Il VERO SIGNIFICATO DI DARSHAN (VISIONE DEL DIVINO), SPARSHAN (TOCCO
DEL DIVINO) e SAMBHASHAN (CONVERSAZIONE CON IL DIVINO)
Un articolo del Dr.G.Venkataraman sul 'Radiosai Journal'
In questo articolo intendo affrontare una domanda di uno dei nostri
lettori, che scrive per dire che in un Suo recente discorso diretto
ai giovani del Kerala Swami ha affermato che il Darshan (visione del
Divino) da solo non è sufficiente e che dobbiamo assicurarcene anche
il tocco (Sparshan) e la conversazione (Sambhashan) . Lo stesso
lettore prosegue dicendo: "Ma Swami stesso ha smesso di concedere il
Pada Namaskar (il tocco dei piedi). Se il tocco è indispensabile,
perché questo rifiuto?" I Questa è la prima parte della domanda, se
così posso metterla. La seconda parte della domanda in realtà è un'
affermazione che contiene la seguente osservazione: "Swami dice
anche che lo Sparshan rimuove il karma [le conseguenze delle azioni
passate; N.d.T.] e lo Sambhashan rimuove le difficoltà [Sankatas]. In
realtà tutti e tre - i peccati, il karma cattivo e le difficoltà -
sono un'unica cosa. Non c'è distinzione. "
Lo scrivente conclude chiedendoci di esprimere la nostra opinione.
Quando ricevetti questa e-mail, mi dette da pensare e mi dissi: "Sì,
Swami ha parlato delle benedizioni del Darshan etc. Ed è anche vero
che Egli stesso ha messo fine al tanto agognato Pada Namaskar.
I Piedi di Loto
Tutto questo è senza dubbio vero, ma che cosa è successo mentre non
c'erano Avatar a giro, per esempio nel periodo che va da Krishna a
Shirdi Baba?" Ragionando su questo tema venni sopraffatto da molti
pensieri, e questo articolo ne è il risultato.
Cominciamo dal periodo intercorrente fra Krishna e Shirdi Baba. Se
prendiamo le osservazioni di Swami su Darshan, Sparshan e Sambhashan
in senso letterale, questo significa forse che durante questo lungo
periodo di cinquemila anni la gente era condannata alla dannazione
eterna? Che era tagliata fuori dalla Grazia di Dio? Che i loro
problemi non potevano avere soluzione? Ovviamente questo non può
essere vero. Allora è Swami a sbagliare? Anche questo può solo essere
escluso! Come possiamo conciliare questa contraddizione? ...
Cominciamo dalla Parola 'Darshan'. Tutti noi la colleghiamo soltanto
al Darshan del nostro amato Swami. Comunque, se poteste chiederne il
significato a qualcuno che ha vissuto in India diciamo nel
diciassettesimo secolo, vi risponderebbe che Darshan significa andare
al tempio a visitare l' idolo della Divinità che si trova in quel
luogo. Infatti, anche oggi in India per milioni di persone che non
sono devote di Swami questo è il significato di questa parola.
Pensate a Meera, per esempio. Cominciò adorando una statua di
Krishna, cosa che l'aiutò ad imprimere la Sua immagine nel proprio
cuore. Dopo di allora vide sempre Krishna nel proprio cuore e quello
fu il suo Darshan. Lo era perché ci voleva credere? Se fosse stato
così non avrebbe goduto dei benefici del Darshan che voi ed io
abbiamo. Ma, come tutti sappiamo, Meera ricevette in piena misura la
Grazia di Krishna. Poi ci fu Tyagaraja, l' incomparabile devoto di
Rama. Non uscì quasi mai di casa per visitare i templi. Aveva in casa
statue di Rama, di Sita e di altre Divinità e le adorava
giornalmente come facevano tutti gli altri. Ma andò molto più lontano
degli altri, perché per lui quelle statue non erano solo idoli -
erano veramente Dio e la Sua consorte etc. - perciò, quando suo
fratello gettò gli idoli nel fiume, Tyagaraja pianse come se gli
fosse morta una persona amata. E quando ritrovò le statue cantò di
gioia, dopodiché dette cerimoniosamente il benvenuto al Signore che
era tornato nella sua casa. Swami ha ricordato tutti questi episodi
dettagliatamente, così come le canzoni cantate da Tyagaraja in quel
frangente. Nessuna meraviglia che Swami dica: "Potete scegliere di
far diventare una foto Dio o di far diventare Dio una foto." Come è
il vostro sentimento, così diventate - se sentite che una statua non
è una statua ma Dio, allora essa è Dio. Perciò vedete, non dobbiamo
interpretare il Darshan in modo limitato. Attenzione, non sto
cercando di dire che la visione di Swami non sia unica e grandiosa.
