DISCORSO DIVINO

Assaporare la dolcezza del Nome di Râma

7 aprile 2006

La Madre Terra di Bhârat ha dato i natali a molte anime nobili che si sono guadagnate grande nome e fama in tutti i continenti del mondo. Molti saggi e profeti di Bhârat, fin dai tempi antichi, hanno santificato il loro tempo propagando il Râma Tattva (il Principio di Râma). Il Râmâyana appartiene al Tretâ Yuga ma, nonostante siano passate migliaia di anni, esso viene ancora letto con rispetto in ogni villaggio e casale.



“Fate ciò che dite”

Giovani e vecchi cantano tuttora il sacro nome di Râma con grande devozione; essi possono dimenticare qualunque altro nome ma non il Râma Nâma (il Nome di Râma). Nel momento della difficoltà, che si tratti di milionari o di poveri, tutti prendono rifugio nel divino Nome di Râma. In Bhârat è difficile trovare qualcuno che non mediti o canti il Nome di Râma. Molti saggi del passato fecero penitenza e si impegnarono solennemente in vari modi per propagare la gloria del Nome di Râma nel mondo ma Egli non desiderò né disse mai ad alcuno di cantare il Suo nome o di meditare su di Esso dichiarando, infatti, che tutti sono incarnazioni della Divinità. L’aderenza a Satya (la Verità) era l’insegnamento fondamentale di Râma; prendendo Satya a fondamento, si deve sostenere e promuovere Dharma (la Rettitudine). Il Dharma non è confinato ad alcun luogo o paese particolare; esso è nato da Satya ed è presente in tutto. In effetti, senza Satya, il Dharma non può esistere. Che cos’è il Dharma?



Dhârayatîti dharmah

Ciò che sostiene è il Dharma.



Alcuni, sbagliando, limitano il Dharma al semplice nutrire i poveri o agli atti di carità; il Dharma dovrebbe scorrere dal proprio cuore ed esser quindi messo in pratica. Fate quello che dite: questo è il dovere fondamentale dell’uomo. Dovrebbe esservi perfetta armonia tra le proprie parole e le proprie azioni; fare altrimenti, parlando in un modo e facendo il contrario, è segno di adharma (malvagità). Inoltre, prima di dire qualcosa, si dovrebbero analizzare e valutare attentamente i pro e i contro.



Mânasyekam vâchasyekam karmanyekam mahâtmanâm

Coloro, i cui pensieri, parole e azioni sono in perfetta armonia, sono esseri nobili.



Voi dite di essere “umani” ma potete esser chiamati così solo quando i vostri pensieri, parole e azioni sono in armonia. Râma ottenne l’unità di pensiero, parola e azione; al contrario, i pensieri, le parole e le azioni di Râvana discordavano fra loro.



Mânasyanyath vâchasyanyath karmanyanyath durâtmanâm

Coloro che mancano di coerenza tra pensieri, parole e azioni, sono malvagi.



Nutrire e sviluppare le proprie qualità innate

C’era naturalmente un conflitto tra Satya (Verità) e asatya (non verità), tra Dharma e adharma. Râma seguì scrupolosamente Satya mentre Râvana abbracciò asatya. Non c’è Dharma più grande dell’aderenza a Satya per cui noi dovremmo aderire alla Verità anche nelle questioni da poco. Non si deve mai ricorrere alla falsità per sottrarsi a situazioni difficili.



La creazione emerge dalla Verità e si fonde nella Verità.

C’è un luogo, nel cosmo, in cui la Verità non esista?

Raffiguratevi questa pura e incontaminata Verità.



In effetti, la Verità è il fondamento dell’intera creazione. Se, per una qualsiasi ragione, questo fondamento venisse alterato, il mondo intero collasserebbe. Qual è oggi la ragione di tutte le prove e tribolazioni dell’uomo? È che l’uomo ha dimenticato la Verità. Egli affronta umiliazioni e discredito perché indulge nell’ingiustizia e nella falsità; quindi, non bisogna ricorrere alla falsità in nessuna circostanza. Bisogna dire sempre solo la verità. Satya è un piccolo termine ma significa Sat (Eternità immutabile). Noi subiamo alterazioni e distorsioni per il fatto che cerchiamo di cambiare questa verità immutabile.

Cari studenti!

