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News da Prashanti Nilayam

12 febbraio 2006

Stamane, essendo domenica, c’era una grande folla; molti venivano anche da Parti. Swami è uscito alle 9.20, molto prima di quanto fosse uso fare nei giorni precedenti, ed i Sevadal hanno cominciato i Bhajan come è uso di domenica a Brindavan. Swami, mentre veniva trasportato per il darshan, ha benedetto un cartellone fatto dagli studenti di Brindavan che dovevano presentare un Kavi Sammelan nel pomeriggio, ed è poi entrato a piedi attraverso la porta centrale del Sai Ramesh Hall per venire sul palco ove, rimasto in piedi per alcuni minuti, si è poi seduto per una mezz’ora di Bhajan. Alle 10 Egli ha chiesto l’Arati che ha accolto in piedi avviandosi quindi attraverso il retroscena come ha fatto ultimamente. I Sevadal hanno continuato il Bhajan.

Anche nel pomeriggio Swami è arrivato prima del solito, alle 16.50. Gli studenti-poeti di Brindavan, abbigliati secondo le regioni da cui provengono, erano riuniti alla presenza di Kavinam Kavi, il Poeta dei poeti come le scritture descrivono Dio, e sedevano di fronte al gruppo o Bhajan subito a fianco del palco. Giunto sul palco, Swami è arrivato fino alla ringhiera ed ha benedetto tutti con il Suo sguardo benevolo, notando particolarmente i “Kavi” seduti di fronte; poi si è seduto, ha chiesto il manifesto del programma ai due studenti che aspettavano edi lo ha letto chiedendo loro quale ne fosse la durata ed in quante lingue fossero scritte le poesie. Alle 17 e 15 Bhagavan ha annuito per l’inizio del Kavi Sammelan. La prima poesia era scritta in Telugu classico e Swami ha gradito molto i sentimenti che vi erano espressi. A seguire sono stati letti i componimenti in Kannada, Malayalam, Tulu, Tamil, Bengalese, Gujarathi, Sanskrito, Inglese, Oriya, Marathi, Indi e Nepalese. Come ha detto il ragazzo che ha introdotto il programma, “le lingue possono essere differenti ma tutte queste poesie sono state scritte nel linguaggio del cuore”.

Swami ha ascoltato attentamente tutte le composizioni, ne ha applaudite alcune, benedette altre con Abhaya Hasta ed ha fatto un cenno affermativo quando alcuni poeti Lo hanno pregato per una benedizione. Egli ha espresso il suo apprezzamento per il componimento in Sanscrito battendo le mani. Quando il poeta Gujarati si è alzato indossando un turbante Rajasthani, Swami, sorridendo dolcemente, ha commentato “Pagdivala marriage ko jatha hai” rallegrando tutti moltissimo! Come conclusione del programma era stato deciso che cinque poeti si alzassero insieme e pronunciassero un paio di citazioni ognuno mentre tutti gli studenti cantavano “Humko Tumse Pyar Kithna”ma, prima ancora che il primo studente finisse, Swami ha chiamato tutti i poeti sul palco e, in mezzo a loro, ha detto:

“Non siete voi tutti studenti del nostro Istituto? Come fa l’uditorio a saperlo? Avreste dovuto annunciarlo all’inizio. Inoltre i vostri componimenti sono scritti in lingue diverse ed Io posso comprenderle tutte ma molti intervenuti hanno compreso solo poche lingue; avreste dovuto tradurli tutti in Inglese a loro beneficio, in modo che tutti potessero apprezzarli e gioirne”.

Egli ha poi parlato con ognuno di loro dicendo al poeta Inglese che il suo linguaggio era buono; al poeta Malayalam ha detto di averlo visto nervoso all’inizio: “Perché dovresti avere paura? Parla fiduciosamente”. Baba ha incoraggiato. Poi ha sorpreso un altro di loro dicendo “Tu hai cambiato gli ultimi due versi della tua poesia stanotte”. Era proprio così: quando lo studente aveva letto la sua composizione ad un compagno di classe la sera prima, questi aveva notato come i due ultimi versi, che finivano con 'Kaho Na Pyar', non suonassero appropriati e quindi egli li aveva sostituiti! Uno dei poeti ha pregato “Andariki Anugraham Prasadinchandi” (Swami benedici tutti noi, ti prego) ed Egli lo ha guardato amorevolmente negli occhi dicendo “A profusione, Bangaru!” Poi c’è stata la foto di gruppo e Baba li ha benedetti individualmente ponendo il suo palmo sulla testa di ognuno allungandosi per garantire che anche quelli in fondo non fossero trascurati. Egli ha chiesto ad ognuno da dove venisse; ad uno, che aveva letto la poesia in Bengali, si è bloccata la lingua, in quanto non sapeva decidere lì per lì se citare il luogo in cui i suoi genitori abitano al momento o il suo luogo di nascita, e Swami Stesso ha risposto alla domanda dicendo “Bihar,Jamalpur district” e lasciandolo sbigottito!

Baba ha dato poi il segnale per l’Arati. Due studenti, che dovevano offrirGli la rosa, si sono avvicinati pensando che la mettesse nel taschino della Sua camicia ma Swami se l’è messa scherzosamente sulla testa! Quando poi Egli si è voltato per rientrare, i poeti si sono inginocchiati ai suoi lati e, mentre passava, hanno potuto baciare la Sua mano dicendo “Swami, noi ti amiamo” al che Baba ha risposto “Anch’io vi amo” battendo loro la mano sulla spalla e pizzicando la guancia ad alcuni. Quando, inebriarti dal Suo Amore, hanno detto “Grazie Swami” Egli ha risposto “Aiye, non ringraziateMi” (Certo, carissimo Swami, come potremmo mai ringraziarti abbastanza per tutto quello che hai fatto e continui a fare per tutti noi?!)

Mentre si allontanava, Swami ha espresso la sua contentezza al Vice-rettoredi, Mr. Anil Gokak, dicendo “Vedi in quante lingue possono esprimersi i nostri ragazzi!” e, avvicinandosi al cancello, ha chiesto al gurkha “Hai udito la poesia in Nepalese? L’hai capita?”

Erano le 18 quando Bhagavan è tornato al Trayi.