DISCORSO DIVINO

Giorno natale di Rama

2 aprile 2001

Il Veda Purusha (lo Spirito Supremo dei Veda)
Nacque come figlio di Dasaratha
I Veda nacquero da Prachetas (altro nome di Valmiki)
Nella Forma del Rāmāyana.
(Versi Sanscriti)


I Quattro Veda quali figli di Dasaratha

Incarnazioni del Divino Amore!
Il Rāmāyana č la manifestazione dei Veda discesi dal Cielo sulla Terra. Quattro sono le parti dei Veda: Rig-Veda, Yajur Veda, Sāma Veda e Atharvana Veda. Nel Rāmāyana, il Rig-Veda č Rāma, Yajur Veda č Lakshmana, Sāma Veda č Bhārata e Atharvana Veda č Shatrughna. I quattro fratelli, prendendo la forma dei quattro Veda, giocano il loro ruolo nella casa di Dasaratha.

Rig-Veda e Yajur Veda consistono di Mantra (potenti formule mistiche per l'elevazione spirituale) rivolti a Dio. Essi contengono le cerimonie degli Yajńa (sacrifici propiziatori) e Yāga (riti sacrificali, offerte). Per questo motivo Vishvāmitra venne a prendere Rāma e Lakshmana per la protezione di un rito. I Rig-Veda e Yajur Veda sono entrambi forme di Mantra. Essi sono forme sia di Yajńa sia di Yagā. Rāma e Lakshmana andarono insieme per proteggere il rito di Vishwāmitra.

Bhārata, obbedendo al comando di Rāma, lasciņ Ayodhyā ed andņ in un villaggio, chiamato Nandi. Arrivato nel villaggio, egli cantņ il Nome di Rāma, per quattordici anni "Ram, Ram, Ram, Ram" fu il suo unico canto.
Possiamo, quindi, affermare che Bhārata č l'incarnazione del Sāma Veda (il Veda dei canti sacri).

Shatrughna si trova ovunque siano Yajńa, Yagā ed il canto del Nome di Dio, che protegge tutta l'area intorno, in modo che fantasmi, demoni e spiriti maligni non vi entrino. Non dobbiamo pertanto pensare che Veda e Rāmāyana siano differenti. L'essenza dei Veda č il Rāmāyana. I Veda sono la forma del Rāmāyana.

Nel Rāmāyana, Rāma insegnņ tre tipi di Dharma. Il primo č il Vyakthi-Dharma (Dharma dell'Individuo). Il secondo č il Kutumba Dharma (Dharma della Famiglia). Il terzo č il Sanghika Dharma (Dharma della Societą). Per proteggere la forma dei tre Dharma, Egli si espresse nella forma di Trikona (triangolo), la forma di questi tre aspetti dharmici.

Grandezza del Rāmāyana

Tali Divini Comandi, elargiti per il benessere dell'umanitą e per essere praticati, sorsero cinquecento anni prima di Bhārata (figlio di Shakuntalā e Dushyanta, remoto antenato dei Kaurava e Pāndava), molto prima che la storia del Rāmāyana si svolgesse. Infatti, tutto ciņ č accaduto molto tempo fa.
Sebbene siano trascorse alcune migliaia d'anni da quando il Rāmāyana ebbe origine, il fatto che ancora oggi risplenda nel cuore di tutti gli uomini, dimostra la sua straordinarietą e sacralitą. Indipendentemente dall'autore, nessun altro poema rimase nel cuore dell'uomo per cosģ tante migliaia d'anni. Solo il Rāmāyana continua a fluire, a brillare ed a tramandare il suo insegnamento nel cuore degli uomini.

Il messaggio di Rāma e Rāvana

Ci sono due messaggi importanti nel Rāmāyana: uno di Rāma ed uno di Rāvana.
Soltanto Sathya (la Veritą) č l'autentica forma dell'uomo. Solo il Dharma rappresenta la qualitą fondamentale della natura umana. Sathya e Dharma sono gli occhi per l'uomo; questi occhi sono le forme di tutti i Sastra (scritture) quindi, tutte le forme dei Sastra sono gli occhi dell'uomo.
Rāma diffuse nel mondo il messaggio che l'uomo deve santificare la sua vita, insegnando e propagando Sathya e Dharma.

Sathya e Dharma erano entrambi opposti alla natura di Rāvana. Egli non accettņ Sathya e non praticņ il Dharma. Rāvana rappresenta l'uomo allontanatosi da entrambi i valori. "Oh cittadini! Avete respinto da voi Sathya e Dharma. Non fate come me. In me ci sono solo cattive qualitą; incapace di soddisfare il desiderio, persi i miei figli; incapace di controllare l'illusione, rovinai i miei fratelli; incapace di conservare la mia reputazione, distrussi l'intero regno. Alla fine rovinai anche me stesso. Cosa ottenne? Solo cattiva fama".

Cosa ottenne invece Rāma? Una gran fama. Pertanto, chi si costruisce una buona reputazione č Rāma, chi se ne fa una cattiva č Rāvana. La buona e la cattiva fama vanno sempre insieme. Rāma non puņ esistere senza Rāvana e viceversa. Pertanto il Rāmāyana č la combinazione di Rāma e Rāvana, vale a dire che il male segue sempre il bene.

