanime. Non vuole trascinarvi verso nessun estremo. Se dite: "Il mondo è necessario ed importante; non c'è niente di meglio del mondo": questo è materialismo, ed è un estremo. Se assumiamo questa posizione, vivremo una vita all'insegna dell'insoddisfazione, poiché il materialismo non porta da nessuna parte, non ha una fine, non ha un limite. Dove finisce la nostra caccia alle cose, il nostro perseguimento come uomini? Dove finiscono i nostri desideri? Il limite è il cielo. Alla fine ci perderemo in tutto questo. Non si possono soddisfare tutti i desideri. Non è possibile. Nessuno può dire: "Signore, tutti i miei desideri si sono realizzati". Nessuna persona onesta può fare una simile affermazione; non se è onesta con se stessa, almeno.
Il desiderio non può essere soddisfatto. Il desiderio è qualcosa di simile al fuoco: tutto ciò che getti in esso si brucia. Il fuoco non dirà mai: "Basta, grazie!" No! Ne vorrà sempre di più, di più, di più. Se una città viene distrutta dalle fiamme, perché non anche la prossima? Il fuoco è così, brucia più che può. Col fuoco non c'è mai un punto, solo una virgola. Il desiderio è come una virgola. Non è mai un punto. Continua a consumare la nostra vita fino a quando la vita si esaurisce. Il materialismo, che è un estremo, non ci darà mai la felicità e la soddisfazione, o qualsiasi altro appagamento.
L'altro estremo viene portato avanti "in nome" della spiritualità: "Non voglio più i miei parenti, non voglio più mangiare, voglio metter fine alla mia vita. A che cosa serve la vita? A che cosa serve questo corpo?" Questo è un altro approccio privo di senso. È anche un approccio idiota, totalmente stupido, perché la vita non è una mia creazione; e non è nelle mie mani.
Questo corpo è un potente strumento. Il corpo ci viene dato per conseguire la realizzazione. Il corpo è un dono di Dio. Non potete dire: "Non lo voglio". Chi siete voi per poter dire una cosa del genere? Mica l'avete avuto per vostra scelta personale! Nessuno di noi ha potuto fare un' "ordinazione": "Oh, Dio, voglio un corpo alto almeno un metro e novanta e di bell' aspetto!" Non abbiamo fatto quest'ordinazione! Il corpo ci viene dato da Dio. La vita è un dono di Dio. Perciò, questa vita-data-da-Dio, questo corpo dato-da-Dio, questo mondo, o Creazione, non può venir rinnegato. Né dev'essere condannato.
Bhagavan dice: "Visvam Vishnu Swarupam", che significa: "La creazione altro non è che il riflesso del Creatore. Il riflesso del Creatore è la Creazione. Se dico che la Creazione non ha senso, significa che anche il Creatore non ne ha. Non posso dire una cosa del genere!!! O almeno, non posso osare di dirlo! In mancanza della parola "figlio", non esisterebbe la parola "madre". Le due parole sono interdipendenti. E se dico: "Questa persona è così e così, il figlio di...", questo significa che da qualche parte c'è una madre.
Quindi, amici miei, la totale rinuncia, il distacco e la condanna totali del mondo, esprimono una totale ignoranza. L'aderire al mondo, credendo che esso sia tutto, che tutto cominci nel mondo e che tutto finisca in esso, è uno stato di innocenza. L'una è ignoranza, l'altra è innocenza. Ma entrambe le cose sono assurde! (Risate) Se ci affidiamo al nostro buon senso, agendo senza insensatezze, ci troveremo nel mezzo, dove le due cose in qualche modo si incontrano. Siamo in presenza di qualcosa che possiamo definire il diritto ed il rovescio della stessa medaglia: il mondo e tutto ciò che ad esso è connesso, da una parte, e Dio, il Creatore, con la Sua Creazione, dall'altra. Se dite: "Voglio solo questa cosa e non quella", chiedete una cosa impossibile. C'è un buon esempio a proposito. Se dite: "Voglio camminare senza portarmi dietro l'ombra"... questo è impossibile! La vostra ombra vi seguirà. Non si può evitare.
Sai Yoga
Amici miei, la strada che Sai vi indica è quella di una vita equilibrata. Sai vuole che la nostra vita sia finalizzata ad uno scopo. La nostra vita ha la sua base in questo mondo, sebbene il suo scopo sia al di sopra ed al di là del mondo. I germogli dell'albero raggiungono il cielo, sui rami che si dirigono in ogni direzione, ma le sue radici sono ben piantate nella terra. Guardatelo! Ha le radici ben fisse per terra! Dobbiamo essere consci di questa vita, capire di che cosa si tratta. Ma allo stesso tempo, dobbiamo avere anche una completa comprensione della sua meta e del suo scopo. Per ricordarceli, Dio appare sulla terra di era in era, perché noi spesso restiamo incagliati ad un estremo od un altro.
Un semplice esempio: prima di giungere qui, molti di noi avevano una mente unicamente rivolta al denaro, alla posizione sociale: una mente egoistica. Dopo esser venuti da Bhagavan, siamo diventati consapevoli della nostra debolezza. Non dico che l'abbiamo superata. Non lo dico. O almeno, non ne sono sicuro. Ma siamo consapevoli dei nostri errori, dei nostri impedimenti, delle nostre trappole. Quelle cose, di cui in passato eravamo fieri, non sono più oggetto del nostro orgoglio. Sono consapevole di questo.
