DISCORSO DIVINO

L'Amore e la Triplice Purezza

15 gennaio 1995

Incarnazioni dell’Amore Divino!

Chi riconosce che l’Atma in lui e in tutti gli altri è lo stesso, è alla presenza costante di Dio sia egli un domestico o un rinunciante, sia solo o in mezzo alla folla. Tutti devono riconoscere la Divinità che è inerente in tutti gli esseri umani. Il saggio Narada dichiarò: L’Amore è l’incarnazione dell’ambrosia (Prema amrithasya svarupah). Nel mondo materiale, l’uomo ritiene che le quattro mete della vita (i quattro purushartha) siano il mezzo per raggiungere la liberazione ma questo non è corretto. La rettitudine (Dharma), la ricchezza materiale (artha), il soddisfacimento dei desideri (kama) e la liberazione (Moksha), considerati i quattro scopi dell’esistenza umana, non sono tutto; per l’umanità c’è un quinto scopo che trascende perfino la liberazione e questo è l’Amore Supremo (Parama-prema). Questo Principio dell’Amore è Divino; l’Amore e Dio non sono distinti, Dio è Amore e Amore è Dio. Il significato dell’esistenza umana può essere compreso davvero soltanto quando si sia capita la verità di questo Principio dell’Amore. Una poesia Telugu dice:



Il Signore Sai è l’incarnazione dell’Amore

che ha insegnato il Principio dell’Amore,

che ha proclamato l’eguaglianza di tutti gli esseri,

che ha rivelato quanto sia prezioso avere umanità.





Se, in una casa in cui vivono tre persone c’è armonia e cooperazione, quello è veramente il Paradiso in cui regna la Beatitudine Divina; se, al contrario, i tre mancano di armonia e capacità di adattamento, sono sgraditi l’uno all’altro e si comportano come nemici, non c’è inferno peggiore di quello.

Gli antichi consideravano l’unità triplice come una forma di Yoga.

Il paradiso e l’inferno dipendono dalla condotta delle persone. Il corpo è una casa in cui risiedono tre entità chiamate mente (manas), parola (vaak) e organi. Avere umanità significa mantenere l’unità tra pensiero, parola e azione. Il gergo vedantico descrive questa unità come purezza triplice (thrikarana shuddhi). La liberazione vera(moksha) consiste nell’esprimere in parole i pensieri che sorgono nella mente e attuare ciò che si dice; gli antichi consideravano questa unità triplice come una forma di Yoga. “Coloro, la cui mente, le parole e le azioni sono in accordo perfetto, sono esseri dall’anima elevata (Manasyekam, vachasyekam, karmanyekam mahathmanam)”. Per questo, ogni uomo dovrebbe sforzarsi per attuare l’unità tra pensiero, parola ed azione che è il segno distintivo di coloro che hanno umanità. Questa verità profonda è proclamata dal vedanta che asserisce che il corpo è un tempio in cui l’Atma eterno risiede. Il Veda è dualistico mentre il Vedanta è monistico (advaita) e la sua essenza è l’unità triplice di pensiero, parola ed azione; in questa unità si può sperimentare la beatitudine vera. Essa dimostrerà anche la base spirituale della Divinità.

Il Vedanta non è di alcuna utilità se i suoi precetti non vengono messi in pratica.

Oggi ci sono innumerevoli studiosi che espongono il Vedanta; essi hanno molti ascoltatori ma il risultato è pochissimo perché gli insegnamenti esposti non vengono praticati. Tutto lo studio del Vedanta non serve se i precetti non si praticano. Le persone devono scoprire quali siano i metodi semplici per mettere in pratica gli insegnamenti del Vedanta. Il modo più semplice è quello di coltivare l’armonia tra pensiero, parola ed azione. Ecco una poesia Telugu:

Può l’oscurità del mondo essere dispersa parlando della gloria della luce?

Può la sofferenza di un uomo ammalato essere lenita lodando le panacee?

