DISCORSO DIVINO

L'atomo originario

22 novembre 2001

Possano tutti gli uomini conoscere il contenuto dei Veda;

possano tutti gli uomini del mondo essere felici;

possano tutti essere ricchi,

possano tutti avere buone qualità.







Caratteristiche dell’Educazione




Incarnazioni del Divino Amore!

Nonostante l’uomo si sforzi di studiare tanto, tutto il suo studio sarà vano se la conoscenza acquisita non viene utilizzata per il bene della società. La gente, comprendendo e riconoscendo le capacità di un uomo che opera così, lo amerà.



Possa tale conoscenza essere di beneficio a tutto il mondo.



Tutta la gente del mondo dovrebbe fare esperienza di tale conoscenza e trarne gioia; essa deve essere conseguita per mezzo dello studio.



Possano tutti essere ricchi di saggezza.



Tuttavia, non è sufficiente acquisire solo questa conoscenza; ciò che occorre è la perfetta saggezza.



Possano tutti avere buone qualità.




Non basta però avere saggezza; anche tutte le buone qualità devono sorgere nell’uomo.

Tre sono le caratteristiche della persona educata, saggia:



L’uomo saggio deve essere l’incarnazione di tutti i Veda,

rispettato da tutto il mondo, ricco di saggezza,

dotato di tutte le buone qualità.




L’uomo deve possedere saggezza e tutte le buone qualità e, per mezzo dell’educazione,[1] deve saper diffondere gioia nel mondo. La vera educazione è ciò che sviluppa l’aspetto morale e spirituale del carattere. Non basta sostenere il corpo, bisogna anche espandere il cuore.

Il principale obiettivo dell’educazione non è quello di forgiare l’umanità in esseri umani: essi devono migliorarsi e trasformarsi in esseri umani ideali, dotati d’ogni virtù.

Nel sistema educativo odierno, ogni uomo senziente è immerso in un totale stato confusionale, sopraffatto da sempre maggiori problemi. Che valore ha l’educazione in una situazione simile? Gli studenti devono cercare di riflettere bene su queste cose, capirle, e trarne gioia.



Conoscenze scientifiche illimitate




L’uomo moderno ha a disposizione conoscenze scientifiche illimitate.

Tuttavia, egli non deve essere orgoglioso solo per la sua grande istruzione. Queste conoscenze scientifiche c’insegnano esclusivamente cose materiali, relative al mondo, mentre l’unica cosa veramente necessaria all’uomo è un carattere virtuoso! Ma egli non lo potrà ottenere solo conseguendo un’istruzione profana. Solo lo studente che si rivela come ideale, che sviluppa tutte le virtù, le mette in pratica nella società, affinché anche altri ne siano attratti, è davvero il migliore fra gli studenti.


Oggi, invece, lo studente si rifugia nella scienza sconfinata. Ritiene che la sua natura sia quella del corpo, perverte la sua mente, e non riconosce chi egli veramente sia. Che scopo c’è nel conoscere gli aspetti relativi al corpo, al mondo fisico e profano?




Una volta Churchill disse:

“L’uomo ha conquistato tutto, ma non ha conquistato se stesso”.



L’uomo è in grado di indagare su ogni cosa, ma anche il più dotto è incapace di riconoscere chi egli sia. Il vero valore positivo è comprendere chi realmente siamo; è invece una caratteristica negativa condurre una vita sapendo soltanto quello che accade nel mondo.

Per quanto si sia studiato, se non si tramuta lo studio in esperienza pratica, se non si diventa un ideale per gli altri, ma ci si limita a sventolare la laurea in cerca di un posto di lavoro, chiedendo “un posto, un posto, un posto” – ebbene, ciò significa che non si possiedono le giuste qualità di uno studente.



Si può possedere tutta la conoscenza e vincere ogni disputa,

si può essere un guerriero valoroso e combattere in guerra.

Nascendo come re dei re, si può governare un regno.

Si possono donare oro e mucche in carità.

Si possono contare tutte le stelle del cielo.