Il sentiero di Sai è una specie di punto centrale dal quale possiamo agire in entrambe le direzioni. Questo è il sentiero di Sai o "Sai Yoga". "Yoga" significa "disciplina". "Sai Yoga" significa: "Un sentiero spirituale disciplinato, che combina il mondo e Dio, la Creazione ed il Creatore. Non è il caso di ometterne uno e scegliere l'altro. Non ci sono né omissioni né cancellature, né commissioni, né sottrazioni, niente di tutto questo! È totale, completo. Perché la vita è totale. Non possiamo frammentarla o dividerla.
La stagione natalizia è passata
Uno fra le Grandi Anime che visitarono questo pianeta, fra le più grandi, fu il Signore Gesù Cristo. Il più grande, il più sublime, il più nobile e totalmente Divino Visitatore Cosmico che visitò il Pianeta Terra, fu Gesù Cristo. Il mese di Dicembre è tempo natalizio. Il Natale è celebrato ovunque, lo so. Avendo studiato in una scuola cristiana, ricordo con piacere i giorni in cui festeggiavamo il Natale, per tutto il mese di Dicembre. C'era il Natale in famiglia, il Natale a scuola, il Natale in società ed oggetti natalizi! Natale, Natale, Natale, Natale... ah! So bene di che cosa si tratta.
Voglio pensare a fondo a quei giorni e condividere con voi alcune idee su Gesù, sia oggi che domenica prossima, e poi voglio continuare anche le due domeniche successive. Penseremo al Natale, alla Cristianità, ad alcuni dei preziosi principi che la Cristianità ha dato all'umanità in relazione al messaggio di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Faremo dei paragoni fra il "vangelo" di Sai e la Sacra Bibbia, insieme a ciò che Baba fa ed ha in programma di fare. Voglio condividere alcune idee con voi; cose che la maggior parte di voi conoscono già.
Le cose buone vanno sentite e risentite. "Perché? Lo sappiamo già!" Se ho questa reazione, vuol dire che non è vero che quelle cose le so già! Posso dire onestamente che so una cosa se "sperimento" che cosa so. Se non ne ho l'esperienza, tutto ciò che so è conoscenza libresca, superficiale. Tutta quella conoscenza superficiale è quella che è ammucchiata e registrata nel computer chiamato "cervello umano" e non serve a nulla.
Quindi, amici miei, Bhagavan ha riportato ripetutamente il seguente esempio.
Voi bevete il caffè molte volte. Non dite: "Ieri ne ho bevuto tre tazze. Ho preso il caffè, quattro tazze al giorno, per quarant'anni! Che cosa voglio di più? Non lo voglio più".
Non parliamo a questo modo: ne vogliamo invece bere una tazza appena fatta, ora! Oppure, indossiamo lo stesso vestito. Non diciamo: "Questo modello l'ho già indossato in passato, non lo voglio". No, non parliamo a questo modo.
Riempiamo lo stesso stomaco, laviamo la stessa faccia. Ma, per qualche ragione, non vogliamo sentire di nuovo le stesse Verità filosofiche e spirituali più e più volte. La più grande tragedia è credere di sapere qualcosa, sebbene questa cosa non sia stata veramente "conosciuta". È la più grande tragedia. Bhagavan deve benedirci con la chiarezza e l'esperienza che ci autorizzano a dire: "Lo so". Solo allora possiamo dire onestamente: "Lo so". Non prima di allora.
Permettete che vi esponga alcuni punti su ciò che Baba ha da dire, lo sfondo del "vangelo di Sai".
Questo periodo del Santo Natale richiede che noi utilizziamo il nostro tempo in modo contemplativo e meditativo.
(1) e (2) Il vero nome di Gesù è ISA
Che cosa ha detto Baba? In uno dei Suoi discorsi, Baba dice: "Il nome originale di Gesù è 'Isa' ". Swami ci invita a dire questo nome ripetutamente: "Isa, Isa, Isa, Isa, Isa, Isa -Sai!" Ripetendolo continuamente, diventa "Sai". Quello è Sathya Sai Baba, capite? Il nome originale di Gesù è Isa, nome che, ripetuto, diventa "Sai". Entrambi significano 'Eshwara' o 'Dio, il Divino'. Questo è ciò che Baba ha detto.
Bhagavan nei Suoi discorsi ha anche detto: "Gesù visitò il Tibet, dove visse per qualche tempo, in un Monastero. I manoscritti possono essere visionati ancor oggi. Questi manoscritti si riferiscono a Lui come "Isa"; in essi è registrato chiaramente che Gesù veniva chiamato da tutti "Isa". Questo è ciò che ha detto Bhagavan.
Poi: "Isa", come Baba spiega, diventa "Sa" (Divino) + "i" (pronunciato "e") che è ciò che noi chiamiamo "Madre Divina". Perciò: "Isa" significa "Madre Divina". "I" è "Madre" e "Sa" vuol dire "Divino". "Isa" significa "Madre Divina"; così ha detto Baba.
