(Cronaca della giornata)
Il Giorno di Īshvarāmmā č una delle maggiori festivitą celebrate ogni anno alla Presenza di Bhagavān Sathya Sai Baba. Vi si commemora il giorno in cui la Madre del Corpo fisico di Baba ottenne la fusione finale con il Divino, al termine della sua gloriosa vita terrena, come madre dell’Universale Madre Divina Sai. Quest’anno, il Giorno di Īshvarāmmā č stato celebrato a Brindavan in maniera solenne fra spettacoli dei bambini Bāl Vikās.
Il mattino del 6 maggio, Baba č arrivato nel Sai Ramesh Krishan Hall mentre i bambini Bāl Vikās stavano cantando i bhajan. Swami, seduto sul palco, li ha ascoltati per quasi un’ora e al termine ha accettato l’ārati; quindi ha inaugurato il Nārāyana Sevā (dare cibo ai poveri) organizzato vicino al Sai Krishan Kalyana Mantapam e ha benedetto le centinaia di persone che si erano colą riunite per ricevere il prasādam e gli abiti.
La sessione del pomeriggio č cominciata alle 4,05 con bhajan eseguiti dagli studenti degli Istituti Educativi di Sai Baba. Swami ha poi benedetto shrī Sanjay Mahalingam, uno studente del dottorato di ricerca del Dipartimento di Management dell’Istituto di Istruzione Superiore Shrī Sathya a Prashānti Nilayam, che ha parlato ai presenti iniziando con la recitazione di alcuni versi del “Guru Ashtakam”, composto da Ādi Shankara, che parla dell’effimera natura del mondo materiale e dell’assoluta inutilitą di non avere la mente fissa sui Piedi di loto del proprio Maestro spirituale giacché, senza ciņ, non si potrą mai raggiungere la pace e la beatitudine durature a cui si aspira. Shrī Mahalingam ha poi fatto citazioni, tratte da Discorsi di Baba del Gurupūrnimā, in cui Egli ha garantito che, avendo raggiunto i Piedi di loto del Guru, tutto ciņ che rimane da fare č restare in silenzio e bandire quelle tendenze che allontanano dai Suoi Piedi di loto; allora Egli si prenderą cura di ogni necessitą spirituale e materiale. Parlando del significato del silenzio, l’oratore ha affermato che solo quando ci si č stabiliti nel Sé č possibile essere veramente in silenzio ed ha aggiunto che ciņ che allontana dal Guru č la frustrazione che nasce dai desideri insoddisfatti; č quindi di prioritaria importanza tenerli sotto controllo.
Dopo l’intenso intervento di shrī Mahalingam, Baba si č amorevolmente alzato in piedi per tenere il Suo Discorso Divino.
Nel tardo pomeriggio, i bambini Bāl Vikās di Bangalore hanno messo in scena una commedia intitolata “Bhakti Sudāma” che ha dipinto la sakhya bhakti (la forma di devozione in cui si adora il Signore come l’amico pił caro). Sudāma era un compagno di studi di Krishna nell’āshram del loro Guru Sāndīpani; un giorno mangiņ avidamente una porzione del cibo destinato a Krishna mentre quest’Ultimo era addormentato. Dopo aver terminato i loro studi, i due intimi amici presero strade separate: Krishna per ascendere al trono di Dvārakā e Sudāma per dedicarsi alla vita di erudito vedico. Come risultato del sacrilegio commesso nel dare sfogo alla propria aviditą, la vita di Sudāma fu estremamente povera, con i figli spesso affamati. Sua moglie lo esortņ ad avvicinarsi al suo vecchio amico Krishna affinché potesse sottrarlo alle sue miserabili condizioni ma a lui ripugnava usare quella sua amicizia per scopi meramente materiali. Alla fine, quando la situazione divenne critica, egli decise di farGli visita. Non aveva nulla da offrire tranne una manciata di riso battuto. Al momento dell’incontro, Krishna lo salutņ con grande affetto. Perso nell’amore che si riversava su di lui, Sudāma dimenticņ lo scopo della visita e non fece cenno dei suoi guai che ricordņ solo dopo aver preso congedo ed esser tornato a casa; una volta lģ, con suo grande stupore, trovņ che, ove una volta c’era la sua misera bicocca, si ergeva una magnifica villa dove moglie e figli risiedevano lussuosamente ed elegantemente vestiti. Solo allora comprese l’amore e l’affetto illimitati del Signore che, non richiesto, soddisfa le necessitą di coloro che Gli sono devoti.
Al termine della commedia, Baba ha benedetto i partecipanti facendosi fotografare con loro e ha accettato l’ārati prima di ritirasi.
(Tratto dal sito internet dello Shrī Sathya Sai Central Trust di Prashānti Nilayam)