Rispetto e gratitudine costituiscono il sentire più profondo e
l’essenza della cultura indiana. Le molte festività che costellano il
calendario indiano sono tutte espressioni di gratitudine verso i molteplici
elementi del mondo che ci circonda, che rendono la nostra vita piacevole e
armoniosa, e soprattutto verso Dio, la cui Grazia attornia
costantemente i Suoi devoti, proteggendoli e guidandoli.
Il giorno dell’Âyudha Pûjâ, durante i dieci giorni della festività di
Dasara, ad esempio, è dedicato al culto degli utensili, dei macchinari e
degli attrezzi che si usano nella vita quotidiana. Anche i Veda rendono
omaggio alla Natura nelle sue innumerevoli forme. Nelle Scritture, si
dà la massima importanza al rispetto verso gli anziani; esse affermano
che i genitori sono uguali a Dio e ingiungono di celebrare varie
cerimonie per onorare i genitori nei diversi stadi della loro vita.
Il Bhîma Ratha Shânti è uno di questi culti rituali che si celebra
quando il marito compie 70 anni.
Il rituale prevede una formale ripetizione della cerimonia di
matrimonio e preghiere per la salute e la felicità dei coniugi.
Il 10 febbraio, Swami ha sovrinteso al Bhîma Ratha Shânti per 275
coppie di anziani, provenienti da Prashânti Nilayam, da Puttaparthi e dai
villaggi limitrofi, in una solenne funzione tenuta al Sai Kulwant Hall.
La processione delle coppie è partita dal Pedda Venkama Râju Kalyâna
Mandapam, a Puttaparthi, alle 7 del mattino; era guidata dalla fanfara e
dalla "troupe" del Nâdasvaram, proveniente dal campus di Anantapur dello
Shrî Sathya Sai Institute of Higher Learning, e da un gruppo di
ballerini "Banjara" con i tradizionali strumenti musicali.
Nel Sai Kulwant Hall, dove la processione era diretta, erano stati
collocati dei piccoli divisori, uno per ogni coppia, provvisti di sedie e
finemente decorati con foglie di mango e piantaggine come vuole la
tradizione.
Dopo aver preso posto, le coppie venivano invitate dai sacerdoti
officianti a rendere culto al Signore Ganesha ed erano aiutate a celebrare i
vari rituali dalle studentesse del campus di Anantapur a cui Baba
Stesso, la sera precedente, aveva affidato quel preciso compito con relative
istruzioni. I rituali venivano celebrati nel modo tradizionale
prescritto dalle Scritture.
Durante la vigilia della solenne cerimonia, il 9 febbraio, Baba aveva
benedetto le coppie facendo loro dono di ornamenti come orecchini d’oro
tempestati di diamanti, braccialetti d’oro, cavigliere d’argento,
dhothî e sârî di seta.
Baba ha poi fatto il giro delle coppie facendo personalmente dono a
ciascuna di esse di un mangalasûtra d’oro (collana che, secondo
tradizione, il marito mette al collo della moglie), anelli d’oro e anelli da
piede d’argento. Alle coppie veniva anche fatto dono di orologi e statue
d’argento del Signore Nârâyana e della Dea Lakshmî. Si può ben immaginare
quale commozione suscitasse, in quelle persone, tanta profusione di
grazia! Anche il Volto di Swami irradiava gioia, riflettendo la felicità
immensa dei devoti. Proprio mentre Baba benediceva ogni coppia in questo
modo, i sacerdoti spiegavano alla folla il significato di tale funzione
sottolineando quale grande fortuna fosse, per quelle coppie di sposi,
il fatto che proprio il Pûrnâvatâr in Persona sovrintendesse ad essa. È
indi giunto il fausto momento in cui il mangalasûtra doveva esser messo
al collo di ogni moglie. Così, al suono commovente del nâdasvaram e al
canto di mantra vedici, tutti gli sposi rinnovavano la loro reciproca
solenne promessa e si scambiavano le ghirlande di fiori. Baba spargeva
poi, su di essi, il sacro riso giallo santificando così la loro unione.
Dopo la cerimonia è stato offerto, alla "South Indian Canteen" (una
delle mense dell’âshram), un pranzo speciale agli sposi assieme ai membri
della loro famiglia, ad altri parenti e a tutti quei devoti che
potevano beneficiare della grande fortuna di presenziare a questa grande
funzione alla divina Presenza di Bhagavân.
Nel pomeriggio, Baba ha tenuto il Suo Discorso; a questo ha fatto
seguito un concerto di Sudha Raghunathan, una famosa cantante di musica
carnatica da lungo tempo devota di Swami. La cantante, all’età di due anni,
fu salvata da Baba da un attacco epilettico che aveva messo a
repentaglio la sua vita. Egli apparve, sotto le spoglie di un abitante del
luogo, ai genitori della bimba e la riportò in vita mentre essi, affranti
dal dolore ritenendola morta, facevano ritorno a Bangalore da Prashânti
Nilayam reduci dalle celebrazioni del Compleanno di Swami.
Quando chiesero al misterioso uomo come si chiamasse, egli rispose:
"Jodi Adipalli Somappa." Questo nome viene ora recitato come uno dei 108
Nomi in lode del Signore Sai.
Prima dell’inizio del programma, Baba ha materializzato una collana
d’oro per l’artista e l'ha benedetta. La cantante ha poi allietato il
pubblico con il melodioso canto di kîrtan di Tyâgarâja e Purandaradasa,
seguiti da composizioni devozionali in hindi e tamil ed ha concluso con
un Sai bhajan. Al termine del programma, Baba ha benedetto tutti gli
artisti e, prima di ritirarsi nella Sua residenza, ha accettato l’ârati.
In tempi in cui le società tendono a ignorare le persone anziane, Baba
ricorda, ai giovani, doveri e responsabilità nei confronti dei loro
vecchi. Ciò si è reso inequivocabilmente evidente dal modo in cui il
programma è stato organizzato sotto la divina Guida del Maestro.
Premurandosi, in virtù del Suo immenso Amore, di garantire alle coppie di anziani
dei villaggi ogni "confort", Egli ha designato un gruppo di medici
affinché, in largo anticipo sulla cerimonia, svolgessero esami approfonditi
su quelle persone garantendone così la partecipazione. Si è anche
provveduto ai vari spostamenti delle stesse procurando sedie a rotelle, per
una maggior libertà di movimento, nonché l’aiuto incondizionato di
studenti e sevâdal.
Le amorevoli premure e la meticolosità con cui Baba ha supervisionato i
preparativi e l’ineffabile grandiosità della cerimonia sono una chiara
dimostrazione del rispetto e dell’onore che si devono agli anziani.
Sta ora a noi, Suoi devoti, diffonderNe il Messaggio nel mondo vivendo
la nostra vita in armonia con la Sua Parola.