DISCORSO DIVINO

L'Amore dà senso alla vita

5 luglio 1996

A che serve la disciplina spirituale se non si sviluppa il controllo dei sensi? A che serve fare pratiche yoga se non si sviluppa la pazienza? A che serve pregare se non si ottiene la pace? È come coltivare una terra sterile aspettandosi il raccolto.

Per questo mondo è valida la massima: “Qualsiasi cosa può essere raggiunta attraverso una pratica spirituale costante (sadhana)”. Se una formica vuole, può coprire miglia di distanza, mentre un’aquila non potrebbe volare nemmeno a mezzo metro d’altezza, se non avesse volontà ed esperienza. È necessario che ogni uomo abbia buone intenzioni (satsankalpa) e pratichi la disciplina spirituale.

Alla tenera età di cinque anni, Dhruva maturò il nobile pensiero di compiacere Dio e di conquistare così la Realizzazione immediata. Perseverò nei suoi sforzi e poté, così, essere gradito a Dio, tanto da diventare un importante punto di riferimento ed esser apprezzato nei secoli che seguirono. Chiunque abbia questa convinzione, è in grado di raggiungere vette altissime, malgrado l’età e le proprie capacità. Molti hanno fallito nei propri tentativi nonostante gli sforzi e le buone intenzioni.

Vishvâmitra, a causa della mancanza di senso di controllo e di pazienza, dovette fare più volte penitenza, riuscendo infine a raggiungere il suo obiettivo. Colui che canta con voce melodiosa ha sicuramente provato svariate volte prima di raggiungere la capacità di cantare in quel modo. Per questo motivo, a questo mondo, oggi, è essenziale far pratica.

L’Amore è la cosa più importante e senza di esso la vita non ha senso. Ogni uomo dovrebbe capire il significato di questo Amore e comportarsi di conseguenza. La vita è Amore, condividetelo! La vita è un sogno, sognatelo! Che tipo di sogno? È una combinazione del sogno diurno e del sogno notturno. Voi vedete Swami, ascoltate la Sua voce e, con tutto il cuore e la mente, ve ne compiacete. Questa è la realtà, fino a quando non vi addormentate e diventate ignari di tutto ciò, sperimentando invece emozioni e sentimenti diversi: i vostri sogni notturni. Al risveglio, il giorno vi appare nuovamente realtà, e gli eventi della notte diventano sogni notturni. La verità è che entrambi sono sogni e che voi siete presenti in tutti e due. È per questa ragione che siete onnipresenti. Questa vita è pertanto un sogno, sognatelo! Questa comprensione è religione. Cogliere la verità è religione.

Bisogna sforzarsi di sviluppare l’Amore, perché è il sentimento più grande.

Fin dai tempi più antichi, molti saggi si ritiravano nelle foreste per sottoporsi a dure penitenze, e, sebbene tutt’intorno ci fossero animali selvatici, fra questi ultimi e gli uomini non esisteva la paura. I saggi non possedevano né coltelli né armi e nutrivano nei loro cuori amore per la creazione, potendo così vivere in armonia con la natura ed i suoi esseri.

Tempo fa, in Italia, viveva un uomo di nome Antonio. Era molto bravo a costruire violini ed impiegava anche un anno per fabbricarne uno nel migliore dei modi. Amici e parenti, preoccupati per questo, gli chiedevano come avrebbe fatto a sostenere la famiglia se avesse continuato ad essere così lento e pignolo nel suo lavoro. La risposta era: “Amici cari, Dio è perfetto e completo. A tale Dio si possono offrire solamente cose perfette ed impeccabili. Non faccio questo per sostenere la mia famiglia o per mantenere me stesso; ma considero tutto ciò un’offerta alla perfezione di Dio”.

I Veda dichiarano: Sarva karma Bhagavat prithyartam: “Tutti i lavori devono essere compiuti per soddisfare Dio”. Dio considera solo la qualità, non la quantità. Persino un cucchiaino di latte vaccino è migliore di tanti barili di latte d’asina; allo stesso modo un’ora di meditazione è sprecata se non si è capaci di controllare la mente neanche per un secondo. Non serve a niente pregare, fare meditazione o dedicarsi ad esercizi yoga, se non si è sereni, pazienti e pieni di gioia.