(Per chiarire il concetto, Baba da un'immagine) La faccia risplendente come la Luna ha dietro di sé riccioli neri arrotolati come tanti anelli; bianca luminositą sulla faccia e la nera massa dei capelli - qual č il significato profondo di ciņ? Il Dharma che risplende č seguito da neri raggi, che causano cattiva fama. Entrambi, buono e cattivo, rappresentano le forme dell'uomo.

Dharma per l'Individuo, la Famiglia e la Societą

Dobbiamo afferrare bene il significato interiore di una storia come il Rāmāyana, che contiene molti precetti sottili. Esso non intende narrare solo storie personali. All'inizio insegnņ il Vyakthi-Dharma (restrizioni relative all'individuo, quale uomo). Vyakthi significa la forma dell'uomo.
Il Dharma di Vyakthi non si riferisce solo alla forma esteriore dell'individuo; infatti, il Rāmāyana pone in rilievo le qualitą non manifeste e latenti dell'essere umano. Si realizza l'individualitą solo quando la Veritą interiore si rende manifesta. Individualitą č esprimere la Divinitą presente nel cuore. Vyakthi Dharma insegna tale Dharma dell'individualitą.

L'uomo oggi non pratica Veritą e Rettitudine. Ciņ che guida, celato nel cuore, la Veritą interiore č "Individualitą". Vyakthi non significa qui la forma dell'individuo. Ācharana Vyakthi significa "il vero individuo č colui che mette in pratica". Pertanto,Rāma propagņ il Vyakthi Dharma al mondo.

Per obbedire agli ordini del padre, Egli si recņ nella foresta, dove subģ numerose difficoltą e sofferenze, anche se non le percepģ come tali.
In tal modo Rāma protesse e sostenne il Kutumba Dharma (Dharma della Famiglia) e diffuse nel mondo la Veritą che, in nessuna circostanza, avrebbe trasgredito il Kutumba Dharma della dinastia Ikshavaku.
Come Sanghika Dharma (della societą), Egli tributņ rispetto alla madre, al padre, alla moglie ed ai figli e portņ reputazione ai suoi fratelli.

Rāma prende commiato da Kausalyā

In qual modo Rāma protesse il nome della famiglia? Indossate vesti di fibra, si recņ alla residenza di Kausalyā; andņ da lei, per ottenere il suo permesso. Kausalyā fu molto sorpresa. "Il figlio che deve diventare Re dei re, indossa vesti di fibra. Cosa significa tutto ciņ?"

Rāma disse sorridendo: "Madre! Oggi mio padre mi ha nominato Re del Regno della Foresta. Da oggi dovrņ governare il Regno della Foresta. Questo č il nostro Kutumba Dharma." Mentre la conversazione procedeva in quei termini, Lakshmana entrņ infuriato. "Madre! Non č accaduto cosģ. Dando ascolto alle parole di quella Kaika (Kaikeyi), nostro padre č diventato iniquo."
Egli continuņ a descrivere tutto quello che era successo, senza tralasciare nulla. Quindi aggiunse: "Sono in attesa degli ordini di Rāma. Se riceverņ il suo comando, andrņ subito ad uccidere Mantharā e Kaika e farņ ritorno.
Poi, sarņ io ad eseguire l'Incoronazione di Rāma. Non intendo rispettare neppure il padre."

Proprio mentre parlava cosģ, Rāma gli andņ vicino e gli chiuse la bocca (Swami mostra il gesto, mettendosi la mano sulla bocca). Rāma affermņ:
"Lakshmana! Una simile cattiveria non č degna della nostra famiglia.
Mettere in praticare il Dharma č il nostro Kutumba Dharma. Sulla base del Vyakthi Dharma dobbiamo proteggere anche il Kutumba Dharma. Nel mondo nulla accade senza una ragione; perciņ, senza motivo, nostro padre non mi avrebbe impartito un simile ordine. Sii calmo, calmati".

Udendo le parole pronunciate da Lakshmana, Kausalyā cadde a terra.
Aggiunse, quindi: "Rāma! Se č importante per te ubbidire alle parole del padre, non sono forse io tua madre? Non sono la sua metą? Pertanto, tu devi ubbidire anche alle ingiunzioni della madre!" Rāma allora consigliņ la madre nei seguenti termini: "Madre! Dovendosi separare da me, il padre č molto addolorato ed, in tale circostanza, non č possibile che tu venga via, abbandonandolo. Tu sei metą di lui, devi consolarlo, cercare di proteggerlo in tutti i modi. Tale č il tuo Dharma. Il Dharma delle donne indiane č di obbedire alla parola del marito. Questo č il Dharma della moglie. Tu dovresti fare solo tale Seva (servizio), e non prendere parte in altri servizi. Io sono quello che č arrivato a metą del cammino e perciņ non dovresti contarmi; tu devi ubbidire soltanto agli ordini di tuo marito."

