Satsang

Come sono io?

30 settembre 2001

Cosa e come sono io?

Abbiamo sentito molte volte Bhagavan porre la domanda: 'Chi sono io?
Io credo che dovremmo investigare, esplorare e comprendere la risposta ad altre due domande: 'cosa sono io?' e 'come sono io?'.
Il 'che cosa?' e il 'come?' ci permetteranno di rispondere all'ultima domanda: 'chi sono io?' La settimana scorsa abbiamo risposto alla domanda: 'cosa sono io?'. Questa settimana cercheremo di rispondere alla seconda domanda: "Sto vivendo consapevolmente o inconsapevolmente?"

Se io fossi Tamasico di nascita, ottuso, inerte, passivo, indifferente, addormentato, pigro, e così via - c'è forse un modo per uscirne? Se tu fossi rajasico, e quindi emotivo, passionale, energico, ambizioso, attivo e pieno di desideri (alcune volte anche proibiti) c'è un modo per venirne fuori? Se io fossi satwico - cioè pio, equilibrato, equanime, e con una mente stabile e pura - è questo lo stato di 'essere tutto' e 'la 'fine di tutto' o esiste qualche altro stato oltre questo?.
Quindi cercheremo di rispondere alla domanda: "come sono io?" dividendo l'argomento in due parti.

Noi siamo esseri umani e Dio ci ha dato l'intelletto con il senso di discriminazione, discrezione, giudizio più lo spirito di ricerca. Questo ci aiuta ad attraversare lo stato presente e raggiungere il prossimo stato. Dio ci ha dato la possibilità di uscirne.

Faremo riferimento ai discorsi di Bhagavan tutte le volte che se ne presenterà l'occasione. Senza bisogno che ve lo ricordi ancora una volta, l'intera serie di questi incontri si basa sui discorsi di Bhagavan riferiti alla Bhagavad Gita, fatti nell'anno 1984, e dal libro che egli scrisse, la Gita Vahini, sulla letteratura Sai e sugli insegnamenti di Swami. Inoltre verranno tenuti in considerazione tutti gli incontri che abbiamo avuto negli ultimi anni.

Allora, come sono io? Sto vivendo in consapevolezza o inconsapevolmente? Cerchiamo di comprenderci. Consapevolezza di che? Consapevolezza del mio lavoro? Sono consapevole del mio lavoro? Si ed ho molto successo nella mia attività.
Consapevolezza della mia nazionalità? Sono consapevole della mia nazionalità? Certamente e questa consapevolezza si esprime attraverso il mio spirito patriottico.
Consapevolezza dei miei titoli accademici? Sono consapevole della mia posizione scolastica? Si, ho sempre superato a pieni voti tutti gli esami. Quindi io ho consapevolezza dei miei titoli accademici, della mia posizione politica, dei miei guadagni finanziari, della mia famiglia e della società in cui opero.

Ma, molto sfortunatamente, non sono consapevole del mio stesso Sé e questa è una vera tragedia.

L'uomo sa raggiungere la luna, ma non è capace di penetrare in sé stesso. Egli può viaggiare per migliaia e migliaia di miglia per mezzo di un veicolo spaziale o del modulo lunare Apollo12 o Apollo 13. Spende bilioni e bilioni di dollari solo per conquistare una manciata di polvere lunare! Invece non sa andare neanche di un pollice al suo interno e per questo non è in grado di capire che cosa egli sia.

Questo è ciò che sostiene Bhagavan. I fratelli più anziani si ricorderanno certamente ciò che dico. Tutti ricordate le cose che Bhagavan ha detto in precedenti discorsi. Egli ha detto che l'uomo è molto grande. Egli è molto avanti sia tecnologicamente che nel progresso scientifico; può scendere nelle profondità marine con l'aiuto di un sommergibile; può scalare le montagne più alte del mondo, come l'Everest; può nuotare nell'acqua come fosse un pesce e volare in alto nel cielo come fosse un uccello.

Tuttavia, non è capace di muoversi come un essere umano sulla terra con i suoi piedi. Non è capace di penetrare in sé stesso e questa è la tragedia della vita.
Noi viviamo con la consapevolezza di questo mondo, ma non abbiamo la consapevolezza del nostro Sé. Io posso stare bene ed essere ben sistemato, ma quando cerco di esplorare dentro di me, mi trovo di fronte a difficoltà insuperabili. La vita è una lacuna, la vita è uno spazio vuoto, la vita è vuota senza la consapevolezza del proprio Sé. Questa è la cosa più importante. Dovremmo avere la consapevolezza della nostra vita interiore.

C-M-I: Corpo, Mente e Intelletto

Di cosa dovremmo essere consapevoli? Dovremmo essere consapevoli della vita. Cosa si intende con 'vita'? La vita è composta di due parti.
Bhagavan fa questo esempio: un'arancia o una banana hanno una parte esterna chiamata buccia o pelle; La buccia amara racchiude il dolce frutto interno.
Allo stesso modo, la vita è composta di due parti. Il primo è 'C-M-I' - Corpo, Mente e Intelletto. Questi tre sono composti o fatti dei tre Gunas o attributi.

La settimana scorsa abbiamo parlato diffusamente dei Gunas o attributi. Una persona è considerata tamasica quando è violenta, pronta a uccidere, contrastare o danneggiare qualche altra persona. E' rajasica se è fortemente emotiva, non si ferma mai e non permette a nessuno di stare seduti in silenzio. E' un eccellente esempio di intolleranza quanto interferisce in ogni argomento e disturba la pace degli altri, disturbando soprattutto la sua pace interiore.
Essere calmo, tranquillo e con la mente stabile, pura, radiosa e brillante, consapevole di ciò che sa, è ciò che viene chiamata qualità satwica. Nerone, che continuò a suonare il violino mentre tutta Roma bruciava è un meraviglioso esempio di uno stato satwico stabile.

Queste tre qualità (satwica, rajasica e tamasica) sono presenti nel nostro sistema e in tutta la nostra personalità, compresi il corpo, la mente e l'intelletto. Il mio comportamento, modo di parlare, i miei pensieri e tutte le mie relazioni sono basate su questi gunas, conosciuti anche come attributi, qualità, tratti somatici, e substrato.

Amici miei, penso che sarete contenti del fatto che sto usando tante parole. Sto cercando di aiutarvi ad afferrare bene questi concetti. Questo è tutto. Non sto facendo una inutile esibizione della ricchezza del mio vocabolario, conosco bene i miei limiti. Questo non è il posto per una esibizione di storia e per mostrare la erudizione. Questo è uno studio che facciamo assieme ed una occasione per scambiarsi punti di vista.