Può la povertà di un indigente essere mitigata ascoltando la grandezza della ricchezza?

Può la fame di un uomo che muore d’inedia essere alleviata dalla descrizione di cibi prelibati?



Piuttosto che ascoltare una tonnellata di precetti, è meglio mettere in pratica un’oncia di insegnamento. Ciò che dobbiamo attuare oggi è qualcosa i molto facile e sottile. Lo spirito di servizio è la via regale da percorrere; come lo si deve coltivare? La Gita pone l’accento sulla parola “amico (suhrit)”; chi è un amico vero? Può essere del tutto altruista? Vi aiuterà senza aspettarsi alcun ritorno? La madre, il marito, la moglie o il figlio vi amano per le loro ragioni egoistiche; un amico del tutto privo di egoismo non si può trovare nel mondo. Trovare qualcuno che faccia servizio completamente senza interesse personale è difficile; soltanto Dio è totalmente altruista come amico e benefattore, Egli è stato descritto come un amico che è il vostro alter ego. Dio non cerca ricompense di alcun tipo, in Lui non c’è traccia di interesse egoistico; Egli soltanto può essere assolutamente altruista ed amorevole senza aspettare alcunché in cambio.



Seguite la strada regale dei precetti Divini

Se chiedete ad un amico dove risieda, vi darà un certo indirizzo ma questo si riferisce alla residenza del corpo; la residenza vera di qualcuno è l’Atma che è l’incarnazione dell’Amore per cui voi dovete stare nell’amore e vivere nell’amore, dovete dedicare la vita a questo amore. Se dedicate la vita a rincorrere cose effimere, otterrete soltanto cose effimere; dovete cercare ciò che permane, che è duraturo. Che cos’è? E’ il precetto Divino. Se vi incamminate sulla strada regale seguendo i precetti di Dio, realizzerete tutti i vostri desideri. Voi dovete comunque tener presente che più avete cari questi desideri e più essi vi legano; i legami si riducono diminuendo i desideri. Ci deve essere un limite ai desideri e, similmente, bisogna trattenersi dal generare degli attaccamenti. Quando una persona muore, in famiglia c’è dolore; è la morte la causa del dolore? No, è l’attaccamento alla persona morta che lo causa. Il processo del liberarsi dall’attaccamento è stato descritto nel gergo vedantico come vairagya (rinuncia). Gli attaccamenti dovrebbero venir eliminati gradualmente; meno bagaglio portate durante il viaggio della vita, più comodità sperimenterete. Si potrebbe chiedere: “Come si possono ridurre gli attaccamenti e i desideri vivendo nel mondo? La risposta è: “Occupatevi degli affari e delle altre attività dedicando tutto al Divino”. Tutte le azioni dovrebbero essere fatte con la convinzione di dedicarle a Dio; questo è un sentiero facile da percorrere. Considerate tutte le azioni compiute dal potere Divino, sia il vedere, l’udire, il parlare o il fare; senza il potere del Divino, gli occhi possono vedere o le orecchie udire?



Il potere Divino è la fonte di tutte le capacità.

