Satsang

Incontro domenicale con Anil Kumar

18 febbraio 2001

Cari Amici, sto per condividere con voi la conversazione che abbiamo avuto sotto la veranda meno di una ora fa, calda, calda, appena sfornata! A me piace moltissimo ascoltare e per questo sono sempre molto attento e interessato, ma ancora di più mi piace dividere con voi questi insegnamenti.
Poiché c'è sempre molta gioia nel dividere tutto ciò che di più bello Swami dice alla gente, tutto ciò che Egli vuole che noi si sappia. Io credo che Bhagavan scelga ogni possibile occasione, ogni avvenimento per comunicarci sempre qualcosa di molto importante, qualcosa di molto profondo e di significato molto spirituale, che sia poi praticamente applicabile nella vita di tutti i giorni. E' con questa ottica che io voglio dividere con voi ciò che Bhagavan ci ha detto solo una ora fa.

I due più famosi poeti della letteratura Telugu sono Potana e Srinatha.
Troverete qualche difficoltà a ricordare i loro nomi né voglio che vi sforziate a farlo. Quello che è importante è il loro insegnamento ed è questo che Bhagavan ha voluto comunicarci.

Il primo dei due nomi è Po-tha-na. Bhagavan, essendo Saraswati, divinità della letteratura e della sapienza, vera personificazione, incarnazione di tutto ciò che potrebbe essere comunicato in qualunque situazione, si diverte molto a dividere le parole, giocare con le sillabe e trarne significati che noi non riusciamo neanche ad immaginare, interpretare o comprendere. E' un gioco Divino con il quale il Poeta Cosmico, il Poeta dei poeti, che ama giocare con le parole e le lettere, ama comunicarci qualcosa di profondamente nuovo, qualcosa di creativo e qualcosa di originale.

E' ciò che è successo con il nome Pothana. 'Po-tha-na'. Ci sono tre sillabe in questo nome e io mi stavo giusto chiedendo: 'Che c'è? Perché Swami ci sta parlando di questo poeta? Dove vuole arrivare?'

Swami ha diviso il nome in due: 'Po' e 'thana'. 'Po' significa 'uscire'.
Lasciate che tutto il male che c'è in voi, tutto l'istinto di possesso, ogni attaccamento e ogni cattiva caratteristica.....'PO' cioè 'escano da voi '.

Ahh!! Ma poi cosa significano le altre lettere 'Thana'. 'Thana' significa il 'Sé' e cioè ciò che tutti siamo in realtà... lo Spirito, il Sé, la Coscienza, la Consapevolezza. Ecco quindi il motivo della grandezza del poeta Pothana. Egli fece in modo che tutto il male in lui...'Po' (Uscisse) per trovarsi poi nello stato di consapevolezza, di Auto-Coscienza, 'Thana' il suo vero Sé. Una volta realizzato il suo vero Sé, Pothana compose la grande epica Bhagavata.

La Bhagavata è una delle più grandi epiche di ogni epoca, del Sanathana Dharma ( Il Dharma Eterno). In essa si racconta la storia di illustri devoti. Quando leggiamo questo meraviglioso libro, ci scordiamo di tutto e veniamo trasportati in un mondo etereo su un piano celestiale. La Bhagavata è veramente un testo che tutti dovrebbero leggere.

Come mai Pothana fu capace di scrivere una tale epica, un libro così popolare e importante? Perché la prima cosa che fece fu quella di liberarsi di tutte le sue cattive qualità, lasciandole uscire ('Po' = 'Andatevene!') e poi restò nello stato di 'Thana', il Sé , la Coscienza. Da questa Coscienza, da questa Consapevolezza, sgorgarono all'improvviso come da una sorgente, come da una cascata, tutte le più nobili e divine qualità di creatività, i più sublimi e nobili pensieri, le cose più belle che erano in lui, in uno stato di estasi, mantenendo la letteratura ad uno stato di eccellenza.
Pothana all'inizio fu stimolato a liberarsi dal male ('Po'), rimase poi in uno stato di estasi ('Thana' o Coscienza) e solo alla fine espresse tutto ciò che aveva tenuto chiuso in sé. Quindi, prima stimolo, poi estasi e solo da ultimo espressione. In questo terzo stato, ma solo dopo avere vissuto gli altri due, potè comporre la grande epica Bhagavata. Per questo motivo è tanto bella.
Questo è ciò che disse il Bhagavan.

Amici miei! Se la gente, specialmente quelli che conoscono il Telugu, non hanno mai sentito nominare Pothana, beh, peggio per loro! Non troveranno pace in nessuno dei 14 mondi ! Anche i cancelli dell'inferno saranno chiusi per loro! Poveretti! Io non penso che ci sia qualcuno del genere, ma anche se esistesse non oserebbe mai dire 'eccomi, io sono uno di quelli!', dopo avere sentito come stanno le cose!

Srinatha, un altro poeta, aveva una relazione di amicizia molto stretta con Pothana. Egli, a differenza del suo amico, viveva una vita da mendicante, nonostante fosse un grandissimo poeta, un grande devoto e compose un'epica che ai nostri giorni, dopo tanti anni, è ancora viva e vitale.
Srinatha, altro grandissimo nome della letteratura Telugu, fece bellissime composizioni e visse una vita lussuosa fatta di ricchezza, sfarzo, stravaganza e lusso. Ah! appartamenti e hotel a cinque stelle! Pothana fu un uomo abituato alle scodelle, alle ciotole, Srinata alle grandi dimore, nonostante fossero molto amici.