La parola "Baba" significa "Padre". Gesù ha sempre chiamato Suo Padre "Abba". Come noi diciamo "papà", Gesù ha chiamato Suo Padre "Abba". "Abba" quindi vuol dire "Padre, e "Sai", "Madre". Cioè: "Isa" + "Abba" = uguale "Sai Baba", che equivale a dire "Madre Divina" e "Padre Divino". Questo è il secondo punto interessante.
Tutti questi punti li ho tratti da alcuni discorsi di Baba.
(3) Gerusalemme è molto importante
Il terzo punto: il luogo conosciuto come "Gerusalemme" è un posto molto importante, sia perché è il luogo di nascita di Gesù, sia perché è la Terra Santa per tutti i Cristiani. Gerusalemme è importantissima da ogni punto di vista biblico, che si riferisce a Gerusalemme come luogo della Nascita. Che cosa significa questo nome? "Gerusalemme" significa: "Città della Pace eterna". "Salem" significa "Pace" e "Jeru" vuol dire "luogo". Gerusalemme significa: "il luogo dove dimora la Pace".
Qual è il nome del luogo in cui ci troviamo? "Prasanthi Nilayam"! "Prasanthi" è composto dalla parola "Shanti" che vuol dire "Pace". "Prasanthi" significa: "suprema pace spirituale". "Prasanthi Nilayam" quindi ha lo stesso significato di "Gerusalemme: luogo della Pace Eterna. Dobbiamo tenere a mente queste cose, e ritornare ad esse col pensiero più volte!
(4) Sono più grande di quanto pensate
Da bambino Bhagavan dichiarò: "ConoscerMi non è possibile a nessuno. Neppure con le più avanzate tecnologie, o con i più sofisticati sistemi elettronici, sarete mai in grado di capire pienamente la Mia natura". Baba non può essere "conosciuto". Baba può soltanto essere "sperimentato". Coloro che cercano di analizzarlo, non possono farlo, perché Baba non può essere analizzato, ma solo sperimentato!
Ci sono dei Sacri testi nei Vedanta (ultima parte dei "Veda", le Sacre Scritture Indù; n.d.t.) che si chiamano "Sahat Darshana": sono i sei sentieri classici che conducono al Divino. Noi non ne abbiamo la consapevolezza. Allora Baba, visto che non conosciamo gli "Shat Darshana", ci dà il "Cut Darshana"! (Gioco di parole: Anil Kumar si riferisce al fatto che nel periodo in cui egli fa questo discorso, Baba ha l'abitudine di "tagliar fuori" dal Darshan la parte in cui nel Mandir si siedono gli uomini: "cut" in inglese significa "taglio". Al pomeriggio Baba entra nel Mandir passando solo dalla parte delle donne, evitando il lato dove siedono gli uomini; n.d.t.).
Comunque, un "Darshan" è un "Darshan", da qualsiasi distanza si abbia, perciò siamo contenti comunque.
Il punto sul quale voglio attirare la vostra attenzione è questo: non si deve mai pensare di aver capito completamente. "Non credete mai di averMi capito pienamente, perché Io non posso essere capito". Perché? Perché l'esperienza spirituale è al di là della spiegazione; è al di là della comprensione. Non può essere pensata dalla mente e non può essere espressa a parole. L'esperienza spirituale è al di là dell'espressione verbale e della comprensione mentale.
Quindi, che cosa dice Baba? La Sacra Bibbia afferma chiaramente: "Sono più grande di quanto credete". Allora, che cosa dobbiamo fare? "CercaMi, cercaMI e trovaMi". Perché? "Perché sono al di là della vostra valutazione". Dio non vi permetterà mai di "valutarLo". Non è possibile costringerlo nella cornice della nostra tecnologia. Nessun barometro, nessun termometro, nessuna bilancia può dire all'uomo qualcosa del Divino. Il Divino è molto "di più" di quanto sapete. Quanto sapete non basta.
"Nedham Yedhide Upaasathe": questo è un verso delle Upanishad. Il significato di questo verso è: "Non questo, non quello, qualcosa in più". Pensate di avere l'esperienza di Cristo, "sentite" che state vivendo in Cristo, ma NO! È qualcosa al di là di questo: "Io sono più grande di quanto credete".
"Io sono più grande di quanto credete" significa che si deve essere sempre in una costante ricerca. Dobbiamo essere sempre in una pratica spirituale costante, con un certo struggimento, un desiderio pressante, un'ansietà, un'avidità di sapere. Dovrebbe crescere sempre, ogni giorno di più. Non c'è mai un punto di saturazione nella spiritualità. Nel materialismo c'è un punto di saturazione: una volta che si diventa "primo ministro", dove si può andare, più in alto di là? Anche dal punto di vista del denaro, gli esattori delle tasse ad un certo punto diranno: "Di più non è possibile". Anche dal punto di vista della vita, i dottori un giorno diranno: "Ora basta, i giorni sono contati". (Risate).
In altre parole, amici miei, tutto ha un limite o si trova entro certi limiti in questo mondo. Tutte le esperienze fisiche, tutti i possedimenti, le acquisizioni, le cose materiali hanno un "limite". Ma la ricerca spirituale, l'esperienza spirituale, l'investigazione spirituale, l'indagine spirituale... non finiscono mai. Perché? Perché non c'è un punto di saturazione. Si deve essere in eterna ricerca. È una "ricerca", non una "domanda".