Il primo requisito per l’uomo è la comprensione del fatto che il potere Divino è la fonte di tutte le facoltà e le capacità in lui; questo è vero sia per l’ateo che per il teista e per l’agnostico. Nessuno al mondo può andare avanti senza questa energia; essa può essere chiamata con nomi vari ma i nomi non sono importanti. L’energia è una ed è questa energia Divina che dirige il genere umano nella direzione giusta. L’uomo deve sforzarsi di riconoscere la presenza del Divino anche nelle cose piccole. Anil Kumar, nel discorso che ha fatto poco fa, ha parlato delle Organizzazioni Sai; esse compiono le loro attività con devozione e dedizione ma non cercano di scoprire quale sia l’ideale da raggiungere. “Siamo impegnati in questo lavoro per la nostra soddisfazione o per la soddisfazione del Divino?” è la domanda che dovrebbero porsi. A questo proposito, si può ricordare un fatto dalla Bibbia: una volta un devoto andò da Gesù e chiese “Signore, qual è il potere con cui si può proteggere?” ed Egli rispose “Figlio, se ami Dio, quello stesso potere ti protegge”. Nella Bhagavad Gita, Arjuna chiede a Krishna “Che cosa si deve fare per guadagnarsi l’Amore di Dio?” e Dio risponde “ Sempliciotto! Tu immagini di amare Dio: la verità è che Dio cerca un devoto vero”. Milioni di persone di tutto il mondo sono in cerca di Dio ma dove Lo cercano? Secondo Me, la stessa idea di una ricerca di Dio è sbagliata; non c’è alcun bisogno di cercare Dio: Dio è onnipresente, è dovunque. I devoti immaginano di cercare Dio; questo non è vero, è Dio che è in cerca di devoti. “Dove si può trovare un devoto puro nei pensieri, nelle parole e nelle azioni?” Dio cerca un devoto simile. Voi non avete bisogno di cercare Dio: Egli vi è più vicino di vostro padre e vostra madre. Voi stessi siete divini, come potete andar cercando voi stessi? Questo è l’errore che commettete. Quando tutto è permeato dal Divino, chi è che cerca il Divino? Il mondo è sprofondato a un livello così degradante perché manca di uomini che possano proclamare questa verità vedantica con esperienza autentica.

Il miglior modo di amare Dio è quello di amare tutti e servire tutti.

Non c’è bisogno di cercare Dio; in verità, voi siete il Divino. Sforzatevi di portare a manifestazione questa verità; c’è un modo semplice e facile per farlo: abbiate fede nel fatto che ogni essere umano è un’incarnazione del Divino. Amate tutti, servite tutti; il modo migliore per amare Dio è quello di amare tutti e servire tutti. Voi dovere amare tutti perché Dio è in tutti, ogni essere umano è una manifestazione di Dio. Sul palcoscenico cosmico, ogni uomo identifica se stesso con la forma ed il nome che gli sono stati dati senza capire quale sia la sua forma e il suo nome veri. Ieri sera, avete assistito al film in cui Anjalidevi ha recitato il ruolo di Sakkubai. Nella vicenda, ella appariva come Sakkubai e non come Anjalidevi ma le due sono la stessa persona. Dio assume forma umana e sembra un essere umano. Quando l’uomo riconosce la sua natura fondamentale divina, diventa il Divino; finché uno pensa di essere un semplice essere umano, rimane un umano ma quando si considera Divino con convinzione profonda, viene trasformato nel Divino.

Guardate il cosmo attraverso la lente dell’unità spirituale

Quindi i pensieri e sentimenti determinano ciò che siete. Cambiate i pensieri; se abbandonate il modo di vedere di tipo secolare e guardate il mondo dal punto di vista spirituale, il mondo (vishvam) e il Divino (Vishnu) diverranno uno. Per questo, cambiate il vostro punto di vista. Invece di correggere la sua visione, l’uomo vuol cambiare la creazione (srishti); nessuno può cambiare la creazione, è la propria visione che deve essere cambiata. Se desiderate sperimentare l’unità, dovete vedere il cosmo attraverso la lente della unicità spirituale altrimenti il mondo apparirà come una molteplicità ingannevole perché voi guardate attraverso gli occhiali delle tre qualità (guna): purezza/tranquillità (satva), irrequietezza (rajas) e inerzia/ignoranza (tamas). Mettete da parte queste tre lenti e indossate la lente della unicità spirituale, il sentimento dell’unità nello spirito. L’Amore è uno, “Il Supremo è Uno anche se i saggi Gli si riferiscono con molti nomi”. Il Divino deve proclamare questa unità quando si manifesta in forma umana e vive e va tra gli esseri umani. Il Divino non ha simpatie o antipatie, non fa distinzione tra “mio” e “tuo”, è oltre la lode e il biasimo; come dovrebbe quindi comportarsi? Tutti dovrebbero comprendere questo.

