DISCORSO DIVINO

Yajna (1): Aiuto nella trasformazione di se stessi

26 ottobre 2001

Qual è il fiore più caro a Dio, quello a Lui più gradito in questo fuoco sacrificale?
L'offerta più adatta sono i piaceri dei sensi.
La tolleranza è l'oblazione più convincente,
ed è quella che apporta maggiore soddisfazione al Signore.
Questa è la pura verità.
(Poesia Telugu)


Incarnazioni dell'Amore!
Nel Krita e nel Treta Yuga (2) i rishi (3) ed i saggi facevano vari sacrifici (Yajna). Ci ricordiamo dei sacrifici compiuti da Viswamitra nel Dwapara Yuga. Solo quando tutte le tendenze malvagie e demoniache erano state distrutte si poteva dire che i sacrifici erano stati portati a compimento. Solo dopo l'annientamento dell'immoralità, della disonestà e delle varie manifestazioni del male si poteva pronunciare tre volte il Mantra: Om Santhi Santhi Santhi.

"Samapti" significa perfetto compimento. Il sacrificio ("Yajna") di oggi ha raggiunto il "Samapti". Cerchiamo di comprendere il significato profondo del "Yaina Samapti" di oggi. Siamo tutti consapevoli delle varie agitazioni presenti nell'uomo, causate dai suoi sensi, quali il piacere, il dolore, il bene, il male etc. Tutte queste agitazioni non sono reali, sono esterne all'uomo stesso; sono mondane, fisiche e transeunti. Sono le tendenze innate del mondo fisico. Qual è il significato più profondo di questo sacrificio ("Yaina")?

Dio sta cercando di chiarire le differenze fra i due sentieri della disciplina spirituale ("Sadhana"): quello interiore ("Nivritti") (4) e quello esteriore ("Pravritti"). (5)
Pravritti, il sentiero esteriore, promuove nell'uomo tutte le cattive tendenze; Nivritti, il sentiero interiore, promuove le tendenze buone, quelle che scaturiscono dal cuore, quali la verità, l'amore, la tolleranza e la simpatia: tutte le qualità che hanno la loro origine nel cuore sono durevoli. Invece le cattive qualità, che sono di pertinenza del sentiero esteriore (Pravritti), sono temporanee ed evanescenti e dovremmo sacrificarle a Dio.

Qual è il significato della parola Bha-ga-van?
"Bha" rappresenta lo splendore Divino.
"Ga" rappresenta la qualità del diffondersi e del pervadere.
"Van" rappresenta la capacità e l'abilità di sapersi diffondere e di pervadere.
Perciò, la parola "Bhagavan" definisce l'unico essere che possiede la capacità e l'abilità di diffondere il Suo Divino fulgore.

Infatti l'Atma che si trova dentro di noi ha questa natura, ma l'uomo non ne è cosciente. Ecco perché preghiamo: "Tamaso Maa Jyotirgamaya" (conducici dall'oscurità dell'ignoranza alla luce della saggezza). La luce della saggezza è essenziale per tutti gli esseri umani. Il sentiero esteriore è relativo all'appagamento dei sensi. C'è una sottile differenza fra l'uso vero e proprio degli organi di senso e l'energia che si cela dietro ciascuno dei sensi.
Essi sono in realtà gli elementi (Bhutas); essi hanno natura Divina.

Abbiamo detto: i cinque elementi. Essi sono, innanzitutto, la terra (gli antichi la chiamavano la "Dea" Bhudevi); poi l'acqua, o Gangadevi (la Dea Acqua) e poi il fuoco, Agnideva (il Dio Fuoco) e quindi l'aria, Vayudeva. Il quinto elemento è l'etere o Akasa.
La divinità che presiede a questo principio è Sabda Brahman. Come risulta dai loro nomi, tutti e cinque gli elementi sono stati riconosciuti come Dei e adorati come tali.

Se chiedete chi è Dio, è possibile rispondere asserendo che i cinque elementi sono Dio. Essi sono presenti in ogni cosa, ovunque, e sono diffusi dappertutto. Non fanno alcuna discriminazione o distinzione di luogo o di circostanze per la loro presenza: "Con mani, piedi, occhi, teste, bocche ed orecchie Egli pervade il tutto e permea l'intero universo. Gli elementi non fanno distinzione di Paesi, gente e periodo. Sono presenti in tutti i Paesi. Nessun Paese o persona può negare la loro esistenza. Gli scienziati non sanno isolarli.

