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Capire il Purusha Sukhtam

9 dicembre 2006

del Prof. G. Venkataraman

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Sai Ram e saluti da Prasanthi Nilayam.


Spero vi ricorderete che in questa serie di discorsi sui Veda il mio scopo principale è, in primo luogo, quello di farvi gustare il sapore di questa grande eredità dell'umanità, per poi scendere in una descrizione di come, nei tempi antichi, i Veda accompagnassero l'uomo durante tutta la sua vita. Come parte di questo programma, nei primi due discorsi vi ho offerto un' introduzione generale di carattere descrittivo/ sistematico e nel terzo, cioè nel discorso precedente a questo, ho cercato di farvi posare lo sguardo sulla famosa Taitrriya Upanishad. In questo discorso vi introdurrò, con lo stesso spirito e mediante una breve panoramica, all'altrettanto famosa Purusha Sukhtam. La Taitrriya Upanishad e la PurushaSukhtam non sono che esempi. Ci sono moltissimi altri esempi che avrei potuto scegliere, ma il motivo per cui mi sono rivolto a queste due è che vengono spesso cantate a Prasanthi Nilayam. Come se ciò non bastasse, Radio Sai ha già presentato una serie elaborata sulle due privilegiate, così ho pensato che occupandomi di esse sarei riuscito a connettermi più facilmente con voi sul soggetto 'Veda'.




IL SIGNIFICATO DI ŒPURUSHA SUKHTAM¹


Ora, che cosa significa esattamente Sukhtam? Messa in modo molto semplice, la parola Sukhtam significa 'buona parola'. Perciò, PurushaSuktham vuol dire 'una buona parola in favore di Purusha' ­ o anche 'lode a Purusha'- e questo è tutto ciò di cui tratta questo meraviglioso inno di ventiquattro versi. Ciò naturalmente solleva una domanda: chi è esattamente questo Purusha e perché se ne cantano le lodi? Purusha non è altro che il Signore Supremo il Quale, viene detto, è conosciuto sotto molti nomi. In questo particolare Sukhtam il nome Purusha è quello che viene usato più spesso. Come Krishna spiega ad Arjuna nella Bhagavad Gita, in ultima analisi Dio è Senza Forma, è Assoluto ed è al di là sia dello spazio che del tempo. Purusha è solo uno dei nomi di questo Dio Astratto e Senza Forma. Esistono naturalmente molti altri nomi, quali Paramatma, Brahman, Parabrahman e così via. Ma comunque Lo chiamiate - Allah, o Geova o con qualsiasi altro nome - il Dio Supremo, che oggi chiamerò Purusha, è Infinito, è Senza Tempo, è Eterno, è Immutabile etc. etc. Quanto ho appena detto può far sorgere un dubbio: se il Signore Supremo, cioè il Purusha, è talmente ³remoto², che cosa intende Swami quando dice: ³Io sono in voi, sopra di voi, sotto di voi, davanti a voi, dietro di voi²? La risposta è molto semplice. Sebbene si supponga che il Signore Supremo viva in una dimora eterna al di là dello Spazio e del Tempo, Egli proietta Se Stesso nell' Universo finito ed appare sotto diverse forme. È in questo senso che Egli pervade l'Universo. Quindi Dio è sia sopra la Creazione che sotto di essa. Sopra la Creazione si trova in uno Stato Assoluto. Bene, ma sotto la Creazione? Il Signore stesso lo ha chiaramente spiegato quando è disceso sotto la forma dell'Avatar Krishna.







'Dio è sia sopra che sotto la Creazione'




TUTTO È DIO


Krishna ha detto che nella Creazione Dio è sia non manifesto che manifesto. L' aspetto manifesto è più facile da capire. In breve, significa che tutto ciò che fa parte dell' Universo fisico in ultima analisi è Dio e nient' altro che Dio. Perciò, andando bene in fondo: il vento è Dio, gli alberi sono Dio, le montagne sono Dio, i fiumi sono Dio, un corvo è Dio, un avvoltoio è Dio, e così via. Qualsiasi cosa possiate nominare è Dio! Suona straordinario, non è vero? Ma, se ci si ragiona attentamente, non possiamo fare a meno di arrivare a tale conclusione.




