Satsang

Frammenti tratti dai discorsi

25 novembre 2001

Cari Fratelli e Sorelle!
COMINCIA IL VERO ANNO NUOVO.
Il nostro "anno nuovo" comincia oggi. Perché? Perché il vero anno nuovo comincia dopo il compleanno di Bhagavan. Noi non seguiamo l'anno del calendario, che inizia il primo giorno di gennaio, o quello accademico, che ha inizio il primo giorno di giugno, né quello finanziario, che comincia il primo giorno di aprile. Non è il nuovo anno finanziario, né accademico, né il nuovo anno del calendario. È il nuovo anno spirituale, che comincia il ventitré novembre. Perciò do il benvenuto a tutti voi che siete qui ad ascoltarmi in questo nuovo anno spirituale. (Applausi)

Sono molto felice di incontrare tutti voi. Dato che questa è la prima sessione in questo nuovo anno spirituale, voglio condividere con voi certi punti importanti, alcuni momenti salienti dei discorsi di Bhagavan, che Egli ha benevolmente pronunciato per noi nei giorni scorsi. Quali sono questi "punti importanti", questi "momenti salienti"? Può non essere possibile coprirli tutti, o può non essere necessario. Il mio tentativo consiste nell'indirizzare la vostra attenzione ad alcuni punti particolari per darvi una direttiva su cui lavorare.

Ascoltare con apertura mentale

L'attività spirituale richiede tre cose importanti. La prima è l' "ascolto" (Sravanam). Bisogna saper ascoltare pazientemente. Sfortunatamente non possediamo questa facoltà.
Ascoltiamo nello stesso modo in cui pensiamo. Pensiamo e ascoltiamo. Perciò, non pensiamo e non ascoltiamo. Ascoltiamo per poter contraddire chi parla. Ascoltiamo con pregiudizio. Ascoltiamo con biasimo. Ascoltiamo in modo totalmente negativo, senza alcuna positività. Con un modo di ascoltare di questo tipo non trarremo alcun beneficio dal processo di ascolto.

L'ascolto a mente aperta, l'ascolto in stato di totale silenzio, l'ascolto con spirito di accettazione: questo è l'ascolto spirituale. Perciò, amici miei, quando sentiamo Bhagavan che parla, non dobbiamo solo "sentire" con le orecchie che cosa dice. Dobbiamo ascoltarLo. Potete sentire qualsiasi sciocchezza che vi viene detta: "Sono finito in prima fila"; "Mi ha fatto la Vibhuti". Va bene, va bene... potete "sentire" queste cose e dimenticarvele subito dopo. Ma ci sono cose che dovete "ascoltare" e ricordare per tutta la vita. Sì, certe cose che abbiamo "ascoltato" dobbiamo ricordarcele per una vita intera.
Altre cose che abbiamo sentito invece sono solo nuvole di passaggio.

Poiché io ho ascoltato i discorsi di Bhagavan degli ultimi giorni, ho pensato di condividerne con voi i punti importanti ed i momenti salienti che hanno attratto la mia attenzione. Dato che il tempo a nostra disposizione è limitato, mi limiterò ad esporre cinque dei punti più importanti.

Non siamo pronti per l'illuminazione

Il primo punto riguarda l'Illuminazione. Bhagavan ha deciso di parlare dell'Illuminazione. Dato che non siamo pronti per l'Illuminazione, questi punti non ci entrano in testa. Non biasimo nessuno. (Qualsiasi cosa io dica, essa è riferita anche a me. Io non mi trovo su un piedistallo, non sono più in alto degli altri. Anzi, sono il primo fra voi a sbagliare e sono sicuro, cari amici, che non mi fraintenderete. Quando dico "noi", includo innanzitutto me stesso).
Non siamo preparati per l'illuminazione, né facciamo alcun tentativo per ottenerla. Ecco perché questi punti non affondano dentro le nostre teste. Alcuni di voi possono chiedersi: "Ma perché costui parla a questo modo? Su quali basi? E perché?"

Restiamo delusi quando non otteniamo un'intervista. Siamo frustrati se Bhagavan non ci guarda. Cadiamo in depressione se Lui non prende le nostre lettere. Siamo molto gelosi di coloro che vengono intervistati e le cui lettere vengono prese da Bhagavan. Quando Baba durante l'ultimo Guru Purnima ha dichiarato: "Non mi farò più fare il padanamaskar!", abbiamo perso ogni speranza, quasi che avessimo perso le nostre stesse vite.

Queste considerazioni ci indicano indirettamente che noi non siamo pronti per l'illuminazione.
"Swami, non sono pronto per l'Illuminazione"
"Perché?"
"Be', mi sento perso se non mi guardi"

Stamattina qualcuno si stava lamentando: "Perché Bhagavan ha smesso di camminare sulla parte sinistra del Mandir?" Questa è una domanda che qualcuno mi ha fatto (risate): perché non cammina più dalla parte sinistra (la parte degli uomini) del Mandir?!
Che cosa dovrei dire? La giusta risposta è: "Cammina sulla parte destra". Ecco perché non cammina sulla parte sinistra! (risate) Sì! Non ho risposte alle domande sul perché cammina a destra o a sinistra, casomai ho una stessa risposta ad entrambe le domande: "nessuna risposta". Le domande "Perché?" e "Perché no?" vengono quando non siamo pronti per l'Illuminazione.

Ci sono alcuni che porgono due foglietti a Bhagavan; su uno è scritto "sì" e sull'altro "no", e gli dicono: "Prendine uno". Se Bhagavan prende quello con scritto "no", e loro non sono preparati a quel "no", lo fanno ancora ed ancora, fino a quando Bhagavan prende il foglietto con il "sì". (risate) Lo fanno finché prende il "sì"! Questo significa: "Swami, sebbene Ti abbia chiesto di essere Tu a scegliere, scelgo io!" (risate) Questo non è un sintomo di Illuminazione, no.