Il Dharma di Sītā

Sītā si trovava vicino a Rāma e quindi aveva udito quanto era stato detto.
Ella commentņ cosģ: "Rāma! Tu parli in modo cosģ intelligente circa il tuo Dharma! Quando, perņ, affermai che anch'io volevo venire nella foresta, tu replicasti dicendo - Non venire. Fai servizio alla madre ed al padre anziani. - Sia che essi siano giovani o vecchi, tu sei mio marito in ogni caso, non č vero? Ed io sono tua moglie, non č vero? Dicesti a tua madre di ubbidire alle parole del marito e di considerare che il Servizio al marito č la cosa pił importante. Quindi, mio marito č Dio per me. L'obiettivo pił importante č servire il marito. C'č allora un Dharma differente per me e per la madre? Questo non č il modo giusto d'insegnare."

Rāma allora lodņ Sītā, anche se era stato da lei contraddetto. Con grande intelligenza e tatto, il Dharma deve essere adattato secondo le circostanze.
Con tali insegnamenti di condotta, Rāma protesse il Dharma della famiglia e mantenne il rispetto per la stessa.
Rispetto per i genitori

Lakshmana aveva accusato Kaika molto duramente. Rāma, quindi, replicņ:
"Lakshmana! Ella non č la mia matrigna. Io amo Kaika molto pił di Kausalyā.
Kaika anche ama Me pił di Bhārata. Non dovresti accusare Kaika in tal modo, č la Madre." Infatti, si dice:

La Madre č Dio, il Padre č Dio

Rāma aggiunse: "Io obbedisco agli ordini del padre e rispetto le madri.
Questo č il nostro Kutumba Dharma." In tal modo e a quell'epoca Egli cosģ insegnņ il Dharma.

Rāma combatte da solo contro migliaia di demoni

Nel Rāmāyana ebbero luogo altri eventi. Surpanakha (la sorella demone di Rāvana), quando nella foresta le furono tagliati il naso e le orecchie, riportņ l'accaduto al fratello. Rāvana si diresse allora nella foresta con un enorme esercito. Rāma chiamņ Lakshmana vicino a sé e gli disse:
"Lakshmana! Ora devi aiutare tuo fratello e non devi lasciar posto ad altri sentimenti nel tuo cuore, solo il mio ordine dovrą essere importante per te.
Io combatterņ da solo contro tutti; tu prendi Sītā ed entrambi andate a rifugiarvi in una piccola grotta."

Lakshmana non accettņ una simile idea e replicņ: "Fratello! Stare con Sītā in una grotta, mentre tu combatti da solo contro i demoni? Anch'io mi unirņ a te nella battaglia, i demoni sono cosģ numerosi. Se ti circondano, ti ritroverai solo. Sono tuo fratello, questo č il lavoro che farņ? Non andrņ quindi in quella grotta, il mio obiettivo non č proteggere Sītā; il proposito pił importante č proteggere mio fratello Rāma. Pertanto, non vi andrņ."

Rāma allora rispose: "Nel Sanghika Dharma (il Dharma della Societą), si verificano continuamente molte situazioni come questa. Devo, quindi, applicare il Dharma intelligentemente ed in conformitą all'epoca; tu lo sai, non č vero? Anche se arrivassero altre migliaia di demoni, io combatterņ contro di loro. Tu proteggerai Sītā." Egli si espresse cosģ, usando buone parole e sussurrņ nell'orecchio di Lakshmana il segreto del Dharma. A quel punto Lakshmana accettņ; prese Sītā, andņ via e la sistemņ in una grotta, dalla quale, perņ, poteva udire urla e clamori. Lakshmana non riusciva a sopportare ciņ ed inoltre Sītā lo rimproverava continuamente.
"Lakshmana! Lo lasci lą da solo, perché mai dovresti stare qui?" Sītā continuava a ripetere insistentemente: "Vai lą! Vai, vai!"

"Madre! In qual modo posso disobbedire agli ordini di Rāma? Fra i due, Rāma e Sītā, l'ordine di Rāma č pił importante per me. Non andrņ. Rāma riuscirą a cavarsela da solo, Egli č onnisciente ed onnipotente. Cos'č la mia forza in confronto alla Sua?" Dicendo cosģ, riuscģ a calmarla. Dopo un po' di tempo, perņ, divenne ansioso di rivedere il fratello. Rāma aveva usato un'arma con mille facce e cosģ tutti i demoni erano caduti. Allora Egli si recņ alla grotta per incontrare Lakshmana, il quale vedendo Rāma salvo, fu molto felice. Come poté un solo Rāma uccidere un cosģ vasto esercito? Egli non ha una sola forma, bensģ ne ha numerose:

Centinaia di teste ha il Purusha (il Signore Supremo), Centinaia d'occhi, centinaia di piedi.
(Versi Sanscriti)
Non appena vedevano il Suo volto, tutti i demoni svenivano.

Pił dolce dello zucchero,
Pił saporito del burro,
Ancor pił gustoso del miele maturo,
Pronunciandolo e ripetendolo con la bocca,
Sembra Amritha (nettare).
(Poesia Telugu)

"Sītā! Ripeti sempre il Nome di Rāma, che č pił dolce dello zucchero, pił saporito dell'essenza del curd (cagliata) e pił gustoso del miele maturo.
Ripetilo in continuazione, č come nettare. Nessuno puņ descrivere, infatti, la dolcezza esistente nel Nome di Rāma, che č sia questo, sia quello."