Al contrario: la gioia di vedere il suo Volto Divino ed il Suo Divino
Sorriso rimarrà sempre una benedizione senza pari.Niente sulla Terra
può eguagluiare una cosa del genere. Solo l'Avatar eguaglia l'Avatar
- di questo potete essere ben certi. Allora che cosa sto cercando di
dirvi? Solo questo: le benedizioni conferite dal Darshan fisico di
Swami erano disponibili per i devoti anche quando Swami non era
incarnato in questa presente forma fisica, e quelle benefizioni
provengono dalla fede. Dopo tutto, Swami non ci ricorda così spesso
che Dio è dappertutto ed è presente in ogni luogo? Tutti possono
avere il Darshan di Dio in ogni momento ed in qualsiasi posto si
trovino. Chi vuole può vederLo in un tramonto, in una montagna...
ovunque, e questo è il motivo per cui gli antichi indiani adoravano
quasi tutto, dalla formica alla montagna, inclusi i serpenti! A
questo punto forse è pertinente ricordare brevemente la storia di
Ramakrishna Paramahamsa e di un giovane ricercatore di nome
Narendranath, che più tardi sarebbe diventato Swami Vivekananda. Al
tempo di questa storia, Narendra amava moltissimo Ramakrishna ma era
scettico per quanto riguardava i suoi ultimi insegnamenti. Quando
chiese a Ramakrishna se egli avesse mai visto Dio,Ramakrishna replicò
in senso affermativo, dicendo "Vedo Dio altrettanto chiaramente di
come vedo te." Ramakrishna non solo vedeva la Madre nella statua di
Kali, ma Le parlava regolarmente. In altre parole, non aveva solo il
Darshan, ma anche lo Sambhashan, e nessuno dei due era riferito ad un
Avatar. Sono certo che avrete da protestare e dire: "Ma guarda,
questa è una cosa diversa. Non puoi fare un paragone fra questi due."