Poi: ognuno di noi ha qualche idea sballata. Molti vengono da me e mi chiedono: "Signore, per favore, ci racconti qualche esperienza, qualche miracolo". Be', lasciatemi dire che resto molto sorpreso da queste domande. Perché? Baba ha detto un paio di cose su questi "miracoli". Eccone una: "Tutti i miracoli e le esperienze sono delle dimensioni di una zanzara se paragonati alla Mia Divinità, che, a confronto, ha le dimensioni di un elefante". Visto che qui viviamo in mezzo alle zanzare, le apprezziamo, così come apprezziamo la musica che fanno, specialmente di notte! Ecco perchè stiamo tanto dietro a questi miracoli-zanzare! E in fondo, perchè no? (Risate)

Un miracolo e' solo un biglietto da visita

Il secondo punto riguarda i miracoli e le esperienze. Questi sono soltanto biglietti da visita affinché voi sappiate che Dio esiste. Per lungo tempo avete pensato che le cose fossero sotto il vostro controllo: "Posso farcela, posso impormi, io sono tutto". Questo genere di ego, di egocentrismo, è sempre più forte, aumenta di giorno in giorno. Finché poi nella nostra vita sopraggiunge qualcuno o qualcosa che interrompe la corsa, sia esso una moglie, o un dottore, o il vostro nobile Sé. Per esempio, il dottore ci visita e dice: "E' un caso difficile". Allora improvvisamente ci rivolgiamo alla spiritualità. La spiritualità, o Dio, entrano in gioco quando ci rendiamo conto di non essere infallibili. È proprio così.

E allora, che cosa accade? Se le cose vanno a nostro favore, per esempio se guariamo totalmente, o otteniamo anche la promozione... ecco, questo è un "miracolo" della vita! Se ci danno un biglietto gratis o un posto in prima fila, questi sono "miracoli". Così la pensiamo. Ma, amici miei, un "miracolo" non è necessariamente un successo. Anche un fallimento può essere un miracolo. Vi prego di capire questo concetto: anche il fallimento può rappresentare un miracolo. La nascita è un miracolo, ma lo è pure la morte. La vittoria è un miracolo, ma lo è anche la sconfitta. Ciò che intendo è che il nostro atteggiamento verso i miracoli non è corretto.

Un esempio semplice: molti devoti, o molti di noi, sono qui per un problema od un altro. Dico: "molti di noi": infatti qualcuno può essere al di sopra di questo. Non posso generare delle equazioni per tutti: se le leggi scientifiche hanno delle eccezioni, perché non dovrebbero averle anche gli esseri umani? Ci sono alcune eccezioni. Ma è un dato di fatto che la maggior parte della gente si trova qui per un problema o per un altro. Bhagavan è così benevolo che risolve questi problemi immediatamente. A seguito di ciò noi sviluppiamo una certa fede e ci attacchiamo fortemente a Lui. Ma i guai arrivano dopo, quando ci aspettiamo che ogni giorno avvenga un miracolo. Non solo ogni giorno, ma solo nella "nostra" vita! (risate) Questa è la tragedia!

"Ogni giorno deve essere brillante": questo è un "miracolo". O meglio, questo è il nostro concetto di "miracolo".
Ma non è così. Un problema familiare che abbiamo a casa, un problema di lavoro, di affari, in politica, di qualsiasi cosa si tratti, qualche problema ci ha portati qui. Sebbene quel problema abbia una connotazione negativa, ci ha portati qui. E questo è positivo. Quindi, da una cosa negativa ne è derivata una positiva!

Ora, ditemi: che cosa è un "miracolo"? Una persona soffre di un disturbo serio: lato negativo. Viene da Bhagavan: lato positivo. E allora: che cosa è positivo e che cosa è negativo? Non c'è niente del genere! Una cosa, che era molto triste, ne ha portato un'altra che dona beatitudine. La malattia ha reso quella persona spirituale! Penso che siate tutti d'accordo con me! Il problema ha spinto la persona a cercare una soluzione e l'ha fatta diventare spirituale, mentre, se si fosse ancorata a quel problema, la sua vita sarebbe diventata problematica e la persona stessa sarebbe diventata un problema per tutti coloro che le stavano vicini! Perciò, amici miei, anche un fallimento può trasformarsi in un "miracolo".

La morte e' l'abito della vita

Accadde qualche tempo fa che uno dei nostri amici esalasse l'ultimo respiro. Morì improvvisamente qui a Prasanthi Nilayam nel corso dei festeggiamenti per il Compleanno. Lo conoscevo da vent'anni. È morto improvvisamente. Sembrava una tragedia. Sì... Ma se andiamo più a fondo, scopriamo che aveva assolto il suo compito. Aveva svolto attività di volontariato. Era un fervente devoto, un uomo piuttosto attivo, che risolveva tutti i problemi che gli si presentavano. Era sano, stava molto bene. È successo tutto in un momento: mentre stava camminando ha avuto un leggero malessere, poi, nello spazio di pochi secondi, se n'è andato, perché aveva trovato un posto in grembo a Bhagavan: si è unito a Lui!

E' stata semplicemente una morte, sebbene sia apparsa come un evento tragico. In fondo ciò che è successo è che Lui gli ha dato la gloria, lo ha portato alla beatitudine velocemente, senza che si ammalasse a casa e dovesse giacere a letto, senza che dovesse diventare dipendente dalle cure degli altri, sottoposto al disgusto di chi lo avrebbe dovuto accudire. La famiglia non può servirci a lungo, perché noi non l'abbiamo servita. Noi ci aspettiamo che gli altri ci accudiscano. Ma la nostra vita in questo caso diventa un peso. Prima che la vita diventasse un peso per lui, lui ha preso il "volo intercontinentale" che lo ha portato sull' "altro pianeta" (ha lasciato il corpo)! Trasporto facile, nessun problema di visti consolari o di passaporti, niente di tutto questo, neppure problemi di posti: può avere sempre il posto al finestrino! (risate)

Questa è la ragione per la quale Bhagavan afferma: "La morte è l'abito della vita".
Quindi, il solo punto sul quale far convergere la vostra attenzione questa mattina è che esiste qualcosa di positivo nel negativo e che esiste anche qualcosa di negativo nel positivo.

Ecco un altro semplice esempio: sono un uomo di gran successo negli affari. Ho tanti soldi. Bene, bene... è un "miracolo". Ma, a causa del fatto che ho troppi soldi, comincio a lasciarmi invischiare nei vizi, nel gioco d'azzardo e nell'alcool. Perdo tutte le mie ricchezze, e divento debole e patetico. Così il successo iniziale, il "miracolo" iniziale dei soldi, è stato portatore del "miracolo" dell' ospedalizzazione! (risate)

Allora, che cosa deve succedere nella vita? Deve andare sempre tutto bene? Ma anche ciò che sembra bene oggi può rivelarsi il male di domani. Ed anche, al contrario, ciò che sembra male oggi può rivelarsi il bene di domani! Questo è il motivo, amici miei, per cui Bhagavan nell'ultimo discorso ha sottolineato un punto di estrema importanza; un punto che ha scavato talmente a fondo nel mio cuore, da scoprirmi ad aspettare il momento in cui avrei potuto condividerlo con voi, ben sapendo che sarà essenziale per la vostra vita un giorno o l'altro. Qual è questo punto? Bhagavan ha detto: "Andate alla Causa Primaria, alla Fonte Originale". Poi guardatela.