I cinque elementi corrispondono ai cinque principi vitali degli esseri umani.
Essi sono conosciuti sotto il nome di "Prana" (6), "Apana", "Vyana", "Udana" e "Samana" e venerati come tali. Sono la vera e propria forma di Dio. Poiché per un uomo normale non è possibile visualizzare queste forme sottili, per il loro culto e per la loro adorazione, nonché per trarre da essi beatitudine, sono state loro assegnate delle forme. Non c'è alcun difetto intrinseco in nessuno di questi elementi; i difetti risiedono nell'uso sbagliato che se ne fa, e sono la diretta conseguenza del perseguimento del sentiero esteriore.
Tutta la conoscenza che ci riguarda e la sua applicazione è esteriore, così come è esteriore anche tutto ciò che udite, vedete o percepite in natura.

L'Atma, il sentiero interiore, non ha attributi, è senza forma, è puro, ed è completamente diverso dal sentiero esteriore, "Pravritti".
Il primo viene definito: senza attributi, puro, dimora suprema, eterno, immacolato, illuminato, libero ed incarnazione della sacralità. È permanente ovunque. Adottando questo processo, che è eterno e puro, ed evitando il sentiero esteriore, effimero, temporaneo e transeunte, otteniamo la felicità.

Che cos'è un essere umano? L'uomo è una combinazione di corpo, mente e spirito. Il corpo compie azioni fisiche, la mente indaga e lo spirito (Atma) è il testimone. Per le azioni il corpo è necessario; esso compie le azioni, mentre la mente discerne il bene dal male, e l'Atma è il testimone. In un uomo degno di questo nome questi tre elementi sono in equilibrio e pertanto ha le qualifiche per essere denominato "uomo". Se invece non c'è considerazione per l'Atma e per la mente e sono prese in considerazione sono le comodità del corpo, siamo davanti ad una bestia. Se la mente ed il corpo agiscono insieme a discapito dell'Atma, l'essere è demoniaco. Se si è capaci di trascendere il corpo e la mente e si vive solo nello Spirito, si è Divini.

Divinità significa risiedere stabilmente nel principio Atmico, cioè nello Spirito, senza subire alcuna influenza da parte delle altre tendenze. Si deve sviluppare una maggiore fiducia nell'Atma. Dobbiamo eliminare le tendenze animali e demoniache, sviluppare l'attaccamento all'Atma e acquisire lo splendore che illumina. L'uomo deve fare un uso appropriato degli strumenti di cui è dotato e condurre una vita equilibrata.

Non si deve agire seguendo solo i dettami della mente; l'uso della mente deve rispettare dei limiti. La mente ha il potere di discriminare la distinzione fra il bene ed il male, fra il giusto e lo sbagliato, per cui dovrebbe essere utilizzata nel modo giusto. Agire in modo non conforme a questo è demoniaco.

Da dove proviene questa natura demoniaca? I desideri sorgono nella mente e l'azione viene compiuta seguendo le direttive mentali. La mente di per sé è neutrale sia verso il bene che verso il male. Solo quando si associa con il corpo il bene od il male hanno origine. La mente è abbastanza capace di funzionare anche indipendentemente dall'influenza del corpo. Rinunciando a dare ascolto ai comandi impartiti sia dal corpo che dalla mente, chi risiede fermamente nel Sé si qualifica come essere Divino. Ai fini dell'esistenza tutti e tre sono necessari, sia il corpo, che la mente che l' Atma: questi legami sottili sono presenti nell'umanità.

L'Atma provvede all'illuminazione. La mente discrimina ed indica la strada per l'attaccamento al Sé. Molti vivono esclusivamente in uno stato di coscienza corporea. Che cosa è il corpo? Esso è costituito dei cinque elementi. Comunque esso è transitorio. Il corpo è come una bolla di sapone e la mente è come una scimmia pazza, perciò non date retta né al corpo né alla mente, ma solo all'Atma - la coscienza.

Una volta per tutte, non si andrà incontro ad alcun danno ad usarli tutti e tre. Ma quale genere di attività corporea si dovrebbe intraprendere? Si dovrebbe chiedere a noi stessi: che cosa, quando, come, perché e con quali conseguenze? Poi bisogna adoperare la discriminazione, e solo allora si può permettere al corpo di compiere l'azione. Ci si riferisce a questo procedimento come al "dovere del corpo" (Sarira Dharma). È possibile compiere l'azione solo tramite il corpo. Il corpo è deputato a compiere azioni rette e giuste.