Tutte le cose del mondo sono argomento di possibili domande. "Quanto devo guadagnare?, "Quanto devo vivere?", "Quanta carriera devo fare ancora?". Domande, sempre più domande. Ma la spiritualità non è una domanda. È una ricerca. Dobbiamo capire che l' esperienza spirituale è una ricerca, non è una domanda. È un'eterna ricerca, che voglio portare alla vostra attenzione.
(5) Smettetela di lavorare psicologicamente
Un evangelista molto famoso, un missionario famoso in tutto il mondo, cominciò a condividere il suo vangelo con tutti nel mondo. Poi Dio gli parlò interiormente e gli disse: "Smetti di lavorare psicologicamente, non lo fare: comincia a lavorare spiritualmente". Questo significa che vogliamo interpretare Dio in termini di teorie, dottrine, e dal punto di vista dei libri Sacri. Un libro di testo, anche se è Sacro, è conoscenza accumulata. Ogni teoria è un'informazione presa a prestito. Tutte le dottrine sono informazioni di seconda mano. Ma la spiritualità ci impone di avere percezioni ed esperienze dirette, di prima mano.
La spiritualità è diretta. È una ricerca e non è una domanda. E visto che è diretta, potete avere l'esperienza diretta solo se smettete di lavorare psicologicamente.
"Signore, che cosa devo fare?"
Lavorate spiritualmente, non psicologicamente.
Qual è la differenza fra il lavoro spirituale e l'investigazione psicologica? L'indagine psicologica, il "domandare", provengono dall' ego, solo dall' ego. La mente è piena di ego, con lo spirito dell' "io", lo spirito dell'identità, della dichiarazione. L'ego vuole sempre acquisire qualcosa. La mente vuole sempre, vuole, vuole, vuole, vuole tutto ciò che può avere, anche nella spiritualità. Ma quanto questo "volere" si ferma, le cose cominciano ad arrivarci. Arrivano quando non vogliamo più niente.
Amici, smettete di lavorare psicologicamente. Non discutete mai con la vostra mente, perché Dio è al di là della mente.
Una cosa è l'indagine, un'altra è la ricerca dell'esperienza, della riflessione, dell'investigazione in profondità. Smettete di lavorare psicologicamente e lavorate spiritualmente.
Dopo tutto, il buon Pastore Gesù lavorò sempre. Stette sempre fra i pastori.
I pastori non erano laureati. Non avevano il computer. Ma erano molto saggi. Erano tutti mansueti in compagnia del Signore.Tutti i discepoli di Gesù Cristo avevano una vita beata, pacifica. Perché? Perché non lavoravano psicologicamente. Agivano spiritualmente.
La spiritualità è intuitiva. La psicologia è cosa della mente, e richiama all'analisi. Per smettere di lavorare psicologicamente si deve smettere di analizzare. L'approccio spirituale significa "smettere di analizzare". L'approccio spirituale richiede che voi analizziate, l'approccio spirituale richiede che voi "realizziate". Realizzate spiritualmente, quindi, ma non analizzate psicologicamente! Se vorrete analizzare psicologicamente, non potrete mai sperimentare spiritualmente. Potete "realizzare" spiritualmente, e dirigervi verso ulteriori esperienze di Dio.
(6) Che cosa disse San Paolo
Il sesto punto riguarda S. Paolo e ciò che Egli disse di meraviglioso. La maggior parte di voi conoscerà senz'altro le sue parole. Come Baba ha detto: "Tutte le religioni insegnano solo cose buone. Se le nostre menti sono buone e sane, nessuna religione può essere sbagliata. Indiani, ascoltate queste parole". È in questo contesto che voglio ricordarvi le parole di San Paolo. "Il giorno del Signore verrà come un ladro nella notte". Questo è ciò che disse San Paolo. Pensiamo a queste belle parole. (Anil Kumar comincia a cantare un Bhajan.)
Bada Chitta Chora Brindavana Sanchara,
Gopala, Gopala, Hey Murali Gopala!
'Bada Chitta Chora': chi è "Chitta Chora"? (Bada = grande, Chitta = cuore, Chora = ladro). 'Bada Chitta Chora' significa "un grande ladro", un ladro espertissimo ad ogni livello, continentale, intercontinentale e cosmico!!!
'Bada Chitta Chora' significa "ladro di prima classe, ladro numero uno". (Risate). 'Brindavana Sanchara' vuol dire che questo ladro si muove nel giardino Brindavan. "Brindavan" è il giardino del cuore umano, non "Brindavana" dei giardini di Mysore! Non è un giardino localizzato geograficamente. Brindavan è il cuore umano. 'Bada Chitta Chora' è un gran ladro, che si muove nel giardino del cuore umano, fra i fiori di gelsomino del coraggio e le rose della virtù e del buon carattere. Ci sono fiori bellissimi e profumati, nel cuore umano. 'Govardhanadhara' significa: Dio dimora nel cuore umano.
Ecco che cosa significa. 'Bada Chitta Chora': sì, Dio viene come un ladro, senza annunciarsi. Nessun ladro viene mandandovi prima il suo biglietto da visita! (Risate)
"Bada" significa "un uomo di grande, grandissima esperienza".