Ormai dovreste avere capito che non è nella mia natura starmene quieto, ma che amo prendermi i miei rischi Divini! E questo solo perché sono coperto dall'assicurazione Divina!! Fino ad oggi sono sopravvissuto, ma chissà cosa succederà domani? Allora ecco pronta la mia domanda: "Swami, Srinata fu un grandissimo poeta davvero, un uomo molto ricco, famoso, con molta reputazione con tanti titoli onorifici, che godeva della protezione di tanti re ed imperatori di quella epoca e dall'altra parte parliamo di Pothana, il grande epico autore della Bhagavata, che restò un accattone per tutta la vita! Che differenza tra i due!! Che prezzo ha dovuto pagare per essere un devoto! E' questo il tipo di vita che ci si aspetta da un vero devoto?"

Allora Bhagavan ha detto: "Una semplicissima spiegazione. Un giorno Srinata andò a trovare Pothana nella sua casa. Srinatha, l'uomo ricco, visitò Pothana, suo grande amico, poeta poverissimo. Srinatha disse subito:
"Hello!
Come stai? "Stava seduto su una portantina sopra un materasso di seta e velluto, ben imbottito e molto riposante. Ah! Lui sì che sapeva godersi il lusso!! Si domandava perché il suo caro amico stesse soffrendo "Come stai?
Come te la passi?"

Più volte insistette: "Come stai?" Un contadino, anche se grande poeta, è sempre un contadino e Pothana stava lavorando duramente, conducendo una vita da contadino, da agricoltore. Srinatha, al contrario, viveva nel lusso e gli chiedeva continuamente: "Come stai?" lanciando una frecciatina come per prendersi gioco di lui, per fargli capire che poca cosa fosse.

In realtà il suo messaggio era: "Eccomi! Io ho scritto tanti libri e li ho dedicati ai re e ai potenti e ora godo della loro protezione. Tu invece guardati, sei qui, hai dedicato le tue composizioni a un Dio che non hai mai incontrato, che non hai mai visto, ed ora soffri per questo! Se continuerai ad agire cosi resterai sempre un mendicante. Io invece, che ho dedicato i miei libri ai re e ai potenti, ora vivo nella ricchezza, abbondanza e prosperità."

Quest'uomo ricco stava chiedendo al poeta contadino: "Come stai, tu che sei un contadino?" Questa storia è veramente molto bella e dal momento che nessuno può seguirmi non c'è motivo che io la ripeta in Telugu solo per vanità e per fare sfoggio di quella memoria che non ho. Non è il momento di essere vanitoso! E' abbastanza che voi mi comprendiate. OK?

Allora Pothana, il povero uomo, il povero poeta contadino rispose a quella insistente domanda: "Piuttosto che offrire le mie composizioni, i miei libri ai re e vivere aspettandomi qualcosa dagli altri, è sufficiente che io possa contare solo su di me e avere un solo onesto pasto al giorno. La mia vita da contadino mi basta e mi avanza. Non mi importa quello che pensi. Questa vita è sufficiente". Questa fu la risposta di Pothana.

E adesso arriva il commento di Swami. Questa storia è molto conosciuta e Bhagavan ha dato questo Suo bellissimo commento: "Pothana coltivava la sua terra e si nutriva di tutto il cibo, di tutto il grano che egli stesso aveva coltivato. Al contrario Srinatha, essendo un uomo ricco, era legato alla carità dei re. Dipendeva dal denaro che i re gli davano in considerazione della sua cultura. Egli era quindi un uomo abituato a ricevere, mentre Pothana coltivava la sua terra, coltivava il grano e poi se ne nutriva."

Poi Bhagavan ha aggiunto: "Quando ricevete, non importa cosa, sia pure oro e diamanti o qualsiasi altra ricchezza, siete sempre un mendicante.
Pothana coltivava invece la sua terra per la quale lavorava molto duramente.
Viveva solo del suo sorriso e poi si nutriva con il grano che egli stesso coltivava col sudore della sua fronte. Per questo era un uomo ricco. Poteva anche essere un povero contadino ma faceva assegnamento solo su Dio. Stava in piedi sulle sue gambe, mai su quelle di un re, aspettando ricchezze, aspettando oro. No!"

Poi Swami ha continuato: "Allora chi dei due era più ricco? Sicuramente non Srinata, uomo pieno di oro e ricchezze. Egli non era ricco, o meglio egli era ricco, ma non era ricco. La ricchezza è molto diversa dall'essere ricco.
Le ricchezze, tutte le ricchezze di questo mondo sono solo un simbolo di possesso. Noi possiamo possedere tutto l'oro e i diamanti di questo mondo, ma non è detto per questo che siamo ricchi abbastanza."

Allora, in questo caso, chi è l'uomo più ricco? Pothana, il povero uomo è il più ricco perché ha coltivato la propria terra e vive di questo. Quindi il cosiddetto 'povero' è il più ricco. Il cosiddetto 'ricco' è invece povero perché vive aspettando di fronte alla porta dei re e chiede in elemosina oro e diamanti.

"Swami, abaa! (Espressione di stupore in Telugu) Che meravigliosa interpretazione è questa! Io non ne ho mai sentita una simile, nonostante abbia letto tutte le loro composizioni." Naturalmente mi sono entusiasmato per questa interpretazione di Bhagavan.