Si possono conoscere le specie di tutti gli esseri viventi,

ma non si è in grado di controllare i sensi,

fermare la mente, guardarsi dentro, e rimanere fermi in samâdhi.[2]



L’uomo può saper descrivere nei modi più svariati la natura esteriore e la creazione. Arrivando velocissimo sulla Luna, egli può riconoscere anche le sue caratteristiche fisiche, ma ciò equivale soltanto a scoprire il modo per raggiungerla. Egli, infatti, non si sforza minimamente d’imparare come inoltrarsi dentro di sé neppure per un centimetro. Oggi, l’uomo deve invece compiere uno sforzo adeguato per riconoscere la sua Verità interiore.



Râma, il Saggio

Vâlmîki scrisse il Râmâyana. Râvana[3] aveva studiato tanto quanto Râma. Râvana non era una persona qualsiasi: possedeva la conoscenza in ogni settore. Eppure, che cosa disse Vâlmîki? “Râvana è un grande stolto”. Solo Râma è saggio. Dunque, a proposito dell’istruzione acquisita, Vâlmîki affermò che uno (Râma) era saggio, mentre l’altro (Râvana) era stolto.

Râma era una persona che metteva in pratica l’educazione acquisita, dimostrando di essere un ideale per tutti, e dando al paese il giusto benessere. Râvana, invece, soggiaceva ai sensi, sino a esserne schiavo; passò, infatti, tutta la vita in balìa dei sensi, senza capire minimamente quello che aveva studiato, finché ridusse in cenere il suo corpo, il regno e quant'altro possedeva.




Dunque, tutto ciò che si studia non deve essere orientato soltanto alla gratificazione dei sensi corporei. Occorre dimostrare un carattere che li trascenda, e rappresentare un ideale per il mondo. Ciò è particolarmente necessario per gli studenti di questi tempi. Solo se il numero di tali studenti aumenterà, la sacra terra di Bhârat potrà ottenere gran fama.



Le strade negative d’oggi


Gli studenti moderni non nutrono per niente sentimenti sacri; voi dovreste invece acquisire quella conoscenza che vi permetta poi di mostrare una vita ideale.



Tutti i detti veri ed eterni vengono distorti.

Ogni giorno la santità abbandona la gente.

Rettitudine, compassione e cura per tutti

sono considerate pratiche empie.

La nobile cultura vedica vacilla,

e la conoscenza perversa è in aumento.



Queste sono le strade negative d’oggi. Sono medicine che rafforzano la malattia, non la curano.



Imparate come portare pace al mondo,

e abbandonate i sentimenti ristretti.



Oggi, l’uomo deve accantonare i sentimenti ristretti, e presentare al mondo una vita ideale. Ecco quello che dovrebbero fare gli studenti per aiutare la nazione.

Noi affermiamo che siamo d’aiuto alla nazione, che facciamo un gran servizio al Paese. Ma quale servizio? L’uomo oggi spreca la sua vita a causa del suo egoismo e dei suoi interessi personali. Se dovesse veramente analizzarsi, egli si renderebbe conto di essere completamente pervaso dall’egoismo e da interessi egoistici.

Egli desidera tutte le cose del mondo; le desidera forse per le cose in sé? No, no, no! Le desidera solo per se stesso. “Voglio questo fazzoletto, non per il fazzoletto in sé, ma per il mio desiderio. Io desidero gli oggetti del mondo”. Voi non volete gli oggetti per il bene di quegli oggetti, ma solo per voi stessi.




Allo stesso modo, l’uomo desidera esperire tutti i sensi; non lo fa però per la soddisfazione dei sensi, ma solo per soddisfare se stesso. Così diventa loro schiavo. Perché? Sono i sensi a esercitare il loro controllo su di lui. Quando, per mezzo dell’educazione acquisita, si tengono i sensi sotto controllo, solo allora si è uno studente di livello superiore. Purtroppo lo studente moderno si comporta solo secondo i dettami della sua mente.

Riflettete bene sulle caratteristiche che uno studente deve possedere.



Buone qualità, buon intelletto, sincerità, devozione,

disciplina e senso del dovere:

ecco quello che l’educazione deve impartire,

e quello che gli studenti devono apprendere.



Questi sono i valori che dobbiamo imparare oggi.



Incarnazioni del Divino Amore!