Lakshmana continuņ: "Madre! Possiamo contare le onde dell'oceano, ma non ci sarą possibile determinare il potere di Rāma. Ci sono poteri in Rāma, ai quali non si possono dare attributi. Chi puņ proteggere il potere di Rāma?
Noi siamo solo i suoi strumenti, in realtą Egli possiede tutti i poteri. E', quindi, sufficiente per noi pronunciare il Nome di Rāma." Queste parole riuscirono a calmare Sītā.

"Pravritti" (cammino esteriore) e "Nivritti" (cammino interiore)

Nessuno puņ descrivere la natura della Divinitą. I Dharma espressi nel Rāmāyana sono i Dharma dei Veda. I Veda furono divisi in due parti, di cui una č relativa a Pravritti (cammino esteriore) e l'altra a Nivritti (cammino interiore). Tutte le opere in relazione al mondo sono considerate Pravritti Dharma. Pravritti si propone cosģ: "Mio caro, hai fame? Mangia pure del cibo". Nivritti immediatamente interviene, asserendo:"Mio caro, proprio perché hai fame, non mangiare qualsiasi cosa ti capiti. Quali cose dovrebbero essere mangiate? In che modo dovrebbero essere mangiate?" Il Nivritti Dharma impartisce simili insegnamenti.

Ciņ che induce la mente alle agitazioni mentali č Pravritti. Nivritti invece fa sciogliere il cuore. Pertanto c'č una gran differenza fra i due sentieri.
Nivritti č ciņ che ha sentimenti interiori, mentre Pravritti č in relazione con le attivitą esteriori. Oggi tutto ciņ che vediamo con gli occhi, udiamo con le orecchie e sperimentiamo con la mente č Pravritti. La qualitą oltre gli occhi, le orecchie e la bocca č Nivritti. Rāma in tal modo insegnņ la via di Nivritti.
Questi sono gli importanti detti dei Veda:

Il Signore Supremo dei Veda come uomo

Quale uomo?
Come uomo, figlio di Dasaratha

"Colui che č nato come figlio di Dasaratha" non era, tuttavia, suo figlio, non fu partorito dal grembo di Kausalyā. Rāma nacque da Yajńa Hotra (fuoco sacrificale). Veda č la forma di Yajńa, non qualcosa che č in relazione con gli aspetti materiali; č oltre la mente e l'intelletto, č la qualitą al di lą di tutto ciņ. Infatti, Rāma, Lakshmana, Bhārata and Shatrughna non sono soltanto delle forme ordinarie.

La precedente vita di Mantharā come cervo

Rāma era molto caro a Kaika, la quale lo accudiva con molto pił amore del figlio, Bhārata. Mantharā, tuttavia, s'intromise fra i due. Chi č Mantharā?
Facendo una ricerca, si trova la prova anche nei Veda.

Un giorno, mentre il Re Kekaya (padre di Kaika) stava cacciando, due cervi, maschio e femmina giocavano. Il Re Kekaya colpģ il maschio. Allora la femmina andņ piangendo da sua madre: "Madre! Il Re Kekaya ha ucciso mio marito. Quale sarą ora il mio destino?" La madre cervo possedeva uno speciale Yanthra, un particolare talismano, che riportava in vita quelli che erano morti. "Mia cara! Non piangere, riporterņ in vita tuo marito morto, non essere triste."

La madre cervo si recņ quindi dal Re Kekaya e gli disse: "Re! Non č bene che tu faccia cose simili. Chi č re non dovrebbe prendere parte in azioni di tal genere, non dovresti assolutamente creare separazioni. La separazione porterą soltanto Ashanthi (mancanza di pace) nella tua vita. Come io sto soffrendo per la morte di mio genero, cosģ tu, allo stesso modo, soffrirai per tuo genero. Io soltanto ne sarņ la causa." Quel cervo nacque, quindi, come Mantharā, la quale separņ il figlio, Rāma, da Dasaratha e provocņ lo stesso tipo di dolore.

Svolgendo un'indagine approfondita in tal senso, si puņ riscontrare che nei Veda esistono numerose prove simili. Infatti, i Veda (le scritture emanate da Dio stesso), i Sastra (le scritture contenenti codici morali o precetti di vita) ed i Purāna (antiche storie relative alle relazioni tra Dio e gli uomini) sono tutti interrelati ed interdipendenti fra loro. Non č possibile dividerli, non si puņ dire "Questo č diverso da quello." Solo la gente ordinaria del mondo terreno, che segue la via del mondo materiale, li divide in parti differenti.

Buono e cattivo non possono essere separati

Non č possibile separare il buono dal cattivo
Buono e cattivo sono sempre insieme
Nessuno li puņ dividere
Non potremo mai vedere la felicitą in disparte
Quando il dolore fruttifica, la felicitą č in arrivo.
(Poesia Telugu)

La relazione fra il nostro viso ed i capelli (Baba usa nuovamente la metafora del volto e dei capelli) č la stessa esistente fra il buono ed il cattivo, per cui non ci č assolutamente possibile allontanare il cattivo.
Senza Rāvana, la maestą di Rāma non avrebbe potuto propagarsi nel mondo.
Pertanto il Rāmāyana nei suoi insegnamenti unģ insieme il buono ed il cattivo e li elargģ all'umanitą.