Più tardi ho posto un'altra domanda: "Bhagavan, questa mattina hai parlato di poeti e della poesia, ed hai ricordato uomini di lettere istruiti e saggi, le cui composizioni vengono lette ancora oggi. Le Arti sono in tutto 64, ma le Belle Arti sono solo 5. Tra queste 64 arti possiamo metterci anche il furto. Oh si, è veramente un arte! Non è facile saper rubare a tutti.
Quando si fa un film, lo fai per fare denaro. A meno che non sia un'arte, come si può fare denaro con il furto? Per questo anche il furto è un'arte.

Allora esistono 64 forme di arte e tra queste, 5 costituiscono le Belle Arti: Musica, Letteratura, Danza, Recitazione e Cultura. Premesso questo, ho chiesto: "Swami! Tra le Belle Arti, la più importante è la Letteratura?
Tra le cinque Belle Arti , quale é la più vera, la più importante?

Swami ha detto: "Non è la letteratura 'Sahitya', ma la musica 'Sangita' è la migliore tra le cinque Belle Arti."
Questo proprio non lo capisco! "Perché Swami? Perché?" Noi apparteniamo all'età della Scienza e dell'Elettronica e non possiamo sempre starcene quieti. Io voglio avere risposte precise e dettagliate, anche se devo correre qualche rischio. Dobbiamo pur pagare un prezzo. Non possiamo ottenere tutto così, senza correre rischi. Così ho insistito: "Perché dici questo? Tu dici che tra le Belle Arti la musica, come importanza, viene prima della letteratura. Perché?"

Bhagavan con molta pazienza ha risposto: "Per comprendere bene la letteratura devi avere qualche tipo di istruzione e devi quindi fare prima qualche sforzo di preparazione. E' necessario qualche tipo di studio, istruzione, insomma, un minimo di nozioni per poter comprendere la letteratura. Ma per gioire della musica, basta che le tue orecchie funzionino bene!" Se le tue orecchie sono in buone condizioni va tutto bene. Non devi conoscere alcuno scritto. Non ti serve alcuna istruzione, nessuna conoscenza. Ma la musica, ah! Muovi la tua testa, non importa se si tratta di un Bhajan o di musica pop o di Michael Jackson. "Allora, non credi che sia così?" Si è vero, la Musica è la più importante tra le cinque Belle Arti.

Poi sono seguite alcune domande di filosofia e spiritualità che credo apprezzerete. Bhagavan ha risposto a proposito in modo particolare ad alcune domande. Secondo Swami, lo Yoga è un esercizio spirituale e non un esercizio fisico. Io ve l'avevo già detto moltissime volte. In nome dello Yoga molta gente fa un sacco di soldi, ma essi fanno dello Yoga solo una ginnastica e questo è tutto. Ma il vero Yoga è esercizio Spirituale perché Yoga significa Unione. Quindi lo Yoga è Unione con Dio.

Questa è stata la domanda: "Quelli che seguono un cammino Yogico, come devono essere considerati per ciò che riguarda la letteratura? Se stiamo alla definizione, alla definizione letterale intendo, lo Yoga, inteso come esercizio spirituale, può essere predominante. Tutta la creatività, la capacità compositiva può essere asservita allo Yoga, e la concentrazione tipica dello Yogi prendere il sopravvento sulla capacità di composizione."
Sono stato chiaro?

Lo Yoga, inteso come esercizio spirituale, ha quindi priorità rispetto alla capacità di composizione. Da questo si dedurrebbe che un grande poeta non può essere uno Yogi. Così stanno le cose e se volete essere uno Yogi, scordatevi la poesia. Se siete sia un Poeta che uno Yogi, lo Yoga prevale sulla poesia.

Questa era la mia opinione, ma Swami ci ha dato questa bella risposta:
"Qualunque sia la poesia, la composizione, qualunque cosa scriviate, ci dovrebbe sempre essere un sottofondo Divino. Dovrebbe quindi esserci uno Yoga occulto, una consapevolezza spirituale occulta in tutto ciò che si scrive. Dovrebbe sempre essere celata una corrente, un flusso di esperienza spirituale."

"Oh-ho Swami! Uno Yogi può quindi essere un Kavi, un poeta? "
Bhagavan ha risposto: "Un vero poeta è sempre uno Yogi. Uno Yogi, uomo dedito alla meditazione, uomo di eccellenza spirituale, uno Yogi è un vero poeta."
"Oh-ho, Swami! Ma allora come stanno le cose? Che succede se io non ho consapevolezza spirituale? Posso sempre essere un poeta? E' proprio necessario che abbia questa consapevolezza spirituale?"

Io chiedo perché amo scendere sempre più nel profondo di un argomento in modo da fare chiarezza una volta per tutte. Per questo alcune volte sono tanto insistente che Baba dice: "Basta! Basta!" Voglio cercare sempre la risposta definitiva. Voglio scavare nel profondo di un argomento e non accontentarmi della superficie perché non sappiamo mai se domani potremo ancora parlare con Swami ed avere altre risposte. Potrei non avere più possibilità di fargli delle domande. Egli potrebbe graziosamente, meravigliosamente evitarmi!

Niente è garantito con Swami. Quando siete sicuri che passerà da una parte, il Darshan verrà cancellato in onore della vostra devozione. Quando sono sicuro che passerà dalla mia parte, accanto a me e mi prenderà una lettera e che io avrò la possibilità di fare una qualche richiesta, una qualche preghiera, il Darshan inizierà al contrario, in modo che io non sono più nessuno! Pertanto, amici miei, sebbene sia sempre molto rischioso, io insisterò con Lui perché non so mai cosa potrà succedere domani.
Lasciate che io tragga quindi ogni possibile vantaggio dall'oggi e conosca tutti i dettagli!

