DISCORSO DIVINO

Realizzate l'immanenza del principio divino in tutti

18 febbraio 2007

Indice paragrafi:

Il Principio di Shiva permea l'intero Universo
Riempitevi la mente con il nettare dell'Amore Divino
Mettete vostra madre al primo posto nella vita
L'ego e l'attaccamento rovinano la vita di un uomo


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Possono tutti gli uccelli di color verde parlare come un pappagallo?
Possono gli insetti che strisciano sui fiori diventare dei bombi?
Un maiale molto grosso può diventare un elefante?
Può colui che non conosce se stesso
acquisire la conoscenza del Sé?
(Poesia Telugu)


Cari studenti!


L'uomo oggi si considera importante da sé ma chi è privo di umanità non può neppure essere chiamato essere umano! Un vero essere umano è colui che capisce il significato di umanità e la manifesta nella propria condotta.




Il Principio di Shiva permea l'intero Universo
Un vero essere umano è colui che mette in pratica nella propria vita le virtù della Verità (Satya), della Rettitudine (Dharma), della Pace (Santhi), dell'Amore (Prema) e della Non-violenza (Ahimsa) e divide questa conoscenza con tutti. Se gli manca anche una sola di queste virtù costui diventa indegno di essere chiamato essere umano. L'uomo infatti è è dotato di grande intelligenza. Non si tratta di un'intelligenza comune; è qualcosa che non ha alcun limite. Eppure, nonostante ciò essa non si riflette nel suo comportamento. Una volta il Signore Ishvara era assorto in un'intensa penitenza (Tapas). Parvati voleva sposarlo ma i suoi genitori avevano un' opinione avversa a Shiva e le dissero: :

Oh Gauri! Tu sei molto giovane e
Sambashiva è vecchio,
ha riccioli arruffati ed indossa
una pelle di tigre,
cavalca un toro ed è sempre in viaggio,
è adornato di serpenti.
Come hai potuto corteggiarlo?
Non sai tutte queste cose?
Egli non ha una casa propria e vive nel terreno crematorio.
(Poesia Telugu)



Mahadeva Shiva


Ella ignorò questi ragionamenti e non disse niente in risposta: era dotata della conoscenza del Principio di Shiva. Allo stesso modo Shiva conosceva il Principio di Parvati. Infatti Shiva e Parvati non sono diversi l'uno dall'altra: Essi sono Uno. Ishvara è l'incarnazione di Shiva e di Shakti (energia primeva) e lo stesso è per Parvati. [Shakti è l'energia che impersona l'aspetto femminile della Divinità e ne rappresenta il principio attivo e dinamico; Shiva ne rappresenta l'aspetto maschile; N.d.T. ]. Come possono i comuni mortali capire un Principio così profondo? Ovunque ci sia dualità c'è il dubbio. Un uomo con una mente dualistica è mezzo cieco. Ishvara e Parvati sono al di là di tutte le dualità. Anche la dea Sarasvati andò da Parvati per dirle che Ishvara non era adatto a lei: "Cara Parvati! La società non approva una combinazione così incompatibile. Tu sei dotata di ogni conoscenza e potere, e tu stessa sai tutto questo molto bene. Ma allora, come sei potuta cadere nell'illusione!" Parvati replicò : "Cara Sarasvati! Io sono devota solo ad Ishwara e a nessun altro, non ho alcun altro interesse. Non ho alcun altro interesse nella vita oltre a quello di voler diventare la moglie del Signore Shiva, e nessuno può cambiare la mia decisione, nemmeno un po'." L'intero universo è permeato da Dio (Isavasyam Idam Sarvam). Il potere di Ishvara permea tutto in questo mondo. Lo stesso Potere Divino è presente anche in tutti gli esseri umani. Riconoscere questo potere è il dovere primario di ogni essere umano. Proprio come voi vi coprite con dei vestiti, Dio avviluppa questo mondo con la Sua Maya (l'illusione) . Ecco perché, nonostante l'immanenza del Principio Divino in tutto l'Universo, l'uomo non riesce a vederLo: è a causa di questa illusione. "Dio è l'abitante di tutti gli esseri" (Isvara Sarva Bhutanam). Isvaratva (il Principio della Divinità) è immanente in tutti gli esseri. Il Principio Divino non è in relazione all'età di una persona né al suo aspetto esteriore. Anche Lakshmi (la consorte di Vishnu) cercò di dissuadere Parvati dallo sposare il Signore Shiva dicendole: "Mia cara! Sei giovane, bella ed altamente dotata. Ad una ragazza come te non si addice sposare una persona che va di casa in casa a chiedere l'elemosina." Parvati dette a Lakshmi la seguente risposta: "Il mio sposo non è un mendicante, anzi, è Colui che dà all'intera umanità ciò per cui essa Lo prega. Parlare in modo denigratorio di un Essere così elevato non si addice ad una persona del tuo rango ." Anche altri chiesero a Parvati: "Come puoi aver deciso di sposarlo, sapendo che Si adorna sempre di serpenti?" Parvati, di rimando, rispose: "I serpenti hanno il veleno solo nei denti ma l'uomo ce l'ha in tutto il corpo, dalla testa ai piedi. La sua visione, il suo udito e le sue azioni sono tutti solo pieni di veleno. Voi considerate buono l'uomo, il cui intero corpo è saturo di veleno! Se i suoi due denti vengono rimossi il serpente non può far del male a nessuno. L'uomo, invece, va a giro con freddezza ed indifferenza per il mondo intero, con i suoi due denti velenosi dell' ego (Ahamkara) e dell'attaccamento (Mamakara), che mette bene in mostra come se fossero nettarei invece che velenosi. Sebbene egli sia pieno di veleno, si considera importante. Come si può correggere un essere umano siffatto?"