Andate alla causa originaria

Un semplice esempio: immaginatevi uno schermo, sul quale vengano proiettati dei film. Senza schermo, niente film. La mera proiezione di un film su uno spazio vuoto ci farà solo pensare che qualcosa non sia a posto con le nostre teste! Quindi, lo schermo è essenziale. Sullo schermo, proiettiamo un film. Diciamo che stiamo guardando un film che mostri un'alluvione. Ma lo schermo, sebbene proietti l'alluvione, non si bagnerà. Potete toccarlo... è asciutto. Un altro film ci fa vedere un enorme fuoco che divampa, un rogo, l'intera città è in fiamme. La gente urla. Ma... prego, toccate lo schermo: non brucia. Lo schermo che proietta la scena dell' alluvione non è bagnato e quello che proietta la scena del rogo non brucia!

In un altro film, un film romantico, vediamo la scena dei due protagonisti, l'eroe e l'eroina, che ballano. Dopo un certo tempo, vediamo l'altra faccia della medaglia. (risate) Durante la luna di miele, i due ballano. Finita la luna di miele, fanno un altro tipo di danza! (cominciano i litigi...) (risate) Ecco che cosa succede: vediamo la danza romantica dei due protagonisti, ma lo schermo non danza, non scuote la testa, niente di questo genere. È e resta come è sempre stato. Dopo un po' di tempo, fra i due protagonisti cominciano gli screzi, litigano, bisticciano, ed alla fine cominciano a piangere. Poi è finita.

Ma se guardate lo schermo, niente cambia in esso: è sempre lo stesso. Durante le scene romantiche, lo schermo resta invariato. Nei momenti di litigio o conflitto, lo schermo resta quello che è sempre stato: uno schermo. Lo schermo è il "principio primario", la fonte, il sottofondo sul quale o contro il quale la vita viene proiettata. Spero di essere stato chiaro.

Quindi, Bhagavan afferma che non esiste nulla di paragonabile al dolore e al piacere. Bisogna andare alla Causa Primaria, così come voi fate con lo schermo. Lo schermo è lo sfondo che non muta perché non reagisce a nulla, ma riflette semplicemente un'immagine. Lo schermo non ha alcuna reazione. Questa staticità, questa calma, rappresenta il "Testimone", ed equivale al nostro vero Essere. La nostra vera natura è quella del "Testimone". Proprio come lo schermo del film resta immutato, lo Spirito, l'Anima, la Coscienza, il nostro Atma, restano immutati.
Questo stato di immutabilità è definito "stato inscindibile", ossia il "Testimone."

Di ciò ci ha parlato Bhagavan. L'idea globale dell'esercizio spirituale, sia che facciate adorazione (puja), sia che cantiate la Sua gloria (namasmarana), sia che vi apprestiate alla meditazione (dhyana), sia che vi dedichiate alla sacra lettura dei testi (parayana), lo scopo finale, la realtà finale, l'obiettivo finale, la destinazione ultima, è solo una. Ciò significa conoscere il proprio Sé, che coincide con l'eterno "Testimone". Il Sé è un eterno Testimone, inscindibile, non trascinato da alcuna esperienza. A causa della nostra vita e delle nostre esperienze, in particolar modo se a contatto con Bhagavan, comprenderemo un giorno il significato di "Testimone", o Sé. Bhagavan non ci abbandonerà fino a quando non avremo compreso ciò.

Mantenete questo stato di equilibrio

Quando siete chiamati per una interview, entrate nella stanza e fate l'esperienza di sentire Bhagavan parlarvi personalmente. Ciò vi farà sentire al centro del mondo. Sentirete di essere l'Universo e di avere bisogno della Sua Divina Incarnazione. Sì, sentite che questa Incarnazione è priva di scopo, senza di voi (risata). Questa Incarnazione non segue un programma divino senza di voi! Perché? Perché Bhagavan vi dà la sensazione di essere importanti. Questa è la ragione per cui, dopo l'interview, fuori dalla stanza, non parliamo più come normali uomini e donne! (risata)

No, no! Ah! Che ritmo! C'è della musica, "Hi,hi,hi" (risata) Perché? Ah! Lo Spirito Divino... non è alcool, ma Spirito Divino! (Risata e applauso). Persino l'alcool ci dà energia! Ma l'energia Divina di Bhagavan (suona come "dolce di-vino") è mille volte più efficace di un comune vino! (risata) Tutti noi abbiamo fatto questa esperienza.

Poi, che cosa accade? Il giorno seguente, mentre Lui passa, si mette davanti a voi, solleva entrambe le mani e comincia a guardarvi, mentre siete là. (risata) "Solo ieri mattina Mi hai dato l'impressione che ti sono così caro e che sono tutto per Te. Tuttavia oggi non riesci a riconoscermi!? (risata) Non riesci a riconoscermi! Per Te non sono nessuno, Bhagavan? Ieri io ero tutto per Te... e oggi non sono nessuno".
Perché questo? Qui i punti sono due. In primo luogo dobbiamo mantenere uno stato di equilibrio sia quando siamo ricevuti da Lui, sia quando non lo siamo. Noi siamo capaci di sviluppare uno stato di equilibrio mentale. In secondo luogo, anche Bhagavan mostra distacco. "Solo perché Io ho parlato con te, non pensare mai che sia attaccato a te. No! Non deve esistere l'attaccamento".

Può persino accadere a un uomo famoso. Posso farvi un esempio, ma non fatemi dire il nome (perché non sarebbe carino). Un Ministro ha dovuto attendere di essere ricevuto per ben tre giorni, il fatto che fosse un Ministro non conta per Bhagavan. Né conta che fosse Ministro o Primo Ministro. Costoro sono Ministri nel Governo, ma non dinnanzi a Bhagavan. A meno che tu non dimentichi di essere un Ministro, Egli non si ricorderà mai di te!