Nessuno è superiore all'altro; non ci sono speaker né ascoltatori. Esiste solo l'argomento. Il Sai che è in voi ascolta il Sai che è in me parlare di Sé stesso. SAI è il solo soggetto. Questo è ciò che chiamiamo triputi. Questo vuol dire che ascoltatore, oratore e soggetto sono unici e gli stessi.

Pertanto in tutta umiltà posso affermare che C-M-I o il corpo, la mente e l'intelletto che costituiscono la personalità umana, si basano sui tre gunas. Questo è spiegato molto bene nella Bhagavad Gita, la Canzone Celestiale, nel capitolo 14, intitolata Gunatriya Vibhaga Yoga. In questo capitolo tutti e tre gli attributi sono molto ben classificati e stupendamente spiegati, scientificamente analizzati e razionalmente esposti. Sono spiegati al di là di ogni dubbio, soddisfacendo la nostra ricerca ed esplorazione nella personalità umana; attraverso ragionamenti logici, Dio ha riservato a ciò 12 slokas (dal 6 al 18)

Prakriti o la natura

Il corpo, la mente e l'intelletto sono solo degli strumenti. Possiamo chiamarli anche materia, Natura, o Prakriti (in sanscrito). Da un punto di vista filosofico li chiamiamo 'Maya' e cioè 'ciò che scompare'. Il corpo non è permanente. Il corpo è illusorio, temporaneo, effimero e momentaneo. Non è eterno o permanente. Pertanto, ogni cosa fatta dai tre gunas o attributi è solo 'materia', Natura, Prakrithi o Maya.

Nel 14° capitolo, 3° sloka, Dio, nella forma del Signore Krishna chiama ciò che è fatto dei tre gunas come moola prakrithi e madha o terra. In aggiunta questo corpo è chiamato 'campo'. Questi sono solo nomi diversi dati alle stesse cose. Ognuno di questi nomi può essere il vostro favorito, carpire la vostra attenzione, entrandovi profondamente nella memoria. Dio è anche varietà, essendo la varietà il gusto della vita! Egli non da martellate sempre in modo uguale. Dio ha il suo personale, unico e speciale stile di capacità comunicativa. Egli usa indifferentemente parole come 'materia', 'campo', Natura, prakrithi, maya, moola prakrithi e madha per dire che la personalità umana è fatta dei cinque gunas o attributi.

Amici miei, se passo tutta la mia vita identificandomi con il corpo, la mete, l'intelletto e con le qualità che mostro, io sarò destinato a rinasce e rinascere ancora, Questo è il ciclo della vita. Il quinto sloka chiarisce in modo inequivocabile che voi siete in questo eterno meccanismo. Voi siete legati e incatenati perché pensate di essere la qualità, il guna. Voi limitate voi stessi al corpo, alla mete e all'intelletto. Vi identificate con la materia. Per questo nascete ancora ed ancora. Questo è il primo aspetto di 'come sono io?'

Nessuno vorrebbe rinascere in continuazione. Per citare Bhagavan 'il giornale di oggi, domani sarà carta straccia'. Nessuno leggerebbe più il giornale di ieri. Io sono nato per non dover più rinascere. Io muoio per non dovere mai più morire. Questo significa che dovrei interrompere e chiudere questo ciclo della vita. Ci deve essere una fine un momento o un altro; non possiamo continuare a nascere e rinascere migliaia o centinaia di migliaia o milioni di volte. In passato ho avuto già molte nascite delle quali non sono consapevole, ma molte nascite potrebbero attendermi ancora. Fino a quando dovrei continuare questo misero ciclo della vita?

Il ciclo della vita non è niente altro che miseria. Ogni gioia e piacere che sperimentiamo finisce sempre in miseria e tristezza perché ogni piacere che riusciamo a ottenere è solo momentaneo. E' solo un istante fuggevole in circostanze che cambiano continuamente. Niente sulla terra è permanente. Pertanto, dovremmo solo desiderare la liberazione. La liberazione è anche conosciuta come 'Regno del Paradiso' (secondo la Sacra Bibbia), stato del Nirvana (nel Buddismo) o Moksha (nell'Induismo), ma noi continueremo a chiamarla 'liberazione'. Liberazione da questo legame e libertà dai tre gunas. Questo è il secondo aspetto di 'come sono io?'

Trascendenza delle qualità

Cosa è la 'trascendenza' dei gunas? Significa che dovreste sapere che non siete la qualità, l'attributo, la condotta, il comportamento, il pensiero, l'azione, il sentimento o la percezione che state sperimentando. Voi siete al di là di ogni oggetto, emozione, percezione e sentimento. Voi siete oltre i tre guna. Quando capite di essere oltre C-M-I e oltre P-S-P (percezione, sentimento e pensiero) e oltre O-E-D (oggetto, emozione e desiderio) allora avrete trasceso i tre gunas.
Dopo tutto, tu puoi agire in questo modo, ma dentro il tuo cuore tu NON sei le tue qualità. No, tu sei oltre queste. Come possiamo saperlo?

Io non sperimento nulla quando sono sdraiato sul letto e mi godo un bel sonno profondo. Il mio corpo è passivo e la mia mente è in uno stato di incoscienza quando dormo, con una fresca brezza del ventilatore che tiene lontane le mosche per tutta la notte!
In questo stato di sonno, io non sono in uno stato duale. In questo sonno profondo, io non ho i tre gunas, qualità, attributi o esperienze. Io vado al di là, trascendendo il mio corpo, la mente e l'intelletto.

Le qualità di una persona che è oltre gli attributi sono spiegate dallo slokas 22 al 25 nel capitolo 14°. Ho trasceso i tre gunas e quindi non sono certamente né tamasico, né rajasico, certamente no. Ma sono satwico? Questo è il dubbio.

Allora qual è il vantaggio di andare al di là dei tre gunas? (Considerate come la nostra mente sia orientata al business anche nella spiritualità! Il nostro maggior interesse oggi è chi paga gli interessi più alti o i maggiori dividendi. Abbiamo scordato di vivere nella speranza e abbiamo interesse solo per gli interessi bancari!)

Ora voglio richiamare le vostra attenzione su qual è il risultato e cosa succede quando trascendiamo gli attributi: ci viene promesso che raggiungeremo il nirvana, la liberazione, il paradiso, e così via.
Dio l'ha detto nello sloka 20.

Voi potete dire: "No, io non lo voglio!" Bene allora restate legati! Se pensate di essere il corpo, la mente e l'intelletto, questa è la strada.
Oppure potreste dire: "No, no! Io voglio andare oltre i tre gunas o attributi."
Questa allora è una strada diversa. Dobbiamo scegliere tra l'una o l'altra.

Cosa succede quando andate oltre i tre gunas? Io vi ho già detto quali sono i benefici, ma qual è il risultato? Il risultato è che sperimenterete che voi esistete anche oltre il corpo, la mente e l'intelletto.
Questo viene descritto come 'IO' reale. Questo IO reale in voi viene chiamato con molti nomi - Dio, Energia, Atma, Brahman, Paramatma e Padre.