Voi siete tutti giovani; se seguirete la Verità fin da questa vostra giovane età, diventerete certamente un ideale per tutto il Paese. Che cos’è Verità? La Parola di Dio è Verità e quindi, quando parlate e agite con il sentimento di sarva karma bhagavad prîtyartham (compiere tutte le azioni per compiacere Dio), tutto diverrà Verità. Ogni pensiero e sentimento che scaturisce dall’uomo è un riflesso della sua Verità interiore; sfortunatamente Essa viene cambiata in falsità dall’uso improprio della lingua. La lingua è uno dei cinque sensi; essi sono la causa del cambiamento in noi, sono responsabili del peccato o del merito che guadagnamo.

I pañchabhûta (i cinque elementi) pervadono l’intero universo, proprio dalla terra al cielo. Nell’universo non esiste alcun sesto elemento oltre a questi cinque. Gli stessi cinque elementi si trovano in ogni essere umano in forma sottile; bisogna comprendere questa verità e comportarsi di conseguenza. Satya, Dharma, Shânti, Prema ed Ahimsâ, che sono presenti in voi, devono essere alimentati e sviluppati. Satya è la via, Dharma lo segue e Prema è l’esperienza: solo allora Ahimsâ si manifesta. Himsâ (la violenza) non è limitata al ferire od offendere gli altri: anche agire contrariamente al proprio dire è violenza. Non può esserci Ahimsâ più grande dell’usare la propria lingua in modo sacro. Shânti (la Pace) non deve essere cercata da qualche altra parte: essa è esattamente dentro di noi, dove sono presenti molte differenti qualità, ed è nostro compito farne buon uso. Voi potreste chiedere: “Perché Dio non cambia la nostra natura?” No, Dio non interferisce affatto; Egli è il Testimone di tutto e il Suo compito è dirvi ciò che è bene e ciò che è male. I vostri stessi pensieri e sentimenti vi dicono ciò che è bene e ciò che è male. Se mangiate un cetriolo avrete l’alito che sa di cetriolo; in egual modo, ciò che è in voi si rifletterà all’esterno. Qualunque male vediate negli altri non è altro che il riflesso dei vostri stessi pensieri. Certe persone sono immerse costantemente in pensieri relativi al mondo; questa gente non può mai esser felice. Solamente coloro la cui mente è ferma, senza alcun pensiero, raggiungono lo stato di beatitudine. Alcuni si considerano molto intelligenti e continuano ad approfondire sempre più la conoscenza che hanno acquisito sui libri; questo tipo di pedanteria è come una allergia: una volta che comincia a diffondersi, indebolisce la loro energia. Sfortunatamente, oggi, noi sviluppiamo allergia (allergy) e non energia (energy). Non continuate a riflettere sul fatto che qualcosa sia bene o male per voi: tutto è bene. Considerate tutto ciò che accade un bene per voi; se sviluppate un atteggiamento simile, tutto risulterà positivo.

Incarnazioni dell’Amore!

Amate tutti, non odiate nessuno. Non fraintendete gli altri. Alcuni maturano incomprensione anche per Dio! Questo è il peggiore dei peccati e quindi non albergate simili idee errate. Se, per una qualunque ragione, tali pensieri entrano nella vostra mente, considerateli nemici e cacciateli via. Siate sempre amorevoli e gioiosi! Solo l’Amore vi protegge e sostiene; voi stessi siete incarnazioni dell’Amore e dove c’è l’Amore l’odio non può entrare.

Incarnazioni dell’Amore!

Il corpo umano è un mondo in miniatura. Esso è costituito dai pañchabhûta (i cinque elementi) e dai pañchendriya (i cinque soffi vitali) i quali, a loro volta, nascono dalla Verità, sono sostenuti dalla Verità e alla fine si fondono nella Verità. Pertanto, occorre seguire la Verità scrupolosamente. Nel momento in cui distorcono la verità, le persone perdono la loro purezza. La ragione principale della non purezza del proprio cuore è la tendenza a distorcere la verità e quindi, se si desidera mantenere la purezza e la sacralità del proprio cuore, occorre dire la verità. Se siete dediti alla verità, tutto ciò che dite risulterà corretto. Alcuni si lamentano: “Swami, nonostante noi seguiamo la via della verità, la falsità ancora ci tormenta. Quale può essere la ragione della nostra difficile situazione?” Si può rispondere con un semplice esempio: mentre il Gange scorre puro e cristallino, alcuni torrenti e ruscelli formati dalla pioggia lo raggiungono inquinandolo. Si deve allo stesso modo fare attenzione a non lasciare che alcuna impurità raggiunga la verità pura e incontaminata del proprio cuore. È a causa della debolezza dei nostri sensi che varie impurità entrano nel nostro cuore e lo inquinano; esse sono gli arishadvarga (i sei nemici interiori dell’umanità) e cioè kâma (il desiderio), krodha (l’ira), lobha (l’avidità), moha (l’attaccamento), mada (l’orgoglio) e mâtsarya (la gelosia). La purezza del nettare può essere distrutta persino da un solo atomo di impurità. Una volta un musicista compose un canto:



“Io so che tu sei come la luna distante nel cielo,

eppure la mia mente cerca di afferrarti; non so perché.”