IL POTERE DI DIO


Al sentire tutto questo i più accorati non credenti del giorno d'oggi scuoterebbero la testa ed esclamerebbero sorridendo e con un po' di condiscendenza: ³Che sciocchezze! Come può il vento essere Dio?!² Sentiamo però che cosa dice Swami sul vento. Nei Suoi discorsi talvolta Egli chiede: ³È mai riuscito l'uomo a costruire un ventilatore che soffi con la violenza di un tifone o di un uragano?² Queste non sono le Sue esatte parole, ma trasmettono il senso del Suo commento. Fermiamoci un momento a riflettere. Quanti di noi realizzano che durante un tifone la velocità del vento tocca i 250 km/ora - sì, 250 km all'ora? Sapete che gli uragani di forza quattro ­ che di tanto in tanto attraversano l'Atlantico ­ sono grandi quanto il Texas, che portano quasi mezzo metro di pioggia - il che corrisponde a 500 mm - e che alla periferia del tifone la velocità del vento è di circa 60 km orari?







'L' Uragano Rita'




Come chiede Swami: ³L' uomo è capace di costruire un phön capace di generare quel genere di velocità dell' aria e inoltre su superfici così vaste?² Da dove può provenire una simile Forza, se non da una fonte Divina? Ora saltiamo all'altro estremo e prendiamo in considerazione un corvo. In India gli antichi veneravano i corvi. Non erano matti, semplicemente apprezzavano profondamente il sottile equilibrio dello straordinario Piano Divino. Quanti realizzano che il corvo, così insignificante ed anche un po' bruttino, è in realtà lo spazzino della Natura? Buttate via una qualsiasi cosa deperibile ed il corvo si materializzerà dal nulla e la mangerà! Gli antichi indiani veneravano il corvo perché in lui vedevano Dio che veniva in loro aiuto.




L'INTRICATO EQUILIBRIO DELLA NATURA


In Natura ogni piccola cosa, a partire dal plancton, svolge un ruolo delicato nella preservazione dell' integrità e dell' equilibrio della natura stessa. Pensate ai pesci. Swami dice che i pesci ripuliscono l'acqua, inclusa quella dei grandi oceani! E invece, che cosa fa l'uomo?... Prima inquina le acque e poi distrugge quasi in massa la popolazione ittica.
Se scegliamo di ragionare su tutte queste cose in modo attento ed oggettivo, ci sarà ben chiaro che la natura ha effettivamente un Piano Generale, programmato giudiziosamente, con molti giocatori, piccoli e grandi, ognuno dei quali deve impersonare un ruolo unico. Sebbene questi giocatori sembrino avere varie forme, in ultima analisi a giocare è sempre Dio. Possiamo non comprendere pienamente tutto questo, ma ciò non significa che questo Piano Divino o il Dramma Cosmico non esistano. I non credenti forse potranno concedere riluttanti che può esistere una sorta di programma, ed allo stesso tempo obiettare però che l'esistenza di tale programma non significa che dietro di esso si celi uno spirito che lo manovra. Gli antichi dell' India non si perdevano in discussioni così evasive ed insignificanti. Accettavano liberamente, ed anche con grande gioia, che esiste un Signore Supremo e che neppure un atomo potrebbe muoversi senza la Sua Grazia o senza che Egli lo voglia. In modo estremamente sintetico, i Veda proclamano ad alta voce che Dio è in ogni luogo ed in ogni cosa, dalla 'formichina' alle galassie: ­ Kshimalo Brahmalo. Questa, fra l' altro, è una frase che Swami ripete spesso. In altre parole, nella manifestazione - o mondo materiale - Dio è presente dappertutto, dalla formica alle galassie. Ma che dire della presenza non manifesta di Dio nella Creazione? Anche questo non è difficile da capire, se non altro in via di principio.