L'IO reale è DIO

Bhagavan spesso invita a chiedersi: "Chi sono io?"
Una donna risponderebbe: 'sono una donna'
Un uomo direbbe: 'sono un uomo'.
'IO' è la parte che li accomuna, quindi voi non siete né uomo, né donna. Ma allora cosa siete?

'Io sono un professore'. Essere professore è una professione, ma voi non siete il professore.
'Io sono Indiano'. L'India è il paese al quale appartenete, ma voi non siete ancora questo. Potete dire: "Sono abbastanza giovane"
Oggi siete giovane, ma molto presto siederete tra le persone anziane, in attesa del darshan!

Ma allora: 'chi siete?'
Non siete l'età, la professione, il paese o il sesso.
Il vero 'IO' è ciò che si chiama Dio, Energia, Brahman, Atma o Paramatma.

Nel terzo sloka viene chiamato 'seme'. Nel quarto sloka, viene chiamato 'padre'.
Anche la 'preghiera del Signore' dice: "Padre nostro che sei nei cieli sia benedetto il Tuo nome." Gesù chiamava Padre il signore Dio.

Dov'è questo 'padre', la Divinità? La sacra Bibbia dice: "Il regno dei cieli è dentro di te." Il regno dei cieli non si trova in qualche posto strano, chissà dove o in che piano o spazio diverso. Pertanto, quel 'paradiso che è in me' quel 'IO reale' che è in me, è oltre tutti i gunas.

E' ciò che chiamate Dio, Energia, Atma, Brahmana, Paramatma, Seme, o Padre.
Ma allora cosa succede? Essere legato ai tre guna non è niente altro che schiavitù. E' questa schiavitù che determina il ripetersi del ciclo di nascita e morte. Trascendendo i tre gunas, si può raggiungere la liberazione o Moksha.

Va bene! Ma qual è il sistema per viaggiare da uno stato all'altro? Adesso io mi sento limitato, finito e schiavo. Come posso andare da qui a là? L'uomo è prigioniero dei Gunas, quindi cosa può fare per liberarsi?

Quando viene rilasciato un uomo dalla prigione? Viene rilasciato dopo avere scontato la pena. Analogamente, potete spezzare tutte le vostre catene dei gunas, non appena capirete e sperimenterete di essere al di là di tutti gli attributi, che il vostro 'IO' reale trascende tutti i gunas. Questa esperienza è ciò che chiamiamo consapevolezza. La consapevolezza non è niente altro che la trascendenza dei gunas ed il trovarsi al di là di questi. Solo questa consapevolezza può darvi la liberazione.

La devozione, menzionata nello sloka 26, è il solo modo. Viene chiaramente detto, Bhakthi Yogena Sevathe." Questo significa che certamente raggiungerete la trascendenza dei gunas attraverso il cammino della devozione Questa vi renderà completamente liberi dalla schiavitù di dovere ripetere il ciclo delle nascite e delle morti. Questo viene riportato nel 14° capitolo.

Ora passiamo a considerare un altro aspetto. Cos'è la trascendenza? Come posso riconoscere una persona che dice di essere al di là dei tre attributi? Dopo tutto, può essere semplicemente una sua affermazione, può essere soltanto la sua opinione. Tuttavia il fatto stesso che lo dica, significa che è ancora nei guna, anzi, in un guna brutto come quello rajasico. Quindi non dovreste mai dirlo.

Chi siete per dire una cosa del genere? Chi siete per poterlo affermare? Non avete trasceso proprio un bel niente. Ma allora, come posso riconoscere una persona che ha veramente trasceso? Prima di scendere nei dettagli su questo stato di trascendenza lasciate che vi riferisca una bellissima descrizione che Dio ci ha dato riferendosi a questo aspetto.

L'azione è molto necessaria

Una personalità tamasica è così: "Va bene signore, sono molto violento. Sono pieno di odio e gelosia. Non ho in me altroché Ego. Sono felice quando gli altri sono infelici. Posso anche perdere un'occasione, ma sono più felice quando anche tu la perdi! Questo è il mio temperamento. Io sono decisamente egoista. Lascia che il mondo vada in malora, per me è sufficiente che io stia bene."

Questo è ciò che chiamiamo la qualità tamasica. E' meglio che chiudiamo qui l'argomento perché avremmo numerosi esempi da fare. Vediamo piuttosto come sia possibile andare al di là di questa qualità tamasica. Il modo per superare una simile mente tamasica è attraverso il karma o l'azione. Allora , attraverso l'azione si può portare al di là e convertire la bestialità delle qualità tamasiche in qualità rajasiche.

Non serve a nulla dire: 'Dio mi ha fatto così! Ma non scordate che Dio ha anche creato l'azione che voi dovete fare per venirne fuori. La vostra filosofia molto comoda del: "che ci posso fare" non si applica qui. Noi siamo persone molto comode, non gente decisa. La decisione è molto più richiesta della comodità o della fuga dalla realtà.

Alcune persone cercano di sfuggire dicendo: "Baba è responsabile di questo. Cosa posso fare io?"
Cosa ne dite invece di: "Baba mi ha detto che devo fare qualche cosa" Allora, cosa dite?
Ci sono persone che vengono da me e dicono: "Swami mi è apparso in sogno e mi ha detto di dirti questo.
"Che? Devo buttarmi nel fiume Chitravati??? Oh, vedo vedo!!"

In questo caso dovrei rispondere: "Swami mi è apparso in sogni e mi ha detto di non dare retta a ciò che avresti detto. Mi ha anche detto di ignorarti e di stare il più lontano possibile da te! Mi ha detto che sei ottuso e uno sciocco con il quale non conviene che io mi associ! Tu sei nel mondo dei sogni. Non spingermi in questo mondo di sogni. Lasciami stare su questa normale terra!"

Il vero punto è che l'azione è veramente necessaria. Non è fantasia. Non è semplice dottrina, conoscenza acquisita sui libri, o conoscenza superficiale. Non è solo un'ipotesi o qualcosa che sia illusorio. Voi continuerete ad avere una mente tamasica se non fate nulla. Per questo Swami insiste che tutti dovrebbero fare qualche cosa o altro, qualunque sia l'età o il paese di provenienza. Dovete fare tutto ciò che vi è possibile.

"Non posso fare nulla adesso! Sono sopra gli ottant'anni, cosa potrei fare?"
Potete almeno parlare in modo incoraggiante a qualche altra persona; oppure potete dire ad una persona depressa: "Non preoccuparti, amico mio! Io ho passato un certo numero di giorni nella tua stessa condizione. Non ho raggiunto questa tenera età con una vita sempre verde! Oh no! La mia vita non è mai stata un letto di rose. Anch'io ho avuto le mie belle spine. Non preoccuparti, o mio giovane uomo. Anche per te verranno giorni migliori."