In effetti, dov’è la luna? Non nel cielo lontano: la nostra stessa mente è la luna. Noi siamo incapaci di ottenere il controllo della mente a causa di questi sei nemici interiori che ci sbarrano la strada. Non è forse un dato di fatto che anche la brillante luce lunare, in una notte di luna piena, non è visibile se le nubi si frappongono? Nel momento in cui le nubi si allontanano, la luna diventa visibile. Similmente, voi dovete fare costantemente il Nâmasmarana (la ripetizione del Nome di Dio) al fine di allontanare le nubi di questi sei nemici interiori.



Seguire gli ideali posti da Râma

Oggi noi celebriamo lo Shrî Râmanavamî. In questo sacro giorno noi dovremmo decidere di seguire gli Insegnamenti di Râma. Satya e Dharma sono i due principali Insegnamenti di Râma. Non considerate voi stessi come meri esseri umani ma sviluppate piena fede piena nel fatto di non essere altro che Râma! La gente dice spesso: “Solo il mio Âtmarâma (il Sé) lo sa!” e quindi il nostro stesso Âtma è l’incarnazione del Signore Râma. L’Âtma non ha una forma specifica. Lo stesso Âtma, che pervade l’intero universo, prese forma e si incarnò come Râma. Similmente, il Dharma prese la forma di Lakshmana che seguì costantemente Râma. Lakshmana considerava Râma come il suo vero e proprio respiro vitale. Per lui, Râma era tutto.



“Io ho affidato i miei averi, la mia famiglia e persino la mia anima a Te.

Ora, Ti prego, vienimi in soccorso: io cerco rifugio solamente in Te.”



Una volta, durante l’esilio di Râma, Sîtâ e Lakshmana, quest’ultimo si avventurò in un punto particolare della foresta e, ben presto, fu assalito da pensieri malvagi. Al ritorno disse a Râma: “O Râma! Perché stiamo subendo tutti questi inconvenienti? Perché l’innocente madre Sîtâ deve essere sottoposta a questo tormento? Vieni! Torniamo ad Ayodhyâ immediatamente.” Sîtâ fu sorpresa dell’improvvisa trasformazione dell’atteggiamento di Lakshmana e Râma, che sapeva tutto, lo chiamò sorridendo e lo fece sedere accanto a Sé. Lakshmana comprese subito il suo errore e, con grande sofferenza, Gli chiese: “Caro fratello! Come hanno fatto questi pensieri malvagi a entrare nella mia mente? Una cosa simile non mi era mai accaduta!” Râma spiegò: “Caro fratello! Non è colpa tua; questa è la zona di un demone per cui tutti i pensieri demoniaci sono entrati nella tua mente.”

“Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.” Com’è la vostra compagnia, così sono i vostri pensieri. Tenetevi quindi lontani dalle cattive compagnie, accompagnatevi con anime buone e nobili ed avrete buoni pensieri. Come sono i vostri pensieri, così saranno i risultati.



Yad bhavam tad bhavati

Come sono i sentimenti, così è il risultato.



