DISCORSO DIVINO

I lila Divini riflettono la gloria degli Avatar

31 agosto 2002

Il Nome di Krishna è più dolce dello zucchero, più gustoso del latte cagliato e più dolce del miele. La costante ripetizione di questo dolce Nome vi fa gustare il
Nettare Divino. Perciò, contemplate incessantemente il Nome di Krishna.
(Poesia Telugu)


Incarnazioni dell'Amore!
Sin dai tempi più antichi, il principio nettarino di Krishna ha affascinato sia i giovani che i vecchi. Sin dal momento del Suo avvento, con le Sue birichinate Divine, la Sua musica incantevole e la Sua indescrivibile beatitudine, Krishna ha fatto sì che la gente andasse in estasi e dimenticasse se stessa. Krishna e Balarama, insieme ad altri pastori, portavano le mandrie al pascolo sulle rive del fiume Yamuna, divertendosi. Un giorno, guardando le Divine birichinate di
Krishna, i pastori si trovarono immersi nella beatitudine. Fu così che dimenticarono tutto ciò che li circondava, incluse le loro mucche. Mentre si riposavano dopo aver portato le mucche a pascolare, sentirono un vento caldo che soffiava da tutte le direzioni.

Si resero conto di essere circondati da un fuoco selvaggio. L'incendio era così violento che non riuscivano nemmeno ad aprire gli occhi. Le mucche cominciarono a correre disordinatamente, incapaci di sopportare il calore terribile. Nessuno poteva più controllarle.
L'intensità del calore continuò ad aumentare sempre di più. Allora i pastori pregarono Krishna affinché li salvasse: "Oh, Krishna!
Tu solo puoi estinguere questo fuoco e salvarci!" Vedendo la loro situazione, Krishna rise, e disse: "Oh, pastori! Avete camminato e giocato con Me, godendo l'estasi della beatitudine. È piuttosto strano che siate spaventati a morte, pur avendo sperimentato la Mia Divinità. Molte volte nel passato siete stati testimoni di come Io ho sgominato i demoni mandati da Kamsa. Perché avete paura, se Io sono con voi?"

"Se avete l'albero dei desideri (Kalpavriksha) davanti agli occhi, perché desiderate delle cose inutili?
Se avete con voi la mucca che esaudisce i desideri (Kamadhenu), che bisogno c'è di comprare una mucca?
Se avete la sfolgorante montagna Meru con voi, perché desiderate argento ed oro? Allo stesso modo, se avete l' onnipotente Signore Krishna in voi, con voi e attorno a voi, perché vi lasciate prendere dal panico per questo insignificante episodio?"
(Poesia Telugu)

Krishna disse loro di chiudere gli occhi e di meditare su di Lui per qualche istante. I pastori obbedirono immediatamente al Suo comando. Chiusero gli occhi e cominciarono a ripetere il Suo Nome.
Qualche momento dopo, Krishna disse loro di aprire gli occhi.
Incredibile! L'incendio selvaggio era scomparso totalmente e tutte le loro mucche stavano pascolando come se nulla fosse accaduto. La loro gioia non aveva limiti. Vollero tornare immediatamente alle loro case, per raccontare il
meraviglioso miracolo di Krishna. I Pastori avevano sperimentato molti di questi miracoli, che provavano la Divinità di Krishna.

Non solo in India, ma anche in Russia sono stati sperimentati molti misteriosi poteri della Divinità. Un uomo, di nome Wolfe Messing, nacque in Polonia il 10
settembre del 1899. Sin dalla nascita, si comportò in modo misterioso, pur essendo giovanissimo.
Faceva strani movimenti con le mani e rideva fra sé e sé. I suoi genitori erano stupefatti dal suo comportamento, perché non lo capivano. Trascorse un anno. Poi il ragazzo cominciò a parlare da solo.
Si grattava la testa come se fosse assorto in pensieri profondi. Correva qua e là, rideva da solo e conversava con esseri invisibili. Tutto questo lasciava i suoi genitori molto perplessi. Si chiedevano con chi ridesse e a chi parlasse. Avevano paura.