Prendiamo l'esempio di una persona molto depressa perché Swami non gli ha concesso un colloquio. Potreste sempre dirgli: "Non preoccuparti se non ti ha concesso l'intervista, può sempre apparirti in qualche altro posto o mandarti un messaggio. Tu devi sentire la Sua voce dentro di te. Devi sentire la Sua presenza quando leggi un suo libro. Non preoccuparti."
Non dovremmo mai dirgli: "Io ho avuto cinquanta interviste, mi dispiace che tu non ne abbia avuta neanche una!" Questa è una mente tamasica. Non c'è dubbio di sorta.

Dovremmo incoraggiare le persone ed aiutarle a superare la depressione e la frustrazione. Dovremmo cercare di dare una svolta positiva alle loro vita.
Una volta Baba stesso disse: "Se riconcedo un'intervista e vi parlo, questo chiude l'argomento ed è finita. Ma se NON vi concedo un'intervista, io vi seguirò anche a casa. Sì! Io verrò in Australia, Africa o dovunque voi andiate. Vi seguirò fin sulla porta di casa, fino a che non entrate. Ma se vi concedo l'intervista, Hari Om Tat Sath, questo chiude ogni cosa."
Cosa volete adesso? Preferite averlo con voi fino sulla soglia di casa o salutarlo adesso, qui?

Allora, amici miei, questi sono gli esempi che dovrebbero venirci in mente. Non dovremmo mai essere depressi o frustrati. Noi dovremmo aiutare i nostri fratelli ad essere entusiasti e felici e non essere mai insoddisfatti per motivi sciocchi. Alla fin fine se non posso fare qualche altro lavoro o azione, almeno posso dire alcune parole di incoraggiamento e di conforto.
Possiamo manifestare queste qualità di simpatia, amicizia, interessamento, attenzione e amore. Se non altro, posso fare questo! Alcune di queste attività o Karma Yoga potranno aiutarvi ad abbandonare la mente tamasica.

L'azione è necessaria per la purificazione

Questo Karma Yoga vi purificherà. Se fate riferimento alla letteratura Sai, troverete spesso che Swami ripete questi bellissima frase: "Chithasya Suddaye Karma." Significa che l'azione è necessaria alla purezza della mente.

Io non ho un diploma in lavaggio delle stoviglie, né vado alla mensa a lavare i piatti solo per divertimento; no. Una tale attività mi aiuta ad avere purezza di mente e di pensieri. Potrei andare ad aiutare ai negozi o a fare qualche servizio all'ospedale, ma tutti questi servizi li faccio solo per la purezza della mia mente. Quindi, l'azione ci aiuterà ad uscire dallo stato di ottusità, di sonno e ci permetterà di entrare nello stato successivo, il rajasico.

Io vi sto dando continui riferimenti alla Bhagavad Gita perché sono assolutamente necessari. IO sono certo che ognuno di voi avrà la sua copia. Questo ci sarà di molto aiuto. Amici miei, si può capire meglio la Bibbia o/e la Bhagavd Gita dopo avere preso visione della letteratura Sai. La letteratura Sai ci aiuterà ad avere una migliore comprensione e un più elevato livello di pratica. IL massimo o il punto culminante di questo è l'esperienza di beatitudine. Cercate quindi di fissare bene nella vostra mente questi riferimenti che di volta in volta vi do.


Nel 6° capitolo, 3° sloka, si dice: "Yogam Karma Marana Muchyathe." Cosa significa? Significa che il Karma, il campo dell'azione, è il mezzo per percorrere il cammino spirituale. Quindi il campo dell'azione è il corretto cammino spirituale per uscire dal livello tamasico verso il livello rajasico, come dice la Bhagavad Gita.

Bhagavan aggiunge però qualche altra cosa; sono certo che apprezzerete queste mie citazioni della letteratura Sai perché queste sono il vero scopo di questi incontri. Questi circoli di studio devono servire a mettere in relazione la letteratura Sai e i sacri testi in modo pratico. Questo è il vero scopo di questi incontri.praticabile

Dicevo che Bhagavn va un passo oltre. Cosa dice? Prima di partire, un buon guidatore di camion mette le mani sullo sterzo e rende omaggio al veicolo. Prima che un danzatore inizi la sua danza, rende omaggio al suolo su cui danzerà. Un uomo suonatore di Tabla o di tamburo, renderà omaggio al suo strumento prima di iniziare a suonare. Perché?

"Oh Dio! Io ti ringrazio per questa opportunità, per questa attività che tu mi hai dato. Ti prego aiutami ad avere successo in questa operazione."
Per questo motivo Swami ripete sempre nei suoi discorsi: "Tasmay Namah Karmani" che significa: "I miei omaggi e il massimo rispetto per il Karma, il campo dell'azione, che mi è stato dato.

Quindi, amici miei, eccovi un riepilogo.
Per uscire dalla qualità tamasica, allo scopo di purificare la mente, è necessario il Karma Yoga o la partecipazione a qualche azione. Sviluppare rispetto e attitudine reverenziale verso il campo dell'azione significa esattamente questo. Per esempio, io sono un insegnate; l'insegnamento è l'attività che Baba mi ha dato.
Tu sei un ingegnere; questo è il Karma o l'azione che ti è stato dato da Dio.
Tu sei un dottore; Dio ti ha dato il compito di praticare la medicina e questo è il campo della tua azione. Dovremmo tutti avere rispetto ed una attitudine reverenziale verso il karma.

Non dovrei mai dire: "Mi sento depresso e dispiaciuto per essere nato insegnante. Avrei potuto essere quanto meno un Esattore Distrettuale!"
Un dottore non dovrebbe mai sentirsi sfortunato per essere dottore, anche se avrebbe potuto essere Primo Ministro.
Un uomo d'affari non dovrebbe mai lamentarsi dicendo che è terribile essere un uomo d'affari e che sarebbe stato molto meglio se avesse potuto diventare un Capo di Stato.

Quando faccio il mio lavoro se qualche studente viene da me con qualche dubbio, io non dovrei mai dire: "Non ho tempo, ragazzo mio! Non sai quanto sono impegnato? Se vuoi incontrarmi devi prima fissare un appuntamento. Che personaggio ottuso sarei!"
Tsk, Tsk! E' un insulto alla professione essere scortesi e di cattive maniere. Fare una cosa del genere è poco rispettoso, ostile e incorreggibile verso la professione, la vocazione e la missione dataci da Dio.