Chi è superbo non avrà successo in
nessuna delle sue imprese,
commetterà peccati e verrà ridicolizzato da tutti,
la sua stessa gente lo abbandonerà.
perderà tutte le sue ricchezze ed il rispetto.
La sua superbia lo rovinerà completamente.
(Poesia Telugu)


Ogni essere umano vive solo d'amore. Chi non ha alcun amore in sé non è affatto un essere umano. L'amore che esiste fra Dio e l'essere umano è come quello esistente fra un padre ed un figlio. Tutti hanno amore per Dio. Eppure, ad un amore così sacro vengono attribuite cattive intenzioni, a causa dell'impatto delle qualità malvagie che oggi permeano la società umana. Questo è un grande errore. Quando l'uomo riconosce la verità della propria Natura Divina, nella società umana non esisteranno differenze. Perciò dobbiamo riconoscere la Divinità che è immanente in tutti. Questo metterà fine a tutte le diferrenze fra un uomo e l'altro. Lo stesso Principio Divino è presente in tutti. Tutti sono Uno, siate come tutti. È così che trasformeremo noi stessi. Voi leggete molti libri sacri. La vostra lettura ha valore solo se cercate di realizzare la verità contenuta in questi testi.


Riempite la vostra mente con il nettare dell'Amore Divino
Laila e Majnu si amavano: il loro era un amore disinteressato e sacro, non come quello dei comuni mortali. Incapace di capire la vera natura del loro amore, la gente attribuì ad esso ogni sorta di motivi ignobili. La mente dev'essere riempita con il nettare dell' amore puro, non con il veleno dei desideri carnali. Solo allora possiamo sperimentare la vera felicità. Ogni essere umano deve cercare di capire che cosa dev'e cambiare dentro di sé e ch cosa deve portare a compimento in questo mondo. Dopo aver capito questo egli si deve comportare di conseguenza; solo così egli realizzerà la vera umanità. Il Principio Divino IO è presente in tutto. Questo IO non dev'essere interpretato come Brahma, Vishnu o Ishvara, che sono nomi attribuiti dall'uomo alle diverse forme di Dio per identificarle. Noi consideriamo Brahma il Creatore, Vishnu il sostenitore ed Ishvara il distruttore. Dio concede il Darshan a ciascuno nella forma che questi contempla. I nomi non sono importanti; ciò che è importante è il Principio Divino dell' IO che è la vera identità dell'uomo. Egli, pertanto, dovrebbe dire: "Io sono Io." Una volta, mentre Shiva e Parvati vagavano in cielo, videro una persona che stava tagliando il ramo dell'albero su cui era seduta e, dato che l'uomo poteva cadere ad ogni istante, Parvati pregò Shiva di salvarlo: "Oh Signore! Ti prego, salvalo quando cade a terra!" Ma Shiva rispose a Parvati: "Tu l'hai visto per prima e sei stata ancora tu a capire che se cade può morire. Quindi, la responsabilità di salvarlo è tua." Parvati allora pose una condizione: "Caro Signore!Quando qualcuno cade a terra chiama m'Amma' [Madre] o 'Appa' [Padre]! Se quest'uomo urlerà 'Amma!' lo salverò io. Se invece urlerà 'Appa!' sarai Tu a doverlo salvare." Isvara accolse la proposta. Come il ramo si spezzò, sia Shiva che Parvati si tennero pronti a salvarlo ma quell' uomo non disse né Amma!’ né Appa, bensì solo: "Ahi!" Sebbene il Signore Shiva e Madre Parvati stessero aspettando entrambi di salvarlo, l'uomo non li chiamò! La morale di questa storia è che