Swami e i devoti

Molti lamentano il fatto che Swami non parli con loro, malgrado vengano spesso, e domandano: “Swami è arrabbiato con noi?” Queste non sono aberrazioni mentali, sono fatti dovuti all’ignoranza completa; questioni simili sorgono nelle loro menti soltanto se essi non hanno capito la natura reale di Swami. Io non ho antipatia verso nessuno, Io non odio nessuno, tutti sono Miei e Io appartengo a tutti ma, nel trattare con i devoti, devo comportarMi come un dottore che prescrive una dieta specifica a ogni paziente. Per esempio: c’è un paziente che soffre di diabete e non deve consumare dolci. Se un devoto pensa “A me piacciono i dolci; perché la Madre Sai dovrebbe proibirmi di mangiarne?” la risposta è che è per il suo bene. Se Swami non avesse a cuore la salute del paziente, lo lascerebbe soffrire dandogli i dolci; è per amore del devoto che la Madre Sai gli nega i dolci. Swami adotta questi regimi differenti per curare le indisposizioni dei devoti. Ce ne sono altri che fanno rimostranze di tipo differente come, ad esempio, gli studenti che lamentano spesso che Swami non parli con loro perché è arrabbiato; Io non ho rabbia verso nessuno, che ci crediate o meno, Io non so che cosa significhi la rabbia anche se, a volte, sembra che sia molto arrabbiato. Questo è inevitabile perché, se non assumo questo comportamento, gli studenti non fanno caso alle Mie parole. Io dico loro di comportarsi in un certo modo: alcuni ascoltano quello che dico e cercano di metterlo in pratica, altri osteggiano le Mie ingiunzioni. In questa situazione, Io devo garantire il rispetto delle Mie parole. A cosa serve parlare a coloro che non danno valore alle Mie parole? Io non intendo svalutarle. La Verità è la vita della parola data; le Mie parole hanno il marchio della Verità, Io non posso dissociarMi dalla Verità. Io non parlo a coloro che non danno valore alle Mie parole; questo dovrebbe essere compreso da quelli che lamentano che Swami non parli con loro. Se le persone danno peso a quanto dico, Io sono pronto ad aiutarle in ogni modo e a dar loro felicità; Io non faccio niente a mio vantaggio, questa è la mia Verità.

Tutto ciò che faccio è per il vostro bene

Il super-speciality hospital è stato costruito spendendo molti soldi; è stato a Mio vantaggio? Similmente, l’università è stata istituita al costo di molte decine di migliaia di rupie; per il bene di chi? Per il Mio bene? Questa splendida sala (adiacente al mandir) fu costruita per proteggere i devoti dalla calura e dalla pioggia; dormo qui Io? Ogni cosa che faccio è per il vostro bene, sono sorpreso che non ve ne rendiate conto. I devoti possono essere così scarsi in intelligenza? Il Me non c’è traccia di egoismo in alcun modo, non ho paure di alcun tipo. Soltanto l’uomo colpevole è tormentato dalla paura, Io non ho paura perchè non ho fatto alcun torto a nessuno; anzi, Io sono arrendevole verso i devoti. Non comprendendo questa verità, alcuni pensano che Swami sia arrabbiato o mal disposto verso di loro; liberatevi di queste sensazioni sbagliate, convincetevi che qualunque cosa Egli vi dica è per il vostro bene e mettetela in pratica. Io non guadagno niente se vi comportate bene né perdo qualcosa se vi comportate male; siccome vi amo, non voglio che soffriate per le conseguenze della vostra cattiva condotta.