Un giorno arrivò un uomo molto alto, vestito con un abito bianco, che si fermò davanti alla loro casa. Chiamò Messing e gli disse: "I tuoi genitori stanno pensando di metterti in un manicomio o di mandarti in una scuola per ritardati mentali. Tu non devi andare da nessuna parte. Come possono loro, che sono afflitti dalla pazzia del mondo, capire la tua pazzia, che è di natura spirituale?
Se tutti diventassero dei pazzi spirituali come te, tutta la nazione prospererebbe. Non permettere che ti iscrivano ad una scuola in cui venga impartita solo un'istruzione mondana. La conoscenza secolare o formale non è per te. Impara la scienza dello spirito. Sono venuto fin qui solo per dirti questo". Messing gli chiese: "Nonno, da dove vieni?" egli rispose: "Te lo dirò poi. Ora torno nel posto dal quale sono venuto. Non dimenticare mai le mie parole.
Non aver niente a che fare con la conoscenza mondana. Acquisisci solo la conoscenza spirituale. Ora sei molto giovane. Fino a quando non raggiungerai un certo livello di maturità, non associarti a nessuno. Ora vado".
CosÌ dicendo, sparì davanti agli occhi di Messing. Messing si chiese:
"Da dove è venuto? Dove è andato? Andrò mai anch'io nel posto in cui è andato lui?"
Cominciò a farsi queste domande.

I suoi genitori non gli permisero di andare da nessuna parte. Lo tenevano confinato in casa.
Si arrivò così al 9 febbraio del 1909. Quello fu il giorno in cui il suo desiderio di andare in cerca di conoscenza spirituale emerse nuovamente, dato che egli non era soddisfatto dell'istruzione secolare che gli veniva impartita.

Si ricordò le parole dell'uomo anziano che era apparso sulla soglia della sua casa molto tempo prima. Entrò in casa e trovò 8 monete in un almirah. Tenendole in tasca si imbarcò in un viaggio spirituale nel mondo selvaggio. Vagò e vagò per il mondo, senza sapere dove stava andando. Girò il mondo intero. Nessuno gli chiese dove aveva trovato i biglietti o i soldi necessari per comprarli.
Così girò per il mondo per circa dieci anni. Infine arrivò in India.
Salì su un treno che andava da Cuddapah ad Anantapur. Durante il tragitto il treno si fermò per un po' a Kamalapuram, dove Io studiavo a quei tempi. In classe io ero seduto fra due bambini, Ramesh e Suresh. Il padre di Ramesh era un esattore delle tasse, e la sua famiglia era molto ricca.
Ogni giorno noi passavamo dalla stazione ferroviaria discutendo su delle questioni spirituali.

A quei tempi c'erano solo uno o due treni che passavano di là. Noi tre eravamo seduti su una panchina di pietra sulla piattaforma della stazione. Stavamo parlando felicemente fra di noi, quando Wolfe Messing ci vide attraverso il finestrino del treno già in movimento. Tutto d'un tratto aprì la portiera e saltò fuori. Nel far questo perse l'equilibrio e cadde sdraiato aulla piattaforma della stazione. Ramesh e Suresh temevano che si fosse fratturato una gamba. Io dissi loro di non preoccuparsi: "È venuto per vedere Me. Per questo non gli è
successo niente". Non aveva alcun bagaglio, neppure una borsa di piccole dimensioni. Venne direttamente verso di Me e Mi si sedette davanti, ad una distanza di circa tre metri, versando lacrime di gioia.