Esaminiamoci. Com'è che Bhagavan dimora nel nostro cuore, sempre? Appena arriviamo a casa, vorremmo tornare qui. Quando siamo qui, tutte le nostre responsabilità, i nostri impegni, i nostri obblighi, ci chiamano a casa. Qui Lo vediamo; a casa Lo pensiamo. Ma qui o là, Bhagavan è ovunque. Qui o là , Swami è dappertutto. Qui lo vediamo fisicamente, a casa lo sperimentiamo psicologicamente e spiritualmente. Là lo sperimentiamo nel nostro cuore, senza che gli altri se ne accorgano. Non abbiamo bisogno di raccontare agli altri le nostre esperienze interiori.
"Oh Signore! È tanto tempo che non vengo a Puttaparthi. Bhagavan, mi sei mancato terribilmente. Ho fatto tutto il possibile per venire, ma questa situazione non me lo permette, non mi posso muovere". Il buon Dio appare nei suoi sogni e gli dice: "Figlio Mio caro, Io sono qui! Perché temere, se ci sono qua IO?" Così, Lui appare. Ma quando Lo vuoi nei sogni, non viene mai. Anzi, magari sogni qualcosa di terribilmente spaventoso o di vergognoso! Bhagavan non ti apparirà mai in sogno quando vuoi tu; appare quando lo vuole Lui, inaspettatamente e senza preavviso, perchè Lui é il "Ladro Numero Uno"! (Risate).
Un ladro viene sempre di nascosto. Quando noi parliamo, viene chiamato un gruppo in intervista. Noi siamo ansiosi di andare alla "Canteen" (la Mensa; n.d.t.) a fare colazione. Visto che siamo stati seduti lì dalle cinque, o persino dalle quattro e mezzo del mattino, i nostri stomaci sono vuoti, e dicono: "Alzatevi! La pizza vi aspetta!" Veramente vogliamo alzarci... ma proprio in quel momento Bhagavan esce dalla stanza delle interviste. Dobbiamo sederci di nuovo! (Risate)
'Proprio' quando ci stiamo preparando ad andarcene, Bhagavan esce dalla stanza delle interviste! E tutti vogliono sedersi di nuovo. Perché? Perché Lui è "Bada Chitta Chora".
Senza vedervi, non vi può evitare
Swami non dà un orario specifico per il Darshan. Non c'è orario, perché Lui adora tenere la gente sulle spine, perciò ogni momento fra le sette e le sette e trenta del mattino è tempo di Darshan. Ma veramente è più esatto dire che ogni momento fra le sette e trenta e le dieci può darsi che ci dia il Suo Darshan. C'è il tempo di andare a far colazione e tornare, ma siamo sempre ansiosi, perché registra la nostra assenza e ignora la nostra presenza. Se non ci siete, chiederà a qualcuno: "Dov'è?". Ma se siete là, siete un non-esistente, una non-entità. (Risate) Il trattamento che Bhagavan riserva ai Suoi devoti è malizioso, "unico".
Vi dico una cosa, amici miei: quelli che di voi sono tristi, per il fatto che Bhagavan non vi ha parlato, o che non ha camminato vicino alla fila dove siete seduti... ricordatevi che vi ha già visti! Siccome ha ben visto dove eravate, vi ha evitati accuratamente! (Risate) Senza prima vedere dove siete, come potrebbe evitare quella zona? Evita quelli che vede per primi e cammina lungo la fila di quelli che vede dopo. Perciò i fortunati che vedono Bhagavan camminare davanti alla loro fila, sono visti per secondi.
"Perché Swami mi evita?"; oppure: "Perché non passa dalla mia parte?": devo congratularmi con me stesso per far sì che il Signore faccia una deviazione, una scorciatoia, molto bene! (Risate)
Lo stesso Swami ha detto: "Sapete chi evito? Lo sapete?"
"Swami, lo voglio sapere".
Lui ha risposto: "Sull'autostrada c'è un cartello: strada in riparazione. Prendete la deviazione". (Risate ed applausi)
...allora, avete capito quando prende una deviazione? Il camionista prende la deviazione quando la strada ha bisogno di riparazioni. È ben felice di esser stato avvisato, non credete? Il cartello è stato letto e si prendono le dovute precauzioni.
Quindi, "Lui" vede tutti. Non esiste un gruppo che venga evitato. Non è possibile. Perché? Perché il "Grande Ladro" sa benissimo come manipolare e manovrare: lo sa, lo sa! Inoltre, guarda in un certo qual modo... come a voler scoprire le vostre reazioni! Sta in piedi laggiù, parla con un altro, ma vi osserva. Quell'uomo è felice che Bhagavan stia parlando con lui. Ah, ah!, che formula Divina! (Risate) Lui conosce solo la formula Divina.
Se non vuole parlarvi e vi vuole evitare, che cosa fa? Va all'altro estremo: chiederà a qualcun altro, guardando da un'altra parte: "Quando sei arrivato? Come stai?" Ehi! L'uomo con cui stai parlando Ti sta davanti! Perché guardi altrove, laggiù? Perché l'uomo "ricercato" è laggiù, naturalmente. Cerchiamo di capire questa cosa! E non solo questo! All'improvviso camminerà per la veranda, starà in piedi laggiù a parlare a quella persona. Di che cosa? Non di cose spirituali! No, non di Sadhana (pratiche spirituali;n.d.t.))! "Che cosa hai mangiato a colazione? E a pranzo?" Perché questo?! Fa così affinché più persone possano avere il Suo Darshan: parla con una persona, mentre dà il Suo Darshan a molte altre.