Comprendete l’Amore di Dio

Parlando dell’Amore di Dio, lasciatemi chiarire il fatto che il novantanove per cento dei devoti non comprende che cosa significhi Prema. Questo amore è interpretato in senso terreno e questo li svia; gli attaccamenti tra marito e moglie, tra madre e figlio, tra amici e parenti, sono tutti approssimativamente definiti “amore” ma sono il risultato di relazioni temporanee e sono passeggeri per natura. Prema è Thrikala-abadhyam (costante nel passato, presente e futuro); un Amore simile può esistere soltanto tra Dio e il devoto e non si adatta a nessun altro tipo di relazione. Per voi non è facile comprendere la natura vera dell’Amore di Dio, voi siete consci solamente degli attaccamenti di tipo terreno che sono soggetti agli alti e bassi. Ciò che va incontro a cambiamenti simili non può esser chiamato amore; l’Amore vero è immutabile, è Divino. L’Amore è Dio, vivete nell’amore, incamminatevi sulla via dell’amore. Voi siete capaci di esaltarvi con piaceri effimeri o deprimervi per perdite insignificanti. L’Amore di Dio è eterno e costante; cercate di comprendere quell’Amore. Come si fa? Coltivando il sentimento che qualunque cosa vi accada, sia piacevole che spiacevole, è per il vostro bene. Quando avete quella convinzione ferma, il valore dell’Amore di Dio per voi aumenta. La maggioranza delle persone sente la gioia infinita dell’Amore di Dio finché è alla presenza di Swami ma questa sensazione si dissolve quando esse sono nell’ambiente del mondo esterno; dovete vedere che lo stesso ambiente sacro esiste dovunque siate portando la vostra devozione in qualunque luogo andiate. Spargete il Messaggio Divino in ogni angolo del paese, recitate il Nome di Dio dovunque siate, al villaggio, per strada, in ogni casa e nei vostri discorsi e canti; questo è il modo per far sì che il vostro amore per Dio rimanga saldo e non si affievolisca. Dio non ottiene alcun beneficio da questo perché non ha desideri, non vuole niente; è soltanto per il vostro bene. Elevatevi con il vostro sforzo (Uddhareth Atmana Athmanam). Non riconoscendo questa verità, molti immaginano che Sai Baba indica l’akhanda bhajan e celebri festività varie per glorificare il Suo Nome; queste sono persone del tutto sciocche. Sai Baba non cerca niente da nessuno. Migliorate voi stessi, diventate migliori, sperimentate la vostra beatitudine, rendete sublimi le vostre vite; utilizzate queste ricorrenze ed attività devozionali a questo scopo.

Satyam, Shivam, Sundaram

Incarnazioni dell’Amore! Dato che l’Amore è veramente la vostra forma, manifestatelo in tutti i modi, condividetelo. Dio è l’Abitante del Cuore (Hridayavasi).

Il sostegno di tutti gli esseri, Pace incarnata,

il soggetto di tutti i nomi, Bontà incarnata.

L’Incarnazione di Esistenza, Consapevolezza, Beatitudine,

l’Uno senza secondo. Egli è Verità, Bontà e Bellezza.

Sarvabhutha-dharam shaantham

Sarvanaama-dharam Shivam

Sat-chit-aanandha rupam adhvaitham

Satyam Shivam Sundharam



Il filosofo Greco Platone, il maestro di Aristotele che fu anche precettore di Alessandro, dichiarò tre cose quali verità fondamentali: Verità, Bontà e Bellezza. Questi sono gli stessi termini usati dai saggi indiani per descrivere il Divino: Satyam, Shivam, Sundharam. Così, in tutte le religioni e filosofie, questi sono stati dichiarati attraverso i tempi forme del Divino. L’Amore è forma del Divino, la Rettitudine (Dharma) è forma del Divino.

La madre e la madreterra sono più grandi del cielo.

