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La Festa della Gioia – Festività dei bambini Sai, 22-24 ottobre 2005

13 novembre 2005

(Cronaca delle giornate)

Il programma Bâl Vikâs Shrî Sathya Sai è stato avviato da Baba nel 1968 allo scopo di inculcare nei bambini i Valori Umani fondamentali di Satya (Verità), Dharma (Rettitudine) Shânti (Pace) e Ahimsâ (Non violenza) in modo che siano poste le basi della vita spirituale fin dalla giovane età. I ragazzi dai 6 ai 15 anni apprendono i vari aspetti della spiritualità da preposti insegnanti Bâl Vikâs appartenenti all’Organizzazione di Servizio Shrî Sathya Sai. Oggi il movimento Bâl Vikâs annovera oltre 200.000 ragazzi in tutta l’India attraverso una rete di oltre 16.000 insegnanti ed è attivamente impegnato a realizzare la Visione di Sai Baba per una rinascita spirituale nella società moderna.

Dal 22 al 24 ottobre, oltre 3000 studenti Bâl Vikâs, provenienti da tutta l’India, sono giunti a Prashânti Nilayam a celebrare la “Festa della Gioia”. L’evento è stato un profluvio d’amore e gratitudine degli studenti per Baba che è entrato nella loro vita, l’ha trasformata e, attraverso di loro, ha anche mutato la vita dei loro familiari e delle persone vicine. I ragazzi hanno trascorso tre giorni nell’Amore di Bhagavân Baba presentando, alla Divina Presenza, svariati programmi sugli Insegnamenti che essi hanno appreso come studenti dei programmi Bâl Vikâs. C’è stata una significativa presenza di studenti provenienti dai lontani stati nordorientali, come Assam, Manipur e Sikkim, i cui visi erano raggianti di gioia per essere con Lui in questa meravigliosa occasione. Anch’Egli ha risposto all’amore dei ragazzi in tanti modi. Gli studenti, con i loro insegnanti, erano tutti alloggiati all’interno dell’âshram e hanno avuto cibo gratuito durante tutti i giorni della loro permanenza a Prashânti Nilayam. Baba ha mostrato interesse al loro benessere e li ha anche benedetti con una visita in cui ha controllato di Persona la loro sistemazione. In tale occasione sono state organizzate due esposizioni: una mostrava libri spirituali per ragazzi editi dall’Organizzazione Shrî Sathya Sai nei diversi idiomi indiani e l’altra esponeva le arti popolari e l’artigianato di tutta l’India; durante i giorni dell’esposizione, i ragazzi hanno anche appreso i rudimenti di tali arti. All’interno dell’âshram c’era fermento d’attività con gli allievi che si stavano esercitando su quanto avrebbero presentato di fronte a Bhagavân Baba durante i tre giorni della festività. La cerimonia è iniziata la mattina del 22 ottobre nel Sai Kulwant hall. Baba ha acceso la lampada cerimoniale che segnalava l’inizio della festività. Shrî V. Srinivasan, Presidente delle Organizzazioni Indiane di Servizio Shrî Sathya Sai, ha dato il benvenuto a tutti gli studenti partecipanti ed ha espresso a Swami la sua e la loro gratitudine per essere stati benedetti dall’opportunità di partecipare al gioioso evento.

Dopo questo discorso d’introduzione, un coro composto da 300 ragazzi, provenienti da diverse parti del Paese, ha svolto un programma musicale; la sala vibrava del suono delle loro voci che cantavano all’unisono brani in lingua hindi e telugu. Essi hanno pregato Swami dicendo: “Shakti ni ivvu bhakti ni ivvu”, “Concedici Shakti (la forza di seguire i Comandi di Dio) e Bhakti (la devozione al Signore).” Questo programma è stato seguito da tre discorsi di studenti Bâl Vikâs. Shwetha, dello Stato del Karnâtaka, ha iniziato osservando che, sebbene l’uomo abbia fatto grandi passi nella scienza e nella tecnologia, non ha ancora imparato a vivere da uomo. Egli ha anche detto che il vero obiettivo dell’educazione è il carattere, dono che essi hanno ricevuto da Bhagavân Baba attraverso il programma Bâl Vikâs. Pranav Shyam Bhat, della città di Mumbai, ha riaffermato tali sentimenti e ha detto che ogni devoto ha il dovere morale, verso se stesso e verso il mondo, di seguire il sentiero mostrato da Baba in modo che tutte le persone possano raggiungere Dio. Egli ha poi pregato Baba affinché conceda a tutti gli studenti purezza nei loro pensieri, parole e azioni.