Allora questa è stata la domanda: "Uno Yogi, un uomo dedito alla spiritualità, può essere un miglior poeta?" In altre parole, se uno non è uno Yogi, un uomo consapevole, può essere un buon scrittore? Può essere un buon poeta?"

Swami ha risposto: "Se uno non è Yogi, un tale poeta è Rogi, un malato.
Solo uno Yogi può essere un vero poeta, Kavi, altrimenti è Rogi, malato o comunque anomalo."
"OK Swami. Allora io cosa sono? Io non sono Yogi e non sono neanche un poeta. Cosa sono io?" Allora cosa sono io? (Io sono in un ottimo esempio perché sono molto lontano dalla grandezza di uno Yogi o di un Kavi, lontano quindi dalla zona pericolosa!)

Swami ha risposto: "Se ami una composizione, se ti piace la composizione di uno Yogi, e godi leggendola, allora sei un Bhogi, persona dedita al piacere."
Allora, uno che legge, quando apprezza il piacere di leggere una composizione, è un Bhogi. Tutti noi siamo potenziali Bhogi. Leggiamo libri, bene! Quando l'autore ha consapevolezza spirituale allora è un vero poeta.
Se non ha tale consapevolezza è solo un Rogi. Allora queste sono le tre parole con le quali Swami ha voluto giocare - Yogi, Bhogi e Rogi.
Penso di essere stato chiaro. Lo sono stato? Si? OK allora.

Poi Bhagavan ha aggiunto: "La consapevolezza spirituale riesce a fare emergere dal profondo dell'essere, dall'incomprensibile profondo, l'incommensurabile profondità di eccellenza che è latente nel poeta.
Ogni poeta sviluppa la latente, incommensurabile profondità di eccellenza che è nascosta in lui. La consapevolezza spirituale farà emergere tutto questo in modo del tutto naturale e spontaneo. Non può essere diversamente."
.
A questo punto è nata un'altra questione. Swami in modo più scherzoso mi ha detto: "Oggi sono arrivato prima del solito e tu non eri qui. Cosa ti è successo?" (Ero stato lì per il Darshan ma poi mi ero preso un piccolo break. Tutti voi immaginate la ragione - per fare colazione!). Proprio in quel momento Dio è arrivato a controllare. Una situazione veramente spiacevole e non mi ha trovato. Quando sono presente Egli mi ignora, ma ogni assenza viene subito notata. La presenza è invece sempre ignorata.
Questo è lo stile di funzionamento del Divino che è sempre molto difficile da comprendere. Noi non siamo capaci di conoscere la dinamica e la meccanica di questo Avatar, l'Incarnazione. Dobbiamo comunque accettarlo così, che ci piaccia o no.

Improvvisamente mi è venuto vicino: "Cosa ti è successo?"
Cosa potevo dire? I ragazzi erano vicino. Bene, essi possono sorridere, ma io non posso nascondere nulla. Ma ormai il cane era scappato..!

"Sono andato a fare colazione, Swami!"
"E cosa hai mangiato?" Questa era una domanda veramente personale. Per me era molto difficile dire cosa avevo mangiato perché i ragazzi che vivono nell'ostello non fanno certo la mia stessa colazione di questa mattina.
I poveretti probabilmente hanno solo una fetta di pane, mentre io ho fatto a casa mia una ricchissima colazione. Come fare per non metterli in imbarazzo?
Questa era una situazione abbastanza difficile.

Allora ho detto: "Solo due pezzi, Swami"
"Solo due? Di che si trattava? " Come sempre non voleva lasciare il discorso a metà.
"Oh Swami, erano solo due pezzi."
"No, no, non quanti erano, ma cosa erano? Dimmelo!"
"Uno era Dosa e l'altro Upma, Swami. Una combinazione."
"Oh,oh Una combinazione di Dosa e Upma?"

Se non sapete di che si tratta andate alla cantina indiana e li troverete sempre disponibili.
"Quindi una combinazione di Dosa e Upma. Una ottima combinazione."
Io dissi: "Oh certamente."

Prendendo spunto da questa conversazione Egli ha sviluppato il seguente argomento.
"Questa combinazione è anche lì, nella nostra vita" ha detto Swami "Ah! Di che si tratta?"
"La combinazione secolare e spirituale che coesistono in ogni uomo - il mondo materiale e il Divino. Il secolare e lo spirituale possono andare insieme. Questa è si una bella combinazione oltre la tua combinazione di Dosa e Upma."

Poi io ho chiesto una maggiore chiarezza e ciò che Bhagavan ha detto è veramente un bellissimo insegnamento. "Il mondo è ciò che viene definito 'grossolano', Sthula, il Divino è ciò che viene definito 'sottile', Sukshma.
Questa si che é una bella combinazione! Il grossolano racchiude in Sè il sottile."

"Oh! Capisco Swami! Ma io non so esattamente cosa sia la 'sottigliezza' perché faccio parte del grossolano. Io conosco il mio peso, la mia altezza, vedo il mio torace e questo è il 'grossolano'. Ma per quanto riguarda il 'sottile' di cui hai parlato, non riesco a sperimentarlo perché è tanto sottile che non riesco a percepirne la sottigliezza. Quindi ad essere precisi non so esattamente di che si tratta."