Il primo impulso che emanò dall’uomo fu l’Amore Divino (Prema); tutte le altre cose vennero dopo. Ogni bimbo che nasce genera in sé immediatamente amore per la madre, ogni figlio cerca di riconoscere sin dall’inizio la madre e il padre; nello stesso modo, ogni individuo dovrebbe riconoscere la sua terra natale e l’eredità culturale (samskriti). La propria nazione e cultura devono essere riverite come i genitori; la nazione è la madre, la cultura è il padre. Questa verità profonda fu proclamata da Rama quando proclamò: “La madre e la madrepatria sono più grandi del Cielo stesso”. Amate la madre, amate la cultura del paese; questi sono i primi doveri di ogni uomo e devono essere gli scopi principali della vita. Quando la gente segue questo sentiero di verità e rettitudine, l’amore spunta naturalmente nel suo cuore. Se non si praticano le virtù, tutta la conoscenza e l’erudizione non servono a niente; mettete in pratica almeno un insegnamento e sperimentate la gioia.

Incarnazioni dell’Amore! I devoti dei distretti di Godavari Est e Ovest, di Guntur e Krishna si sono riuniti nella celebrazione di quello che definiscono Giubileo d’Oro del Movimento Sai. Non c’è bisogno di cercare una ragione per sperimentare la gioia.

Sempre, in ogni momento e in ogni luogo meditate su Hari

(Sarvadha sarvakaleshu sarvathra Harichinthanam)

Fate di ogni giorno un momento sacro, permeate ogni parola con il potere di un mantra, santificate la terra su cui camminate, fate che questa sia la missione della vostra vita. Senza perdere un singolo istante, usate tutto il tempo che trovate per spandere il messaggio del Nome di Dio in ogni recesso ed angolo dell’India.

I desideri si possono ridurre recitando il Nome di Dio

Oggi assistiamo a corruzione, violenza, malvagità e malcostume dovunque; la ragione fondamentale di tutto questo è l’egoismo. Alla radice di queste azioni cattive ci sono voglie insaziabili; recitando il Nome di Dio, queste si possono ridurre mentre i desideri legittimi trovano compimento. Sakkubai pregò e desiderò andare andare a Pandharpur per avere il darshan di Panduranga, sopportò ogni tipo di avversità e umiliazioni e meritò la Grazia di Dio; come potrete ottenere voi la Grazia senza affrontare delle prove? Voi sapete a quali severi processi venga sottoposto l’oro, dal crogiuolo in poi, prima che se ne faccia un ornamento; non può esserci felicità senza pena. Se desiderate il benessere di qualcuno, dovete essere preparati a lasciargli affrontare i tormenti necessari prima che possa sperimentare ciò che è bene per lui; in questo mondo, il piacere e il dolore vanno insieme. Nella Gita, il Signore dice di essere sia il corpo (kshetra)che il Testimone Interiore (Kshetrajna). Ciò che la gente deve imparare oggi è smettere di attaccarsi alle cose del mondo e cercare l’amore per Dio; quando si coltiva l’amore per Dio, rinunciare alle cose del mondo diventa facile come separarsi da un fazzoletto. Rimanere attaccati alle proprietà è difficile, abbandonarle è facile quando si sia compreso il significato dell’amore per Dio; fate che, dovunque sia, nei villaggi o in città, la gente coltivi la fede in Dio, evolva in sé l’amore e lo divida con tutti dopodiché sperimenterà la beatitudine indicibile.

Non otterrete la liberazione per mezzo della meditazione o della penitenza, il solo mezzo è l’amore; il servizio fatto con amore diventa meditazione, penitenza e tutto il resto. L’amore è il quinto Purushartha, lo scopo supremo della vita; esso è anche la panacea per tutti i problemi che affliggono oggi la società. L’odio è la causa di tutte le malattie per cui deve essere bandito come afferma la Gita. Non date spazio ad alcun sentimento malvagio nel cuore che è il trono di Dio, dedicate la mente a Dio e, a tempo debito, vi fonderete nel Divino diventando uno con Dio.