Ramesh e Suresh osservavano la scena. A quei tempi i ragazzi avevano paura dei bianchi, perché credevano che prendessero i bambini per portarli a fare i militari. Per questo volevano che Io li portassi via di là. Quando Messing Mi si avvicinò, Ramesh corse in casa e chiese a suo padre di prendere immediatamente una jeep e venire a prendermi per allontanarmi dalla vista del 'bianco'. Il padre di Ramesh prese subito una jeep, venne da Me e Mi sollevò da
terra, per poi portarmi a casa loro. Ma Messing seguì la jeep ed arrivò a casa di Ramesh. Stette là fuori un giorno intero ad attendere che Io uscissi di casa. Intanto, ogni volta che riusciva a scorgerMi dalla finestra, Mi sorrideva e Mi chiamava, cercando di comunicarMi qualcosa, ma nessuno intendeva permettergli di incontrarMi. A quei tempi Seshama Raju (il fratello maggiore di Swami; N.d.T.) faceva l'insegnante. Tramite un passante, mandarono a dire che cosa succedeva persino a lui.

Messing attese per tre giorni, poi lasciò quel luogo e andò in treno da qualche altra parte. Prima di partire, scrisse sulla porta della casa con un pezzo di gesso:
"Coloro che vivono in questa casa sono molto fortunati. Sono capaci di tenere con loro il bambino divino e di servirLo. Io non sono così fortunato. Comunque, grazie."

Alla fine tornò al Suo Paese, la Russia.
Dopo vent'anni, venne nuovamente in India. Questa volta portò con sé una macchina fotografica 'Kirlian', con la quale si possono fotografare le aure che circondano gli esseri umani. Coloro che hanno una natura Sattvica hanno un'aura bianca e splendente attorno al loro corpo. Quelli che hanno una natura rajasica hanno un'aura rossa e quelli che sono tamasici hanno un'aura nera. Messing andò direttamente a Kamalapuram e si informò sui Raju. Ma a quel tempo non esisteva più alcun Raju, lo studente della scuola superiore. Raju era diventato Sai Baba. La gente gli disse che poteva trovare Sathya Sai Baba a Puttaparthi o a Bangalore. Fu così che egli lasciò Kamalapuram alla volta di Bangalore.

A Bangalore trovò una vasta folla di persone. Informandosi, venne a sapere che aspettavano il darshan di Sathya Sai Baba. Anche lui si mise ad aspettare per avere il Mio darshan. Mentre mi muovevo tra la folla, pensò: "Sì, questa è la stessa persona che ho visto da bambino molti anni fa.
Sì, c'è la stessa aura di Divino splendore attorno a Lui". Si avvicinò al preside del liceo, che a quel tempo era Narendra. Era un grande studioso di sanscrito ed un ottimo insegnante. Suo padre Damodar era un giudice e suo suocero Sunder Rao era un medico molto stimato. Entrambi si trovavano là.

"Voi non siete in grado di vedere la realtà. Swami è in verità Dio. Voi vedete solo la Sua forma fisica e cadete nell'illusione. Capirete la verità quando potrete
osservare la Sua aura".

Volle osservare l'aura di Swami attraverso la macchina fotografica che aveva portato con sé. A quei tempi io davo il darshan ai devoti alla fine del Nagarasankirtan.
Mentre ero in piedi sul balcone a dare il darshan, lui fece una foto. Si poteva vedere che tutto il posto era pervaso di luce. Quando fece vedere la fotografia, essa mostrava un grande splendore intorno alla Mia faccia. Tutto il Mio corpo era immerso in una luce bianca, che simboleggia la purezza. Non
si vedeva nient'altro.
Narendra prese la foto e gli chiese se poteva avere anche la macchina, dato che in India non era possibile trovarne una simile. Messing rispose che poteva dargli la foto, ma la macchina gli serviva, perché aveva ancora molto lavoro da fare. Espresse il desiderio di essere ricevuto da Swami. Venne organizzato un incontro, in cui messing avrebbe potuto parlare agli studenti. Anch'io ci andai. Lui non guardava né gli studenti né gli insegnanti, ma cercava di vedere dov'ero seduto io e che cosa stavo facendo. Quando Mi scorse, venne verso di Me, dicendo: "Mio caro, mio caro".
Continuò a ripetere: "Tu sei il mio tutto, io sono il Tuo strumento".
Fino ad oggi non ho mai raccontato a nessuno questa storia. Stette là per dieci giorni. Gli insegnai tutto ciò che doveva sapere. Gli dissi che quando Dio discende sulla Terra, deve agire come un essere umano. Dio prende la forma umana (Daivam Manusha Rupena). Lui rispose che la stessa cosa l'aveva letta anche nelle 'sue' Scritture. Scrisse un libro e lo dette a Gokak. Gokak era uno
studioso di letteratura inglese, ma per quanto riguardava il russo non sapeva proprio niente.