Che cosa si intende per "dovere fisico" (Sarira Dharma)? Il termine "Dharma" ha un paio di interpretazioni sottili. Che cosa è il Dharma del cuore? Esso è consapevolezza integrata e costante. I Dharma fisici e mentali sono fisici ed esteriori (Pravritti), opposti a quelli di Navritti. La mente esiste per esercitare la discriminazione fra l'effimero e l'eterno, fra il bene ed il male, e l'azione dovrebbe essere compiuta solo dopo un' indagine discriminatoria. La mente si trova fra il corpo ed il Sé interiore. Perciò la mente deve riconoscere la via che conduce al Sé e dirigere il corpo affinchè agisca nella giusta direzione. Questa è la verità sulla retta condotta ("Dharma") individuale dell'uomo.

Oggi la gente rinnega il sentiero del Sé interiore e si concentra sul corpo. Visto che la mente ed il corpo agiscono concertatamente, e deliberatamente praticano scelte a favore del corpo, si acquisisce una natura demoniaca. Tutto ciò che sta accadendo nel mondo si deve a questa inclinazione ad agire privilegiando la natura demoniaca.

Come potrà sorgere la luce della saggezza? La saggezza sorge solo quando la mente si unisce all'Atma. La vera saggezza è la percezione dell'Uno senza secondo. Si devono seguire le direttive soltanto dell'Atma, senza soccombere alle attrattive della mente e del corpo. È con l'uso armonico della mente, del corpo e dell'Atma che la vita deve essere vissuta.

La Bhagawad Gita dichiara: "Il vostro unico diritto è compiere l'azione."
Ma che genere di azione? Non le attività esteriori (Pravritti), ma quelle interiori (Nivritti). Anche le attività esteriori possono essere compiute in conformità alle direttive dell'Atma. Avete delle responsabilità da assumervi. È impossibile affidarsi esclusivamente al Sé per svolgere i vostri compiti. Dovete pertanto armonizzare i tre componenti del vostro essere, la mente, il corpo e l'Atma. Se agite in armonia, la mente sarà tranquilla e la conoscenza interiore sorgerà. Tutti e tre i componenti sono attivi nell'uomo.

Nell'intraprendere qualsiasi azione la mente deve esercitare la sua capacità di discriminazione per giudicare se l'azione è giusta o sbagliata e se sosterrà la vostra reputazione e della vostra famiglia nella società. Questi saranno i fattori decisivi che determineranno se l'azione andrà compiuta o meno.

Cambiamenti delle circostanze avvengono continuamente. Cambiamenti sociali, individuali, trasformazioni interiori. Ogni tendenza cattiva o disumana, come mentire, rubare e perpetrare ingiustizie, dovrà essere allontanata. Il corpo vi si adagia con facilità. A volte si vuole fare del male agli altri deliberatamente, per conformarci alle regole della società. E quali sono queste regole? Mangiare eccessivamente, girovagare senza meta, frequentare cattive compagnie, giocare d'azzardo. Esistono molte brutte abitudini, e perseguendole si inquina la mente.

Tali pessime abitudini devono essere eliminate per conseguire la trasformazione spirituale. Dopo aver trasformato il vostro Sé individuale potete compiere i vostri doveri sociali altrettanto bene. Se le attività sia individuali che sociali sono giuste, ci sarà una trasformazione spirituale.

Queste attività sono rappresentate dalle lettere S A I.
"S" simboleggia la trasformazione Spirituale.
"A" sta per cambiamento nell'Associarsi con le cattive compagnie
e la "I" sta per trasformazione Individuale.
Tutte queste azioni sono contenute in "SAI".

Solo quando si è avuta una trasformazione individuale è possibile effettuare una trasformazione sociale. La trasformazione sociale è un processo molto difficile. La società oggi non ha una meta, non ha costrizioni o restrizioni: essa va alla deriva, senza una meta. La società come entità ha perso la capacità di discriminare fra il bene ed il male. In queste circostanze la trasformazione della società è un compito molto difficile. In genere la maggior parte della gente segue le norme sociali che prevalgono. In queste norme sociali accettate dalla massa c'è una grande opportunità per il male. Se si riesce ad avere una trasformazione individuale totale, la trasformazione sociale è una conseguenza automatica.

Incarnazioni dell'Amore!
Se le attuali condizioni persisteranno nella società, il mondo intero esploderà. La paura pervade ogni azione e la gente ha paura persino di parlare liberamente; in queste circostanze una trasformazione spirituale è più che mai necessaria. Con un'estesa perdita di fiducia in se stessa, la gente cade in comportamenti perversi.

Anche le persone per bene, i ben educati, la gente di potere, tutti percorrono strade sbagliate. Alcuni hanno una grande reputazione, ma un brutto carattere. Una buona reputazione dev'essere la conseguenza di buone azioni. Non esiste percorso migliore di quello che ci fa intraprendere le buone azioni. La vostra vera natura si riconosce dalle vostre azioni.