Quando Kaushalyâ piangeva dopo che Râma era partito per la foresta, Sumitrâ cercò di consolarla dicendo: “Cara sorella! Perché piangi? È perché Râma sta andando nella foresta? No, no, stai sbagliando nel pensare che Râma viva nella foresta mentre noi godiamo degli agi regali ad Ayodhyâ. In effetti, ovunque Râma viva è Ayodhyâ e il resto non è altro che una foresta. Dobbiamo condurre la nostra vita con equanimità rimanendo mentalmente equilibrati nella felicità come nel dolore. Essi si alternano; non dobbiamo lasciare che ci influenzino, non dobbiamo farci esaltare dalla felicità né lasciarci deprimere dal dolore. Può esistere, a questo mondo, un essere umano senza felicità e dolore? In effetti Râma è onnisciente e onnipotente; nessun danno potrà mai esserGli arrecato nella foresta da animali feroci o da demoni.” Kaushalyâ era preoccupata anche per Sîtâ che aveva seguito Râma nella foresta; Egli aveva tentato di dissuaderla dall’andare dicendo: “Sîtâ! La foresta è piena di cespugli spinosi e animali selvatici; vi incontrerai molte difficoltà” e fu molto felice nell’udire queste parole di lei: “O Râma! Tu sei il protettore del mondo intero: potrai non proteggere Tua moglie dagli animali selvatici? Tu sei onnipresente, onnipotente e onnisciente; io sono sicura che nessuno di questi animali possa causarmi alcun male quando Tu sei con me. Non ho questa paura.” Quando Sîtâ fu rapita da Râvana, sia Râma sia Lakshmana si preoccuparono molto per lei; ribollendo di rabbia per quell’atto vile, quest’ultimo si avvicinò al fratello maggiore e disse: “Caro fratello! Dammi il Tuo permesso e ridurrò questi demoni malvagi in cenere.” Râma raccomandò pazienza e disse: “Lakshmana, noi non abbiamo bisogno di fare una cosa simile; i demoni si distruggeranno da soli. In effetti diverranno vittime delle loro qualità malvagie.”

Successivamente Râvana fu ucciso da Râma e dalla Sua armata di vânara (scimmie) ed Egli spiegò: “Lakshmana! Le persone si comportano in modo particolare e raccolgono le conseguenze delle loro azioni a seconda del loro prârabdha (destino) e delle loro qualità. Noi non abbiamo bisogno di interessarci troppo a questo; fintantoché si rimane attaccati alle cose del mondo e si pensa in termini di “mio” e “tuo”, si è afflitti dal dolore. Esse, quindi, vanno trattate con l’atteggiamento: “Queste non sono mie; sono tutte incarnazioni del Divino”. Tutte le azioni dovrebbero essere eseguite per compiacere Dio. Se si incrementa l’ego con i pensieri di “io” e “mio” è certo che ci si dannerà. Voi dite: “Questo è mio” e “Quello è mio.” Di fatto, che cosa realmente vi appartiene? Il corpo, la mente, l’intelletto o i sensi? Voi dite: “Questo è il mio corpo”, “Questa è la mia mente”, “Questo è mio intelletto” ecc. ma nessuno di questi vi appartiene veramente. Il corpo, che voi pensate vi appartenga, vi abbandonerà in un istante, persino senza che ve ne accorgiate. Similmente, la mente vaga come una scimmia; è possibile dominare questa scimmia pazza? Non dite “Io sono questo o quello”, dite “Io sono Io”; questa è la corretta descrizione di voi stessi. La risposta corretta alla domanda “Chi sei tu?” è “Io sono Io.”

Râma non criticò né fece danno a nessuno. Dunque, chi Lo odierà? Le buone azioni di Râma Gli portarono buoni risultati; quindi, quando facciamo del bene al prossimo, non c’è alcuna possibilità che andiamo incontro a dolore e difficoltà. Se sentiamo ugualmente di esser messi in difficoltà, l’errore si trova in noi stessi. Dio non è responsabile dei nostri dolori e dei nostri problemi; è la riottosità dei nostri sensi ad esserne causa e per questo dovremmo controllarli. Se siamo capaci di farlo, tutto il resto rientrerà nel nostro controllo. Questo è l’essenza dell’Insegnamento di Râma. Il Râmâyana non è semplicemente la storia di Râma: è, di fatto, la storia di ogni essere umano.



La dolcezza di Râma non decresce mai

Noi accusiamo Dio dei nostri problemi e delle nostre difficoltà ma Dio ama tutti nello stesso modo; Egli non nutre odio verso nessuno ed è sempre contento e sorridente. Una espressione sorridente è la qualità naturale di un essere divino; dove c’è il sorriso non può esserci certamente odio! Le persone che hanno tali attributi divini non si agitano in alcuna circostanza. Siate quindi sempre sorridenti e allegri, non fate mai la faccia lunga. Alcuni studenti sono molto preoccupati per gli esami e vorrebbero ritardarli o rinviarli mentre, prima li sostenete e li passate, prima andrete nella classe superiore. Invece di preoccuparvi per gli esami, dovreste sbrigarvi ad andare nella classe superiore; in questa premura non c’è preoccupazione.



Venite! O devoti, venite! Prendete la caramella del Nome di Râma.

Non comprate e mangiate altri dolci per ignoranza: essi rovineranno la vostra salute.