Educazione ed "Edu-care"

Rāvana non era un tipo comune; aveva studiato tutto quello che anche Rāma studiņ. Che cosa accadde, tuttavia, allo studio appreso da Rāvana? A causa delle cattive qualitą presenti in lui, assunse la forma d'indigestione.
Mentre lo studio fatto da Rāma fu digerito, messo in pratica e servģ all'elevazione dell'umanitą.

Ci sono pertanto due tipi di studio: uno č interiore, l'altro č esteriore.
Noi studiamo, studiamo, studiamo, impariamo tutto a memoria e lo scriviamo agli esami: questo č studio esteriore.
Portare invece ciņ che si č studiato nel profondo del cuore, conferisce dolcezza allo stesso. E' studio interiore quello che insegna al mondo la beatitudine del cuore.

Lo studio esteriore č denominato istruzione, mentre l'educazione interiore č detta 'Edu-care'.(1) Senza 'Edu-care', da dove proviene l'educazione?
Voi tutti dovreste quindi apprendere 'Edu-care'.

Avere soltanto istruzione non serve a nulla. 'Istruzione' č quella cosa, che non appena si entra nell'aula degli esami, la si scrive e la si dimentica.
E' 'Edu-care' che fa sorgere l'educazione. Pertanto Rāma e Rāvana ebbero proprio due diversi tipi d'educazione.

L'influsso di Mantharā

Mantharā aveva in sé un tale antico sankalpa (decisione, volontą).
Cominciņ a raccontņ falsitą costruite contro Dasaratha, perché Mantharā voleva distruggere l'amore che Kaika aveva per il marito. Fuori c'era gran musica; i cavalli nitrivano, gli elefanti barrivano! Si sentiva un tale frastuono!
Che cosa stava accadendo? Dasaratha stava arrivando in processione per comunicare a Kaika la prossima incoronazione di Rāma.

All'udire tanto subbuglio, la gobba Mantharā si raddrizzņ. Salģ sulla terrazza in cima al palazzo e si domandņ: 'Che succede? Il Re sta entrando da solo, nessun altro entra con lui.' Mantharā non era tranquilla nel vedere che il Re arrivava con tanto sfarzo. Scendendo le scale incontrņ un'inserviente di Kausalyā di nome Deera. Questa, con le vesti di seta ed i gioielli che Kausalyā le aveva donato, andava a mostrarli a Kaika.
Kausalyā, invece, non aveva regalato nulla a Mantharā. Poveretta, c'era tanta rabbia in lei!

Mantharā domandņ: "Cosa succede! Cosa sono tutti questi ornamenti? Chi te li ha dati e perché?" - "Il figlio di Kausalyā sarą Re. Per la gran gioia Kausalyā ha donato a tutti i suoi servitori vesti di seta e gioielli."
All'udire simili parole, Mantharā diventņ una furia. Disse, "Aspetta!" ed entrņ. Vide Kaika. "Kaika! Cosa significa tal grandiositą e tutti i tuoi ornamenti? Perché ti comporti cosģ?" Kaika non le diede retta. Allora Mantharā la chiamņ vicino, "Madre Kaika! Stai commettendo un grosso errore.
Pensi che il Re ti ami, ma č solo un amore artificiale. Tu credi a tale amore e ne resti ingannata. La tua sorte presto cadrą. Ascoltami!"

Il contatto con gli altri ci trasmette le loro qualitą

Cosģ dicendo diede un colpetto sulla spalla di Kaika. (Swami si batte su una spalla). Quando Mantharā batté sulla spalla di Kaika, i sui sentimenti carichi di cattive qualitą si infiltrarono nella regina. Non dovremmo mai stare con chi possiede qualitą cattive. Il solo contatto ci porta una quantitą di rischi. Per via di quel tocco sulla spalla, in Kaika comparvero delle cattive qualitą. Prima, Kaika stimava Rāma moltissimo; da quel momento fu contro di Lui.

Kaika domandņ che cosa stesse accadendo. Dasaratha stava arrivando.
Mantharā suggerģ: "Prima che arrivi, togliti tutti i gioielli e gettali via. Va nella Krodha Gruham (la stanza dell'ira, dove la regina si poteva ritirare per farsi passare un malumore) e gettati a terra. Resta lą come giace un'edera morta." La regina seguģ le parole di Mantharā ed andņ a buttarsi nella stanza dell'ira.

L'incontro tra Dasaratha e Kaika

Il venerato Re arrivņ. Alla sua domanda, "Dov'č Kaika?" nessuno rispose.
Solo Mantharā gli disse, "Va a vederla tu stesso subito." Entrando il Re vide che Kaika era tremendamente cambiata. I gioielli erano gettati a terra.
Dasaratha si spaventņ a tale vista.
"Kaika! Perché ti comporti cosģ?" Nessuna risposta. "Questo non va bene.
L'incoronazione di Rāma č prossima; č un fatto molto grande, molto importante nella mia vita. E' un giorno di gran gioia nella mia vita.
Non devi essere addolorata." Le andņ vicino e si mostrņ affettuoso in ogni modo.
"Qualsiasi gioiello tu voglia, casa, palazzo, ogni lusso tu voglia, io lo realizzerņ." promise. Ella rispose: "Non mi serve nulla di tutto ciņ."
Egli cadde.