Tutti voi siete molto virtuosi, assai intelligenti e avete dei cuori sacri; eppure, a questi cuori sacri non vengono offerte le cose adatte. Il cuore è molto puro e, quindi, in esso non devono entrare altro che Amore e Compassione.

Oggi purtroppo nel cuore non c’è Compassione né Amore, e vi entra qualsiasi cosa.

Il riflesso, la reazione e la risonanza del cuore vi appaiono riflessi in ogni cosa. Tutte le scene cui assistite sono percepite come negative; per quale ragione? Tutto è impresso nel vostro cuore, e viene soltanto riflesso verso di voi. Pertanto, tutto quello che vi viene riflesso è uscito solo da voi, non si trova all’esterno.

Tutto ciò che si ascolta, come pure quello che si mangia, dovrebbe essere degno della Grazia di Dio.



Tutto è atomo


Per quanta scienza s’insegni, per quanti poteri spirituali s’illustrino, quello che alla fine incontriamo sono solo atomi. Chiunque sia il dotto o lo scienziato, alla fine il suo insegnamento riguarda solo gli atomi. Qual è l’intimo significato di questi atomi? Il cibo che ingeriamo sono atomi; l’aria che respiriamo sono atomi; i suoni che udiamo sono atomi. Perfino i passi che facciamo sono atomi. Tutto è pieno di atomi.

In questo mondo pieno di atomi, non è necessario che voi conosciate gli atomi. Dovremmo piuttosto conoscere il paramânuvu (param = supremo, anuvu = atomo) che è più sottile dell’atomo. Il paramânuvu è l’Atomo fondamentale; infatti, tutto deriva da questo Atomo di base. Invece di interessarci del principio fondamentale, noi consideriamo solo i derivati. Innanzitutto dovete ottenere la percezione diretta di questo Atomo primario.



Più piccolo del piccolo, più grande del grande,

solo l’Atomo è il Testimone di tutto.



È grande nelle cose grandi, piccolo in quelle piccole. Questo Atomo di base è anche la combinazione di atomi, la quale diventa una forma di atomi. Ecco qui un fiore; anche il fiore è la forma di atomi. Grazie alla combinazione di numerosi atomi, esso assume la forma di fiore.

Questa è una stoffa; anch’essa è solo atomi. Un oggetto che non sia composto di atomi, non esiste in tutto il mondo. Tutto è pieno di atomi. Perché dovremmo allora preoccuparci di fare ricerche sugli atomi? Tutta l’istruzione è solo atomi. Tutte le decisioni sono solo atomi. Tutto il corpo è solo atomi. Anche Colui che risiede nel corpo è atomo. Tutto è solo atomi. La nascita è un atomo. Essere sulla terra è un atomo. Vivere nel mondo è un atomo. La morte è un atomo. La vita è un atomo. I legami terreni sono solo atomi. Tutto è solo atomi.




Che cosa potreste desiderare, una volta compresa la natura degli atomi? Dovreste fare esperienza di quello che la trascende: quella è la vostra natura, l’Âtma, il Sé. Ecco qual è il riconoscimento dell’Entità Fondamentale.

Se vogliamo comprendere la natura degli atomi, dobbiamo necessariamente ricevere un’educazione spirituale unitamente all’istruzione profana.


Conoscenza pratica

Familiarizzare solo con i libri non va bene. Tutta l’istruzione che ci facciamo si limita soltanto ai libri. Se possediamo, quindi, soltanto una conoscenza di questo tipo, acquisiremo esclusivamente una conoscenza superficiale; ma noi non abbiamo bisogno di questa. Ci serve invece una conoscenza da applicare nella pratica, di cui fare esperienza. La dolcezza della natura degli atomi deve essere percepita.




In un libro leggiamo di un certo dolce, jilebi (dolce fritto impregnato di sciroppo – N.d.T.), o laddu (palline di riso dolce – N.d.T.). Forse che, leggendone soltanto in un libro, quella dolcezza entrerà nel nostro corpo? Certo che no. Prendete invece un dolce e mettetelo sulla lingua: solo allora vi renderete conto della sua dolcezza. Questa è conoscenza pratica. Gustàtelo. Provarne la delizia è conoscenza pratica.