Dopo qualche giorno, Messing se ne andò senza informare nessuno della sua partenza. Un giorno Narendra ricevette una lettera dalla Russia. Messing gli aveva scritto: "Tu sei un insegnante che lavora per Dio. Quanto sei fortunato!" Gli chiedeva anche di tenerlo informato su tutto ciò che concerneva Swami.
Un giorno Narendra stava esprimendoMi alcuni dubbi ed io glieli stavo chiarendo. Nella stanza eravamo presenti solo noi. Improvvisamente, Messing arrivò là. 'Come' aveva fatto era un mistero per Narendra...

Non aveva un biglietto con sé. Venne, ebbe il Mio darshan e scomparve.
Non tutti potevano vederlo.
E non era neppure facile da comprendere. La Divinità è molto misteriosa.

Un giorno, Krishna e Balarama con i pastori stavano giocando sul fiume Yamuna. Saltavano da un ramo all'altro sugli alberi. Alcuni di loro erano stanchi.
Quel giorno i saggi Vamana e Bharadwaja vennero sulle rive dello Yamuna e chiesero ai pastori se potevano indicar loro un posto dove le acque fossero calme ed adatte a fare un bagno. Krishna e Balarama scesero con un salto dagli alberi. Bharadwaja si rese subito conto che Krishna rappresentava il Paramatma e Balarama il Jivatma. Unì le mani in segno di riverenza e rinnovò a
Krishna la sua richiesta di indicargli un posto agevole dove fare un bagno. Krishna saltò in acqua ed indicò loro un posto sicuro. Disse loro che avrebbe preparato per loro del cibo squisito, che sarebbe stato pronto quando fossero usciti dall'acqua. I pastori si chiesero come avrebbe fatto a procurarsi il cibo promesso, dato che non aveva portato niente con Sé.
A quei tempi non esistevano i contenitori in acciaio per trasportare il cibo. Dopo che i saggi ebbero finito di fare il bagno, Krishna aprì una borsa che apparve dal nulla. Come la aprì, in tutta la zona circostante si diffuse il dolce profumo del riso cotto nel latte. Mise il cibo in un piatto e chiese loro di servirsi. I pastori erano maliziosi come le scimmie. Non stavano fermi un attimo. Continuavano a
chiedere a Krishna: "Ma da dove l'hai preso?" Krishna li zittì, dicendo che non era appropriato indulgere nel troppo parlare in presenza dei saggi. I saggi benedirono il cibo tramite il rito di Sandhya e cominciarono a mangiare. Chiesero: "Chi ha preparato questo cibo?" Krishna rispose: "Mia madre Yashoda" I saggi dissero di non aver mai mangiato niente di più delizioso e Gli espressero la loro gratitudine.

Brahma, che stava osservando questi eventi misteriosi, era pieno di meraviglia per i poteri di Krishna. Decise di farGli uno scherzo. Un giorno, mentre i pastori
stavano giocando estaticamente con Krishna e Balarama, Brahma fece sparire le mucche ed i vitelli dalla scena. Poi fece sparire anche i pastori. Krishna sapeva che era uno scherzo di Brahma. Così ricreò tutti i pastori, le mucche ed i vitelli con la forza della Sua volontà. Questi pastori tornarono alle loro rispettive
case con le loro mucche ed i loro vitelli. Erano identici sotto ogni aspetto ai pastori che Brahma aveva nascosto da qualche parte. Persino il loro genitori non poterono notare alcuna differenza. La vita andò avanti come al solito con i pastori che ogni giorno portavano le mucche ed i vitelli a pascolare, in compagnia di Krishna e Balarama. La cosa andò avanti per un anno intero, finché Brahma di vergognò ed accettò la sconfitta. Chiese a Krishna di
perdonarlo e restituì tutti i pastori, le mucche ed i vitelli. Istantaneamente, quelli creati da Krishna scomparvero tutti in una volta. Krishna, sin dall'infanzia, aveva fatto molti stupendi miracoli di questo genere. È basandosi su questi episodi che la Bhagavata dice:

'Le storie del Signore sono le più meravigliose e le più sacre dei tre mondi. Sono come le falci, che recidono i rampicanti dei legami mondani'
(Poesia telugu)

A questo proposito desidero narrarvi un episodio successo con questo Avatar.
Non l'ho mai raccontato a nessuno fino ad oggi. Dopo che fu costruito questo Mandir (il Tempio; N.d.T.) Io cominciai a prendere il Mio cibo nelle stanze di sopra. Ogni volta che facevo un pasto, la madre di questo corpo fisico (Griham Ammayi) si sedeva al Mio fianco cercando di farmi mangiare di più. Espresse più volte la preoccupazione che io potessi perdere peso. Io le dicevo: "Perché
devo mangiare di più? Devo far la lotta con qualcuno? Non mi piace ingrassare".

Un giorno alcune persone mi invitarono a casa loro a mangiare. La loro vera intenzione era quella di avvelenarmi. Erano gelosi della mia crescente prosperità e popolarità. A quei tempi una cosa che mi piaceva erano i 'Vada', fatti di chicchi di Alasanda. Loro mescolarono il veleno ai Vada e me li offrirono. Prima di recarmi da loro avevo detto a Iswaramma e a Subbamma di non spaventarsi, se mi fosse capitato qualcosa di strano. Quando tornai a casa tutto il mio corpo divenne blu e dalla Mia bocca cominciò a uscire della schiuma. Dissi ad Iswaramma di far fare alla sua mano dei movimenti circolari. Obbedì e si eccitò moltissimo quando vide che dalla sua mano cominciava ad uscire della
vibhuti. La mescolò con l'acqua e me la dette. Tornai istantaneamente normale. Lei si chiese:
"Swami può creare la Vibhuti con un movimento della mano. Ma questa, che è apparsa nella mia mano, era vera Vibhuti?" Lo era, in quanto Io le avevo conferito temporaneamente il potere di farla.

Quando abitavo nel vecchio Mandir, portavo tutti i giorni i bambini sul fiume Chitravati. A quel tempo non c'erano studenti, ma solo ragazzi del villaggio che si riunivano intorno a Me. Io dicevo loro di fare delle montagnole di sabbia, dalle quali potevano prendere tutto quello che desideravano, matite, penne, laddu (dolcetti indiani; N.d.T.) etc. Visto che si trattava di bambini piccoli, chiedevano delle cose banali.

Una volta, dopo uno di questi incontri sul Chitravati, stavamo tornando al vecchio Mandir. Kuppam Sushilamma e sua sorella Kumaramma, autrice del libro "Anyatha Saranam Nasthi", che a quel tempo erano molto giovani, stavano correndo verso il vecchio Mandir per offrire l' Arati mentre Swami stava arrivando. Segnalai da lontano con un cenno a Subbamma di fermarle, dicendole di andare lei a fare i preparativi per l'Arati. Subbamma obbedì immediatamente al Mio comando. Quelle due signore credevano che, essendo donne sposate, spettasse a loro dare l'Arati a Swami, e non a Subbamma, che
era vedova. Quando Subbamma andò al vecchio Mandir trovò un serpente enorme. Quello era il motivo per cui avevo mandato lei: era sempre molto attenta. Quando vide il serpente, cominciò a dire: "Sai Nageswara, Sai Nageswara, Sai Nageswara".