Lentamente Mantharā si avvicinņ a Kaika, dicendole: "Tu fosti cosģ coraggiosa sul campo di battaglia. Quando combattesti a fianco di Dasaratha durante una battaglia, gli fosti di grande aiuto! Per quell'aiuto egli ti promise di soddisfare due desideri, e ti disse che avresti potuto richiederglieli quando tu avessi voluto. Questo č il momento! Chiedi adesso di mantenere la promessa." - "Quali promesse? Io non me ne ricordo neppure!"

Mantharā le ricordņ l'accaduto. Alla comparsa del demone Saradushana, Dasaratha aveva preso Kaika con sč e mosso guerra contro quel demone.
In quella circostanza, quando al carro di Dasaratha si ruppe l'asse di una ruota, Kaika vi mise il suo dito e riparņ la ruota, permettendo al marito di sconfiggere il nemico e salvandogli cosģ la vita. Per il suo prezioso aiuto, Dasaratha promise: "Tu sei stata di cosģ grande utilitą e hai protetto la mia vita. Io voglio donarti qualsiasi cosa tu chieda." Ella allora si era domandata: 'Che cosa mai potrei chiedere?'

Oggi come allora, una donna separata dal marito puņ rimanere lontana per tredici anni; ma se si giunge al quattordicesimo anno, la ricongiunzione con il marito non č pił possibile. A corte od in altro luogo, questo č il giusto Dharma.

Kaika disse: "Io desidero che per quattordici anni Egli debba andare nella foresta. Rāma deve essere mandato nella foresta. Mio figlio, Bhārata, deve essere incoronato. Giura subito che farai questo!" Nell'udire tali parole, Dasaratha fu sopraffatto dalla tristezza. Svenne, perse conoscenza e non fu pił in grado di pronunciare una sola parola.

Kaika č gelosia

Ella richiese che le fossero concessi quei doni. Mantharā penetrņ fortemente nella mente di Kaika. Chi č Kaika? Non ha importanza chi sia, tuttavia se subentra la gelosia, essa ha una presa molto forte, tanto č vero che nessuno č in grado di rimuoverla. Mantharā, che č gelosia, fece presa molto saldamente.

Dasaratha allora osservņ: "Nessuno puņ curare coloro che possiedono la malattia della gelosia, Kaika! Perché hai in te un simile male, la gelosia?
Essa ti conferirą cattiva reputazione, ti porterą ingiustizia, diffonderą un brutta fama nel mondo. Ciņ non va bene, non č buono." Egli le diede questi insegnamenti.

"Tu puoi dire quello che vuoi, Mantharā č il mio Guru, io obbedirņ ai suoi ordini: l'incoronazione di mio figlio ed esilio nella foresta per tuo figlio, Rāma." Ecco cosa chiese.
Ciņ significa che le cattive e le buone qualitą sono in stretta ed intima relazione in numerosi modi. Ecco perché a volte dico:


Abbandonate ogni associazione con le persone cattive.
(Versi Sanscriti)

In qualsiasi momento vi tocchi chi č posseduto dalla gelosia, essa entrerą in voi. Non siate amici di persone gelose. E' meglio perdere la vita piuttosto che accompagnarsi ad una persona gelosa.
Mantharā č l'incarnazione della gelosia. Per l'associazione ad una simile gelosa, in Kaika avvenne un gran cambiamento, anche se prima Rāma le era caro come il suo stesso respiro.
Di nuovo Dasaratha le diede molti insegnamenti, tuttavia Kaika non gli diede ascolto.

Rāma va nella foresta

Rāma, pensando che si stava facendo tardi, arrivņ indossando vesti regali, pronto per l'incoronazione. Arrivņ per porgere i suoi rispetti ai Suoi genitori, ma quando vide la scena si sentģ molto male e chiese a Kaika:
"Madre! Qual č la ragione di tutto ciņ?" Kaika non diede alcuna risposta.

Che cosa ha Mantharā? Gelosia. Allora Mantharā disse tutto: mandar Lui in esilio nella foresta per quattordici anni ed incoronare re il figlio di Kaika, Bhārata. "Quando ci fu la battaglia contro Saradushana, tuo padre le fece questa promessa e proprio oggi egli ritira la parola data."

Rāma era molto triste e si avvicinņ a suo padre: "Padre! Qualunque cosa avvenga, non devi ritirare la parola data. La parola data non deve mai essere ritirata. La dinastia di Ikshavaku ne trarrebbe cattiva reputazione.
Pertanto accetta, io andrņ nella foresta."

Non appena Egli ebbe accettato, Mantharā portņ delle vesti di fibra e le gettņ lģ. La gelosia č pronta a fare anche cose come questa. Mantharā portņ le vesti, le mise nelle mani di Kaika ed aggiunse: "Digli di indossarle."
Rāma le indossņ immediatamente.