Mescolando l’essenza dei Veda con il latte delle dichiarazioni vediche,

aggiungendo lo zucchero di subuddhi (le Virtù) e il burro di nibaddhi (la Verità),

eliminando la sporcizia di âbaddhamu (la falsità),

i nostri antichi rishi (saggi) hanno preparato il delizioso dolce del Nome di Râma.



La vostra salute sarà compromessa dal consumo di tutti i tipi di dolci venduti al mercato; essi possono anche essere gustosi ma per voi sono dannosi. Invece la caramella del Nome di Râma è stata preparata dai nostri grandi rishi ed ha un magnifico effetto sulla vostra mente; inoltre non può mai diventare stantia o guastarsi. Più mangiate questo dolce del Râma Nâma, più gioia ne ricavate; esso è più dolce dello zucchero e più saporito dello yogurt. Il divino Nome di Râma è colmo di dolcezza e rimane dolce per sempre. Ci sono state molte Incarnazioni di Dio sulla terra ma il divino Nome di Râma è rimasto in eterno. Fino dai tempi antichi, il Râma Nâma è rimasto come târaka mantra (il mantra che libera) per tutti. Dall’infanzia alla vecchiaia, ognuno può trarre beatitudine dal canto del Râma Nâma. L’età non è un ostacolo per sperimentarNe la dolcezza; in esso c’è una dolcezza senza fine. Non dovremmo mai abbandonare, neanche per un attimo, un così dolce, nettareo e gioioso Râma Nâma. Sfortunatamente, oggi, la gente trascura la ripetizione del Nome di Râma; è la sua disgrazia.



Condurre una vita ideale ed esemplare

Mîrâbâî, quando Mahârana le chiese di lasciare il tempio di Krishna del palazzo (reale), era piena di ansia perché pensava: “Come posso lasciare il mio caro Signore Krishna e andare via!?” Tuttavia, la sua incrollabile fede in Krishna fece maturare in lei l’assoluta convinzione che “Krishna Stesso verrà con me.” Ella pregò il Signore Krishna: “O Signore! Ho ottenuto la preziosa perla del Nome Divino dopo un grande sforzo; benedicimi, Ti prego, affinché io non perda questa perla inestimabile.” Cantando incessantemente il nome di Krishna, ella raggiunse Dvârakâ ma trovò le porte del tempio chiuse. Incapace di sopportare più a lungo l’agonia della separazione dal suo caro Signore Krishna, ella sbatté la testa contro le porte del tempio ed ecco che esse si aprirono, il Signore Krishna le apparve ed ella, dopo averNe avuto il darshan, si immerse in Lui.

Dobbiamo ampliare il nostro cuore ma questo non si riferisce al cuore fisico che, se si allargasse, necessiterebbe di un’operazione. Espandere il proprio cuore implica la qualità della sensibilità di cuore. Certe persone siedono qui allungando le gambe e occupando un mucchio di spazio mentre, se la gente sedesse stando più vicina, altri devoti potrebbero trovare posto. Noi possiamo aiutarci premurandoci reciprocamente gli uni degli altri.

Cari studenti!

Le vacanze estive sono cominciate e, da domani, andrete a casa a passarle con i vostri genitori. Trascorrete beatamente il tempo con loro; pensando al tempo felice che avete passato qui, imparando molti insegnamenti sacri, fate felici anche i vostri genitori. Se voi siete contenti, saranno contenti anche loro. Non rattristateli mai con la vostra condotta; i genitori occupano un posto importante nella vita e farli contenti è il nostro principale dovere. Che voi vi interessiate alle vostre comodità e al vostro benessere non è sufficiente: prima di tutto devono essere resi contenti i genitori. La vita non è limitata a khana (il cibo), a pîna (le bevande), a sona (il sonno) e a marna (la morte). Noi non siamo nati per mangiare e vagabondare godendoci gli agi: siamo nati per servire i genitori e farli contenti. Se ora rendete felici i vostri genitori, in futuro i vostri figli faranno felici voi. Conducete una vita esemplare ed ideale; solamente allora essa sarà santificata e l’educazione che avete acquisito nelle Istituzioni Educative Shrî Sathya Sai avrà un senso. Io desidero che tutti voi otteniate nome e fama come studenti di questa grande Istituzione.



(Baba ha concluso il Discorso con il bhajan: “Râma Râma Râma Sîtâ…”)



Prashânti Nilayam, 7 aprile 2006,

Sai Kulwant Hall,

Festività di Shrî Râmanavamî



(Tratto dal testo inglese pubblicato sul sito internet dello

Shrî Sathya Sai Central Trust di Prashânti Nilayam)