Allora Bhagavan ha detto "Oh-ho! Il bulbo che vedi è il 'grossolano' mentre l'elettricità che non vedi è il 'sottile'. L'elettricità è 'sottile' perché non puoi vederla, ma se il 'grossolano' (il bulbo) funziona si deve alla presenza del 'sottile'. Il sottile è quindi essenziale per la vita del grossolano. Il sottile è fondamentale, mentre il grossolano è la sua manifestazione esteriore. Quindi, il sottile si esprime attraverso il grossolano."
"Oh! Un'altra domanda - Allora, Swami il grossolano esce dal sottile.
Ho capito bene? Ricapitolando esiste il sottile (Sukshma) e il grossolano (Sthula). Questo Sthula (grossolano) ha avuto la sua origine, è nato dal Sukshma (Sottile). Il sottile è la causa della nascita del grossolano.
Ho capito bene? "

Swami contraddice sempre quello che uno afferma, ma lo fa per il suo bene, non certo per il gusto di dire 'No' a qualcuno. Egli risponde migliorando sempre la nostra affermazione per una migliore comprensione.

Allora ha detto: "No, no, no, no! C'è il grossolano nel sottile e c'è il sottile nel grossolano."
Oh-oh! Adesso allora io non sono più né grossolano, né sottile! Sto andando in entrambe le direzioni. Almeno come grossolano ero a mio agio, ma adesso che Swami dice che c'è il sottile nel grossolano e il grossolano nel sottile, io non so più cosa sono. Entrambi o cosa?

Swami ha parlato e mi ha messo in una totale confusione! "Io pensavo che il sottile facesse nascere e crescere il grossolano e che dentro il grossolano ci fosse il sottile. Bene! Ma adesso tu mi hai messo in confusione, dicendomi che c'è il sottile nel grossolano e viceversa. Io non ci capisco più nulla."

Allora Bhagavan ha detto: "Un semplice esempio ti chiarirà tutto:
questo è un seme di mango. Dentro questo seme è nascosto l'albero del mango. Il seme è il sottile e l'albero è il grossolano. Allora l'albero (grossolano) è nascosto nel seme (sottile).

Ahbaa! Chi può spiegare meglio questo concetto? Bene! Che meravigliosa spiegazione è! Amici miei, credo che sarete tutti d'accordo con me nel riconoscere che Bhagavan è veramente un Insegnante Universale, l'insegnate degli insegnanti, perché questa incarnazione è scesa sulla terra per diffondere e spandere la conoscenza spirituale. E per portare dentro ognuno di noi la consapevolezza spirituale e la consapevolezza del Sé. Tutto il resto delle attività, le funzioni, le celebrazioni, i Darshan, i Namaskara, Prasadam, Akanda Bjhajan, Yaina e tutte le festività possono essere riassunte in una sola cosa, rivelare un solo scopo: fare si che ognuno di noi possa realizzare la Divinità interiore. Fare sì che ognuno realizzi e sperimenti la Divinità che alloggia in lui. Questo è il solo vero motivo per cui siamo qui con Lui.

"Allora il grossolano è nel sottile. Molto bene. Ma come mi spieghi il sottile nel grossolano? Tu hai detto che il seme è diventato albero.
Molto bene. Il seme è il sottile, l'albero il grossolano. Molto bene! Ma tu hai detto che le cose sono entrambe vere: il grossolano nel sottile e viceversa.
Perché? Come si completa il tuo esempio? Io non ho ancora capito."

"Quest'albero produce i frutti del mango e i frutti hanno in sé il seme. Per questo l'albero che è grossolano ha in sé il sottile che è il seme e il seme sottile ha in sé l'albero grossolano. Ma ora io mi mangerò il frutto, grazie!"

Allora Bhagavan ha spiegato che c'è un albero nel seme. Questo significa Sthula in Sukshma, grossolano nel sottile. E poi ha aggiunto che il seme è presente nell'albero e questo significa che il sottile è là nel grossolano!

"Questa è la vera combinazione, Ayaa" (espressione di rispetto, come Signore). Il secolare e lo spirituale e non solo il tuo Dosa e Upma.
Non solo due pezzi per colazione! Questa è la vera combinazione di secolare e spirituale, di grossolano e sottile ."
"Swami! Ho capito che l'uno è nell'altro e viceversa, ok! Ho capito tutto.
Io però vedo molto bene il grossolano. Vedo l'insieme, il totale, la forma.
Posso vederle, posso gioire della loro compagnia, posso anche migliorare l'aspetto dell'insieme con l'uso di qualche cosmetico, posso mettere su qualche chilo..... ma il sottile proprio non riesco a vederlo.

Come posso sperimentarlo? Ammesso che le due cose siano strettamente legate, come posso sperimentarlo? Sono sempre molto felice di incontrarti, perché posso vedere la tua forma grossolana, posso vedere il tuo amabile sorriso, la tua bella faccia. Ma che dire della parte sottile che non vedo? Come posso sperimentarla e dire - Questa esperienza è conseguenza di questo fatto? Come posso dirlo se non c'è una prova diretta? Non esiste una diretta evidenza se manca la forma?"

Allora Bhagavan ha spiegato: "Comprendo i tuoi dubbi. Qual'è la forma di Ananda, della Beatitudine? Ananda, la beatitudine, non ha forma, eppure siete o non siete tutti pieni di Beatitudine? Allora siete tutti Beati anche se non riconoscete la Beatitudine dalla sua forma."