Ella disse: "Ora devi andare." Non gli venne concesso neppure un momento di tempo. Rāma si accinse cosģ ad andarsene, si avvicinņ al padre e s'inchinņ davanti a lui. Il padre non si accorse neanche che Egli gli aveva rivolto Namaskār (atto di saluto rispettoso). La mente di Dasaratha era del tutto assente; egli era completamente inconsapevole di se stesso.
Kaika diede allora il comando e disse: "Rāma! Sono il padre e la madre diversi per te? Tu mi consideri come una madre, quindi, io ti ordino, devi partire immediatamente." Egli andņ.

Mantharā - la gelosia - non puņ morire

In questo modo, poche cose cattive s'insinuano e rovinano il mondo in tanti modi. Nel Rāmāyana, Rāvana e Mantharā sono paragonati. Un bel giorno Rāvana morģ, ma Mantharā non č ancora morta a tutt'oggi. Questa Mantharā di gelosia vive sempre. Infatti, non esiste nessuno in grado di uccidere tale Mantharā.
E' nostro importante dovere non dare retta a simili Mantharā. Lakshmana andņ per tentare di ucciderla, ma Rāma lo fermņ dicendogli: "E' una donna, ucciderla non č cosa buona." Pertanto nessuno puņ ucciderla.

Tra tutte le cattive qualitą, la gelosia č pessima. Il mondo va male in larga misura - per tre parti - a causa della gelosia. Un individuo vede un altro che possiede ricchezza, vede uno che č benestante e si chiede come possa rovinarlo. Qualcuno vede un altro bello e vuole renderlo brutto.
Vede quelli che arrivano in 'prima classe' e li vuole rovinare.

In tal modo la gelosia non ha alcun tipo di limite. L'obiettivo della gelosia č di mandare in rovina.
Non dovremmo, quindi, dire parole cattive, non dovremmo mai ascoltare parole cattive, non dovremmo compiere azioni cattive. Il Rāmāyana rappresenta un importante ideale a tale riguardo.

Cattiva reputazione per quelli che dicono ed ascoltano il male

Chi disse parole cattive č Mantharā, mentre Kaika le ascoltņ. Poiché le cose si svolsero cosģ, cosa accadde poi ad entrambe? Non c'č nessuno al mondo, che le ricordi. C'č forse qualche donna che porti il nome di 'Mantharā'? Non importa se il nome di Mantharā non č in uso, ma c'č qualcuno che ha tenuto il nome di 'Kaika'? Nessuno l'ha voluto. Possono magari tenere il nome di Kausalyā, ma nessuno porterą il nome di Kaika. Nessuno porterą il nome di colui che dice parole cattive, né di chi le ascolta.

Kīchaka rivolse a Draupadi sguardi cattivi. A causa di ciņ, Bhīma andņ e gli ruppe la testa. C'č forse qualcuno fra gli uomini, che ha tenuto il nome di 'Kīchaka'? Nessuno lo vuole portare.
Colui che ascolta parole cattive, coloro che dicono parole cattive e quelli che guardano con sguardi cattivi, ebbene per costoro non c'č proprio alcuna chance al mondo.

Il Rāmāyana da esempi del vivere ideale; per tale motivo genti di tutti i paesi e di tutte le lingue hanno anche adesso rispetto per il Rāmāyana, che emana costantemente sempre nuovo splendore. Non č qualcosa che ad un certo punto avvizzisce, non appassisce mai. E' sempre splendidamente fresco e deliziosamente ridente. La principale ragione per la quale gli Indiani hanno tenuto il Rāmāyana in tanta considerazione per tutte queste migliaia di anni č la sua santitą.

Potenza del Nome di Rāma

Oggi si ricorda la nascita di Rāma. Rāma č uno che possiede qualitą molto sacre. Una volta, a casa di Kausalyā, arrivņ lei. Chi arrivņ? Anjani.
Non l'attrice del cinema, Anjali Devi (famosa attrice Indiana che recentemente ha girato una serie sulla fanciullezza di Swami n.d.t.). Anjani, (la madre di Hanuman, che č chiamato anche Anjaneya). Dunque, ella arrivņ e cominciarono a conversare. Kausalyā domandņ: "Madre, chi siete?" Anjani, rispose: "Madre, mio figlio č un grande guerriero che saltņ con un balzo tutto l'oceano fino a Lanka. Sono la madre di Hanuman."

Arrivņ un'altra donna, la madre del Saggio Agasthya. "Chi siete voi?"
"Mio figlio bevve l'oceano (metafora: oceano=samsāra) in un sorso." Kausalyā si trovņ in imbarazzo. "Madri! Il figlio che bevve l'oceano e quello che raggiunse Lanka, ci riuscirono con il potere del Nome di mio figlio!"

In quel momento Rāma entrņ. "Che accade, Madre? State litigando?" - "Figlio! Stiamo parlando della grandezza del Tuo Nome." Allora Rāma disse:
"Madre!
Non č la grandezza del Mio Nome. Questa č solo la grandezza del mio Sankalpa (Volere divino). Non sono forse molti quelli che portano il nome Rāma?
Il potere di Rāma Nama č forse manifesto in tutti loro? No. E' solo la sacralitą del Mio cuore la causa principale di tutto ciņ."

