DISCORSO DIVINO

Le cause della sofferenza

25 luglio 1996

Abbandonare la famiglia per fare l'asceta nella foresta, imparare tutti i Veda non vi servirà a raggiungere la realizzazione. Soltanto attraverso il SEVA vi sarà possibile attraversare il mare dell'esistenza.

Studenti !

Al giorno d’ oggi ci sono tanti intellettuali, tanti scienziati, tante persone colte e raffinate. Quante di queste persone hanno raggiunto la pace ed hanno ottenuto la pace, quella vera, anche solo per un attimo? Quanti hanno capito che cos’è la vera beatitudine? Se non si è capaci di ottenere pace e gioia a che pro saper tanto? Una persona piena di pace irradia il suo stato d’animo ed automaticamente trova bello tutto ciò che vede. Un cieco può solo vedere tenebre. Il Sadhana principale è "essere in pace, propagare la pace. Le cause principali della sofferenza sono cinque.

La prima è l'ignoranza. Non si tratta qui di "non sapere" ma dell'Avidya che vi spinge ad identificarvi col corpo. Il non prendere coscienza della Divinità che è in voi è IGNORANZA.

La seconda è non capire la ragione della vostra sofferenza, non sapere che è la vostra mente a creare ogni situazione, nel vostro mondo. Chi non sa controllare la sua mente, è costretto a soffrire.

La terza è il desiderio. Non essere capaci di controllare i desideri e correre dietro ad ogni stimolo dei sensi, ha come risultato il dolore. Chi ha meno bagagli viaggia meglio; perciò continuo a ripetervi: "limitate i vostri desideri". Non potete ottenere la pace, quando il vostro cuore è pieno di desideri. Un desiderio soddisfatto dà un piacere breve; ad un desiderio ne segue un altro e se non riuscite ad ottenere ciò che desiderate soffrite.

La quarta è la dualità, dividere e fare differenze tra il piacevole e lo spiacevole, il buono ed il cattivo. Dovete mantenere equanimità in tutte le situazioni. Tiagaraja usava prostrarsi davanti ai buoni con profonda devozione e poi faceva lo stessa davanti ai malvagi. La gente si meravigliava molto del suo comportamento e gliene chiese la ragione. Egli rispose: "la compagnia dei malvagi procura molta sofferenza. Io sono loro grato di lasciarmi in pace e li ringrazio. Ringrazio anche i buoni, di non cercare la mia vicinanza perché anche la separazione dai buoni procura tanta sofferenza. Rimango solo con Dio, in pace." La vita umana è piena di unioni e di separazioni. Manteniamo equanimità. Non siamo in grado di capire chi è buono o no, quindi non giudichiamo. Non pensate, dividendo le persone in categorie: "quello è buono, quello non è buono, ecc.". Non perdete tempo a pensare agli altri, pensate solo a Dio. Le forme sono diverse, i corpi sono tanti, ma tutto è Dio.

Molta sofferenza è creata dalla dualità. Tu non sei quello che pensi di essere; non sei ciò che gli altri pensano che tu sia, tu sei l'Atma. Questo è stato insegnato da tutte le religioni. Gesù disse prima: "Io sono il figlio di Dio", e poi raggiungendo la realizzazione finale: "Io ed il Padre siamo UNO". Anche i Parsi dicono all'inizio del cammino spirituale: "io sono nella Luce"; poi: "la Luce è in me"; ed alla fine: "io sono la Luce".

Non criticate nessuno. Salutate tutti con uguale reverenza. Siate in pace e trasmettetela, con il vostro modo di essere anche agli altri. Questo è il vero Sadhana. Non perdete tempo a pensare al bene o al male delle persone che sono vicino a voi, Adoperate tutto il vostro tempo e la vostra energia per proteggere il bene del vostro cuore.

La vostra mente è come una macchina fotografica che imprime dentro di sè ciò su cui avete puntato l'obbiettivo. Se perdete tempo a mettere a fuoco la vostra mente sul male degli altri, quel "male" sarà impresso sulla vostra pellicola. Non fatelo. Pensate bene, guardate bene. Chi conosce Dio, pensa a Dio, diventa Dio. Le Gopi un giorno dissero a Radha: "continuamente ripeti il Nome di Krishna, ormai sei diventata Krishna" e Radha rispose: "è vero, Radha non è più in questa forma ma è nella mente di Krishna". Quando pensate a Dio, Dio pensa a voi. Mantenete la vostra mente aperta, e tenete aperto il vostro cuore. Non parlo del cuore fisico, altrimenti avrete bisogno di un operazione! Il cuore fisico è l'interruttore generale del corpo. Lui porta il sangue in tutto l'organismo. Ma il sangue ha bisogno di ossigeno e quindi c’è collaborazione tra cuore e polmoni e tutti gli altri organi del corpo, per il buon funzionamento del vostro organismo. La forza vitale è come una folgore nella colonna, tra la nona e la dodicesima vertebra. Se nel vostro cuore spirituale c’è amore non soffrirete più. Tutto è solo nuvole passeggere. Quando hai dei problemi, non li risolverai arrovellandoti o preoccupandoti. Non preoccuparti mai ! Pensa a Dio, e quando hai dei problemi pensa a Lui anche di più. Preoccuparsi è mancanza di fede e di Amore per Dio. Nelle sofferenze non criticare Dio, chiedendogli perché non ti aiuta. Prega, prega, non stancarti di pregare. Dovunque siate, pensate a Dio.



SHIVAYA, PARAMESWARAYA

CHANDRA SHEKARAYA NAMAH OM