Nel frattempo noi eravamo arrivati al vecchio Mandir. Subbamma non voleva uccidere il serpente, ricordando le parole di Swami, che Dio era presente in tutti gli esseri. Voleva catturarlo e lasciarlo libero da qualche parte. Prese il serpente, e questi le si attorcigliò sulla mano, avvolgendola. La presi in giro, dicendo: "Subbamma, giochi coi serpenti?" Lei rispose: "Swami, so benissimo che mi hai fatto entrare qui per prima per salvare la vita a quelle due signore".
Subbamma fu testimone anche di molti altri Lila di Swami. Fu molto fortunata, ed era molto meritevole. Si mise al mio servizio sin dall'inizio. E non serviva solo
Me, ma preparava anche il cibo per tutti i devoti che arrivavano per avere il Mio darshan. Tutti i suoi parenti le si rivoltarono contro, ma lei non se ne curò. Voleva solo Swami, e nessun altro. Obbediva ai Miei comandi in silenzio, e aveva una fede incrollabile.

Un giorno le chiesi se desiderava rivedere il marito morto. Di tanto in tanto facevo battute di questo genere. Mi rispose che non aveva questo desiderio e che non aveva più niente a che fare col marito morto. Disse anche che il marito era morto perché non era stato abbastanza fortunato da poter servire Swami. Sentiva di aver avuto un' immensa fortuna a poterMi servire. Io insistetti che
se aveva un qualsiasi desiderio Io avrei potuto esaudirlo. Le dissi di uscire e guardare. C'era un albero là fuori, e sotto di esso ella vide suo marito Narayana Rao che fumava una sigaretta. Lei fu felice di poter rivedere il marito morto, ma lo rimproverò dicendo:
"Neppure dopo morto hai rinunciato alle cattive abitudini!"

Tornò subito indietro e disse che non aveva più voglia di guardarlo.
Narayana Rao aveva avuto due mogli, Subbamma e Kamalamma. Kamalamma oggi vive nell'Ashram. Dissi anche a lei di andare a vedere il marito morto. Non voleva rivedere la sua faccia. Disse che dopo esser venuta ai piedi di loto di
Swami non aveva più quel desiderio. Ma dietro mia insistenza anche lei alla fine andò a guardarlo.
Lo trovò che sorseggiava una tazza di caffè caldo. Entrambe, Subbamma
e Kamalamma, videro il loro marito morto in preda alle stesse abitudini che aveva quando era vivo.
Anche l'Avatar Krishna aveva mostrato ai devoti episodi accaduti molto tempo prima.

Quando Krishna aveva scalato la montagna Govardhana, il fatto era stato
motivo di festa, e le vergini Gopika avevano fatto il Varalakshmi Vratam, un rito che ancor oggi viene celebrato dalle donne. Radha era una grande devota. Ma coloro che non credevano nella Divinità di Krishna le crearono molte difficoltà. Anche a quei tempi esistevano gli atei.
Atei, teisti, teisti atei ed atei teisti sono presenti in tutte le ere. Gli atei misero Radha in una casa e ce la chiusero dentro. Su questo tema Io scrissi un dramma e lo feci recitare ai bambini. Gli atei pensavano che stesse infangando la reputazione della sua famiglia, per il fatto che seguiva Krishna. Volevano
impedirle di farlo, e fu per questo che la chiusero in una stanza. Lei cominciò a piangere ed urlare. Krishna la udì, aprì la porta e la liberò. Poi si rivolse a
coloro che l'avevano rinchiusa, dicendo: "È questo il modo di trattare una devota? Non mi interessa se non avete devozione per Me, ma molestare un devoto è un grande peccato". Krishna prese Radha e la porto via con Sé. Radha poi prego Krishna di suonare una canzone col Suo flauto Divino:

"Canta una canzone, o Krishna!, con parole da cui cola una goccia di miele, e che parlino per il diletto del mio cuore! Prendi l'essenza dei Veda, lascia che scorra attraverso il Tuo flauto Divino e trasformala in una canzone melodiosa. Canta una canzone, o Krishna..." (Canzone Telugu)

Fu ascoltando la musica melodiosa suonata da Krishna che Radha esalò l'ultimo respiro. Da quel giorno in poi Krishna non toccò più il Suo flauto. Krishna fece
moltissimi Lila. Egli era proprio Dio in forma umana. Nessuno può comprendere o descrivere la Sua natura Divina. Essa è infinita ed insondabile. In tutti i Lila del Signore Krishna non trovate altro che Amore Divino.