Forse non riuscite ad abbandonare completamente il sentiero esteriore (Pravritti), ma fate tutto il possibile per commettere buone azioni. Lavorate solo per soddisfare la vostra coscienza. Senza essere soddisfatti di se stessi, nessuna azione può essere compiuta soddisfacentemente.

Nel Dwapara Yuga le persone che indulgevano nella cattive azioni erano molto poche, ma in questa era di Kali, il numero di queste persone è aumentato enormemente ed inoltre le cattive tendenze si sono ben radicate nella gente che commette peccati ad ogni istante. In questa situazione, come si può distruggere il peccato?

Krishna disse: "Arjuna, devi andare a combattere. Ma questa non è una battaglia normale. Arjuna, alzati; la rettitudine vincerà e l'egoismo soccomberà. Questa è la legge di tutti i tempi. Agisci in conformità alle necessità del momento. Ascolta quanto ti dico, con fede in Me. Ad un padre di cento figli non rimarrà neppure un singolo figlio a dargli l'ultimo saluto alla cerimonia funebre. Un uso massiccio delle armi è inevitabile prima di arrivare alla pace totale; ed esso non sarà localizzato in qualche posto specifico, sarà qui, là, ovunque.
Sakuni e Karna stanno impartendo alla guerra una direzione che porterà al disastro. E Bhisma, pur sapendo che cosa sia giusto, non ha ancora intrapreso il giusto sentiero. Karna conosce la Verità e conosce la strada da seguire, ma nonostante ciò le sue cattive qualità sono rimaste tali".
Qual è il destino di colui che aveva la reputazione di essere la personificazione della generosità?


I Pandavas erano veri devoti di Dio. Non avevano mai disobbedito ai comandi di Krishna. Quando Krishna ritornò, dopo essere andato alla corte di Duryodhana come emissario di pace, Nakula e Sahadeva, che amavano e onoravano Krishna, caddero ai Suoi piedi e Gli chiesero quale fosse stato l'esito della Sua missione. Krishna riferì che i Kaurava avevano confermato la loro intenzione di combattere.

Nakula disse: "Krishna, Ti sei avventurato in campo nemico per una missione di pace e sei tornato incolume. Questo ci basta, è più importante di tutte le ricchezze del mondo. Temevamo che potessero farti del male. Adesso che sei tornato sano e salvo e che sei qui con noi, questo è sufficiente a riempirci di gioia".

C'erano anche stati alcuni errori commessi da Arjuna, che aveva ammonito in anticipo che qualsiasi missione di pace sarebbe stata inutile. Aveva detto con rabbia che era pronto alla guerra e che non avrebbe accettato cambiamenti di programma. Ma quando aveva visto che erano i suoi parenti ad essere in campo contro di lui era stato sopraffatto dall'attaccamento che aveva per loro. Questa è una manifestazione dell'attaccamento al corpo (Dehabhimana).

Egli disse: "Krishna, come posso uccidere i miei stessi parenti, i miei amici ed i miei precettori? Ho la mente confusa, torniamo subito indietro".
Krishna allora si alzò e così replicò: "Sei tu sei quello che aveva detto: «Krishna! È possibile trasformare il veleno in nettare? Ha senso gettare fiori di gelsomino nel fuoco? Ti trovi forse davanti a chi sarebbe disposto ad ascoltare ed a risolvere la cosa col ragionamento? Adesso sembra quasi che tu consideri la guerra una perdita di tempo e che tu voglia ritirarti dalla battaglia>".

Se da qualche parte scoppia un incendio è possibile estinguerlo con il camion dei pompieri, ma se il fuoco è dappertutto i pompieri non saranno di alcun aiuto.

"Un massiccio uso delle armi è inevitabile per la pace definitiva nel mondo. La guerra è necessaria se si vuole arrivare alla pace mondiale; ogni tanto, per la pace nel mondo, la guerra è inevitabile. Urlare che si vuole la pace del mondo non basta a farla venire. La malvagità è cresciuta oltre ogni limite, la bontà è diventata impotente. Un uomo che oggi è buono domani è cattivo, l'amico diventa nemico. Per cambiare la situazione una guerra molto estesa è inevitabile".

Le terre sacre devono pregare per il benessere degli uomini di tutto il mondo. In alcuni posti, nei quali imperversa una malvagità estrema, dev'essere fatto un uso massiccio di armi: in alcuni luoghi infatti i valori della verità e della retta condotta sono assolutamente assenti e i pochi giusti devono subire ogni sorta di difficoltà.
In queste condizioni non si può sfuggire ad un massiccio intervento armato.