La via più semplice e più agevole è quella di pensare che tutto ciò che facciamo sia opera divina. Non c’è niente di più facile. Dio risiede in ognuno di noi e qualsiasi cosa facciamo dovremmo farla per Lui. Chi siete voi? Non siete il corpo, non siete la mente e nemmeno i sensi. Siete il Signore, siete Dio! L’intera creazione è pervasa del Divino. Perché, dunque, non Lo vedete? Ci sono molti rosari (japamala), alcuni fatti di rudraksha, altri di semi di loto, altri ancora di tulsi e cristallo. Ogni perlina è tenuta insieme da un filo che non è visibile nei japamala, fatta eccezione per quello di cristallo. Allo stesso modo, si può vedere Dio solo in quelle persone i cui cuori sono diventati puri. Questo è il Brahma-Sûtram.

A che serve pregare, fare meditazione e praticare esercizi yoga se non si è in grado di eliminare le cattive qualità? Gli abitanti dell’India hanno un grande retaggio di poemi epici, quali il Râmâyana, il Mahâbhârata e il Bhâgavatam. Qual è il loro significato? Si riferiscono rispettivamente ai desideri (kâma), all’avidità (lobha) ed all’ira (krodha). Non sorprendetevi di questa analogia. Il Râmâyana mostra come Râvana, caduto vittima di Kâma, sia andato incontro alla rovina causando anche la distruzione della sua famiglia. Il Bhâgavatham è la storia di Hiranyaksha e di Hiranyakashipu morti a causa dell’ira (krodha) che nutrirono nei confronti di Hari. Il Mahâbhârata narra le vicende di Duryodhana che per avidità (lobha) diede inizio ad una guerra nella quale perì con i suoi fratelli. Tutti e tre odiavano Dio e rifiutavano il concetto di Liberazione (Moksha). Che cosa significa Moksha? Moha + Kshaya significa che la distruzione dell’attaccamento (moha) porta alla Liberazione.

Una volta Nârada chiese a Vishnu: “Maestro, dovunque mi trovi posso sentirTi, ma dimmi, qual è l’indirizzo del Tuo quartier generale ? È forse nel Kailâsha, nel Vaikuntha o nello Svarga che devo cercarTi quando ho bisogno urgentemente di Te?” Il Signore Vishnu replicò: “Nessuno di questi è il mio quartier generale, sono solo filiali. Io sono ovunque sia cantata la Mia Gloria”. In tutte le altre parti Dio rappresenta solo una statua da portare in processione. Nel luogo, invece, ove i devoti cantano la Sua Gloria, Egli risiede costantemente.

Non dovreste considerarvi semplicemente degli esseri umani che passano la propria vita ad inseguire le cose terrene. Dio è Amore: sperimentate questo Amore! Un devoto del Karnataka di nome Mallamma così cantava: “Il fiore di loto è l’ornamento del lago, la casa quello del villaggio, la luna quello del cielo, le onde quello dell’oceano. Per il Tuo devoto, l’ornamento è l’Amore”. Vivete nell’Amore! Se trovate che qualcuno non ne ha, dividete il vostro con lui. L’amore è come una bussola che indica sempre il nord ovunque essa si trovi. Allo stesso modo, per il devoto, l’Amore verso Dio dovrebbe sempre essere in qualunque cosa egli faccia, chieda o pensi. Come guadagnate denaro in qualunque affare facciate, così cercate di trarre amore da ognuna delle vostre azioni. Dio si manifesterà laddove il cuore si colmerà d’amore .

È più facile guadagnare la grazia di Dio che sminuzzare il petalo di un fiore o schiacciare il burro. Credere che si debbano affrontare prove durissime, che si debba fare molta penitenza e sottoporsi ad ardue privazioni, impedisce all’uomo di realizzare l’Amore del Divino. Dove si può cercare Colui che pervade ogni cosa? Qualsiasi cosa vediate è Dio. Non è colpa della creazione, ma del vostro erroneo modo di vedere. Persino la bomba atomica non possiede il potere dell’Amore????????.

Perché c’è tanta gente qui? Dalla mattina alla sera, molti devoti arrivano da ogni parte del mondo. Non ho mai invitato nessuno, eppure tutte queste persone sono qui grazie all’amore che nutrono per Swami e per l’Amore che Swami nutre per loro. Siamo tutti uniti da questo Amore. Qualsiasi cosa pensiate, pensatela con Amore, qualsiasi cosa diciate ditela con Amore, qualsiasi cosa compiate, fatela con Amore. Per arrivare a Dio, non esiste strada più facile, più diritta, più agevole.



Baba ha concluso il Discorso con il bhajan: "Prema Muditha Manase Kaho..."





Corso Estivo 1996

Estratto del Discorso del 05 Luglio 1996



da: Mother Sai - Supplemento 1996