Con Bhagavan abbiamo parlato di comprensione ed equilibrio (samatwam), equanimità (samatasthithi): un equilibrato stato mentale, o l'essere equanimi. Se si rimane in questo stato, si conduce una reale vita spirituale Quando possiamo sviluppare tutto ciò? Quando accettiamo che il bene e il male esistono unicamente per il nostro bene. Questo è quello che viene definito "abbandono".

Qualcuno ha chiesto: "Che cos'è l'abbandono?" È molto semplice: è essere preparati a qualunque cosa sopraggiunga nella vita; questo significa abbandonarsi a Lui. Questo non significa essere privi di aiuto, no, significa essere preparati. Qualunque cosa accada, tutto va bene. Se Mi guardi, bene, se non lo fai, io continuo a rimanere in uno stato di pace, non disturbo nessuno. (Ci sono persone che continuano a disturbare perché loro stesse sono disturbate! Guardatevi da costoro.) Quindi, uno stato mentale equilibrato è molto importante, come Egli ha già affermato.

Come sviluppare uno stato mentale equilibrato? Cos'è l'equanimità? E' possibile? Bhagavan ha detto che è possibile. Se non lo fosse, non catturerebbe la nostra attenzione. Sapere che ottenere questo stato è possibile ci è di aiuto. Dio è qui per dirci come raggiungere questo stato, come mantenere lo stato di equanimità.

Considerate la vostra mente il vostro servo

Bhagavan ha affermato un altro punto importante. Cosa ha detto? Considerate la vostra mente come se fosse il vostro servo, non come se fosse il vostro padrone. Se considerate la vostra mente come il vostro padrone, siete felici la mattina, ma tristi la sera. Se avete avuto successo nel 2000, fallite nel 2001. Dunque, questo tipo di dualismo, bene e male, il successo e il fallimento, questi duplici aspetti accadono poiché sono prodotti dalla mente. Ciò è quanto Bhagavan ci ha detto.

Penso a coloro che tra voi hanno ascoltato con attenzione estatica il Discorso Divino, ebbene, costoro devono ricordarsi tutto quanto Egli ha detto, senza errori. Quindi, la mente, che è il servo, se è usata come strumento vi aiuterà a sviluppare questo stato di equanimità. Ciò è quanto Egli ci ha detto.

Bhagavan ci ha inoltre detto che i sensi sono negativi, che la mente è negativa, che l'intelletto è negativo. Infatti, tutto nel mondo è negativo. Ma esiste solo una cosa positiva: il vostro Sè o Coscienza, lo Spirito o Atma (qualunque nome vogliate attribuirGli). Alcuni la definiscono Anima, altri Spirito. In qualunque modo definiate il Sé, questo è la sola cosa positiva. Tutto il resto è negativo. Una volta realizzato che siete il Sè, i sensi diventano strumenti, la mente diviene uno strumento, l'intelletto diviene uno strumento, mentre il Sé diviene il padrone.

Quindi, amici miei, io sono frenato dal reagire. Sono sicuro di mostrare le mie reazioni personali in momenti di felicità e di infelicità. Mostro le mie reazioni. La gente dice che il volto rispecchia la mente. Io non posso dire di essere felice e poi mostrare un volto depresso! Sono felice. Oh,oh,questa è felicità? Alcuni gridano: "Amo la gente!" Oh-oh... gridare è amore? Non penso. E' una tranquillità terrorizzante! E' una pace violenta o una pacifica violenza.Non è né pace, né felicità. Quindi, il volto è lo specchio della mente. Sentire di essere i padroni, di avere controllo sulla mente ci aiuterà a mantenere lo stato di equanimità. Considerando la mente solo uno strumento, siamo in grado di trascendere la duplice esperienza. Ciò è quanto Egli ha affermato.

Siate osservatori, guardando i vostri pensieri

Un altro punto su cui voglio focalizzare la vostra attenzione, prima di procedere a un altro argomento, è il seguente. Questo punto ha a che fare con la mente. Ecco un semplice esempio. Sono membro del Seva Dal. Sono nell'ala servizio. Il mio compito è di stare all'entrata. Cosa faccio? Vedo persone entrare e uscire. Vedo dove sono sedute le persone, e se non sono sedute, mostro loro dei posti. Guardo semplicemente. E' tutto. La gente va e viene. Questo è tutto quanto faccio stando all'entrata, giusto?

Ugualmente, tutti i pensieri entrano ed escono dalla nostra mente. Tali pensieri creano un "traffico stradale" come all'Aeroporto di Bangkok! La velocità del flusso di pensieri crea traffico. Immaginate questo: c'è traffico di automobili, vi occorrono tre ore per raggiungere l'Aeroporto di Bangkok poiché c'è traffico sulla strada!

Il punto è che così come trovate delle persone che vanno e vengono, anche i pensieri vanno e vengono. Guardate i pensieri che entrano ed escono. Voi siete un osservatore che guarda i propri pensieri. Voi non siete il pensiero. Quando penso che sono il pensiero, sono egoista. Quando io sono il pensiero, sono orgoglioso. Quando sono il pensiero, a volte sono pazzo. Quindi ditevi semplicemente: "No, io non sono il pensiero, dovrei soltanto guardare i miei pensieri entrare e uscire". Allora cosa accade? A questo punto sopraggiunge uno stadio in cui i pensieri si arrestano.

Ecco un esempio semplice: questi sono tutti esempi tratti dalla letteratura Sai, fratelli e sorelle miei, mi piace sottolineare questo punto. Non fate l'errore di pensare che io stia parlando basandomi sul mio intelletto (che penso non esista)! (risata). Non pensate mai che queste siano cose che posso immaginare per poi parlarvene. Non di certo in questa vita! Questi esempi sono tutti tratti dalla letteratura Sai. Se so qualcosa, è solo dalla letteratura Sai, il resto lo potete immaginare.