Il Karma Yoga è quindi rendere omaggio e avere rispetto, adorazione ed ammirazione per il proprio lavoro. Il lavoro e l'azione diventano Yoga, una pratica spirituale o un cammino Divino. Yoga significa Unione e stabilisce un legame tra l'individuo e il Cosmo o Dio. Il Karma yoga stabilisce una comunione e una comunicazione. E' un veicolo che genera una connessione tra l'individuo e Dio, il Cosmo, la Suprema Anima, l'Anima Cosmica o la Coscienza Divina.

Lo Yoga non è qualcosa che serve a guadagnarsi uno stipendio per comprare il pane e sostenere il mio tenore di vita. Se io lavoro solo per uno o duecento mila dollari l'anno o per 10.000 rupie al mese, perseguo l'unico fine di mantenere il mio tenore di vita, non è più una pratica spirituale.
Ma se lo fate con Amore, diventa Karma Yoga. Per questo motivo Baba ha detto:

Il dovere senza amore è deplorevole
Il dovere con l'amore è desiderabile
L'Amore senza dovere è Divino

Da quanto detto penso che capirete perché il Karma Yoga può portarvi dallo stato tamasico a quello rajasico.
Io credo che certamente mi scuserete per essere un tipico insegnante. Le vecchie abitudini muoiono difficilmente, ma non fa nulla!!! Se ne avessi la possibilità vorrei ancora nascere come un insegnante molte altre volte. Questo perché provo una grandissima gioia nel condividere con gli altri il poco che ho. Non sono interessato a riempire di denaro le mie tasche. Io credo più al suono della voce che al tintinnare delle monete!

Ora analizziamo il prossimo passo e cioè come passare dallo stato rajasico a quello di natura satwica.
L'azione karmica ci aiuta a abbandonare le qualità tamasiche come il sonno e l'ottusità. Allora possiamo sviluppare innanzitutto nell'uomo le qualità rajasiche: io divengo attivo, pieno di desideri, energia, mi agito e sono pieno di entusiasmo, dinamico, emotivo, speranzoso , mi do da fare e sono pieno di attività. Un uomo giovane dovrebbe sempre essere rajasico.

Swami Vivekananda insegnava ai giovani di questo paese, dicendo che avrebbero dovuto fare Raja Yoga. Questa mente rajasica, la mente attiva, dinamica e il senso di leadership è necessaria ai giovani. Questo diventa raja yoga.

Si chiama invece egoismo quando è un'emozione legata al profitto o ad uccidere e contrastare gli interessi delle altre persone. E' egoismo se è leadership orientata solo a perseguire i propri obiettivi personali. La mente Rajasica in senso positivo si chiama raja Yoga ed è molto utile. La mente Rajasica in senso negativo è schiavitù ed esiste fino a che io affogo senza più speranza in uno stato di totale egoismo.

Il cammino della devozione

Come uscire dalla mente rajasica? Il cammino della Bhakti, devozione ci può aiutare a venire fuori da questa mente rajasica.
Qualcuno mi ha chiesto: "Come dovresti compiere una azione?"
Io sono attualmente un insegnate felice. Supponete che qualcuno dica: "Anil Kumar, la tua lezione da domani non è più necessaria." Io dovrei essere ugualmente felice.
Ma, per il fatto di essere un insegnante, io sono attaccato alla mia professione, quindi, se qualcuno mi dicesse: "Non c'è più bisogno di te," sarei preso dal panico, perciò devo cercare di non essere attaccato alle mie azioni.

Supponete che io stia facendo qualche servizio nel Mandir. Improvvisamente qualcuno dice: "Non sei più necessario. Qualcun altro ha preso il tuo posto." Se io iniziassi a piangere, dividendo le mie lacrime con gli altri, renderei miserabile tutto il mondo. Se sento che il modo mi crolla addosso quando vengo rimosso da una attività, questa è schiavitù. Fai il tuo dovere, ma sii sempre pronto ad abbandonarlo. Non attaccarti troppo ad esso. Questo è il raja Yoga.

Fate il caso che mi venga cambiato il posto a sedere assegnatomi. E' attaccamento se io faccio caso a questa cosa fino a finire in una tomba.
Dovrei quindi dire: "Va bene, sono pronto a farlo. Se volete sostituire qualcuno è certamente per fare meglio ed io non posso essere che contento. Io non sono attaccato al mio lavoro. Faccio così perché mi è stato dato da Dio."

Dio ha la libertà di cancellare il mio dovere in ogni momento.
Non si può dire: "Dio! Dio tu mi hai dato questo lavoro ed io lo porterò avanti anche se ora tu mi dici 'no'!" Se faceste così sarebbe necessario l'intervento di qualche Seva Dal per rimuovervi. Quindi il punto è: cerchiamo di non farci sloggiare con la forza; cerchiamo di essere sempre pronti a qualunque cosa.

Il re Janaka era un tipo simile. Era pronto a governare il suo regno, ma era anche pronto ad abbandonarlo. Come unico attaccamento abbiate il "distacco." Desiderate essere senza desideri. Sì! Fate, ma siate sempre pronti a smettere di fare in ogni momento. Questo è ciò che si chiama Raja Yoga. Questo è possibile solo attraverso il cammino della devozione o ciò che viene chiamato Bhakthi.

Riguardo a questa cosa, la Bhagavad Gita spiega alcuni punti molto chiaramente.
"Bhakthi Reva Gariyasi." Questo significa che Bhakthi o Devozione sono le sole strade.
I lacci rajasici sono strettamente intrecciati e formano l'abito e l'aspetto della mente umana. Pertanto si può uscire dalla mentalità rajasica attraverso la Bhakthi.

Raggiungere la conoscenza solo seguendo la devozione

Chi ha detto che possiamo essere dei buoni Jnani (coloro che hanno la conoscenza) attraverso la lettura di libri? Questo è completamente sbagliato. Noi pensiamo che conoscenza significhi erudizione. Anche questo è completamente sbagliato. Ciò che nasce dall'azione e si sperimenta è vera conoscenza. Non si tratta solo di leggere libri trovati in libreria. Potete anche essere degli esperti, avere letto tutti i libri che si trovano in libreria, potete anche avere la testa piena di libri; nonostante ciò rimarrete sempre degli asini!

Sono certo che alcuni di voi si offenderanno se dico queste cose! Bhagavan stesso ha detto: "Se non c'è esperienza anche l'uomo più istruito è un asino." Perché?
Un asino porta mucchi di sandalo sulla schiena ma non sa assolutamente nulla della fragranza e del profumo del sandalo.

Analogamente, una persona può avere letto la suprema conoscenza sui libri, che sono ammucchiati sulla sua schiena come fosse un asino. Tuttavia, solo leggendo, non può avere alcuna esperienza reale, quella fragranza ed essenza di ciò che i libri contengono.