LA PRESENZA IMMANIFESTA DI DIO


Quando gli studiosi parlano dell' onnipresenza di Dio, essi usano generalmente tre parole importanti: immanente, trascendente ed assoluto. Nell' Universo Dio è sia immanente che trascendente. Il Suo aspetto assoluto si estende persino al di là dell' Universo. Cerchiamo lentamente di penetrare questi concetti. Che cosa intendo quando dico che Dio è immanente nell' Universo? Prendiamo in esame l' Universo fisico. Io sono un fisico ed ho scritto molti libri in cui ho spiegato come le leggi fisiche operino nell' Universo. Quando si arriva all' atomo, mediante la relatività, la meccanica dei quanti e l' elettromagnetismo siamo in grado di descrivere, più o meno, tutte le proprietà atomiche. Tutte queste predizioni della scienza sono state verificate meticolosamente e molti hanno vinto dei Premi Nobel per aver fatto solo questo. Il punto è che siamo in grado di spiegare il comportamento fisico usando le sole leggi della scienza e senza introdurre esplicitamente il concetto Dio nella discussione. Bene, allora questo significa forse che Dio non esiste?? Gli atei sosterrebbero che Dio non è necessario, che è irrilevante etc. Ma il saggio affermerà: ³Sì, l' equazione di Dirac e la sua estensione sotto forma di elettrodinamica quantica di Feynman spiegano molti fenomeni, non c'è dubbio, ma da dove sono mai venute fuori la legge sulla relatività, l' elettrodinamica e la meccanica quantistica? Dio è immanente in tutte queste belle leggi.²







Il quanto




Una volta Gandhi disse: C'è un' Energia misteriosa ed indefinibile che pervade tutto. La percepisco, ma non posso vederla. Gandhi stava solo spiegando che Dio è immanente in ogni atomo dell' Universo. Bene - ora siamo d'accordo sul fatto che Dio è immanente nell' Universo... ma che dire della parte trascendente? Il modo in cui la capisco io è il seguente (a proposito, la mia visione si basa su quanto affermato da Krishna nell'ottavo capitolo della Gita): consideriamo un essere umano vivente o, se preferiamo, una formica. Io trovo la formica assolutamente stupefacente. La trovava tale anche il fisico Feynman, che una volta si mise per giorni e giorni ad osservarne il comportamento. A livello chimico o biologico la formica è solo un ammasso di biomolecole di vario genere, ma tale ammasso può fare cose incredibili. Si può muovere e sa anche reagire alle varie situazioni. Quando una formica si muove, provate a mettere un piccolo pezzo di carta sul suo sentiero. Essa reagisce immediatamente e cambia itinerario. Se la formica percepisce un pericolo, cerca di proteggersi. In breve, essa è conscia di esistere; sì, è conscia della propria esistenza. Questa consapevolezza, questa coscienza di essere viva è una capacità, un potere che trascende quello descritto dalle leggi della fisica, della chimica o persino dalla biologia. Le leggi della fisica sono solo leggi meccaniche. Fino ad oggi la fisica non è riuscita a spiegare che cosa siano la vita e la coscienza eppure la consapevolezza e la coscienza esistono - lo sappiamo tutti. La forza vitale (o Prana, come la chiamavano gli antichi) è l'aspetto trascendente di Dio. Potrei portare molti altri argomenti, ma è una cosa che mi ripropongo di fare più tardi. Per quanto riguarda, infine, l' aspetto Assoluto di Dio, anche questo è evidente sulla Terra. Considerate un essere umano pieno di compassione (Daya) e tolleranza (Kshama). Daya e Kshama sono virtù eterne al di là dello Spazio e del Tempo, e sono aspetti del Dio Supremo, o Purusha. Quando risplendono in un essere umano, esse rappresentano in qualche misura la presenza dell' Assoluto all' interno di noi stessi, Ciò che Krishna definisce come Adhyatma.




UN RIASSUNTO DI QUANTO DETTO FINORA


In sintesi: nell'Universo o, se preferiamo, nella Creazione, troviamo sia l'aspetto manifesto che quello immanifesto di Dio. Il Purusha Sukhtam converge l'attenzione su questo, e lo stesso fece Krishna più tardi, con estrema chiarezza. Mettendo insieme tutti i dati in nostro possesso, possiamo buttar giù questo schema:


* Al di sopra di qualsiasi altra cosa troviamo il livello Assoluto di Dio, che è eterno, immutabile e senza forma. È il Signore Supremo.


* Quando il Signore Supremo portò in esistenza l' Universo, lo fece essenzialmente proiettando Se Stesso nello Spazio-Tempo.


* Grazie a questa proiezione, l'Universo porta traccia della Sua Gloria e della Sua Energia. Solo una piccola traccia in verità, ma basta per abbagliarci.