Colui che ha in sé sempre queste tre - Purezza, Pazienza e Perseveranza
-
sarą sempre uguale a Dio. Ci deve essere determinazione, buona determinazione. Se qualche negativitą entra, la bontą dovrebbe essere protetta. Anche se si verificano molti tipi diversi di difficoltą, siate pazienti, ci deve essere sempre la pace. Chiunque sviluppi queste tre qualitą, sarą uguale a Dio. Tutti sono incarnazioni del Divino.
Tuttavia, chi possiede queste tre qualitą, č l'incarnazione manifesta di Dio.

Potere e Maestą di Rāma

Non lottate per ottenere notorietą e fama. Sviluppate un cuore sacro e raggiungete la Pace santa. Nelle cose sacre abbiate forte determinazione.
Solo cosģ otterrete il giusto tipo di reputazione.
Anche Tyagāraja asserģ:

La scimmia potrą attraversare l'oceano?
Poteva Egli venire legato ad una macina?
Bhārata, con sottile intelligenza,
Guardando ed osservando, s'inchinerebbe?
Quanto č meraviglioso e maestoso il Potere di Rāma!
(Canto Telugu)

Riuscirebbe altrimenti una scimmia ad attraversare l'oceano? Potrebbe una scimmia traversarlo d'un balzo? E' possibile legarLo ad una pietra? La Dea Lakshmī Lo amerebbe?

Tutti si riuniscono ed adorano Lakshmī. Lakshmī, che č adorata dal mondo intero, dice: 'Io voglio Lui'; Ella lo ama.
La Dea Lakshmī Lo amerebbe? Lakshmana Lo servirebbe? Bhārata, con sottile intelligenza, Guardando ed osservando, s'inchinerebbe? Il Potere di Rāma č veramente immenso!

La grandezza in quel Nome, la grandezza in quelle qualitą, nessuno sarebbe in grado di descriverle 'come questa o quella'. Ogni singolo uomo deve sviluppare santitą e mantenere la Pace. Nelle cose buone dobbiamo avere determinazione. Ecco il lavoro che dobbiamo compiere oggi.

Gią da molte migliaia di anni continuiamo a fare le stesse cose, a ripetere il Nome di Rāma, a distribuire legumi 'Pesera' (legumi rinvenuti in acqua e poi distribuiti crudi, quale Prasad, cibo benedetto, per il Rām Navamī- n.d.t). Continuiamo a bere Pānaka (acqua e zucchero di canna, sempre come Prasad per il Rām Navamī - n.d.t.). Ebbene, neppure una delle cattive qualitą presenti in noi si allontana. Qual č lo scopo di celebrare, che motivo c'č nel celebrare queste festivitą?

Celebrando i Pandugas (festivitą), il cuore dovrebbe diventare un Pandu (frutto maturo). Il cuore dovrebbe trasformarsi e diventare dolce. Solo allora, per aver celebrato la festivitą, avrete ottenuto il giusto tipo di santitą.

I giovani hanno un lungo viaggio

Studenti!
Siete in tenera etą, siete coloro che devono percorrere un viaggio molto lungo. Nel 'treno' della societą tutti i giovani sono quelli che faranno un lungo viaggio. Nel 'treno' della societą, tutte le persone vecchie ed anziane sono coloro che scenderanno alla prossima fermata. Dove scenderanno e cosa faranno?

Voi invece non sarete quelli che scenderanno, ma quelli che faranno un lungo viaggio. Dovete mantenere pulito il vostro scompartimento, tenetelo pulito.
Fate il viaggio gioiosamente. Ricercate il Sūkshma Tattvam (sottile Realtą) e ricevete il frutto della Grazia: ecco il lavoro che dovete compiere.

In occasione del giorno natale di Rāma ricordatevi con tutto il cuore del Suo Nome, installate i sentimenti di Rāma nel cuore e santificate la vostra vita. Per tale motivo Egli ha il nome di Ātma Rāma. Rāma č in ogni singolo cuore nella forma dell'Ātma. L'Ātma non subirą mai modificazioni.
Pertanto l'Ātma č Swarupa (la vera forma). Sviluppate la fede in:

Io sono Dio, Io sono Dio, Io sono Dio.
(Swami conclude il Suo Discorso con i Bhajans, "Rāma, Rāma, Rāma Sītā"
e
"Rāma Kodanda Rāma".)

Incarnazioni del Divino Amore!
Sapete che Prāsanthi Nilayam si trova in Rayalasima (un'area conosciuta per il suo terreno roccioso e per la scarsitą d'acqua - n.d.t.). Anche se č un luogo colmo di beatitudine, tuttavia, fa cosģ caldo che il corpo non riesce a sopportarlo. Tale č la qualitą della stagione. Pertanto, da questa sera, tutti coloro che devono partire, possono tranquillamente andare con gioia, senza aspettare il comando di Swami e fare felice ritorno.
Andate e ritornate a Prasanthi Nilayam in Giugno.

Prashānti Nilayam, 02 aprile 2001
SRĪ RĀM NAVAMĪ SANDESH
Giorno natale di Srī Rāma
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