Per questo la Bhagavad Gita dice: "Bhakthyat Jnanam Prajayath" - Cosa significa?
"Mio caro ragazzo! Tu puoi acquisire tutta la conoscenza o Jnanam solo seguendo il cammino della devozione."
Perché questo? La devozione ti da l'esperienza. Senza devozione la conoscenza equivale a quella di un computer. E' solo ricordo o registrazione su un CD, un floppy o una audiocassetta. Per avere una reale esperienza, serve la Bhakthi o devozione. Questo vi potrà aiutare a trasformare in satwica la vostra mente.

Quindi, ve lo ripeto ancora, il karma vi aiuterà a uscire dalla mente tamasica ed entrare in quella rajasica. Poi la devozione o Bhakthi vi aiuterà a passare dalla mente rajasica a quella satwica, che è lo stato pio ed equilibrato della mente.

Ora siamo al terzo livello, la mente satwica. (Non voglio più ripetervi che tutto ciò che dico è tratto dalla letteratura Sai e dai Suoi discorsi).
Uno stato satwico della mente è pio, equilibrato, tranquillo e non disturbato.
Certamente vi ricorderete il paragone che ho fatto la settimana scorsa. Lo stato tamasico è una catena di ferro; ll rajasico è una catena d'argento mentre la mente satwica è una catena d'oro.

Ma una catena è pur sempre una catena e la differenza sta solo nel materiale di cui è fatta. Anche se è una catena d'oro, io sono sempre incatenato e pertanto non sono libero. Per questo, nonostante tutto, resto infelice. La mia infelicità sparirebbe nel momento in cui mi sentissi libero.

"Signore, sto per legarvi con una catena d'oro"
Io dovrei rispondere: "Ti prego lega te stesso. IO non voglio!"
Quindi anche una mente satwica è un legame, una restrizione, una specie di ossessione o costruzione, quindi un ostacolo. Dobbiamo sentirci liberi da ogni legame. Questo è possibile solo acquisendo una totale 'Jnana'.

Jnanam o cammino della saggezza è il solo mezzo a nostra disposizione per uscire dal legame di una mente satwica. Potreste chiedere: "Ah! Oltre questo dove vado a finire?" Andrete in uno stato che è senza alcun attributo, oltre i tre gunas.
'Guna Theetha' significa: 'uno che trascende le tre qualità'.

"Viveva Chudamani" è un libro molto interessante, scritto da Adi Shankara. Tratta un punto molto importante: "Jnana Eva Thu Kaivalyam."
Questo significa che Jnana è il solo cammino per la liberazione.

La Bhagavad Gita dice anche questa cosa: vi potrete chiedere cosa sia Jnana; Jnana non è niente altro che la consapevolezza. La consapevolezza è Jnana. Ma allora come sono io? Sono un Jnana, con consapevolezza, o no? Sono consapevole di ciò che sono? Questo è un punto molto importante.

Nel 4° capitolo, sloka 38°, la Bhagavd Gita chiarisce ulteriormente questo concetto: "Nahi Jnanema Sadrusan Pavithramiha Vidyathe."
Questo significa che niente è uguale a Jnana ed alla consapevolezza. Di tutte le forme di conoscenza, Jnanam è la massima, suprema , più sacra, più importante, più nobile, più desiderata e più desiderabile. Acquisendo questa conoscenza, potete andare oltre i tre strati mentali (satwico, rajasico e tamasico) e poi andare a quello che è 'guna theeta', o stato senza alcun attributo.

Lo stato più elevato: voi ed io siamo UNO

Quando Bhagavan recentemente ha cancellato il padnamaskar (toccare i Piedi) Egli diede anche uno straordinario insegnamento.
Baba disse: "Perché Padnamaskar? Dopo tutto, voi ed io siamo UNO. Se voi ed io siamo UNO, non c'è alcun motivo di fare Padnamaskar nei miei confronti."
Questo è il più alto livello di consapevolezza.

Io piango per non essere ancora in quello stato. IO sono frustrato per non avere consapevolezza. Sono dispiaciuto per non sapere ancora chi sono e mi duole che il padnamaskar sia stato cancellato perché non ho ancora la risposta alle domande: "Cosa sono io?" e "Come sono io?" e "Chi sono io?"
Io non so neanche chi sia questo 'IO' e pertanto mi lagno. IO ho il mio risentimento. Mi sono reso conto che è la mia psicologia ad agire contro di me negativamente.

Pertanto, amici miei, voi ed io siamo UNO. Questo è lo stato più elevato. E' il 'guna theetha' o stato senza attributi. Quando andate oltre i tre attributi, voi diventate 'guna theetha'. E' solo quando siete a quel livello che potete dire, con piena consapevolezza, 'Voi ed io siamo UNO."

Si tratta di una condizione nella quale vengono trascesi i tre livelli della mente, frutto della psicologia umana della sociologia e della parapsicologia. Questo è ciò che disse anche Cristo sulla croce: " Io e Mio Padre che è nei cieli siamo UNO."
Questa identificazione dell'individuale con l'universale, della singola entità con il Divino, è possibile solo quando si va al di là dei tre attributi, raggiungendo lo stato di 'guuna Theetha'.

Finalmente, nell'insegnamento nel capitolo 7°, sloka 18°, Egli dice: "Jananethwath Maiwa Me Matham"
Questo significa che Jnana, la Suprema Conoscenza, vi aiuterà a sentirvi UNO o Divino; "Voi ed io siamo UNO", cioè "Aham Brahmasmi" .
"Io sono Atma Brahma." Questo è il più elevato stato di consapevolezza, che può essere raggiunto una volta che si trascendono i tre Guna secondo quello che dice la Bhagavad Gita ed i Discorsi di Baba.

Ora ci restano solo alcuni minuti, ma penso che non vi dispiacerà trattenervi per almeno altri venti minuti. Chi è stanco può anche andare via. Saranno comunque benvenuti!!
Quindi questa è la conclusione di: "Cosa sono io?" e di "Come sono io?" come viene risposto nel capitolo 14°.

Finalmente ora possiamo affrontare la domanda: "Chi sono io?"
Prima non era possibile perché non conoscevamo la risposta alle prime due domande. Ma adesso che conosciamo queste risposte si può facilmente affrontare la domanda:
"Chi sono io?".

Le qualità di una persona che è oltre i tre attributi

Il capitolo 14° descrive meravigliosamente bene questa trascendenza. Questo è molto importante. Allora, si dovrebbe trascendere. Si dovrebbe andare al di là dei tre attributi. Ma come possiamo individuare la trascendenza? E' una rivendicazione, un argomento di distinzione, una scoperta, un'invenzione o una semplice spiegazione?
Certamente no! Cos'è allora? E' una esperienza. Questa esperienza diventa una espressione. Ciò che è latente diventa evidente. Ciò che è nascosto diventa apparente e ben visibile.
Chi è il tipo di uomo che ha trasceso questi tre attributi? E' forse un uomo che indossa una veste arancione ed ha i capelli lunghi? Certamente no! È un uomo che tiene sempre in mano un Japamala? No! Anzi, bisognerebbe guardarsi da un tipo del genere. Ma allora, come posso riconoscere chi ha veramente trasceso?