* Nell'Universo, il Signore è immanente nelle entità materiali sia senzienti che insenzienti.


* Anche nella Creazione il Signore ha una presenza immanifesta. Questa è ciò che i Saggi descrivono come 'presenza trascendente del Signore nell' Universo, cioè una presenza sottile che trascende le entità materiali. Dio è quindi presente anche in forme sottili, quali la forza vitale (Prana) o la mente. Gli antichi tenevano in grande considerazione la forza vitale perché essa non è altro che il Signore immanifesto nell'Universo.







L'Aura Cosmica




Il PurushaSukhtam non solo richiama l' attenzione su tutto questo, ma anche nel dipingere un quadro poetico ed allegorico dell'evoluzione. Per dirla con parole leggermente diverse, il PurushaSukhtam ci fornisce una descrizione poetica di Dio, dell'uomo e dell'Universo, nonché della relazione intercorrente fra queste tre. Può sorgere un legittimo dubbio: "Quando Dio per creare l'Universo proietta Se Stesso in dimensioni inferiori, il Suo quanto a livello assoluto diminuisce oppure no?" La risposta è semplice e diretta. Dio è l'Infinito e niente può diminuire l' Infinito. Fra l'altro sul concetto di 'Infinito' (ƒ) agli studenti di matematica viene insegnato che:


ƒ - ƒ = ƒ


ovvero
Infinito - Infinito = Infinito




IL TESTO DEL PURUSHASUKHTAM


Dopo questi preliminari, ci rivolgeremo ora più esplicitamente al PurushaSukhtam. Non mi dilungherò sulla descrizione poetica ed allegorica che esso offre della Creazione. Mi focalizzerò invece sulla prima frase:


Sahasrasirusha Purushaha
Sharaksha saharsrapaad


Questo significa che Purusha il Supremo pervade tutto l'Universo manifesto, che conosce tutte le menti, che vede attraverso tutti gli occhi e che lavora con tutti gli arti. È ovunque. E dove non è? Esso avviluppa l'Universo da tutte le parti e lo trascende nell' infinito ed intangibile regno dell' Assoluto. Questo in sostanza è il significato del verso di apertura.Potreste chiedervi che cosa significhi che Dio vede attraverso tutti gli occhi. Il modo migliore per rispondere a questa domanda è quello di ricordare che cosa successe molti anni fa durante un Discorso pronunciato da Swami nella Sai Kulwant Hall.





Swami durante un Discorso


Un devoto, che aveva parlato dal podio subito prima di Swami, aveva chiesto: "Chi è Dio?" Quando fu il turno di Swami di parlare, Egli disse che tali domande hanno origine dall' ignoranza perché esiste solo Dio e non c'è nient' altro che Dio. Swami aggiunse: "La gente chiede: se c'è solo Dio, perché non Lo vediamo?" Non lo vedete perché avete delle idee molto curiose sul Suo possibile aspetto. Dio è in tutto, e quindi anche in tutti gli esseri umani. Quando i Veda dichiarano che Egli ha mille occhi, questo non significa che Dio sia un' entità con mille occhi. Qualsiasi forma con mille occhi avrebbe un aspetto grottesco! Ciò che significa è che Dio vede attraverso tutti gli occhi perché dimora in tutti. In altre parole, l'uomo deve guardare alla Società come a Dio". "La gente può chiedersi: 'In quel caso, perché i Veda parlano solo di mille occhi?' La risposta è semplice. In quei tempi lontani la popolazione mondiale era molto inferiore a quella odierna e la gente pensava in termini di migliaia e non di milioni, come facciamo noi attualmente. Se quei Rishi dovessero descrivere Dio oggi usando lo stesso linguaggio, parlerebbero non di mille, ma di miliardi di occhi!" Questa è l'essenza di ciò che Swami disse e quella Sua osservazione ci indica come dobbiamo interpretare i versi di apertura del PurushaSukhtam.




SIAMO TUTTI CONNESSI


Questa prima strofa ha un profondo significato e molte implicazioni valide anche per i nostri tempi. Mi fermerò a parlare di una gerarchia a cui talvolta fa riferimento Swami: l'individuo, la società, la natura e Dio.