Così potrebbe sembrare a voi e a me, ma dobbiamo ricordare che per
chi è preparato a vedere Dio ovunque, ogni esperienza in comunione
con Dio è molto speciale! In altre parole, una tale persona da ogni
cosa che si trova sotto il sole ricaverà altrettanta gioia di quanta
noi ne traiamo da Swami. E questo è esattamente ciò che Swami si
attende da noi - che non limitiamo Dio ad una sola forma ma che Lo
vediamo nel Cosmo ed in tutti gli esseri. Questa è vera Advaitam o
Unità Universale e, come spesso dice Swami, Conoscenza Suprema ed
Ultima ("Advaita Darshanam Jnanam"). Sono d'accordo che la maggior
parte di noi non è minimamente vicina a quello stadio. Ma comunque
l'affermazione resta vera. Dal Darshan e dallo Sambhashan arriviamo
allo Sparshan, che, per la maggior parte di noi, viene identificato
con il Pada Namaskar. "Perché questo rifiuto?" ci chiede il nostro
amico. Chi ha fatto questa domanda ha evidentemente dimenticato ciò
che Swami ha detto quando ha abbassato la tenda sul Pada Namaskar,
qualche anno fa. Fondamentalmente Swami fece questa domanda: " Chi dà
il Namaskar a chi? Voi ed Io siamo Uno; quindi, perché mai devo darvi
il Pada Namaskar?" Questa affermazione trasmette un profondo
messaggio: "Uscite dal Dualismo (Dvaitam) ed entrate nello stato del
non-dualismo (Advaitam) ." Noi non vogliamo cedere e desideriamo
restare nello stato dualistico ma il Maestro non vuole. Quando ci
rifiutiamo, significa che vogliamo restare alla scuola elementare
mentre il nostro caro Signore e Maestro ci vuole far passare ad una
classe superiore. Possiamo definire il Suo un 'rifiuto'? Mi è stata
appena ricordata una conversazione da me avuta molti anni fa con
l'allora anziano Signor Ahluwalia, che lavorava nell'ufficio del Vice
Rettore. I Vice-Rettori vanno e vengono, incluso me stesso, ma il
Sig. Mr. Ahluwalia rimase in quell'ufficio stabilmente e vide sei
Vice Rettori avvicendarglisi davanti! Un giorno mi disse: "Signore,
io ho avuto molti, molti Pada Namaskar." Questa affermazione mi
confuse, perché non avevo mai visto Swami dare a questo venerabile
signore tutti quei Pada Namaskar. Mentre pensavo ai miei dubbi, il
Sig. Ahluwalia chiarì la sua affermazione dicendo:, "Ho una foto dei
piedi di Swami, e non solo mi ci prostro davanti ripetutamente, ma
tengo anche i Suoi piedi sulla mia testa!" Il Sig. Ahuliwalia era
assolutamente sicuro che ciò che faceva equivalesse al Pada Namaskar.
"Come è il sentimento, tale è il risultato", dice spesso Swami. E
certamente era vero per questo signore. Se parliamo di Pada Namaskar,
non devo dimenticarmi di ricordarvi del Brig. Bose, padre del Col.
Bose che si prende cura del Chaitanya Jyothi. Il Brig. Bose ed io,
molti anni fa, stavamo sempre seduti vicini durante il Darshan ed in
quei tempi, quando Swami passava davanti a noi, il Brig. Bose non
cercava mai di toccarGli i piedi come facevano tutti gli altri,
spesso disturbando ed annoiando Swami. A loro non interessava che
cosa provasse Swami. Sentivano di avere il diritto di toccarLo e se a
Bhagavan questo non piaceva, era un Suo problema! Ed il Brig. Bose?
Dopo che Swami era passato, accarezzava il terreno su cui aveva
camminato e poi con quella stessa mano si strofinava la testa. Questo
era il suo modo di prendere la benedizione. Mi aveva detto che molto
tempo prima anche lui era dipendente da quell' attaccarsi ai piedi di
Swami fino a quando un giorno Swami gli aveva detto: "Pensi di
ottenere la liberazione per il semplice fatto di toccarMi i piedi? Se
fosse così semplice, tutte le mosche che si appoggiano sui Miei piedi
verrebbero liberate!" Bose mi disse che questo commento lo aveva
curato per sempre! Ora facciamo una sintesi di quanto detto finora.
Sì, Swami ha indicato i vantaggi dei meriti del Darshan etc. È
indubbiamente vero, ma la parte non esplicita di quelle affermazioni
è che esse sono valide solo per i principianti. Non possiamo
aspettarci di rimanere dei principianti a vita. Ci si deve muovere e
salire per la scala dell' evoluzione spirituale. Salire implica, fra
le altre cose, interpretare le parole Darshan, Sparshan e Sambhashan
in senso più ampio, come da me spiegato antecedentemente. In ultima
analisi si deve anelare all' Advaitam, cancellando la differenza fra
uomo e Dio. Forse siamo lontani anni luce da tale realizzazione, ma
dobbiamo comunque accettare la terapia- schock che Swami ci dà per
mantenerci in movimento verso quello che sembra un traguardo assai
lontano. Dobbiamo sempre accettare ciò che Dio ci dà e ci chiede di
fare, invece di voler far dire a Dio una cosa od un altra!