Ah, allora è così! La Beatitudine, che non ha forma rende Beati noi, che abbiamo forma. Così la Beatitudine che è senza forma, riempie una forma e la rende beata. Abaa! Finalmente ho capito! Forse era una dose troppo forte per noi?

"Swami, per piacere, vorresti spiegare un po' più diffusamente questo importante concetto?" Egli dice: "Quando gustate un dolce, il dolce ha una sua forma che lo rende desiderabile, ma la sua dolcezza non potete vederla perché non ha forma".
La dolcezza non ha forma mentre il dolce che la contiene ne ha una! I peperoncini hanno forma, ma provate a mangiarne uno o due e vi renderete subito conto di cosa significa il 'senza forma' che vi sta dentro!!
Ok?

Mi sto rendendo conto che manca mezz'ora all'ora di pranzo. Se volete, posso fornirvi dei peperoncini! Dall'India, dall'Andra, dal Sud dell'India, rossi brucianti! Quella forma vi porterà allo stato senza forma in un batter di occhi. Sono stato abbastanza chiaro, signori?

Poi Bhagavan ha aggiunto: "La Beatitudine non ha forma ma farà sì che questa forma sperimenti la beatitudine." Come essere beati? Ciò che la Beatitudine è in sé stessa viene sperimentato attraverso questa forma.
La Beatitudine non può essere negata, solo perché non ha forma. Non si può dire che la Beatitudine non esiste perché, in realtà, voi siete beati. La felicità non ha forma, ma voi siete felici, la dolcezza non ha forma, ma voi la gustate mangiando un dolce. Abaa! Il cibo è molto forte, speziato?!
Il gusto piccante non ha forma ma la sostanza piccante ha una sua forma ben definita. La sostanza estratta dalle spezie ha una forma."

Allora io ho detto: "Swami, adesso comincio a capire che tutto ciò che passa attraverso i cinque sensi della percezione mi dà l'informazione, mi dà l'esperienza, che è la stessa cosa. E' esatto? Il senso della visione, il senso dell'udito, il senso del tatto.... é attraverso questi sensi della percezione che posso realizzare una qualunque esperienza. Ho ragione?
L'esperienza guadagnata attraverso questi cinque sensi è comunque senza forma. E' corretto, Swami?" - "No, no! Sei in errore!"

Io sono abituato a questo e sempre mi congratulo con me stesso per essere in errore. Se non fossi in errore, come potrei essere corretto? E se fosse corretto ciò che dico, come potrei saperlo? Swami spesso migliora le nostre risposte corrette per farle diventare più accurate, più corrette, più precise ed esatte. Io posso essere corretto, ma non posso essere esatto. Io non posso mai essere accurato, così, anche quando le nostre risposte sono corrette, Swami le renderà accurate.

Allora questa è stata la mia domanda: "Bhagavan, tutto ciò che io ottengo attraverso i cinque sensi della percezione, mi fa fare una esperienza che è senza forma. E' vero?"
L'immediata risposta di Swami è stata: "Sei in errore". Molto bene! Ma poi Swami ha continuato, per rendere più accurato il concetto:
"Un'esperienza è la combinazione di tutto ciò che nasce dentro di noi, di ciò che si sente, si vede e si tocca. Tutta l'informazione che nasce da questi cinque sensi combinati, mischiati insieme, si dissolve in un singolo stato di esperienza.
Tutta l'informazione tirata fuori dai cinque sensi si dissolve in noi e dà il comune ed uniforme stato di esperienza. E' tutto come un buon budino."

Il Budino di riso, lo conoscete? Si chiama paiasan. Alla fine dell'Akhanda bhajan avremo due cose, una fortemente piccante e una dolce. Quella dolce è ciò che voi chiamate 'budino di riso'. Giusto? Lo conoscete? Oh yeah!
Io credo proprio che apprezzerete questo Prasadam. Ho ragione? Soprattutto quando è distribuito dalle mani Divine. Non credete che sia così?

Questo dolce non è niente altro che una combinazione di Jaggey, riso, ghee e latte. Tutte queste cose costituiscono il budino di riso, esatto? La stessa cosa ci dicono i sensi della percezione. E' un budino di riso, un budino dolce che ci fa godere uno stato di dolcezza e sperimentare la Beatitudine.
La dolcezza della Beatitudine può nascere anche da un budino di riso.

"Swami, va bene!! Allora io gioisco di questa dolcezza attraverso i miei occhi, la mia lingua e le mie orecchie, gioisco e sperimento attraverso la mia mente. Ho ragione? Questa è la domanda: "Lo stato di Beatitudine è sperimentato attraverso i sensi o no? Lo stato di Beatitudine è sperimentato attraverso la mente o no? Questa è la domanda "

Queste domande vengono poste in modo scherzoso ma nondimeno dalle Sue risposte scaturiscono tante informazioni. Amici miei! Per quanto tempo ci focalizziamo su storie e storie? Per sapere che Baba è Dio, basta una sola esperienza. Durante il corso della nostra vita sentiamo una storia dopo l'altra. Poi, improvvisamente, la nostra vita diventa una storia che non finisce da nessuna parte.