Le azioni di Bhagavan e le Sue parole sono multi-dimensionali ed hanno molteplici scopi. Quando chiede: "Quando sei arrivato?", dieci persone rispondono: "Solo oggi". A chi aveva fatto la domanda, nessuno lo sa. (Risate) Ma sono tutti studenti, che rispondono alla stessa domanda allo stesso insegnante. Lui è 'Bada Chitta Chora', un grande ladro, e sa come manovrare le cose, proprio come descritto da San Paolo. San Paolo dice anche: "State all'erta. Siate pronti per quando Dio viene a prendervi. Vi prenderà in un momento in cui non sarete consapevoli". Cercherà sicuramente un momento in cui non sarete consapevoli. Perché? Perché Dio è un "Grande Ladro"!
(7)Il libro di Rivelazione, 19:11-16
Sulla Bibbia, in "Rivelazione" (19: versi da 11 a 16), si trovano affermazioni molto importanti, specialmente a riguardo di Swami. Stiamo facendo uno studio comparato. Per fortuna non siamo dogmatici né fanatici. Siamo benedetti invece, perché cerchiamo la sintesi e la comprensione. Siamo doppiamente benedetti, perché abbiamo avuto con la questione un approccio emozionante: l'unità nella diversità. Cerchiamo le cose che tutte le religioni hanno "in comune", le cose che le accomunano.
Che cosa si dice in "Rivelazione 19:11-16"?
"E vidi un uomo il cui nome è "Verità". Chi è l'uomo chiamato "Verità"? È Sathya Sai Baba: Sathya significa "Verità. Già sul libro di "Rivelazione" viene indicato indirettamente l'avvento di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Se si possiede una mente che sia aperta, anche solo un po', si capirà chiaramente che qui ci si riferisce a Sathya Sai Baba.
Poi il libro di "Rivelazione" continua: "Sulla Sua testa c'è un diadema". Il diadema è un ornamento d'altri tempi. Nessuno indossa un diadema al giorno d'oggi. "Un diadema" significa che c'è un diadema (un aureola) intorno alla testa. Quando Bhagavan dà il Darshan, ed il vento soffia, i Suoi bellissimi capelli si agitano come i narcisi lungo la Via Lattea di William Wordsworth. Che meravigliosa acconciatura ha il nostro Signore! I Suoi capelli... ah! Sono una vista degna degli dei! "Il diadema" è l'aureola di capelli intorno alla Sua testa!
"... i Suoi occhi sono una fiamma di fuoco". Sí, gli occhi pieni di compassione del Signore, quegli occhi pieni di grazia, sanno anche essere una fiamma di fuoco. Quando si tratta di fare dichiarazioni, o di linee di condotta, o di esprimere la Divinità, quando si tratta di dichiarare il Suo Avvento al mondo intero, troverete nei Suoi occhi una fiamma di fuoco.
Potete vedere chiaramente la fiamma di fuoco nei Suoi occhi, particolarmente quando dice: "Non c'è un briciolo di egoismo in Me dalla cima dei Miei capelli alla punta dei Miei piedi!" Dovreste proprio vederli, i Suoi occhi, quando pronuncia queste parole: una fiamma di fuoco! O quando dice: "Io sono ovunque. Sono sempre felice. Non c'è bisogno che Mi salutiate dicendomi: 'Sii felice Swami! Buon Compleanno!'. No: Io sono sempre felice! Non ho mai scontentezza o insoddisfazione. Non ho desideri". Che affermazioni! In materia di affermazioni enfatiche o dichiarazioni al mondo intero, specialmente riferite al Proprio Avvento, vedrete chiaramente questa fiamma di fuoco nei Suoi occhi.
"È adorno di un mantello asperso di sangue" (cioè color rosso). Be', questo non richiede spiegazioni. "Siede su un cavallo bianco": dove sono i cavalli? Niente cavalli, ma al loro posto c'è una macchina! La maggior parte delle volte Swami usa macchine grigie o bianche. (La macchina rossa è solo per occasioni speciali). Prima usava solo auto bianche. Perciò i cavalli (che al giorno d'oggi sono macchine) sono bianchi.
"E dalla Sua bocca esce una lunga spada affilata"
Su "Rivelazione" sta anche scritto: "...dalla Sua bocca esce una lunga spada affilata". La maggior parte di noi ha avuto modo di fare esperienza di questo fatto.
"Swami, voglio venire lì". "Non è necessario. 'Lì' ci sono Io". Bene. Poi: "Swami, sono lì". La Sua risposta: "Dovresti venir qui invece, a ricaricare le tue batterie". Che risposte, entrambe! Allora che cosa devo fare? La Sua è una spada affilata, a due punte, davvero. "Swami, sono molto istruito". "Che te ne fai? Non servi nessuno. Senza servizio al prossimo, la tua istruzione è inutile". "Swami, sono ignorante". (Risate) "Senza istruzione, sei quasi un animale".