Nel Dwapara Yuga specialmente le donne sperimentarono la Divinità di Krishna. Infatti, furono esse a rivelare la storia di Dio attraverso la loro devozione. Una volta alcuni Bramini stavano facendo un sacrificio rituale (Yajna) della Gayatri Yaina in una foresta.
Krishna disse ai pastori di portare del cibo prendendolo dal Tempio (Yajnashala), in quanto Lui e Suo fratello Balarama erano molto affamati. Quando i pastori chiesero il cibo ai Bramini, essi li mandarono via, dicendo: "Vi
sembra giusto mangiare quando volete voi? No. Aspettate fino a quando il sacrificio sarà completato. Se resterà qualcosa dopo che noi avremo mangiato, ve ne daremo un po' ".

Quando queste parole vennero riferite a Krishna, Egli disse loro di andare dalle donne che stavano preparando il cibo, passando dal retro del Tempio (Yajnashala).
Seguendo il Suo consiglio, i pastori ci andarono, e videro le donne che stavano preparando un Bobatlu (un dolce squisito), e chiesero loro: "Madri, il nostro Krishna e Balarama hanno fame, potete darci qualcosa per loro?" Le donne furono felicissime di avere l'opportunità di fare qualcosa per Krishna. Impacchettarono subito tutto ciò che avevano preparato e lo portarono a Krishna. Alcune donne si chiesero se fosse giusto dar da mangiare a Krishna (che apparteneva al clan dei pastori) prima che fossero stati serviti i loro mariti, che erano Bramini. Ma la loro obiezione venne subito tacitata e il cibo preparato fu servito a Krishna e Balarama. Esse consideravano Krishna come Dio. Saputo questo, gli uomini rimproverarono le loro mogli per quello che consideravano un
atto sacrilego. Ma più tardi, quando si sedettero a meditare, la realizzazione scese su di loro.
Riconobbero le loro colpe e dissero alle mogli che ciò che esse avevano fatto era corretto. Fecero un bagno una seconda volta e chiesero di servire il cibo, benedetto da Krishna, come Prasadam (cibo benedetto).

Desidero sottolineare in questo contesto che nella vita di ciascun Avatar sono sempre le donne a riconoscerne la Divinità per prime. Esse sono le persone che conducono i loro mariti verso la Divinità. È solo per merito della devozione delle donne che gli uomini alla fine coltivano anch'essi la devozione. Se non fosse per le donne, gli uomini non avrebbero devozione. Si dice che una casa senza una donna è una foresta. Le donne vengono identificate con la devozione (Bhakti) e gli uomini con la conoscenza (Jnana), sin da tempi immemori. Le donne possono entrare nei posti più reconditi del palazzo, mentre agli uomini è concesso di arrivare solo fino alla sala delle udienze.
Questo significa che la conoscenza (Jnana) vi porta fino a Dio, ma la devozione (Bhakti) vi porta dirittamente nel Suo cuore. Ecco perché si attribuisce alla Bhakti un valore così alto. Infatti furono le Gopi a diffondere nel mondo il sentiero della devozione (Bhakti Tatthwa).

' In quest'era di Kali, la ripetizione del Nome di Dio è l'unico sentiero che conduce alla liberazione'.

A quei tempi persino in questo villaggio nessuno pensava a Dio, fuorché
Karanam Subbamma. Griham Ammayi osservava gli alti ufficiali che venivano al Mio Darshan. Aveva paura di chiunque indossasse un'uniforme della polizia. Chiese a Subbamma di non far entrare nessun funzionario di polizia, pensando che avrebbe potuto causare qualche inconveniente a Swami.
Subbamma cercò di placare la sua paura: "Perché non dovrebbero venire? Anche loro sono devoti di Swami.
Tutti devono poter venire da Swami. Non si devono fare differenze. Nessuno può farGli del male, non ti devi preoccupare".