Per sapere che l'acqua del mare è salata, non dobbiamo berla tutta.
Basta assaggiarne solo una goccia. Per sapere che Swami è Dio, un'esperienza è sufficiente. Questo non significa che io non amo le esperienze o che non amo dividere le esperienze. Anzi mi piace moltissimo. Ma queste esperienze devono condurci ad un più alto obbiettivo, un obbiettivo più grande. Lo scopo di una esperienza può essere molteplice. Dipende da come la osserviamo. Lo scopo di una esperienza è quello di portarci sempre più vicini a Dio. L'esperienza non deve mai essere fine a se stessa.
L'esperienza deve condurre ad un risultato che è la Realizzazione.
L'esperienza è solo un mezzo. Non è l'inizio o la fine di tutto. Ma molto spesso ci accontentiamo del risultato immediato.

Ora voglio dividere con voi quanto ha detto Bhagavan. Cosa ha detto?
"Bhagavan! Tu hai fatto tutti questi esempi ed io credo di avere capito il Tuo messaggio. Nonostante questo ho ancora alcune perplessità." - "E cioè?"
"Posso sperimentare la Beatitudine attraverso i sensi? Posso conservare, posso tenere e trattenere questo stato di Beatitudine nella mente ancora per qualche tempo?"

Bhagavan ha dato questa semplice risposta: "La Beatitudine non può essere sperimentata attraverso i sensi e non può essere trattenuta. Non può restare nella vostra mente. No!"
Ho capito: "Se la mente non può trattenerla, se i sensi non servono per sperimentarla, allora non capisco più nulla. Che puoi dirmi di più?"
Allora Bhagavan ha detto....Abaa! Amici miei, chi altro potrebbe spiegare in modo così semplice le verità Vedantiche scendendo tanto in profondità?
Chi altro se non Bhagavan?

Egli ha dato questo altro piccolo esempio: "Durante le ore del giorno, ci muoviamo felicemente e abbiamo tante esperienza. Molto bene. Ma la notte, quando andiamo a dormire, che succede di tutte queste esperienze avute durante il giorno? Esse scompaiono! Nel sonno profondo, non avete nessuna sensazione che vi riconduca a quelle esperienze. Adesso, durante il sonno, potete avere altre esperienze che poi non trasporterete nel giorno.
Ricapitolando sia che si tratti del giorno che della notte, nessuna esperienza è permanente. Tutte le esperienze sono come le nuvole passeggere.
L'esperienza del giorno non è rilevante la notte. Quelle della notte scompaiono durante il giorno. Quindi nessuna esperienza resta permanentemente. Solo lo sperimentatore è sempre lo stesso. Questo sperimentatore non è niente altro che la Beatitudine, L'Ananda."

Abba!! Quindi lo sperimentatore è Ananda, la beatitudine, il Non-duale, il permanente, l'eterno, il non contaminato, immortale, limpido come il cristallo. Le esperienze si fanno, ma poi svaniscono. Potete farle con la vostra mente. Noi sperimentiamo attraverso i sensi, ma lo sperimentatore è al di là dei sensi. Lo sperimentatore è al di là della mente. Lo sperimentatore è lo stato di Beatitudine.

Allora la mia domanda è sbagliata perché io voglio limitare lo sperimentatore ai sensi. Limitare lo sperimentatore ai sensi vuol dire essere nello stato di veglia. Quando limito lo sperimentatore alla mente vuol dire che sono nello stato di sogno. Quindi non è né la mente, né i sensi. Lo sperimentatore è 'sempre' , è continuo, sempre presente. Per questo lo sperimentatore è l' Esistenza. Lo sperimentatore è esistenziale.
Lo Sperimentatore è la vita stessa. Lo sperimentatore è la Beatitudine.
E' sempre esistente, è esistenziale e ancor più sostanziale, mentre l'esperienza è fuggevole. L'esperienza è momentanea.
Che meravigliosa spiegazione ci ha dato Bhagavan questa mattina! Io ne sono stato estremamente felice.

A questo punto, Dio era molto stanco per poter dare ancora spiegazioni a degli stupidotti come me. Ma lasciate che io dica ancora qualche cosa.
Lasciate che io Lo apprezzi. Oh-ho! Io non posso dire: "Grazie Swami" 'Grazie è una parola troppo limitata. Qualche volta non significa abbastanza.

"Che c'è ancora?"
"Swami! Chi potrà spiegare cose come questa? Questa mattinata è stata veramente una benedizione! Perché tu hai voluto scendere in profondità.
Hai cominciato parlando di poeti con Pothana e Srinata. Poi ci hai spiegato in dettaglio i concetti di Sthula (Grossolano) e Sukshma (Sottile) Infine ci hai spiegato cosa è lo stato di Beatitudine. Siamo molto felici Swami!
E ti siamo infinitamente grati. Chi altro avrebbe potuto spiegarci queste cose?"

Swami non ha risposto: "Sono felice che tu abbia detto queste cose!"
Non è un tipo del genere! Egli non si aspetta tributi da noi. E' molto al di là di queste cose. Cosa ha quindi detto? "IO sono sempre pronto a parlare ma non c'è nessuno che sappia ascoltare queste cose. Io non ho mai qualcuno che ascolti queste cose! Io sono pronto a parlarne."

"Swami cosa significa quello che hai detto?"
"Chi può comprendere queste cose? Chi può porre simili domande? Chi può fare simili domande sul progresso spirituale? Chi può fare domande sulla comprensione filosofica, perfetta e totale? Io sono sempre pronto a parlare.
Ma chi risponderà? Chi è veramente interessato? Questo è il motivo per cui, pur essendo pronto, non parlo mai di queste cose. Io non parlo mai di queste cose perché non c'è nessuno che sia veramente interessato a questi argomenti."
Preghiamo e cerchiamo di essere meritevoli di ricevere tali nobili verità, di ascoltare tali filosofiche dottrine, tali Verità Vedantiche, almeno d'ora in avanti!

