SAI ISPIRA

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La lezione di Shivarathri è che i devoti dovrebbero favorire buoni e sacri pensieri; si dovrebbe essere intrisi di pensieri divini, si dovrebbe cercare di diventare uno con il Divino attraverso la meditazione sulla vostra inerente divinità. Se cantate costantemente il Nome di Dio, lo Realizzerete a tempo debito. Qualunqhe siano le altre cose che possono essere possedute, gli uomini soffrono la mancanza di pace e beatitudine che possono essere ottenute solo da Dio. E' per queste due cose che gli uomini dovrebbero pregare Dio e non per altri motivi, perché solo Dio può darle loro. Quando esse sono state fermamente assicurate, tutto il resto verrà spontaneamente per Grazia di Dio. Le persone dovrebbero struggersi dal desiderio poer Dio. Tutti gli altri desideri sono di nessun valore.

- Divine Discourse, 26th Feb 1998.

Cosa ci insegna Shivarathri?



Shivarâtrî è la festività collegata alla luna e alla mente. Come tutti sappiamo, durante il mese, la luna cresce e cala, impiegando quindici giorni per ogni processo. Il tredicesimo giorno dopo la luna nuova e la luna piena è chiamato triyodashî. Dopo triyodashî viene chaturdashî o quattordicesimo giorno. Shivarâtrî comincia alla fine di triyodashî e all’inizio di chaturdashî, proprio prima della luna nuova.



Swami dice che, in questa notte, la luna è appena visibile. Tale scarsa visibilità rappresenta la Mente del vero ricercatore. Attraverso la sâdhanâ, il ricercatore conquista quasi completamente la mente. Proprio come la luna scompare poco dopo chaturdashî, il ricercatore, con un piccolo sforzo in più, può annullare completamente la mente, vale a dire dominarla. Swami evidenzia ciò semplicemente così: “Soggiogate la mente e diventatene i padroni!” (Letteralmente: diventate Menti Superiori – N.d.T.)



La luna cresce e cala una volta al mese. Perciò, deve esserci uno Shivarâtrî ogni mese. Tuttavia, solo uno di essi è considerato particolarmente sacro ed è chiamato Mahâshivarâtrî (la Grande Notte di Shiva. Mahâ=Grande; Shivarâtrî=Notte di Shiva). Oggi è Mahâshivâratrî. C’è una leggenda collegata a ciò, ma non ci addentreremo in questo. Sarà sufficiente dire che la leggenda è collegata con la comprensione che Dio non ha né inizio né fine. Egli è Senza Tempo ed Eterno.



Mentre la maggior parte delle festività implica una certa dose di divertimento, Shivarâtyrî è una questione molto seria; nessuna meraviglia, in quanto ognuno cerca di dominare completamente la mente, domare le sue stranezze e il suo vuoto farneticare.



Fin dall’inizio, Shivarâtrî, a Prashânti Nilayam, è sempre stato veramente speciale. A parte il fatto che venendo qui si ha l’opportunità per restare tutta la notte svegli alla Presenza di Shiva in Forma umana, Swami un tempo era solito compiere lo spettacolare Vibhûti Abhishekam (consacrazione, aspersione della cenere sacra) e anche l’egualmente memorabile Lingodbhâvam (la generazione, la produzione del Lingam, simbolo della creazione). Per quanto riguarda il Vibhûti Abhishekam, Swami smise molto tempo fa di compierlo. Anche il Lingodbhâvam è stato sospeso per molti anni, ma è da poco ripreso. L’anno scorso, nel 2005, Swami annunciò che non ci sarebbe stato il Lingodbhâvam. Non sappiamo quale Divino Regalo dispenserà quest’anno.



Anche se queste incredibili dimostrazioni del Divino Potere di Swami sono terminate, dobbiamo ancora comprendere l’intimo significato sia del Vibhûti Abhishekam sia del Lingodbhâvam. Cominciamo col primo.



Perché Swami compiva il Vibhûti Abhishekam? I comuni mortali compiono le sacre abluzioni o aspersioni sulle statue rappresentanti la Divinità, allo scopo di propiziarsi il Divino. Ma Egli deve forse propiziarsi qualcuno? Ovviamente no. Perché, allora, lo compiva?



Ciò avveniva in parte per attirare l’attenzione sui Suoi Divini Poteri, in parte per ricordare ai devoti il significato della vibhûti.



La vibhûti è una cenere sacra. La cenere si produce quando viene bruciato qualcosa, ma non può essere bruciata a sua volta; essa rappresenta un punto terminale. Dal punto di vista spirituale, l’essere umano raggiunge un punto terminale quando ha annullato tutti i suoi desideri: ciò che rimane, a tal punto, è la purezza. La vibhûti è quindi il simbolo della purezza ultima che tutti gli esseri umani devono sforzarsi di raggiungere.

Ritornando al famoso Lingodbhâvam, è questa un’occasione in cui Baba, attraverso il lingam da Lui emanato, rivela Se Stesso come Supremo Creatore. Precedentemente, il lingam era in genere di cristallo o altro. Attualmente, invece, è solo d’oro puro e risplende di incredibile fulgore.



Può, chiunque, avere tanto oro all’interno del proprio corpo? Da dove proviene tanto oro? Swami afferma che l’oro si forma in Lui dai cinque elementi presenti in forma sottile. Inizialmente, l’oro esiste all’interno del corpo in forma liquida, ovvero come oro fuso. Perché l’oro sia allo stato liquido, occorre una temperatura altissima. A simili condizioni, lo stomaco dei comuni mortali si brucerebbe completamente. Ma ciò non avviene nel caso dell’Avatâr. Allo stesso modo in cui la madre deve affrontare le doglie del parto, Swami si sottopone a un serio disagio fisico al fine di produrre il lingam, affinché l’uomo possa comprendere che, dietro la creazione, esiste un Creatore che è Supremo.



È Creatore Supremo solo colui che può garantire beatitudine permanente, e l’uomo deve lottare per raggiungere la Purezza, perché è la sola strada che porta a Dio e alla Beatitudine.



Ovunque siamo, questo è ciò che dobbiamo ricordare in questo giorno/notte. Per prima cosa, che tutti proveniamo dal Creatore e che quindi siamo nati quali Incarnazioni della Purezza Divina. Questo è veramente ciò che il Lingodbhâvam dovrebbe richiamare alla nostra mente. Secondariamente, anche se nasciamo puri - come Swami dice, i bambini sono sempre puri, almeno all’inizio – i desideri presto ci invadono e contaminano la mente quanto più possibile. Tuttavia, noi dobbiamo resistere a ciò e cercare di purificare la mente bruciando i desideri: la vibhûti, o cenere sacra, è il simbolo della loro combustione finale. Il Vibhûti Abhishekam ha pertanto lo scopo di rammentarci, per prima cosa, l’esigenza di limitare i desideri e successivamente di bruciarli completamente.



Potremmo fare a meno di partecipare ad altre celebrazioni, ma Shivarâtrî deve essere preso molto seriamente, perché è tutto incentrato sul raggiungimento della Purezza per poi diventare, a tutti gli effetti, una cosa sola col Divino.