Abhimanyu si stava preparando ad andare sul campo di battaglia; sua madre Subhadra pensò: "Tutti i figli di Draupadi sono stati decapitati. L'unico rimasto è Abhimanyu, come posso mandarlo da solo?"
Abhimanyu le disse: "Madre, non devi avere questi pensieri. Dimmi che sei pronta a lasciar andare in battaglia tuo figlio con le tue benedizioni".

Solo Dharmaraja era a casa. Anche lui disse: "Figlio, come posso mandarti in battaglia? I tuoi avversari sono abili e crudeli e la formazione di guerra Padmavyuha è molto difficile da penetrare. L'ideatore di questa impenetrabile formazione è Dronacharya, che in battaglia non ha pietà di nessuno. Perciò ti chiedo di non partire".

Dharmaja fece del suo meglio per persuadere Abhimanyu ma egli era molto arrabbiato e disse a sua madre Subadhra: "Quando mio zio Krishna e mio padre Arjuna torneranno dal campo di battaglia, se mi troveranno qui seduto a far nulla non mi perdoneranno mai. Mio padre sarebbe capace di decapitarmi se mi comportassi da codardo. Devo agire in conformità alle tradizioni della mia stirpe. I miei genitori devono sentirsi fieri di me. A che cosa serve un figlio che non mantiene la reputazione dei suoi genitori e della sua stirpe? Nessuno potrà impedirmi di combattere".

Quindi aggiunse: "A che cosa servo se resto qui? Invece di morire qui, tanto vale che muoia sul campo di battaglia e vada in paradiso".
Subhadra rispose: "Figlio mio, tuo padre non è qui, la tua giovane moglie è incinta. Drona ha formato la formidabile Padmavyuha e Karna è là, con le sue potenti armi. Ti prego, rinuncia alla tua idea di andare in guerra".

Ma quando si rese conto che tutte le sue preghiere erano vane, infine lo benedisse: "Possa tu essere coperto dalla stessa protezione che Madre Gowri conferì a suo figlio Kumara quando andò in guerra contro Tarakasura, dalla benedizione che Bhargava dette a suo figlio al tempo dell'uccisione di Shambarasura e che Vinata impartì a Garuda; possa tu essere protetto dalla benedizione di Rama".

Dove trovate figli di questo genere oggi? I genitori mandano i figli all'estero a studiare e questi si comportano quasi come animali, eppure i genitori li premiano ugualmente. Incoraggiando i figli a seguire il sentiero sbagliato, i genitori in effetti è come se li uccidessero. Gli studenti che vanno all'estero a studiare devono mantenere alto il nome del loro paese.

Studenti, voi siete tutti molto buoni. Rimanendo vicini a Swami avete acquisito molte buone qualità. Dovete praticarle e diffonderle. Se vedete qualcuno che si comporta male dovete cercare di correggerlo. Siete nati come esseri umani, perciò non dovete comportarvi né come animali, né come demoni. Solo se voi, come individui, diventate buoni, il paese può diventare buono. Se siete buoni voi il paese è buono.

Il benessere di un paese dipende dal carattere dei suoi studenti. Solo se avete buoni pensieri e buoni sentimenti le vostre azioni saranno buone. Se vi comportate bene, avrete la pace mentale, perciò, la prima cosa da fare è purificare i propri pensieri. Una stretta aderenza alla Verità a volte può causare difficoltà, ma dovete imparare qualche tecnica per superare qualche dilemma. Questa furbizia (Yukti) è anche una forma di Yoga. Ma dovete stare attenti a non farlo in modo sbagliato, la vostra mente dev'essere chiara, senza alcun senso di colpa. Innanzitutto dovete liberarvi delle cattive qualità. Si deve rinunciare alla natura demoniaca. Questo è uno degli scopi principali di questo Yajna (sacrificio rituale).

Rama and Lakshmana andarono con Viswamitra per proteggere il suo Yajna. I demoni apparvero tutt'intorno. Allora Viswamitra disse: "Ragazzi, il vostro compito comincia adesso".
Qual era il loro compito? Essi dovevano distruggere i demoni. Solo a quel modo il rito sacrificale sarebbe stato completo.

Viswamitra disse a Rama: "Adesso voglio che venga celebrato il tuo matrimonio".
Proprio in quel momento ricevettero un messaggio di Janaka che comunicava che stava per avere inizio la cerimonia ("Swayamvara") per la scelta dello sposo per Sita. Coloro che si ritenevano in grado di sollevare l'arco di Siva avevano l'opportunità di provare il loro valore. Queste notizie arrivarono a Rama e Lakshmana. Non erano interessati al matrimonio, ma erano piuttosto curiosi di vedere l'arco di Siva.

