L'addetto alle Pubbliche Relazioni del Central Office ha diffuso il seguente comunicato ufficiale relativo a quanto accaduto a Whitefield il 17.01.2002.
"C'è stata una diffusa preoccupazione a proposito di ciò che è accaduto giovedì 17 gennaio a Brindavan. Sono circolate ogni sorta di storie e sono certo che tutti voi, sia individualmente che collettivamente, nelle rispettive Regioni in cui vi trovate, vi siate sentiti allarmati. Lasciate che vi racconti i fatti, affinché veniate a conoscenza di ciò che è realmente successo.
Io mi trovavo a Puttaparthi, perciò non sono un testimone diretto. Ho sentito un rapporto fatto da due dei nostri insegnanti, all' incirca alle dieci del mattino. In seguito ho ricevuto un rapporto ufficiale dal nostro segretario, alle sette di sera, in connessione con alcune comunicazioni di servizio. Questi si era trovato a contatto con C. Srinivas, per cui aveva informazioni autentiche. Il diciannove gennaio, secondo le istruzioni di Swami, mi sono recato a Whitefield, con il vice-preside ed Anil Kumar. Quel giorno Swami ha fatto un diretto riferimento al "non-incidente", accompagnandolo con pungenti commenti! Poi, prima di ripartire, abbiamo incontrato Narasimha Murthi, che ci ha dato tutti i dettagli. Questa che segue è pertanto la versione corretta degli avvenimenti:
Il giovedì generalmente c'è una grande folla a Brindavan, perché giovedì è il giorno del Guru. Quando c'è tanta folla, molta gente che non riesce ad entrare nella Sai Ramesh Hall viene fatta sedere fuori, attorno alla fontana d'acqua (quella con la statua di Saraswati in mezzo). In questi giorni Swami è eccezionalmente gentile. Arriva fino in fondo alla Sai Ramesh Hall per dare il Suo Darshan, e poi torna verso il palco. Una volta qui, si siede ed ascolta i Bhajan. Il giovedì i Seva Dal cantano i Bhajan al mattino; gli altri giorni della settimana (eccetto la domenica) non ci sono Bhajan. Swami dà solo il Darshan e poi torna al Mandir.
Il giovedì in questione Swami è arrivato alla fine della sala come al solito e stava cominciando a tornare indietro. In quel momento, un giovane uomo, che si trovava nell'area esterna, ha cercato di alzarsi e di farsi strada nella sala, per porgere una lettera a Swami. Sembra che i Seva Dal lo abbiano sospinto a terra, e che lui sia caduto su un devoto occidentale. Questi ha sentito di essere stato urtato da qualcosa di duro che si trovava sotto il vestito del giovane, e ha dato l'allarme. Il giovane uomo che aveva cercato di dare la lettera a Swami è stato subito fermato. Questo episodio ha causato una grande emozione. Nessuno ha capito che cosa stava succedendo. Swami è tornato indietro e si è seduto sul palco ad ascoltare i Bhajan. Sembra che sia rimasto molto più a lungo del solito; forse perchè era tornato a Brindavan dopo molti mesi di assenza. Comunque, nessuno ha detto niente a Swami (fisicamente), né Lui ha fatto alcun commento. Quando il Darshan è finito, Lui si è ritirato.
Quando l'uomo che era corso nella sala è stato perquisito, gli è stata trovata addosso una pistola. Più tardi si è potuto appurare che si trattava di una pistola ad aria. L'uomo è stato portato alla stazione di Polizia, perquisito a fondo ed interrogato a lungo. Gli si è trovata addosso anche una lunga lettera scritta in Telugu, in stile semplice.
Questa lettera era indirizzata a Swami. Narasimha Murthi ce l'ha mostrata: era lunga tredici pagine! Ce ne ha anche letto alcune parti.