Noi ricaviamo nozioni solo dai libri e le utilizziamo solo attraverso i libri. Quelli non sono libri giusti, e questa non è educazione. Oggi la conoscenza e solo libresca; di conseguenza al mondo non ci sono più persone degne. Mancano forse persone istruite in India? Ci sono persone molto erudite che hanno ricevuto grandi titoli. Sebbene siano così numerose, che cosa fanno per la nazione? Svolgono attività da cui si possa trarre beneficio? Fanno forse qualcosa che dia gioia alla gente o che offra qualche comodità? Non fanno assolutamente nulla: essi non danno gioia agli altri, né ne ricevono essi stessi. E allora, perché studiare per avere un’istruzione simile?



L’uomo studia tanto e acquisisce gran discriminazione;
pur tuttavia, non conosce il proprio Sé, lo sciocco!

Per quanto abbia studiato, non abbandonerà le sue meschine qualità.

Studiare e ancora studiare porta solo a dispute,

ma egli non otterrà mai la piena saggezza, o povero stolto!

Studiare, studiare; perché allora si deve morire?

Si deve conseguire la conoscenza che conduce all’immortalità.



Date gioia almeno a una persona


Di tutta la conoscenza che si può acquisire, si deve ottenere quella che dà gioia al cuore, che dona gioia agli altri. Solo in tal caso ci sarà felicità per voi e per il mondo.

Decine e decine di milioni di individui nella società lottano in tutti i modi per ottenere gioia, e invece soffrono. Ci sforziamo di dare gioia almeno a una persona, anche per un solo momento? No, no! Cercate di dare gioia almeno a una persona mediante la vostra educazione, o almeno siate felici voi stessi; ma neppure voi siete felici! Se non siete felici, e non rendete felici gli altri, a che cosa serve la vostra istruzione? Può essere considerata tale? No! È tutto uno spreco.




Studenti!

Le vostre lauree e i vostri diplomi sono straordinari. Se si osserva lo studente, egli ottiene, ad esempio, la laurea in scienze, poi la laurea di secondo grado, e in seguito la laurea di terzo grado (simile al dottorato di ricerca – N.d.T.). Quanti titoli di studio! Ma costui mette in pratica anche solo un’infinitesima parte di tutto ciò? Ha confidenza solo coi libri, li impara a memoria, e poi si reca nell’aula degli esami. Lì, svuota tutto quello che ha in testa, e quindi se ne va; ma non approfondisce neppure un argomento.

Dovrebbe invece domandarsi: “Qual è l’intimo significato dell’educazione che ho conseguito con il mio studio? Qual è il modo giusto per applicarla? Che cosa significa educazione? Qual è lo scopo dell’educazione? Quali le sue qualità, le sue caratteristiche? Quali risultati se ne ottengono?” Nessuno fa queste riflessioni.




Incarnazioni del Divino Amore!

Tutti voi siete ragazzi buoni, istruiti e bravi studenti, ma, a causa dei vostri insegnanti che non sono adeguati, seguite una strada sbagliata. Gli insegnanti dovrebbero almeno darvi le risposte giuste, o almeno dovrebbero farlo i genitori, ma essi non sono istruiti, e non hanno l’autorità per insegnare. Perfino gli insegnanti, che sono colti, non insegnano i giusti valori; essi perseguono solo la loro carriera, e non si preoccupano di sviluppare la santità negli studenti. Dobbiamo perciò mettere in pratica correttamente l’essenza dell’educazione, e averne gioia.



La felicità non si ottiene attraverso la felicità


C’era una volta un dotto molto erudito. Era nato a Calcutta, aveva studiato molto, e si era guadagnato una notevole fama. Era una persona che si rendeva degna del suo nome “Îshvara Chandra Vidyâ Sâgar”; il suo stesso nome era “Oceano di Sapienza” (Vidyâ = sapienza; Sâgar = oceano).

In quali situazioni si era trovato Vidyâ Sâgar? Era nato in condizioni molto povere; non aveva neppure una luce in casa per poter studiare. Se ne andava quindi in strada, sotto la luce di un lampione, per studiare i suoi libri.