"L'individuo, la società, la natura e Dio"




Veramente le parole usate da Swami sono: Vyashti (individuo), Samashti (società), Srishti, (Creazione o Natura - qualsiasi termine preferiate) ed infine Parameshti (Dio). Swami continua aggiungendo che l'individuo è un arto della società, la quale è un arto della natura che a sua volta è un arto di Dio. Questa relazione gerarchica implica che ogni azione dell'individuo dev'essere compiuta in armonia con la società, con la natura e con Dio. Facciamo un semplice esempio. Chi getta rifiuti per strada o nei prati danneggia la società, inquina l'ambiente e si disincronizza da Dio, che è l' Incarnazione della Perfezione. La gerarchia di cui parla Swami ha questo profondo significato ed è quindi tutt' altro che insignificante. Infatti oggi il mondo è fortemente interconnesso, grazie ai voli aerei, alla TV satellitare, all' internet, al telefono mobile etc. Gli eventi che accadono in un posto possono avere un effetto entro ventiquattro ore su migliaia di persone che vivono da qualche altra parte. Per esempio, supponiamo che l'OPEC (il gruppo che coordina le politiche dei prezzi dei Paesi esportatori di petrolio) abbia un meeting a Vienna e decida di diminuire le quantità di petrolio da estrarre dal terreno. Immediatamente il prezzo del petrolio grezzo subirà un'impennata nei mercati di Londra e New York ed in tutto il mondo il prezzo della benzina salirà. Anche coloro, per esempio, che abitano in Uganda, che è un povero Paese africano, ne subiranno le conseguenze. Come mai? Perché i costi dei trasporti saliranno. Anche in Uganda i trasporti diventeranno più cari e i prezzi in generale lieviteranno. O ancora, prendiamo ad esempio la SARS: i contadini della Thailandia e del Vietnam hanno grandi allevamenti di pollame. Immaginate che scoppi un' epidemia di influenza aviaria. Un contadino che si prende cura delle galline ne verrà infettato e di lì l'influenza si potrà diffondere e raggiungere il Canada o la Francia, e così via (a proposito, questo è realmente accaduto). Dove voglio arrivare con questi esempi? L' interconnessione globale ha creato una situazione per cui l'azione di un individuo, oltre a danneggiare l'ambiente prossimo alla persona in questione, è in grado di provocare delle conseguenze anche a livello globale. L'impatto sulla società può riguardare vari settori, siano essi economici, materiali o morali. Allo stesso modo anche la natura ne può essere affetta. Non solo gli individui, ma anche e a maggior ragione le grandi multinazionali, tramite le politiche da loro seguite, sono artefici di possibili cambiamenti a livello planetario. Ecco un esempio di come ciò possa accadere: ci sono grandi società che, spinte dal desiderio di grossi guadagni, cercano si sostenere e di fatto promuovono un eccessivo consumo di fast food e bibite gassate. Questo provoca danni a larghe fasce della popolazione. Certi tipi di consumismo sono fonte di degenerazione ambientale e causano l' inquinamento dell' aria, dell' acqua e del terreno. L' avidità fa eclissare il timore del peccato e fa sì che la gente si dimentichi di Dio, aggravando il problema. Si potrebbe evitare che tutto questo avvenga, se solo si prendessero in considerazione il contenuto e lo spirito del PurushaSukhtam, assimilandone gli insegnamenti ed applicandoli sinceramente alla propria vita quotidiana. I tempi e gli stili di vita sono cambiati, ma questo non rende irrilevanti le antiche ma fondamentali lezioni di spiritualità. Al contrario, oggi esse sono più importanti per l'umanità di quanto non lo siano mai state prima. A proposito, non crediate che solo i ricchi e le grandi multinazionali violino le leggi morali; se ci mettiamo a guardare a fondo, ci renderemo conto che tutti noi abbiamo delle colpe, in un modo o nell'altro. Prima di puntare il dito su qualcun altro dobbiamo innanzitutto correggere noi stessi e superare le nostre deficienze personali. Come Swami ci ricorda, quando puntiamo il dito su un'altra persona, tre delle nostre dita sono puntate nella nostra direzione! Di questi tempi la gente crede che la devozione per Dio sia una cosa e la vita un'altra. Si può ben capire che la gente da qualche altra parte abbia una tale attitudine, ma la cosa che sorprende è che anche i devoti di Swami tendano a pensarla a questo modo. Questo significa che sebbene siano pervasi dall'amore per Swami nella Sua forma fisica, essi non riescono a vedere che Egli pervade la società e la natura. Questo può essere molto pericoloso, perché forse inconsciamente tendono anch'essi a fare cose che danneggiano la società e/o causano qualche danno alla natura.