Krishna De, studente di nove anni proveniente dallo stato del Bengala ovest, ha dichiarato: “Proveniamo tutti da Te, Bhagavân, e a Te dobbiamo tutti tornare.” Egli ha pregato Baba di plasmare la loro vita in modo tale da poterla vivere secondo i Suoi Insegnamenti per realizzare l’ideale di formare un’unica famiglia dell’intera umanità.

Dopo tali ispirati interventi, Baba ha concesso il Suo Divino Messaggio.Nella sessione pomeridiana, si è assistito a una varietà di danze, sul tema “La Gloria di Sathya Sai”, in cui è stata ritratta la storia della Vita di Swami la cui venuta è stata profetizzata dalle Scritture di molte religioni nel mondo. Diversi episodi della Vita di Baba, come ad esempio la lettera da Lui scritta al fratello maggiore Seshama Râju in cui gli parla della Missione per la quale è disceso ed altri, sono stati illustrati attraverso bellissime danze coreografiche. La rappresentazione ha avuto un originalissimo finale: un UFO atterra nel Kulwant hall, ne escono degli alieni, arrivati per aver saputo dell’Avvento dell’Avatâr sulla Terra, e minacciano di portarLo via se i terrestri non seguiranno i Suoi Insegnamenti poiché l’intero universo anela ad essere contemporaneo dell’Avatâr. Essi appaiono soddisfatti solo quando alcuni terrestri promettono che diverranno degni del Suo Amore. Al termine del programma è stato offerto l’ârati a Baba.

Il mattino del 23 c’è stata una rappresentazione, degli studenti Bâl Vikâs di vari Stati, sulle tradizioni e abitudini di alcune delle maggiori religioni del mondo. I princìpi basilari dell’induismo, del cristianesimo, del giudaismo, dello zoroastrismo e dell’islam sono stati dipinti attraverso i rituali che vengono compiuti dai fedeli di tali credo. Nella sessione pomeridiana è stata messa in scena una rappresentazione del tutto innovativa da parte dei bambini della scuola elementare Shrî Sathya Sai;

facendo uso di proiezioni come sfondo, il programma si è incentrato sulla Vita e sugli Insegnamenti di Baba. I narratori sono stati due studenti vestiti da professor Kasturi e dottor Hislop che sono noti per aver avuto la fortuna della vicinanza di Swami ed essere stati testimoni di molti prodigi e miracoli. In tale contesto, sono stati ricordati vari episodi avvenuti durante l’infanzia di Baba.

È stata poi la volta di Madre Sarasvatî, la Dea della cultura, e del Signore Dhanvantari, il Dio della salute. Con ciò, gli studenti hanno espresso la loro gratitudine a Baba per aver innalzato l’istruzione e la medicina ponendole ad un livello molto elevato attraverso le Sue istituzioni educative ed ospedali. I rappresentati Santi Tyâgarâja, Purandaradasa, Mîrâbâî, Chaitanya Deva, che sono seguiti, hanno reso omaggio al Signore che hanno adorato tramite le loro composizioni devozionali. Nella scena finale, gli studenti della scuola elementare hanno agitato tutti assieme delle stelline dorate cantando ad alta voce le lodi della loro Madre Sai. Baba ha benedetto gli studenti partecipanti prima di accettare l’ârati a conclusione dei lavori della giornata.

Il mattino del 24 ottobre, giorno finale della festività, ha visto la rappresentazione “Eredità Sportiva”, che ricreava l’atmosfera bucolica dell’India rurale, con gli studenti Bâl Vikâs che esibivano alcuni dei giochi e degli sport popolari dei villaggi dei loro Stati. Gli studenti dell’Andhra Pradesh hanno mostrato straordinaria abilità nel far roteare vorticosamente delle trottole e nel tenerle in equilibrio sul palmo della mano e sulla testa ed anche lanciandosele reciprocamente senza farle cadere al suolo. Gli studenti dell’Orissa hanno presentato un esercizio di grande resistenza che viene generalmente fatto dalle ragazze di quello Stato. Tutti i giochi e gli esercizi sono stati molto apprezzati dai devoti che erano riuniti nel Sai Kulwant hall. A ciò hanno fatto seguito tre brevi interventi degli studenti Bâl Vikâs.