Vi darò un altro esempio in una vena più superficiale... In passato, Sri Kasturiji venne, e disse a Swami: "Swami, vorrei che Tu visitassi la Mia casa". Bhagavan rispose: "Non ora. Più in là". Dopo quattro mesi, Kasturi rinnovò la richiesta: "Swami, ti chiedo di farci visita a casa nostra". La risposta fu la stessa: "Non ora. Più in là". Questo andò avanti ancora a lungo. Swami rimandava all'infinito. Dopo due anni, Swami chiese: "Che cosa vuoi, Kasturi?"
Kasturi rispose: "Bhagavan, ti preghiamo di stare un po' con noi nella nostra dimora". Bhagavan disse: "La VOSTRA dimora?" "No, no, Swami... non NOSTRA... parlando sinceramente: è TUA".
"Ah... allora perché dovresti invitarMi a venire a casa MIA?" (Risate ed applausi). "Se è già casa mia, chi sei TU per poterMi invitare? È già casa MIA".
Che spada affilata! Oggi come allora, la linea di condotta Divina è la stessa. Siamo noi i poveri sfortunati che non capiscono il meccanismo Divino. Tutto qui! Non abbiamo capito come funziona il meccanismo della Divinità e quindi facciamo confusione.
A volte Egli dice: "Vi ho portati qui, aspettandoMi che lavoraste!" Allora gli amministratori pensano di dover "fare" molto. Mentre stanno lavorando sodo, ecco che arriva Lui e dice: "Siete gente inutile! Dove mai potete trovare dei prèsidi disponibili ventiquattr'ore al giorno, 365 giorni l'anno? Perché non Mi consultate? Se continuate così Vi manderò via!"
Prima aveva detto: "Voglio che facciate tutto voi!"; ed ora dice: "Perché non Mi consultate?" Che cosa si deve fare?: "fare" o "consultare"? Sia lodato il Signore! (Risate)
Se vado da Lui e Gli chiedo: Bhagavan, vorrei metter su un programma per la scuola. Puoi darMi la Tua autorizzazione?", Lui risponde: "Ah, chiedi forse la Mia autorizzazione per far colazione? O per fare il bagno tutti i giorni? Non vuoi la mia autorizzazione per tutte queste cose, ma per il programma ne hai bisogno. È tutta una commedia!"
Ma se preparo un programma e lo porto a termine senza dirGli niente, Lui dirà: "Non so che cosa sta succedendo: perchè non Mi hai invitato?" (Risate). Questo programma dove lo farai?..." Lui è così.
Ci sono molti esempi, lo sapete. Se Gli diciamo: "Swami, tante grazie!" Lui può rispondere così: "Perchè Mi ringrazi? Non sono una terza persona. Tu ed Io siamo Uno". Oh, bene. (Risate) Molto bene. Un'altra volta vi dirà: "Ringraziate chiunque vi offra una tazza di tè, e se qualcuno vi raccoglie un fazzoletto da terra. Ma non dite mai 'Grazie!' a Dio!" E allora, che cosa dobbiamo fare?! Ringraziarlo o non ringraziarlo? (Risate) Lui è così. Ora capite: quando parla, dalla Sua bocca esce un'affilata spada a due punte!
"Circondato da eserciti celesti"
Il libro di "Rivelazione" dice ancora: "Gli eserciti che erano nel cielo Lo seguivano su cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fine, bianco e puro". Non da eserciti terrestri, con cannoni e fucili, no,no,no! Dai Seva-Dal, dagli studenti, la maggior parte degli uomini che sono qui, nei loro abiti bianchi!
"...erano vestiti di lino fine, bianco e puro".
Che dichiarazione è questa! Se solo abbiamo raggiunto un minimo di chiarezza ed apertura mentale, questa dichiarazione ci raggiungerà col suo chiaro significato proprio oggi, qui ed ora.
Bhagavan una volta ha detto: "Se volete raggiungere Dio, realizzarLo, prima dovete capire che la realizzazione di Dio non è qualcosa da raggiungere. Se vi riferite ad essa come a qualcosa da raggiungere dal punto di vista mondano, non lo è. Se vedete la realizzazione come un compimento, vi sbagliate. Se volete darle un nome, dovete seguire le orme di Dio".
Sathya Sai Baba: Sathya significa "Verità". Se non siete sinceri, se dite bugie eclatanti, se siete falsi, non potete mai andarGli vicino. È impossibile. Il sentiero da seguire è la Verità. Questo è stato ben chiarito e sottolineato.
"Dio è Spirito, e coloro che Lo adorano Lo devono adorare in Spirito e Verità"
Bhagavan dice anche: "La nostra unica connessione è 'amore ad amore', 'cuore a cuore', Bangàru (il significato di "Bangaru" è: un bambino affascinante e ben educato; è come dire "tesoro", n.d.t.)!" Solo la connessione 'amore ad amore' e 'cuore a cuore' è importante. Non sono importanti né le comunicazioni verbali né quelle postali, no! La nostra connessione è solo 'amore ad amore' e 'cuore a cuore'. Che meravigliosa dichiarazione! "Potete adorare il Signore Dio solo in Spirito e Verità", dice la Sacra Bibbia. Dio è Spirito, non corpo.