Viswamitra persuase Rama, dicendogli che l'arco di Siva era proprio una cosa che valeva la pena di vedere. Rama insistette che le istruzioni di Suo padre erano di andare a proteggere il sacrificio e non di recarsi a Mithila a vedere l'arco. Viswamitra ribattè che Dasaratha aveva dato istruzioni comuni a tutti loro, a che venissero seguite le direttive di Viswamitra. Non avevano quindi altra scelta che andare a Mithila con Viswamitra.

Là videro l'arco di Siva, che tanto li incuriosiva. Tutta la loro attenzione era focalizzata sull'arco. Ci si deve sempre concentrare sul lavoro che si sta svolgendo. L'attenzione del pubblico invece era tutta concentrata sui due che accompagnavano Viswamitra. Quando i ragazzi si trovano in America o in qualche altro paese straniero a studiare, essi si dimenticano spesso dei loro studi ed intraprendono altre attività. Poi cercano di prolungare il loro soggiorno con la scusa di studi ulteriori, abusando dei loro genitori. Questo non era davvero il caso di Rama o di Lakshmana.

Anche Ravana era venuto a mettere alla prova la sua forza. Con il suo aspetto spaventoso camminò orgogliosamente verso l'arco. Provò dapprima con una e poi con due mani a sollevare l'arco ma nonostante il suo disperato tentativo non riuscì a sollevarlo, anzi, cadde all'indietro e finì per terra con l'arco sopra di lui.

L'istinto suggerì a Rama di andare ad aiutare Ravana e tirarlo fuori dalla difficile situazione. Viswamitra invece prese al balzo l'occasione e disse a Rama di sollevare l'arco (per liberare Ravana, n.d.t.). L'intento di Rama non era quello di sollevare l'arco, ma di aiutare Ravana. "Aiutare sempre, ferire mai": questo era il motto di Rama.

Rama andò, sollevò l'arco con la mano sinistra e lo mise di lato. Tutti rimasero allibiti. Il peso dell'arco era fenomenale e la forza richiesta per sollevarlo era di proporzioni cosmiche. Era molto al di là delle capacità umane. La forza divina è di natura cosmica. Questa forza era pienamente presente in Rama. Mentre la gente assisteva a questo spettacolo con meraviglia, arrivò Janaka, che disse: "Chi lo può sollevare, potrà anche tenderlo". Ma Rama disse che se il suo precettore non glielo comandava non lo avrebbe fatto. Allora Janaka guardò Viswamitra, che a sua volta fece cenno a Rama di andare avanti. Rama tese l'arco, ma prima che il movimento potesse essere portato a termine pienamente, esso si ruppe con un rumore assordante. La folla era in estasi.

Dopo di ciò, Janaka offrì a Rama sua figlia Sita in sposa, come era stato pattuito. Ma Rama rispose che senza l'autorizzazione dei suoi genitori egli non avrebbe aderito alla proposta. Janaka chiese a Rama che almeno guardasse Sita, ma Rama replicò che guardare una donna prima del matrimonio è un grande peccato. Janaka era stupito per la stretta aderenza di Rama al Dharma (retta condotta).

Così Janaka mandò i suoi messaggeri, in modo confacente agli usi, a Ayodhya, affinché portassero al palazzo il re Dasaratha e gli altri. In attesa del loro arrivo, Rama non andò mai al palazzo di Janaka né prese parte ad alcuno dei festeggiamenti che vi ebbero luogo.
I matrimoni di Rama, Lakshmana, Bharata e Satrughna furono celebrati simultaneamente. Come sapete, lo sposo e la sposa si scambiano delle ghirlande durante la cerimonia. Sita doveva mettere la ghirlanda attorno al collo di Rama prima che le altre spose lo facessero con i loro rispettivi sposi. Sita, essendo piccola di statura, non arrivava a mettere la ghirlanda a Rama, che invece era alto. Ci si aspettava che Rama piegasse la testa davanti a Sita per permetterle di infilargli la ghirlanda sulla testa, ma non lo fece, per evitare che la gente potesse dire che Rama, uomo retto e valoroso, aveva piegato la testa davanti ad una donna.

Non potendo mettergli la ghirlanda, Sita la dovette tenere in mano a lungo. I presenti si innervosirono e stettero a guardare la scena senza un battito di palpebre. C'è un altro sottile segreto in questo modo di comportarsi di Rama. Da un punto di vista mondano Rama non aveva ancora visto Sita. Solo dopo aver messo il cordoncino matrimoniale a Sita (Mangalasutra) ella sarebbe diventata sua sposa e Rama avrebbe avuto il diritto di guardarla. Un uomo non deve guardare una donna non sposata. Questo era il Dharma di Rama, e lui si era imposto questa restrizione.