La Bhagavad Gita lo spiega chiaramente nel capitolo 14°, negli slokas dal 22 al 25. IO ora ne farò un piccolo riassunto perché servirà a fissare alcune idee.
Qualche persona dice: "Signore, Anil Kumar, io sono venuto qui e non ho più attaccamenti."

Oh! A me non interessa assolutamente se tu sei attaccato o distaccato. Perché dovrei essere interessato ai tuoi attaccamenti? Lascia invece che sia io a 'distaccarmi' da te! Questa non è una cosa importante! Amici miei, coloro che vi dichiarano di essere distaccati, sono quanto di peggio possa esserci. Guardatevi da essi. Essi stanno vivendo con una falsa nozione e tentano di trascinarci nel fiume dell'illusione. Dovete sapere dove vi trovate solo per voi stessi. Non è per me che dovete dichiarare dove siete arrivato. Non serve certo a glorificarvi o a rendervi più importante. No! E' solo un'autovalutazione, un auto assestamento, un'auto scoperta.

La prima qualità della trascendenza è nadweshti e cioè: 'Egli non ha odio'.
Egli non odia nessuno. Nonostante questo sentiamo spesso dire: "non tollero che tu ti sieda vicino a me o che tu mi tocchi."
Potete forse dire che persone del genere hanno trasceso i tre guna? Lascio a voi ogni decisione.

La seconda qualità della trascendenza è "nakankshti" che significa: 'egli non ha desideri'. Tuttavia osserviamo spesso l'opposto. "Lascimi provare a spingerti giù in modo da poter prendere la tua posizione. Vorrei vederti sconfitto. Vorrei che tu diventassi impopolare e inutile, in modo da poter fare sonni tranquilli."
Tsk, tsk,! Questo non è 'essere senza desideri.'

La terza qualità è il 'non attacamento'. Lasciate che vi racconti un fatto realmente accaduto: "Signore! Siete esonerato dal vostro dovere. Avete fatto molto bene, grazie, ma adesso questo servizio non è più richiesto."
Anche quando si riceve il benservito non si dovrebbe essere attaccati a nulla.

La quarta qualità è 'avere una mente equanime'.
Non si dovrebbe mai attirare l'attenzione su se stessi anche quando si ha l'occasione di dire: "Sapete che Baba mi ha assegnato questo incarico?"
Perché dovrei saperlo? Questa è solo pubblicità a buon mercato, e vanità.
"Sapete che sto svolgendo questo servizio?"
OK, allora fammi sapere anche quando ti verrà tolto l'incarico.
Vedete! La mostra di sé, lo sfarzo e l'auto elogio non dovrebbero trovarsi da queste parti.

Dovremmo avere una mente stabile. Quando vi viene dato un lavoro da compire, dite: "Grazie Dio!"
Quando vi viene chiesto di lasciarlo dovreste dire: "Doppio grazie a Te. Ora avrò più tempo per pensare a Te."

Sì! Se mi viene tolto il mio compito, posso pensare più tempo a Te. Invece di lavare i piatti, potrò pulire me stesso. Invece di insegnare agli altri , potrò insegnare a me stesso. Invece di far sedere gli altri, potrò sedermi tranquillamente. Quindi tutto va visto in termini positivi. Questo è ciò che si chiama: 'mente equanime'

Quinta qualità: Una pietra e l'oro sono la stessa cosa

La quinta qualità è samalashtasna kanchana che significa considerare una pietra e l'oro allo stesso modo. Qualcuno ha portato molte penne d'oro a Bhagavan e noi eravamo tutti pronti a riceverle. Io mi feci coraggio e dissi a Swami: "Ci sono delle penne d'oro" pensando che Egli me ne avrebbe data una, se non tutte!

Sapete cosa disse: "Desideri delle penne d'oro?" Fattele dare direttamente da quello che le ha portate."
Io insistetti: "No, Swami! Penne d'oro!"
Egli rispose: "Penne d'oro, a sfera o stilografiche, IO non ne voglio nessuna. Io non le preferisco proprio perché sono d'oro."

Swami non da nessun valore aggiunto all'oro. Ci sono tre carri per portare in giro Swami. Uno è d'oro, il secondo è d'argento ed il terzo è di legno. Gli organizzatori hanno portato il carro di legno. Swami si è immediatamente seduto ed ha viaggiato dal Poornachandra Auditorium fino al mandir. Poi Swami è sceso, camminando lentamente e fermandosi di fronte a me ha chiesto: "Perché mi guardi in modo tanto strano?"

Io Gli ho risposto: "Swami! Visto che hai un carro d'oro ed uno d'argento, perché usi preferibilmente quello di legno?"
Egli ha replicato: "Shh! Statene buono! Il legno, l'argento e l'oro per me sono la stessa cosa. Io non sono interessato al materiale con cui una cosa è fatta. Io considero solo lo Spirito."

Pertanto, colui che è andato al di là delle tre qualità, considera pietre ed oro allo stesso modo. Bhagavan stesso ha detto: "Died-mind (la morte della mente) è il vero diamante, non il gioiello che porta tale nome. Quindi rocce e diamanti per Lui sono la stessa cosa.

Sesta qualità: niente è piacevole o spiacevole

La sesta qualità è thulapriya priya, che significa e si riferisce a chi considera il piacere ed il dolore come la stessa cosa.
Secondo i nostri standards, alcune persone fanno cose piacevoli ed altri cose spiacevoli. Dio ama tutti nella stessa maniera. Dio resta sempre lo stesso, nelle situazioni piacevoli come in quelle spiacevoli.

"Swami sta piovendo!" - "Molto bene"
"Swami, che bella girnata!" - "Molto bene!"
"Swami le mie gambe sono rotte" - "Chaala Santosham !Sono molto felice, molto bene!" "Swami mia nonna è morta" - "Molto bene"

Questo è tutto. Non c'è nulla che Gli faccia piacere o che Gli rechi dolore, perché al Suo livello, ogni cosa è la stessa.
"Swami, un Signore Ti ha dato cento milioni di Rupie!" - "Oh, OK"
"Swami Questo ragazzo è qui da due mesi, mangiando gratis e senza fare alcun lavoro." "Molto bene, molto bene!"
Egli considera tutto alla stessa maniera. Egli non fa distinzione tra piacere e dolore.

Settimo ed ottava qualità: Eroismo ed equidistanza tra censura e lode

La settima qualità è essere eroici.
"Swami, hai annunciato che verrà costruito un ospedale che costerà tre cento crores. Hai anche detto che verrà inaugurato il prossimo anno, ma al momento nel Trust non ci sono fondi disponibili!"
La Sua risposta: "Non preoccupatevi. Verranno al momento giusto per conto loro."