dobbiamo sempre ricordare i nostri genitori. Le Upanishad dichiarano Matru Devo Bhava, Pitru Devo Bhava, Acharya Devo Bhava, Atithi Devo Bhava: "Riverite vostra Madre, vostro Padre, il vostro precettore e l'ospite come [se fossero] Dio". Potete essere altamente istruiti, potete essere esperti di tutte le branche della conoscenza di questo mondo ma per vostra madre siete solo dei bambini. Le benedizioni di vostra madre saranno sempre con voi. La vostra vita viene sprecata se dimenticate vostra madre. Parvati è l'incarnazione dell'energia primeva, perciò dobbiamo sempre ricordarla. Ishvara è il padre e Parvati è la madre dell'umanità. È possibile che talvolta Ishvara non si faccia avanti a salvare un devoto di Sua iniziativa ma quando Parvati decide di venire in vostro soccorso Ishwara La seguirà. Ecco perché in primo luogo dovete adorare la Sakthiswarupini (l'incarnazione dell'Energia Primeva). Essa è veramente vostra Madre. I Veda dichiarano: Matru Devo Bhava (riverite vostra madre come Dio)! Il primo posto dovete darlo a vostra madre. Persino il nostro Paese lo paragoniamo alla madre; noi diciamo: "L'India è la mia madrepatria." Una ragazza dopo il matrimonio vada a vivere nella casa del marito [In India è pratica comune che la sposa si trasferisca a vivere in casa dei suoceri; N.d.T]. La suocera in lingua inglese viene chiamata 'mother-in-law' ma Madre Parvati è la 'mother-in-love' di tutto il mondo [Swami fa un gioco di parole intraducibile riferendosi alla somiglianza fonetica che la parola 'mother-in-law' , che significa suocera ma tradotto letteralmente è 'madre-nella- legge' - volendo significare 'madre acquisita' - ha con l'espressione 'mother-in-love, che significa 'madre nell'amore'; N.d.T.]. 'Law' (legge) è una parola collegata al mondo, mentre l' amore è collegato al cuore. Quindi, innanzitutto, sviluppate l'amore. Considerate l'amore il vostro 'tutto'; solo allora avrete condotto una vita fruttuosa.


Mettete vostra madre al primo posto nella vostra vita
Vostra madre può non essere fisicamente od intellettualmente sana o forte, ma comunque non la dovete trascurare. Il cuore di una madre è sempre colmo d'amore per i propri figli; questo è il motivo per cui Bhakta Ramadas pregò Madre Sita: "Oh! Madre Sita! Ti prego, aiutami e parla di me al Signore Rama. in un momento in cui stai conversando felicemente con Lui, trasmettiGli la Mia preghiera." Ramadas lavorava come Tahsildar [esattore delle tasse. Egli spese tutte le somme esatte dalla gente per costruire un tempio al Signore Rama, a Lakshmana e a Sita e per decorare gli idoli con gioielli d'oro. Venne imprigionato sotto l'accusa di appropriazione illecita per non aver depositato il denaro nella casse della tesoreria e per questo fu messo in prigione; N.d.T] Pregò Rama: "Swami! Tutto il denaro che ho preso dalle tasse l'ho speso per servirTi". Cantò a questo modo:

Oh, Ramachandra! Ho speso diecimila monete d'oro per adornare Madre Sita con una catena d'oro ed altre diecimila sovrane per decorare Tuo fratello Lakshmana con una cintura d'oro. Il cimiero che adorna Te mi è costato altre diecimila monete d'oro. Incurante dei miei travagli, Tu fai bella mostra dei gioielli come se li avessi comprati Tu, con il Tuo denaro! (Poesia Telugu)