Lakshmana era l'incarnazione di Adisesha, colei che trasporta la Madre Terra sul Suo cappuccio. Rama guardò Lakshmana come a chiedere: "Perché non sollevi la parte di terra in cui si trova Sita, così che riesce a metterMi la ghirlanda?" Lakshmana fece capire a Rama che non era possibile sollevare alcuna particolare superficie. Se avesse sollevato la parte in cui Sita si trovava, si sarebbe alzata simultaneamente anche quella sotto di Rama e sotto altri.

Lakshmana, essendo molto intelligente, progettò un piano per risolvere quel problema. Improvvisamente si lasciò cadere ai piedi di Rama e non si mosse per molto tempo. Rama dovette piegarsi per sollevarlo, e Sita non perse l'opportunità di mettergli la ghirlanda.
Viswamitra disse che la sua nascita aveva avuto come scopo solo questa conclusione (il matrimonio di Rama e Sita, n.d.t.) e cedette a Rama tutti i poteri spirituali che si era guadagnato con le penitenze.

Rama non dette neppure uno sguardo a Sita per tutta la durata della cerimonia. Queste erano le regole di allora. I ragazzi d'oggi non sono così. Le regole di condotta sono talmente dissolute che ci si sposa solo dopo che è nato un figlio. Che comportamento è mai questo? Ci sono molti modi di traviarsi. I nostri studenti non devono comportarsi a questo modo. Rendete felici i vostri genitori. Se c'è qualche divergenza di opinioni, risolvetela dolcemente e gentilmente cercando di convincerli. Non agite mai contro la volontà dei vostri genitori.

Questa storia di Rama è famosa in tutto il mondo. Persino dopo migliaia di anni essa viene raccontata ed ascoltata con gioia. L'uomo è apparso sulla Terra centinaia di migliaia di anni or sono. L'avvento di Rama risale a migliaia di anni fa, ma la Sua storia è considerata sacra ed è un grande poema epico ancora oggi. Si deve cercare di rimanere aderenti alla verità, come Lui.

Non lasciatevi confondere sul tema del matrimonio. Avete una lunga vita davanti a voi. L'istituzione del matrimonio è diventata gravemente perversa di questi tempi. La gente si sposa e divorzia dopo tre giorni. Mancanza di considerazioni appropriate, il desiderio di approvazione e benedizione da parte dei genitori sono le cause di questo triste stato di cose. Essere liberi non significa che vi potete comportare come vi pare. Da dove provengono tutti questi desideri? Dovrebbero provenire solo dall'Atma. Una cattiva visione e brutti pensieri danno origine a molte cattive azioni.

Studenti!
Non permettete che le cattive tendenze prendano piede nella vostra mente. Spiegate, convincete ed ottenete il consenso dei vostri genitori nel rispetto dei vostri desideri. Senza la benedizione dei vostri genitori non riuscirete nei vostri sforzi. Questo è ciò che oggi si intende con "sacrificio": il sacrificio di tutte le vostre cattive qualità e delle vostre tendenze malvagie. Questo è il solo scopo di questi rituali elaborati e dei riti sacrificali: distruggere le tendenze negative ed alimentare l'incremento della bontà e della rettitudine.

L' assenza di uomini di carattere e verità è la causa di tutta questa confusione e di questa agitazione nella vita odierna. Le notizie giornaliere ci comunicano casi di morte e violenza, omicidi e crimine. Sono forse cose positive queste? Certamente no. Una volta che ottenete il controllo dei sensi non avrete più cattive tendenze. Non ne avrete nessuna.

Colui che abusa e colui che subisce l'abuso sono uno. Lo stesso Atma è in tutti. Se realizzate quest'unità del Sé non potrete odiare nessuno. Ci sarà solo la felicità universale. Non ci saranno problemi o preoccupazioni. Non ci saranno più conflitti, né guerre. Questo è possibile solo con la realizzazione del Sé.

Da qualsiasi prospettiva osserviate, troverete che solo l'Atma è presente.
Qui attorno ci sono moltissime lampadine accese, ma l'elettricità che rende possibile il loro funzionamento è la stessa in tutte. Ci sono molte persone dai diversi colori di pelle qui, ma l'energia vivificante che si trova in tutti loro è la stessa. Gradualmente dovete esaltare l'esistenza dell'Atma in voi e ridurre l'importanza del corpo.