Sua madre ne soffriva molto; non aveva neppure un centesimo. Ella era solita dire: “Vidyâ Sâgar, figlio mio caro, se sei costretto a stare tutta la notte sotto un lampione per studiare, che cosa sarà di noi?”, e piangeva. Egli le rispondeva allora: “Madre, solo passando attraverso tante difficoltà potrò trovare la felicità”.



La felicità vera non può essere ottenuta per mezzo della felicità.


“Non otterrò la felicità dalla felicità. La otterrò soltanto attraverso le difficoltà”. Così dicendo, in un modo o nell’altro, egli ottenne alla fine una laurea. Non solo, ma studiò anche molto bene la storia antica del nostro paese. Ovunque si recasse per tenere una conferenza, si radunavano migliaia di persone, perché le sue lezioni erano così dolci che rimanevano impresse negli ascoltatori; erano così dolci, così sensibili, così sacre che s’imprimevano nel cuore.

Senza orgoglio


Un giorno, dal villaggio vicino, lo chiamarono e lo pregarono: “Signor Vidyâ Sâgar, venga per favore nel nostro istituto a tenere una conferenza”. Egli accettò. Prese il treno e portò con sé una piccola borsa. Sullo stesso treno viaggiava anche un ufficiale dell’ICS, il quale pensava: “Le conferenze di Vidyâ Sâgar sembrano essere davvero molto interessanti: andiamo a sentire”. Essere un ufficiale dell’ICS significava avere un titolo veramente molto importante.



Dunque, entrambi viaggiavano sullo stesso treno, e scesero insieme. Una volta scesi dal treno, l’ufficiale vide Vidyâ Sâgar, e pensò che fosse un facchino; perciò gli disse: “Può prendere per favore la mia valigetta e seguirmi?” Vidyâ Sâgar, contento, pensò: “Guarda un po’, questo gran signore mi chiede un servizio” - e gli domandò: “Dove dobbiamo andare?” L’ufficiale ICS disse: “Mi hanno comunicato che un certo Vidyâ Sâgar terrà una conferenza in non so quale posto; mi porti a quella conferenza”.



Vidyâ Sâgar rise tra sé, pensando: “Costui non sa ancora come mi chiamo, chi io sia, e pensa che sia un facchino; peccato!” Lo portò a destinazione e gli diede la valigetta. L’ufficiale ICS disse: “Ecco qui, per lei, prenda!” – e gli porse qualche spicciolo.

Vidyâ Sâgar gli chiese: “Perché mi dà questi soldi?” L’ufficiale replicò: “Perché mi ha portato la valigia”. Vidyâ Sâgar rispose: “Non l’ho fatto per i soldi, ma per aiutarla. Mi scusi, non mi servono questi soldi”, e se ne andò.



Più tardi, l’ufficiale ICS si sedette vicino al palco. Tutti aspettavano eccitati: “Arriva Vidyâ Sâgar, arriva Vidyâ Sâgar!“ Egli era un uomo molto semplice, e s’avvicinò al palco con la sua piccola borsa. Tutti lo salutarono, lo ossequiarono, e gli misero al collo ghirlande di fiori. A quel punto, l’ufficiale ICS pensò: “Ehi! Ma quello è l’uomo che mi ha portato la valigia!”



Sebbene fosse così dotto, Vidyâ Sâgar non era per niente orgoglioso; non lo era per niente! (Applausi).

Normalmente, una persona colta è piena d’orgoglio, ma neppure la moglie o il figlio hanno rispetto di un orgoglioso.

Vidyâ Sâgar era un uomo privo d’orgoglio. Egli salì sul palco e tenne un discorso esemplare, molto utile alla gente. Ogni minuto c’erano applausi. Egli parlò d’argomenti sacri con una voce così dolce che restava impressa nel cuore. Parlò di cose che accadevano nella sua vita quotidiana; non raccontò solo storie o cose ritrovate nei libri, ma parlò anche delle sue esperienze.

Quando una persona così erudita rende altri partecipi della sua esperienza, questi ne derivano gran gioia. Egli sentiva che la loro gioia era la sua stessa gioia.