Ora ho un'ultima esperienza da dividere con voi. Questa cosa l'ho già raccontata ad un altro gruppo la settimana scorsa e per qualche motivo non ho ancora trovato il momento di dividerla con voi. Ma voglio farlo ora prima di chiudere questa mia chiacchierata.

Un mio carissimo amico che lavora alla Banca di Stato dell'India, è un alto funzionario; mi ha chiamato al telefono alle 10 di sera e mi ha detto:
"Anil Kumar, c'è una cosa di cui vorrei parlarti."
"Dimmi pure" ho risposto io.

La gente sa che ho l'abitudine di dividere con gli altri ogni cosa che mi succede. Vi ripeto questa è ABC, AnilKumar Broadcasting Corporation!
Si! Se non volete ascoltare le mie storie, non state nei miei paraggi! Se siete vicini a me, io sono un satellite, come Internet e questo è tutto! Le mie sono sempre trasmissioni immediate perché questo mi dà una grandissima gioia. Dividere i messaggi di Baba è come una danza, è come musica per me.
Si, amo fare queste cose.

Allora il mo amico funzionario mi dice: "Voglio raccontarti cosa mi è successo."
"Cosa ti è successo?"
"Questa mattina una persona è venuta a ritirare denaro dalla banca e per caso ha avuto del denaro in più. Il cassiere per qualche motivo, forse non stava bene, gli ha dato del denaro in più. E la persona in quel momento non lo ha contato. Non era certo il tipo da ricevere denaro in più ed andarsene.
No, semplicemente non lo ha controllato. Se ne è andato e la sera, quando abbiamo chiuso i conti ci siamo subito accorti dell'errore. Una persona aveva ricevuto denaro in più. La cosa ci addolorò moltissimo, anche perché non eravamo in grado di identificare il cliente."

Proprio in quel momento una persona irruppe correndo nell'ufficio e disse:
"Signore! Ho ricevuto denaro in più. Eccolo, prendetelo indietro."
Poi il mio amico ha aggiunto: "Oggi le cose vanno cosi. Chi mai restituisce del denaro avuto in più? Io dovevo ancora incontrare una persona del genere.
Sono così felice di averla incontrata , di avere potuto toccare con mano che queste cose possono accadere davvero!"

Il cliente che aveva riportato il denaro ha detto: "Signore! Dopo avere ricevuto il denaro da voi, ho pranzato nella cantina e poi mi sono messo riposare. Bhagavan mi è apparso in sogno e mi ha detto: "Guarda qui! Tu hai ricevuto del denaro in più e quei poveri impiegati della banca sono in totale confusione. Vai, torna indietro e restituisci il denaro!"
Bene, cosa devo dire? Queste cose accadono per ristabilire la credibilità, e l'autenticità del Divino, in modo che qualunque cosa accada nell'intorno, in qualunque momento Egli scenda nel vostro cuore e faccia sì che si ascoltino gli insegnamenti Divini."

Proprio ieri ho ricevuto una lettera da Manila , nelle filippine. Se avete ancora un minuto di pazienza mi piacerebbe parlarvene. Si?
La lettera è stata scritta da Sitaram, un ingegnere specializzato in computer che vive a Manila e che io ho mostrato a Bhagavan ieri sera.
Forse qualcuno di voi se ne è accorto. Bhagavan mi ha detto: "Tienila nel tuo taschino"
Io ho detto: "Ma io non l'ho portata per tenerla nel taschino! "
"Che cosa?" ha detto Swami "Io voglio leggertene alcune righe."
Swami ha risposto con un borbottio come ad indicare che non intendeva accontentarmi.
"No, Swami per favore! Sarà sicuramente utile a qualcuno. Ti prego aiutami.
Ti prego, permettimi di leggere alcune frasi."
Dimostrando tutta la Sua pazienza e tolleranza Swami ha detto: "Va bene, leggile!"

Ecco la lettera:
"Signore, quel giorno io non ero a casa. Mia moglie era andata al lavoro. E mio padre, un insegnante, un vero insegnate in pensione, era tutto solo.
Egli era seriamente ammalato ed ogni tanto veniva colpito da collasso.
Stava ascoltando in silenzio una cassetta di Bhajan di Sai. 'Deena Bahdhava Sri Sai Deva'

Bene egli stava ascoltando la cassetta e improvvisamente ha visto Baba seduto sulla brandina che lo consolava e gli parlava. Non era un sogno, né immaginazione: era una manifestazione fisica di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba che seduto sul lettino, conversava con il vecchio uomo!
Signore ti prego riferisci a Swami tutta la mia gratitudine. Ti prego leggi questa mia lettera a tutti i fratelli e sorelle della famiglia SAI."

Questa è la lettera che ieri ho letto anche a Bhagavan.
Il nostro buon Signore, il Creatore, ci ha dato milioni e milioni di cose.
Questa quindi non era una sorpresa per Lui. E' una buona notizia per tutti noi. E' una cosa per tutti. Queste cose mi fanno impazzire di gioia ed io amo molto dividerle con tutti i fratelli.
Con questa nota concludo la mia chiacchierata di questa mattina con la speranza che potremo incontrarci anche la settimana prossima allo stesso giorno e alla stessa ora. Grazie per avermi ascoltato. Tantissime grazie!