Canti devozionali di gruppo

Cos'è un canto devozionale di gruppo?

Devozionale significa che il bhajana che cantate dev'essere un canto indirizzato al divino o riguardante un soggetto divino; significa anche che il vostro canto deve indurre devozione negli altri, non solo in voi stessi. Per gruppo s'intende un insieme di persone che sono in armonia. Il messaggio è: "La mia vita è un bhajana? Vivo in armonia con gli altri?" Un canto devozionale ha il potere di unire tutti: devoti e non. Con "canto" s'intendono le qualità di melodia, ritmo e sentimento.

Cos'è un bhajana di Sai? Molti pensano, erroneamente, che un bhajana-Sai sia un bhajana in cui Baba è nominato. Non è così; un bhajana di Sai è un brano musicale cantato che, oltre a melodia e ritmo, possiede una tale dolcezza da indurre chi canta ad immergersi completamente nel canto e ispira desiderio di unione col divino.

Solista e coro.

Il solista ha la responsabilità di mantenere la vibrazione del bhajana; deve costantemente tener presente che la sua funzione è servire gli altri, si deve preoccupare solo di cantare nel miglior modo possibile per aiutare e mantenere la mente su Dio, ha il dovere di esercitarsi per ottenere un'esecuzione anche formalmente corretta. Quando il solista canta in modo da ispirare devozione negli altri ed il suo canto li eleva, il suo bhajana diventa un seva; se, invece, pur colmo di devozione, stona o va fuori tempo, disturba gli altri, fa loro perdere la concentrazione e rende un pessimo servizio. Alcuni solisti assumono un atteggiamento di comando, specie nei confronti dei nuovi devoti, che guardano ad essi come ad esempi da emulare; costoro sono responsabili per se stessi e per gli altri.

Il coro è più importante del solista, non dimentichiamo che i bhajana sono un canto comunitario. Quindi è il coro che giustifica il solista, come i passeggeri di un treno giustificano la funzione e la presenza del macchinista, anche se è quest'ultimo che ha la responsabilità della guida.
Anche il canto del coro dev'essere perfetto, si evitino variazioni personali dei bhajana; Baba raccomanda l'unisono, che significa un suono solo; chi è stonato sappia che, se canta ad alta voce, disturba gli altri, quindi, se proprio non si accontenta di accompagnare mentalmente il bhajana (come raccomanda Baba), almeno canti sottovoce. Se il coro conosce una versione sbagliata del bhajana, non si deve cantare a tutti i costi la propria versione giusta; questo è uno dei rari casi, forse l'unico, in cui è preferibile sbagliare tutti insieme, piuttosto che far giusto da soli. Il canto del coro dev'essere leggero, arioso, i bhajana, anche quando sono appassionati, non sono mai pesanti o tragici, come certe musiche sacre occidentali, i ritmi, quindi, non devono essere troppo marcati, ma lievi, agili, netti.

A livello simbolico, il conduttore è l'Avatara che proclama le verità universali, il coro è l'umanità che Lo segue ripetendo ed interiorizzando ciò che ha ascoltato. A livello più alto il solista rappresenta l'Om, la vibrazione che dall'Uno genera il molteplice, un'unica voce canta i molti aspetti del Divino nella manifestazione; il coro simboleggia il ritorno del molteplice all'Uno, molte voci si uniscono per produrre un suono solo, molte menti si concentrano su di un unico oggetto, molte volontà convergono sullo stesso obiettivo; il canto del bhajana crea una potente onda sonora, emozionale, mentale.

Qual è il proposito del bhajana?

E' quello di caricare la nostra batteria spirituale, in modo che possiamo vivere la nostra vita in accordo con gli insegnamenti di Sai e continuare a servire; inoltre il canto devozionale di gruppo è una delle forze più potenti per diffondere il primo messaggio di Sai: il Namasmarana. Un grande servizio che possiamo fare è quello d'ispirare le persone a cantare il nome di Dio. Se induciamo qualcuno a cantare continuamente il nome di Dio, questi verrà trasformato, seguirà il sentiero della divinità e comincerà a servire.

I centri Sai non sono soltanto centri di bhajana, sono soprattutto centri di servizio; il bhajana è la base su cui questa cornice di servizio dev'essere costruita, è l'ispirazione, il punto iniziale da cui i devoti procedono verso altre discipline spirituali. Tutti noi dobbiamo capire il significato del bhajana nella nostra vita, non diamone per scontata l'importanza: esso dev'essere un costante sforzo verso la perfezione.

Sai Baba ha dato particolare rilievo al canto devozionale in compagnia di tutta la famiglia, almeno una volta alla settimana; esso genera nella casa un'atmosfera spirituale che induce l'elevazione, instilla gradualmente fede e devozione; ogni componente amerà ascoltarlo, anche solo per la bellezza della musica, manterrà la mente immersa in pensieri spirituali e indurrà il giusto ritmo nel respiro, almeno per il periodo del canto del bhajana.

Il canto comunitario è un momento di unione, di intimità spirituale.
Nei momenti che precedono i bhajana dovremmo pensare a tutte le persone con le quali abbiamo degli attriti e riconciliarci con loro, chiedendo scusa e abbracciandole mentalmente. Se siamo in disarmonia, stiamo cantando musiche diverse, con testi differenti, andando ognuno per proprio conto, producendo un'accozzaglia di suoni dall'effetto sgradevole che non piacerebbe nemmeno a noi, se riuscissimo percepirlo, figuriamoci a Dio!

Baba dice: "Quando cantate i bhajana fatelo per il benessere del mondo. Loka samasta sukhino bhavantu: che il mondo intero sia nella pace, nella prosperità e nella gioia. Solamente allora i vostri sentimenti ne verranno santificati." Noi siamo esuli su questa terra che nell'interminabile ritorno, si siedono, stringendosi l'un l'altro cantando la struggente nostalgia, l'amore ed il desiderio della casa. Il canto dei bhajana è questo abbraccio, non solo con chi canta, ma con tutti gli esseri che, anche se non lo sanno, soffrono della stessa nostalgia.

Il potere del canto devozionale ed i benefici che ne derivano sono riassunti da Baba nel messaggio divino indirizzato agli studenti del College, operai dell'industria e devoti di Bombay, il 24.1.83:

"Namasmarana, o canto del nome e della gloria di Dio, è il metodo più semplice ma più sicuro per schiudere la divinità nel nostro cuore.
Quando il fuoco arde, arde anche il legno, esso si ricopre di uno strato di cenere. Se soffiate via la cenere, vedrete il fuoco bruciare. Allo stesso modo, l'acqua in uno stagno viene nascosta sotto la sua stessa verde coltre o il fogliame putrido. Rimuovi lo strato e vedrai di nuovo l'acqua pura.
Così l'Atma, o il Sé di beatitudine, viene celato dalla coltre di bandhana (attaccamento) e dvesa (odio) e i dualismi connessi.

Namasmarana è il miglior mezzo per rimuovere questa coltre e sperimentare la divinità nel nostro cuore. Questo sadhana (disciplina spirituale) pone a riposo la mente incostante nel dolce amore e nella gloria del Signore, mentre il battere le mani scaccia gli avvoltoi di bandhana e dvesa e delle altre cattive inclinazioni dal nostro cuore. I divini nomi che cantiamo sono potenti mantra che hanno il potere di sublimare la nostra mente e di sviluppare fede e devozione. In verità diviene Nadabrahma (suono divino), ci mette in contatto con Dio e ci dà l'esperienza della Sua Ananda (beatitudine)."