La sacra terra di Bhârat


Ci sono moltissime persone straordinarie nella terra di Bhârat,[4] e anche oggi molti sono coloro che non nutrono orgoglio. L’India è un paese molto sacro; è una terra sacra. A che cosa serve essere nati nella sacra terra di Bhârat se non ne comprendiamo la santità?



Aggrappàti all’ignoranza senza alcun timore del peccato,
attaccàti a quello che non ha amore per Dio,

i valori umani si sono indeboliti nell’uomo.

Questo va solo a scapito della pace nel mondo.



Per quale motivo non c’è pace oggi? Solo ciò ne è la causa.



Nella santissima terra di Bhârat, la pazienza è la nostra bellezza.

Tra tutti i rituali, l’attenersi alla Verità è l’austerità più difficile.

Nel nostro Paese, quale dolce sentimento è più elevato di quello materno?

La nostra cultura morale, che considera il rispetto di sé

più importante della vita stessa, viene bruciata,

vedendo la cultura morale straniera,

che lascia una libertà simile a un coltello acuminato.

Che altro posso dire del regno dei Bhâratîya?



Oggi, un Paese così sacro come Bhârat, un Paese che diede così grandi ideali, una terra così sommamente sacra, sta subendo questo destino. Per quale ragione? La causa è che non abbiamo compreso la sacra cultura di Bhârat, e che non la mettiamo in pratica.



Ragazzi, ragazze!

Ricordatevi della sacra storia di Bhârat e della sua ricchezza. Anche quando non potete dare un grosso aiuto, date almeno un piccolo aiuto a qualcuno e traetene gioia. In passato, quando qualcuno poneva piede nella sacra terra di Bhârat, nascevano in lui sentimenti sacri.



Prima la madre


Dopo la guerra di Rangun, una donna arrivò a piedi da laggiù con suo figlio. Era un ragazzino di dieci anni. Arrivarono a Madras. Il ragazzo aveva fame, e il cuore della madre si struggeva. Gli disse: “Siediti qui, figlio mio, sotto quest’albero” – e si diresse verso alcune case, ricevendo del cibo come elemosina. Lo portò al ragazzo, glielo fece mangiare e poi mangiò quanto era rimasto. Passarono uno, due, tre giorni in quel modo. “Chi ci darà qualcosa oggi? Chi ci farà la carità?” La gente non donava molto, e tutto quello che la madre riusciva a racimolare lo dava al figliolo, mentre ella digiunava. Una madre, che possieda un simile spirito di sacrificio, è un’autentica madre di Bhârat.



Digiunando continuamente, il suo corpo divenne molto debole, e perse le forze al punto da non riuscire più nemmeno a elemosinare. Allora il figliolo le disse: “Mamma, sei molto debole; riposati. Oggi porterò io qualcosa da mangiare”; (la voce di Swami è rotta dall’emozione – N.d.T.), ma la madre non voleva accettare che il figlio andasse a chiedere la carità. Anche oggi ci sono molte madri così nel Paese di Bhârat.



Il figlio andò a elemosinare, ma riusciva a ottenere solo poco cibo, che portava alla madre. Questa gli chiedeva: “Hai mangiato tu, figlio caro? – e lui soleva tranquillizzarla, rispondendole: “Ma certamente”.

Di quel passo, anch’egli deperì. Un giorno s’avvicinò a una casa, ma era così debole che non riusciva neppure a parlare. Egli chiese: “Onorevole signore, fate la carità”.

Nella veranda, un ufficiale leggeva il giornale in una comoda poltrona. Vide il ragazzo e, udendo la richiesta, disse: “Ragazzo, chi sei?” Ma il ragazzo non aveva la forza di parlare, e si sedette. Vedendo questo, l’ufficiale entrò in casa e portò del riso, lo mise su una foglia e disse al ragazzo di mangiare, ma questi non si decideva a farlo. “Dicevi di avere fame; perché ora non mangi? Sei forse un ladruncolo? Se veramente hai fame, perché non vuoi mangiare?”