Mentre pregate affinché la coscienza della presenza Atmica in voi aumenti, pregate anche che tutti i litigi ed i conflitti nel mondo cessino fra breve. Vi do la Mia benedizione a questo riguardo. Non abbiate alcun senso di differenziazione fra i vari Paesi (Pakistan, America, Russia, etc.).

Che tutto il mondo possa essere felice! ("Loka Samastha Sukhino Bhavantu"). Questa deve essere la vostra preghiera costante. Tutta l'umanità è un'unica famiglia. Dio è il padre di tutti. Attenetevi al principio di fratellanza fra gli uomini e ricordatevi sempre che Dio è il vostro Padre comune. Bhagavan benedice tutta la gente di ogni paese del mondo affinché possa beneficiare di pace, felicità e prosperità. Pregate per questo.

(Bhagavan conduce con il Bhajan: "Hari Bhajan Bina Sukha Santhi Nahi..." e poi riprende a parlare)

Dopo aver assorbito le Divine vibrazioni dei sette giorni di Yajna (sacrifici), cercate di raggiungere la trasformazione spirituale. Ovunque andiate, non rinunciate a Dio e pregate per il benessere di tutti. Carri armati, bombe ed altri armamenti non forniscono la protezione concessa da una costante contemplazione di Dio. Un vero essere umano è colui che ha una fede incrollabile nel Sé. Cercate di realizzare questa fede nel Sé: essa è la natura della beatitudine che Swami vi conferisce in questa sacra occasione di completamento dei sacrifici (Poornahuti).


Prasanthi Nilayam, Sai Kulwant Hall, 26 ottobre 2001

Settimo Messaggio del Veda Purusha Saptaha Jnana Yagana, (rito sacrificale di sette giorni d'adorazione della Divinità, glorificata nei Veda) tenuto come parte delle celebrazioni di "Dasara" (7)


Note:

1) Yajna è il sacrificio rituale. Per la Tradizione indù l'intera manifestazione è un sacrificio del Purusha (l'uomo, la persona, l'essere, l'Uomo Universale) e l'uomo deve ispirarsi a questo sacrificio primordiale per riprodurre, nell'ordine individuale, quello che il Purusha ha compiuto nell'ordine cosmico. Il significato profondo del sacrificio risiede nella disciplina spirituale che l'individuo si impone quando vuole spezzare le resistenze interiori e tentare di comunicare col Divino. Vi sono cinque principali forme di sacrificio da compiere giornalmente: verso gli esseri viventi (bhutayajna), gli avi (pitryajna), i grandi saggi (rishiyajna), i nostri simili (narayajna) e gli Dei (devayajna).

2) Gli "yuga" sono ere o periodi di tempo del mondo. Gli "yuga" sono quattro: "krita" o "satya", l'età dell'oro; "treta", l'età dell'argento; "dvapara", l'età del bronzo e "kali", l'attuale età del ferro.

3) Il "rishi" è un Saggio, un Veggente. È colui che ha realizzato la Conoscenza. I rishi sono i Grandi Saggi che hanno "udito" la Tradizione e l'hanno tramandata attraverso i Veda e le Upanishad in particolare. L'espressione: "Il rishi dice" è tradizionalmente equivalente a: "Così è detto nei Testi Sacri".

4) "Nivritti" significa "cessazione", in particolare la cessazione dell'impulso ad agire, ad esprimersi, ad esistere come individualità. Implica il "ritorno a spirale" verso l'interno.

5) "Pravritti" è l'espressione, la parabola esistenziale, il ciclo manifesto di un ente o di un universo, l'attività apparente. Si riferisce a ciò che esiste in quanto si manifesta e si muove.

6) il prana è il soffio vitale, il respiro cosmico, l'energia vitale. Il prana può dirsi corrispondere al flusso mentale energetico che trova espressione nell'attività funzionale dei vari gruppi di organi. Così, in quanto energia vitale, tramite la mente empirica o gli altri veicoli superiori ed il corpo fisico grossolano, si estrinseca in cinque modalità funzionali, che a loro volta impulsano determinati gruppi di organi fisici e sono: prana (flusso superiore che controlla la parte superiore del corpo), apana (presiede alle escrezioni ed al parto), vyana (parte centrale, regione del cuore), udana (soffio vitale ascendente nel corpo umano che si eleva dalla gola e sale nella testa; è il flusso con cui lo spirito cioè la coscienza del Jiva abbandona il corpo dopo la morte); e samana (la sua attività si estende dal cuore al plesso solare e riguarda il nutrimento e la sua assimilazione equilibrata; è collegato col nutrimento e col terzo chakra Manipura).

7) Dasara è la festività religiosa che celebra la vittoria delle forze del bene su quelle che si oppongono al progresso dell'uomo verso la luce.