Ecco un altro esempio: "Bhagavan! Non puoi iniziare la costruzione di un'Università ad Anantapur. Non è possibile perché li vicino c'è già l'università di Krishnadevaraya. C'è una regola che dice che non si può costruire un'Università nel raggio di 20 km. da una università già esistente. Il comitato per le Università non Ti darà l'autorizzazione per una seconda Università in questa località."
La Sua risposta fu: "No. Io devo costruirla proprio qui. Vedrete."
Questa è la qualità eroica, dheera. Si, Egli è un eroe, mentre noi siamo solo degli zero (Baba gioca con le parole "Hero" e "zero").

La ottava qualità è thulyaninda sthuthi e cioè essere 'uguale sia nella lode che nella censura'.
Bhagavan stesso ha detto: "Io sono felice quando la gente mi loda, ma non sono infelice quando gli altri mi criticano. Se voi dite 'Baba è compassionevole' io non sono più felice di quando dite che non sono compassionevole. Oppure, Baba, sei così straordinario! Dire una cosa del genere non è una lode, un complimento, un certificato di merito. Essere gentile è la mia caratteristica. La compassione è la Mia natura. Tutte queste cose fanno parte di Me e quindi non sono particolarmente felice quando vengono affermate."

Supponete che qualcuno dica: "Tu sei un insegnante, Anil Kumar!" Questa non è una lode, sono un insegnante da 40 anni. Per questo non sarò particolarmente colpito da questa lode. Se invece voi diceste: "Swami, Tu sei poco gentile, rude, e senza alcuna compassione e molto crudele" Swami vi risponderebbe: "Io non sono infelice perché le qualità che tu stai elencando non fanno parte di Me."

Non ci si deve offendere se vi vengono elencate qualità che non sono in voi, ma non dovreste diventare orgogliosi quando vi vengono attribuite cose che sono già in voi.
Swami una volta disse: "Perché dovrei sentirmi offeso se qualcuno dice 'Oh Baba hai troppi capelli! E' vero: ho un mucchio di capelli. Inoltre non mi sentirò offeso se qualcuno mi dicesse 'Swami hai una testa pelata', perché la mia testa non è pelata. Quando viene dichiarato ciò che è in voi, non dovete prenderlo come una lode. Quando invece viene dichiarato ciò che non è in voi, non dovrete offendervi."
Questo è ciò che si intende dicendo: 'uguale sia nella censura che nella lode'.

Nona e decima qualità: nessun amico e nessun nemico, niente onore e niente disonore

Allora la nona qualità è mithrari pakshiyo, 'non avere amici e nemici'.
Bhagavan una volta andò nel Kerala ove c'era un gran numero di comunisti che agitavano bandiere. Qualcuno disse: "Swami! Sono comunisti. Non andare."- "Perché?"
"Essi non amano Dio" - " E allora?"
"Essi odiano Dio" - "Va bene, ed allora?"
"Non andare" - "Io andrò!"

Così stanno le cose. Sia che siano devoti o no, comunisti, di sinistra, od opportunisti, qualunque cosa possano essere, Egli li considera tutti alla stessa stregua.
Chi è un comunista? Secondo Swami 'viene dopo' è il significato di 'comunista' (Baba gioca come sempre con le parole inglesi 'comunist' e 'come next', cioè - viene dopo).
Egli viene dopo Swami e quindi è comunista. Molti comunisti lo sono solo di nome. Le loro mogli, la loro metà migliore', sono devote di Baba, credetemi sulla parola!

Quindi il punto è: Egli non si lascia influenzare da nessuna cosa. Non ha né amici, né nemici. Qualcuno può dire: "Swami, sei molto parziale verso di lui." Oppure: "Sembra essere un tuo nemico".
Swami risponderà in entrambi i casi: " Controlla la tua vista, Esamina la tua psicologia."

La decima qualità è manavamanoyo thulyaha, che significa 'essere indifferente all'onore e al disonore'.
Un meraviglioso e decorato trono speciale fu messo sul palco quando Swami ha visitato Siva a Hyderabad. Sovrastava ogni cosa. Ma invece di sedersi su questa bellissima sedia Baba si è seduto sul gradino, sul pavimento. Quindi per Lui essere in alto o in basso non ha alcuna importanza.

In un'altra occasione, un po' di tempo fa c'era un gruppo di rinuncianti qui a Prasanthi Nilayam. C'era una sedia presidenziale per Bhagavan, ma Egli non si è seduto. Si è seduto sul pavimento in mezzo a loro. Non c'è nulla che sia più grande e superiore a Lui. Egli è la stessa persona davanti agli onori ed al disonore. Quindi potete onorarlo o offenderlo, ma Egli non ne risentirà.

Voglio farvi un esempio. Se lanciate una manciata di sabbia verso il sole, cosa accadrà? Vi ricadrà negli occhi! Questo è tutto. Se state vicino al fumo, gli occhi vi bruceranno, ma nulla accadrà al fumo. Analogamente, se onorate Dio, voi sarete onorati. Ma se lo offendete, sarete disonorati. Questo dipende dal fatto che la vostra vita ruota intorno a: reazione, riflesso e risonanza.

Undicesima qualità: abbandonare ogni azione

L'ultima (undicesima) qualità è "l'abbandono di ogni azione", sarvarambhi parytyagi.
Ieri c'è stata qui un festa di compleanno alla quale ha partecipato tanta gente. La mattina successiva Bhagavan, con molta calma, graziosamente e silenziosamente, in modo dignitoso, senza anticipare nulla a nessuno, senza che nessuno ne sapesse nulla, ha lasciato Puttaparthi di buon ora alle 4,30. Quando siamo venuti qui per il Darshan, eravamo tutti confusi non sapendo dove Baba si trovasse.
"Dove è Swami?" - "E' partito alle 4,30" - "Oh!"

Egli non ha attaccamenti. Egli non si sentiva impegnato solo perché c'era una grande celebrazione con migliaia di persone. Egli non desidera l'apprezzamento di nessuno. Nessun interesse, né disaccordo per la celebrazione Egli era semplicemente andato via. E questo è tutto Egli ha abbandonato ogni azione. Egli abbandona ogni azione perché è satwico e non attaccato a nulla.
Sarvarambhi parityagi significa che Egli è pronto ad abbandonare ogni azione.

Amici miei! Queste sono le undici qualità di una persona che si trova al di là dei tre attributi, 'guna theeta'. Il meraviglioso 14° capitolo della Bhagavad Gita, "Gunatriya Vibhaga Yoga" risponde in modo straordinario alle due domande:
"Cosa sono?" e "Come sono?"

Vi ringrazio molto per la vostra attenzione.