In questa vita non si può acquisire nulla se non ci si libera dell'ego e dell'attaccamento metre si può acquisire ogni cosa con l'umiltà e la buona condotta. In tutte le sfere della vita morale, spirituale, fisica ed anche politica, ci si deve comportare con devozione. Solo così si può realizzare il proprio obiettivo nella vita. Persino quando una madre è morta la sua anima continua a preoccuparsi del benessere dei suoi figli. Un giorno una madre mi si avvicinò a mi disse: "Swami! Mia figlia ascolta tutti ma dà importanza solo alle parole di Swami. È sempre stata ostinata, non ascolta ciò che le dico ma se le parli anche solo una volta seguirà il Tuo consiglio. Non ignorerà le Tue parole." Allo stesso modo molte madri vengono a chiedere molte cose per i loro figli. La madre ha un ruolo della massima importanza nella vita di ognuno. Non c'è Dio più grande di una madre e quindi non si deve mai dimenticare la propria madre. Chi dimentica la propria madre incontrerà molte difficoltà. Le donne devono essere rispettate ed amate, si deve mostrar loro un'appropriata gratitudine; solo allora gli uomini e le donne arriveranno ad ottenere un alto livello sociale. Potete aver acquisito una posizione di rilievo o avere una laurea di prestigio come l' I.A.S. ma dovete comunque considerare le parole di vostra madre come il vostro respiro vitale, persino se ella possiede una scarsa istruzione. Una madre e suo figlio, il cui nome era Ishwarchandra Vidyasagar, vivevano in piccolo villaggio vicino a Kolkata.



Vidyasagar


[Nato nel 1820 come Ishwar Chandra Bandopadhyaya in una povera famiglia Brahmina, Vidyasagar fu un pilastro del Rinascimento del Bengala nonché filosofo, scrittore, traduttore, editore, riformatore e filantropo; N.d.T.] La madre lavorava moltissimo per tirar su il figlio. Dato che in casa non avevano la luce elettrica, Vidyasagar si sedeva studiava sotto i lampioni delle strade per studiare le sue lezioni. Lavorò duramente giorno e notte e studiò con profitto ed alla fine ottenne una buona posizione nella vita, diventando un oratore famoso; per ascoltare i suoi discorsi si radunavano a migliaia. Una volta Vidyasagar stava viaggiando in treno per raggiungere una città in cui doveva fare uno dei suoi discorsi. Un funzionario dell' I.C.S. ['Servizi Civili Indiani': la struttura dei servizi civili nazionali indiani, così come si chiamava anteriormente all'Indipendenza, oggi rimpiazzata dal 'Servizio Amministrativo Indiano'; N.d.T.] viaggiava nello stesso scompartimento per recarsi nella stessa città ad ascoltare il suo discorso. Non appena questo funzionario scese dal treno nella stazione, chiamò un facchino che gli portasse il bagaglio. Vidyasagar gli si avvicinò e gli disse: "Signore, mi dia il Suo bagaglio, glielo porterò io. A proposito, dove deve andare?" Il funzionario dell' I.C.S. rispose: "Sto andando nel luogo in cui Ishvarchandra Vidyasagar pronuncerà il suo discorso". Al sentire queste parole Vidyasagar ne fu divertito e si avviò al luogo dell' incontro. Come arrivarono sul posto, Vidyasagar porse il bagaglio al funzionario, dicendo: "Signore! Mi congedo da Lei". Il funzionario gli offrì un compenso per aver trasportato il suo bagaglio dicendo: "Ecco, prenda questo denaro!", ma Vidyasagar rispose: "Signore! Le ho portato il bagaglio come atto di servizio, non per denaro!", e declinò educatamente l'offerta. L'incontro ebbe inizio. A Vidyasagar era state messe ghirlande a profusione ed era stato accompagnato sul palco con tutti gli onori. Il funzionario, vedendo Vidyasagar, lo riconobbe come la persona che aveva trasportato il suo bagaglio pochi minuti prima e si sentì molto imbarazzato. Non appena l'incontro ebbe fine, cadde ai piedi di Vidyasagar e gli chiese di perdonarlo.