Se Dio è corpo, dovreste poterLo trovare in un posto particolare, in un momento particolare, come troviamo gli dei indù nei templi! Avere gli Dei dentro i templi è molto conveniente. Potete andarci quando vi pare e loro non saranno arrabbiati con voi! Saranno felici della vostra visita settimanale e diranno: "Salve!".
Bene. Ma Bhagavan è il Dio vivente! È molto difficile saper cosa fare e come muoversi con Lui. Questo Dio amorevole, che si prende cura di noi, può venir realizzato seguendo il sentiero della Verità nello Spirito. Dio è Spirito. Coloro che Lo adorano devono adorarLo in Spirito e Verità.
Queste cose sono scritte nella Bibbia, nel Vangelo di Giovanni (4:23,24). San Giovanni e Bhagavan dicono la stessa cosa: "Dio è Spirito". Lui lo dice sempre nei Suoi discorsi: "Chiedetevi: 'Chi sono io?' Non siete il corpo, non siete la mente, non siete l' intelletto, siete lo Spirito. Siete lo Spirito Eterno. Non siete il corpo, che cade a pezzi col passare del tempo. Il corpo è una bolla d'acqua. Non siete la mente: la mente è una scimmia pazza. Allora, chi siete? Siete Spirito. Siete Coscienza. Siete il Tutto".
Voi comunicate con Dio a livello dello Spirito, non a livello fisico. Potete stabilire una Santa Comunione con Lui, come già vi ho detto tempo fa. La comunione è un legame fra due esseri umani. La Santa Comunione è il legame fra l'uomo e Dio. Posso stabilire una Santa Comunione con Dio a livello di Spirito e Verità. Nello Spirito, nella mia qualità di "Atma", di Coscienza, posso entrare in contatto con la Coscienza Divina. La Coscienza è lo Spirito, o Anima, ed ha questo legame con la Coscienza Divina, che è Cosmica e che tutto pervade. Questo è ciò che ha detto il nostro buon Signore.
"La Dichiarazione di Lamedeer"
In conclusione, prima di congedarmi da voi, voglio condividere con voi l' affermazione di un veggente, nativo americano, di nome Lamedeer. Le sue dichiarazioni sono state registrate dallo "Washington Post", che è un giornale pubblicato in America. Lamedeer è un veggente americano del ventesimo secolo, che ha fatto una bellissima dichiarazione.
Egli era cristiano. Che cosa disse?
"C'è un 'light man' ('a light man': può significare sia 'uomo leggero' - riferito al peso - che 'uomo di Luce'; n.d.t.). Potete capire questa frase in due modi: un uomo di luce oppure un uomo di scarso peso, leggero. Entrambe queste due descrizioni si adattano perfettamente a Bhagavan. Infatti Bhagavan pesa pochissimo ed è anche pura Luce, la Luce che ci delizia continuamente. Dà Luce al mondo intero.
Lamedeer ha detto: "Viene un uomo di Luce che porterà una nuova luce. Sta arrivando un uomo portatore di Luce (o 'leggero')". Sì! Lamedeer, già molto tempo fa ebbe la visione dell'Avvento di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba nel ventesimo secolo! Disse inoltre: "Una nuova Luce, prima che questo secolo finisca". Per favore, cercate di capire bene questa espressione: "Un uomo di Luce verrà e porterà una nuova Luce prima della fine di questo secolo". Questo è importante: "...prima della fine di questo secolo".
Inoltre ha dichiarato: "L'uomo di luce avrà dei poteri e farà molte buone cose. Un uomo nascerà con il potere e la volontà di fare molte cose buone". Bhagavan dice: "Nessuno può fermarMi. Quando decido di fare qualcosa, nessuno Mi può fermare. Lasciate pure che tutti i sette mari si uniscano: nessuno potrà smuovermi. Neppure se tutto il mondo si unisse contro di Me potrebbe fare qualcosa".
Perché? Perché Sathya Sai Baba ha il Potere e la Volontà Divini di fare tutte le cose, in quanto è totalmente Divino e totalmente altruista.
Dobbiamo metter fine alla corsa agli armamenti nucleari. Quella di Bhagavan è una chiamata alla pace, alla non-violenza. Insiste sulla Verità, la Sua aderenza al sentiero della Verità è il messaggio di cui più abbiamo bisogno oggi, più che in passato.
Lamedeer ha detto anche: "Ci sarà una persona che verrà a farci visita, e stabilirà la pace nel mondo".
La Sacra Bibbia dichiara: "Li riconoscerete dai loro frutti". Bhagavan dice sempre: "La grandezza dell' albero sta nella qualità dei frutti che produce". L'Avatar Bhagavan Sathya Sai Baba può essere giudicato, stimato, valutato, visto in termini dei progetti che ha portato a termine, progetti meravigliosi, stupendi, senza paragone, insuperabili, senza pari. I Suoi progetti nel campo della Medicina, dell'istruzione, sono progetti magnifici, progetti grandiosi, nessun altro avrebbe potuto portarli a termine.
"Lo riconoscerete dai Suoi poteri".
Dio, Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, si riconosce dai Suoi poteri, come noi ben sappiamo.
Continuerò a parlare di questo argomento la settimana prossima.
Tante grazie!
(Anil Kumar chiude l'incontro conducendo il Bhajan: "Sai Narayana, Narayana...")