Ecco un altro esempio: trovate un bambino che gioca, gridando"takka-takka", muovendosi. Sì, guardate soltanto il bambino. Cogliete il suo sguardo mentre comincia a muoversi. Tutto qui! Il bambino si siede soltanto. Non dovete controllarlo o picchiarlo. No. Guardatelo semplicemente giocare. E' davvero tutto qui.
In maniera simile, come questo bambino che gioca con la sabbia e i sassi, movendosi ovunque, dentro, fuori e intorno a voi, quando avete iniziato a guardare i pensieri, i pensieri si fermano. Un pensiero è come un bambino che si muove attorno a voi. Come il bambino, quando guardate un pensiero, esso si ferma.
Ciò è quello che viene definito processo di allontanamento della mente o annullamento di essa. E' anche definito assenza di mente, fusione della mente, scomparsa della mente.
(Sto usando molte parole non perché non conosca bene la lingua inglese, ma per meglio riflettere il mio "conflitto." Questo è tutto. Sto lottando per essere compreso, non ha niente a che vedere con la mia istruzione).

Dunque, amici miei, questo genere di allontanamento della mente è possibile quando osserviamo il processo del pensiero. Quando potete osservare i pensieri? Quando siete separati da essi. Perché siete separati dal pensiero? Siete separati perché i pensieri sono originati fuori dalla mente. E' la mente che pensa. Pensare che non siete il pensiero, significa che sentite di non essere neanche la mente.

Perché le persone affermano: "Non ho la pace mentale. La mia mente non ha pace"?
Che cosa significa? Significa che sono separato dalla mente. "Non ho pace mentale", indica che sono separato dalla mia mente, che non ho pace. Sono stato chiaro?
Quindi, dopo aver compreso di essere separato dalla mente, inizio ad osservare il flusso dei pensieri e la mente si ferma. Questo è il segreto per essere inscindibili. Questo è il segreto della felicità. Questo è il segreto della gioia, della beatitudine. Ciò è quanto ha affermato Bhagavan.

La felicita' risiede nell'unione con Dio

Il prossimo punto riguarda l'augurio di Compleanno. Le persone dicono: "Buon Compleanno!" Bhagavan dice ripetutamente: "Dovete sempre festeggiare una persona, augurandole «Buon Compleanno>, se ella non è felice."
Così, state suggerendo a questa persona che almeno in questo giorno o nel prossimo futuro, dovrebbe essere felice. In questo momento, in questo giorno, egli dovrebbe essere felice.

Bhagavan dice: "Ma IO sono sempre felice, quindi non c'è bisogno di augurarmelo".Questo è ciò che Bhagavan ha detto. Quindi eccovi alcuni punti inerenti alla felicità secondo Bhagavan.
Bhagavan ha affermato nei Suoi discorsi che: "La felicità risiede nell'unione con Dio". Perché? Nell'unione con il mondo c'è solo miseria. Nell'unione con la famiglia, lo dovremmo sapere meglio! (non devo dire altro altrimenti rischio che succedano certe cose ...) (risata). L'unione con la famiglia, l'unione con il mondo, l'unione con il denaro, tutto ciò non vi darà mai la felicità.

Le questioni terrene vi danno ribassi e rialzi. E' come il mercato azionario. I dollari sono oggi molto quotati. Ma domani potrebbero salire, il prezzo può salire o scendere e si possono subire delle perdite. Tuttavia, amici miei, con questo genere di felicità, laddove siamo legati al mondo, laddove la mente si identifica con il mondo, la posizione, la vile pecunia, il potere, l'influenza, la politica - di qualunque cosa si tratti, ciò che segue è il dolore. Solo in una posizione intermedia potete essere felici.

Questa mattina stavo guardando la televisione. Quante lotte in Parlamento! Le persone si lanciano cappelli e ciabatte l'un l'altro! (risata) Che persone carine, che rappresentanti meravigliosi abbiamo eletto! (risata). Ciò riflette il nostro vero standard. Chi vi rappresenta? Un giovane che non sa parlare! Un giovane che non ha testa! Un giovane che è pronto solo all'ozio! Questi sono i nostri rappresentanti. Quindi, se guardate la televisione durante la sessione parlamentare, non potete fare a meno di piangere. Mi sento così male per averli eletti al potere!

Dunque, amici miei, la nostra comprensione, i nostri legami, i nostri contatti con il mondo porteranno solo dolore. Sia negli USA, che nell'Unione Sovietica, in Cina, in Germania, nessun uomo è felice se ha troppa indulgenza o troppo coinvolgimento in questo mondo. Questo non è possibile, si arriva a un punto di saturazione.

Ecco un semplice esempio. "Perché dici questo, Anil Kumar? Cosa sai sulla felicità in Germania, Giappone, Rinidad? Risponderò, "Oh-oh! Perché, siete contenti laggiù?"
"Qui il liquore scorre! (risata). Al posto dell'acqua, abbiamo liquore"...
"Oh, buono! Il liquore agisce velocemente"
Tu lo credi. Ok. Il whisky non è rischioso, va bene."

Come Bhagavan dice, l'uomo beve la prima tazza, il primo bicchiere di vino. Al bicchiere successivo, il vino beve il vino. Alla fine cosa accade? Il vino beve l'uomo. Capite? Inizialmente questa abitudine di bere vino dà felicità, ma alla fine si finisce per ammalarsi con seri problemi. Quindi, la vera felicità non risiede nell'attaccamento al mondo. La vera felicità risiede nell'Unione con Dio. Ciò è quanto Bhagavan ha detto, tutto ciò necessita davvero di tutta la nostra attenzione.

La vera felicità non e' obiettiva

Il secondo punto consiste nel fatto che la vera felicità non è obiettiva.
Ecco un esempio: la televisione è un oggetto, l'auto è un oggetto. Questi oggetti sono soltanto tali, di conseguenza, ostacolano la vera felicità. Ecco perché "abject"(abietto) è il vero modo di scrivere di"object" (oggetto). Tutti questi oggetti sono "aberrazioni" della vera felicità. Il termine "oggetto" in sé proviene da "abietto"! Quindi comprendete come non ci possa essere vera felicità proveniente da questi oggetti. E'impossibile. La vera felicità non risiede nell'oggettività ma nella soggettività. La vera felicità è soggettiva. La felicità terrena è oggettiva.

Ragion per cui Swami dice: "La felicità risiede nell'Unione con Dio". Ciò significa non essere oggettivi ma soggettivi. Questo è il punto espresso da Swami. Essendo insegnante da due decadi, potreste trovarmi ripetitivo, ma sono sicuro che mi scuserete. Le vecchie abitudini si estinguono difficilmente. Non solo, io sono nato in una famiglia di insegnanti, lo erano i miei bisnonni materni e paterni. Ci sono più geni di insegnante in me di qualunque altra professione. Questo mio corpo è soltanto ricco di "geni di insegnante"! Tuttavia, sono disposto a ripetere certe cose, per cui spero che mi sopporterete.

