“Per andare all’anima di Dio, Il Massimo, occorre anzitutto solcare le profondità della propria anima, il Minimo poiché nessuno può conoscere Dio se non ha conosciuto se stesso.”
Dopo essersi seduti in una posizione confortevole e stabile ed aver rallentato il respiro, è necessario staccare i sensi dalla percezione sensoria (“Pratyahara”) e purificare tutti gli organi del corpo (“Anga Nyasa”). La luce è purificatrice per eccellenza, perché disperde tutte le tenebre. Si dirige la luce attraverso il corpo, per purificare gli organi ed i sensi, e la si colloca nel loto del cuore, dove va custodita gelosamente l’immagine prediletta della Forma del Signore, su cui bisogna concentrarsi (Dharana) per giungere alla Meditazione (Dhyana) e quindi al “Samadhi”, ossia allo stato di immersione in Dio, il supremo Sé.
Quando vi accingete alla Meditazione, recitate anzitutto alcune preghiere inneggianti a Dio, per dar modo alla mente agitata di calmarsi. Poi, mentre recitate il nome di Dio (Japa), disegnate adagio adagio con l’occhio della vostra mente la Forma che quel Nome rappresenta. Se la mente si allontana da quel Nome, portatela alla Forma e se si stacca dalla Forma, riportatela sul Nome. Lasciate che vada soavemente a posarsi sull’uno o sull’altra. Così guidata, la mente potrà essere domata facilmente. La figura prodotta dalla vostra immaginazione si trasformerà nel “Bhavacitra”, ossia in un simulacro emozionante, caro al cuore, e si fisserà nella memoria. Pian piano diverrà il “Sakshatkaracitra”, ossia la forma che Dio assumerà per esaudire le vostre aspirazioni. Questa sadhana si chiama “japasahithadhyana” ed Io ve la consiglio, perché, per i principianti, è la migliore tecnica di Meditazione.
In pochi giorni vi abituerete e apprezzerete la gioia che essa procura. Dopo dieci o quindici minuti circa nella fase iniziale e più a lungo negli stadi più avanzati, richiamate alla memoria la gioia di cui avete fatto l’esperienza: vi sarà di sostegno nella vostra fede e nella serietà del vostro impegno. Quando avete finito, non alzatevi di scatto per riprendere subito le vostre occupazioni; rilassate i muscoli adagio, gradualmente e ponderatamente prima di dedicarvi al lavoro abituale.
Se all’inizio non sapete rimanere concentrati a lungo, non perdetevi d’animo. Quando si comincia ad andare in bicicletta, non si acquisisce subito l’abilità di mantenersi in equilibrio: si spinge la bicicletta verso un campo aperto, si sbanda di qua e di là e si cade rovesciandosi addosso la bicicletta, e così si fanno molti tentativi prima di riuscire a padroneggiare il mezzo senza più il timore di perdere l’equilibrio. Poi, automaticamente si imparano anche i movimenti necessari per mantenere l’equilibrio, non è vero? E dopo esser diventati esperti, non si ha bisogno di spazi vasti; si può scorazzare in bici per i vicoli più stretti ed anche per i viali più affollati. In modo analogo, la pratica vi fornirà la concentrazione necessaria a resistere negli ambienti più chiassosi e nelle situazioni più difficili.
Per quanto riguarda la Meditazione, insegnanti e istruttori consigliano tecniche diverse. Ma Io ora vi darò la forma più universale e più efficace. E’ il primo passo nella disciplina spirituale. Destinate ogni giorno alcuni minuti per questo e, man mano andate avanti, prolungatene la durata, finchè sentirete la beatitudine propria di quello stato. Fatelo alle prime ore del mattino, prima dell’alba. E’ il momento più propizio, perché il corpo è ristorato dal sonno e le vicende della giornata non vi opprimono ancora. Tenete davanti a voi una lampada con una fiamma viva, fissa e non vacillante, oppure una candela accesa. Sedetevi davanti alla candela nella posizione del padmasana od in qualche altro modo, purché sia comodo. Continuate a fissare stabilmente la fiamma e, ad occhi chiusi, cercate di sentirla dentro di voi, nel punto fra le sopracciglia. Fatela scorrere verso il loto del cuore, mentre la sua luce lascia una scia dove passa. Quando essa entra nel cuore, immaginatelo come un fiore di loto che dischiude i suoi petali ad uno ad uno, irrorando di luce ogni pensiero, ogni sentimento, ogni emozione e dissipando l’oscurità che non trova più spazio per nascondersi. La luce della fiamma diventa sempre più ampia e luminosa. Fatela penetrare nelle membra, che ora non possono più essere immischiate in attività losche, ambigue e dannose: sono diventate strumenti di Luce e d’Amore. Quando la Luce raggiunge la lingua, la menzogna si dilegua. Fatela salire fino agli occhi ed alle orecchie, perché bandisca i cupi desideri che li infestano e vi inducono a cercare cose ignobili e conversazioni sciocche. Fate che la testa si inondi di Luce così che tutti i pensieri immorali ne siano scacciati. Immaginate che la Luce sia sempre più intensa, poi che risplenda tutt’intorno a voi e che da voi venga effusa in cerchi via via più grandi, racchiudendo nella sua sfera tutti i vostri cari, i parenti, gli amici e compagni, i nemici e i rivali, gli estranei, tutti gli esseri viventi, il mondo intero.
Dal momento che la Luce ogni giorno illumina profondamente e sistematicamente tutti i sensi, verrà presto il momento in cui non sopporterete più il buio e le visioni diaboliche, non amerete più ascoltare racconti lugubri e sinistri, non sarete più attratti da ciò che è spregevole, dannoso, da cibi e bevande tossiche e mortali, non vorrete più occuparvi di cose losche e degradanti, né frequentare ambienti equivoci e malfamati, né tramare insidie contro qualcuno. Mantenete viva l’entusiasmante consapevolezza di vedere la Luce dovunque. Se adorate Dio sotto qualche forma, cercate di visualizzarla in questa Luce onnipresente. Infatti, la Luce è Dio, Dio è Luce.
Praticate ogni giorno con regolarità la Meditazione come Io vi ho consigliato. Negli altri momenti della giornata ripetere il nome di Dio (qualunque Nome richiami la fragranza delle Sue molteplici Glorie), tenendo sempre presenti la Sua Potenza, la Sua Misericordia e la Sua Munificenza.
Tecnica avanzata di Meditazione su So-Ham
In questo sacro Shivaratri, proponetevi di visualizzare Shiva, che è la Forza interiore di tutto. Ad ogni singolo respiro voi dichiarate “So Ham”, Io sono Lui; e non solo voi, ma ciascun essere vivente lo afferma. E’ un fatto che avete ignorato per tanto tempo. Ora potete crederci. Se osservate il vostro respiro e meditate su quella Grande Verità, l”Io” ed il “Lui” pian piano si fonderanno e non ci saranno più due entità, il SO HAM andrà cedendo il posto all’OM, il Suono Primordiale, il Pranava, che i Veda proclamano come il simbolo dell’Infinito Assoluto, “Nirakara Parabrahman”; è lo “Svasvarupa”, la Realtà che sta dietro tutto questo “relativo irreale”.
Questo è l’autentico sentiero spirituale, la tappa finale nel progresso dell’aspirante. Ma vi sono molte tappe preliminari, ciascuna delle quali richiede molta capacità di resistenza e tenacia.