Ed ora alcune parole sulla seconda parte della domanda. Il nostro
amico afferma che il karma negativo e le difficoltà (Sankatas)
coincidono - che non c'è distinzione. È così? Non ne sarei così
sicuro. Come la vedo io, in tutt'e tre c'è una causa ed un effetto.
Il peccato è la causa e la difficoltà è l'effetto. Personalmente non
userei la parola 'peccato', bensì 'impurità' o meglio ancora
'attaccamento' , invece che 'peccato', perché è l'attaccamento quello
che porta alla disperazione - niente attaccamento, niente
disperazione. Il Signore chiarisce molto bene questo concetto nella
Gitavahini. Bene, e allora che cosa accade quando non c'è
attaccamento? Swami ci spiega anche questo. Ci ricorda ciò che Egli
disse ad Arjuna mentre era incarnato come Krishna: "L'attaccamento
produce la schiavitù nei confronti del ciclo delle nascite e delle
morti e questa schiavitù è il karma, che può essere buono o cattivo".
In altre parole, la causa delle difficoltà risiede nell'
attaccamento. È per questo motivo che Swami ci esorta continuamente
ad elevarci e ad andare al di là della coscienza del corpo. Senza
coscienza del corpo non ci sono né attaccamento, né karma, né
difficoltà. In via di principio è estremamente semplice, ma in
pratica ci riesce difficile perché non siamo preparati a dedicare
molto tempo ad una pratica spirituale seria. Incidentalmente,
potreste notare che un distacco perfetto conferisce gli stessi
benefici di Darshan, Sparshan e Sambhashan. Quando il Signore non
era manifesto in forma umana come è oggi, i devoti dovevano ricorrere
alla Sadhana (pratica spirituale). Infatti questo triplo beneficio è
un' 'offerta speciale' [dei nostri giorni] e non ci si può aspettare
che duri a lungo! Ecco perché Swami sta cominciando a levarci ciò che
prima ci dava liberamente: vuole che diventiamo maturi. Le Sue
azioni non possono venir catalogate come 'rifiuto'. Dio non rifiuta
mai niente, solo gli esseri umani lo fanno. Per concretizzare questo
concetto, concluderò questo mio intervento ricordandovi una piccola
storia che Swami spesso racconta. Sembra che quando Krishna era molto
giovane un giorno stesse giocando vicino alla madre Yashoda che
riempiva una brocca d' acqua ad una fonte. Non appena la brocca fu
piena, chiamò Krishna e Gli chiese di aiutarla a mettersi la brocca
sulla testa. Ma Krishna si limitò a ridere e corse via.
Yashoda si lamentò del fatto che il figlioletto non era mai disposto
ad aiutarla e si avviò verso casa. Arrivata alla soglia di casa, Egli
con un grande sorriso l'aiutò a metter giù la brocca, sebbene questa
volta lei non gli avesse chiesto niente.
Krishna con la madre Yashoda
Yashoda ne fu molto sorpresa e disse: "Krishna, sei strano. Quando
prima ti ho chiesto di aiutarmi te ne sei andato, ed ora mi aiuti
senza che io te lo abbia chiesto. Che cosa significa tutto questo?"
Krishna sorrise e rispose: "Io non metto pesi sulle persone, le aiuto
solo a levarseli di dosso!"
Tutto ciò che Dio dice e fa è SEMPRE per il nostro miglior bene. Di
questo possiamo essere più che certi. Se siamo sicuri di questo,
molti dei nostri dubbi non avranno più motivo di essere.
Tutto ciò che Dio fa è SEMPRE per il nostro miglior bene
Jai Sai Ram.
Dr.G.Venkataraman
(Tratto dal Radiosai Journal - PSN 2004)