La felicita' e' una cosa naturale

Bhagavan ha poi parlato della felicità. La felicità è una cosa naturale, così come l'aiuto è naturale. Non mi chiedo: "Perché stai bene? (risata). Qualcuno sarebbe disposto a porre la domanda:"Perché stai bene?"
Io risponderei: "Oh, capisco, vuoi che mi ammali o cos'altro? Non sono il tuo rivale, quindi non so perché mi poni questa domanda".

Non chiedete mai a nessuno: "Perchè stai bene?" La salute è una cosa naturale. La malattia non è naturale. "Perché sei malato? Oh, capisco! Chi ti sta curando? Starai presto meglio, mio caro bambino. Starai presto meglio!" Ciò significa che desideriamo che tutti riacquistino il loro naturale stato di felicità. Quindi, la felicità è il nostro stato naturale. La malattia non è naturale. Dobbiamo comprendere questo concetto.

Sfortunatamente, però, non vogliamo sembrare felici poiché pensiamo che gli altri siano più felici di noi. Ma non è così. Questo è pazzesco! Pensiamo che gli altri possano essere più felici di noi. No, no, no, no! Lui è molto, molto peggio di te! (risata). Nessuno è più felice di un altro.Vi prego di comprendere questa cosa!
"Lui viaggia in una Rolls Royce, un'auto così costosa, wow! Quindi lui è più felice di me". Ma sta guidando per recarsi da un cardiologo per un controllo! (risata) Lui è più felice di voi? Dove? Nel paradiso! Vi prego di capire questo concetto.

Tuttavia, non ci divertiamo, non attendiamo la cosiddetta felicità. Noi siamo in un naturale stato di felicità: perché pensiamo che gli altri siano più felici di noi? Ciò non è altro che un paradiso di pazzia. Tutti sono felici.Tutti sono unici. Ognuno è grande. Tutti sono felici. Oggi noi siamo le creature più felici sulla terra, poiché siamo al cospetto di Bhagavan. Oggi siamo le persone più felici! (Applauso).

Perché siete così felici? Egli ci ha dato un sacco di tela di juta, colmo di valuta? No! Chi? Egli ci ha dato dollari e sterline? Allora, perché siamo felici? Egli ci ha dato un modo di comportarci, un equilibrio mentale, coraggio,forza interiore per affrontare le cose con rettitudine. Egli ci ha dato l'equanimità. Ci ha dato la sensazione che non siamo soltanto il corpo. Egli ci ha mostrato lo scopo della vita, la meta della nostra vita. Amici miei, questo è il vero "miracolo" di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba su tutti noi. Non è come darci del denaro o una posizione sociale. Mi dispiace se considerate ciò un miracolo.

Il miracolo, il più grande miracolo di Bhagavan è la trasformazione. La trasformazione dei nostri atteggiamenti, delle nostre abitudini, del nostro pensiero, del nostro ultimo scopo esistenziale: questo è il più grande miracolo. Dovremmo esserne consapevoli. Quindi, questo tipo di felicità è il dono di Bhagavan. E questa felicità non deve essere acquisita, vi prego di capirlo! La felicità non è un'acquisizione, siatene convinti. "Domani voglio essere felice" Oh-oh! Continuate a volerlo. Continuate a desideralo.Vedremo nella prossima vita.

La felicità non è un'acquisizione. La felicità è la vostra realtà, la vostra natura. Non è un'acquisizione. Che cosa deve essere acquisito? La tristezza deve essere acquisita, così come la sofferenza. Tuttavia, amici miei, dovreste imparare come essere felici veramente, guardando in voi stessi. Guardando in noi stessi, possiamo essere molto felici.

Poiché vi amo, scelgo di correggervi

Non so se l'ho già detto oppure no. Un paio di anni fa Swami mi distrusse. Si comportò come un missile balistico! Ero finito, come oggi l'Afghanistan (risata). Totalmente partito! Qualcosa andò storto in ufficio, non potei soddisfare le Sue aspettative. Quindi, mi distrusse in pubblico. Qualunque onorificenza o anello sono donati nella stanza dell'interview, ma la distruzione avviene in pubblico, così non ripeterò mai più questi errori nelle prossime cento vite ! Essere umiliati in pubblico! Lui lo fa di proposito cosicché non rifaremo quella determinata cosa. Si, l'intervento è necessario. Mi sentivo così male , così abbattuto. Non potevo guardare gli altri in viso perché era l'inizio del mio intervento. Dopo ripetuti interventi, facciamo esperienza. (frisata).

Quindi, a causa della situazione ero molto abbattuto. Non potevo guardare gli altri. Ero seduto. Anche Swami stava sedendosi, mentre mi guardava. Potete vedere il Suo Romanzo Divino? Lo vedete? Dato che non mi sentivo di guardarLo, guardavo altrove. Lui mi stava guardando, mentre io guardavo altrove. (risata) Terminò la sessione dei Bhajan solo con tre canti, poi uscì.

Il giorno successivo ero serio perché non si può dimenticare una cosa simile. Non è facile dimenticare. Il giorno seguente ero seduto. Egli arrivò e si girò, poi lanciò una rosa, che mi cadde sul ventre! Non guardai la rosa perché stavo ricordandomi la spina! Stavo pensando alla spina. Perché ora una rosa? Ieri mi ha dato solo una spina! (risata).

Quella sera Egli mi chiese di tradurre, mentre cominciava il Suo discorso. Cosa disse? "Quando dico certe cose, queste feriscono". Alcuni si sentono insultati, altri umiliati, alcuni la prendono male. "Stavo pensando: "Perché «alcuni>, Swami? Non sai più pronunciare il mio nome? (risata) Tutti lo sanno. Tutti lo sanno, già. Questo gioco continuò per altri due giorni. Alla fine, Egli disse: "Poiché ti voglio bene, scelgo di correggerti. Poiché ti voglio bene, ti considero Mio. Quindi mi preoccupo per te. Se non mi preoccupassi, non avrei bisogno di correggere nessuno.Ora puoi andare. Poiché considero tutti voi come miei figli, mi preoccupo e voglio correggervi."

