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Athi Rudra Mahâ Yajña

28 agosto 2006

20 agosto 2006 – giorno conclusivo

È stato il giorno conclusivo dello storico Ati Rudra Mahâ Yajña voluto dal Divino. Alle 5.15, il Sai Kulwant hall era già stipato di persone e le file dalla parte degli uomini avevano bloccato l’entrata di Prashânti est. Chi possiede senso d’immaginazione ed è stato a Puttaparthi può ben immaginare la quantità di devoti che si è riversata qui per assistere agli eventi dell’ultimo giorno che hanno avuto il culmine con il Pûrnâhuti (il compimento dello Yajña). Le celebrazioni sono cominciate molto presto, alle 4, con l’Aruna Pârâyanam. Seguendo lo schema degli ultimi 10 giorni, hanno poi fatto seguito il Mahânyasam e il Linga Abhishekam. A seguire, sono iniziati gli ultimi 1331 canti del Rudram dei complessivi 14.641. I ritvik hanno officiato con particolare energia probabilmente perché colmati dell’ineffabile Amore di Swami dal Discorso di ieri. Anche per loro deve essersi trattato di un’esperienza assolutamente appagante dovuta ai meriti acquisiti in molte nascite che hanno loro consentito di cantare in presenza del Signore Shiva in Persona.

Per offrire una chiara descrizione delle decorazioni, riportiamo ciò che un famoso scrittore disse una volta: “Le parole sono insufficienti a esprimere l’esperienza.” Questo, tuttavia, riassume quanto c’è di meglio. C’erano lampade cinesi, bouquet di fiori che ricordavano il Natale e, al centro della sala dove veniva celebrato lo Yajña, decorazioni tradizionali fatte di foglie di cocco e fiori colorati. Una magnifica statua di Shiva si ergeva maestosa vicino alla colonna di marmo che fronteggia lo Yajur Mandiram. Alle 6.45, l’Ati Rudra Mahâ Yajña andava via via avvicinandosi al significativo numero di 14.641 canti e l’attesa dei devoti aumentava in concomitanza al sorgete del Dio Sole che aveva deciso di ripararsi dietro spesse nubi scure. Alle 7.10 giungeva al termine il Pârâyanam conclusivo ultimato il quale il capobramino ha fatto i preparativi per il Rudra homam finale. Voltati verso destra, tutti avevano lo sguardo trepidante indirizzato verso lo Yajur Mandiram. Infine, l’atteso momento è arrivato ed, alle 7.32, Swami usciva per offrire il darshan alle migliaia di persone che si protendevano per ricevere magari un Suo sguardo fugace., Solo Lui sa quali benedizioni ha elargito ai presenti durante il giro effettuato nella sala, apparentemente veloce e silenzioso. Il Signore non tralascia mai nessuno! Quindi, alle 7.43, si è seduto sulla poltrona. Entrato poi nella stanza delle “interview”, ne usciva dopo circa 7 minuti, alle 8,10, con il Suo amabile Sorriso mentre il Rudra homam stava per essere ultimato, con i ritvik che versavano le offerte nello Yajña kunda servendosi di un lungo cucchiaio d’argento (di circa un metro e venti centimetri). Swami, informato sulla conclusione dei riti, ha detto che sarebbe arrivato per il Pûrnâhuti. Quando è giunto, si poteva scorgere un ampio sorriso sul Suo Volto; ciò preannunciava qualcosa: Egli si è seduto fra il Lingam e lo Yajña kundam ed il capobramino Gli ha porto un recipiente contenente i navadhânya (i nove tipi di cereali) ed i navaratna (i nove tipi di gemme). Swami ne ha prese delle manciate gettandole nel braciere rituale, poi ha preso una mezza noce di cocco secco che era stata riempita di curcuma ed un’altra piena di kumkum e le ha buttate nel fuoco. Successivamente ha chiesto l’offerta da Lui personalmente preparata! Su un piatto ovale è stato portato un grosso pacco legato con un sari verde riccamente trapunto di filo dorato; Baba lo ha benedetto e il capobramino lo ha offerto al fuoco. È stato quindi portato un vassoio, di circa due metri di diametro, pieno di erbe rare e frutti. Con l’aiuto di un altro ritvik, il capobramino ha offerto anche questo al fuoco mentre Swami continuava a osservare sedendosi poi solo per fissare il fuoco. Chi faceva le offerte e Chi le riceveva erano una cosa sola! L’Essere vestito d’arancione, che offriva, osservava l’Essere vestito d’arancione che riceveva! Il capobramino ha poi cominciato a versare ghî (burro chiarificato) e ad aggiungere pezzi di legno nel fuoco. Di nuovo veniva offerto ghî, con lo speciale cucchiaio d’argento, e le lingue di fuoco si sono levate sempre più in alto fino a raggiungere quasi tre metri d’altezza. Swami ne sembrava affascinato e, sebbene vicino allo Yajña kunda l’aria fosse incandescente, Egli è rimasto beatamente a sedere. Sono stati poi portati a Sâîshvara dei recipienti d’acqua da versare sul Sâîshvara Lingam. Swami li ha benedetti e l’acqua è stata usata per compiere l’Abhishekam. A quel punto, Baba sedeva con la schiena rivolta al Lingam e si è verificata una scena curiosa: guardando Swami dal lato degli uomini, l’angolo di prospettiva faceva sì che la Sua capigliatura sembrasse la base del Lingam. In quel mentre, si è compiuto l’Abhishekam. Quella scena ci ha elettrizzati e colmati di gioia.