Nella lettera il giovane ha descritto il suo desiderio ardente di parlare a Swami. Era andato molte volte a Puttaparthi, ma senza fortuna. Aveva dei problemi (forse era scritto nella lettera, ma noi non abbiamo avuto il tempo di scorrerla tutta), e voleva disperatamente aprirGli il suo cuore. Non ce l'aveva fatta a Puttaparthi, così è venuto a Brindavan. Non essendo entrato nella sala, non è stato perquisito. La sua idea sembra sia stata quella di darGli la lettera e, in caso di insuccesso, di attrarre l'attenzione di Swami con la pistola.
Una volta che la polizia si è fatta una copia della lettera, l'originale è stata data a Swami, che ne ha letto ogni parola. Sabato, durante il Discorso Divino, in occasione dell'Incontro sulla Salute, per il primo anniversario dell'ospedale di Bangalore, Swami ha fatto improvvisamente riferimento a questo incidente. Ha detto che un incidente piccolo e banale è stato gonfiato in modo assolutamente sproporzionato dalla stampa, sia da quella nazionale che da quella mondiale. Ha criticato i giornali. Ha detto che non pubblicano niente su tutto ciò che viene fatto di buono, ma sono subito pronti a buttarsi sulle storie. Li ha accusati di non stampare la verità. Ha detto: "Stampate pure le notizie, ma accertatevi che corrispondano a verità. Non importa che esse siano piacevoli o spiacevoli, il vostro dovere consiste nel riferire così come sono. Ma riferite i fatti accaduti, non le bugie. Di questi tempi, la stampa non si interessa ai fatti: di un mucchio di terra smossa da una talpa ne fa una montagna. Giovedì non è successo praticamente nulla, ma a milioni di persone, a causa della pubblicazione ed alla trasmissione di fatti totalmente infondati, è stata data preoccupazione ed ansia".
Questo è assolutamente vero.
Per esempio, è stato riferito che, appena ricevuta notizia del mancato attentato, immediatamente Chakravarthy e Chiranjeevi Rao si sono precipitati a Bangalore.
Non è successo nulla del genere. Lo so perchè mi trovavo qui (a Puttaparthi), e li ho visti entrambi - qui-! Non si sono mossi.
Scrivo queste cose per comunicarvi che è meglio non muoversi per sentito dire, specialmente per quanto riguarda la stampa. Se c'è qualcosa di importante da riferire, assicuratevi che lo sia realmente, da persone responsabili. Se non è stato detto nulla, siate pur certi che non c'è niente da riferire. Dire qualcosa quando non c'è nulla da dire, significa incrementare i pettegolezzi e le storie.
È proprio divertente vedere quanto facilmente le storie inventate possano venir diffuse e quanto la gente ci caschi!
Alcuni anni fa, andai a Bangalore dopo il Darshan del mattino, naturalmente col permesso di Swami. A Bangalore dovevo fare una telefonata ad un devoto. Non riuscii quasi a finire "Sai Ram", che il devoto mi chiese: "È vero che Swami ha avuto una frattura?". Questa domanda mi lasciò attonito. Controbattei: "Da chi l'hai sentito?". La risposta fu: "Ho appena ricevuto una telefonata dall'Australia!". Risposi: "Ho avuto il Darshan tre ore fa e non c'è alcun fondo di verità in questa chiacchiera".
In un' altra occasione, un devoto venne svegliato alle due del mattino. Gli venne chiesto: "È vero che Swami ha detto che la gente dovrebbe restare chiusa in casa in questo e questo giorno?..."
Io so che tutti voi siete totalmente al di fuori di tutto questo. So anche che avete trattato questo episodio nel modo giusto. Allo stesso tempo, so che volevate sapere qual era la realtà dei fatti. Per questo motivo mi sono assunto l'incarico di darvi un resoconto fedele di ciò che è accaduto.
In conclusione, non è successo nulla di serio. Swami non è stato toccato da questo episodio in alcun modo. Il giovane che ha compiuto questo atto era confuso ma non malvagio: voleva portare il suo problema all'attenzione di Swami e ha cercato di usare un metodo stupido per attrarre la Sua attenzione.
Naturalmente, l'incidente ha anche messo in evidenza carenze del servizio di sicurezza.
Jai Sai Ram."