I SAGGI DELL' ANTICHITÀ AMMONIRONO L' UOMO MODERNO


La cultura vedica forgiava l'uomo affinché il suo stile di vita lo mettesse in sintonia con la società ed in armonia con la natura.





I Saggi




Il Purusha Sukhtam era teso ad insegnare all'uomo non solo che Dio ha creato la Società, ma anche che Egli la pervade. E questo migliaia di anni prima che l'uomo avesse una qualsiasi possibilità di impatto fisico sul pianeta, positivo o negativo. Se ci riflettiamo sopra, ci renderemo conto di quanto saggi siano stati i veggenti vedici ad incoraggiare l'uomo a condurre una vita armoniosa. Attraverso i mezzi di comunicazione di massa oggi gli individui sono diventati delle termiti in attacco alle radici morali della società e le multinazionali, ancora più avide, incoraggiano e stimolano un consumismo non desiderato. Varie correnti di pensiero non spirituali hanno dato inutili moniti a proposito. In queste condizioni, vivere in armonia è più che mai una necessità vitale. Per esempio, solo un paio di settimane fa uno dei 'cervelli' delle nazioni unite ha sottoposto un rapporto preliminare sull' ecosistema. Questo ha fatto convogliare l'attenzione sul fatto che alcuni sistemi sono danneggiati irreparabilmente mentre altri, se non verranno intraprese al più presto urgenti contromisure di controllo, si trovano prossimi all'estinzione. Se consideriamo tutti questi fatti in rapporto al pensiero vedico, dobbiamo levarci tanto di cappello ed inchinarci davanti a coloro che in giorni talmente lontani dai nostri ebbero la saggezza di prevedere che cosa sarebbe successo migliaia di anni più tardi.







'Amore per Dio e timore del peccato'
(Daiva Priti e Paapa Bhiti)




Come dice Swami, l'uomo moderno è molto intelligente negli affari che concernono il mondo ed ha straordinarie capacità che gli permettono di fare cose meravigliose, ma gli manca l' equilibrio che proviene da dentro e quando l'interiorità è assente si possono manifestare guai seri. Lasciatemi spiegare questo concetto a questo modo: immaginate una nave in fiamme, una nave grande come la Queen Elisabeth. I passeggeri della nave in via di principio possono essere salvati tramite le barche di salvataggio. Ma la situazione davanti alla quale si trova l'uomo d'oggi non è per niente simile a questa: il pianeta è un' astronave che fa un viaggio nello spazio, e ciascuno di noi ne è un passeggero. Ma questa astronave non ha delle barche di salvataggio. Ogniqualvolta qualcosa di terribile accade al nostro pianeta, come l'effetto serra per esempio, siamo tutti nei guai. Noi possiamo vedere oggettivamente che questi 'guai' sono dappertutto e non possono essere seppelliti sotto lo zerbino. Dobbiamo eliminare od almeno mitigare questi problemi, e per riuscirci abbiamo un solo modo - ritornare alla Legge Morale. Per usare le parole di Swami, abbiamo bisogno di Daiva Priti e Paapa Bhiti ­ amore per Dio e timore del peccato. Solo allora nella Società ci sarà moralità. La moralità è l'unica barca di salvataggio che abbiamo, l'unica che può salvarci, e per far sì che questa barca diventi disponibile, tutti noi dobbiamo sviluppare un amore profondo e sincero per Dio ed una paura mortale del peccato. Non possiamo venire qui al Darshan e poi prendere un volo per il casino di Montecarlo, o andare a giocare d'azzardo a Las Vegas. Come disse Gesù, dobbiamo scegliere fra Dio e Mammona. Non possiamo servire due Padroni contemporaneamente.







" Dobbiamo scegliere fra Dio E Mammona" (Gesù)




È in questo contesto che le Verità Universali salvaguardate dai Veda diventano particolarmente rilevanti. Mi chiedo: siete d'accordo con me?...