Quando sentì le parole di Subbamma, Ishwaramma espresse la sua rabbia:
"Visto che Swami abita da te, molti poliziotti verranno a casa tua. Per favore non farli entrare". Una volta Ranganayakulu venne da Madras. Voleva portarMi con sé. Griham Ammayi cadde in uno stato pietoso e si mise a
piangere. Per lei Madras era un posto all'altro capo del mondo, un paese straniero. Così mi convinse a desistere dall'andare via, e ci riuscì per via del suo amore intenso per Swami. Temeva che Swami potesse andarsene da Puttaparthi per sempre. E fu a causa delle Sue preghiere che venne costruito questo Mandir.

Una volta Sakkamma venne e disse: "Swami, per noi è molto difficile arrivare in questo remoto villaggio; non ci sono nè strade nè mezzi di trasporto appropriati.
Questo villaggio è situato nell'interno e non si può raggiungere né in macchina né con carri trainati dai buoi, Dobbiamo lasciare la macchina vicino a Penukonda quando veniamo qui. Per favore, vieni ad abitare a Bangalore. Prenderemo un grande palazzo per Te" Le risposi che non avevo bisogno di grandi case, una stanzetta era tutto ciò di cui avevo bisogno. Ma lei non Mi ascoltava.
Iswaramma disse: "Se un seme deve diventare un albero gigantesco, deve
essere concimato ed annaffiato con cura, e non deve essere disturbato. Se lo muoviamo da un posto all'altro, non può crescere. Perciò, Ti prego, resta nel posto in cui sei nato. Esso si svilupperà". Fu allora che promisi che sarei rimasto a Puttaparthi.

Quando si arriva alla devozione ed all'abbandono, le donne sono superiori gli uomini: esse sono le depositarie di Vijnana (intelletto puro, sinonimo di 'Buddhi'), Sujnana e Prajnana (conoscenza assoluta). Quindi, non guardatele mai dall'alto in basso! Non deridete gli altri. Pregate per il benessere di tutti. Che tutti gli abitanti di tutti i mondi possano essere felici! (Loka Samastha Sukhino Bhavantu)
L'insegnamento principale della Bhagavad Gita è che si deve lavorare per il benessere di tutti.
'L'uno vuole diventare i molti'. La stessa Divinità è presente in tutti. Tutte le forme sono Sue.

Prima di concludere, vi voglio raccontare di un piccolo Lila che Krishna fece nel Dwapara Yuga. Per tutto il tempo in cui visse, Kamsa mandò continuamente dei demoni a combattere contro Krishna.
Kamsa aveva due mogli, il cui padre era un re molto potente. Una volta che Kamsa fu ucciso, suo suocero cercò di avviare una guerra contro Krishna. Le Gopika erano preoccupate: "Per quanto tempo dovremo passare per queste prove tremende?", chiesero a Krishna. Egli rispose loro di non lasciarsi prendere dal panico e le tranquillizzò, dicendo: "Cercate di capire i Miei poteri e le Mie
potenzialità. Oggi addormentatevi a Repalle e domattina vedrete voi stesse dove vi sveglierete". La mattina seguente, quando si svegliarono, si trovarono a Dwaraka. Dov'è Repalle, e dov'è Dwaraka?
Sono separate da una distanza di circa milleseicento chilometri.
Krishna cambiò un villaggio in un altro. Dio può fare tutto. Dio può andare ovunque. Dio può cambiare tutto. Non lasciate spazio ad alcun dubbio. Chi dubita della Divinità verrà certamente sconfitto.
Sviluppate una fede incrollabile e seguite il comando Divino. Se seguite Dio sarete benedetti e avrete ogni bene.

Bhagavan ha concluso il Suo Discorso con i bhajan: 'Hari Bhajan Bina Sukha Santhi Nahin', 'Govinda Krishna Jai Gopala Krishna Jai.' e 'Subramanyam, Subramanyam...'