Allora il ragazzo, incapace di rispondere, bisbigliò qualcosa così debolmente da esser udito a stento. L’ufficiale avvicinò l’orecchio alla sua bocca, e lo udì sussurrare (la voce di Swami è nuovamente rotta dall’emozione – N.d.T.): “Prima la mamma, devo darlo prima alla mamma” – e, con quelle parole, spirò.



A quei tempi, certi figli avrebbero fatto di tutto per la propria madre. Anche se quel ragazzo stava morendo di fame, disse: “Prima la mamma, prima la mamma, prima la mamma”. Spero che oggi ci siano ancora figli simili. (Mentre pronuncia queste parole, la voce di Swami è ancora piena d’emozione – N.d.T.). Sicuramente ce ne sono, non ne mancano nel Paese di Bhârat.

Nella sacra terra di Bhârat, c’erano cuori che avevano compassione, ma oggi in questo Paese, che tanti progressi ha compiuto, non se ne vede nessuno!



Sviluppate la compassione


Incarnazioni del Divino Amore!

Prima di tutto sviluppate la compassione. Piangete quando vedete le difficoltà altrui, sforzatevi per alleviarle, date tutto l’aiuto necessario. Se avete dieci rupie in tasca, tenetene nove e datene almeno una in carità. (Applausi). La vera cultura di Bhârat si rivela solo quando c’è vero sacrificio.



Non con l'azione, né con la discendenza o la ricchezza:

l'immortalità si ottiene solo con il sacrificio.



Un uomo così otterrà l’immortalità. Pertanto, date almeno un centesimo per aiutare i bisognosi. Date il vostro aiuto.



La carità è l’ornamento delle mani;

la verità è l’ornamento del collo.



La Verità è l’ornamento del collo. Una collana non è l’autentico ornamento del collo; solo la Verità è l’ornamento. La carità è l’ornamento delle mani. Giacché possediamo questi gioielli, perché mai dovremmo desiderare altri ornamenti?



Fare Servizio


Ragazzi e ragazze!

Abbiate cuori pieni di compassione. Studiate per acquisire conoscenza, ma sappiate anche sacrificarvi adeguatamente per la società. Guadagnatevi un buon nome nella società. Mettete da parte le cattive qualità che ci sono in voi, quali l’ira, l’egoismo, l’odio. Se mantenete in voi tali cattive qualità, per quante opere di carità compiate, queste saranno sempre come il frutto del nîm: amaro, amaro, amaro, amaro. Non fate carità di quel genere.



Eliminate le cattive qualità, sviluppate l’Amore. Rendete gli altri felici, donando questo Amore. Ecco tutto ciò che dovete fare, e che costituisce l’intimo significato dell’educazione.

Invero, è questo il servizio di cui il Paese ha bisogno oggi. Non costruite edifici grandiosi; non costruite cose grandi. Costruite scuole. Lavorate finché le vostre mani hanno la capacità di farlo. Qualsiasi cosa facciate, fatela con Amore. Non esiste carità superiore all’Amore.





(Bhagavan conclude il Suo Discorso con il bhajan, “Prema Muditha Mana Se Kaho…”)






Prashânti Nilayam, 22 novembre 2001,

20a Convocazione dello Shrî Sathya Sai

Institute of Higher Learning (SSSIHL)

Sai Kulwant Hall




Versione Integrale





--------------------------------------------------------------------------------



Note:



[1] Swami utilizza qui il vocabolo inglese education nell’accezione di educazione completa, di formazione del carattere, e sviluppo di un patrimonio interiore assieme all’istruzione materiale nelle scienze; in inglese, il termine education indica più generalmente l’istruzione scolastica.



[2] Samâdhi: stato di serenità mentale ed equanimità che permette di trascendere le sensazioni di gioia e di dolore;

stato di estasi spirituale, di abbandono della coscienza corporea e d’immersione nella beatitudine.



[3] Râvana, crudele sovrano di Lankâ (Ceylon), acerrimo nemico di Râma, cui rapì la consorte Sîtâ, portandola

prigioniera nel suo regno. Fu un grande dotto, che scalò le più alte vette dell’ascetismo, ottenendo molti poteri

soprannaturali; ma, poiché non si sottomise a Dio (l’Avatâr Râma), subì l’inesorabile distruzione.



[4] Bharât: antico nome dell’India