Nel pomeriggio gli studenti provenienti dal Tamil Nadu hanno inscenato la commedia “Bhakti Mahimâ” sulla vita di due santi molto amati in India: Tulsidas e Kanakadasa. Tulsidas fu un uomo mondano finché sua moglie non decise di rivolgere la propria mente verso una devozione totale per il Signore. Il suo cuore fu allora colmato di uno straordinario anelito ad avere la Visione del Signore Râma. Nella commedia, Hanuman guida Tulsidas a Citrakûta dove il Signore Râma rimase durante il Suo esilio da Ayodhyâ. Tuttavia, una volta là, egli non vede il Signore poiché, assorto nella Sua contemplazione, non si accorge che Râma, Sîtâ e Lakshmana gli passano accanto avendone, pertanto, soltanto una fugace visione. Allora, egli implora Hanuman di concedergli nuovamente la Divina Visione e questa volta addirittura applica della pasta di sandalo sulla fronte di Râma, Lakshmana e Sîtâ senza comprendere che proprio il Signore che adora gli è ora di fronte. Tulsidas, quindi, si dedica alla composizione dell’epica Râmcharitmanas sulla vita di Râma. Un giorno, alcuni malfattori decidono di entrare furtivamente nell’âshram di Tulsidas per distruggere la sua opera ma ai cancelli dell’âshram vedono due bellissimi principi di guardia. Comprendendo che altri non erano che Râma e Lakshmana, se la danno a gambe. Colti da rimorso, chiedono il perdono di Tulsidas ma questi evidenzia la loro immensa fortuna di aver avuto una simile Visione cui egli anelava tanto. Alla fine, Râma, compiaciuto della devozione di Tulsidas, gli si manifesta assieme a Sîtâ e a Suo fratello Lakshmana.

Il santo Kanakadasa, nato in una famiglia di bassa casta, non ebbe alcuna istruzione nei Veda o in altre Scritture; tuttavia, era pieno di devozione per il Signore Krishna. Un giorno, gli capitò di trovare un vaso pieno d’oro nascosto in un cespuglio nella foresta: tale era il suo distacco che, immediatamente, distribuì quella ricchezza fra i bisognosi. Un guru, che precedentemente era stato discepolo del Santo Purandaradasa, notò quella qualità in Kanakadasa e lo iniziò come suo discepolo.

Un giorno, il guru decise di mettere alla prova i suoi discepoli: diede a ciascuno una banana e li invitò a mangiarla senza esser visti. Essi si sparpagliarono per trovare un posto dove mangiare e, dopo un po’, tornarono dal guru. Solo Kanakadasa non aveva mangiato la sua banana ed, al guru che gliene chiese la ragione, disse di non aver trovato un posto dove poter essere solo perché, ovunque si volgesse, vedeva Krishna che gli sorrideva. Il guru lodò lo stato di estasi di Kanakadasa e, benedicendolo, gli disse di andare per il mondo a diffondere la gloria del Signore Krishna. Kanakadasa fece molti pellegrinaggi, cantando le lodi del Signore Krishna e raggiunse il famoso tempio della città di Udupi, nello Stato del Karnâtaka. I sacerdoti gli impedirono però di entrare nel tempio per appartenenza ad una famiglia di bassa casta. Disperato, Kanakadasa implorò Krishna di concedergli la Sua Visione: allora il muro occidentale del tempio si squarciò ed apparve la statua di Krishna che si mostrò a lui per benedirlo. In tal modo, il mondo comprese il potere della devozione di Kanakadasa. In quel muro c’è ora una finestra e da quella è consuetudine, prima di entrare nel tempio, vedere il signore Krishna in segno di rispetto per quel cantore del Karnâtaka.

Questa rappresentazione ha segnato la conclusione della “Festa della Gioia”. È stata per tutti una proficua esperienza assistere alle celebrazioni ma forse lo è stata maggiormente per gli studenti che vi hanno partecipato. L’entusiasmo di stare assieme a compagni di differenti parti del Paese ampliando la mente nel vedere così da vicino le ricche tradizioni e la variegata cultura dell’India e, cosa sommamente importante, assorbendo le lezioni di vita da Baba Stesso, sono tutte cose da tener care nel tempo. Questo incontro certamente sarà da stimolo a tutti gli studenti Bâl Vikâs poiché i partecipanti ritornano alle loro case ritemprati dal tocco di Baba. Preghiamo tutti che questa energia positiva possa diffondersi per rinvigorire la nazione e pervadere tutto il mondo in modo che il Regno di Dio si realizzi sulla terra stessa.