Dio non guardera' le vostre facce serie

Egli fece una lettura generale. Sapevo al cento per cento che era per me, lo sapevo (non sto tessendo le mie lodi, naturalmente. Non è tessere le proprie lodi dire che si è stati colpiti pesantemente!). Volevo condurvi a questa battuta finale e al messaggio importante che si trova tra le righe.

Egli disse: "Dio non guarderà le vostre facce serie." Questa era l'espressione che avevo mantenuto con successo nel corso degli ultimi tre giorni a causa della mia reazione, dovuta al mio orgoglio, che era stato così duramente colpito (risata).
"Egli non guarderà mai le vostre facce serie, facce tristi, facce da olio di ricino: quindi sorridete, sorridete, sorridete in ogni circostanza! Questo è il messaggio di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Se possiamo ridere, ridiamo in qualunque circostanza (applauso). La vita è una risata. La vita non è mai seria. La serietà non è affatto vita. Se considerate che la vita spirituale sia seria, il mio luogo di meditazione sarà l'ospedale, non il Mandir. (risata).

La serietà è un segnale di tristezza, la serietà è un segnale di ego, è espressione di un'immagine falsa, di una personalità falsa che si è sviluppata nel corso degli anni. La serietà è mancanza di umiltà, è la qualità delle persone gelose. Dovremmo sempre sorridere: "Oh, Dio, Tu mi hai dato questa splendida vita, mi hai condotto così vicino a Te. Mi hai benedetto con l'opportunità di partecipare e di associarmi alla Tua attività, con la Tua istituzione. Io sono in grado di guardare il Tuo splendido volto! Quindi perché dovrei piangere? Se piango qui, dove posso sorridere allora? Il vero paradiso è qui". Se non sono felice qui, dove altrimenti potrei essere felice, dato che questo è il vero paradiso?

Questo è un luogo in cui avete concentrato la vostra attenzione su Bhagavan. Quando avete concentrato la vostra attenzione su di Lui, la mente si allontana. Il vostro corpo si allontana e il vostro intelletto svanisce, ma Lui rimane. Se Lui rimane, ed io me ne vado, dato che Egli è la beatitudine, tale beatitudine resta con me per sempre: questo è il segreto della beatitudine. (applauso)

Quindi, amici miei, questa non è un'acquisizione. La felicità è un continuo stato esistenziale. La felicità è un continuo stato di eternità. La felicità è il dono di Dio, per mezzo della quale possiamo lasciarci coccolare. Ciò è quanto ho potuto capire dal Suo discorso.

Nessuno è straordinario

Qui trovai un altro punto che ha a che fare con la felicità. Penso che tutti saranno d'accordo con me. Al fine di insegnarci una lezione nel momento in cui pensiamo di essere così importanti, Bhagavan chiama un bambino della Scuola Elementare e comincia a parlare con lui. Voi siete là, i VIP sono là, i Ministri e gli amministratori altrettanto. Tutti hanno importanti chiarimenti da chiedere, ma Egli continua a parlare con il bambino della Scuola Elementare! Questo bambino è così importante? (risata) Oh, no! Perché lo fa? Nessuno di noi considera se stesso straordinario. Noi siamo comuni. Questo è tutto. Essere comuni è una cosa straordinaria!

Sentirsi straordinari è una cosa anormale. Nessuno è straordinario. Siamo tutti normali; c'è bellezza nell'essere normali; c'è fascino nell'essere normali; c'è umiltà nell'essere comuni; c'è semplicità nell'essere comuni, c'è religiosità nell'essere normali. Ma una volta che ci sentiamo straordinari, siamo in croce! Saremo umiliati e insultati. Oggi siamo privati da ogni felicità e dai sorrisi, poiché ci sentiamo straordinari. No! Manteniamo questo sentirci esseri comuni. "Bhagavan, io sono comune".

Sri Ramakrisna Paramahamsa ci dà un esempio: "Perché voi discepoli lottate tra di voi? Perché? Il conflitto è in ogni momento. Ogni grande insegnante o ogni Incarnazione ha associazione con i nostri temperamenti nel passato, nel presente e per sempre! Quindi i discepoli lottano tra di loro. Lottando, ci sono alcuni con un "complesso di superiorità" e altri con un " complesso d' inferiorità".
"I miei insegnanti parlano solo con lui!" - ma questo non deve accadere quando "io" salirò, allora lui dovrà essere completamente ignorato! Questa è la nostra sadhana (sbagliata), la nostra pratica spirituale.

Paramahamsa, essendo un precettore molto colto, seppe comprendere tutto questo e disse: "Miei cari discepoli! Perché lottate tra di voi? Perché questa competizione? Dove c'è competizione, non c'è religione. Dove c'è paragone, non c'è religione. Tutti voi sono qui al cospetto di Dio, nell'atto di mendicare la Sua Grazia e la Sua benedizione. Non possiamo dire "mendicante superiore" o "mendicante inferiore", o "mendicante di serie A", o "mendicante di serie B". Questo è disgustoso! Un mendicante è un mendicante! (risata).

Quindi, siamo tutti ai piedi di Bhagavan. Noi siamo schemi uguali. Siamo tutti uguali, nell'atto di pregare per la Sua Benedizione. Nessuno è superiore a un altro. Questo sentirsi straordinari, al fine di mostrare agli altri, "Io sono straordinario" (nel fare ogni sforzo per essere straordinario) è il principale motivo dell'infelicità. Ma se considero me stesso un essere normale, non c'è disappunto, né appunto e questo è il segreto della felicità.

Fede e consapevolezza

Bhagavan ha fatto alcune affermazioni sulla consapevolezza. Ho colto alcuni punti e sto cercando di elaborarli nel tempo che mi è concesso. La consapevolezza è molto importante.
Per ritornare al punto originario, i miracoli e le esperienze hanno due fattori basilari. Se avete fede, non la sperimenterete mai. Se la sperimentate, allora avrete fede. Entrambe le cose sono vere. Alcuni fanno un'esperienza, poi sviluppano la fede. Alcuni posseggono una fede perfetta e tuttavia fanno un'esperienza. Bene. Questi sono miracoli. Ma la vera spiritualità non è un'esperienza.

La vera spiritualità non ha niente a che fare con la fede. La fede e l'esperienza sono entrambe correlate con i miracoli in ambito religioso, nell'ambito dei rituali. Ma la vera spiritualità, a cui Lui faceva riferimento l'altro giorno, è trascendente. La vera spiritualità è trascendente. Perché, e come?