L'ego e l'attaccamento rovinano la vita di un uomo
A questo mondo oggi ci sono molte persone istruite. Ma a che cosa serve? Quale beneficio deriva al mondo da esse? L'ego e l'attaccamento sono la causa della rovina dell'uomo. Liberandosi di questi due si può acquisire la vera grandezza. Una volta Adi Shankara affrontò un dibattito con il grande saggio Mandana Mishra. La moglie di quest'ultimo, Ubhayabharati, era dotata della conoscenza dei testi sacri e per questo venne scelta per decidere chi sarebbe stato il vincitore della contesa fra Adi Sankara e Mandana Mishra. Mandana Mishra fece il voto che, se fosse stato sconfitto, sarebbe diventato un rinunciante (Sannyasi). A dibattito concluso, la donna dichiarò che Adi Shankara era il vincitore e che suo marito aveva perso. Secondo il voto fatto da Mandana Mishra, questi, a seguito della sconfitta, divenne un rinunciante. Ubhayabharati, da moglie coscienziosa, divenne anch'ella una rinunciante e cominciò a vivere in un Ashram, dove impartiva la conoscenza della spiritualità ai discepoli di sesso femminile. Un giorno, Ubhayabharati stava camminando con le sue discepole sul fiume Gange. Sulla via vide un Sannyasi [rinunciante; N.d.T.] che viveva sotto un albero. Questi teneva sotto la testa - come precauzione per evitare che glielo rubassero - un 'gourd' vuoto, [il 'gourd' è il guscio secco del frutto di una pianta della famiglia delle cucurbitacee che non viene generalmente usata a scopo alimentare. L'aspetto del gourd è legnoso a forma di zucca cava e veniva usato come recipiente già prima dell'uso dell'argilla; N.d.T.] che egli usava per tenerci l'acqua. A voce abbastanza alta da poter essere sentita dal Sannyasi, Ubhayabharati disse alle sue discepole: "Guardate! Dichiara di essere totalmente distaccato da tutto, ma vedete quanto è attaccato alla sua bottiglia gourd!" Davanti a questo commento il Sannyasi divenne furioso e, quando Ubhayabharati e le sue discepole furono di ritorno dal Gange dopo aver fatto il bagno, egli gettò il suo gourd davanti a loro. Allora Ubhayabharati replicò: "Pensavo che in lui ci fosse solo un difetto, l'attaccamento (Abhimana), ma adesso mi rendo conto che di difetti ne ha due: l'attaccamento e l'ego (Ahamkara). Una persona non può diventare completamente distaccata se non si libera di Abhimana ed Ahamkara." Dopo aver sentito il suo commento il Sannyasi cade ai piedi di Ubhayabharati e le chiese perdono per i propri difetti. Ubhayabharati allora gli disse: "Caro figlio! Ora sei diventato uin vero rinunciante." A questo mondo, popoli diversi seguono sentieri diversi. Il Signore Krishna impartì la conoscenza di tutti questi sentieri e dichiarò che il principio dell'Amore che era presente in tutti era lo stesso in ognuno. Duryodhana [nel poema epico Mahabharata Duryodhana era il figlio maggiore del re cieco Dhritarashtra nonché il più anziano dei cento fratelli Kaurava ed il maggiore antagonista dei Pandava. Egli era un avatar del demone Kali che aveva stregato l'anima di Nala costringendolo a perdere il suo regno al gioco; N.d.T.] e Dussasana [il malvagio fratello di Duryodhana; N.d.T.] ospitavano qualità demoniache. Ma Karna non era così, era un uomo dalle qualità nobili. Pertanto noi dobbiamo emulare Karna, sviluppare qualità elevate e lasciar cadere le qualità demoniache rappresentate da Duryodana e Dussasana. Gli studenti devono ascoltare solo ciò che è buono, metterlo in pratica, sperimentare la beatitudine e dividerla con tutti, considerando questo come il loro più grande dovere.

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[Dal Discorso Divino di Bhagavân Sri Sathya Sai Baba pronunciato nella Sai Kulwant Hall a Prashânti Nilayam il 17 Febbraio 2007, in occasione della Celebrazione di Maha Shivarathri]

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[Tradotto in italiano dalla versione inglese pubblicata sul Sanathana Sarathi del giugno 2007]