Swami è stato poi girato in modo che anch’Egli potesse “vedere” la celebrazione dell’Abhishekam ed ha guardato Sâîshvara con un sorriso di soddisfazione che si è stampato sul Suo amorevole Volto. Anche da quella posizione, si è girato verso destra e ha continuato a fissare il fuoco che divampava. Una fresca brezza ha cominciato a soffiare mentre altre offerte venivano fatte nello Yajña kunda. Era come se i cinque elementi ballassero alla melodia del Danzatore Cosmico: uno spettacolo davvero degno degli Dei del più alto dei cieli, così come ha detto anche il capobramino esclamando “Persino gli Dei saranno gelosi di noi!” L’Abhishekam è proseguito con le acque di 100 fiumi che, per tutti gli 11 giorni, erano state lì poste per essere adorate. I canti si sono levati sfociando in una bellissima canzone sulla grandezza di Shankara. Sâîshvara appariva fulgido: era sia Sâkâra (il Principio con Forma) sia Nirâkâra (il Principio senza forma e attributi). È stato a questo punto che Baba ha deciso di andare in giro per il Prokshana (spruzzare l’acqua benedetta) ed ha cominciato con i ritvik per fare poi un giro completo del Sai Kulwant hall. Le persone dicevano a Swami che doveva riposarsi e che i sacerdoti avrebbero fatto quanto necessario ma Egli era pieno di entusiasmo ed è andato personalmente in giro dappertutto spruzzando acqua e riversando Amore. Ultimato il Prokshana, Swami, raggiante e sorridente, è tornato a sedersi sulla poltrona e ognuno di noi sembrava rifletterNe la Beatitudine e la Gioia. Egli ha guardato il capobramino e, nella maniera a Lui tanto naturale, ha detto: “Hai diretto molto bene. Tutto è stato perfetto.” Caratteristica di Dio non è forse di fare tutto e concederne a noi i benefici? Swami ha invitato il capobramino a cantare e tutta la sala ha iniziato a vibrare al canto del Rudram.Tutti si sono uniti all’unisono e, da quelle vibrazioni, si irradiava l’onnipervadente armonia cosmica della creazione. Quali figli dello stesso Dio, le persone di ogni casta, credo, razza, religione e paese, si sono unite al canto. Alcuni devoti hanno offerto il proprio personale Abhishekam: quello di occhi pieni di lacrime di gioia e appagamento. Swami stava seduto dondolandosi dolcemente. Quando ha avuto inizio la strofa “Namaste Astu Bhagavân Vishveshvarâya Mahâdevâya” (Orbene, saluti reverenziali a Te, Signore dell’universo, grande Dio!), Swami si è unito al canto! Meraviglioso! Il canto, a questo punto, è diventato… incantevole!

Baba ha poi chiamato il Presidente dell’India e gli ha detto qualcosa e, quando il signor Srinivasan si è alzato ed è andato al microfono, dal suo viso traspariva chiaramente l’emozione di chi sta per dare un’importante notizia: “Swami ha dichiarato che il prossimo Ati Rudra Mahâ Yajña si terrà a Madras, nel mese di gennaio, durante il sacro Uttarâyanam. Tutta la sala, a quel punto, è scoppiata in uno scrosciante applauso! Swami ha anche chiamato il signor G.K. Raman del “Sundaram Group of Companies”, coordinatore del servizio del Tamil Nadu; anch’egli ha espresso la propria gratitudine per l’onore conferito a Madras e anche per la richiesta fatta al capobramino di dirigere colà i cerimoniali. Swami ha anche fatto annunciare che a tutti sarebbe stato distribuito il pranzo-prasâdam ed ha promesso di parlare ai ritvik alle 15. Così, nel Sai Kulwant hall, è stato distribuito a tutti il prasâdam; poi è stato servito del cibo nella “South Indian Canteen” per le donne e nel samyana, di fronte al capannone n. 1, per gli uomini.I lavori del mattino sono terminati su queste allegre note.

Nel pomeriggio, dalle 15 alle 1630, Baba è rimasto a colloquio con i sacerdoti nella sala dei bhajan. Più tardi è andato nella stanza delle “interview” ed ha chiesto che, alle 17.15, si desse inizio ai bhajan; dopo circa mezz’ora di canti, ha accettato l’Arati e si è ritirato nella Sua residenza.



(Tratto da: www.radiosai.org)