Sapere che io sono l' Atma, sapere che sono lo Spirito, sapere che sono Consapevolezza, lo definite esperienza o fede? Persino se non avete fede, continuate ad essere il Sé. Persino se non avete alcuna esperienza, continuate ad essere il Sé. L'esperienza e la fede non hanno niente a che fare con il vero Sé, poiché il Sé non è l'esperienza. Il Sé non nasce dalla fede. Piuttosto, il Sé fuoriesce dalla consapevolezza. La Consapevolezza è diversa dalla fede e dall'esperienza.

Ci sono due penne nella mia tasca. Non c'è esperienza. Sono entrambe qui. Non c'è problema di fede. Non è una questione di fede, poiché un uomo senza fede potrebbe trovare la mia tasca vuota... Quindi, sia che abbiate fede o no, le due penne sono qui. Sia che facciate l'esperienza o no, le due penne sono qui. La sola cosa che devo fare è essere consapevole delle due penne nella mia tasca.

Quindi, la vera spiritualità, la vera filosofia, necessitano di consapevolezza. Consapevolezza di che cosa? La consapevolezza di ciò che già esiste. L'essere consapevole di ciò che già esiste, di ciò che è già in voi, è definita consapevolezza. E questa consapevolezza è semplice ed innocente. Perché? La fede non è così.
"Sapete che fede salda ho io? Oh,oh! Quanti chilogrammi di fede ci sono nella mia fede, vorreste chiedermi? Potete dirmi il peso della vostra fede?

Il promemoria è l'insegnamento

Alcune persone verranno a dire: "Ho così tante esperienze!" - "Oh-oh!...- Per favore registratelo e conservatelo sotto il cuscino! Le persone si vantano di queste due cose: esperienza e fede. Le persone si sentono orgogliose di queste due cose. Ma la consapevolezza non ha nulla a che vedere con una simile dichiarazione, non ha niente a che fare con la pubblicità, l'accettazione, la propaganda, l'orgoglio, l'ego, o qualunque altra cosa simile. Perché? Perché la consapevolezza non è nulla di nuovo. La consapevolezza è quello che già esiste.

Immaginiamo che voi diciate: "Sei Anil Kumar!" Non lo direte come se io fossi diventato il Presidente dell'India! Sono già Anil Kumar! Sia che mi chiamiate "Venkayya" o "Subbayya", non sono seccato perché sono Anil Kumar. Chiamandomi "Anil Kumar", non sono improvvisamente diventato Anil Kumar nell'istante in cui mi avete chiamato così! Sono stato chiamato così quando sono nato. Quando mi chiamate con il mio nome, non è un'acquisizione. Non è una cosa che ho acquisito. Semplicemente mi avete ricordato il mio nome.

Quindi, questo tipo di promemoria è l'insegnamento. Colui che vi fa ricordare chi siete è il vostro Guru. Il Guru è colui che vi fa ricordare voi stessi. Il promemoria o ricordo è upadesha o insegnamento. Vi ricorda che cosa? Vi ricorda chi siete veramente, attraverso ciò che chiamate mantra. Il mantra non è altro se non ciò che voi siete. Upadesha o insegnamento non è altro che dirvi cosa siete. L'insegnante o Guru non è altri se non colui che vi dice chi siete veramente. Il Guru non vi condurrà sulla luna! Vi farà sedere dove voi siete e vi dirà chi siete. Questo è tutto. Questo è ciò che definite consapevolezza, che è così semplice e innocente.

Una volta sopraggiunta l'illuminazione, essa non vi abbandonerà

Per quanto concerne l'illuminazione, una volta sopraggiunta, non vi abbandonerà. Cerchiamo di comprenderlo. Alcuni potranno dire: "Ho ricevuto molte informazioni sulle Upanishad, la Bibbia e tutto. Oggi non sto più leggendo".
Questa è pazzia. L'illuminazione, una volta sopraggiunta, non vi abbandonerà.

Swami ha detto: "Ciò che va e viene non è conoscenza o saggezza". Jnana o saggezza, quando sopraggiunge, non andrà mai via. Ciò che va e viene è il vostro denaro. Ciò che va e viene è il mondo. Ma ciò che è vero non va né viene. Questo è definito jnana o saggezza. Ciò è definito illuminazione.

Le persone non possono dire: "Lo scorso anno sapevo che Baba era Dio. Oggi non sono in grado di sapere che Lui è Dio".
"Oh-oh,capisco". Posso soltanto concludere che non lo sapevate neanche prima. Affermate di averlo saputo, ma in effetti non lo avete mai saputo. Poiché una volta saputo, non può essere non saputo. Ciò è definito saggezza, illuminazione.

Tuttavia, amici miei, questo tipo di illuminazione è realizzabile solo con due metodi. Un metodo è definito: "attraverso il profondo interesse". L'illuminazione circa la Divinità di Bhagavan, sul Suo insegnamento, è possibile se c'è un profondo interesse. Noi non possediamo questo profondo interesse. Quando Swami si avvicina, qual è il mio profondo interesse? La mia lettera che voglio darGli. (risata). C'è un così profondo interesse nella lettera ma non in Bhagavan. Ci dovrebbe essere profondo interesse in Lui.

Ecco un altro esempio: quando siamo in competizione con altri, quando abbiamo possibilità e prospettive di promozione, abbiamo interesse nel lavoro. Quando cominciate una nuova attività lavorativa, vi attivate per avere un profitto del cento per cento. Questo accade quando c'è profondo interesse. Quindi, dovremmo nutrire un simile, profondo interesse per Dio. Ciò conduce all'illuminazione. L'avere un profondo interesse è il primo metodo.

Come Bhagavan ha affermato, il secondo metodo è la ricerca autentica, facendo una ricerca autentica, cercando nella giusta direzione. Quando Swami va in quella direzione, se io vado in quella stessa direzione per esserGli più vicino, posso definirla un'autentica ricerca? E'una ricerca senza senso! Quindi, dove c'è Dio, camminate verso di Lui. SeguiteLo. Seguite i Suoi precetti in ogni modo. Questa è un'autentica ricerca. Ciò comporta seguire i suoi insegnamenti, i Suoi passi, il Suo messaggio. Inoltre, bisogna avere un profondo interesse per fare un'esperienza divina in ogni istante.

Amici miei! Poiché il tempo è terminato, vi ringrazio per avere ascoltato questo discorso con interesse.Vi ringrazio molto!
Sai Ram!